Tutto è Proibito , Cina, Atene VII Incontro

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view post Posted on 3/4/2020, 18:48
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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La Riscoperta dei Saperi del Passato:
Tutto è Proibito.



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Atene%20Ridotto


Venerdì 17 Marzo, 7.00 p.m


Era senza ombra di dubbio una primavera strana, almeno al pari dell'inverno che si erano lasciati formalmente alle spalle, senza essersi ancora visti in faccia. Sfacciato e scortese il tracotante astro dava bella mostra di sé tutti i giorni, da almeno tre mesi. Se l'obiettivo implicito di quella politica disfattista era prenderlo per sfinimento non mancava ormai molto. Qualunque essere vivente che si rispetti, sulle lunghe distanze necessita di un minimo di acqua, di semplice pioggia. Centenario o meno che fosse.
Eppure così non sembrava essere, e l'ennesima dimostrazione si burlava di loro all'orizzonte, incendiato al pari di una mite serata agostana. Ciò nonostante il tempo era inesorabilmente scivolato via, come la sabbia di una clessidra ben più grande di loro, ed era ormai arrivata la Pasqua. Qualche mese ed ecco che avrebbero archiviato un altro anno, si faceva presto: accendi il caminetto, ed ecco arrivare ottobre; convinci la zuccheriera a concederti il lusso di un The, ed è Natale; spolveri le alabarde, ed è Carnevale; inizi a pensare forse anche alla libreria, ed ecco l'estate. Non sembrava un programma così pessimo, dopo tutto, ma si sarebbe potuto tranquillamente sostenere anche il contrario. Che razza di anno poteva essere?
Al termine di un coniglio particolarmente sfizioso, e una crostata decisamente ben riuscita, si era già fatta l'ora dei grandi annunci, e degli arrivederci. Probabilmente quell'anno non sarebbero state eccessive le partenze per le vacanze pasquali, l'indomani, ma dopo tutto un minimo di un qualcosa era comunque richiesto. La Sala Grande aspettava? O i più si stavano ancora ingozzando di buona lena? Un sorriso qua, e un cenno là, ecco che il Vecchio mago tornava alla carica.


Buonasera Signori, anche questa sera le nostre cucine hanno dato ampia dimostrazione delle loro abilità nell'ammansire il più vorace degli oratori, e di questo i miei e gli altrui commensali ne sono come sempre immensamente grati. Come sapete domani inizieranno le vacanze pasquali, e almeno una parte di noi lascerà il Castello per trascorrere buona parte della prossima settimana lontano da qui. La Bibliotecaria mi prega di ricordarvi di riservare la massima cura nei confronti dei libri del Castello, che non possono lasciare i suoi confini, mentre il nostro zelante Custode vi rammenta che domani mattina tutti gli studenti in partenza saranno sottoposti a rigorosissimi controlli, aggiungo io, abitudinari.
Ciò detto una buona Pasqua a tutti!


Mentre già il chiacchiericcio tornava prepotente a farsi avanti, e la tentazione di rituffarsi nella conversazione si faceva a sua volta largo, un secondo sorriso. Stava dimenticando un piccolo cruciale dettaglino. L'esca.

Ah! Che sbadato, quasi dimenticavo. Se all'uscita alcuni di voi avessero la cortesia di aspettarmi avremmo un paio di parole da scambiare. Nello specifico mi riferisco a M.me Haven, e Moran, a Mr Eliot e Brior...

Un elenco abbastanza esaustivo che nei rimanenti cinque minuti aveva abilmente snocciolato, apparentemente a caso. Cosa avrebbe mai potuto volere da una compagine così casuale di studenti? Possibile che fossero tutti a rischio bocciatura? O forse più probabile, possibile che fossero puntualmente finiti tutti con l'essere iscritti nel libro nero del Custode?
Dopo quella che era sembrata essere una lunga attesa, e lo era stata, quasi ultimo tra gli ultimi, si era infine alzato da tavola, il Vecchio aveva raggiunto il crescente capannello di studenti in attesa all'uscita della Sala, e con un secondo disarmante sorriso erano stati infine ragguagliati di quale fosse la questione sul tavolo.


Eccomi, grazie di averci aspettato. Come saprete di questi tempi l'improvvisazione si sta dimostrando una preziosa alleata, da non sottovalutare insomma. E la reattività a stimoli tanto inaspettati, quanto improvvisi, ne è la più fidata delle ancelle. Cosa voglio dirvi tra le righe? Tra mezz'ora vi attendo nel mio ufficio, la Scuola di Atene è tornata, e la Cina del XVII secolo vi aspetta. Mi raccomando ragionate intanto su eventuali domande cui i vostri commilitoni non possano rispondere, e non fate tardi, gli assenti saranno ovviamente ampiamente giustificati, come sempre non c'è nulla di obbligatorio nelle nostre scampagnate, ma anche i ritardatari temo resteranno a casa. Un comodo mantello dovrebbe essere più che sufficiente! Buonasera.

Ciò detto lo strano assembramento era andato sciogliendosi, chi più chi meno di fretta. Mezz'ora passava in fretta, e le impellenze erano molte. Terrorizzare un povero mandarino sprovveduto per un alito particolarmente pesante com'era da considerarsi? Un prezioso asso nella manica, o il tallone d'achille di uno scortese villano?

Stavamo dicendo, cara Katherine?

Un paio di adulti, apparentemente altrettanto casualmente scelti, avevano preso parte alla cena, si erano aggregati all'eterogeneo gruppo, e si dirigevano infine apparentemente alla volta della Torre. In compagnia di quella che aveva tutta l'aria di essere una Ministeriale, con una certa esperienza alle spalle, la conversazione proseguiva lieta, lasciando soli e nell'indefinito brusio gli ultimi astanti. Avrebbero fatto tutti in tempo? Chi si sarebbero persi ancora prima di iniziare?
Ad attenderli lo studio del vecchio mago, uno scoppiettante caminetto allegro a riservare un caldo benvenuto anche al più timoroso degli sprovveduti e inconsapevoli invitati. Qualche cambiamento ai più assidui frequentatori sarebbe balzato immediatamente all'occhio, una pesante sensazione di mancanza di un qualcosa, accompagnava un inaspettato ampio spazio pronto ad accogliere un gruppo sufficientemente ampio ed eterogeneo di persone. All'entrata un tavolino, un sacchetto di cuoio colmo di spille che sembravano invitare a essere raccolte, e nel centro della Torre un legio, con l'elaborata copertina di un antico e voluminoso libro che dava bella mostra di sè.
Era tutto pronto, sino a prova contraria.



Buongiorno (Buonasera?) a tutti, dal momento che anche questa volta può considerarsi il I Incontro per molti, una serie di veloci, seppur banali, considerazioni:
a) Per partecipare dovrete essere stati regolarmente Evocati, nulla di strano (pur al netto di eventuali accomodamenti);
b) Aggiungete in coda sin da ora le vostre statistiche, ed aggiornate qualora lo riteneste necessario le schede, faranno testo da quando avrete postato, per tutto l'Evento, quindi eventualmente verificate acquisti, o lezioni, o statistiche, o varie ed eventuali;
c) Aggiungete sempre in coda tutti gli oggetti magici che ritenete vi possano essere utili, scrivete solo l'inventario attivo, o che effettivamente portate, e non tutto l'armamentario del vostro casato;
d) Andremo inizialmente più spediti, per lasciare spazio alle fasi più concitate della scampagnata. Non siete tenuti tutti a postare ogni turno, salvo disposizioni contrarie, ma dovrete mantenere comunque una buona media, chi si dà alla macchia, verrà espulso al III richiamo della Tuke;
e) Vi consiglio sin d'ora di prestare attenzione a quanto vi verrà riferito dai vostri valenti Capitani, il modello che viene mantenuto è il medesimo di Gerusalemme, quindi sarete divisi in due differenti squadre, e confido funzioni anche meglio della precedente;
f) Vi ricordo essere un Evento, quindi tecnicamente non ci sono problemi con altri Eventi, Quest, Duelli o Apprendimenti che abbiate in corso, ma è comunque una faccenda relativamente impegnativa, e non siete pochi, quindi regolatevi sul da farsi;
g) I Gargoyle vi faranno passare senza troppe storie, quindi cercate di entrare tutti nel I post, sollevando eventuali impellenti domande, del resto se ne occuperanno in On e in Off i vostri navigati commilitoni;
h) Oggi è il 3 aprile, il 5 la discussione verrà aperta, il 10 aprile si prosegue, insomma più spediti del solito, ma non lanciati.



Edit: Tutti gli Evocati sono stati nominati nel discorso, e quelli che hanno accettato la sfida erano parte del fantomatico 'capannello di studenti'. Quindi, tutti sanno tutto, almeno per iniziare.

Edited by Ignotus Albus E. Peverell - 6/4/2020, 09:00
 
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view post Posted on 9/4/2020, 00:02
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Lucas A. Moray
Tassorosso | Studente | 12 anni | ♪tumblr_mm4sulRyfC1s3urz2o1_500
Il banchetto serale era un momento molto piacevole per due motivi: ottimo cibo e la compagnia degli amici di casa Tassorosso. Lucas amava trascorrere del tempo con gli amici soprattutto dopo aver superato la fase di profonda timidezza che contraddistingueva ogni suo nuovo rapporto. Fase che era ormai quasi del tutto superata grazie anche all’avventura a Cadair Idris che per forza di cose aveva rafforzato i legami tra tutti i partecipanti. D’altronde come poteva non essere così dopo aver rischiato insieme di rimetterci la pelle. Il cibo poi allietava gli animi di tutti, salvo rare eccezioni, favorendo la conversazione, talvolta a bocca piena, tra i giovani. Si rideva sulle macchie di cibo che talvolta decoravano i volti dei più voraci, tra i quali Lucas certamente primeggiava. Infatti era lui spesso l’oggetto delle risate, risate che però non lo ferivano perché amichevoli; lo sentiva e ci rideva su anche lui.
Accanto a Lucas era seduta Gwen, compagna di avventura a Cadair Idris nonché nuovo prefetto dei Tassorosso. La giovane era una delle poche con cui Lucas aveva iniziato a rompere il muro della timidezza che lo aveva ostacolato sino ad una buona metà dell’anno scolastico. Era l’ennesimo frutto positivo dell’esperienza a Cadair Idris e più passava il tempo più la conta degli elementi positivi di quella visita superava di gran lunga quella dei negativi.
“Complimenti per il nuovo distintivo!” Le disse sorridendo e alludendo alla sua nuova carica di Prefetto. “Adesso potresti accompagnarmi ad Hogsmeade anche quando non sono di turno a lavoro. Il villaggio è davvero carino, ma con i turni in bottega non sono mai riuscito a visitarlo per bene. Senza contare che probabilmente avrei infranto le regole.” concluse speranzoso la sua battuta. Avrebbe davvero voluto visitare Hogsmeade.
Nel frattempo a cena erano stati serviti i dolci, copiosi come al solito. Quei profitterol al cioccolato bianco e nero erano la fine del mondo. Dimenticandosi delle buone maniere, il piccolo e mai sazio Tassorosso, prese tre “palline” di profitterol, due bianche e una nera con una buona dose di cioccolato che decorava il letto del vassoio riempiendo il suo piatto. Poi guardò nuovamente Gwen e con la bocca mezza piena le disse, questa volta con tono molto più ironico. “ Questi non te li puoi perdere assolutamente. Ma attenta a non esagerare, devi mantenere una linea per essere prefetto.” Ridendo, rischiò di strozzarsi, ma fortunatamente si riprese senza fare troppo scalpore grazie ad un colpo di tosse.
Qualche istante dopo il professor Peverell, preside della scuola, si alzò insolitamente in piedi. Annunciò l’inizio delle vacanze pasquali. In effetti il tempo era volato, la scuola stava per finire e a Lucas mancavano soltanto un paio di lezioni da seguire per terminare il percorso di studi di quel primo magnifico anno scolastico. Tra le lezioni mancanti c’era proprio una di storia della magia, la materia insegnata da Peverell, tra le più complesse. Paradossalmente Lucas aveva trovato più semplice apprendere pozioni o incantesimi, per quanto fosse alle prime armi con la magia, che memorizzare le vicende che avevano segnato la storia della magia stessa. Inoltre il professore chiedeva ai suoi alunni una visione critica della storia a cui il primino non era certamente abituato. Quell’anno aveva deciso di non allontanarsi dalla scuola né per le vacanze di Pasqua né per quelle di Natale proprio per approfondire la sua materia in biblioteca e per esercitarsi con gli incantesimi.
Alcuni secondi di silenzio fecero intuire che il discorso del preside fosse finito, nessuno fiatava quando parlava, ma alla fine riprese parola come se avesse dimenticato qualcosa. Convocò una serie di studenti per una chiacchierata, a suo dire, con lui al termine del banchetto. La lista era lunga, ma alla fine udì anche il suo nome. Cosa mai poteva volere da lui? Aveva nominato principalmente studenti più grandi di lui, Thalia ed Eloise ad esempio. Anche Gwen era stata nominata, ma per lo meno lei era un prefetto. Si guardò intorno stupito. Cercò lo sguardo di Eloise, ma anche lei sembrava stesse cercando risposte altrove.
Sparecchiata la tavola Lucas si mosse con fare curioso verso il gruppo che attendeva impaziente l’arrivo di Peverell. Quando giunse ormai tutti gli studenti, fatta eccezione per quelli nominati poco prima, erano nelle rispettive sale comuni. Sul volto del professore traspariva un filo di eccitazione. Sorrise al gruppo e poi vuotò il sacco. Dopo una serie di frasi che Lucas ebbe un pizzico di difficoltà a comprendere, sostenne che la scuola di Atene fosse tornata e che la Cina del XVII li aspettava. Aspettava chi? Lui non di certo. Doveva ancora studiare il medioevo, come poteva avere a che fare con la Cina del XVII. Forse aveva intenzione di organizzare una masterclass? Anche se ciò non si sarebbe sposato con il termine “Scampagnata” che utilizzò alla fine del suo annuncio per descrivere ciò a cui alludeva. Poi lasciò il gruppo e tornò in compagnia di un paio di persone che Lucas notò per la prima volta in quel momento, anche se probabilmente erano state a cena lì con loro dall’inizio.
Tra mille domande che scorrevano alla velocità della luce tra le sue sinapsi, il primino, che era rimasto imbambolato sulla soglia della sala grande, si accorse che il gruppo dei Tassorosso si stava già dirigendo verso la sala comune. Per poterci capire qualcosa avrebbe dovuto attendere il prossimo incontro con Peverell nel suo ufficio mezz’ora dopo, munito di un comodo mantello… Cercò di raggiungere Thalia ed Eloise che guidavano il gruppo per porre loro alcune domande. Ci riuscì con fatica.
“Scusate…” un attimo per prendere fiato. Aveva l’affanno. “Ragazze, ma non ho capito assolutamente nulla. Si sarà sbagliato? Cosa c’entro io con la cina? E cos’è questa scuola di Atene?” Terminata la serie di domande tacque, certo di aver chiesto fin troppo. D’altronde gli sarebbe bastato aspettare mezz’ora per ottenere delle risposte. Tuttavia la curiosità aveva vinto sulle buone maniere e ancora una volta il piccolo si era ritrovato a tormentare le ragazze più grandi per chieder loro consiglio.



Giunto nei sotterranei si tolse l’uniforme e si sciacquò i denti. Poi prese la sacca medievale che aveva ricevuto in dono per i suoi risultati ottenuti durante l’anno scolastico e vi mise dentro alcune fiale di pozioni. Da quel che aveva capito c’era la possibilità di lasciare la scuola quella sera stessa in compagnia di Peverell. Non seppe nulla di più. Con i dubbi ancora irrisolti, attese 10 minuti e poi si incamminò verso il quinto piano dove aveva sede l’ufficio del preside. Il castello era enorme ed era facile perdersi al suo interno, soprattutto per un ragazzo al primo anno. Fortunatamente riuscì ad arrivare in tempo perché varcando la porta dell’ufficio si rese subito conto che ci fosse meno gente di quella chiamata a raccolta precedentemente. Salutò i presenti con un cenno del volto e con un mezzo sorriso e attese in silenzio.
Il camino acceso riscaldava l’ambiente e scioglieva le tensione accumulate nell’ultima ora. Una calma apparente riempiva quell’ufficio. All’ingresso c’era un tavolino con un sacchetto pieno di spille che Lucas ignorò del tutto perché il suo sguardo era stato catturato dal leggio al centro della stanza che reggeva un grosso libro che sembrava piuttosto datato. Poteva davvero trattarsi di una lezione privata?


PS: 148 | PC: 60 | PM: 56 | PE: 11.5
Giuls || © harrypotter.it



Inventario attivo:
Bacchetta
Anello dell'amicizia
Sacchetta medievale che contiene
- 1 Fiala di decotto al dittamo
- 1 Fiala di Tiepidario
- 1 Fila di pozione addormenta draghi

 
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view post Posted on 9/4/2020, 18:25
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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DoMnjQI
Cielo del Sole ☉

PS 230
PC 147
PM 157
EXP 39
Un tintinnio acuto avvisò che la forchetta da dolci aveva raggiunto le briciole di crostata nel piatto, decretando la fine ufficiale del pasto. Satolla e soddisfatta, Eloise si abbandonò allo schienale della panca, piacevolmente tramortita dal cibo ingerito e con una gioviale soddisfazione per la vacanzina imminente. Erano giorni che pregustava il ritorno a casa: Ned l’avrebbe attesa a braccia aperte, di rientro dal suo primo anno di esperienza all’estero, e con la primavera inoltrata avrebbero potuto fare escursioni, giocare a Quidditch, e godersi il loro quartier generale. Pur essendo abituata a non condividere il quotidiano con lui, era strano non averlo incrociato neanche per le vacanze estive, le feste natalizie e tutte le altre occasioni in cui ordinariamente ci si incontrava. Le mancava moltissimo.
Si lasciò trascinare dalle chiacchiere giallonere fino a che Peverell, dall’alto del suo scranno da Preside, prese la parola. Tutto sarebbe filato liscio e sereno, con il solito senso di confusione che le sue parole criptiche (miste al banchetto) suscitavano, se solo non avesse deciso di concludere la cena con una bella convocazione eccezionale per lei e per un pugno di studenti. Si alzò in piedi interdetta, annusando il fumo che preannunciava l’incendio, mentre la coscienza le suggeriva di escludere le opzioni più tragiche: se era coinvolta quella secchiona della Moran, non poteva essere nulla di così grave. Le sorrise mentre si avviavano verso il tavolo dei docenti, domandandosi se lei - che da poco aveva fatto un upgrade di spilla - fosse al corrente di cosa stesse succedendo. Incrociò lo sguardo di Gwen, convocata a sua volta, rispondendo con una faccia dubbiosa al suo implicito interrogativo.
Il preambolo del discorso la mise in guardia: se da un lato l’improvvisazione e la tempestivistà erano approcci alla vita che ricercava e praticava in prima persona, quando due concetti tanto rischiosi venivano dalle labbra del docente di Storia potevano dare esiti pericolosissimi. Eccolo lì, il fuoco che aveva presagito: la Scuola di Atene si ritrovava quella sera, erano convocati per una nuova avventura all’interno del libro magico.
«A saperlo avrei evitato di ingozzarmi...» Condivise con i compagni mentre lasciavano la Sala Grande, ciascuno diretto alle rispettive tane per recuperare poche cose utili da portarsi dietro. Era soddisfatta dagli altri Tassorosso coinvolti - una veterana, una mente brillante e due giovani promesse; se di Mya si fidava dal primo passaggio di Pluffa fatto a mezz'aria, degli altri aveva conosciuto le abilità durante la recente avventura giallonera. «Non affannatevi troppo...» Si rivolse ai più giovani del gruppo, che avevano espresso timori e dubbi sulla Scuola di Atene. «Non ci saranno ripercussioni troppo gravi: di mazzate se ne prendono sempre, e tante, ma Minerva - la fenice di Peverell - ci guarda le spalle. Basta partire dal presupposto che torneremo conciati male. Cadair Idris, a confronto, non è stato niente.» La premessa non era delle più rassicuranti, ma Eloise lo faceva di proposito: in quei contesti vedere terrore sincero nei loro sguardi innocenti la divertiva più del solito. Alleata alle sue compagne, si divertì a tirare fuori gli aneddoti più improbabili delle escursioni passate. E andarsene in Dormitorio per recuperare oggettini utili l'aiutò soltanto a rievocare altri episodi altrettanto esilaranti.
Prima di tornare al punto di ritrovo in Sala Comune, si concesse un istante di pace, seduta sul bordo del letto. Fissava la Spilla della Scuola tra le dita: i Cieli illuminati suggerivano che la strada compiuta da quando l’aveva conquistata era stata tanta; aveva trovato modelli a cui ispirarsi, stretto relazioni, messo alla prova alleanze, sviluppato strategie per raggiungere obiettivi comuni. Era cresciuta parecchio. Aveva capito che i cunicoli sotterranei erano da evitare, e che avere fiducia nei compagni portava al successo. Aveva imparato a pazientare e aspettare il momento giusto - a sue spese - e ad ascoltare gli altri. L'idea di accompagnare i più giovani, a questo punto, era più chiara che mai. Appuntò la spilla sulla Cappa Elementale e si avviò: lo spirito era pronto.
Superati i sei piani, i gargoyle e la scala, non ci fu più nulla a poterli mettere in salvo dai pericoli che li attendevano in Cina. Passò oltre il sacchetto con le spille nuove di zecca mentre l’immagine di suo padre, impegnato nella loro realizzazione, le dava sostegno e conforto. Subito il suo sguardo corse per la stanza, a trovare il libro chiuso, in attesa. «Buonasera...» Sorrise in direzione del Preside, per passare a uno studio incuriosito della figura che lo affiancava. Molto presto la schiera di Ateniesi sarebbe stata al completo, pronta a farsi catapultare in una nuova avventura.

NwSKYFx
ATTIVO & CONOSCENZE
Bacchetta Legno di Sequoia, Piuma di Ippogrifo, 11 policci e 1/4, Rigida
Spilla della Scuola di Atene
Cappa Elementale Effetto: Riduce i danni degli incantesimi che utilizzano il potere di Fuoco, Acqua, Terra ed Aria ed amplifica la forza degli incantesimi lanciati dal possessore di questo oggetto, a patto che siano incantesimi elementali. [+3 PS, +8 PC]
Bisaccia
Diadema della Veela Un bellissimo diadema appartenente proveniente dal tesoro di una Veela. Conferisce un fascino più prepotente nei confronti del nemico.(difatti invocando il suo potere blocca l' avversario in quest per un turno, utilizzabile una sola volta per quest) PC +2, PM +2, PS +2
Caramella dell’Illusione Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero!
Polvere Buiopesto Peruviana Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti.
Strillettera che non sa di avere con sé

Elementalista inesperta: Aria
Smaterializzazione
Prima Classe Tutta
Seconda Classe Tutta
Terza Classe Tutta [Fattoriam Mutas Iracundia]
Quarta Classe Tutta [Circumflamma Colossum Ignimenti Mucum Ad Nauseam Neptuno/Aqua Eructo Repsi Genitum]
Quinta Classe Flagrate Stupeficium
Sesta Classe Homenum Revelio Repello Incarceramus
AZIONI & DANNI
Cena, annuncio e preparazione in compagnia dei Tassini, con cui le azioni sono concordate. Tutto è perduto.
Danni subiti

 
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view post Posted on 9/4/2020, 19:08
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We can MASTER the future.

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vath1


vathnome
Dipendente Ministeriale ~ C.M.I. ~ 28 anni ~ Inglese
PS: 267 ~ PC: 182 ~ PM: 203 ~ EXP: 31,5


Non si aspettava una lettera da parte del suo vecchio professore di Storia della Magia. Leggendo la lettera Vath si chiese perché proprio lui, tra tanti altri validi, era stato scelto per una cena ad Hogwarts assieme al Preside. Lo aveva incontrato qualche mese prima, al Ballo delle Ceneri, aveva scambiato con lui alcune parole e poi si erano lasciati uno richiamato dalle proprie incombenze, l'altro ancora scosso da ciò che aveva visto nello specchio posto nello stanzino a lato del tavolo degli insegnanti. Eppure era lì, a quella cena sontuosa mentre ascoltava il suo ex professore di Storia della Magia snocciolare una serie di nomi di studenti e alcuni Vath li conosceva, grazie alle lezioni di Smaterializzazione che aveva diretto al VI° livello. Silenzioso e meditabondo, Vath si alzò a fine cena, chiedendosi il motivo di tale convocazione. Tra i pochi adulti presenti il ministeriale li conosceva tutti, una era la sua collega del V° livello, l'altra era la giornalista che si era perduta nel suo giardino una piovosa mattina di sabato. «Mrs. Obraztsova, Ms. Vinstav. Bentrovate.» Salutò, mentre si accingevano ad iniziare la scalinata fino alla torre del preside. A quanto aveva compreso il preside aveva parlato di una certa scuola di Atene, di Cina del XVI secolo, a Vath parve tutto un enorme scherzo. Aveva appena terminato un viaggio in Cina, un disastroso viaggio insieme a Issho ed un funzionario scelto del C.M.I. L'uomo si avvicinò al caposcuola Grifondoro, con cui aveva già più volte avuto a che fare. «Non ho compreso bene, Cina del sedicesimo secolo?»

vath2




Statistiche:
PS: 267/267 PC: 182 PM: 203 PE: 31,5

Inventario Attivo:
Bastone da passeggio lasciato in eredità da un vecchio parente con l'impugnatura in argento a forma di testa di serpente dove, all'interno, si cela la propria bacchetta in legno di Acero, pelle di Runespoor, 12 pollici e 3/4, rigida.
Scarsella medievale (originale) +5 corpo +2 mana [Possibilità di contenere 8 oggetti di medie dimensioni.
1 - Drago d'artificio
2 - Valigetta palude portatile immensa
3 - Mantello della Disillusione Lepricanico
4 - Un sacchetto di Polvere Buio Pesto peruviana
5 - Lanterna: Questa particolare lanterna in ferro battuto e vetro, se accesa con la Magia, farà luce soltanto a chi la tiene in mano. Meccanismo simile a quello della Mano della Gloria.
Campagne Viennesi, 1880 d.C.]
Anello del Potere - Blocca l'avversario per 2 turni. Utilizzabile solo in Quest.
Bracciale di Damocle - Chi indossa questo oggetto avrà la possibilità di lanciare un "doppio incanto", ovvero due incantesimi in un solo post/azione, ma non più di una volta ogni 6 post di Quest/Evento (non portabile in duello del Club).



Edited by Vath Remar - 9/4/2020, 20:47
 
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view post Posted on 9/4/2020, 19:52
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Susan gωen nieranthPS: 131/131 – PC: 69/69 – PM: 70/70 – PE: 7,5Cielo della Luna
I pranzi e le cene nella Sala Grande si erano fatti piuttosto inconsueti per la giovane Tassorosso, neo Prefetto della sua Casa. Non era abituata a star seduta a quel lungo tavolo con quella spilla appariscente. Era consapevole che fosse una responsabilità indossarla, ma per Gwen significava anche il non potersi più nascondere fra tutti gli altri studenti, era praticamente qualcosa che la distingueva, mettendola in risalto, e non le piaceva affatto. Continuava ancora a chiedersi perché avessero scelto lei, che non era una grande amante delle regole; come avrebbe potuto farle rispettare agli altri? Avrebbe addirittura dovuto dare l’esempio. Per lei era davvero assurdo, più ci pensava e più lo diventava. Alla fine la cosa migliore risultava sempre essere quella di non pensarci, in qualsiasi situazione.
Si concentrò sul cibo, ingozzandosi di patate al forno e qualsiasi altra cosa gustosa le capitasse a tiro, sorridendo insieme agli altri Tassorosso e cercando, inconsciamente, di nascondere la spilla che portava sul petto. Ma evidentemente quei tentativi furono vani visto che Lucas, un compagno di corso oltre che di Casata, le aveva rivolto la parola proprio a tal proposito. I due erano allo stesso punto con gli esami, ma ciò che li aveva maggiormente avvicinati era stata l’esperienza di Cadair Idris, durante la quale il ragazzo aveva dimostrato una buona abilità negli incantesimi, al contrario di Gwen che praticamente era quella che si era ridotta peggio.
«G-razie..» Disse piano dopo aver ingoiato un boccone, anche se pensava di non meritarsi quel distintivo, non avrebbe potuto rispondere in maniera diversa. Attese che il concasato concludesse il suo discorso e rispose sorridendo: «Certo ad Hogsmeade! Ti accompagno volentieri.» Era la verità, svolgere i doveri da Prefetto non le andava a genio, ma visitare Hogsmeade era tra le cose più divertenti da poter fare.
Quando il discorso si spostò sui dolci, Gwen accettò di buon grado l’offerta del concasato e rise alla sua battuta:
«Ho un metabolismo che gioca a mio favore!» Disse credendo pienamente nelle sue parole, per quanto mangiava – e adorava farlo – non era facile che mettesse su peso. Se non si fosse ingozzata di patate poco prima, avrebbe volentieri sfidato il compagno a chi mangiava più profitterol.
Poi ci fu il discorso del Preside che sottolineava quanto il tempo passasse in fretta, ma fu quello che disse più avanti a spaventare maggiormente la giovane Tassorosso: avrebbero dovuto attenderlo dopo quel pasto. Gwen si voltò verso Eloise che si era alzata in piedi, cercò di chiedere spiegazioni con un solo sguardo, ma anche l’altro Prefetto non sembrava a conoscenza dei motivi per il quale Peverell li stava chiamando tutti; rapidi i suoi occhi si spostarono verso la Caposcuola, la situazione non poteva che farla preoccupare e sperava che lo sguardo di Thalia la rassicurasse, come aveva sempre fatto.

La questione fu esposta quando finalmente la Sala Grande si era svuotata. Gwen posò per qualche istante i suoi occhi anche su Casey che, come gli altri in attesa, era stata nominata dal Preside per quella piccola riunione a pancia piena. Se la Grifondoro si fosse accorta del suo sguardo, avrebbe potuto notare i suoi dubbi e la sua poca tranquillità a riguardo.
Le parole di Peverell non fecero che accrescere le domande e in quell’unica mezz’ora di tempo Gwen provò a porne più di una alle compagne più grandi, cominciando da
"Perché la Scuola di Atene si trova in Cina?", passando per "Ma quanti giorni saremo via?" e fino a "Cosa dovrei portarmi?!". Poteva non aver capito un bel niente e sperava di ricevere dei chiarimenti, ma le parole di Eloise iniziarono nuovamente a spaventarla: «Cadair Idris..in confronto..non è stato niente?» Le gambe stavano per cedere, se non avesse avuto la prontezza di reggersi alla ringhiera delle scale si sarebbe ritrovata per terra. Sapeva che il Prefetto tendeva a scherzare ed esagerare, ma ciò non bastava a rassicurarla visti gli aneddoti che aveva deciso di raccontare. Non era mai stata più felice di raggiungere i sotterranei come in quel momento ed era quasi tentata dal nascondersi sotto il suo letto, così da lasciarli partire da soli.
C’era purtroppo
– o forse, per fortuna – quella parte di lei che era curiosa di capire, desiderosa di scoprire; quel suo spirito avventuriero che l’aveva fatta spesso cacciare nei guai, lo stesso che l’aveva convinta ad unirsi a tutti gli altri Tassorosso per la ricerca delle Orme di Tosca, e quella volta era di gran lunga più impreparata. Non che adesso fosse chissà che cima, ma più o meno poteva dire di essere riuscita a superare qualche vetta. Quindi, con un lungo e profondo sospiro, raccolse le cose che riteneva più necessarie, si preparò e tornò insieme ai suoi compagni, verso i due grandi Gargoyle.
Lo studio del Preside era molto accogliente, ma la giovane Tassorosso non si inoltrò troppo all'interno e rimase più dietro rispetto agli altri, in un punto dove comunque riusciva ad osservare. Pronunciò un leggero e cortese saluto ai presenti, poi rimase in attesa ad ascoltare il da farsi.

danni subiti
- nessuno

inventario & conoscenze
- Bacchetta (legno di quercia, tre baffi di gigante, 11", semi flessibile)
- Bracciale, apparentemente in oro, con inciso il suo nome (al braccio sinistro)
- Catena della Notte (al collo, sotto gli indumenti)
Collana che rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, facendo sembrare le ossa più mobili.
Durante la notte la collana si nota molto nell'oscurità, anche se non emette luce a sufficienza per illuminare la zona intorno ad essa.
- Stivaletti Lewam Markis
Stivaletti foderati di pelo, conferiscono al piede il massimo comfort. Le particolari fibre incantate della pianta evitano storte, crampi e dolori di sorta.
- Corpetto del Drago (nascosto sotto la maglietta)
Protegge dagli urti grazie alle fibre di drago con cui è tessuto.
- Pochette (con incantesimo di Estensione Irriconoscibile) contiene:
– Occhi di Fenice (due piccole sfere esplosive, lanciate per terra causano fiamme)
– Una fiala di decotto al Dittamo
– Caccabombe(×2)
Se lanciate, dopo l'impatto con una superficie dura esplodono diffondendo un odore sgradevole. Distraggono l’avversario per un turno.
– Pasticcetti Svenevoli(×1)
Deliziosi ed invitanti pasticcini con ripieno di crema e cioccolato, sono in grado di scatenare in chi li ingerisci, improvvisi svenimenti. Grazie alla loro breve durata non necessitano di nessun antidoto ma solo di qualche minuto di pazienza.

☗ ☗ ☗

Prima e Seconda classe di incantesimi, complete
(escluso: Orcolevitas/Monstrum)

 
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view post Posted on 9/4/2020, 20:45
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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giornalista ♢ fotografo ♢ bansheeVOICE ♢ 22

Era arrivata a quota *Quarantasette occhiate confuse*
facendo la conta fra un boccone e l'altro durante la sua cena in Sala Grande.
Il buon senso direbbe che un mago adulto non facente parte del Corpo Docenti era di base una particolarità e come tale una valida attrattiva per il Corpo Docenti, ma Ariel era di tutt'altra idea e così, sparita la sua porzione di purè, non potè evitare di commentare a mezza voce un
«Secondo me pensano sia uno studente al tavolo sbagliato.»
La voce era come sempre specchio della sua stranezza: suonava distante, come se stesse parlando con la testa ancora immersa nel mondo dei sogni. Le sfuggì una risata cristallina, breve, moderata nel volume e che nascose con movimento lesto del cucchiaio appena brandito dietro del budino al cioccolato.
Diversamente da quanto ci si possa aspettare da un inviato della gazzetta, non aveva poi fatto troppe domande. Ekaterina Obraztsova e Vath Remar avrebbero perfettamente potuto notare come oltre ad educate – ma sempre eccentriche per il tono di voce – presentazioni nei loro confronti e di Peverell stesso (che all'atto pratico non aveva mai incontrato personalmente), passò più tempo a osservare con curiosità il castello dall'interno che parlare.
Rapita dai quadri in movimento, i colori, i fantasmi e la scolaresca avviluppata nella Sala Comune, aveva avuto appena la prontezza di fare due commenti di routine sulla bellezza del posto, prima di decidere di concentrarsi sul fare due foto alla Sala e dare fondo alla cena.
Il discorso intrigante di Peverell riuscì più che trovarla stupita a farle sbucare un genuino sorriso a fior di labbra, trattenuto dal crescere ulteriormente per mera educazione.
*"Ancelle e commilitoni", spero di sentire altre paroli così durante il viaggio.*
La parlata ricercata del Preside aveva toccato i tasti giusti della mal celata (ma proprio mal mal celata) infantilità della giornalista. Bene, ma non benissimo.
Seguì gli altri Maghi ospiti dietro la scalinata scoperta dal Gargoyle, non potendo evitare di voltarsi rapidamente per guardarsi intorno. Curiosa, curiosissima, era già un miracolo non avesse vomitato parole alla stregua dell'"età dai perché".
Raggiunto l'Ufficio accogliente del Preside, decise di puntare ad una delle zone ancora sgombre all'angolo e fondo della sala, portando immediatamente le mani nude attorno ad una macchina fotografica macchina che aveva subito riportato al collo una volta lasciata la Sala Grande.
Per il viaggio sembrava già pronta: il mantello nero, standard, le ricadeva lungo la schiena, lasciando giusto intravedere parte del completo di pantaloni scuri e coprenti, maglioncino bianco con ricami tribali bianchi, anfibi corti e una fascia di tessuto bianca allacciata alla vita. La sua tracolla di cuoio conteneva il resto degli accessori necessari – o almeno per le sue idee sterili riguardo l'evento.
Era vestita per una volta normalmente, sembrava. Per fortuna della dignità che rischiava già di perdere da un momento all'altro – bastava solo le si desse il tempo d'ambientarsi, capire come esprimersi.
«Monsieur Peveréll, potrei fare una foto alla Scuola una volta riuniti tutti i suoi componenti?» L'accento francese aveva ancora fatto la sua strage, picchiando brutalmente la pronuncia del cognome di Ignotus, spostando acuti e gravi "a cuore e sentimento": meno male che in inglese non vanno scritti o la Gazzetta le avrebbe già lanciato sulla capoccia un bel po' di bozze d'articolo. «Ricordo, reportage ... ci si possono fare tante tante cose.» Si spiegava così, gesticolando con la mano sinistra a quel "tante tante" la cui "a" era chiusa abbastanza da far suonare tutto come un "tonte tonte cose". Sì, tonta forse era lei, però.

PS: 176 – PC: 125 – PM: 116
» Tracolla contenente:
Bacchetta Magica;
Macchina Fotografica Magica;
Piuma autoinchiostrante, Boccetta di Inchiostro, 10 fogli ripiegati di pergamena.
» Indumenti speciali:
Completo Artico (Mantiene il calore e protegge dagli urti.);
Cintura da Samurai (Molto leggera. Permette di stringere a sufficienza ma, con la sua magia, riesce a dare un senso di freschezza e libertà nei movimenti);
 
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view post Posted on 9/4/2020, 21:01
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E così anche quell’anno era arrivato il momento degli addii brevi e dei subitanei ritorni rappresentato dalle vacanze pasquali. L’inverno era scivolato via dolcemente, senza troppi scossoni, come un treno che fila veloce e sicuro su scambi ben oliati. Giunto ormai quasi alla fine del terzo anno, Caleb aveva iniziato a vedere il castello di Hogwarts e i suoi riti come qualcosa di normale nella sua vita, una costante rassicurante, in cui essere a proprio agio. Non era più il ragazzino babbano spaurito, arrivato in un mondo sconosciuto e apparentemente minaccioso. Stava diventando un giovane mago che sentiva di far parte di quel nuovo universo che si era spalancato per lui qualche anno prima, con l’arrivo della lettera di ammissione alla scuola magica. Nella vita all’interno di Hogwarts, fatta di lezioni compiti e pranzi nella grande sala comune, tutto era prevedibile eccetto l’imprevisto. E di lì a poco Caleb lo avrebbe sicuramente scoperto.
Il coniglio servito quella sera era buono ma non aveva soddisfatto in toto tutte le sue aspettative culinarie. Pensava che ci fosse un unico modo per mangiare iccunigliolo, come avrebbero detto i suoi concittadini di Inverness in dialetto locale: alla brace, strusciato con l’aglio e con una generosa dose di rosmarino. Il campanilismo, tipico degli scozzesi divisi perennemente in clan rivali, era in lui comunque accondiscendente ed estremamente tollerante verso il nuovo. Così mangiò di gusto, non potendo però non fare commenti e confronti con le ricette natie. Come di consueto posò forchetta e coltello e si apprestò ad ascoltare le parole del preside, dando di gomito al suo compagno di panca Virgilius che continuava a chiacchiericciare maldestramente con una certa Lisbeth, del secondo anno o giù di lì. Si librarono per la sala parole cortesi e garbate, proprio quelle che uno studente si sarebbe aspettato da un docente autorevole. L'imprevisto, l'imponderabile era però dietro l'angolo. Caleb aveva messo mano al suo bicchiere quando il Preside riattaccò a parlare. Sbadataggine? Non conosceva benissimo Peverell ma sapeva per certo che non poteva essere così. E infatti...qualcosa di inaspettato si materializzò subito dopo. Il nome di Oliver non lo turbò affatto. "Roba da pezzi grossi" iniziò a pensare...o almeno, lo avrebbe pensato se il suo nome non fosse seguito a ruota. Che fosse stato richiamato per un guaio combinato? Impossibile, con Oliver, uno studente modello, di mezzo. E la lista di nomi, di tutte le Case, si allungava, si allungava...no, doveva essere altro. Quando raggiunse il capannello di suoi compagni insieme agli altri Grifondoro e sentì le parole del Preside, la sua anima fece una capriola. Il nome di Atene era evocativo: lo aveva sentito rammentare dai compagni più navigati, da coloro che parlano di cose straordinarie con toni dell'ordinarietà data dall'esperienza, e ne era rimasto affascinato. Si prospettava all'orizzonte qualcosa di diverso, che aveva a che fare con la Storia. Che cosa chiedere di più al termine di una cena che, altrimenti, avrebbe consegnato loro la monotonia forzata del periodo festivo? Ma che cosa stava attendendo tutti loro? Realizzò di non saperlo definire con esattezza ma si peritava a chiedere, un po' per non fare la figura dello sprovveduto, un po' per non guastarsi la sorpresa.Odiava quasi tutte le sorprese ma non quella. Scoprire, in quel caso, avrebbe fatto parte dell'esperienza, qualunque fosse. Si trattava comunque di una "scampagnata" e, viste le sue ultime esperienze con quel genere di uscite, decise di non lasciare niente al caso. Ma che cosa c'entrava la Cina del Seicento?
Al rompete le righe corse nella sua stanza, afferrò quello che poteva rivelarsi utile alla bisogna e poi via, verso il quinto piano e lo studio del Preside. Quando arrivò, trovò già qualcuno, anche volti noti. Era stato solo una volta in quella stanza; si ricordava che era piena di oggetti e suppellettili che ora, in parte, sembravano mancare. Osservò le spille, forse destinate ai partecipanti all'iniziativa, il camino che borbottava allegro e infondeva un senso di calma e poi il pesante volume sul leggio. Frenò a stento la tentazione di aprirlo e dargli una sbirciatina. Non voleva partire subito con il piede sbagliato.


STATS:
Punti Salute: 152

Punti Corpo: 83

Punti Mana: 77

Esperienza: 7

INVENTARIO ATTIVO:
Bacchetta di pino, anima in polvere di dente di drago, 11 pollici rigida
Cappa Elementale
Anello con rubino
Ciondolo della scaglia di drago
Guanti del paladino
Anello della gorgone


Caleb
 
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view post Posted on 9/4/2020, 21:34
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~ It's very rude to disturb attractive people ~

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Ekaterina ObraztsovaRussia87 anniPurosangueNeutrale MalvagiaMinisteriale V LivelloEkaterina indossava, sotto un'ampia veste nera ed un cappello a punta grigio antracite, un tailleur gessato nero in lana vigogna, la giacca doppiopetto strizzava l'occhio alla moda degli anni quaranta con le punte del bavero un po' allungate. La gonna arrivava, rigida, sotto il ginocchio. Calzava scarpe di coccodrillo con un tacco moderatamente basso ed una fibbia argentata dalle dimensioni ridotte.
Quando varcò, appoggiandosi al bastone con incedere solenne e misurato, il portone della scuola non si sentiva come l'anonima ospite di una grandiosa festa ma la specifica invitata del Preside. Entrò in sala grande e andò ad accomodarsi nel posto tenutole.

Il vociare allegro, i colori delle case e le fiamme brillanti la frastornavano. Era una cena ben diversa da quella che avrebbe gustato a Saithe House, accompagnata da qualche Lider di Schubert o da qualche opera gracchiata attraverso il corno dell'antico grammofono. Si sarebbe soffermata a domandarsi perché la cultura magica dell'ascoltare musica fosse rimasta così indietro, di almeno mezzo secolo, rispetto a quella babbana, si sarebbe soffermata su tanti pensieri ma il chiasso prodotto dai bambini, e giovani, urlanti ai tavoli.
Probabilmente non stavano urlando davvero ma tutto ciò che fosse più del silenzio o della musica per Ekaterina era chiasso orrendo; tutto eccezion fatta per le grida di dolore o di disperazione, ma quella era un'altra storia. Ricordava le sue cene a Durmstrang: il borbottio obbligato, oppresso da un silenzio sacrale, che veniva punito severamente quando sfociava in vocio, le pietanze poco elaborate ed il freddo pungente che si infilava sotto i vestiti di pelliccia e di lana pesante.

Ekaterina gradì molto il coniglio, ne fu deliziata e si sarebbe ricordata di ordinarne l'introduzione nelle fattorie vicino a Potsdam e Saithe House e la successiva preparazione curata da Frau Klara. Passò la crostata giacché, in effetti, l'anziana non amava i dolci mentre si lasciò tentare da un altro bicchiere di vino. Con gli anni aveva scoperto che aiutava a tenere a bada il dolore prodottole dalla ferita di guerra. Con lo sguardo cercò, e trovò, alcune sue conoscenze tra gli studenti della Scuola. Chissà che effetto avrebbe fatto loro vedere lei, l'Arpia - perché sapeva che, anche se gli anni erano passati, continuava ad averne l'aspetto - ospite del Preside. Cosa avrebbero pensato, si domandava, quelle piccole persone in fieri. Tra tutti i pensieri le interessavano quelli di una persona in particolare tra la folla. Avrebbe dato molto per allungare la propria ombra fino a scivolare nella sua mente, sezionarne le sensazioni, crearne di nuove ma lasciò frenare la propria fantasia per scambiare quattro chiacchiere con chi le era vicino.

A fine cena, dopo aver discusso di ovvietà, luoghi comuni ed altre amenità, sulle quali si era ben guardata di dare un giudizio diverso da quello che ci si sarebbe aspettato da un'anziana signora, un po' saggia ed un po' moderata, ma della quale si poteva leggere, scritto tra le righe, il risentimento e il fastidio per la società che cambia, che muta e che la lascia indietro. Non aveva nessuno da impressionare, nessuna necessità di fare bella figura. Avrebbe detto, mentendo, che rimpiangeva il vino del Reno, un bianco denso che aveva spesso paragonato all'aspetto dell'urina, che la pioggia era cambiata nell'ultimo mezzo secolo e che la gioventù contemporanea, per quanto non si debba generalizzare, era tutta sprecata. Si sarebbe anche concessa qualche piccolo segno di umorismo, ma senza esagerare. Sì: ovvietà, luoghi comuni ed altre amenità. Il meglio sarebbe stato dopo la cena, pensò. Durante il tè preso con il preside si era chiarita su tempi, spazi e necessità, aveva passato un pomeriggio interessante, delle ore istruttive. Era convinta di averlo già visto, ma non ricordava dove.

Il suo archivio domestico era spaventosamente scarno su quella figura così importante, avrebbe chiesto a Rufus di controllare anche nelle altre sedi di archiviazione. Alzatasi dal tavolo, seguì l'uomo e così vide, nel capannello formatosi, il giovane ministeriale dall'aria seria e dalla lingua spesso più rapida della velocità del pensiero e una tisica giovinetta dal colorito cianotico aveva l'aria allegra ma qualcosa di strano che l'anziana giudicò, senza possibilità di appello, disdicevole; si ricordò entrambi nel tavolo da pranzo e, forse, distrattamente aveva anche conversato con loro. Si chiese se, ormai, ci fosse qualcosa che non trovasse disdicevole, così come si chiese se avrebbe potuto fumare una sigaretta nell'ufficio del preside. Poi continuò a muovere lo sguardo nella folla ma venne distratta dal saluto del Preside ai presenti. Mentre si accingevano a salire il preside le chiese di cosa stessero parlando. E chi se lo ricordava più? Pensò che alla loro età più che di conoscenze comuni passate al numero dei più, parenti nati, tragedie o dolori non si potesse parlare. Non riusciva proprio a ricordarlo. E poi Katherine? Magari si riferiva a qualcuno che aveva visto nella folla. Era anziana, poteva non aver notato le sue parole. « Diceva, Ignotus? Forse le raccontavo della volta che afferrai il polso dell'Cancelliere Rothenburg ad una cena, lo guardai seria e gli sussurrai: " Non tocchi il patè, Hermann. Fa ingrassare solo a guardarlo. " » rise giuliva, rievocando vecchi ricordi ma in cuor suo era preoccupata: la salita era cominciata e la gamba le doleva.

Il saluto del collega Ministeriale la distrasse dalla concentrazione. « Signor Remar, siamo nelle sue mani! » disse sorridendo in forma di saluto. "In che mani siamo" pensò con sconforto.

Continuando la salita si soffermò a riposare guardando i quadri. Ma il tempo passava e non poteva rimanere ultima. Forzando sulla gamba buona e sul bastone si fece coraggio. Agognando una sigaretta ed una poltrona e, chissà, magari anche un qualche antidolorifico, del vino o, perdiana!, anche una boule dell'acqua calda. No, la sua forma fisica era tutt'altro che buona. Lei l'aveva detto al Preside.

Oltrepassò finalmente la soglia dell'ufficio con il solito incedere lento, a coprire l'indecisione della gamba, ma inesorabile e l'abituale espressione seriamente salottiera dipinta sul volto.
Si guardò attorno « Buonasera Signori » breve pausa e, sottintendendo il saluto avrebbe detto: « Signorine » disse, sperando che il preside l'avrebbe presentata a tutti. Non aveva voglia di stringere le mani dei giovani: le fanno sempre scrocchiare le giunture. Era giunta giusto in tempo per sentire la proposta della giovane di godere della fotografia. Fosse stato in altre circostanze avrebbe sorriso. Si avvicinò al gruppo, sperando venisse invitata a sedersi. Cielo quanto ci sarebbe stata bene una sigaretta, o forse anche due, in quel momento, in quell'ufficio. Gli occhi dell'anziana trafiggevano, con discrezione ma senza vergogna, persone e oggetti: ne studiava particolari, li catalogava per valore, li riconosceva o imparava a conoscerli. La vecchia si stava ambientando, e l'avrebbe fatto più rapidamente di quanto avrebbe dato a vedere.

Code & image by Keyser Söze.



Punti Salute: 180 | Punti Corpo: 118 | Punti Mana: 137 | Punti Esperienza: 27


Inventario:

Bacchetta
Avversaspecchio Portatile +3 Salute
Frangia di Merlino Salute +3; Mana +6
Anello Luminoso Mana +2
Catena della Notte Corpo +3 Mana +2
Cappa del Negromante Salute -5 Corpo + 5 Mana +5
Bastone da passeggio e Pietra + 12 Mana

Ciondolo Grazia Ricevuta: Questo amuleto rende vano l’anatema Cruciatus per una sola volta se si viene colpiti. USABILE PIU’ DI UNA VOLTA, ma solo una volta al giorno

Accendino bic in plastica e fiammiferi + 2 pacchetti di sigarette [40]
 
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view post Posted on 9/4/2020, 22:57
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Molti luoghi ha la tua anima, ivi alberga natura magnanima. Di coraggio e lealtà fanne bandiera, di Grifondoro potrai essere fiera!

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Juliet Little
‹ Studentessa ‹ 15 ‹ sheet

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Quella giornata non era iniziata nei migliori dei modi. Avrebbe ficcato con ferocia la sua forchetta nella patata come se quella fosse la faccia di Shauri. La ragazza accanto a lei capendo quello che le passa a per la testa le si sarebbe avvicinata con la testa in modo che solo lei potesse sentire «Stavamo provando... Ci è sfuggito di mano». La sua voce si sovrapposte a quella della Grifondoro «Bla, bla, bla. La prossima volta mi vendico... Oh, non. Ci sarà la prossima volta. Potresti non alzarti più dal letto un giorno. Quando non si sa» avrebbe detto Juliet sorridendo a trentadue denti per enfatizzare la minaccia.
Ma c'era qualcos'altro che non andava in quella giornata. Il suo gufo si era rifiutata di farsi accarezzare, come se l'irrequietezza della padrona fosse stata assorbita dall'animale e per questo motivo le aveva lasciato un ricordo sulla mano destra. Quel segno le metteva addosso una brutta sensazione. Ma non capiva ancora. Non del tutto.
Il suo sguardo scuro percorreva con riluttanza il cibo esposto sulla tavolata dei Grifondoro. Nonostante il dato di fatto di essere alquanto affamata, non era riuscita a toccare cibo. Piluccò con malavoglia ciò che aveva sul piatto cercando non di pensare. ma lo stesso, anche il non pensare al non pensare le stava facendo chiudere lo stomaco dall'ansia. Era da tempo che era accompagnata solo da quella situazione.
Chissà perchè
Era da tempo che non riusciva a provare altre emozioni che non fosse l'ansia e la paura. Quelle due le stavano facendo perdere ciò che poteva regalarle la giovinezza. nonostante avesse il corpo di una giovane ora si sentiva come vecchia, pronta a rompersi. Ringrazió mentalmente il preside quando disse che potevano andare. Ora poteva andare a letto e rifugiarsi nel caldo letto. Ma c'era troppo marmaglia davanti all'ingresso della Sala Grande e così non potè sfuggire all'ultimo commento del preside che richiamò alcuni studenti per l'ordine del giorno o della notte in quel caso. Si sarebbe fermata in prossimità della porta perché sentì pronunciare il suo nome.
*Che vuole il preside?* Si sarebbe chiesta mentalmente mentre fissava il preside che avanzava verso il gruppo di studenti che sembravano essere stati richiamati. La sua mano avrebbe tirato una manica di uno studente di Serpeverde con un bastone (Vagnard). «Secondo la tua opinione che cosa vorrà da noi?» chiese la ragazza. La sua ansia si sarebbe spenta già dalle prime parole dell'insegnante e in quel momento non la sua curiosità avrebbe prevalso su tutto, anche su quell'ansia che sarebbe rimasta latente, pronta a farsi strada durante quell'incontro. Sarebbe ritornata al dormitorio dove si sarebbe cambiata, indossando la tuta militare con mille tasche. Era sempre meglio premunirsi che arrivare all'incontro impreparato. Sopra avrebbe messo il mantello appena comprato per nascondere quel vestiriario così poco comune nel mondo magico. Di sarebbe messa addosso gli oggetti che non avrebbero attirato l'attenzione, ma nel contempo oggetti che forse l'avrebbero salvata. Non si poteva mai immaginare che cosa poteva accadere nel mondo magico. Tutto era mutable. Avrebbe raggiunto con gli altri Grifondoro l'ufficio del preside dove avrebbe conosciuto un destino ancora tutto da esplorare

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‹ PS: 143 ‹ PC: 68 ‹ PM: 103 ‹ EXP: 9

Inventario

~ Bacchetta
~ Lente d'ingrandimento di Sherlock Holmes
~ Nanosticca
~ Amuleto oscuro (indossato come collana)
~ Ciondolo Scaglia di Drago (indossato come collana)
~ Anello del Coraggio (al dito indice della mano sinistra)
~ Ametista degli Gnomi (indossato come collana)
~ Giada delle Fate (indossato come collana)
~ Anello del Vegvisir (al dito indice della mano destra)
~ Catena della Notte
~ Stivali Drow (indossati)
~ Cappa del Negromante (indossata sopra la tuta mimetica)

Incantesimi & Abilità

Prima Classe e Seconda Classe.


Riassunto & Status delle Ferite

Nessun danno




















 
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view post Posted on 10/4/2020, 12:32
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Oliver Brior » Cielo di Venere
Un movimento dolce, come una carezza; la mano si dischiuse lentamente, il palmo accolse una liana verdeggiante di un baccello posto di fronte, sul davanzale di una finestra rettangolare. Uno sguardo intenso, gli occhi socchiusi; un sorriso a fior di labbra, la consapevolezza di instaurare un contatto con l'arbusto magico, un contatto che avrebbe compiuto la differenza; quando l'Incantesimo Immobilizzante si spezzò, i legami che costringevano la talea ormai così cresciuta si recisero di netto, di pari modo. Questione di attimi, il Pugnacio si accorse di aver guadagnato una scintilla di libertà e con un fruscìo di steli e foglie, come un gemito umano, cominciò a destreggiarsi e muoversi all'impazzata - da destra verso sinistra, in un moto ondeggiante, perpetuo, comprensibile soltanto ad uno studioso e appassionato di Erbologia.
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Un soffio, un sospiro trattenuto, il singulto di un corpo pronto all'assalto, Oliver scattò sull'attenti, mentre con la mano sinistra - quella libera - impugnava un paio di forbici dentellate; riuscì a recidere appena un fusto, tra i gambi saettanti del Pugnacio, e si ritenne soddisfatto. Ne avrebbe ricavato quanto ricercato, e in quell'incontro - di quel giorno, come di tanti altri già avvenuti - si rinnovava la sua più innata armonia. Sentì il peso di radice, semi e spore fin sulla pelle, e a quel punto si ritenne soddisfatto. Un colpo di bacchetta, un Immobilus come un velo passeggero, e il bacello ritornò ad uno stato di quiete. Prima o poi, Oliver lo sapeva, Venceslao - quello il nome del Pugnacio che aveva da tempo - sarebbe stato troppo grande per essere contenuto da un sortilegio; l'idea che restasse ancora un po' con lui, in dormitorio, continuava tuttavia ad essere fonte di benessere.

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La tavolata rosso-oro, quella sera, era un continuo cicaleccio di voci - qualcuna più alta di un'ottava, qualcuna più simile ad un sussurro concitato, l'una e l'altra di gran lunga familiare per il loro Caposcuola. Con un sorriso malandrino all'ultimo commento di Penny sull'incantevole Docente McLinder, di cui si era preso una cotta ormai da lungo andare, Oliver alla fine non riuscì più a trattenersi e si rese partecipe di un divertimento condiviso. Recuperò un piattino di patate al forno, lasciò che Herbelia gli passasse la maionese e la senape, e cercò con lo sguardo eventuali altre creme da aggiungervi sopra; quando fu il turno dei dolci, non si trattenne più del dovuto, e fra una fetta alla melassa e un pasticcino alla zucca, concluse la cena nel migliore dei modi. Il pensiero di dover abbandonare il Castello, un giorno, avrebbe significato di pari modo sottrarsi ai più luculliani banchetti degli Elfi Domestici. Si morse la lingua, inconsapevolmente, quando il Preside Peverell prese la parola. Un battito di ciglia, un calice di succo di zucca tra le dita della mano destra, infine una rivelazione sempre più sentita; si affrettò rapidamente verso il punto di incontro, recuperando al volo la borsa a tracolla con i libri delle lezioni del giorno, e lasciando la torta a metà - un peccato, quello, che già rimpiangeva. «Permesso, scusate, permesso.» Una cantilena destinata a ripetersi, ancora e ancora una volta, quando finalmente raggiunse il Preside e gli altri Studenti; ne riconobbe molti, volti più o meno familiari, e il pensiero non poté che andare alla Scuola di Atene. Sentiva il peso di una scoperta farsi strada fin nel petto, e sul corpo, come un dono pasquale in anticipo; quando il presentimento trovò conferma nelle parole ufficiali del Professore, il battito del cuore di Oliver si fece ben più insistente. Un sorriso, un cenno del capo, un tacito ringraziamento, si congedò così per correre ai piani superiori, fino alla Sala Comune Grifondoro. Non impiegò troppo, conosceva un paio di passaggi più veloci, e quando arrivò al ritratto della Signora Grassa, ritrovò già altri concasati. «Andiamo di fretta, Madama Grassa.» Commentò al volo, avvicinandosi a passi sempre più scattanti; riuscì a farsi strada nel gruppetto, ponendosi fino ad altezza del ritratto principale. Il cipiglio minaccioso della Donna in cornice parve una garanzia di una protezione autentica, inviolabile, del ritrovo rosso-oro. «Parola d'ordine, caro.»
«Mambo argentino.»
«Proprio così.»

Gga17SG
Scattò sull'attenti, ancora una volta.
Trenta minuti, un tempo discreto per poter raccogliere un paio di manufatti; la mente macinava pensieri rapidamente, il cuore non era da mano, e in quell'insistenza si rivelava una certezza: un viaggio nel tempo era in programma, la Scuola di Atene era tornata. Sentiva un intenso, costante formicolio lungo braccia e gambe e quando fu all'interno della Sala Comune, il tepore del camino scoppiettante parve ancora più intenso; ritrovò un volto familiare tra tutti e chiamò il suo nome a gran voce. «Rose» Avrebbe cercato la sua attenzione, correndo verso di lei. «Sei stata convocata da Peverell, è straordinario. Prendi poche cose, quelle necessarie, e rivediamoci qui, possiamo andare insieme e ho qualcosa per te.» Un sorriso, un contatto leggero, gentile, pacato - la mano destra sul braccio dell'altra, infine via verso la scala a chiocciola dei dormitori maschili. Quando entrò in camerata, si accorse di avere la pelle d'oca. Ne era condizionato, ne era coinvolto, ne era di gran lunga emozionato più di quanto potesse anche solo lontanamente esprimere; si prese un attimo di tempo, un respiro appena, e ristabilì così un migliore autocontrollo. Non avrebbe portato troppe cose, non sarebbero state necessarie, l'esperienza parlava da sé: Oliver non era a digiuno di quegli eventi, e ne comprendeva il valore più logico, mentale e decisivo; una questione di cervello, lo era sempre, e la magia che aveva appreso negli anni - anche solo dall'ultimo incontro - avrebbe potuto fare la differenza. Si cambiò, prima di tutto il resto: un paio di pantaloni più comodi, una camicia con una felpa leggera, infine quei morbidi stivaletti in pelle che aveva acquistato proprio pochi giorni prima; camminò su se stesso, una giravolta e un passo di danza, e fu soddisfatto dei movimenti più leggeri, fino alla pianta dei piedi. Riempì le tasche di poche, utili cose: una fiala di Pozione, il sacchetto di rune sacre che sempre aveva con sé nell'ultimo periodo, due boccette piene di polvere del sonno, un fazzoletto con diversi semi recuperati quella mattina stessa, e via così. Nulla che avrebbe potuto appesantire, tutto che avrebbe potuto avere valore. Con la bacchetta magica stretta nella mano destra, attirò a sé il mantello di Penny e una scatola con alcuni oggetti che aveva preparato rapidamente. La voce del concasto lo raggiunse come una stilettata.
«Oliver Brior, maledetto, quando la smetterai di rubare i miei vestiti?»
«Ti voglio bene anche io, Penny»
Scalini insieme, un paio alla volta, e Oliver tornò nuovamente al pianoterra; era estasiato, come una sorpresa di compleanno giunta in anticipo - e in effetti, nel suo caso, Maggio era vicino. Avrebbe cercato nuovamente la figura familiare di Rose e al momento opportuno, si sarebbe accostato ancora una volta.
«Abbiamo poco tempo, molti si sono già avviati. Hai qualche domanda?» L'indice verso l'uscita della Sala Comune, il ritratto dischiuso in uno scatto veloce. Di lì ai piani inferiori, non sarebbe stato difficile raggiungere l'Ufficio del Preside; un percorso semplice, conosciuto ai più, che avrebbe favorito uno scambio di opinioni, una risoluzione forse di dubbi passeggeri, qualsiasi cosa. Oliver nutriva un affetto per Rose fin da quando l'aveva vista Smistata in Grifondoro; come un Caposcuola, come un fratello maggiore, coltivava per i suoi concasati - soprattutto quelli più piccoli - un moto di fiducia e di protezione, di sicurezza e di amicizia, un valore di per sé inestimabile. La presenza di più Grifondoro, in quell'occasione, era per lui soddisfazione e gloria, insieme, e ne era assolutamente felice. Le consegnò una scatolina, nulla che avrebbe impiegato troppo spazio.
«Detonatori Abbindolanti, ottimi diversivi e sistema di assalto; Molliccio Oppugnabile, lo lanci via con l'Incanto Oppugno e realizza la paura più grande di chi lo osserva. Hai già affrontato un Molliccio, Rose? Semplice curiosità.» Sorrise, muovendo la mano in un gesto casuale. «Palude Portatile, attenzione, è veramente viscida. La lanci e sì, il nome parla da sé. Potrebbero servirti. In ogni caso...» Inclinò il capo, leggermente. «Sarai eccezionale.» Un sorriso, un occhiolino, infine i Gargoyle dell'Ufficio del Preside. Di lì a breve, tutto sarebbe cambiato e l'avventura avrebbe preso ufficialmente inizio; con il cuore nuovamente in visibilio, Oliver sostenne il peso del cambiamento e ancor più quello dell'ignoto. Non gli capitava da tempo e per un attimo, appena un attimo, non fu affatto tentato di scrutare il Futuro. Le sorprese come quelle andavano vissute nel presente, attivamente, in prima linea. Entrò in stanza, stringendosi nel mantello scuro, a coprire i piedi. «Buonasera, Professore.»
Colse prima la figura del Preside, e nel suo sguardo brillò una nota di gratitudine: era lì, Oliver, ed era un privilegio. Con le informazioni ascoltate attentamente e il battito crescente, il Caposcuola Grifondoro si accostò al gruppo degli altri concasati; individuò Caleb e Juliet, tra tutti quelli già arrivati, e sorrise con un occhiolino. «Ne vedremo delle belle.»
Cina, Oriente. Annuì in direzione di Vath Remar, sorpreso di scorgerlo a sua volta in quell'avventura, e ritrovò volti di per sé nuovi, e poco familiari, insieme ad altri ben più conosciuti - riservò un saluto all'uno e l'altro, e lentamente si insinuò una minuziosa scintilla incauta: nessuno, tra i presenti, aveva avuto il sentore di scrivergli o fargli visita in Infermeria, durante la lunga degenza dell'Estate scorsa. Con ogni probabilità, si disse, la fine di Oliver Brior non era avvincente quanto l'inizio di un viaggio nel tempo. Sorrise, e il rimpianto si sciolse all'incanto della sera. Non avrebbe rinvangato i pensieri, non quella volta.


statistiche / inventario
salute 315/315 corpo 285/285 mana 343/343 exp 59.5

incanti
I, II, III, IV Classe completa
V Classe » Claudo, Nebula Demitto, Plutonis, Patronus
VI Classe » Perstringo
Chiari » Stupeficium, Rituale Perfetto

abilità
Divinatore Esperto, Maridese, Materializzazione

inventario
bacchetta magica, spilla atene, bracciale damocle, Stivaletti Lewam Markis, rune sacre, polvere del sonno, semi di pugnacio, intruglio confondente, rubino Enrico VII

riassunto
prima e seconda parte di ispirazione, Oliver è da tempo un piccolo coltivatore, pollice verde assicurato, e le sue idee continuano su quella scia; all'appello del Preside, l'emozione è coinvolgente; recupera alcune cose in dormitorio, si cambia, incontra Rose - azioni concordate - e le affida alcuni oggetti utili, già tolti dall'inventario. Infine, raggiungono l'Ufficio.

 
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Hogwarts era un luogo di cui si fidava.
Non poteva farci nulla, quelle luci, quelle lunghe tavolate e le cibarie, facevano pensare a tutto tranne che potesse accadere qualcosa.
Eppure in passato qualcosa era accaduto; molte situazioni e persone erano state spezzate dal nemico che invisibile c’era ma non si assaporava.
Passandosi il fazzoletto sulla bocca, il giovane, non pensava a nulla di quanto poco prima è stato narrato.
Indisturbato, dopo essersi ingozzato di circa il novanta percento delle cibarie presenti sul tavolo, era rimasto ad osservare gli arazzi vicino alla tavolata dei Grifondoro.
Non sapeva perché, non sapeva nemmeno dire per come, ma il suo sguardo si era posizionato su quella pregiata stoffa senza proferire parola, senza pensare a nulla che potesse essere di suo interesse.
Proprio quando il suo cervello iniziava a sguazzare nel nulla e il corpo sentiva lo stomaco raggiungere la sazietà, la voce del Preside richiamò la sua attenzione.
La vecchiaia sembrava facesse bene a quell’uomo che con il tempo sembrava non cambiare mai, nemmeno inclinarsi di alcuni gradi come un salice piangente.
Sentendolo proferire il nome di Megan, avendocela accanto, divertito disse:

-Ora, sono gorgosprizzi tua.-

Era certo che non era così e il tono ironico ne era la conferma.
Sicuramente quel richiamo era in merito a qualche facezia scolastica, non di certo un richiamo all’ordine.
Che poi se Oliver fosse stato messo in punizione si sarebbe messo a ridere fino alla fine dei giorni, probabilmente avrebbe richiesto una carica qualsiasi per fargli passare la punizione con lui.

-Ah no, anche miei.-

Disse sentendo annunciare il suo nome successivamente, dopo quello di altri studenti.
Quando vide gli studenti non chiamati allontanarsi in direzione del dormitorio, il giovane attese di capire cosa avrebbe detto a loro il Preside.
All’effettivo due più due lo aveva fatto. Volti noti erano rimasti insieme a lui, ma non si sbilanciò, onde evitare di dare notizie non veritiere e far rimanere male qualche suo collega.
Quando il vecchiardo giunse al capolino, sentendolo parlare di Atena, all’affermazione di Megan con spavalderia disse:

-Lo sapevo!-

Il tono di voce risultò leggermente più alto del solito, entusiasta di quanto stava per accadere; Atene era quel tipo di avventura che rimetteva sempre su di morale.
Correndo a tutta furia verso il dormitorio, gareggiando con chi aveva attorno a lui, all’arrivo alla Torre di Divinazione risolse in quattro e quattr'otto il rompicapo propostogli per accedere alla sua stanza da letto.
Ci mancava solo che qualche parola lo fermasse dal raggiungere la gloria e percorrere quel viaggio che lo avrebbe portato in giro per il Mondo.
Lanciando velocemente i panni alla rinfusa per tutta la stanza, prese una maglietta a maniche corte, un pantalone comodo e le scarpe da ginnastica.
Non credeva gli servisse altro oltre a ciò, l’amuleto lo portava sempre al collo e l’anello Corvonero, trovato anni prima e segno di vanto, non si staccava mai da lui .
Stava per uscire, era prossimo all’andare verso la Torre di Peverell, quando si richiuse la porta dietro. Forse nel suo vestiario era effettivamente giusto aggiungere un mantello, uno di quelli in grado di migliorare le sue capacità magiche.
La sua scelta ricadde tra due. Uno, il mantello della disillusione, in grado di renderlo meno visibile agli occhi di chi si trovava vicino a lui, l’altro, la cappa elementale, in grado di rendere maggiormente potenti i suoi incanti elementali, nonché di rendere minore il danno subito da questo tipo di magie.
Che fare? Come decidersi?
Il giorno che aveva fatto quei due acquisti da Magie Sinister si era reso consapevole che quel bivio prima o poi si sarebbe posto. Era meglio l’attacco o la difesa? La magia o l’occultamento?
Ci pensò alcuni secondi, quindi la sua mano si avviò verso il mantello della disillusione. Dopotutto celarsi al nemico poteva sempre essere un’ottima mossa.
Scese velocemente le scale in direzione della Torre. Non sapeva molto dei cinesi se non quello che un ragazzo della sua età poteva sapere di quel popolo orientale.
La volta precedente tutto era stato ambientato in una guerra tra romani e gerosolomitani e le sue origini mediterranee erano state utili, ma in quel caso chi lo poteva aiutare?
Arrivò davanti all’ufficio, non sapeva se ci fosse o meno una parola d’ordine, ma seguì il flusso di ateniesi per riuscire nell’intento di arrivare dinanzi l’arcano libro.
Anche quella volta era pronto. Era stato più semplice delle precedenti volte, forse l’essere praticamente un veterano aveva aiutato.
Poggiandosi al muro, mettendo le mani nelle tasche del pantalone che aveva indossato, notò di aver alcuni oggetti interessanti assieme a lui.
Chi se ne era reso conto! Quelli sì che potevano fare la differenza oltre la bacchetta di Corniolo!
Con soddisfazione, aspettò le parole del Preside.
Di lì a poco qualcosa di interessante sarebbe successo. In un modo o nell’altro sarebbe stato catapultato nella storia e si sarebbe divertito.
Dopotutto, lui amava le sfide.






Statistiche:
- Punti salute: 327/327
- Punti Corpo: 283/283
- Punti Mana: 296/296
- Punti Esperienza: 77.5
- Vocazioni: Legilimens , Elementalista Inesperto
- Abilità: Smaterializzazione


Incanti Finora Appresi:
*PRIMA CLASSE - tetto minimo 1 - tetto massimo 2 exp
*SECONDA CLASSE -tetto minimo 2 - tetto massimo 6 exp
*TERZA CLASSE - tetto minimo 5 - tetto massimo 15 exp (No Fattoriam)
*QUARTA CLASSE - min 11exp e 15 anni di età - max 25 exp e 17 anni (No Circumflamma,Colossum)
*QUINTA CLASSE - min 17exp e 16 anni di età - max 36 exp e 19 anni di età (Anche Stupeficium e Plutonis)
*SESTA CLASSE - min 24 exp e 17 anni di età - max 55 exp e 20 anni di età (Solo incantesi appresi durante le lezioni e Nimbus Grado)
*SETTIMA CLASSE - min 29 exp e 18 anni di età (Incanti appresi Protego Totalus)

Attivo:
1 bacchetta Corniolo, corde di cuore di drago, dieci pollici, rigida
1 Nanosticca
1 Gigansticca
1 Aereosticca
1 Pacco di Bombe Denudanti

Oggettistica
Daddy è vestito con una maglietta a maniche corte beige e un pantalone nero.
Ha con sé/addosso i seguenti oggetti:
-Anello: Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.
-Talismano Caparbio:conferisce un bonus temporaneo di 5 punti corpo per ogni 10% di PS mancanti
-Mantello della Disillusione: Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità.
 
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Megan M. Haven
Cielo di Mercurio ☿


La Sala Grande ospitava gli studenti occupati a mangiare la sfilza di pietanze durante l’ultimo banchetto che li avrebbe ospitati prima delle vacanze Pasquali. Il chiacchiericcio generale si faceva largo nell’ampia struttura, tra i lunghi tavoli delle quattro casate e sul fondo, dove sedevano professori e facce anonime.
Megan aveva appena posato le forchette quando il Preside aveva interrotto l’atmosfera. La voce calda e penetrante non concedeva a nessuno di potersi distrarre, tant’è che la sala piombò nel silenzio. Gli occhi fissi di ogni singolo presente sull’anziana figura mutavano ad ogni parola pronunciata: felicità, profonda stima, indifferenza e totale noia. Così, le parole fluivano lente, precise, e la Corvonero ne seguiva ogni sillaba nello sconforto che l’avvolgeva, in previsione di una settimana fra quattro mura a cui avrebbe dato volentieri fuoco. Sì, mentre gli studenti gioivano della pausa lontana dal castello, lei sarebbe voluta rimanere.
Un breve respiro, tra un discorso e l’altro, consentì alla confusione di farsi nuovamente largo. Attimi che durarono, sì e no, una manciata di secondi, fino a quando la voce di Albus toccò ancora toni gravi, vibrando con eleganza, richiamando l’attenzione dissipata.
Megan strinse le palpebre confusa quando si sentì chiamare, la sensazione che l’avvolse fu improvvisa e un sorriso in tralice si palesò in volto. Una discreta lista di nomi venne enunciata e nelle menti di chi era già stato partecipe della medesima situazione si annidò una sola consapevolezza: La Scuola di Atene.
«Questa sì che è una bella sorpresa» ghignò dando un colpetto a Daddy seduto al suo fianco. L’ultima volta che aveva partecipato ad Atene, nonché prima esperienza, ricordava perfettamente di non esserne uscita intatta. La realtà con cui si era dovuta scontrare le aveva lasciato profondi segni ma oggi poteva dirsi di non avvertire più l’orrore provato un tempo, solo indifferenza. Era una nuova contezza, un modo diverso di affrontare la questione dopo le proprie esperienze; l’inevitabile cambiamento che non non aveva fatto altro che trasformarla in pietra. In tal modo, una ribellione estranea diveniva la sua personale battaglia e di fronte ad essa non si sarebbe mai fermata.
«Jean,» le mani posarono sul banco in legno facendo leva al proprio corpo «non sarà facile.» Se quelle parole fossero giunte confuse alle orecchie del Prefetto non le era dato saperlo, eppure sperava che lei capisse che non sarebbe stata una passeggiata.
In piedi, seguì la fila degli studenti dirigendosi verso la Torre del Preside. Fra il gruppo non le fu difficile riconoscere Emily Rose a qualche metro di distanza, la raggiunse per poi affiancarla. «E.,» abbozzò un sorriso senza rivolgerle alcuno sguardo «ci risiamo.» Nella mente riaffiorarono gli ultimi istanti che l’avevano vista in azione con l’Ex Caposcuola Serpeverde, le condizioni in cui si erano trovate prima di varcare la soglia dell’Infermeria e lo stato d’animo che aveva annullato ogni tipo di emozione, scosse da ciò che si erano trovate ad affrontare. Solo in quel momento Megan provò una sensazione strana, che non seppe celare dietro un respiro profondo. Scrollò via ogni tipo di pensiero qualche secondo più tardi, lasciandosi alle spalle una persona che non esisteva più, di cui rimanevano alcuni pezzi nascosti sotto cumuli di macerie. «Strano a dirsi ma sono elettrizzata» aggiunse in seguito; non si aspettava che Emily capisse ma dare libero sfogo alle sue emozioni e azioni la rendeva viva, non le importava cosa sarebbe accaduto in Cina.

Megan, alle parole di Emily, si limitò ad annuire. Mezz’ora era il tempo che le rimaneva prima di intraprendere quel viaggio e sapeva quanto fosse importante prepararsi dinanzi alla prospettiva di uno spazio temporale che l’avrebbe accolta. Di tutta fretta salì la Torre di Divinazione diretta al Dormitorio; una volta spogliata dalla divisa infilò un paio di jeans, ai piedi comode scarpe da ginnastica, una maglietta nera leggera e la tracolla. All’interno di quest’ultima mise lo stretto necessario e prima di uscire indossò la Cappa della Resistenza.
Lasciata la Sala Comune alle spalle, proseguì salendo i piani e una volta giunta fronte all’entrata – che anticipava la lunga scala a chiocciola – i Gargoyle le fecero largo senza troppi problemi, consapevoli di chi avrebbe dovuto varcare quella soglia. Megan, così, aveva ritrovato Emily, calpestato gli alti gradini della Torre e prima di varcare l’ampia porta in legno aveva rivolto uno sguardo d’intesa alla Serpeverde dietro di lei. «Andiamo a morire!» esclamò divertita per poi entrare finalmente nell’ufficio.
«Buonasera, Preside» prese posto.



"FLECTERE SI NEQUEO SUPEROS,
ACHERONTA MOVEBO."

"IF I CANNOT MOVE HEAVEN,
I WILL RAISE HELL."


ATTIVO E CONOSCENZE
Bacchetta - Legno di Ciliegio, Lacrima di Veela,10 pollici, semi rigida
Tracolla in pelle nera
Spilla della Scuola di Atene
Amuleto Oscuro
Effetti: : protegge da danni fisici e incantesimi. Anche da Avada Kedavra, ma poi si spezza. [Usabile 1 volta per Quest.]
Anello Difensivo(Medio sx)
☿ Anello + Zaffiro “Trillon” (Anulare dx)
Cappa della Resistenza
Effetto: Realizzata con scaglie di testuggine e cuoio di Trinoceronte e Drago, resiste a moltissimi colpi e folate di calore/gelo.
Polvere Buiopesto Peruviana
Effetto: polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti.
1 Nanosticca
Effetto: permette di assumere dimensioni di 30 cm.
Filtro Sonno Leggero
––
I, II, III Classe completa.
Eccetto: Orcolevitas e Fattoriam.

STATISTICHE
PS: 209/209
PC: 160/160
PM: 167/167
EXP: 21


DANNI: //

RIASSUNTO: Cena, annuncio e brevi interazioni con Daddy e Jean. Megan segue la fila degli studenti che si preparano a partecipare ad Atene, successivamente affianca Emily con cui scambia un breve dialogo. Le due si danno appuntamento al Quinto Piano, una volta pronte, affrontando il breve tragitto verso la Torre del Preside.
Le azioni sono state concordate in off.

 
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view post Posted on 10/4/2020, 14:29
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La punta della forchetta, insistente, cercava di ridurre in polvere quel che restava del suo dolce amaro; la mano destra a tenere la testa, una ciocca vermiglia a coprirle lo zigomo alto; lo sguardo argenteo che vagava su quella poltiglia in resti senza in realtà vedere altro se non il proprio riflesso distorto, macchiato, sul fondo del piatto lucido.
Il Preside aveva preso la parola e non era stata tanto la sua voce a destare l’attenzione quando l’improvviso silenzio che echeggiava tra le mura di pietra nuda. Cigolii di panche e posate lasciate cadere sulle quattro tavolate, qualche incerto esporsi oltre le fila per vedere meglio e sussurri velati, accompagnarono l’ennesimo saluto.
Emily si sarebbe trovata presto, e ancora una volta, tra corridoi apparentemente vuoti, osservando i compagni allontanarsi con i loro bauli, in abiti Babbani e con il sorriso di chi non vede l’ora di tornare a casa e raccontare alla famiglia quanto era stata noiosa la lezione di Divinazione del 4 aprile o entusiasmante veder esplodere il calderone di Smith, con il contenuto molliccio e vivo che aveva colpito in piena faccia quella poverina di Phennel.
Sbuffò, alzando lo sguardo. Hogwarts aveva sempre rappresentato la sua salvezza, la sua via di fuga, ma da quando vi era stata costretta dalla Pompadour, aveva assunto le vere fattezze di un carcere. Il Ministro, poi, si era dileguato e lei, alla fine, si era rassegnata alla consapevolezza che, se non avesse fatto nulla, l’avrebbe lasciata marcire lì.
«…La Bibliotecaria mi prega di ricordarvi di riservare la massima cura nei confronti dei libri del Castello…»
Alzò lo sguardo di granito oltre il tavolo dei Tassi, tentando di scorgere la sua figura.
«…Custode vi rammenta che domani mattina tutti gli studenti in partenza saranno sottoposti…»
Non vi riuscì e strinse la forchetta più forte prima di lasciarla andare con un sonoro sussulto nel piatto. Destò lo sguardo torvo del Primino poco distante, troppo impegnato ad ascoltare gli avvertimenti del Preside, convinto che, se solo lo avesse guardato a lungo, Peverell si sarebbe accorto di quanto interesse riponeva nelle sue parole, della sua bravura e zelo. Lo fissò, serrando lo sguardo mentre rialzava il capo, per poi alzare gli occhi al cielo, *gne gne*.
«…Ciò detto una buona Pasqua a tutti!» *a te e famiglia, cia’* e fece per alzarsi, i palmi piegati sul tavolo, un ginocchio piegato per scavalcare la panca. Si fermò, voltando il capo così in fretta verso il tavolo dei Corvonero che la sua figura, immobile in quella posizione, assunse sfocati connotati deformi. La lunga lista di studenti continuò ma Emily osservava il profilo di Megan, chinato verso l’alto.
«…M.me Rose…»
Aveva udito, inconsciamente, tutti i nomi solo per rendersi conto della mancanza di uno in particolare e quella fu la conferma che, sì, sarebbe partito; serrò i pugni, cercando di chetare quel briciolo di delusione che ancora l’animava.
Abbandonò il tavolo Serpeverde, spiegando i lembi arricciati della gonna e seguì il Preside allontanarsi dal suo trono per raggiungerli e spiegarsi. Lo ascoltò con attenzione e l’adrenalina prese ad animare le sue membra, accalorando la noia, bruciando le tristi prospettive di quella pausa primaverile. Senza rendersene conto, aveva sorriso, piegando gli angoli delle labbra, abbassando lo sguardo col viso che si colorava di una nuova luce. Quella della battaglia.
Si lasciò carezzare dalla leggera folata che accompagnò la scia di Peverell nell’oltrepassare la propria figura e si diresse verso l’uscita a seguire ben specifiche istruzioni. La spedizione era l’unica cosa che contava, ciò che l’avrebbe salvata dal torpore a cui si stava forzando e dalla voglia di radere al suolo le pareti del proprio silenzioso Dormitorio se solo ci avesse passato una sola, altra notte.
« E., ci risiamo », si voltò, fermandosi quanto bastava per sincronizzare i loro passi. Si beò del suo sorriso, di quella calma che riuscì ad infonderle e piegò lo sguardo in avanti, seguendo il sentiero più volte tracciato, perdendosi in ricordi che, ne era certa, avrebbero accompagnato entrambe in quell’epilogo.
« Strano a dirsi, ma mi serviva », confessò senza guardarla, svoltando all’ennesimo angolo, avvertendo la bacchetta fremere contro la gamba, nella sottile custodia in cui era riposta.
« Ci vediamo al quinto piano » aggiunse poco dopo, voltandosi immediatamente per tornare sulla strada verso i sotterranei, cercando di ricordare dove accidenti aveva riposto la sua amata cuspide scarlatta. Nei pochi minuti che impegnò per liberarsi della divisa ed indossare i primi pantaloni a tiro, cercò di non pensare ad altro che alla missione e a ciò che avrebbe comportato. Era importante che rimanesse focalizzata, che si lasciasse indietro tutto ciò che, con ostinazione, voleva tormentarla. Horus non era lì con lei, non c'era nessuno che avrebbe pensato a lei, sotto probabili attacchi, nessuno di cui preoccuparsi. Anche se, forse...

Fu presto dietro Megan, nel risalire gli ultimi scalini, ignorando volutamente i Gargoyle che le sovrastavano. Si ritrovò a fissare le spalle della Corvina, tre scalini più in basso, ignorando chi, dopo di lei, si era visto costretto a fermarsi. Megan aprì uno spiraglio di luce sull’ufficio, facendo forza sull’imponente legno e si voltò a guardarla.
« Andiamo a morire! »
Rimase interdetta per un momento, non ricordava di averla mia vista così.
« … E andiamo. »
Ed entrò.

ZtBaYZG

▲ Razza e abilità

▸ Banshee
▸ Cielo del Sole
▸ Exp. 55,5
▸ Materializzazione
▸ IV Classe Incantesmi
▸ Incanti oscuri:
Sectumsempra, Vielente; Essenza Converto; Segreto Ombrae; Protego Totalus


▲ Attivo/Passivo

▸ Bacchetta, custodia, gamba sinistra.
▸ Stiletto della Banshee, custodia, gamba destra.
▸ Cuspide scarlatta, dito medio, mano destra.
▸ Catena della notte, collana, con ciondolo occhio di Banshee.
▸ Anello del Troll, anulare, mano sinistra.
▸ Mantello della Disillusione

Occhio della Banshee: migliora la visione crepuscolare anche in caso di nebbia, consentendo di castare con mira e precisione ciascuna tipologia di incanto.

Anello del Troll: aumenta la potenza del Mago.

Cuspide scarlatta: ditale simile al pungiglione di uno scorpione. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.

Catena della notte: rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, facendo sembrare le ossa più mobili.

Mantello disillusione: rende un'ottima mimetizzazione, sembrerà donare l'invisibilità.

Stiletto della Banshee: pugnale di antica e pregiata fattura.




Danni subiti ▼ Riassunto

▼ Emily accoglie di malgrado le vacanze pasquali. Fa per andarsene quando Peverell elenca la lista dei condannati. Sollevata dalla presenza di Megan, si dirige prima nei sotterranei e poi al quinto piano, dove ritrova la Corvonero.

▽ ps 306 ▽ pc 284 ▽ pm 286

 
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Phoebe Halliwell
Corvonero | Studentessa | 12 anni | Happy & Curious| | ♪ "Un atto sbagliato fatto per la ragione giusta, è sempre un atto sbagliato"
Doveva ammettere che i pranzi e le cene ad Hogwarts erano sempre qualcosa di davvero ottimo, qualcosa che incontrava sempre il palato della giovane corvina. Ovviamente, la cucina piuttosto saporita che veniva servita ad Hogwarts non era esattamente come la cucina di Nonna Penny, ma ci si avvicina parecchio. La ragazzina stava finendo di mangiare una fetta dell'ottima crostata quando il Preside si alzò in piedi ergendosi, oltre il chiacchiericcio della sala di quella sera, dalla tavolata dei Professori, intento sicuramente a fare un suo annuncio, per la precisione i suoi personali auguri di Buona Pasqua. Questo significava che era arrivato il momento di tornare a casa per le vacanze. La ragazzina avvertì, in quel momento, un misto di sensazioni; da un lato non potè non sentirsi felice di far ritorno al 1329 di Prescott Street a Londra, dall'altro non potè non avvertire una leggera amarezza, non si sentiva d'altro canto pienamente pronta di lasciare Hogwarts, anche solo per qualche giorno. Il Castello, infondo, era diventato la sua seconda casa. Era combattuta infondo tra la felicità di dover tornare a casa e l'amarezza di dover lasciare per qualche giorno Hogwarts. Il Preside, poi, continuò a parlare. La giovane corvina alzò un sopracciglio. Cosa stava accadendo? Cosa stava succedendo? Cosa voleva il Preside dalla sua Caposcuola? Da Oliver, il Caposcuola dei Grifondoro? Dalla Caposcuola dei Tassorosso? E da un certo Mr. Eliot? Perchè aveva fatto i loro nomi? Perché stava continuando a fare anche altri nomi... fino ad arrivare a... sì, fino al suo. Cosa centrava lei, con tutto questo? La giovane corvina, a quel punto, piuttosto titubante decise che sarebbe stato meglio aspettare all'uscita della Sala Grande, insieme agli altri studenti che erano stati menzionati. Successivamente si alzò dalla tavolata dei Corvonero non sapendo proprio cosa avrebbe dovuto aspettarsi da tutto questo. Aspettò così fino a che il Preside non li raggiunse, rendendo noto quello che c'era in ballo. Si trattava di un evento della Scuola di Atene che li avrebbe condotti fino alla Cina del XVII. Cina del XVII secolo? Davvero lei con quel gruppo di studenti avrebbero raggiunto la Cina del XVII secolo, o qualcosa del genere? Aveva saputo dell'esistenza della Scuola di Atene un pò per caso e, un pò per caso, aveva saputo che il Preside ormai da qualche anno teneva una sorta di eventi che ogni volta facevano il giro del Castello e non solo. Ma lei, effettivamente, cosa centrava con tutto questo? Mettendo a tacere la miriade di domande che stavano nascendo in quel momento nella mente già piuttosto confusa, riprese ad ascoltare le parole del Preside: a quanto pare, per questo evento, il Preside li avrebbe aspettati fra una mezz'ora nel suo ufficio. Cosa avrebbe dovuto portare con sè? Il mantello, sì. Ma solo il mantello? E poi? Voleva essere sicura di avere tutto ciò che le sarebbe potuto servire. Dopo essere riuscita di fretta a chiedere a Daddy per il quale, sicuramente, questo non era certo il primo evento della Scuola di Atene al quale avrebbe partecipato, se sarebbe stato meglio portare cose tipo fiale di pozioni e altre cose di questo genere, la giovane corvina salì anche lei, a quel punto, fino alla Sala Comune dei Corvonero per prepararsi e prendere tutto l'occorrente per questa avventura. Trenta minuti, era il tempo che aveva dato loro il Preside. Cercò tra le sue cose, ciò che avrebbe potuto portare con sè, per poi, una volta finita la ricerca, raggiungere l'ufficio del Preside, dove c'erano già alcune persone, la maggior parte delle quali a lei praticamente sconosciute. Fece qualche passo avanti leggermente titubante. Ancora non riusciva a capacitarsi del fatto di essere lì. Di essere pronta per partecipare ad un evento della Scuola di Atene. Buonasera, Preside... Buonasera... Salutò tutti quanti con un sorriso dolce, prima il Preside, che li stava ospitando tutti nel suo ufficio, poi tutti gli altri. Si guardò attorno. Osservò le persone presenti, evidentemente a questo evento avrebbero partecipato anche persone che non frequentavano più Hogwarts... beh, interessante. Fu proprio in quel momento che venne successivamente colpita da come era allestito l'ufficio. Non era mai stata nell'ufficio del Preside, quella era la prima volta che ci metteva piede e la prima volta che partecipava ad un evento della Scuola di Atene. Individuò a quel punto anche Megan, la Caposcuola. Le si avvicinò. Hey! La salutò. Credi che ci ritroveremo davvero nella Cina del XVII secolo? Le domandò spigliata subito dopo esternando il quesito che la aveva tormentata fin da quando il Preside aveva annunciato il luogo dove presumibilmente avrebbero vissuto questa avventura. Sicuramente lei sapeva come funzionavano gli eventi della Scuola di Atene.

PS: 118 | PC: 79 | PM: 62| PE: 2
Giuls || © <i>harrypotter.it


° PS: 118/118 (100 iniziali + 8 topforum + 10 oggettistica varia)
° PC: 79/79 (50 iniziali + 29 oggettistica varia)
° PM: 62/62 (50 iniziali + 12 oggettistica varia)
° EXP: 2/2 (1 iniziale + 1 topforum)

INVENTARIO:
° Bacchetta Legno di Leccio, undici pollici, flessibile, nucleo di polvere di onice e lacrime di Augurey
° Bracciocchio(al polso sinistro) piccolo ed elegante bracciale che, in caso dimentichiate o rischiate di perdere un oggetto, suonerà attirando la vostra attenzione. Il minuto occhio incastonato rimane, solitamente, chiuso, mimetizzandosi ad arte ed aprendosi solo in caso di bisogno.
° Fiala di Decotto al Dittamo (1)
° Fiala di Pozione Tiepidario (1)
° Cintura da Samurai (+ 5 PC) (1)
° Stivaletti Lewam Markis (+ 7 PC) (1)
° Guanti dell'Eroe Caduto (+ 5 PS; + 5 PC; + 5 PM) (1)
° Completo Artico [azzurro] (+ 5 PS; + 5 PC) (1)
° Copricapo Egiziano (+ 7 PC, + 7 PM) (1)

INCANTESIMI APPRESI
I CLASSE: tutti
II CLASSE: Diffindo, Evanesco, Expelliarmus, Inversum, Muffliato, Riddikulus, Silencio
III CLASSE: Reparo
 
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view post Posted on 10/4/2020, 15:51
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Corvonero
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Benché avesse da sempre voluto partecipare alle scampagnate del Preside, questo piacere gli era sconosciuto, difatti quella sera sarebbe stata la prima volta che ne avrebbe preso parte. La cena era stata abbondante. Forse per la prima volta dopo tanto tempo aveva mangiato con gusto. O forse voleva mettersi in forze, dopo mesi che lo avevo costretto ad un dieta non voluta ma indotta da continui mal di testa. Non sapeva bene cosa lo aspettasse. Non aveva mai saputo fino in fondo cosa accadesse in quelle sere, aveva solamente sentito qualche studente farne accenno in qualche discussione, niente di più. Quando anche l’ultimo piatto di dolci scomparì dalla tavola fu certo che qualcosa stesse per accadere. Infatti, a sottolineare che non era una sera come tutte le altre, il Preside si alzò per raggiungere il trespolo dei discorsi. Il vociare diffuso della sala grande si dissolse lentamente. Nessuno si aspettava un discorso in quella sera, ed evidentemente, nessuno guardava in direzione del tavolo degli insegnanti. Ma alla prima parola del vecchio professore tutti tacquero anche se con tempi diversi. Guardando un punto indistinto sul tavolo dei Corvonero ascoltava il breve assunto del Preside. Doveva aver perso la cognizione del tempo, non ricordava nemmeno che stessero per iniziare le vacanze di pasqua, poco male, le avrebbe passate comunque ad Hogwarts, forse era per quello che non aveva intuito la specialità del momento, considerando che ogni anno rimaneva a scuola quelle vacanze erano giorni come altri. Fu solo pochi secondi dopo, quando iniziò a snocciolare un elenco di nomi che drizzò le orecchie, non era ancora chiaro il perché. La sorpresa fu tanta nel momento in cui sentì il suo nome. La sua mente continuava a chiedersi il perché. Era possibile che tutti quegli studenti fossero nei guai per qualcosa. La sua mente tornò al ricordo dell’ultima caccabomba lanciata, iniziò a percorrere tutti gli eventi che potessero giustificare un richiamo formale. Nulla. Magari l’anziano Preside si era bevuto del tutto il cervello, alla sua età non era poi così raro.
Attese seduto al suo posto che molti degli studenti presenti in sala grande defluissero verso l’uscita, prima di alzarsi, e cercare con gli occhi chi, come lui, stava immobile in attesa di capire cosa fare. Non appena la sala grande si fu svuotata a rimanere furono un gruppo alquanto strano ed eterogeneo, così tanto che se visti dall’esterno doveva sembrare che si fossero ritrovati lì per caso alla stessa ora. Piano piano il gruppo si adunò in attesa che il preside parlasse. Non appena aprì bocca ebbe come la sensazione di essere in trappola. Non avendo mai partecipato alle “scampagnate del preside”, ma ne aveva sentito parlare. In realtà in cuor suo aveva sempre voluto partecipare per mettersi alla prova ed ora ne aveva l’opportunità. Quando il preside ebbe finito di parlare il gruppo iniziò a dileguarsi. Mezz’ora. Giusto il tempo di salire in sala comune ed arrivare nell’ufficio del preside. Così partì alla volta della sala comune, giunto lì si diresse verso il dormitorio. Aprì con cura il baule ed iniziò a cercare cose che potessero essergli utili. Ormai da tempo portava con se l’anello dell’eroe comprato nel primo negozio dove aveva lavorato. Così come quello stupido anello che aveva vinto ad una iniziativa del C.r.e.p.a., che portasse realmente fortuna? Lo lasciò al dito. Adesso nell’anulare sinistro troneggiava un anello che la pietra di luna incastonata. Prese anche il mantello della disillusione. In realtà non sapeva cosa aspettarsi considerato che era la sua prima volta, forse avrebbe dovuto portare con sé più cose. Prese con se anche un ciondolo che aveva come pendente una giada delle fate, si raccontava che desse fiducia in se stessi nel momento del bisogno, o così lo avevano convinto a comprarlo. Lo mise sotto i vestiti a contatto con la pelle. La bacchetta ovviamente era sempre che con lui. Fedele compagna di mille avventure passate ed era sicuro lo sarebbe stata per il futuro. Chiuse il baule ed uscendo dalla sala comune iniziò la sua discesa verso l’ufficio del preside che dalla torre di divinazione non distava poi così tanto. Entrato nel quinto piano mentre si dirigeva verso il gargoyle posto a protezione dell’ufficio quando si accorse che indossava solamente un pantalone beige con una maglietta a maniche corte verde scuro. Entrato per un attimo nei panni di un’ipoteca madre si chiese se avrebbe sentito freddo. Per fortuna aveva già indosso il mantello della disillusione accuratamente assicurato al corpo per il tramite il bottone all’altezza del collo. Il mantello svolazzava alle sue spalle sospinto dal ritmo dei suoi passi. Superato il gargoyle, salì le scale, si tolse il mantello prima di entrare, la scarpinata fatta per arrivare in tempo lo aveva accaldato e non poco. Entrato nella stanza non potè fare a meno che notare prima di tutto ciò che era sempre stato in quel posto, forse l’abitudine lo portava a cercare sicurezze. Risaltava comunque una strana sensazione che qualcosa mancasse, al centro della stanza troneggiava un leggio, alcuni dei nominati erano già arrivati. Così si tolse da davanti la porta e si mise da parte nello spostarsi notò l’antico libro sul leggio, era voluminoso. Non riuscì a distogliere lo sguardo per vedere se vi fosse qualcuno che conosceva tra gli avventori.


 

“ Scuola di Atene - Tutto è proibito ”

Salute: 247 ▲ Corpo: 219 ▲ Mana:232 ▲ EXP:23.5


Razza magica: Lupo Mannaro.

Incantesimi:
Prima, Seconda Classe e Terza Classe (Escluso Fattoriam)
Quarta Classe: Colossum, Circumflamma e Ignimenti.
Incantesimi Imparati a Lezione di diverse classi.
Incantesimi Chiari: Atlantis Cage.

Inventario:
- Bacchetta:Legno di acero, dente di drago, 11 pollici, flessibile
- Ciondolo della scaglia di drago
- Mantello della Disillusione
- Anello dell'eroe (Mano Destra)
- Anello con quadrifoglio (Mano Sinistra)
- Anello con adularia
- Ciondolo giada delle fate
- Occorrente per fare le sigarette +
accendino antivento
- Qualche caramella tutti i gusti+1
- Qualche api frizzole
(sparse nelle tasche)





 
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