Tasso, Corvo e due serpi, ci mancano i due liocorni., Privata

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view post Posted on 14/4/2020, 19:16
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Siri Jensen «

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La lezione di incantesimi era finalmente finita quando Siri, ancora presa da quegli insegnamenti rimase per ultima all'interno di quell'aula, cercando di rimettere in ordine il proprio libro di incantesimi e tutto l'occorrente, bacchetta compresa. Da quando era arrivata, erano successe così tante cose che elencarle sarebbe stato una sorta di perdita di tempo. Il cappello parlante l'aveva smistata nella casata dei Tassorosso, neanche sapeva bene cosa fossero e chi avrebbe potuto trovare all'interno. La scoperta da lì a pochi giorni, la portò ad ambientarsi quasi subito con i suoi coetanei e i vari personaggi della casata, ovviamente non una conoscenza enorme, semplicemente quella piccolissima base per farla sentire a proprio agio solo all'entrata della sala comune. Erano passati comunque pochi giorni e tempo di decidere la camera, informarsi sui corsi da seguire, sul come facilitarsi maggiormente nel fare gli esercizi che il tempo era volato e la sua primissima lezione era alla fine arrivata. Incantesimi era la prima materia, seguì la prima lezione e dopo aver compreso ogni singolo dettaglio di quest'ultima, prese le varie domande, cercando di fare mente locale per studiarle appieno e rispondere, per avere almeno una buona preparazione per la prossima lezione. Dove poteva studiare? Nella casa comune? Avrebbe impiegato troppo tempo, anche se era una buona scelta, così non avrebbe perso tempo e si sarebbe trovata vicino a dei suoi compagni di casata con cui trascorrere anche del tempo, sempre da loro aveva sentito della presenza di una biblioteca. Questa notizia gli era giunta da i compagni più grandi, ormai abbastanza esperti della scuola, dicendogli della presenza di un luogo di studi dove poter concentrarsi nel silenzio ed era proprio lì che sarebbe andata. La locazione del luogo prestabilito era al quarto piano, non conosceva perfettamente quale corridoio seguire, ma di certo chiedere non era un cattivo piano. L'informazione precisa del luogo gli venne data da uno studente del secondo anno di Grifondoro che, con cortesia e un dolce sorriso, fece felice Siri, ringraziandolo a dovere si promulgò per raggiungere ciò che lei tanto cercava. La biblioteca in questione era grande e nonostante il silenzio, la presenza di persone si sentiva. Vi erano tanti studenti, di varie casate, anche la sua ovviamente e si guardava intorno sia con sguardo circospetto che curioso. Si chiedeva cosa stessero studiando tutti gli altri, i suoi coetanei probabilmente avevano studiato altre materie, magari anche la sua. Avevano più conoscenza di lei? Probabilmente sì, anzi, quasi sicuramente era così, ma anche lei, come loro, si sarebbe trovata in quella situazione, con una maggior conoscenza di ogni arte magica e così facendo, anche lei avrebbe potuto svettare tra i migliori e poi.. fare un bel pisolino.

La seconda cosa importante da fare in quel frangente era trovare un tavolo libero, o almeno.. un posto libero. Vedeva, ovunque il suo sguardo si fermasse, dei posti occupati da dei libri erano il monito che si trovava davanti e che la faceva ben destare dal chiedere di sedersi in quel luogo. Che ogni speranza l'avesse abbandonata? E invece no! Un tavolo libero, come? Perché? Dove? Tutto in libreria e il motivo, beh.. non si sapeva, o meglio, magari la sua posizione era in un luogo distante e ben nascosto. Neanche pochi secondi ed eccola sedersi, aggiustandosi leggermente la gonna e poggiando quella borsa da studio a terra. I suoi capelli biondo chiaro e lunghi, le cadevano sulle spalle e il suo outfit con l'uniforme della casata le calzava a pennello, rendendola una carinissima tassorosso. Senza indugiare oltre, aprì il libro di incantesimi nuovamente, prendendo anche la pergamena e la penna d'oca per scrivere.

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Edited by Kanny - 14/4/2020, 21:32
 
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Primo del suo nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame.

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Jaehaerys Erik Blackfyre «

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La sua vita ad Hogwarts era ormai iniziata già da qualche giorno e più tempo passava in quella scuola più non smetteva di porsi domande. I segreti che lo circondavano, bramava di scoprirli, desiderava esplorarne ogni anfratto e farla sua! Ma, al momento era troppo impegnato per farlo, la vita da "primino" non concedeva molto spazio all'esplorazione. Doveva ancora riuscire ad ambientarsi completamente e dover ogni volta salire fino al settimo piano per ritornare in sala comune, non gli concedeva molto spazio di manovra. Infatti, considerando tutte le volte in cui si era perso nel castello, aveva avuto davvero poco tempo per guardarsi intorno, conosceva unicamente le aule delle lezioni e la sala grande... giusto un po' il giardino, ma quello dalla distanza. Sin dai primi giorni di studio aveva deciso di prestare maggior attenzione alle materie che vedevano nella pratica uno degli elementi fondamentali, come: Difesa contro le Arti Oscure. Una convinzione tanto corretta quanto sbagliata, poiché anche la parte teorica aveva la sua dannata importanza! L'aveva capito già dal terzo giorno, quando aveva provato ad eseguire qualche incantesimo, finendo per sbagliare o la postura o la formula, talvolta aveva anche errato nelle intenzioni... perché sì, la magia era fatta di intenzioni e sicurezze; non si poteva lanciare correttamente un "Expelliarmus" aspettandosi di veder volare una piuma a comando. I primi fallimenti erano risultati anche divertenti, dopotutto la sperimentazione faceva parte del miglioramento, ma era parso sin da subito quanto necessitasse di mettersi a studiare ancora un po'. Un po' tanto.
Così, scelse di unire l'utile al dilettevole e per quella nuova sessione di studio aveva scelto un nuovo luogo dove potersi abbandonare alla lettura: La Biblioteca. Alcuni Corvonero più anziani gliene avevano parlato, elogiando l'ambiente e la ricchezza dei volumi li contenuti; tutto, o quasi, alla portata degli studenti. Con eccitazione si diresse verso quel luogo, stringendo con il braccio destro libro e pergamene dove prendere appunti. Col sinistro si carezzava i capelli, allontanando qualche ciocca che finiva per coprirgli gli occhi; aveva con sé anche una borsa a tracolla dove teneva il resto del materiale scolastico, compreso il libro di Incantesimi. Non sapeva quanto tempo avrebbe passato in biblioteca, ma si era preparato anche in caso l'ambiente si fosse rivelato particolarmente stimolante.


*Quante scale, non ne posso già più! Deve esserci un qualche passaggio segreto, qualcosa per raggiungere subito le aule... non riesco ad immaginare di dover fare tutta questa "strada" per un anno intero. Guardiamo il lato positivo, almeno mi tengo in forma, con tutto quello che mangiamo a colazione, pranzo e cena...
Pensandoci, forse tra qualche settimana potrei anche pensare di fare domanda per la squadra di Quidditch, sarebbe davvero bellissimo riuscire a giocare qualche partita già al primo anno!*

Cercava di non pensare alla fatica provata, distraendo la mente con progetti futuri, che sicuramente avrebbe cercato di portare a compimento. Incrociò per strada alcuni suoi compagni di Casata e li invitò a studiare con lui in biblioteca; da quando aveva, per primo, risolto l'indovinello per l'entrata nella sala comune, aveva attirato su di sé un po' di attenzioni. Purtroppo i compagni rifiutarono, "condannandolo" ad una sessione di studio in solitaria.
Dopo qualche minuto, raggiunse finalmente il quarto piano, dove era situata la sua meta. Una volta entrato in biblioteca poté osservare meravigliato ciò che lo circondava. Non differiva molto da una classica e grande biblioteca, come ne aveva viste all'esterno, ma era pregna di un'aura magica, quasi sacra. Gli scaffali erano più alti del normale e l'ampiezza della stanza permetteva il posizionamento di lunghi tavoli e di alcuni più piccoli ed "intimi". Il brusio di sottofondo era abbastanza piacevole, non fastidioso al punto di impedire la concentrazione, anzi lo favoriva, al pari di una rilassante melodia. C'era solo una nota negativa che subito balzò alla sua attenzione: non c'erano posti liberi.
Si alzò persino sulle punte per cercare di ampliare il suo campo visivo, ma nulla. Tutti i tavoli parevano occupati, che fossero da soli libri o da studenti intenti a leggere o parlottare. Il giovane Blackfyre, però, non era tipo da arrendersi, così iniziò a muoversi per la sala, alla ricerca di un posto libero, non potevano essere davvero tutti occupati. Non dopo tutte le rampe di scale percorse ed i corridoi in cui si era perso.


*Questo è davvero un bel problema, se non trovo posto dovrò andarmene in giardino o in sala comune... no altre scale... Visto che ormai mi trovo qui, credo proprio che ci resterò anche a costo di sdraiarmi a studiare sul pavimento. Si, proprio quell'angolino, tra gli scaffali, non darò fastidio a nessuno. Aspetta, ma quello... è un tavolo libero!*

Un colpo di fortuna il suo, mentre cercava un angolo dove potersi sedere a terra per non disturbare i passanti, era riuscito a notare un tavolo tutto solo che non aspettava altro che essere occupato da lui! Si mosse frettolosamente, per evitare che qualcuno gli soffiasse il "tesoro" da sotto il naso ed solo alla fine di quel piccolo scatto strozzato, notò che non sarebbe stato solo.
Una ragazza era seduta a quel tavolo. Non riuscì a vederla bene in volto, era china a ricopiare appunti sulla sua pergamena; lasciava scorrere la penna in piuma d'oca con un invidiabile leggiadria, nulla a che vedere con la sua scrittura troppo spigolosa e a tratti disordinata. Si soffermò qualche istante ad osservarla, aveva un ché di familiare, nel mentre la mano sinistra andò a toccare la cravatta dell'uniforme, sistemandola. Si posizionò nei pressi del posto vuoto di fronte a lei, poggiando il libro sul tavolo, facendo attenzione a non fare troppo rumore.


Ciao. Ti va bene se mi siedo qui? Purtroppo non ci sono altri posti liberi.

Le disse educatamente, accompagnando tutto ad un sorriso di cortesia genuino, non credeva la ragazza avrebbe rifiutato, per cui iniziò a togliere la forza dalla spalla sinistra, per poggiarla allo schienale della sedia. Fu proprio in quel momento, ad un'occhiata più attenta, che la riconobbe: era lei, sì, proprio lei... Siri Jensen!

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Edited by †Gunrock† - 15/4/2020, 19:37
 
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Kyros the Stormbringer

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Erano passati pochi giorni da quando Kyros fu smistato dal Cappello Parlante nella Casata dei Serpeverde, e questi giorni furono accompagnati anche dalle prime lezioni. Aveva seguito per ora Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure, dove aveva fatto pratica con diversi incanti. Dimostrò particolare apprezzamento per la seconda materia, anche se aveva una certa paura, o per meglio dire ansia, di essere etichettato come strambo o cattivo. Sicuramente non era il caso, anche perché c'erano altri studenti che s'interessarono particolarmente alla materia, ma al giovane bambino interessava per lo più ciò che si celava dietro di essa, le "Arti" effettive, e i loro effetti. Voleva indagare, scoprire di più, ma come detto prima, era un po' titubante.
Era in procinto di tornare alla Sala Comune per studiare in pace, ma una volta varcata la soglia non fu così semplice: i suoi compagni stavano facendo baccano davanti al camino. Chi si lamentava delle lezioni, chi voleva fare più "pratica", e chi commentava deliziato la loro ammissione e presenza ad Hogwarts, come se fosse un sogno ad occhi aperti. Quest'ultima vedeva protagonisti più che altro primini. Alla vista e udito di tutto ciò, la speranza di studiare tranquillo davanti al camino si spense nei suoi occhi.

*Grandioso... tanta fatica per arrivare nei Sotterranei e adesso mi tocca sloggiare...*
Decise quindi di recarsi in Biblioteca, sotto suggerimento di alcuni ragazzi incontrati nei corridoi, ai quali aveva chiesto dove potesse studiare in pace. Beh, arrivare li non fu altrettanto facile. Kyros si perse per ben sette volte, vagando a vuoto come un non-morto tra i corridoi del castello. Dopo ben quattro piani di scale, finalmente arrivò, ma ancora una volta qualcosa gli fece storcere il naso: tutti i tavoli erano occupati. Sospirò, chinando il capo all'indietro fissando il soffitto.
*Beh, tanto vale accontentarmi, altrimenti non studierò mai.*
Si scrollò dalla mente le preoccupazioni e diede un'occhiata al luogo che lo circondava. Un lungo corridoio avente ambedue i lati grossi scaffali molto alti e pieni di libri introducevano la sala. Questi erano distanziati fra loro, permettendo il posizionamento di tavoli tra essi. Ad ogni tavolo vi era una grande finestra che faceva entrare i raggi del Sole, mettendo in risalto l'enorme quantità di polvere aleggiante in quella stanza. C'era un odore di carta tipico di vecchi libri, simile a quello che si poteva sentire al Ghirigoro di Diagon Alley, che faceva contrasto con il fastidioso odore di polvere. Questo però non dava fastidio, perché in tutta la Biblioteca c'era un'aura quasi mistica, magica, che avrebbe accompagnato le ore ed ore di studio. Al contrario della Sala Comune, non c'era fracasso, ma un dolce mormorio di fondo, che non stonava affatto.
Kyros s'incamminò lentamente, decidendo dove posare la pesante borsa piena di libri e pergamene, e mettersi a studiare. Alcuni studenti più grandi di lui gli lanciavano occhiatacce quando cercava di avvicinarsi per sedersi, fino a che non notò un suo coetaneo accinto a sedersi ad un tavolo. Era un giovanissimo Corvonero, che stava per posare tutto il materiale scolastico davanti ad una ragazzina altrettanto giovane di Tassorosso. Approfittando della situazione, si avvicinò al tavolo con passo veloce. Arrivato vicino ad esso, si schiarì la voce e disse:
-Ehm.. vi dispiace se mi siedo qui? Non ci tengo a sedermi con i ragazzi più grandi quindi...
Sorrise debolmente, aspettando la risposta dei ragazzini, tenendosi con due mani al petto la pesante borsa.

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Lyvie Synfenir

11 anni ☘ studentessa ☘ I anno ☘ Serpeverde ☘ Scheda

 

S

i era accomodata da circa un'oretta su uno degli innumerevoli posti della Biblioteca, che aveva scoperto per puro caso il giorno prima mentre ficcanasava un po' in giro, per il puro gusto di scoprire ogni angolo di quel castello. Il proprio senso dell'orientamento le permise di ritrovarsi facilmente al quarto piano, sebbene fare tutte quelle scale era sempre piuttosto arduo.
"Perché non ci è permesso usare direttamente le scope?"
Pensò al suo arrivo, con po' di affanno anche a causa di una scala che aveva deciso di farle un brutto scherzo, facendola arrivare al terzo piano invece del quarto. Mantenere la calma in quel contesto non fu semplice, ma riuscì nel suo intento.
Appena arrivata in Biblioteca, essa non era poi così tanto piena: il suo soffitto era alto, dava un senso di ampiezza non indifferente; le vetrate altrettanto alte lasciavano entrare i raggi solari ad illuminare interamente gli ampi e lunghi tavoli riposti tra uno scaffale e l'altro. Quest'ultimi erano davvero altissimi, vedere tutti quei libri fu un paradiso terrestre, per lei. Teneva la borsa a tracolla sulla spalla destra, al suo interno vi erano libri di testo, pergamene, una boccetta d'inchiostro e una penna d'oca. Tutto il necessario per darsi da fare: le piaceva leggere e scoprire cose nuove, dunque studiare era solo un piacere. Passò tra i vari banchi occupati fino a giungere ad un posto che avrebbe occupato per tutta l'ora seguente, col capo chino su pergamena e libro.
Fu solo dopo un'ora di lettura, apprendimento e appunti sul primo capitolo di "Guida Pratica alla Trasfigurazione per Principianti", che decise di prendersi una piccola pausa. Tutta quella storia sulla Trasfigurazione era, sì, interessante, ma il suo cervello aveva bisogno di un minimo di riposo. Lasciò le proprie cose in Biblioteca, certa che nessuno avrebbe occupato il proprio posto, decidendo così di uscire un po' per i corridoi. Salutò alcune facce conosciute, ignara però dei loro nomi, ed incontrò anche la propria compagna di banco. Si congedò però dopo circa cinque minuti, poiché di certo non le andava di parlare di ragazzi.
"Che seccatura.", si limitò a pensare, roteando le iridi verdi al soffitto quando le diede le spalle. E così rientrò in Biblioteca, avanzando a passo tranquillo verso il proprio posto. Ma fu quando vide che una ragazzina di Tassorosso l'aveva occupato, quando le proprie cose erano proprio accanto a lei, che sgranò le palpebre dalla sorpresa.
"Ci mancava questa. Te ne vai cinque minuti e guarda un po'."
Sospirò teatralmente nel tentativo di calmare il fastidio che le aveva causato, avvicinandosi a suo fratello che, fortunatamente, era lì. Fulminò la ragazzina con lo sguardo senza neanche nasconderlo, anche se forse non avrebbe dovuto: chiunque avrebbe potuto sbagliare in quel caso, perché le proprie cose non erano sistemate proprio ordinatamente dove si era accomodata. Ma il fastidio era stato troppo per non mostrarlo apertamente.
Si sedette al fianco della piccola Tassorosso, lanciando uno sguardo disinteressato al Corvonero seduto di fronte a loro e rivolgendosi subito dopo a Kyros, cui invece sorrise.


« Certo che puoi, qui sono seduta anch'io. Sì, mi stavi occupando il posto senza permesso, ma stavolta te lo concedo. » esordì lei verso la ragazzina, con tono volutamente ironico ma anche saccente. Era il suo posto, ma nonostante ciò le stava anche mostrando la propria magnanimità: in fondo non voleva farsi odiare.
Non subito, forse più in là.


 

PS:100 ☘ PC:50 ☘ PM:50 ☘ EXP:1

 

 






Edited by Hoiuth - 18/4/2020, 18:09
 
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Siri Jensen «

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Se occupare un posto a sedere in una biblioteca era così faticoso ora, non osa immaginare cosa sarebbe potuto accadere se avesse occupato un posto nel bagno! Cos'era accaduto in tutto quel frangente? In parole povere, Siri aveva trovato quel tavolo per studiare completamente vuoto, ignorando che ci fosse già qualcuno e lei avrebbe dovuto aspettarselo, perché di certo, altrimenti, sarebbe sembrata l'esca perfetta. Il tavolo, anche dopo esser stato "occupato" dalla giovane Tassorosso, creò una sorta di charme su altre persone che si trovavano lì per uno scopo comune: studiare (e assaporare la comodità delle sedie); era logico, dunque, pensare che intravedendo un tavolo semi-vuoto, i più veloci e anche i meno timidi, avrebbero cercato di accaparrarsene per trovare un luogo dove studiare e intessere una conversazione pacifica e magari anche di pensiero, sia sullo studio che sul luogo in cui si trovavano.
*Vediamo di metterci a studiare cara Siri... anche se le domande sono poche, ciò non significa che la risposta a quest'ultime sarà piccola.* pensò la giovane mentre si accingeva a stendere per bene la pergamena, prendendo successivamente il libro apposito e la piuma, con tanto di calamaio assortito. Durante la stesura di quella prima domanda, arrivò alle sue orecchie una domanda da parte di una voce maschile. Il suo volto, quasi coperto dai suoi capelli biondo chiaro, si alzò per ricambiare quegli occhi indaco con quelli dei suoi verde scuro. Era rimasta curiosa, una curiosità della durata di due secondi, non di più, non voleva far risultare quella domanda troppo inopportuna o fastidiosa. Proprio mentre stava per parlare, al tavolo si avvicinò un'altra persona. Un ragazzo, dai capelli neri, mediamente lunghi, sguardo penetrante e di certo non in secondo piano rispetto al corvonero dai capelli chiari, come quelli di Siri. Ora poteva parlare? No. Difatti ancora una volta stava per parlare, ma arrivò una ragazza, anch'ella serpeverde, molto simile al ragazzo che aveva parlato per ultimo, definendosi come "proprietaria" del tavolo, proprio perché seduta prima, lasciando in sua vece.. dei libri.
*Beh...se lasci il tavolo occupato da dei libri, in una biblioteca, non posso che pensare di occupare un posto a sedere in un cinema, lasciando dei pop corn.* erano pensieri di scherno quelli di Siri, imbandire lì una tavola di liti, non era il suo piano. Voleva principalmente studiare, ora che ne aveva voglia e volontà, nonché del tempo libero, visto che a quanto aveva capito, doveva seguire altri cinque corsi e con Volo, si arrivava a sei da seguire, escludendo incantesimi che aveva appena finito di seguire quel giorno, dovendo aspettare la prossima lezione.
«Essendo solo il posto occupato, credo che il tavolo sia libero...puoi sederti ehm.. ehm.. ti ho già visto a Londra, alla stazione! Che coincidenza vederti di nuovo.» gli sorrise appena, ritornando poi a leggere il libro di incantesimi, evitando lo sguardo con la ragazzina che si trovava al suo fianco.
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Jaehaerys Erik Blackfyre «

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Si, era proprio lei. Senza alcun dubbio. La biondina incontrata il giorno della sua partenza per Hogwarts, era così immersa nel suo studio da non essersi neanche accorta della presenza del giovane. La osservò incuriosito, mentre poggiava il suo libro sul tavolo, cercando di capire cosa stesse studiando; magari avrebbero anche potuto discutere delle varie materie. Ovviamente alzò il capo nel momento in cui udì la gentile voce di Jaehaerys, ma la loro conversazione non era destinata a proseguire normalmente. Poco prima che la ragazzina aprisse bocca, un giovane Serpeverde si avvicinò a loro; era un ragazzo spigliato, dai capelli corvini e mediamente lunghi. Non agì con arroganza, anzi, chiese molto educatamente se potesse sedersi insieme a loro. Tale scelta era dettata principalmente dal fatto di non voler sedersi con i ragazzi più grandi; comprensibile. Il rampollo dei Blackfyre non ebbe nulla in contrario a quella richiesta, gli faceva piacere fare nuove conoscenze, indipendentemente dalla Casata d'appartenenza; confrontarsi con altri suoi coetanei non poteva che essere d'aiuto alla sua crescita, inoltre avrebbe anche potuto confrontarsi riguardo lo studio e, magari, sciogliere qualche dubbio che lo attanagliava. Neanche in questo caso poté dire qualcosa, poiché con un tempismo incredibile, si avvicinò al tavolo un'altra ragazza. Una Serpeverde, come si poteva evincere dallo stemma sull'uniforme e dai colori della stessa; aveva i capelli castani e lunghi, leggermente mossi, gli occhi erano di un verde molto intenso: molto carina. Jaehaerys notava anche una certa somiglianza con il ragazzo giunto poco prima di lei, ma decise di non indagare, anche perché non sembrava il momento adatto per farlo. Tanto carina quanto pungente fu la nuova arrivata, la quale non mancò di sottolineare il fatto che quel tavolo era stato inizialmente occupato proprio da lei!

*Prevedo scintille... forse è il caso che io dica qualcosa, in fin dei conti c'è posto per tutti e quattro, quindi non è importante chi si sia seduto prima o chi sia arrivati dopo. Però... che situazione interessante, forse non riuscirò a studiare come volevo.*

Pensò, abbozzando un mezzo sorriso, mentre attendeva la risposta di Siri, la quale ignorò bellamente le parole della nuova arrivata per rispondere unicamente a Jaehaerys. Sicuramente si sentì lusingato, ma non poté che temere per la reazione della mora, i cui occhi iniziavano ad infiammarsi. Arrivati a quel punto due erano le scelte possibili: lanciare ulteriore benzina sul fuoco, e godersi lo spettacolo, oppure provare a spegnere l'incendio. Non sarebbe stato da lui starsene zitto o punzecchiare qualcuno senza conoscerlo, tanto valeva provare a calmare le acque e dare il via ad una stimolante sessione di studio. Se la sua intuizione era stata giusta, vista anche il tono di voce gentile con cui la mora si era rivolta all'altro Serpeverde, il modo più concreto per sedare gli animi era quello di coinvolgere tutti nella conversazione, sperando nella reciproca collaborazione. Si sedette sulla sedia dove aveva poggiato la borsa, spostandosi di lato, in modo da far intendere al ragazzo dai capelli corvini che poteva sedersi tranquillamente. Sorrise ad entrambe le ragazze, in modo leggero, non voleva trasmettere alcuna tensione.


Già, c'è posto per tutti alla fin fine. Studiare in compagnia è sicuramente il miglior modo per farlo!

Dopodiché si rivolse unicamente alla bionda di Tassorosso, lusingato per essere stato riconosciuto ad una così rapida occhiata. Forse quell'incontro fortuito alla stazione non era stato unicamente una sua fissa. Rispose tranquillamente, cercando di nascondere l'emozione provata in quel momento; un leggero imbarazzo percepibile dal lieve rossore sulle sue guance, nulla di particolarmente eclatante.

Esatto, ci siamo incontrati poco prima di raggiungere il binario 93/4. Se ripenso all'attimo in cui sono corso contro la parete mi vengono ancora i brividi. Comunque io sono Jaehaerys, piacere di conoscerti. Piacere di conoscere anche voi! A quanto pare saremo il tavolo più eterogeneo, non vedo tanti Corvonero, Serpeverde e Tassorosso seduti insieme.

La mano destra si sarebbe distesa prima verso Siri, poi verso la ragazza di Serpeverde ed infine verso il ragazzo di fianco a lui. Aveva parlato in modo da mettere tutti a proprio agio, ma non era sicuro di esserci riuscito. Quantomeno sperava di spostare l'argomento di discussione lontano dal chi fosse arrivato prima o dopo ad occupare il tavolo. Avrebbe sfruttato i momenti successivi per prendere i fogli di pergamena dalla borsa ed il calamaio con la penna in piuma d'oca, aveva ancora alcune esercitazioni da completare.

"Gli utilizzi di Expelliarmus"... questa lezione di Difesa contro le Arti Oscure mi sta perseguitando. Voi cosa state studiando, invece? Ultimamente sono così preso da questi incantesimi che non ho ancora aperto il libro delle altre materie.

Provò a fare un po' di conversazione per sondare il terreno e per alleggerire ulteriormente la tensione; studiare in un clima un po' troppo focoso poteva essere molto controproducente.


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Kyros the Stormbringer

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Kyros Synferir «

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Neanche il tempo di chiudere bocca dopo aver posto la domanda ai due giovani ragazzi, che arrivò sua sorella Lyvie. A quanto pare il tavolo era precedentemente occupato da lei, come disse alla ragazzina di Tassorosso. Kyros sorrise felice a sua sorella, contento di vederla e stare in sua compagnia. Il giovane Corvonero si sedette per primo, spostandosi di lato per farlo sedere, e dunque così fece. Diede una rapida occhiata ad entrambi i ragazzi, per poi poggiare al fianco della sua sedia la pesante borsa, e poi prese "Le Forze Oscure: guida all'autoprotezione" da essa, il grosso libro utilizzato durante le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure. Timidamente iniziò a sfogliarlo, come se volesse sembrare disinvolto nella lettura. Come già specificato prima, il giovane Kyros voleva approfondire le sue conoscenze sulle Arti, senza però dare troppo nell'occhio. Mentre era intento a leggere il grosso libro, il ragazzo di Corvonero si presentò. Si chiamava Jaehaerys, il quale gli tese la mano. Sentendosi a suo agio, visto che si era dimostrato abbastanza gentile, gli strinse la mano con forza.

-Piacere. Mi chiamo Kyros Synfenir.- Disse, sorridendogli leggermente. -E concordo con te, direi. A quanto pare non tutti ci tengono a fare amicizia con studenti di altre Casate... Sembra essere sempre in competizione.- Continuò, per poi riprendere a sfogliare il manuale. Ma non riusci a rimanere concentrato...

Già, la sua attenzione era spezzata dagli occhi ed espressione di sua sorella. La conosceva bene quella... era sicuramente seccata dal comportamento della ragazzina di Tassorosso, la quale non aveva ancora detto a loro il suo nome. Lentamente, alzò lo sguardo verso di lei, aggrottando le sopracciglia, sperando un ricambio da parte della sorella. Nel mentre la fissava, Jaehaerys intervenne di nuovo, nel tentativo di spezzare la tensione venutasi a creare, esponendo le sue difficoltà con l'incantesimo "Expelliarmus", per poi domandare quali materie i tre giovani ragazzi stavano studiando. Ma, prima di rispondere, Kyros diede un'altra rapida occhiata a Lyvie e la Tassorosso. Stavolta però, si lasciò ad un sorriso malizioso velato guardando sua sorella, in attesa di altre scintille.

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Edited by -FoxMh91- - 17/4/2020, 18:57
 
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Lyvie Synfenir

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E

ssere ignorata, in generale, non le piaceva affatto. Essere ignorata, in quel caso, la irritò inevitabilmente. Non solo non le aveva risposto, ma aveva rivolto la parola al ragazzino biondo di fronte a lei, per poi ritornare al suo stupido libro. Lyvie la fulminò con lo sguardo di conseguenza, senza poterlo proprio evitare. Stava testando la propria pazienza, ma fortunatamente il ragazzino Corvonero parlò.
Sviò solo per qualche attimo la propria attenzione dalla Tassorosso, che di certo non le aveva fatto una buona impressione, osservando con un po' di riluttanza la mano che Jaehaerys le aveva allungato. Non era in vena di fare amicizia, ma non voleva neanche sembrare maleducata: in fondo, proprio lui non le aveva fatto niente. Fu in quel momento che si soffermò maggiormente con lo sguardo sul biondino di fronte a sé, notando inevitabilmente quanto fossero piacevoli da guardare i suoi ricci argentei.


« Lyvie. » si limitò a dire, presentandosi senza però accennare un sorriso. Era più forte di lei, quando era irritata non sapeva fingere affatto. Apprezzò, comunque, il tentativo di Jaehaerys di scemare tutta quella tensione, che era davvero parecchia in quegli attimi. « Concordo, » aggiunse mentre lanciava un'occhiata anche al fratello, riferendosi al suo discorso sul tavolo più eterogeneo della Biblioteca. « Chissà se è un bene o un male. » ironizzò infine, sorridendo ora sarcasticamente alla ragazzina cui decise di presentarsi, ostinata com'era a - sì - darle anche un po' di fastidio.
« Lyvie. » Aveva, nel frattempo, pensato a mille modi su come far cedere la Tassorosso seduta di fianco a sé e, mentre sistemava le proprie cose, pensò che forse piazzarle un libro - di quelli pesanti, come quello di Pozioni - in pieno viso sarebbe bastato per attirare la sua attenzione. Poi, si ricordò che doveva contenere un minimo i propri impulsi. Temporeggiò e quindi ascoltò subito dopo le parole del biondo che, in questo suo secondo tentativo, attirò la propria attenzione: aveva già studiato per quella materia, dunque era pronta a dargli qualche consiglio. "Non sono mica cattiva.", disse quasi a se stessa, come se la propria bontà fosse ovvia.
Ma la domanda di Jaehaerys le fu anche servita con un piatto d'argento, per cui non riuscì a reprimersi, ora che aveva in mente una frase che - forse - avrebbe scosso la Tassorosso, che sembrava risoluta a voler studiare. Il sorriso di Kyros bastò a far spuntare nuovamente la lingua biforcuta che si ritrovava.


« Non sei l'unico preso dagli Incantesimi, dopotutto. O è così, o qualcuno qui ha bisogno di una visita alle orecchie. Se ti serve una mano, io ci sono. Ho già fatto quella lezione. Tu a che punto sei, Kyros? » domandò alla fine, recuperando nel frattempo il libro di Trasfigurazione, come se niente fosse.
Ormai, sarebbe stato difficile farle provare anche un minimo di simpatia per quella ragazzina.



 

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Siri Jensen «

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Il quartetto si era venuto a creare alla fine, certo non era tra i migliori, l'atmosfera che correva non era chissà quanto gioiosa e mancava davvero poco per un possibile scontro, ma doveva tornare una certa calma, almeno provare a farla tornare. L'incontro con quelle persone portò una nuova luce negli occhi della giovane tassorosso che ora poteva sentirsi fortunata ad avere incontrata anche altre persone delle altre casate, almeno sperava così. Certo la sfida e la sfrontatezza erano dietro l'angolo, ma dal suo punto di vista, ignorare determinate situazioni era meglio che affrontarle in pieno petto, soprattutto se non erano cose di enorme importanza. Siri aveva in testa per ora i corsi che doveva dare, non li vedeva come dei pesi, ma bensì come delle importanti occasioni di crescita e conoscenza, stava studiando materie che circa il 60% dei suoi coetanei non avrebbero mai visto o sentito parlare. La percentuale non era neanche sicura, ovvio, ma di certo la sentiva come una fortuna quella. Tornando all'argomento di base, la conoscenza con gli altri studenti di Hogwarts era ancora all'inizio, non si sentiva un'enorme ascesa, ma di certo era chiaro che non sarebbe stata simpatica a tutte le persone lì, così come lei sapeva che non avrebbe potuto creare un buon rapporto con tutti. Il ragazzo corvonero le aveva dato ragione, o meglio confermò la sua tesi. Si erano già visti, di sfuggita, quando si trovavano a Londra, in attesa di raggiungere il binario 9 e ¾. Come lui, anche Kyros e l'altra ragazza, Lyvie, si presentarono, l'unica che mancava all'appello era per l'appunto Siri che tornando a rialzare lo sguardo, strinse la mano del giovane, prima che la puntasse altrove, come se stesse imbracciando un'arma da sparo.
«Siri Jensen, molto piacere e sì, anche io vedo pochi studenti e studentesse di varie casate, lavorare insieme.» si sarebbe alzata dalla sedia per stringergli meglio la mano, l'avrebbe poi puntata verso Kyros e infine verso la ragazza, in base alle loro "movenze", alla fine sarebbe tornata a sedersi, riprendendo in mano quella piuma d'oca. Rimase sbalordita sul come il corvonero si fosse lanciato a petto di colombo o volo del colombo, qualsivoglia versione si voglia usare, su una materia che secondo cui si vociferava fosse la più difficile. «È così vi siete lanciati sulle materie più ostiche. Cioè.. dicono sia tra le più difficili.» la ragazza, al fianco di Siri non era la miglior persona cui intavolare una discussione, almeno in quel momento, ma cercò di desistere dall'avere un comportamento prettamente saccente, nonostante nella sua testa i pensieri più maligni la stavano assalendo. «Io sto studiando per Incantesimi, vediamo... elementi di una bacchetta magica... oh, che tipo di bacchetta avete voi?» tanto valeva far andare la conversazione verso altri pensieri, almeno poteva cercare di allentare la tensione che si era venuta a creare.
*Magari così facendo, cerco di far dire alla ragazza anche altre cose sempre che la sua lingua non sia impostata sull'essere biforcuta come la casata in cui si trova. Forse sorprende tutti è tira fuori dell'utile in quel dilettevole che a quanto pare è esperta nel saper mostrare.* pensieri, su pensieri, doveva reprimerli, altrimenti sarebbe sembrata lei la peggiore del gruppo, concentrarsi sullo studio era uno dei modi per depistare il tutto. Ognuno avrebbe potuto dire la propria, nel suo caso, voleva aspettare, visto che la lezione di incantesimi l'aveva presa più del dovuto e anche gli esercizi che aveva assegnato.

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Jaehaerys Erik Blackfyre «

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Si soffermò qualche istante ad osservarla, quando si alzò dalla sedia per poter stringere la mano a chi gliel'aveva offerta. Trovò incredibilmente dolce il suo sorriso appena accennato, gentile e genuino nonostante la situazione non fosse delle più distese. L'altra ragazza, Lyvie, rispose con maggior freddezza, quasi fosse costretta a farlo, ma Jaehaerys non gliene fece una colpa, in una situazione del genere era normale non aver tanta voglia di fare nuove conoscenze. Fu molto salda la presa di Kyros, il quale si dimostrò sin da subito ben disposto nei suoi confronti: in barba a chi diceva che i Serpeverde fossero tutti spocchiosi ed irritanti. Fu piacevolmente colpito nel vedere che la sua domanda aveva suscitato l'interesse di tutti i presenti al tavolo! Tra stupore e sollievo si prodigò ad aprire il libro alla pagina di suo interesse, rispondendo ad entrambe le ragazza. Voltò il libro verso di loro ed indicò il paragrafo di suo interesse. Aveva compreso l'uso ed il significato di quella formula, il suo dubbio era molto più profondo e verteva sugli usi "alternativi" di quell'incantesimo, su quanto potesse essere efficace in un combattimento, non solo per disarmare un avversario; in quel caso il confronto avrebbe potuto fare solo bene. Pochi dubbi aveva su Flipendo, abbastanza sicuro delle conclusioni a cui era arrivato, ma voleva affrontare i vari argomenti con una certa flemma, non voleva risultare subito troppo invasivo, in fin dei conti, quei ragazzi si trovavano lì per studiare a loro volta e non voleva monopolizzare tutto il tempo per sé.

*La tensione sembra essere andata via del tutto, le scintille non hanno attecchito a quanto pare. Tutto di guadagnato, è tempo di vedere un po' quanto ne sanno questi primini, ma devo ammette che mi sembrano tutti abbastanza svegli, ci sarà da divertirsi!*

Sorrise a Lyvie riguardo la sua battuta sull'essere troppo concentrati sugli incantesimi, non voleva marcarla più del dovuto per evitare la partenza di una battaglia di "frecciatine", anche se poteva avere il suo fascino; nulla rinsalda i rapporti come un genuino punzecchiamento.

Questa è la parte che mi ha lasciato qualche dubbio. A lezione abbiamo studiato l'Expelliarmus come incantesimo di disarmo utile durante un combattimento. Ma non agisce unicamente sulla bacchetta, non è un incanto specifico! E quindi stavo iniziando a pensare ai vari modi in cui potrebbe essere utilizzato. La magia è più ricca di sfumature di quanto si possa immaginare, almeno questa è l'idea che mi sono fatto!

Avrebbe concluso, dando modo agli altri di replicare. Il suo tono era stato pacato, molto riflessivo, quasi da sognatore attento, che non si perdeva in troppe leziosità preferendo restare con i piedi per terra. Per quanto apprezzasse la teoria, con gli incantesimi voleva essere il più sicuro possibile per poterli sfruttare al meglio; l'unico modo per evolverli era conoscerli in ogni singolo aspetto.
La conversazione, inseguito, virò verso altri lidi, benché sempre affini alla magia. Siri introdusse un elemento che stava molto a cuore a Jaehaerys, ovvero quello delle bacchette. La sua Zirael era stato uno dei pensieri fissi che l'avevano accompagnato fin dal giorno in cui aveva saputo che sarebbe andato ad Hogwarts. La sentiva vicina come una compagna, talvolta poteva dire di riuscire quasi ad avvertire il legame che li legava; sentiva i suoi capricci ed in parte i suoi desideri.
Al sentire di quella domanda non esitò a voltarsi per poter estrarre la sua bacchetta dalla borsa. Zirael sembrava quasi voler splendere tra le sue mani, col vanitoso desiderio di volersi mettere in mostra, risaltando la sua unicità. 12 pollici e 1/2, Duttile. Costruita in legno di faggio, presentava delle striature di color bianco lunga tutta la sua superficie, che le conferiva un che di etereo ed elegante; il manico aveva un bombatura frastagliata sulla sua parte finale, similmente alla guardia di una spada. Gli intarsi e le scanalature sulla sua superficie permettevano una presa salda, oltre che essere un gran bel vedere. Non erano presente altre decorazioni, se non delle iscrizioni in rune norrene che recitavano il nome della bacchetta; erano apparse nel momento in cui il giovane aveva scelto quel nome, probabile segno d'accettazione. La piuma di fenice che fungeva nucleo doveva renderla molto speciale.


Questa è Zirael, la mia bacchetta. Lo so, è inusuale dare un nome alla propria bacchetta, ma credo che un grande mago vada accompagnato da una grande bacchetta e questo non è che un auspicio, voglio che anche lei venga ricordata in futuro eheh.

Disse con tono più energico. I suoi occhi avevano abbandonato la freddezza di una visione realista delle cose, perdendosi in un ben più avventuroso mondo fantastico; in quegli attimi stava offrendo una porta d'ingresso verso la sua anima sognante.

"Legno di Faggio, nucleo in Piuma di Fenice, lunga 12 pollici e 1/2, Duttile."

Disse provando ad imitare il tono di voce di Olivande; più basso e misterioso, accomodante, ma anche incalzante. Si lasciò scappare una risatina sul finale, sperando che i suoi compagni cogliessero la citazione.

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Kyros the Stormbringer

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Il tentativo di Jaehaerys di spezzare la tensione venutasi a creare per il comportamento di Siri, la ragazzina di Tassorosso, sembrava aver fruttato il risultato sperato. O per lo meno in parte. Dopo essersi stretti tutti la mano e scambiato sorrisi, Kyros inarcò le sopracciglia, trasformando velocemente il sorriso maliziosamente cattivo in uno, come dire, normale. In fondo, il giovane Corvonero non aveva fatto nulla di male, anzi. Si era dimostrato decisamente gentile e cordiale nei confronti di tutti.

Ciò nonostante, il comportamento di Siri gli faceva storcere il naso. Ignorare bellamente sua sorella! Non aveva intenzione però di intervenire, piuttosto preferiva vedere e sentire che tipo di frecciatine sarebbero volate tra le due ragazze. E già ne era volata una, che trovò abbastanza tagliente. Ma non fece effetto su di lei, che continuò a farsi i fatti suoi, rispondendo a Jaehaerys.

*Però, certo che ha carattere questa. Sarà divertente.*

In effetti, era abbastanza sicuro che tutto quell'ignorare Lyvie l'avrebbe mandata su tutte le furie. E il tutto sembrava andare ancora meglio, visto che si dilettò a chiedere che tipo di bacchetta avevano acquistato da Olivander. Jaehaerys non tardò nel rispondere. A quanto pare aveva dato un nome alla sua bacchetta, Zirael. Kyros non ci aveva proprio pensato. Prima di rispondere a questa domanda, si rivolse verso Lyvie, e la rispose sempre sorridendola caldamente.

-Oh, beh ho seguito Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure. Non ho avuto troppi problemi, eccetto nell'esecuzione di alcuni incantesimi studiati in classe. Infatti... uh sto guardando un po' questi sul libro di testo.-

Poi si rivolse al giovane Jaehaerys. -Ah, hai dato un nome alla tua bacchetta! Devo ammettere di non averci pensato... La mia è d'Olmo, dodici pollici, il nucleo è composto da Corde di cuore di Drago. Carina la tua imitazione di Olivander.-

Estrasse successivamente la bacchetta, mostrandola ai due seduti al tavolo. Era decisamente simmetrica, senza alcun tipo di curvatura. Non rispecchiava appieno il colore del legno di Olmo, era abbastanza scura, più tendente ad un marrone molto scuro. Sul manico vi erano intarsi a spirale, simili a piccoli artigli oppure ossa spezzate ed appuntite. Dipende dall'interpretazione. A Kyros piaceva pensare che fossero ossa. La rendeva più tenebrosa. Iniziò a scrutarla.

-Ho letto qualcosa sul tipo di legno. A quanto pare le bacchette ricavate dall'Olmo sono facilmente convertibili alle Arti Oscure. Mi chiedo come... Bizzarro vero?-

Alzò poi lo sguardo, guardando tutti al tavolo come se avesse detto qualcosa di praticamente normalissimo. Fu qualche attimo dopo che ci ripensò su. Forse non doveva dirlo...
*Ops, non dovevo dirlo. Mantieni un espressione normale... disinvolta. Non c'è modo che si siano fatti chissà quale idea...*

Si schiarì poi la voce, quasi per distrarli dalla conversazione, per poi riprendere distrattamente a sfogliare il grosso libro, alzando gli occhi verso sua sorella con sguardo tagliente. Chissà come avrebbe risposto al comportamento di Siri.


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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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Lyvie Synfenir

11 anni ☘ studentessa ☘ I anno ☘ Serpeverde ☘ Scheda

 

I

propri occhi non perdevano di vista il minimo movimento della ragazzina affianco a sé, come se volesse studiarla. Che problema aveva?
"In fondo, delle semplici scuse basterebbero.", pensò inevitabilmente lei, non riuscendo a concepire quel suo comportamento passivo e - sì - anche un po' altezzoso. Le dava immensamente fastidio, soprattutto perché Lyvie - al posto suo - sicuramente non sarebbe stata zitta. Anzi.
Nel frattempo, tuttavia, fu nuovamente Jaehaerys ad attirare la sua attenzione, mostrando sia a lei che alla bionda al proprio fianco un paragrafo del libro di Incantesimi. Fortunatamente, lei l'aveva già letto. Ma quando il biondo parlò sollevò le sopracciglia dalla sorpresa, non avendo pensato affatto all'altra faccia di Expelliarmus.
"Si vede che è un Corvonero."


« Potremmo fare una ricerca. O chiedere al docente, magari può aiutare. » esordì lei, incuriosita dai suoi dubbi che non potevano essere risolti solo con il loro libro di testo.
Cominciò a pensarci su quando la Tassorosso cambiò argomento e, a quel punto, la Serpeverde decise di mollare la presa. Quando meno se l'aspettava, avrebbe colpito. Lasciò che fossero prima gli altri a parlare, sollevando le sopracciglia dalla sorpresa alle parole del ragazzino biondo, dopo aver lanciato un'occhiata eloquente a suo fratello.
"Dare un nome alla bacchetta? Non ci avevo pensato."
Apprezzò tuttavia l'inventiva, lasciando nel frattempo spazio a Jaehaerys - che, sì, la fece ridere sinceramente - e a Kyros. Ma quando quest'ultimo accennò alle Arti Oscure, sapeva bene a cosa si riferisse. Il sorriso genuino di Lyvie sparì gradualmente, al notare l'imbarazzo di suo fratello: per tal motivo, decise di correre in suo aiuto.
Estrasse la propria bacchetta, che era piuttosto scura, leggermente curvata, osservandola con occhi orgogliosi. Sì, ne era innamorata, percepiva chiaramente il legame forte che la legava a lei.


« Almeno andrai bene in Difesa Conto le Arti Oscure. Io non penso di avere molte speranze. » asserì la mora, storcendo le labbra piene in un'espressione un po' delusa. Il prof sembrava davvero severo ed anche fin troppo esigente.
« Legno di Peccio, lacrima di Sirena ed essenza di Anemone, 10 pollici, sufficientemente elastica. No, purtroppo non so fare bene la voce di Olivander. » ironizzò, sorridendo ora giocosamente e in maniera più tranquilla.
Ma, no, non era finita lì.


« Mi sono informata anche io sul legno: è sicuro di se stesso, ironico al punto giusto. Praticamente mi descrive. Ma non le ho ancora trovato un nome... Sarà difficile scegliere. » tagliò corto infine, scrollando le spalle mentre la posava nuovamente. E la curiosità prevalse, come le succedeva sempre: « Zirael che significato ha...? »

 

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Siri Jensen «

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La combriccola del quartetto si stava probabilmente abituando a restare insieme, ma era qualcosa nata lì lì per qualcosa di secondario, ovvero studiare. Almeno per Siri era la parte più "importante", non perché fosse egoista, bensì voleva concludere quegli esercizi che le erano stati assegnati, anche se fare amicizia con persone a lei sconosciute o semi-sconosciute (come nel caso di Jae.), era un passo importante per far parte maggiormente della comunità di maghi e streghe di Hogwarts. Prima fra tutti, fu proprio il corvetto che esibì il suo libro di incantesimi, quello per Difesa contro le Arti Oscure, parlando dunque di quel che stava studiando. Più precisamente aveva citato l'incanto "Expelliarmus", a detta del giovane, questo serviva a disarmare l'avversario, ma sempre seguendo la sua parola, l'incanto stesso poteva esser usato anche in altri modi, ma non sapeva bene in quali.
*Quindi questo sarà un incantesimo da apprendere a Difesa contro le Arti Oscure, eh? Disarmare l'avversario, non mi sembra male, ma forse il fatto che nella sua parola ci sia la parola "espellere" e sia un disarmo forzato, immagino sia al pari di un incantesimo molto più offensivo. Se colpisce il corpo, invece della bacchetta, può anche far volare il soggetto, separandolo con forza dalla bacchetta. Interessante...*
«Ex-Expelliarmus, che nome buffo...ad ogni modo, visto che la prima parte dell'incanto significa "espellere", può anche stare a significare che allontani chi brandisce l'oggetto e non l'oggetto in sé.» Erano tutte supposizioni le sue, ancora non aveva seguito la missione e parlava per via ipotetica, poteva sì essere ignorante, ma lo sapeva lei per prima che tutto ciò che aveva detto, era per lei stessa in primis un dubbio che avrebbe confutato o meno la sua tesi. Parlò anche Kyros, il ragazzo dei serpeverde, spiegando con attenzione che aveva seguito già due materie: Incantesimi e Difesa; entrambi non lo avevano poi tanto impensierito, ma dall'altro lato, egli aveva trovato giusti dei problemi negli incanti, probabilmente per i gesti o la pronuncia stessa, Siri non sapeva ben dire quale dei, ma tutto stava nell'esecuzione. Per finire, anche la ragazza, della medesima casata dell'ultimo ragazzo che aprì bocca, espresse il suo parere in merito agli studi che stavano effettuando. Spiegando sul come potessero apprendere maggiormente i vari dettagli leggendo e chiedendo al professore.
Subito dopo arrivò la domanda della giovane e il turno di parola sembrò resettarsi, con Jaehaerys che estrasse la sua bacchetta mostrandola al gruppo. Era una bacchetta abbastanza lunga, legno abbastanza elegante, striature biancastre, una guardia simile ad una spada e delle rune norrene incise sulla bacchetta stessa e per Siri non potevano non saltare all'occhio, l'aiutarono a ricordarsi del luogo in cui era nata, di certo generalizzata, ma un po' la fecero sentire a casa. Come lei, anche il corvettino aveva dato un nome alla bacchetta: Zirael, sembrava quasi andarne fiero, anzi.. da come ne parlava, sembrava stesse parlando di un'altra persona. Dopo di lui, arrivò anche Kyros, parlando della sua bacchetta. Olmo, dodici pollici, corde di cuore di drago. Era dritta per dritta, il legno era scuro, la base della bacchetta o meglio l'elsa, erano cosparsi da motivi a spirali, simili ad artigli o ad ossa e poi spiegò anche il significato che c'era dietro quella bacchetta, citandole come bacchette perfette per le arti oscure. Quella conversazione sembrava stesse prendendo una piega leggermente.. strana, lo sguardo di Siri in quel momento sembrava imperversato dal dubbio, che stesse parlando con la stessa persona conosciuta cinque minuti prima? Infine arrivò anche lei, l'unica ed inimitabile.. Lyvie, parlando della sua bacchetta. Peccio, dieci pollici, lacrima di sirena e Anemone, praticamente la sua bacchetta era un peschereccio, volendo ironizzare un po', ma non terminò, chiese a Jaehaerys il motivo dietro quella scelta. Senza dire nulla, anche Siri tirò fuori la sua bacchetta, poggiandola sul tavolo, non aveva bisogno di mostrarla come un trofeo, bastava che lo fosse per lei e di certo i tre avevano per ciascuno due occhi funzionanti.

«Fernweh. Legno di vite, piuma di Occamy, 11 pollici, flessibile. Il significato del legno dovrebbe essere relegato tutto al proprietario, saggio, di una persona che segue un percorso più alto o comunque... che la fanno in barba a chi si crede superiore. la bacchetta di Siri era di un legno scuro, striato e per il 70% la bacchetta era coperta da una sorta di miasma violaceo che si arrampicava intorno alla bacchetta e in esso, si trovavano alcune pietre rossastre. La base della bacchetta presentava anche un certo disegno simile ad un viso, quello di un Occamy probabilmente.


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Jaehaerys Erik Blackfyre «

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La conversazione aveva finalmente preso piede e della tensione avvertita fino a pochi attimi prima, sembrava non esserci più traccia. Gli argomenti di cui si stava discutendo avevano colpito tutti, chi più, chi meno. Jaehaerys avvertiva un certo feeling con quei ragazzi, il che era sicuramente una cosa positiva. Lo spingeva a parlare senza troppe remore, aveva sin da subito intravisto la possibilità di un confronto genuino. Rimase incuriosito dalle parole di Kyros, dal suo velato interesse nei confronti delle Arti Oscure. Non provava disprezzo per quelle parole, tantomeno ammirazione, bensì le comprendeva. Non poteva che simpatizzare con chi, come lui, mostrava una curiosità che andava ben oltre i limiti di ciò che veniva accettato o meno. Alla loro età non potevano permettersi di giudicare una branca della magia, il giovane era fermamente convinto che tutto meritasse di essere considerato ed approfondito. La magia era vita, e come tale poteva prendere tante strade differenti, alcune più tortuose di altre, stava al guidatore scegliere come affrontarle. Notando il disagio del ragazzo non esitò a spendere due parole per confortarlo, riallacciandosi agli argomenti della lezione, aiutando a far scivolare via l'imbarazzo. Il suo tono di voce rimase pacato, rassicurante; fece schioccare le labbra rosse e carnose, prima di parlare, spostando la treccia dietro l'orecchio.

Già, davvero bizzarro. Se ci pensate, anche le Arti Oscure in sé sono abbastanza bizzarre. Vengono considerate alla stregua di una branca a parte della Magia; sono felice che il professore abbia deciso di parlarcene. Anche se non saranno spiegazioni dettagliate, è sempre un bene non restare nell'ignoranza... la conoscenza aiuta a crescere, aiuta a prendere decisioni.

Sorrise genuinamente. Non voleva manipolare o portare Kyros dalla sua parte, semplicemente aveva espresso il suo pensiero. Si portò nuovamente la mano al volto, per scostare alcune ciocche di capelli che stavano iniziando a cadergli davanti al volto. Sfruttò l'occasione per voltare pagina sul libro e rispondere a ciò che era stato detto da Lyvie e Siri.

Sì, potrebbe essere la cosa più semplice da fare, alla consegna dei compiti magari! Prima di chiedere al docente, preferisco divertirmi a sperimentare e formulare teorie... lo so, può sembrare strano, ma mi aiuta a comprendere meglio ciò che ho di fronte. Infatti, Siri, posso già dirti che Expelliarmus non funziona così. Non è chi brandisce l'oggetto ad allontanarsi, ma è l'oggetto a venir allontanato. Essendo il possessore, l'obiettivo dell'incanto, è lui che viene forzato a lasciar andare ciò che ha in mano... e non vale solo per le bacchette!

Avrebbe detto acquisendo un'espressione un po' tronfia, ma sentiva di poterselo permettere in quegli istanti, era stato un bel po' di tempo a rimuginare su quell'incantesimo. Nonostante quella breve digressione, non dimenticò di risolvere anche i dubbi della bella serpeverde; vederla sorridere ed interessata, la rendeva molto più carina. Il suo sorriso metteva in risalto le forme armoniche del viso e le labbra carnose; i suoi occhi verdi, come smeraldi, brillavano di luce propria.

Zirael significa: Dama dei Mondi. Secondo i miti scandinavi, era il soprannome di una grande guerriera capace di viaggiare tra i "9 mondi e più". Ne avevo letto in alcuni libri dai miei nonni in Norvegia, l'ho trovato subito calzante... ed anche lei sembra aver gradito. Purtroppo non ho studiato ancora le caratteristiche dei vari legni o dei nuclei... ma posso assicurarvi che Zirael è una vera capricciosa! Non immaginate le volte in cui si rifiuta di eseguire un incantesimo anche quando eseguo tutto perfettamente, però, quando si convince, è in grado di fare faville. Penso anche sia un po' vanitosa.

Cercò di colmare la sua ignoranza, trattando della sua esperienza personale. Si sentiva legato alla sua bacchetta, e proprio questo legame gli faceva capire fin da subito quando c'era qualcosa che non andava nell'esecuzione di un incantesimo: ciò poteva essere sia uno svantaggio che un vantaggio. Si sgranchì la schiena poggiandola completamente sullo schienale della sedia e portando entrambe le braccia verso l'alto; non aveva più tutta quella voglia di studiare, la discussione con i tre era diventata molto più interessante!

*Penso proprio che interromperò qui il mio studio! Hogwarts non è fatta solo di materie ed incantesimi, anche il lato umano conta ed è giunto il momento di socializzare un po'.*

Allora, come vi trovate qui ad Hogwarts? Vengo da una famiglia di maghi, quindi mi è sempre stato raccontato di questo luogo, ma devo ammettere che viverlo in prima persona è tutt'altra cosa! L'atmosfera che si respira è incredibile!
Inoltre... toglietemi una curiosità: Kyros, Lyvie... siete fratello e sorella? Vi somigliate tantissimo.


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Kyros the Stormbringer

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Proprio come pensava, l'aver parlato di quel suo interesse suscitò curiosità tra le due nuove conoscenze. Lyvie se ne accorse, e cercò di sviare la conversazione su qualcos'altro, e per un attimo funzionò, ma Jaehaerys gli lanciò un'occhiata curiosa. Non sembravano i soliti sguardi disprezzanti o altro, bensì ne rimase semplicemente affascinato, e ciò fu confermato dalle sue stesse parole.
Aveva ragione, la magia andava abbracciata in tutte le sue forme, bene o male, per poterla comprendere. La sua affermazione sollevò un po' il morale di Kyros, che decise di parlarne ancora, ma magari omettendo qualche dettaglio...


-Beh... si, sono abbastanza strane. Ma in un certo senso sono affascinanti no? Sapete, nostra nonna...- disse rivolgendo lo sguardo a sua sorella -...quando ha saputo della nostra ammissione, mi ha parlato velocemente di altre scuole di Magia sparse nel mondo. E sono rimasto davvero colpito da Durmstrang. A quanto pare li insegnano direttamente le Arti Oscure ai propri studenti, ma non sono sicuro che la notizia sia vera.-

Rifletté su cosa stava per dire. Il suo viso divenne sempre più tetro, gli occhi erano quasi inespressivi e gelidi. -Sinceramente, sono d'accordo. Conoscerle, apprenderne il loro potere... così io...-
Ecco. Aveva parlato troppo. Scosse il capo, inspirando profondamente. Si passò le mani tra i lucenti lunghi capelli, come se volesse sistemarsi i pensieri.
Ah.. lasciamo perdere.

Non badò molto al discorso su Zirael ed il suo significato. Non voleva sembrare troppo scortese, finse di ascoltare tutto il racconto ma nella sua testa viaggiavano vari pensieri. Perché mai si sentiva cosi attratto da quella particolare materia? Era come se il suo stimolo venisse da dentro, da qualche parte remota della sua anima. A dirla tutta, l'argomento non era apprezzato neanche a casa sua. Tutte le volte che si parlava di magia, per lo meno prima di arrivare ad Hogwarts, sua madre parlava immediatamente d'altro quando la nonna metteva in mezzo l'argomento. Ogni volta era estremamente tesa, e il suo viso già lacerato da espressioni tetre diventava sempre più triste, buio, distrutto...
*Ci sto pensando troppo...*
Era davvero così?

Il suo profondo flusso di pensieri fu interrotto da una domanda del giovane Corvonero, che quasi calzava a pennello con quello nella sua testa. L'espressione sul viso di Kyros stavolta era di un ragazzino decisamente troppo preoccupato e pensieroso per la sua età. Quasi non ricordava cosa avesse chiesto Jaehaerys.

-Che? Ah... beh si siamo gemelli. Veniamo da una famiglia purosangue. Viviamo con nostra madre e nostra nonna. Abbiamo un padre, ma è un Auror, e a quanto pare è impegnato da anni in una missione. Non lo sentiamo da un po' a dire il vero. Non lo sentiamo da un pezzo.-

*Suvvia, riprenditi. Farai la figura del pazzo...*
Tentò di assumere la sua aria rilassata e tranquilla di qualche minuto fa, cercando di non farsi mettere altri occhi addosso. Sorrise debolmente, ma gli occhi rimanevano stranamente assenti.
Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”

“ Cosi debole. Cosi... vulnerabile... ”
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