The Flight of Eagles and the Roar of Lions, Per KC

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view post Posted on 9/5/2020, 13:27
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Alice Lastrange
III Anno - 17 Anni - Corvonero

WtIiZVM
Maggio aveva porto con sé i caldi primi raggi di Primavera che di solito Alice amava ma che quella mattina trovò del tutto irritanti. Dalla finestra poco distante dal suo letto giungeva una fastidiosa luce che svegliò irreparabilmente la Corvonero. Odiava essere svegliata in quel modo, non aveva lezioni quella mattina poteva benissimo riposare un altro pò, ma qualche sua concasata aveva avuto la brillante idea di lasciare le tende aperte. Tutti conoscevano il suo immenso amore per il dolce dormire e non dubitava che fosse stata lasciata in quel modo proprio per destare il suo sonno, sapevano bene che una Alice alterata con il Sole è sempre meglio di un Alice svegliata da qualcuno. Questo però non era scusa abbastanza valida, avrebbe studiato comunque, la notte porta consiglio e alla Corvonero anche la concentrazione adatta per fare i compiti.
Erano solo le otto di mattina ed era già era nervosa, la giornata non prometteva affatto bene.
Si vestì di tutto punto, guardandosi allo specchio ravvivò la sua riccioluta chioma, da quando li portava in quel modo perdeva decisamente meno tempo nel prepararsi, anni ed anni passati a lisciarli per poi scoprire che riccia stava anche meglio, come sintesi della sua vita.
Probabilmente stava crescendo, e non solo nel fisico, quello lo notava giorno per giorno, ogni giorno che passava capiva qualcosa in più su se stessa e su quello che ne avrebbe fatto della sua vita, non aveva mai realmente pensato al suo futuro, ma in quell'ultimo periodo molte situazioni l'avevano portata a pensarci più del dovuto. L'approcciarsi a molte nuove materie aveva fatto la gran parte del lavoro, si era resa conto che per alcune cose era realmente più propensa mentre altre non le andavano affatto a genio e questo la spinse a considerare le varie possibilità, anche se quel futuro era ancora lontano. Il suo terzo anno ad Hogwarts era quasi terminato, aveva ancora molta strada da fare, le lezioni stavano per giungere al loro termine e presto sarebbero iniziato gli esami finali.
Con tutti quei pensieri per la mente, la Corvonero scese uggiosamente le infinite scale, seguendo i loro ritmi e i loro spostamenti, fino a giungere alla tanta adorata Sala Grande. Il profumo di cibo giungeva sin dal corridoio vicino, seguito da un sonoro lamento del suo stomaco. Si, era proprio ora di mettere qualcosa sotto i denti.
Prima di varcare il suo ingresso però Alice non riuscì a non notare le quattro grandi clessidre, sapeva che Corvonero era in vantaggio, ma non pensava fino a questo punto! Un enorme quantità di zaffiri blu ricolmavano il suo vitreo contenitore, innalzandosi rispetto alle altre tre delle casate avversarie.
Quella mattina stava finalmente trovando una notazione positiva, sul suo volto si dipingeva un enorme soddisfazione che non perse tempo ad esprimere una volta giunta al tavolo dei Corvonero.

«Ragazzi ma avete visto le clessidre? Li stiamo schiacciando! Sento già il profumo della vittoria... ma è ovvio, siamo i migliori, non c'è altro da aggiungere»
Le risate e la gioia dei suoi concasati risuonò nella grande sala ricolma di studenti, ma ad Alice non dispiacque.
Che ascoltassero il grido delle Aquile!


 
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view post Posted on 2/6/2020, 13:01
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Casey Bell
‹Prefetto Grifondoro ‹16 anni ‹Morta di sonno

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L'insonnia era una terribile nemica. In combo con la caciara della Sala Grande all'ora della colazione, aveva stordito Casey, che adesso se ne stava con la testa che penzolava da un lato di fronte al suo piatto di bacon e uova. Vi aveva spalmato sopra per sbaglio la marmellata alle more, e ancora al terzo boccone non le era tanto chiaro perché il suo pasto sapesse di disperazione. Buttava giù quel sapore contorto con grosse sorsate di caffè amaro mentre Les Witherspoon elencava svogliato il da farsi della giornata, fra le esercitazioni di Erbologia nella serra numero tre, appresso alle Mandragole urlanti e le lezioni di White sulla Pozione Dimenticante. In effetti ce ne sarebbe voluto più di un goccio di quel preparato per dimenticare le urla delle radici poppanti e degli altri poppanti che popolavano i tavoli della Sala Grande, ma dubitava di riuscire a intascarsi la fialetta una volta terminata la preparazione, che serviva al prof per valutarla. Comunque piano piano cominciò a riprendersi, vuoi per l'inquinamento acustico o per le tre tazze di caffè e la quarta che stava già arrivando. Non vedeva l'ora di finire quella tremenda colazione - il motivo del suo saporaccio era ancora un'incognita - e di andarsene a fumare una con Les prima della lezione dietro i rampicanti della serra, come augurio di non finire stecchiti per il pianto di una Mandragola prima del finire della mattinata.
Per quanto fosse intontita, dalla massa sonora indistinta del brusio degli studenti riuscì a captare il vociare di una ragazza che si era alzata impettita dal tavolo dei Corvonero e che aizzò i suoi concasati a fare altrettanto, ululando quanto fossero bravi e diligenti i Corvi nel guadagnarsi gli zaffiri. In tutta risposta, dal fondo della tavolata Grifondoro emerse un coro di «Craaaa craaaa!» cornacchiesco di scherno, che suscitò le risate dell'intera casata e di qualche Tassorosso nella tavolata attigua. KC rise assieme a Les, che nel mentre le indicava con ilarità la marmellata di more che aveva utilizzato per rovinare il suo bacon. Con un «Va be', dai» allontanò il piatto da sé ancor più divertita di prima, ma facendolo notò il breve scambio di battute di due primini di fronte a lei, che sembravano piuttosto abbattuti per la disparità di punti coi Corvonero. In effetti le dispiaceva che loro non potessero godere della sua stessa fortuna di vincere la Coppa delle Case al primo anno, e tentò di consolarli nella maniera che conosceva meglio: deridendo i vincitori.
«Su, ragazzi, siate magnanimi. Le cornacchie non vincevano una coppa da qualcosa come tredici anni. Lasciamoli gracchiare vittoria ancora per un po'. Vedrete come spiccheranno il volo appena gliela strapperemo di nuovo.»
Detto ciò fece un cenno a Les per fargli capire che era pronta ad andare, e si alzò rovistando nella tracolla per cercare il suo pacchettino di sigarette.



Scusa sorella, eri in una lunga lista d'attesa :ph34r:
 
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view post Posted on 5/6/2020, 12:45
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Alice Lastrange
III Anno - 17 Anni - Corvonero

WtIiZVM
Il vociare rumoroso della Sala Comune parve ammutolirsi per qualche secondo nella mente della Corvonero, nella cui testa rimbombavano solamente le saccenti parole di quella ragazzina. Osava prendersi gioco di loro? Davvero? Volse lentamente lo sguardo nella sua direzione, scrutandola con arroganza dall’alto verso il basso. L’aspetto androgino le donava un fascino particolare che, in assenza di femminilità, riempiva il vuoto lasciato dalla totale mancanza di raziocinio.
*Povera piccola stella* pensò Alice, non c’era gioia più grandi di correggere qualcuno, sopratutto se quel qualcuno pretendeva di esporre fatti, errati, che sarebbero dovuti andare a discapito della sua amata casata. Guardandola dritta negli occhi la Corvonero si sedette sulla grande panca, incrociando le gambe con eleganza, quale sublime modo per sfogare quel malessere mattutino.

«Maeve, sei stata tu?» chiese, con una finta espressione confusa, ad una Corvonero del quinto anno poco distante da lei «Thompson? Hughes? Nemmeno voi?» aggiunse ad altri due ragazzi mentre il suo tono si fingeva sempre più turbato. I due Corvonero sogghignarono, scuotendo la testa in segno di negazione, ed era quello il lato che più preferiva dei suoi compagni, capivano senza bisogno di aggiungere altre parole.
«No? Allora mi chiedo, esattamente, chi ha chiesto la tua opinione biondina?» alle sue spalle le reazioni non tardarono ad arrivare, risate in coro giunsero da quasi tutti i Corvonero li vicino, mentre altri si limitarono ad annuire compiaciuti. Il volto di Alice era indecifrabile, un mix esplosivo tra divertimento e arroganza, un po' come lei stessa era. Chi aveva avuto modo di conoscerla forse non lo avrebbe mai detto, o semplicemente era stata fortunata a trovare persone che erano state capaci di tirare solo il meglio di lei, eppure qualcuno era stato sfortunato. Ricordava ancora i battibecchi con la Von Eis, quella serpe era stata una spina nel fianco, ogni occasione era buona per avvelenarsi l’una con l’altra tirando fuori quel lato di lei in gran parte dovuto alle sue origini. Non voleva ammetterlo ma era stata cresciuta da due delle generazioni di Serpeverde della famiglia Lastrange e questo in parte aveva plasmato il suo carattere ma sopratutto il suo orgoglio. Così come nessuno avrebbe mai dovuto denigrare il nome della sua famiglia allo stesso modo non avrebbero dovuto farlo per la sua casa, ormai divenuta un pezzo del suo cuore.
«Ammiro davvero il fatto che tu sia così informata sulla lunga storia dei vincitori nel corso degli anni, ovviamente non mi aspettavo nozioni corrette da parte di una Grifondoro» voltandosi leggermente, in modo da afferrare la tazza di caffè alle sue spalle, si creò una piccola pausa che servì alla Corvonero per disporre le sue prossime parole come più taglienti possibile «Forse eri troppo impegnata a miagolare altre fandonie l’anno scorso... quando abbiamo vinto sia la Coppa delle Case che il Torneo di Quidditch» concluse poi, sorseggiando compiaciuta quella bevanda dagli infiniti pregi.



So che non è colpa tua se il topic non è stato aggiornato, ma davvero questa me l'hai servita su un piatto d'argento :secret:

Mi riaggiungo alla tua lunga lista :hedgehog:
 
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view post Posted on 11/6/2020, 18:54
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Casey Bell
‹Prefetto Grifondoro ‹16 anni ‹Morta di sonno

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Se lentamente il caffè aveva preso a svegliarla tazza dopo tazza, la stranezza di quella situazione ebbe la stessa efficacia di una bella secchiata d'acqua gelida in volto. Ancora intenta a cercare all'interno della sua borsa, sollevò lo sguardo sbigottita prima verso Les, che ricambiò l'occhiata, e poi alle sue spalle, da dove proveniva l'intenso gracchiare. Il tempo parve fermarsi per lunghi istanti, giusto per strappare i neuroni assopiti dalle braccia di Morfeo e farli ripartire a tutta birra.
Lo sconcerto aveva travolto tutta quella porzione della tavolata Grifondoro. Qualcuno sussurrò al suo vicino frasi come «Ma come diamine ha fatto a sentirla?», oppure come «Non sapevo che esser smistati in Corvonero ti desse il bonus del superudito».
Casey sbatté le palpebre più e più volte, cercando di ricordarsi se avesse gridato o meno la frasetta buttata lì ai primini pochi istanti prima. E dire che spesso i suoi compagni si lamentavano del fatto che si mangiava le parole quando era presa dal sonno, e dubitava che a quell'ora del mattino riuscisse a produrre così tanti decibel da superare la tavolata dei Tassi per colpire quella dei Corvi. Le sembrava più probabile che la tipa stesse bluffando o che conoscesse un ripugnante incantesimo per leggere nella mente delle persone.
Ad ogni modo l'urto provocato dal modo in cui la Corvonero le si era rivolta la svegliò del tutto, e in malo modo. Certo, aveva fatto un po' di fatica a capire cosa avesse detto per l'esattezza, ma aveva percepito lo scherno. Nuove deduzioni sorgevano spontanee, come il fatto che la tanto vantata dedizione al dettaglio degli adepti di Priscilla riuscisse spesso e volentieri a scadere nella pedanteria per le futilità, mentre altri pensieri già elaborati si vedevano dimostrati. Se prima considerava le cornacchie troppo serie e attaccate alla credenza sull'infallibilità della loro logica, adesso era chiaro che dovevano viversela in tutto e per tutto come se avessero una Scopalinda a fargli compagnia sotto la tunica. D'altronde lei sapeva benissimo che Corvonero aveva vinto la scorsa Coppa. Era stata anche piuttosto felice per Megan, che dopo poco tempo era pure diventata Caposcuola. Ma anche se partecipava ai successi delle persone che voleva veder sorridere, non poteva assolutamente metter da parte la sua casata. Risollevare gli animi era d'obbligo, in quanto Prefetto. Se i suoi Grifetti erano tristi lei li avrebbe fatti ridere.
«Feeeeeeeeeerma là, sta' buona.» Avrebbe voluto dire una cosa come "biondina a soreta", ma non possedeva le parole giuste per rendere bene l'espressione. «Ah tranquilla, non ci siamo dimenticati di voi. La vostra vittoria è un evento così raro nella storia che Peverell mi boccerebbe se me ne scordassi.»
Qualche risatina qui e là, qualcuno che si affogò col latte e che lo rigettò dal naso dopo aver colto la battuta, ma nonostante ciò le guance del Prefetto avevano preso a pulsare. Sostanzialmente pensava di star perdendo tempo. Avrebbe dovuto girarsi per abbaiare ad ogni moccioso che le tirava una pietra o dar l'esempio di quanto i Grifondoro se ne infischiassero della mancanza di autostima altrui e di quanto sbattessero i piedi per un po' di considerazione? La tentazione però era grande e la vera domanda era la seguente: se un bimbetto vuole capire cosa si prova nel toccare una fiamma perché non lasciare che impari bruciandosi le dita?
«Insomma, era anche ora che ne vinceste una. Vuoi un applauso? Se vuoi te ne facciamo uno, ma credimi... tredici anni non si possono sostituire né con una né con due coppe.»



Solo un piccolo errorino: l'ambientazione della Rowling vuole che fra le tavolate di Grifondoro e Corvonero ci sia quella dei Tassorosso. Quindi ecco, o vieni da noi o alzi un po' la voce :ihih:
 
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view post Posted on 3/7/2020, 12:48
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Alice Lastrange
III Anno - 17 Anni - Corvonero

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L’atmosfera iniziava a farsi carica di tensione, lo scambio di frecciate tra le due ragazze non era passato inosservato, e nonostante la finta noncuranza con cui la grifondoro le aveva risposto, Alice sapeva che aveva colpito nel modo giusto. Quella sensazione, fu quasi un toccasana, un divertimento inaspettato che stava migliorando di netto la sua giornata. Probabilmente chiunque avrebbe potuto sentirsi offeso da quelle parole, ma ormai la corvonero ci era abituata, da anni ormai gran parte degli studenti trovavano grande soddisfazione nel vederli perdere, nonostante ciò ogni volta provava una grande rabbia al riguardo. Si soffermò ad osservare meglio la ragazza, divisi dalla grande tavolata dei Tassorosso, poteva sembrare molto più grande della sua reale età, ma il suo viso invece non lasciava spazio a nessun dubbio. Non era sicuramente più grande di lei, ne aveva la sua stessa età, altrimenti l’avrebbe sicuramente incontrata a qualche lezione, probabilmente era di primo, forse di secondo, non ne era sicura. Ma se così fosse, di quali meriti esattamente si stata vantando? *Tipico...*
Il suo tono si fece leggermente più alto, le sue parole dovevano essere recepite chiaramente alla ragazza, seppur poco distante
«Effettivamente si, lo gradirei un applauso, da parte tua in particolare modo, ma visto che sei così ferrata in storia ricordami una cosa...» il suo sguardo si fece falsamente turbato, come se nella sua mente stesse elaborando grandi calcoli.
«Correggimi se sbaglio, cosa alquanto improbabile, ma questi sono dettagli...» nella sua voce si poteva benissimo cogliere quel tono saccente di cui amava avvolgersi, soprattutto quando qualcuno cercava di trovare una sua ragione dove in realtà non c’era, e anche nel frastuono della Sala Grande riusciva benissimo a sentire gli artigli della ragazza striare sulle grandi vetrate a cui si era appesa.
«Se non vado errato l’ultima coppa i Grifondoro l’anno vinta tre anni fa, tu cosa sei una di primo? Di secondo? Non credi che sarebbe meglio fare di più per la tua casata invece che ripercorrere gli annali delle perdite dei Corvonero?»
Il caffè nella sua tazza la richiamò a gran voce, il suo profumo l’avvolgeva, per quanto ormai fosse del tutto sveglia, a causa di quella tipetta tutto pepe, si beò di un’ulteriore sorsata riflettendo sull'anomalo carattere di quella studentessa. Durante i suoi anni ad Hogwarts ne aveva incontrati parecchi di Grifondoro, Oliver era persino diventato un suo grande amico, eppure nessuno di loro aveva dimostrato quel temperamento e quella schiettezza così fuori dal comune, doveva ammetterlo, in un altra situazione, avrebbe adorato quella ragazza. Il suo fare pungente e il suo orgoglio erano rari, se solo non avesse deriso la sua preziosa casata, cavolo quanto la mandava in bestia quella cosa.
Se all’esterno, infatti, Alice sembrava essere del tutto calma, come la superficie di un lago senza nemmeno un increspatura, al suo interno l’ex prefetta era furiosa, tanto irritata da voler urlare contro quell’impertinente, ma doveva restare lucida, abbassarsi al suo livello sarebbe stato anche peggio, e probabilmente non avrebbe fatto altro che dare soddisfazione alla stessa Grifondoro.




 
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Casey Bell
‹Prefetto Grifondoro ‹16 anni ‹Morta di sonno

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Aveva creduto che la saggezza e l'elogio dell'intelletto fossero le prerogative della nobile casata di Priscilla. Valori come quelli venivano tanto decantati dal Cappello Parlante all'inizio di ogni smistamento nella sua canzone e secondo quei parametri i nuovi adepti venivano rivestiti di bronzo e blu. La personcina che aveva di fronte però era l'incarnazione dell'esatto opposto di ciò che un corvonero sarebbe dovuto essere. La perfetta dimostrazione della sua tesi che tutto ciò che veniva detto in giro su ogni casata fosse solo il frutto di stupidi stereotipi.
L'immobilità aveva incollato Casey al terreno e i suoi occhi giudicanti alla ragazza. Era seria, non c'era l'ombra di scherzo sul suo volto. Molti Grifondoro si zittirono, alzarono le sopracciglia e rimasero in attesa con le orecchie e le pupille puntate sulla scena, quasi certi che il Prefetto ne avrebbe combinata una delle sue dopo quella infelice e ingiusta uscita. Si aspettavano fuochi e fulmini, schiantesimi e lumache che schizzavano via dalla faringe dell'ochetta che aveva davanti, ma nulla di ciò si manifestò. L'unica novità sorse nello sguardo di Casey: un profondo senso di vergogna ed imbarazzo per l'intera casata di Corvonero.
Ogni singola espressione pronunciata da Alice dava l'idea che se la fosse studiata a tavolino il giorno prima. Ogni tentativo di risultar procace rendeva ancor più ilare agli occhi di tutti quella scena. L'idea che quella tizia avesse solo in mente di provocarla per il puro gusto di farlo fece capolino nella sua testa. Ma a che pro? Cosa c'era di tanto saggio, creativo e intelligente in una strategia del genere? Si stupì di come quell'elemento avesse potuto contribuire in maniera così esemplare alla vittoria della sua casata. Si stupiva tra l'altro anche dell'improvvisa e così rigogliosa rifioritura di quegli zaffiri dopo tredici anni di totale inefficienza da parte dei loro rappresentanti, a meno che non ci fosse stato un copia copia generale del lascito di qualche studente più grande. In effetti solo quello poteva essere il miglior modo in cui quella gallinella avrebbe potuto generare delle uova d'oro.
L'impulso che chiunque avrebbe avuto di fronte a frecciatine tanto fuori luogo sarebbe stato di domandarle con tumulto chi si credeva di essere e come si permetteva di giudicare a pelle qualcuno che non aveva mai conosciuto. Molto poco saggio e molto poco logico. Tra l'altro nessuno aveva ben compreso cosa volesse intendere con quel discorso dato che Casey era lì ormai da cinque anni e per tutte e tre le volte aveva sorretto coi suoi concasati la Coppa delle Case. Inoltre accusare un Prefetto - persino l'unico rimasto della casata - di indolenza era piuttosto grave. Casey non si era mai vantata di nulla, nemmeno in quell'insignificante frangente che stava vivendo. Aveva sempre fatto quello che poteva per Grifondoro seppur odiando il peso di quella spilla e sentendosi la persona più inadeguata a portarla.
La risposta a quelle accuse era troppo semplice per tergiversare. L'unico modo per levarsi di torno gli stolti era annuire e lasciarli crogiolare nel loro insipido brodino. Tuttavia non seppe resistere, una risata era impossibile da trattenere di fronte a quel teatrino. Si voltò verso Les, che stava esplodendo di suo per l'incazzatura, e gli sorrise nel tentativo di non sbuffare dal ridere. Gli parlò con una vocettina acuta simulando il tono e il parlato di un ottenne tendendogli un braccio.
«Fratellone, mi accompagni che sono troppo piccola e stupidina per arrivare da sola alle serre?»
Il compagno sghignazzò all'improvviso, sorpreso, e la prese a braccetto. Dei sorrisetti divertiti si diffusero per tutta la tavolata rosso-oro.
«Va bene, piccina» rispose lui «e se fai la brava facciamo anche a te un applauso e ti cantiamo pure un coretto da stadio.»
Voltarono le spalle e si incamminarono verso l'uscita divertiti, roteando gli occhi per l'enorme disagio che avevano appena visto in quella sala.



Credo che adesso sia naturale per il mio pg andare a fumarsi la famosa sigarettina del buongiorno con Les :zalve:
Ci sono alcune incongruenze fra on e off riguardo il regolamento base del forum e alle specifiche sullo scorrere del tempo che rendono quanto affermato da Alice un tantinello fuori luogo.
Io chiuderei qui. Adieu :tifo:
 
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5 replies since 9/5/2020, 13:27   346 views
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