Losing the right way.

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view post Posted on 21/4/2020, 22:39
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Losing the right way.

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Dolore, rinuncia, abbandono. I tre esponenti massimi che da diverso tempo aleggiavano nella vita del ragazzo. Le uniche persone che avevano provato affetto nei suoi confronti, erano scomparse dalla sua vita da molto tempo. Era solo in quella cittadina così grande da scoppiare, in mezzo alla folla si sentiva lo stesso solo, l'urlo del dolore interno che lo assordava. Disorientato dai ricordi, percorse correndo tutte le vie di Hogsmeade, procedendo tra i viandanti del luogo senza una precisa meta. Correva, i muscoli scattanti e forti dai numerosi allenamenti. Non pensava, o forse pensava così tanto che si era perduto. Non una lacrima usciva dagli occhi azzurro cielo, non ne aveva più da moltissimi anni di gocce salate. Scappava dai propri ricordi, non gli interessava delle persone che gli gridavano di non correre. Era veloce come una lepre, una macchia scura che fuggiva da un mostro fantasma. Nessun impegno quel pomeriggio lo tratteneva dal godersi una giornata di riposo lontano dal proprio posto di lavoro. Il mantello che svolazzava alle sue spalle, mosso, oltre che dai passi svelti del ragazzo, anche dal freddo vento proveniente da Nord-Ovest che si abbatteva con una certa violenza per le vie del luogo. Non era affatto il caso di restare ancora in giro, visto che l'oscurità cominciava a farsi insistente, coprendo quei pochi raggi solari rimasti a rischiarare quelle tetre vie, rese scivolose da un acquazzone appena passato. E le nubi erano ancora cariche di pioggia, che non tardò ad arrivare. Piccole gocce fredde iniziarono a cadere sull'asfalto, infittendosi sempre di più in una cortina impossibile da superare a causa del vento. I passi di Lucas furono lesti. In men che non si dica aprì la porta del localino più famoso di tutta Hogsmeade e vi entrò. Un tintinnìo sulla sua testa annunciò la sua entrata nel locale, stranamente poco affollato quella sera. Tavoli occupati da uomini con lo sguardo apatico primeggiavano nel locale, mentre alcune piccole donne chiacchieravano in un angolo, sedute tutte attorno ad un tavolo. Il ragazzo corse fino a raggiungere il centro di una piccola postazione vicino una finestra, dove si fermò, il respiro affannato, gli occhi furenti. Non gli piaceva stare al centro dell'attenzione e, avendo notato gli sguardi di alcuni individui su di lui, si era affrettato il più possibile ad attraversare lo stretto corridoio che portava al tavolo. Sciolse il mantello, riponendolo su una delle due sedie poste attorno alla postazione, e occupando l'altra, cadendo lentamente indietro, facendo aderire bene la schiena. Poggiò il gomito sulla base di legno e il suo stesso viso sulla mano, lasciando che le iridi cristalline osservassero senza troppo interesse cosa lo circondava. Ora non sentiva più niente, se non una enorme voglia di urlare. O di spaccare qualcosa. Stanco di osservare quella monotonia, chiuse gli occhi, lasciando che fossero gli altri sensi a vivere per lui. Buio.






Edited by ~ Lucas Scott - 11/5/2020, 21:25
 
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view post Posted on 22/4/2020, 22:10
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Aveva sentito che BiblioMagic aveva un inventario di libri curioso e notevole, e ultimamente, doveva ammetterlo, le sue giornate erano così dannatamente vuote che era stata semplice la decisione.
Aveva passato la mattinata a prendersi cura dei cavalli e a pulire le stalle, cosa che faceva piuttosto raramente. C'era un signorotto, Earl, che se ne occupava mentre lei era via ma ora che non aveva nulla da fare riusciva addirittura a finire il lavoro attorno al maniero.
Si annoiava. E Daphne Woods non si annoiava mai.
Si era vestita in modo elegante, giusto per sostituire la sensazione che i vestiti logori e puzzolenti le avevano lasciato addosso e si era sistemata come se non stesse semplicemente andando a curiosare in giro bensì si stesse preparando per un qualche evento importante.
*Devo forse avere un valido motivo per sentirmi carina?*
A lei faceva decisamente strano vestirsi in quel modo, lei che era sempre stata abituata agli abiti semplici del mondo babbano fin da piccina, ma a pensarci bene davano più nell'occhio quelli nel mondo magico di quanto avrebbe fatto quel vestito rosso.
Raccolse i capelli in una treccia laterale per poi mettersi una mantellina sulle spalle, in caso facesse freddo o fosse rimasta in giro più a lungo del previsto. Salutò Chocolat chinandosi leggermente per lasciargli un bacio sul musetto e sparì.

---


Era stato un pomeriggio leggero, si era persa in chiacchiere con il commesso del negozio, e senza nemmeno accorgersene si era oscurato leggermente all'esterno.
La notte stava calando delicata, abbracciando le stradine semi deserte del villaggio, vi proveniva solo un leggero chiacchiericcio, quassi addormentato.
Non voleva tornare a casa. Un'altra sera in solitudine, lei e Chocolat davanti al caminetto a guardarsi con sguardi stanchi e malinconici, al ricordo del movimento che aveva invaso le loro giornate in passato.
Quel cane era stanco di lei, e la malinconia malcelata della ragazza rattristava anche lui. Era stupido da parte sua pensare che potesse renderlo triste la sua presenza, ma ormai la sua vita era triste, per quanto lei cercasse di mantenere il sorriso che la contraddistingueva,
Aveva bisogno di bere. E di mangiare.
I Tre Manici di Scopa era aperto e non conosceva posto migliore dove andare, O per lo meno un posto più vicino che potesse sopperire a quella vuotezza.
Entrò con passo delicato all'interno, notando la presenza di ben poche persone. La luce fioca faceva luccicare leggermente il tessuto del suo vestito e ben presto la sua vista si adattò.
Era decisa a mangiare qualcosa che non fosse dolce e bere qualcosa di forte, anche se non era certa del risultato, bere non era certamente da lei. Anzi.
Cercò un tavolino al quale sedersi, per quanto la solitudine la rattristasse, e ne individuò uno vicino alla finestra ma prima che potesse sedercisi l'aria vicino a lei venne smossa da un ragazzo che corse, sì, corse, per sedercisi lasciando Daphne di stucco a fissarlo corrucciata.
Rimase lì, ferma vicino al tavolino con aria confusa, per poi addolcire l'espressione e sciogliersi in un lieve sorriso. La situazione aveva del comico.
«Scusi, ma era rincorso da un troll di montagna per caso?» chiese scherzosa nonostante lui avesse appena chiuso gli occhi. Non sapeva se si fosse addormentato o che altro, ma Phee era curiosa di capire il motivo di quella corsa.
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view post Posted on 23/4/2020, 08:47
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Nebbia nell'anima, nebbia nel cuore. La rabbia non si era placata e le immagini gli rimandavano alla mente i ricordi della sua infanzia. Rivedeva suo fratello, vedeva gli elfi domestici, suo padre, i nonni, il ringhiante lupo di famiglia, il buio. Il buio era, difatti, la presenza più persistente. Forse, alla fine dei conti, era proprio il buio l'essere che più l'aveva amato, popolando le sue notti e spesse volte anche le sue giornate. I vari odori che quel locale emanava, impregnavano le narici come l'odore di sudicio in una casa di babbani, troppo forte per essere ignorato, troppo persistente per essere dimenticato. Poi, nella concentrazione degli odori, sentì un rumore. Non aprì gli occhi, ma si concentrò ad ascoltare. Percepì la fine dei passi, poi, una sorta di tramestio vicino la sua postazione. Pochissimo dopo, tanto improvvisamente che il cuore gli martellò forte in petto, una voce femminile che gli parlava. Non conosceva la proprietaria di quella voce,era totalmente nuova per lui, ma pareva, dalle sue parole, una ragazza dai toni fin troppe gentili. Forse un motivo particolare, forse un senso di frustrazione generale. Forse solo odio per la specie umana,ma Lucas rimase fermo, impassibile. Sempre ad occhi chiusi, non mosse un muscolo, a parte un sopracciglio, che si aggrottò leggermente. Non capiva bene da dove provenisse quella voce, pareva quasi dall'alto, ma quando era entrato nel locale non aveva visto nessuno, che potesse destare minimamente la sua attenzione. O meglio, non aveva guardato affatto -Se sono i Troll di montagna che ti preoccupano, non ti inquietare. Già mi temono.- disse facendo intendere molte cose, o forse alcuna. Finalmente riaprì gli occhi, osservando la giovane, vestita in maniera "originale". Non era certo un tipico abbigliamento che si vedeva in giro per il mondo magico. Era piuttosto un abbigliamento che aveva qualche volta visto nella Londra babbana, e fu per quel motivo che si stupì leggermente.Nel frattempo distaccò lo sguardo, cominciando a rotearlo da un individuo ad un altro, senza porvi reale interesse. Troppo gretti gli uomini del locale, intenti in chissà quali futili pensieri, per nulla attraenti alla vista del ragazzo che sedeva in quell'angolino del locale, senza crucciarsi troppo della solitudine. Il suo animo vi era abituato, così come lo era a non soffermarsi troppo all'esteriorità di una persona. Era il modo di porsi, l'intelligenza e la perspicacia ciò che attraeva maggiormente il giovane, annoiato in quel preciso istante -Come puoi vedere, gli altri qui vicino non si avvicinano a me.- *devo essere infettivo* si disse tra sé e sé. A volte amava questa sua parte intollerante. Era una cosa istintiva, come istintivamente il topolino teme il pitone, sebbene egli dorma.







Edited by ~ Lucas Scott - 11/5/2020, 21:47
 
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view post Posted on 9/5/2020, 13:35
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Aggrottò leggermente le sopracciglia, perplessa, nel vedere il ragazzo rimanere impassibile, immobile se non per un sopracciglio alzato, con gli occhi chiusi, nonostante lei gli avesse appena rivolto la parola.
Sembrava pensieroso, un po' nel suo mondo, forse dai modi un po' troppo burberi, ma non si sarebbe mai permesse di giudicarlo troppo in fretta, semplicemente voleva capire perché stesse correndo. Curiosa? Ficcanaso? Era entrambe.
«Io preoccupata per i Troll di montagna? Così teneri e incompresi» esclamò ironicamente, data la piega che aveva preso la conversazione.
Non le era sembrato volesse mantenere i modi formali che si tengono di fronte agli sconosciuti, aveva addirittura usato il 'tu'. Non che la cosa la disturbasse. Le aveva semplicemente fatto capire che non sarebbe stata una conversazione intrisa di formalismi e formule di cortesia, ma una chiacchierata che sarebbe potuta sfociare il qualche teatrino comico, come le era solito.
Notò che si stava guardando attorno (non aveva nemmeno visto quando aveva riaperto gli occhi) e perciò tento di seguire il suo sguardo con finta perplessità, come a punzecchiarlo.
«Forse qui sono semplicemente tutti troppo impegnai a bere, o forse sei stato troppo a contatto con i Troll...» disse con tranquillità, lasciando trasparire il tono scherzoso di chi vuole velatamente far intendere che puzzasse, come una presa in giro. Sorrise per fargli capire di non prenderla sul serio ma rimase lì a guardarlo per capire cosa avesse ancora da dire.
*Dai che ti manda a cagare, Phee.*
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view post Posted on 11/5/2020, 20:48
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Ascoltò stranamente divertito le parole della giovane sconosciuta. La sua fiducia verso gli estranei era da sempre stata pari a zero, così come lo era per alcuni, anzi molti dei conoscenti. Le sue passate peripezie gli avevano insegnato a non dar troppo adito alle false carinerie: risultavano spesso infime e poco veritiere, e il ragazzo aveva imparato a tener gli occhi bene aperti. Non solo dagli individui, ma anche e soprattutto dalla stessa vita. Tuttavia, il tono trasparente e privo di velleità utilizzato da quest’ultima, indussero i nervi scattanti di Lucas ad abbassare le solite barriere difensive che in altre circostanze avrebbe fatto giustamente prevaricare. Le ultime giornate trascorse nel mondo magico londinese erano state estenuanti, troppe situazioni lasciate in sospeso avevano richiesto la sua presenza, finendo per cancellare ogni briciola di entusiasmo che aveva recentemente manifestato nel suo ritorno alla realtà. Una piccola distrazione per allievare la solita routine giornaliera avrebbe potuto giovare al suo stato d’animo: torturare psicologicamente il malcapitato/a di turno rappresentava da sempre uno dei suoi hobby preferiti, un occasione quella che si era presentata fin troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire. Cominciò a scrutare con maggiore attenzione la figura della sconosciuta, soffermandosi maggiormente sui tratti lineari e delicati che incorniciavano il suo volto -Stavo giusto pensando di investire il mio denaro per costruire un centro per addestramento di Troll, una referenza come la tua potrebbe tornarmi utile!- accompagnò quelle parole con un sorriso leggermente sbieco. La decisione di abbandonare gli studi di Hogwarts durante il sesto anno si era dimostrata deleteria sul fronte economico. I genitori avevano deciso di troncare ogni sorta di finanziamento con la figura di Lucas, destituendolo quasi dal prestigioso cognome degli Scott. Una decisione che non lo aveva turbato più del necessario, visti i precari sentimenti che da sempre lo avevano legato all’intero nucleo famigliare. Grandi dubbi cominciarono a manifestarsi come spettri nella mente del giovane giornalista, mentre i suoi ricordi andavano veloci ad anni prima, quando era obbligo per lui seguire noiose lezioni private con l’insegnate e i suoi errori venivano registrati e giustamente puniti. Troppo volte si era ritrovato la notte a dormire nella sua umida e fredda cantina, scoprendo di non aver affatto dimenticato quel pavimento di pietra così scomodo e duro all’apparenza. Le sole giornate che ricordava con felicità erano legate alle sporadiche visite dei nonni materni, gli unici che riuscivano a trasmettere un senso di serenità all’interno della famiglia Scott. Spalancò gli occhi tenuti stretti in un grido disperato ma tutto interno, mentale, sordo. La presenza incombente della ragazza lo ridestò nel presente, costringendolo a nascondere il suo moto interiore, il suo dolore, la sua ira, la sua furia omicida. -Sempre che tu non abbia già altri impegni lavorativi importanti che ti tengono occupata!- indicò con una mano la sedia libera lì accanto, invitando con un gesto poco galante la ragazza a prendere posto. Scoprire il suo impiego lavorativo sarebbe stato il primo passo da intraprendere per capire quali paletti della conversazione non potevano essere oltrepassati. Nel frattempo il continuo picchiettare di alcune goccioline d’acqua sul vetro della finestra catturò la sua attenzione: l'intensità cresceva e diminuiva a raffiche, a seconda della direzione presa dal vento. La "tempesta" non accennava a placare la sua ira, andando a bagnare l’intera via del Villaggio. Un pensiero che abbandonò velocemente, troppo intento nell'osservare espressioni e movimenti della giovane.




 
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view post Posted on 3/6/2020, 09:03
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Daphne lasciò sfumare il discorso sui Troll di montagna non appena notò gli occhi del ragazzo, apparentemente blu, velarsi di ricordi. Il suo corpo era lì, davanti a lei a scrutarla in modo analitico, ma la sua mente era lontana, alla ricerca di ricordi cupi che probabilmente erano tornati contro la sua volontà.
La mente aveva un modo strano di agire. Era un insieme di meccanismi incomprensibili, non aveva forma, ma era tutto ciò che controllava l'uomo, ciò che lo poteva distruggere senza nemmeno volerlo. Conteneva ricordi, informazioni e aveva il potere di viaggiare senza spostarsi di un centimetro.
Tornò a lei dopo qualche attimo, facendo mutare l'espressione corrucciata e, per un occhio attento come il suo, sofferente. Non avrebbe voluto intromettersi nei suoi pensieri ma allo stesso tempo era fatta così, sapere che qualcuno soffriva la faceva stare male a sua volta.
Non avrebbe fatto domande, sarebbe stata educata nel lasciare la privacy a quel ragazzo di cui non sapeva nemmeno il nome.
Notò il gesto del ragazzo che le indicava la sedia di fronte a lui. Indugiò un attimo. Voleva davvero disturbarlo? Sì. A nessuno piaceva bere in solitudine.
Si sedette in modo elegante appoggiando il mantello sulla spalliera della propria sedia per poi ritornare a poggiare gli occhi azzurri sul giovane.
«Spero di no. Se avessero bisogno di me non sarebbe un buon segno di certo». In quel momento non sapeva nemmeno quando avrebbero di nuovo avuto bisogno di lei, dal ritorno dalla Francia sembrava essere in panchina per un po'. Quell'incarico le aveva stravolto tutto.
Si protese leggermente in avanti tendendo la mano destra al ragazzo e facendo un sorriso lieve.
«Daphne, piacere.»
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