| Jaehaerys Erik Blackfyre «
La sua vita ad Hogwarts era ormai iniziata già da qualche giorno e più tempo passava in quella scuola più non smetteva di porsi domande. I segreti che lo circondavano, bramava di scoprirli, desiderava esplorarne ogni anfratto e farla sua! Ma, al momento era troppo impegnato per farlo, la vita da "primino" non concedeva molto spazio all'esplorazione. Doveva ancora riuscire ad ambientarsi completamente e dover ogni volta salire fino al settimo piano per ritornare in sala comune, non gli concedeva molto spazio di manovra. Infatti, considerando tutte le volte in cui si era perso nel castello, aveva avuto davvero poco tempo per guardarsi intorno, conosceva unicamente le aule delle lezioni e la sala grande... giusto un po' il giardino, ma quello dalla distanza. Sin dai primi giorni di studio aveva deciso di prestare maggior attenzione alle materie che vedevano nella pratica uno degli elementi fondamentali, come: Difesa contro le Arti Oscure. Una convinzione tanto corretta quanto sbagliata, poiché anche la parte teorica aveva la sua dannata importanza! L'aveva capito già dal terzo giorno, quando aveva provato ad eseguire qualche incantesimo, finendo per sbagliare o la postura o la formula, talvolta aveva anche errato nelle intenzioni... perché sì, la magia era fatta di intenzioni e sicurezze; non si poteva lanciare correttamente un "Expelliarmus" aspettandosi di veder volare una piuma a comando. I primi fallimenti erano risultati anche divertenti, dopotutto la sperimentazione faceva parte del miglioramento, ma era parso sin da subito quanto necessitasse di mettersi a studiare ancora un po'. Un po' tanto. Così, scelse di unire l'utile al dilettevole e per quella nuova sessione di studio aveva scelto un nuovo luogo dove potersi abbandonare alla lettura: La Biblioteca. Alcuni Corvonero più anziani gliene avevano parlato, elogiando l'ambiente e la ricchezza dei volumi li contenuti; tutto, o quasi, alla portata degli studenti. Con eccitazione si diresse verso quel luogo, stringendo con il braccio destro libro e pergamene dove prendere appunti. Col sinistro si carezzava i capelli, allontanando qualche ciocca che finiva per coprirgli gli occhi; aveva con sé anche una borsa a tracolla dove teneva il resto del materiale scolastico, compreso il libro di Incantesimi. Non sapeva quanto tempo avrebbe passato in biblioteca, ma si era preparato anche in caso l'ambiente si fosse rivelato particolarmente stimolante. *Quante scale, non ne posso già più! Deve esserci un qualche passaggio segreto, qualcosa per raggiungere subito le aule... non riesco ad immaginare di dover fare tutta questa "strada" per un anno intero. Guardiamo il lato positivo, almeno mi tengo in forma, con tutto quello che mangiamo a colazione, pranzo e cena... Pensandoci, forse tra qualche settimana potrei anche pensare di fare domanda per la squadra di Quidditch, sarebbe davvero bellissimo riuscire a giocare qualche partita già al primo anno!* Cercava di non pensare alla fatica provata, distraendo la mente con progetti futuri, che sicuramente avrebbe cercato di portare a compimento. Incrociò per strada alcuni suoi compagni di Casata e li invitò a studiare con lui in biblioteca; da quando aveva, per primo, risolto l'indovinello per l'entrata nella sala comune, aveva attirato su di sé un po' di attenzioni. Purtroppo i compagni rifiutarono, "condannandolo" ad una sessione di studio in solitaria. Dopo qualche minuto, raggiunse finalmente il quarto piano, dove era situata la sua meta. Una volta entrato in biblioteca poté osservare meravigliato ciò che lo circondava. Non differiva molto da una classica e grande biblioteca, come ne aveva viste all'esterno, ma era pregna di un'aura magica, quasi sacra. Gli scaffali erano più alti del normale e l'ampiezza della stanza permetteva il posizionamento di lunghi tavoli e di alcuni più piccoli ed "intimi". Il brusio di sottofondo era abbastanza piacevole, non fastidioso al punto di impedire la concentrazione, anzi lo favoriva, al pari di una rilassante melodia. C'era solo una nota negativa che subito balzò alla sua attenzione: non c'erano posti liberi. Si alzò persino sulle punte per cercare di ampliare il suo campo visivo, ma nulla. Tutti i tavoli parevano occupati, che fossero da soli libri o da studenti intenti a leggere o parlottare. Il giovane Blackfyre, però, non era tipo da arrendersi, così iniziò a muoversi per la sala, alla ricerca di un posto libero, non potevano essere davvero tutti occupati. Non dopo tutte le rampe di scale percorse ed i corridoi in cui si era perso. *Questo è davvero un bel problema, se non trovo posto dovrò andarmene in giardino o in sala comune... no altre scale... Visto che ormai mi trovo qui, credo proprio che ci resterò anche a costo di sdraiarmi a studiare sul pavimento. Si, proprio quell'angolino, tra gli scaffali, non darò fastidio a nessuno. Aspetta, ma quello... è un tavolo libero!* Un colpo di fortuna il suo, mentre cercava un angolo dove potersi sedere a terra per non disturbare i passanti, era riuscito a notare un tavolo tutto solo che non aspettava altro che essere occupato da lui! Si mosse frettolosamente, per evitare che qualcuno gli soffiasse il "tesoro" da sotto il naso ed solo alla fine di quel piccolo scatto strozzato, notò che non sarebbe stato solo. Una ragazza era seduta a quel tavolo. Non riuscì a vederla bene in volto, era china a ricopiare appunti sulla sua pergamena; lasciava scorrere la penna in piuma d'oca con un invidiabile leggiadria, nulla a che vedere con la sua scrittura troppo spigolosa e a tratti disordinata. Si soffermò qualche istante ad osservarla, aveva un ché di familiare, nel mentre la mano sinistra andò a toccare la cravatta dell'uniforme, sistemandola. Si posizionò nei pressi del posto vuoto di fronte a lei, poggiando il libro sul tavolo, facendo attenzione a non fare troppo rumore. Ciao. Ti va bene se mi siedo qui? Purtroppo non ci sono altri posti liberi. Le disse educatamente, accompagnando tutto ad un sorriso di cortesia genuino, non credeva la ragazza avrebbe rifiutato, per cui iniziò a togliere la forza dalla spalla sinistra, per poggiarla allo schienale della sedia. Fu proprio in quel momento, ad un'occhiata più attenta, che la riconobbe: era lei, sì, proprio lei... Siri Jensen! Narrato ~ «Parlato» ~ *Pensato*
“ Improvvise. Adapt. Overcome. ” | |
© Arklys ~ harrypotter.it Edited by †Gunrock† - 15/4/2020, 19:37
|