Il Brio(r) della festa

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view post Posted on 15/5/2020, 16:27
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Caposcuola
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CASEYBELLDa qualche giorno il dormitorio femminile n. 1 era diventato il quartier generale dell'intera casata e oltre. Le ragazze entravano e uscivano furtive portando con sé scatoloni e sussurrandosi all'orecchio con aria circospetta. Avevano rischiato più volte di farsi scoprire, considerato che ad Oliver Brior piaceva così tanto la Sala Comune. Molto spesso infatti, il Caposcuola si era sentito invitare fino alla forzatura - seppur sempre in maniera molto garbata - a farsi un giro altrove, o gli era stato chiesto di supervisionare qualcosa di inesistente o che una pestifera colonia di Pixie gli aveva rubato dalla stanza i calzini per farsi un nido sulla Torre di Astronomia. Potevano sembrare casi un po' strani agli occhi esperti di Brior, in effetti, ma era stato necessario dar sfogo alla fantasia per tenerlo lontano dai preparativi.
La ciliegina sarebbe stata posta sulla sommità della torta proprio quel giorno, il 15 maggio. KC aveva raccomandato a tutti di far finta di nulla, ma nemmeno di rendere tutto troppo sospetto. Avrebbero potuto fare gli auguri al Caposcuola, ma nulla di eclatante. Una giornata quieta all'apparenza, priva di novità e sommersa di lezioni, lo avrebbe accolto algida e piena di stimoli per pensare quanto i suoi amici fossero poco entusiasti dell'anniversario del suo avvento sulla Terra. Una pioggia di zucchero a velo sul dolce in questione, ultimo tocco di classe, sarebbe stato il messaggio di Casey fattogli piovere addosso con una strillettera quel mattino, in cui gli raccomandava di farsi trovare alle 16.30 ai Tre Manici di Scopa per parlare di un fittizio colloquio che KC aveva avuto con Peverell sul "terribile andamento della casata Grifondoro negli ultimi mesi". Sperava che uscire dal castello per discutere della strigliata da parte del professore per il giorno del suo compleanno gli suonasse davvero, davvero fastidioso.

I Grifi e la Elliot si erano riuniti all'ingresso subito dopo il pranzo, lasciando Oliver tutto solo in Sala grande alle prese col budino. KC era animata da una grande eccitazione, ma anche da una grande ansia. Coordinare tutto assieme agli altri partecipanti non era stato semplice - e soprattutto per lei non lo era stato il doversi aprire alle proposte altrui. Voleva, come gli altri, che tutto fosse perfetto, e ciò l'aveva elevata a un grado di isteria al di sopra della norma; ma si era ripromessa di non dar di matto e di lasciare che altri dessero il loro contributo senza esser dover subire la sua ossessiva mania del controllo su ogni cosa.
«Siete fenomenali, grazie a tutti voi» aveva detto ai compagni che si erano recati con lei prima ai Tre Manici per allestire la saletta con le decorazioni. Guardò in particolar modo le primine. Quello per tutti loro era anche un modo per alleviare lo stress degli esami di fine anno. L'unica nota di dispiacere era rappresentata dall'assenza di Nieve. Non si sapeva dove fosse ormai da tempo, e il suo posto da Prefetto era stato dichiarato vacante. Tante volte aveva pensato di scriverle per chiederle sue notizie, ma non aveva idea di dove spedire Marcabrù.
«Mi raccomando ragazze, solo burrobirra analcolica. Strafogatevi di dolci però!»
Soddisfatta del lavoro, una volta compiuto si mise a controllare ogni cinque secondi l'orologio, e a contare le persone che piano piano arrivavano. Oliver sarebbe dovuto arrivare a momenti, non era mai in così grande ritardo. Mille volte si era prefigurata la sua espressione prima e dopo essere entrato nel locale. Se dall'esterno si fosse affacciato alle finestre avrebbe visto la presenza dei soliti clienti che parlottavano tranquilli ai loro tavoli intrisi di schiuma di burrobirra, ma una volta entrato… Una pioggia di coriandoli lo avrebbe travolto, una canzoncina di compleanno stonatissima avrebbe deliziato le sue orecchie, e si sarebbe deliziato delle decorazioni fatte di infiorescenze animate con la magia, sui cui petali erano state scritte delle dediche da parte degli invitati al festeggiato. Chissà che faccia avrebbe fatto, chissà se se lo aspettava! Una volta ripresosi dallo choc, un dono impacchettato - a parte le sue ali - avrebbe svolazzato fino a lui, pronto a farsi acciuffare.



Caro Oliver, davvero tanti auguri! Anche se il player fa il compleanno in un altro momento dell'anno, per noi che lo conosciamo tramite il suo personaggio non poteva essere che questo il giorno da festeggiare. A questa festa a sorpresa prendono parte tutti gli amici in ON di Brior, dunque sentiti libero di vedere fra i presenti i tuoi PNG delle mura scolastiche. Il regalo è più qualcosa di simbolico, che speriamo possa tornarti utile in certi casi, ed è da parte di tutti noi.
Come stabilito con gli invitati, con un solo post si dichiara la propria presenza alla festa, dopo di che i player saranno liberi di lasciare lì i propri PG a vagare in "stand-by", ergo "Non parlategli che io non ci sono, ma dato che tvb c'è comunque". Chi ha piacere e la possibilità di ruolare è libero di farlo.
Ancora auguri, in qualche modo, Ol :fru:
Le vettovaglie sono sul conto Grifondoro, tanto per farti stare sereno :asd:

10 litri di burrobirra normale
10 litri di burrobirra al caramello
26 pezzi burrobirra cupcakes
26 pezzi cupcakes alla zucca
1 Torta Cioccomenta
1 Cheesecake al limone
1 Torta alla zucca
Sala?
Segnate in OT ciò che prendete, quel che rimane ce lo portiamo a casa :ihih: *tirchions


Edited by Keyser Söze. - 29/5/2020, 22:12
 
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view post Posted on 15/5/2020, 17:00
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Mary
Grenger
«Party hard»

► Mood: brioso ► Età: 17 anni ► Ruolo: studentessa ► Outfit: Click |Click

Mary non era capace di mantenere i segreti. È così, non c'è nulla da fare.
Quando le sue compagne di stanza le avevano confessato il piano riguardo la sorpresa per Oliver, il loro caro caposcuola, era quasi andata in iperventilazione mentre tutto il suo corpo continuava a dissentire con quell'idea.
E dunque aveva attuato il suo piano: mai mai mai mai incrociare Oliver nei giorni precedenti. Lui era in sala comune a leggere un buon libro? Mary era al terzo piano nell'aula vuota a studiare. Lui era nella sala grande a pranzo? Mary era nella sua stanza.
Una volta Oliver l'aveva quasi beccata in sala comune ma la giovane grifondoro aveva abilmente fatto finta di nulla mentre fissava un libro di incantesimi.
Si era fatta dare quanti più compiti possibili dalle sue compagne. Andare a Londra? Check. Comprare il regalo? Check. Insomma, tutto pur di non incrociare il suo caro amico. Anche il giorno stesso della festa Mary era riuscita con astuzia a scansarlo. Certo, era tristissima perché voleva davvero saltargli addosso ed abbracciarlo ma avrebbe avuto modo di farlo da lì a poco.
Si era rintanata nella camera di Katie per prepararsi dato che la sua stanza era diventata troppo affollata. C'era un via vai assurdo, onestamente stentava ancora a credere ch'erano riuscite a non farsi scoprire da Oliver.
Katie si era occupata del vestito e del trucco. Mary sapeva vestirsi certo, ma truccarsi? No, nein. Non era proprio nelle sue corde. E Katie la prendeva sempre in giro. SEMPRE.
La sua ex-compagna di stanza l'aveva fatta vestire completamente di nero, trucco abbinato, un bicchiere pieno pieno di vino così d'arrivare già brilla il giusto, non si iniziano le feste da sobri, tacchi alti il giusto e una pacca sul sedere. Vai e non tornare. Oppure torna ma ubriaca! Le aveva detto con fare scherzoso.

Quando Casey aveva intimato le compagne di bere solo drink analcolici Mary si era portata una mano sulla bocca per nascondere la sua risata. Voleva ubriacarsi? Sì.
Aveva un piano per far ubriacare tutti? Possibile.
L'avrebbe attuato? Probabile.

L'interno dei tre manici di scopa era adibito a festa ed era molto più bello del normale. Insomma, avevano fatto un lavoro più che dignitoso. Mentre tutti gli invitati si apprestavano ad arrivare (quante persone conosce Oliver?) Mary aveva colto l'occasione per dileguarsi silenziosamente ed avvicinarsi al primo garzone in vista.
Ehi ehi. Stava muovendo la mano in direzione del ragazzo per attirare la sua attenzione.
Ehi, ciao. Aiutami un attimo, ho una richiesta: la vedi quella burrobirra al caramello lì sul tavolo? Allungalo con l'acquaviola. Tanta però, non ti contenere.
Allo sguardo interrogativo del garzone Mary aveva allungato 5 galeoni. A quanto pare bastava così poco per ricevere assistenza.
Ah, ora si che ci divertiamo!



Cari e care, la burrobirra al caramello è stata allungata con 5l di acquaviola. Ergo, il boccale è di 15l. Chi berrà la burrobirra al caramello ne tenga ovviamente conto.


Mary paga di tasca sua 5 boccali grandi di Acquaviola + 5 galeoni al garzone.
 
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view post Posted on 15/5/2020, 17:07
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Alice Wagner
Grifondoro | Studentessa I anno | 11 | Scheda | Outfit |♪XwFHG5M "Happy Birthday Oliver!"
Oggi era un giorno festoso, Alice lo avvertiva nell'aria e negli sguardi complici che si lanciavano i suoi compagni di casata. Era tutti incredibilmente elettrizzati per il compleanno del Caposcuola, Oliver, tanto da rendere molto difficile tutto il discorso del camuffamento tanto predicato da KC. Insomma avevano fatto di tutto per tentare di nascondere l'ovvio, come le decorazioni di fiori e gli scatoloni contenenti il necessario per organizzare la festa, ma era impossibile mettere a tacere lo spirito. Alice aveva personalmente già fatto gli auguri ad Oliver questa mattina, in sala grande poco prima che si accomodassero per andare a colazione. Le stava simpatico ed aveva un gran rispetto per lui, dopotutto l'aveva aiutata più volte e poi si vedeva da un miglio che fosse una persona decisamente buona. Era bello andare in giro e sentire sussurri sommessi dei propri compagni sui dettagli dell'evento, era anche un'occasione perfetta per stringere qualche nuova amicizia e per allontanare la mente dagli esami imminenti. Il pomeriggio dunque si erano recate ai tre manici per allestire la saletta in modo che tutto fosse perfetto prima dell'arrivo del ragazzo. Alice si era messa quasi a saltellare sui tavoli, per la contentezza e la voglia di mettersi a lavoro. Era abituata a portare scatoloni pesanti ed essendo una delle più alte tra le primine si era offerta volontaria per aiutare ad appendere i festoni, molti dei quali decorati da lei stessa.Avevano pensato a tutto, la sezione dolci e quella alcolica senza tralasciare ovviamente il regalo. Alice essendo una tedesca in tutto e per tutto aveva già assaggiato più volte la birra, quella babbana, quindi era assolutamente curiosa di sapere che sapore avesse la burrobirra << Ahm ceeerto, non preoccuparti assolutamente KC. >> aveva replicato al commento della prefetta, cercando di fare la faccia più angelica possibile. Ovviamente non sarebbe arrivata ad ubriacarsi, ma un sorsetto non poteva toglierglielo nessuno! E quindi erano tutti lì, in attesa del momento giusto per poter scatenare la festa. Alice aveva afferrato con due grandi mani una bella manciata di coriandoli da buttare all'occasione, probabilmente avrebbe potuto incantarli, ma farlo così le sembrava più reale. Non vedeva l'ora di cantare a squarciagola un bel "Tanti Auguri" e rimpizzarsi di schifezze fino a sera.


Giuls || © harrypotter.it



Edited by Nontiscordardime - 15/5/2020, 21:42
 
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view post Posted on 15/5/2020, 17:50
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Vivienne Leah Pierce
Grifondoro ✧ 11 anni ✧ schedaoutfit


Ndaolk4Per l'ennesima volta, Vivienne si guardò allo specchio, insoddisfatta del suo tentativo di farsi una treccia. *No, no e assolutamente no!* Pensò, mentre se la disfaceva con foga. Aveva un ultimo tentativo, non poteva impegnare il bagno all'infinito: serviva anche alle sue compagne! Questa volta provò con una mezza coda, lasciando però sciolti i ciuffetti laterali più corti. Si ritenne soddisfatta del risultato. C'era da festeggiare il compleanno del loro caposcuola e Viv voleva apparire al suo meglio. Non lo conosceva personalmente, ma l'aiuto di Oliver Brior nei primi giorni al castello era stato fondamentale, per questo Viv era gli era profondamente grata e non si sarebbe persa la sua festa di compleanno per nessun motivo al mondo. Decise di indossare una camicetta azzurra con le maniche a sbuffo, insieme ad un paio di jeans a vita alta e a delle sneakers bianche. Non aveva idea di come ci si vestisse ad una festa e sperò di non essere essere fuori luogo, in ogni caso era contenta del risultato e questo bastava.
Guardando l'orologio si rese conto che era stata molto rapida a prepararsi, avrebbe fatto in tempo a mangiare con calma. Calma che era stata completamente assente in questi ultimi giorni di preparativi: nel loro dormitorio sembrava fosse esplosa una bomba e preparare il tutto senza far scoprire nulla al festeggiato aveva richiesto energia e impegno, quindi per Viv fu una bella sorpresa realizzare che avrebbe potuto pranzare con un po' di tranquillità. Dopo pranzo invece sarebbe partita insieme agli altri concasati per allestire la festa.
Decorare la sala ai Tre Manici di Scopa fu veramente divertente e il risultato finale lasciò Viv a bocca aperta, era venuto anche meglio di quello che si era immaginata: le decorazioni erano deliziose, il cibo poteva sfamare un esercito e c'era da bere per tutti (non alcolico ma pure alcolico! Ops!). Ora che era tutto pronto, si rese conto di essere in fibrillazione: non vedeva l'ora di vedere come avrebbe reagito il caposcuola quando si fosse presentato lì. Sarebbe stata una grande festa, ne era sicura!



Edited by V i v i e n n e - 14/5/2023, 23:47
 
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Leah‚
view post Posted on 15/5/2020, 21:07





Leah Rose Elliott
Tassorosso | Studentessa | 14 anni | Joyful | ♪XwFHG5M "You deserve everything that you've dreamt of"
Leah era ferma sotto i festoni del locale e si guardava intorno con un sorriso luminoso che le faceva brillare gli occhi. Tutta quella meraviglia era per Oliver, e la consapevolezza che lui aveva così tante persone che gli volevano bene le spalancava il cuore.
Nei giorni precedenti aveva dato una mano a Casey ma a distanza, con discrezione: non voleva che Oliver si accorgesse che si stavano frequentando, lo avrebbe insospettito. Qualche biglietto passato in corridoio, una piccola missione segreta al negozio e alla fine una passeggiata verso Hogsmeade inseme a lei e agli altri ragazzini di Grifondoro.
Quella mattina a colazione si era limitata a lanciare ad Oliver una occhiata luminosa dal tavolo dei rosso-oro, sventolando una mano e facendogli il cenno del "ci vediamo dopo". In realtà poi l'aveva tatticamente evitato per il resto della giornata, riuscendo a sfuggirgli per un pelo quando lo aveva incrociato al terzo piano. Si era infilata in un'aula vuota appena in tempo per farlo passare e svicolargli alle spalle. Si era sentita morire un po' dentro a quel gesto, ma sapeva che non sarebbe riuscita a non fargli capire che cosa gli stava nascondendo: con la mente intuitiva che aveva Oliver chissà cosa avrebbe potuto pensare... E poi si consolava pensando che sarebbe stato ancora più sorpreso dal vederla lì, in mezzo a tutti i suoi concasati.
In realtà si sentiva un pochino fuori luogo, in mezzo a tutte quelle ragazze sconosciute vocianti e allegre, ma non era una sensazione spiacevole. Sapeva di avere tutto il diritto di essere lì e ne era assolutamente grata e felice.
Il regalino dei compagni di casata svolazzava a mezz'aria nell'attesa di essere acciuffato dal suo destinatario, i dolcetti attendevano di essere divorati e le bevande di essere assaggiate. Anche se, almeno a giudicare da qualche risatina un po' troppo isterica, forse qualcuno aveva già iniziato ad alzare il gomito.
Non voleva rubare la scena a nessuno - e soprattutto non a Casey, la vera mente di tutto quello - così si era messa un po' in disparte, non proprio in prima linea. il suo golfino color corallo l'avrebbe fatta notare comunque, così come il vestito bianco con il fiocco rosso in vita (non aveva dimenticato che ad Oliver piaceva il rosso). In fondo alla tracolla, abbandonata in un angolo della sala, c'era una scatolina di legno, ma non era certa che quella festa sarebbe stata il momento ideale. Forse alla fine, quando fossero andati via tutti. Magari avrebbe potuto accompagnare lei Oliver al castello alla fine della festa. Magari. Avrebbe visto come andava avanti la festa prima di prendere una decisione. Il tempo ci sarebbe stato e quel momento era di tutti loro, tutti insieme. Tutti loro che volevano bene a quel gentile, brillante, divertente, galante, talentuoso, tormentato, coraggioso ragazzo che riempiva le loro giornate ad Hogwarts. Si sentì sfarfallare il cuore nel petto al pensiero che lei gli voleva bene più di ognuno di loro. Più di tutti loro messi insieme. Il cuore fece una capriola al pensiero seguente, che Leah azzittì bruscamente nella sua mente mentre arrossiva tra sè.
Si arrotolò un ricciolo attorno a un dito, poi si mise più dritta, ravviò la frangetta con un dito e si guardò intorno per godere ancora una volta di tutto quell'affetto dimostrato in festoni e dolcetti.
Fu tentata da una fetta di torta alla menta e cioccolato, ma decise di attendere per lo meno l'arrivo del festeggiato. Si spostò quel tanto che bastava per avere la porta nel suo campo visivo e sperò che Oliver sarebbe arrivato presto. Non era decisamente nota per la sua tranquillità nelle attese.


Giuls || © harrypotter.it

 
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view post Posted on 15/5/2020, 21:15
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

rbIy26W
Qualche giorno prima alla Tana della Volpe, poco fuori Hogsmeade.

Una piccola civetta dagli occhi ambrati e dal piumaggio bianco e con delle tonalità della cenere, arrivò nell’umile dimore dell’Auror con una lettera da parte di Jolene. L’Infermiera di Hogwarts non si era di certo risparmiata nell’informare l’amico di un imminente festa a sorpresa in onore del compleanno del Caposcuola di Grifondoro, Oliver Brior, augurandosi che fosse disposto ad incontrarla davanti a Mielandia così che potessero recarsi ai Tre Manici di Scopa insieme.
Aiden Weiss non seppe contenere la sorpresa: per tutto quel tempo lui e giovane Veggente non avevano mai avuto modo di parlare delle cose più semplici, come il colore preferito o la cosa che lo disgustava di più, o ancor più banalmente il giorno del compleanno. Si sentì un vero idiota per non essere mai riuscito a parlare del più e del meno con il ragazzo che ammirava e sentiva quasi come un fratello minore; fino dal primo giorno in cui le loro strade si erano incrociate, il fulvo non aveva fatto altro che prendersi cura di Oliver più come un Auror che come un vero amico e sentiva di dover cambiare le carte in tavola. Glielo doveva, in un certo senso.
Rileggendo più attentamente la lettera dell’amica, l’Irlandese si ritrovò a sorridere nel constatare quanto lui e Oliver avessero qualcos’altro in comune oltre che alla terra d’origine, il Comitato per gli Elfi e la Casata: entrambi erano nati a Maggio, con solo dieci giorni di differenza. «Birbantello di un Brior!» ridacchiò, mentre si accingeva a prendere l’occorrente per rispondere a Jolene. «Lo farò ubriacare così tanto che Jolene se ne uscirà strillando come un Augurey ferito.» E Aiden sapeva molto bene che la rossa non glielo avrebbe permesso, da brava mamma chioccia qual’era; specialmente dopo quanto era successo al Ballo delle Rose e delle Spine, oltre a conoscere un minimo l’Infermiera, sapeva benissimo quanto sarebbe stata apprensiva nei confronti del Grifondoro.
E, mentre si accinse a dare la propria disponibilità a Jolene, Merlino gonfiò le piume e spalancò le ali come un vero bulletto nei confronti della piccola civetta, strillando come un vero ossesso. «Zitto tu, vecchio obeso! O giuro su Cernunnos che ti tiro nel forno e ti servo alla festa di compleanno!» ruggì, senza degnare di uno sguardo la propria civetta, continuando a scrivere. La minaccia sortì l’effetto sperato e Merlino chiuse definitivamente il becco (?).

Il giorno della festa, davanti a Mielandia.

«Ma dove diavolo si è cacciata quella squinternata?» sospirò, estraendo il proprio orologio da taschino dalla tasca del pantalone di un color khaki scuro. «Aveva detto 16.20 così da arrivare al pub un po’ in anticipo...» Sbuffò rumorosamente, per poi mettere via l’orologio e sistemandosi le maniche della camicia con un motivo piuttosto particolare ma elegante. I tatuaggi che coprivano gran parte della pelle di entrambe le braccia svettarono alla luce del sole, così come il bracciale di pelle in stile celtico che portava al polso destro; anche il massiccio anello d’argento raffigurante un lupo - un tempo appartenuto al padre - brillò nel suo dito indice sinistro, ma non il ciondolo della volpe che si trovava celato dalla camicia ben abbottonata.
Weiss puntò il proprio sguardo nella direzione che portava al castello, sperando di scorgere Jolene da lontano, gli occhi blu protetti dietro alle lenti scure dei propri Rayban. Si era messo un po’ in tiro, doveva ammetterlo, ma del resto ci teneva a mostrarsi ben curato; infatti, nonostante i capelli si fossero allungati un poco, erano tenuti ben in ordine tanto quanto la barba.
Quando poi, infine, la vide arrivare non poté che sollevare le braccia al cielo dal sollievo. «Per le corna di Cernunnos! Stavo facendo il muschio, sai? Ma ti perdono, perché sei proprio raggiante, mentre io sono un gentiluomo. Ricordatelo bene.» concluse con un ghigno divertito, ammirando il vestito dell’amica.
Le allungò il proprio braccio e - da bravo maschione Alfa, come la Rigos l’aveva definito - scortò Jolene ai Tre Manici di Scopa.

Una volta giunti a destinazione, in prossimità della porta, fissò l’amico con un sorriso monello stampato sulla faccia.
«Ti prego, lasciamelo fare, non resito. Non provare a fermarmi, eh!»
Anche se non aveva comunicato alla donna le proprie intenzioni, l’Auror estrasse il proprio Distintivo dalla tasca dei pantaloni e lo fissò nella cintura. Si sfilò gli occhiali e li ripose nel taschino della camicia, per poi assumere un’aria seria e veramente arcigna. Quando poi fu pronto, dopo aver gonfiato il petto come un vero galletto, Aiden spalancò la porta di botto ed entrò come solo un vero sbirro sapeva fare nel cogliere in flagrante i criminali.
«Fermi tutti! Vi dichiaro in arresto per festino illecito!»
Fissò tutti in cagnesco, deciso a voler rendere maggiormente credibile e d’impatto quell’improvviso scherzo. Eppure durò relativamente pochi attimi, che l’Auror stesso si ritrovò a ridacchiare senza freno.
«Sto scherzando!» si affrettò ad aggiungere.

‣ Auror ‣ 27 anni ‣ Irlandese

Post concordato con Jolene.
Ma che Auror burlone, eh? :secret:
Non ho resistito!


Edited by Aiden Weiss - 16/5/2020, 01:20
 
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view post Posted on 16/5/2020, 10:23
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Quando il visino di Casey era affiorato all’improvviso da dietro una caraffa di succo di zucca, in modo del tutto inaspettato, annunciando un evento straordinario e unico nel proprio genere, Thalia non aveva potuto far altro che annuire, offrendo i propri servigi per distrarre il Caposcuola ed amico o, più semplicemente, per aiutare il Prefetto rosso-oro nell’organizzazione. Non c’era stato verso di tenerla in disparte per la preparazione di quella piccola festicciola, ma aveva scoperto - e non certo con sorpresa - che i Grifondoro avessero tutto sotto controllo. In quei giorni frenetici di sussurri e segreti, Thalia aveva realizzato in poco tempo quanto Oliver avesse seminato in quegli anni - non solo come Caposcuola, bensì come amico - e di quanto, finalmente, avrebbe raccolto. Un po' di malessere, doveva essere totalmente onesta, lo provava davvero, però, pensando che Nieve non sarebbe stata con lei a condividere tutti quei sotterfugi e le risate annesse. Se la immaginava con la sua figuretta esile a trasportare di nascosto scatoloni pieni di decorazioni, fingendo che non le importasse di apparire come una ladra o un contrabbandiere di materiali illeciti requisiti nei suoi tempi d'oro da Prefetto. Eppure, Nieve non c'era, e nell'avviarsi alla festa Thalia ne sentì la mancanza più di quanto non avesse voluto.

Si era avviata da sola ai Tre Manici di Scopa, certa che la combriccola capitanata dalla Bell avrebbe dato meno nell’occhio se lei si fosse fatta da parte. Erano da poco passate le quattro e, varcata la soglia, li trovò tutti in posizione: alcuni con le mani colme di coriandoli, altri intenti a sistemare uno striscione o a sistemare meglio le vivande sul lungo tavolo riservato. Scorse facilmente Leah e alcuni altri, ma preferì accomodarsi in disparte, in modo che i primi volti che Oliver avrebbe potuto scorgere fossero quelli delle persone a lui più vicine. Il suo affetto per il Caposcuola non era mai venuto meno, anche se la sua assenza si era fatta più tangibile via via che il tempo aveva cementato ciò che Oliver aveva detto sul conto della sua famiglia. Una vocina le aveva sempre suggerito che non fosse stato proprio lui, ma qualcos’altro, eppure non era riuscita ad interagire con lui come un tempo, limitandosi ai cortesi scambi relativi al Comitato e, più di recente, sulle faccende legate al ruolo indicato dalla spilla appuntata al petto. Lo incrociava nei corridoi e il sorriso si apriva spontaneamente sul volto di entrambi, un saluto veloce e poi via, verso la successiva lezione. Di tanto in tanto, specialmente durante le riunioni del Comitato, Thalia rifletteva sul loro rocambolesco primo incontro e una risatina divertita interrompeva i discorsi accorati degli attivisti che la guardavano straniti. Era per quel giorno di settembre che si trovava lì, seduta con una manciata di estranei e volti più noti. Voleva festeggiare un compagno e collega, ma soprattutto l’amico. Non si era mai chiesta che cos’avesse pensato lui del suo allontanamento, se immaginasse - anche solo lontanamente - quanto le dispiacesse, ora, d’averlo fatto in quella maniera così distante dal suo modo di essere. Forse l’avrebbe scoperto proprio quel pomeriggio.

Le dita tamburellavano leggere sul tavolo, l’espressione vaga di chi sia immerso fino al collo in tanti turbinosi pensieri. Il vociare allegro le giungeva ovattato, mentre ripercorreva la storia della propria amicizia con Oliver, così come il grattare delle sedie sul pavimento d’assi o, più semplicemente, il tintinnio dei bicchieri dai tavoli accanto al loro. Poi, all’improvviso, uno schianto e la porta d’ingresso aperta. Qualche primino si lasciò sfuggire una manciata di coriandoli per l’emozione e una figura alta e robusta coprì l’ingresso, oscurando la luce proveniente dall’esterno. In controluce, non se ne distingueva il volto, ma la voce… quella l’avrebbe saputa riconoscere in qualsiasi momento. «La discrezione, questa sconosciuta.» mormorò a denti stretti, sorridendo appena. La teatralità dell'Auror Aiden Weiss era qualcosa a cui non si sarebbe mai davvero abituata.

 
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view post Posted on 16/5/2020, 10:57
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Feste a sorpresa: bisognava avere l'anima di un Dissennatore per non amarle alla follia. Jolene aveva accolto la notizia con un entusiasmo che non rispondeva ai suoi ventun anni. Sarebbe stato strano e imbarazzante ritrovarsi in un bar a festeggiare con dei minorenni? Probabilmente sì, ma in fondo non le importava molto. Ciò che contava, per lei, era poter fare gli auguri ad Oliver in quel modo singolare, in un'atmosfera di allegria nata dall'affetto che tutti loro provavano per il Caposcuola. Probabilmente si sarebbe defilata poco dopo, lasciando che gli studenti si divertissero senza che la sua presenza potesse in qualche modo guastare la loro libertà.
Fortunatamente, non le erano richieste grandi cure per evitare di rovinare la sorpresa. A quanto aveva capito sarebbero stati i Grifondoro ad organizzare tutto quanto, lei si era limitata a confermare la sua partecipazione. Le occasioni per lasciarsi sfuggire qualcosa con Oliver non erano molte, e così Jolene aveva trascorso l'attesa senza spifferare niente a nessuno. Beh, quasi.
Aveva avvisato sia Aiden che Mìreen poiché sapeva che, chi più chi meno, erano entrambi legati al festeggiato. Con Aiden, in particolare, non era riuscita a contenere l'entusiasmo, così che il rosso si era visto recapitare una lettera piena di punti esclamativi e qualche sottolineatura qua e là, giusto per rendere chiari i punti d'enfasi. Da lui aveva mandato Daisy, invece per l'amica aveva usato uno dei gufi della scuola. C'era proprio da dirlo: Jolene passava un sacco di tempo a scribacchiare missive. Tra le persone con cui intratteneva corrispondenza compariva anche Cordelia che, aveva scoperto con piacevole sorpresa, desiderava a sua volta fare i propri auguri ad Oliver. Così non sarebbe stata l'unica infiltrata tra tutti quegli studenti, dopotutto.

Quando finalmente era giunto il quindici di maggio, Jolene aveva atteso il termine del suo turno per chiudersi in bagno per ore tutto il tempo necessario a prepararsi. Sentendosi leggera nelle pieghe morbide del suo abito, aveva infine attraversato i corridoi cercando di attirare meno attenzione possibile. Raggiungere l'uscita era stato più complicato del previsto, con le scale che avevano deciso di farle fare un giro dalle parti del quinto piano. Quando infine si era avviata per la strada che portava a Hogsmeade, i preparativi ai Tre Manici dovevano ormai essere già stati completati. Avrebbe dovuto sbrigarsi, se non voleva far aspettare troppo Aiden o – peggio, molto peggio – farsi raggiungere da Oliver stesso. Si ritrovò a sorridere tra sé e sé, immaginando la reazione del Caposcuola quando avrebbe visto tutte quelle persone riunite appositamente per lui. Oliver aveva una capacità naturale di farsi voler bene, e quella festa ne era la prova.
Una borsa di carta colorata le dondolava al fianco ad ogni passo spedito. Sapeva di essere in ritardo, ma quanto? Non aveva mai portato orologi con sé, quell'abitudine sarebbe dovuta cambiare. Così avrebbe potuto capire l'entità della sua imprecisione solo dalla piega che avrebbe assunto la bocca dell'Auror al suo arrivo: un grado verso il basso per ogni minuto in cui aveva dovuto aspettare i comodi della White.
Era ancora lontana da Mielandia, ma cominciava già a scorgere una figura sormontata da un'inconfondibile chioma fulva. «Eeehi, Aiden!» Si sbracciò per attirare la sua attenzione, slanciandosi leggermente in avanti e compromettendo per qualche secondo il fragile equilibrio dei tacchi alti. Riprese il controllo come se nulla fosse, un largo sorriso che non accennava a scomparire.
«Scusami, colpa delle scale. Ma sono felice di vedere che il muschio non ti ha ancora guastato lo stile. O la tua proverbiale modestia.» Accennò alla camicia di cui, nonostante il sorriso obliquo e il tono scherzoso, apprezzava in effetti la fantasia.
Accettò il braccio che le porgeva e si avviarono così, come una perfetta coppia di anziani diretti al cantiere più in voga della città. «Non ti sembra di tornare ai tempi della scuola, con tutti che festeggiavano i diciassettesimi? Alcuni dei ricordi migliori della scuola. E sono sicura che le cose migliori non se le ricorda nessuno, per giunta.» I discorsi da vecchietti c'erano tutti.

Quando Aiden la fermò di fronte alla porta, Jolene lo guardò con chiaro sospetto. «Che cosa...» Niente di buono, quello era sicuro: lo conosceva abbastanza bene da sapere almeno quello, anche se non le era chiaro che cosa aspettarsi. Vederlo fare irruzione nel locale come un tornado la immobilizzò sul posto. Che cosa credeva di fare, per Merlino? Rimasta sulla soglia della porta, Jolene assistette alla scenetta improvvisata. Fece correre lo sguardo sui ragazzi all'interno, e in cuor suo stava chiedendo scusa ad ognuno di loro.
Quando Aiden stesso cessò la farsa, Jolene stava cercando di contenere una risata. Raggiunse l'amico e lo tirò per un braccio, invitandolo a seguirla per prendere posto mentre aspettavano insieme agli altri l'arrivo di Oliver. «Di' la verità, te le studi in anticipo» riuscì a pronunciare, la voce soffocata dal riso.



Qualcuno doveva pur fare le veci dei genitori imbarazzanti :aiuto:
 
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view post Posted on 16/5/2020, 11:12
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Qualche sera prima.

Virgilius...psst...Virgilius!

Dorme come un ghiro. Caleb gli pone una mano sulla spalla e lo scuote, con decisione.

O brodo, sveglia!

Eh? Eh? Oh...le gobbiglie!

Ssssht! Zitto. Macché gobbiglie, dobbiamo fare quella cosa per Oliver. Ricordi?

Sssssì...sì! Scusa, stravo sognando e…

Va bene, va bene...svelto. Sennò dico a Casey che non sei stato molto d’aiuto…

No no, per carità. Arrivo subito!


Virgilius,a tentoni, cerca gli occhiali sul comodino, due fondi di bottiglia uniti da una montatura di corno, e se li mette, storti, sul naso.

Sei sicuro di essere sveglio, Virgilius?

Sicurissimo!


“Andiamo bene”
pensa Caleb. Non ha però molte alternative.

Ok, tieni il boccino. Mi raccomando: sfregalo sulla mano di Oliver ma...piano, intesi? Io sono pronto: se qualcosa va male...lo confondo.


Virgilius si avvicina al letto del caposcuola e, con passo inaspettatamente felpato e mosse da felino, fa quello che deve. Caleb guarda il loro amico, con la bacchetta spianata. Tutto va per il meglio.

Bene, possiamo tornare a letto.



Oggi.


Hogsmeade era tutto un fiore, in quei giorni di primavera. Il vento dolce delle colline scozzesi agitava i cardi e i loro fiori viola, che ondeggiavano ammiccanti. La primavera ormai aveva preso piede anche là. Caleb e Virgilius ansimavano, correndo per le vie del villaggio alla volta dei “Tre Manici di Scopa”.

Giuro che questa volta ti ammazzo, Virgy. Accidenti a te e alla tua mania di farti bello davanti agli specchi magici!

Ma...anf...ma..anf...ci saranno moltissime pollastrelle alla festa. disse sornione Virgilius non vorrai mica perdere un’occasione...no?

Evitò di rispondere. In quei giorni il suo caos sentimentale, forse, era arrivato ai massimi livelli. “Pensiamo alla festa, va’” si disse, continuando a correre.

Ecco il locale, sembrava che ancora non fosse accaduto niente di che. Erano ancora in tempo. Caleb spalancò l’uscio con irruenza e entrò dentro precipitosamente. Odiava essere in ritardo, specialmente quando la causa dipendeva da altri. Nella folla, già radunata per l’occasione, scorse Casey. La raggiunse.


Eccoci, eccoci. Scusa per il ritardo, ci sono stati..
.guardò Virgilius che, come un pavone, iniziava già a fare la ruota, facendo occhiolini viscidi alle ragazze presenti ...inconvenienti, diciamo. La missione, però, è stata compiuta!

Ora non restava che attendere il festeggiato.

Una burrobirra per me e Virgilius disse Caleb pago io.

Ovviamente! si sentì rispondere dal compagno, dall’altro capo della sala.

Ovviamente, come sempre…

Fatto inusistato davvero: uno scozzese che offriva ad altri.
 
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view post Posted on 17/5/2020, 10:28
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Era arrivato il fatidico giorno.
Quello che non aspettava con ansia, ma a cui era doveroso partecipare.
Gli era stato detto da Megan che era stato invitato a quella festa e non aveva proprio potuto astenersi dall'andarci.
Oliver Brior, oltre ad essere un amico e affezionato cliente, era la sua spalla in un percorso particolare, poco conosciuto tra le mura del castello.
Era un amico fidato, di cui mai avrebbe dubitato e per cui avrebbe dato la vita a costo di fare del bene al prossimo.
Si vestì in fretta e furia.
L’appuntamento con Megan era alle 16 fuori dal castello e dovevano rigorosamente rispettarlo al fine di arrivare prima delle 16.30, momento in cui Oliver sarebbe arrivato al locale.
Vestendosi velocemente, indossando degli abiti babbani, scese velocemente le scalinate per andare ad assaporare l’aria primaverile.
Se c’era una cosa che lo faceva sentire bene era indossare un giacchetto di pelle invece dell’oramai monotono mantello.
Oltre a farlo sentire indubbiamente figo, lo faceva sentire estremamente comodo e gli permetteva di non girarsi necessariamente ogni due secondi per vedere se lo strascico toccasse il pavimento.
Osservando il cielo limpido, soddisfatto di quanto stesse succedendo, sfilò dalla tasca la solita sigaretta di Aconito, per accenderla con la bacchetta.
Quella sì che era libertà! Il vero senso di gioia nel respirare l’aria limpida con delle note erbacee.
Sentendo gli effetti della sigaretta arrivargli alla testa, lentamente mosse la mano sinistra, quella che teneva stretta la sua amata Gelbstrum.
Se c’era un modo figo per arrivare ad Hogsmeade era proprio tramite l’utilizzo della sua potente scopa, quella sorta di Ferrari del Mondo Magico.
Non seppe dire quanto aspettò; potevano essere passati cinque minuti come dieci, ma notò l’arrivo di Megan proprio quando finì la sigaretta.

«Siamo pronti?»

Domandò, proprio mentre espirava l’ultimo tiro.
Gettando la cicca poco lontano da loro, scese le scalette per mettersi a cavalcioni sulla scopa.
Se c’era una cosa che lo faceva stare bene era proprio quello strumento magico, veloce e irruento.

«Andiamo? Mi raccomando, reggiti forte»

Dopo aver aspettato che la ragazza salisse dietro di lui, facendo leva sulle gambe, si sollevò in aria per dire:

«Non ti preoccupare, ci metteremo poco ad arrivare.»

Abbassandosi con il busto sul manico, lo spostò velocemente verso sinistra, facendo una sorta di sgommata volante.
La famosa “nube gialla della Gelbstrum” inondò tutto l’ingresso del castello, oramai lontano da loro.
Spingendosi lateralmente al cancello scolastico, fece osservare a Megan il ponte sospeso da un’altra visuale, ben diversa da quella abituale.

«Hai visto che figata?»

Urlò quelle parole, dato che il vento sfrecciava forte nelle sue orecchie, rendendolo praticamente sordo.
Sollevando il busto abbassò i ritmi del manico di scopa, quindi iniziò a effettuare una discesa che lo portasse verso l’ingresso scolastico.
Il sentiero che conduceva ad Hogsmeade era proprio lì, vicino a loro e sarebbero bastati pochi e precisi movimenti di scopa per arrivarci.
Non appena uscirono dall’area del castello, si abbassò nuovamente sul manico spingendo la ramazza ad una velocità moderata.
Non andava spedito, non gli andava, anche perché non voleva spaventare Megan, la quale non sapeva se fosse un’amante della velocità o meno.
Quando arrivarono all’ingresso del 3MDS, fece scendere la ragazza, quindi prese dalla tasca interna del giacchetto una piccola cinghia di pelle scura, la quale veniva utilizzata da lui per portare a tracolla il suo mezzo di trasporto.
Non si sarebbe mai permesso il lusso di lasciare incustodito quell’oggetto, uno dei più cari.
Aprendo con decisione le porta del locale, disse ad alta voce:

«E’ qui la festa?»

Un largo sorriso si propagò sul volto, mentre varcava la soglia con la Caposcuola Corvonero.
Quello era il momento di festeggiare, tanto valeva darsi da fare.




O.T: Tamarro Daddy e Megan sono alla festa. Per ora considerate il mio pg inattivo, chiudo un paio di cosette e sono dei vostri!
 
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view post Posted on 17/5/2020, 17:25
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slytherin ▪ 18 yo ▪ awkwardNon le piacevano le feste.
Ciò non era dovuto alla sua costante incapacità di socializzare o alla profonda ostinazione nell’odiare gli spazi comuni, quanto più al fatto che finiva spesso per isolarsi.
L’idea di partecipare all’ennesima riunione in cui avrebbe fatto fatica a riconoscere un solo volto tra la miriade dei presenti, dunque, non l’entusiasmava per niente. Quando i Grifondoro annunciarono l’imminente festeggiamento in onore del Caposcuola, Emily si chiese quanto effettivamente lei avesse a che fare con tutto ciò. Era compagna di studi di Oliver a Divinazione e questo, insieme a qualche scampagnata Peverelliana, non li rendeva di certo amici. Perché, allora, l’invito le era stato esteso? In base a cosa avevano deciso che lei vi rientrasse?
Avanzando sul sentiero che l’avrebbe condotta al luogo dell’incontro, tentò più volte di convincersi a tornare indietro, ascoltando l’Ego che le anticipava prepotentemente la situazione di disagio in cui si sarebbe trovata. Tuttavia il fio della colpa era forza e movente per spingerla in avanti.
Dopo il Ballo delle Rose, non era riuscita a parlare con lui. Gli avvenimenti che si erano susseguiti da quel momento in poi, le avevano reso impossibile anche solo l’idea di fargli visita. A spezzare una lancia in suo favore, però, era giunta la convinzione che non era nessuno per Brior e, di conseguenza, la presenza al suo capezzale sarebbe stata vista come una forzatura o, comunque, sarebbe parsa a lei inutile. Paziente ed estroverso com’era, non doveva esser stato difficile circondarsi da persone che gli volevano bene e lei, dal canto suo, era pressoché mera conoscenza in confronto.
Qualcosa, però, continuava a sussurrarle che erano solo scuse; che, in qualche modo, avrebbe dovuto trovare il tempo. Che sarebbe stato giusto, per chissà quale intersezione astrale.
Si rese conto che era troppo tardi, ormai, per tornare indietro e quando la sinistra venne poggiata sulla maniglia del locale, trasse un profondo respiro e vi entrò.
Era in anticipo e questo le avrebbe dato modo di incrociare il ragazzo, fargli gli auguri, chiedergli un incontro più riservato qualche altro giorno e dileguarsi.
Aveva fatto male i conti: Oliver, ovviamente, non era ancora arrivato e nel chiudersi l’uscio oltre le spalle, si rese conto di esser finita letteralmente in covo di Grifi.
In quel breve attimo di stasi – abbastanza lungo da sentir accrescere la sensazione di esser fuori luogo – provò a tranquillizzarsi pensando che nessuno avrebbe badato a lei, sfatando le ansie che la sua paranoia si premurava di agitare con tanto divertimento.
Sorrise ai presenti e cercò, se possibile, l’angolino più appartato in cui trascorrere l’attesa. Non ebbe nemmeno il tempo di sedersi che altri fecero il loro felice ingresso.
Riconobbe Aiden quasi istantaneamente, checché la luce che ne annunciava la presenza le abbagliasse le iridi chiare. Un fiotto di puro imbarazzo le bagnò le gote nell’udire la teatralità del suo saluto: provò onestamente vergogna per lui, un uomo fatto e finito che assumeva le caratteristiche di un adolescente alle prese con la sua ennesima festa. Scivolò nella poltroncina, affogando la faccia nei lunghi capelli vermigli. L’Auror non rientrava nelle sue grazie e l’ultimo incidente che l’aveva vista in balìa delle sue cure non rievocava radiose immagini.
Fu il turno di pochi altri, fortunatamente meno entusiasti nella loro entrata in scena. Ad ogni tintinnio che annunciava un nuovo arrivato, voltava il capo speranzosa di vedere Megan. Era certa che avrebbe raggiunto la festa e, forse, sarebbe stata lei la sua ancora di salvezza da quello scomodo impaccio.
«E’ qui la festa?»
Riconobbe la sua voce prima ancora di mettere a fuoco i tratti distintivi della sua figura (Daddy). Strinse il palmo della mano per ovviare al fastidioso prurito generato dall’eco prodotto nel locale. Il braccio dominante venne poggiato sullo schienale della poltroncina, ormai rilegata a sarcofago, e poggiò la testa tra le dita per soffocare il mormorio che, ben presto, sarebbe fuoriuscito dalla sue labbra, «Idiota» .
Nel nascondere il viso, si era completamente lasciata sfuggire l’entrata di Megan e questa fu forse la sua fortuna. Ritrovarsi a una festa con la sensazione di essersi imbucata era un conto, poteva soprassedere; doverla passare la serata con un deficiente perché la sua unica speranza salvifica lo accompagnava, un altro.
Sbuffò, assumendo un’aria indignata mentre ritornava a far scivolare lo sguardo sul locale. Era o non era lei l’anima della festa?
*Che palle, Brior*, implorò a denti stretti, nemmeno fosse sua la colpa.

Emily è vive il disagio. Entra, saluta tutti con un mezzo sorriso scemo e va a scavarsi la fossa in una poltroncina.
Si vergogna per l’entrata di Aiden. Insulta l’entrata di Daddy. Non nota Megan che l’accompagna. Spera che Oliver arrivi presto.

 
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view post Posted on 17/5/2020, 21:07
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P. Antimago - Sangue BANSHEE - Ex-Grifondoro - 25anni

Mìreen Fiachran

A

veva proprio bisogno di distrarsi.
Per questo fu ben felice di ricevere l'invito da parte di Jolene per partecipare all'iniziativa dei Grifondoro ad organizzare una festa di compleanno a sorpresa per Oliver, loro caposcuola e idolo di suo fratello.
Lo aveva incontrato in varie occasioni, in una delle quali aveva potuto ascoltare il suo discorso alla premiazione dei Grifi con la coppa delle case l'anno prima, l'aveva emozionata, rinvigorendo quell'amore sempre provato per la propria ex-casata.
Non erano ancora riusciti ad organizzare un incontro per via dei rispettivi impegni, ma alla festa di Natale avevano avuto modo di chiacchierare, confermando così il giudizio di Lyam sul quanto era fantastico quel ragazzo.
Per partecipare alla festa, aveva optato per qualcosa di casual ma ugualmente elegante e floreale, perfetto per la Primavera, con un soprabito azzurrino nel caso avesse fatto freschino verso sera e ai piedi ballerine sui rosa pastello.
Le avevano detto che per regalo e rinfresco ci avrebbero pensato loro, ma per tutto il giorno aveva mandato gufi alla sua amica per sapere se mancava qualcosa, essendo ai Tre Manici di Scopa, non poteva neanche portare alcool di contrabbando...o forse Sì? Sarebbe stato così sbagliato portare una bottiglia di spumante per festeggiare l'arrivo della torta?

[ No Mìreen, gli studenti di Hogwarts sono tutti minorenni, non è il caso di istigarli all'alcolismo già da così piccoli. Se voi adulti vorrete brindare, potrete sempre prendervi qualcosa al bancone del pub.
E poi non vorrai far brutta figura con loro...]


Da quando era successa la tragedia di Hogsmeade, dopo un mesetto che erano tornati a lavoro (mansioni semplici, soprattutto d'ufficio), lei e altri suoi colleghi erano stati costretta a stare a casa dallo psicomago del dipartimento benchè le proteste, e in quel periodo di "sospensione obbligata" aveva iniziato a riflettere sulla propria vita, le scelte fatte, soprattutto nell'ambito lavorativo.
Si poneva sempre più domande sulla strada che aveva intrapreso...
Dopo quello successo al villaggio, poteva provare a far richiesta di esser rivalutata da Rhaegar per entrare negli auror, ma era veramente quello che voleva?
Più ci pensava, più rifletteva su cosa veniva chiesto agli auror per svolgere il loro lavoro, meno si sentiva adatta.
Un'idea aveva iniziato a balenarle in testa, forse stupida, forse azzardata, ma ogni volta che s'immaginava dietro una delle cattedre di Hogwarts, a spiegare una delle materie che più aveva amato nel periodo di scuola a giovani studenti, sentiva il cuore palpitare emozionato e la determinazione di mettersi in gioco con qualcosa di nuovo e forse più adatto a lei, tornare viva e trepidante.
Doveva ancora decidere se proporsi, per adesso non ne aveva ancora parlato a nessuno, tranne con la madre che l'idea le era decisamente piaciuta, diceva che lo vedeva un lavoro più adatto alla ragazzo rispetto all'antimago o addirittura l'auror, ma Mìreen sospettava ci fosse un'altra motivazione ed implicava il togliere la figlia da un ruolo molto più pericoloso che l'aveva tenuta in una perenne ansia.

Arrivò all'appuntamento leggermente prima nella speranza di aiutare coi preparativi e rendersi utile in un qualche modo, felice che avessero pensato ad invitare anche lei.
Si guardò intorno, avrebbe saltellato dalla gioia se non fosse stato poco "maturo".
Appena vide l'amica infermiera, le corse incontro abbracciandola felice e stringendola forte.

<< Jolene! Come stai?? Mi sei mancata! Grazie per l'invito e scusa se non ti scrivo da un po'...
Dopo se ce ne sarà l'occasione, ti spiego.
- fece una breve pausa intanto che lentamente allentava la stretta per guardarla in volto - E' un peccato che mio fratello non riesca ad esserci per un impegno di famiglia, e purtroppo seanmháthair e máthair sono state intransigenti, non poteva posticipare... Credo riguardasse athair... - sembrava un po' infastidita e insospettita dal comportamento delle due donne della famiglia, ma benchè le insistenze non avevano voluto dirle niente. - Scommetto che quando tornerò a casa mi farà raccontare anche il più piccolo dettaglio sulla festa!>>

seanmháthair = nonna
máthair = mamma/madre
athair = papà/padre


Suo fratello era stato costretto a tornare a Londra alla loro vecchia casa, distrutta dal fuoco, con la madre e la nonna, ma non le avevano voluto dire niente di più chiaro, solo che dovevano incontrare un tipo e non c'era modo di cambiare data, nient'altro.
Con suo gran rammarico aveva già avvisato i suoi compagni della sua assenza e lei era stata incaricata di riferirlo ad Oliver in serata.

Appena vide Casey, la giovane studentessa Grifondoro conosciuta alla festa di Natale dell'anno prima e incontrata poco dopo alla festa di San Patrizio, sciolse dall'abbraccio mortale l'amica per salutarla con gesti energici del braccio nel tentativo di attirare la sua attenzione, ma temendo di disturbarla, negli ultimi preparativi della festa, se non si fosse avvicinata lei, avrebbe atteso l'arrivo del festeggiato e l'inizio dei festeggiamenti per salutarla meglio e ringraziale per l'invito.
L'arrivo di Aiden non la stupì, infondo aveva capito alla festa di Natale che erano amici, ma si limitò ad un cenno di saluto, infondo non aveva più tanto interesse nei suoi confronti, soprattutto dopo quello successo ad Hogsmeade e che le aveva dato modo di riflettere anche sulla sua "vita sentimentale".

codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


// Interazione con Jolene, saluta Casey

N.B.
Il fratello di Mìreen è Lyam Niamh (assonanza non voluta, ha mantenuto il cognome del padre invece di cambiarlo con quello della madre come ha fatto Mìreen) ed è un Grifondoro al 3°-4° anno amico di Oliver (lo considera suo idolo).
Ho inventato una scusa per giustificare la sua assenza in modo da non dover ruolare anche un PNG che in teoria conoscete essendo un vostro concasato,
Partecipa al regalo e vi aveva già comunicato della sua assenza, mostrandosi parecchio disperato e alterato di dover mancare.
 
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view post Posted on 17/5/2020, 21:51
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Non era stato affatto facile scegliere un regalo per Oliver, anche se mi ero divertita un sacco a girovagare per i negozi in cerca di quello che poteva essere il dono giusto per lui. I suoi concasati avevano organizzato una festa in suo onore che avrebbe avuto luogo ad Hogsmeade e lo conoscevo abbastanza per poter dire che sarebbe impazzito dalla gioia.

Chissà se Jolene è già arrivata alla festa. Pensai. Avrebbe dovuto andarci con Aiden: quei due a mio parere, formavano davvero una bella coppia, anche se a detta loro… erano soltanto amici. Sorrisi immaginando i marmocchi dai capelli rossi che avrebbero potuto avere insieme con la capigliatura infuocata che si ritrovavano entrambi. Che carini…

Giulio mi seguiva con lo sguardo mentre mi preparavo, con la coda che andava freneticamente da un lato all'altro; invece Harry era chissà dove a combinare guai, così ne approfittai per materializzarmi alla festa di Oliver senza di lui. Harry adorava Oliver, e ci sarebbe rimasto molto male se avesse saputo che andavo alla sua festa di compleanno senza di lui, ma questa volta avevo deciso di andarci da sola per non dovermi preoccupare che si facesse male. Guardai le tre bottiglie di Champagne riposte sulla mia scrivania: un alcolico babbano… souvenir poco innocente che avevo portato con me di ritorno da un viaggio a Parigi. Guardai la foto di Nonna Rose che avevo sul comodino: chissà cosa avrebbe pensato se avesse saputo che stavo per portare dell'alcol ad una festa dove sarebbero stati per la maggioranza minorenni.

Beh, nonna… anche loro devono scoprire i piccoli piaceri della vita… Anche se sicuramente quei ragazzini ne sapevano più di me su come ci si sbronzava. E certamente alla loro età, anche io sapevo già come ci si divertiva; sempre nei limiti… ovviamente. Prima di andare, presi la mia bacchetta e usai un incantesimo per rimpicciolire le bottiglie per poterle mettere in borsa, insieme ai due regalini che avevo preso per Oliver. Spero che possano piacergli! Rivolsi le mie speranze a Giulio che mi guardò inclinando la testolina di lato; e dopo avergli stampato un bacio sulla fronte mi materializzai ai Tre Manici di Scopa: luogo che sarebbe stato testimone di quello che avremmo combinato. Nei limiti, si spera

Quando giunsi alla festa era già arrivata parecchia gente; mi guardai intorno per cercare Jolene e non appena notai la sua bellissima chioma rossa le andai incontro. Ho portato qualcosina di interessante per noi adulti! Esclamai scuotendo leggermente la borsa.


Giornalista ✽ 25 anni ✽ exCorvonero ✽ Outfit




Riassuntino:
Cordelia ha appuntamento alla festa con Jolene; sa che la troverà in compagnia di Aiden. Usa un incantesimo per rimpicciolire tre bottiglie di Champagne per poi infilarle in borsa e portarle con sé alla festa. La sua player spera che Aiden non l'arresti. O forse si?

P.s. in borsa ha anche due pensierini per il dolce festeggiato!


Edited by Miss Fortune - 4/6/2020, 11:53
 
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view post Posted on 21/5/2020, 12:39
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Rose Marie Attwood

♡ Happy Roar Birthday, Oliver ♡

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Il risveglio della primavera aveva annunciato il proprio arrivo da poco più di un mese, e piano piano era arrivata a bussare anche alle porte del castello di Hogwarts. Il dolce richiamo dei primi caldi raggi di sole dopo un lungo inverno e del profumo dei fiori appena sbocciati aveva, come ogni anno, fatto tornare ad affollare le strade inglesi. Gli studenti, desiderosi di respirare quel benessere, passavano molto più tempo del solito a passeggiare tra le serre e i giardini - Rose Marie per prima - e la Natura non si era dimostrata affatto timida di quelle attenzioni. Era il periodo più bello dell'anno, per la giovane Attwood non v'erano dubbi. Ma non era solo quell'esplosione di colori mista all'eccitazione per la fine dell'anno scolastico ad alimentare gli animi dei Grifondoro: era finalmente arrivato il giorno del compleanno del loro Caposcuola. Si erano preparati per settimane, avevano organizzato tutto nei minimi dettagli - Casey, in particolare, era arrivata sull'orlo di una crisi isterica nel tentativo di coordinare tutti, adulti e piccini - e per molti, Rose compresa, era stato alquanto difficile fare finta di nulla, gironzolando di nascosto per ultimare i preparativi e cambiando discorso ogni qualvolta il viso di Oliver avesse fatto capolino tra i corridoi della scuola. Il desiderio che tutto fosse perfetto, però, le aveva permesso di nascondere più volte l'entusiasmo: adorava organizzare quel genere di sorprese.
Il gruppo dei rosso-oro capitanati dall'Uragano - il cui lavoro, paradossalmente al suo nome, era stato impeccabile - erano stati i primi ad arrivare al locale, per mettere a posto le ultime decorazioni floreali e disporre sedie e tavoli. Sorrise all'amica, ascoltando il suo piccolo discorso di ringraziamento.
«Grazie a te, K! Senza la tua guida non ce l'avremmo mai fatta. E' perfetto.» aggiunse in fine, dandosi un'occhiata intorno. Tutto era pronto e i primi ospiti iniziavano a arrivare. La sala era addobbata in pieno stile grifondoro, e di cibo e bevande ve n'erano abbastanza da sfamare un esercito: Oliver l'avrebbe adorato.
Tra gli svariati volti che minuto dopo minuto riempivano quella sala, sempre più accogliente e vivace, Rose ne riconobbe uno in mezzo alla maggioranza di sconosciuti. Uno che sapeva sarebbe arrivato, e che aveva aspettato con eccitazione, sebbene facesse spesso affiorare nostalgici ricordi: quello di Thalia Moran, la migliore amica di Nieve. Aveva cercato di evitare il più possibile quel sentimento, in quel giorno che doveva essere riempito esclusivamente di sorrisi e dolcetti, e finché si era concentrata sull'organizzazione e l'allestimento c'era anche riuscita. Ma l'assenza della Rigos era una nota dolente che non l'avrebbe mai abbandonata e, dal loro primo incontro per la Scuola di Atene, Thalia era presto diventata ciò che di più vicino a lei le era rimasto al castello: era dunque inevitabile che, rivolgendo alla Tassa lo sguardo, il ricordo della sua risata e dei suoi capelli argentati si facesse vividissimo nella sua mente.
«Ciao, Thalia.» le si avvicinò sorridente, in maniera istintiva, allontanandosi per un attimo dal suo gruppetto. Lei era arrivata da sola. Non sapeva se stesse semplicemente aspettando qualcuno, e per questo si fosse messa in disparte a osservare... ma a Rose venne la strana impressione che anche lei potesse sentire la mancanza della loro amica.
«Come stai? Non mi sono più fatta sentire, dopo l'ultimo incontro di Atene. Ho avuto molto da studiare.» fece, nel tentativo di attaccare bottone. Si sentiva una brutta persona. Voler colmare il vuoto lasciatole, attaccandosi a ciò che Nieve aveva di più caro... non era affatto un comportamento corretto, né per la propria morale né, specialmente, nei confronti della rossa. Eppure, non riusciva a farne a meno.
A scacciare via immediatamente quei pensieri fu la minaccia di un uomo, alto e massiccio, che aveva da poco fatto il suo ingresso al locale, attirando l'attenzione di tutti i presenti. Rose, i cui occhi si sbarrarono, lanciando un'occhiata terrorizzata a Casey dall'altro lato della sala, poté sentire ogni muscolo del suo corpo contrarsi nel sentire quelle parole. Infine una risatina nervosa, seguita da un profondo respiro, l'aiutarono a rilasciare la tensione: si trattava di un semplice scherzo. Non le sfuggì, accanto a lei, il commento sarcastico della ragazza. «Un'entrata d'effetto, sicuramente. Lo conosci?»

outfit [x], hair [x]

©

Interazioni con Casey e Thalia.
 
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view post Posted on 21/5/2020, 14:37
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Ocean eyes.

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MEGAN M. HAVEN
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«Vai alla festa di Brior?» disse Grace sorpresa. «E da quando sei sua grande amica?»
Megan sorrise al giovane Grifondoro, uno studente del primo anno che le aveva appena riferito la notizia, liquidandolo con una conferma. «Ciò che faccio non ti riguarda» rispose tagliente.
«Scusa ero solo curiosa. A me non è stato detto» aggiunse la ragazza addentando un muffin. «Perché tu e Oliver vi conoscete?»
«L’ho incontrato un paio di volte di persona, sai? Una volta si è fatto da parte per farmi passare lasciando aperta la porta e un giorno mi ha chiesto scusa per essermi finito addosso, urtandomi appena.»
Megan all’udire quelle parole alzò gli occhi al cielo. «Grace!» affermò richiamando l’attenzione su di lei.
«Che c’è?» rispose con stupore.
«Non penso che Oliver ti abbia notata, ma se ti fa sentire meglio posso dirti che ti cederei il mio posto volentieri» abbozzò un sorriso in direzione della compagna, portando successivamente alle labbra la tazzina bollente con il caffè. «Già, forse hai ragione. Non hai voglia di andare?» la giovane studentessa non sembrò allentare la presa cambiando così strategia. Se avesse voluto sapere di più del rapporto tra lei ed Oliver sarebbe stato del tutto inutile; Megan era ben attenta a non fare arrivare alle orecchie di Grace determinate notizie, la ragazza aveva l’abitudine di non tenere la bocca chiusa.
«È complicato» rispose seccata. «Spero basti sapere questo, signorina Flitt. Il resto non è affar tuo.» Questa volta Grace seppe capire e annuì.
«Beh, grazie!» disse con tono frizzante, provando a far finta di nulla.
Qualche minuto più tardi, Megan terminò la colazione e tra una chiacchiera e l’altra —cui lei era stata partecipe mediante mugolii annoiati — congedò i propri concasati allontanandosi.
Gli occhi indugiarono fra i presenti lungo la tavola Corvonero, fino a scorgere la figura di Daddy.
«C’è una festa a sorpresa per Brior» aveva detto sedendosi a cavalcioni sulla panca; il posto accanto al ragazzo si era liberato. «Un ragazzino del primo anno me lo ha riferito e… Voleva che lo dicessi anche a te» strinse le labbra. Una pacca sulla spalla sinistra, un sorriso cordiale e un furto di un biscotto: iniziava la giornata.

Con passo svelto quel pomeriggio scendeva le scale raggiungendo il Piano Terra. Non era in ritardo ma l’agitazione le giocava brutti scherzi!
«Megan! Scusa volevo dirti se domani potevo scambiare il turno con Phoebe» la fermò Jean.
«Non c’è problema, ricordati di segnarlo. Ah, io sarò assente per qualche ora posso contare su di te? Non dovrebbero esserci problemi in vista
» le sorrise, tirando indietro una ciocca fastidiosa.
«Non ti preoccupare e grazie!»
Lasciandosi alle spalle il Prefetto, pochi minuti dopo la Corvonero aveva raggiunto l’uscita. Non le fu difficile riconoscere Daddy splendere di luce propria sotto il sole primaverile. Un Dio greco d'ego!
«Siamo pronti?» le aveva chiesto.
«Ti avverto, Toobl. Nessuno scherzo stupido, chiaro?» Si avvicinò a lui fino a posizionarsi al proprio posto.
Non sapeva se si sarebbe mai pentita della decisione di recarsi al locale con una Gelbstrum, affidando la propria vita al ragazzo, ma iniziava ad averne una vaga sensazione.
Quando Daddy sollevò le gambe dandosi una leggera spinta, lei aveva stretto la presa. Un contatto deciso, che si sarebbe ben risparmiata di avere se non fosse per l’altezza che in pochi minuti aveva superato svariati metri. Le dita stringevano la giacchetta di pelle, la guancia posava sulla schiena e aveva gli occhi chiusi, come non avesse mai solcato il cielo prima d’ora. Terrorizzata.
Dopo una virata e una sgommata nell’aria, Megan aveva avvertito il senso di nausea e in quel momento la sua vecchia scopa le mancava più che mai. Era diverso guidare e lei preferiva di gran lunga avere il pieno controllo del mezzo.
«Hai visto che figata?»
Megan aprì di colpo le palpebre al grido dello studente, il cuore aveva aumentato i battiti all’improvviso. La vista da lassù era bellissima e non poteva certo dire il contrario; fronte a quel panorama parve dimenticare il breve viaggio.

Quando rallentò la velocità Megan tirò un sospiro di sollievo. L’arrivo ai Tre Manici di Scopa era stato certo turbolento ed era sicura che la prossima volta si sarebbe ben guardata dall’idea di montare di nuovo in due su una scopa, a meno che non fosse lei a guidarla. Con uno slancio toccò finalmente terreno e rivolse a Daddy un mezzo sorriso disorientato.
Si sistemò al volo i capelli che, raccolti in parte, avevano lasciato sfuggire qualche ciocca qua e là. Tirò alla vita i jeans, stringendo la catenina che le faceva da cintura e alla quale era attaccata la borsetta. Successivamente, sistemò la camicetta e infine la punta dei pollici asciugò le lacrime che per colpa del vento avevano sbavato l’eyeliner sotto agli occhi.
Una volta pronta seguì il ragazzo e, al susseguirsi dell’azione che lo vide perfetto protagonista di un’entrata alquanto imbarazzante, Megan provò a superare la soglia con disinvoltura. Lo sguardo analizzò l’ambiente posando le iridi cobalto su volti più o meno conosciuti.
«Benvenuto disagio!» esclamò tra sé, poi un finto sorriso le esplose in volto. Sentirsi fuori luogo era pane quotidiano ormai.

▪▪▪


Megan è venuta a conoscenza della festa grazie a uno studente del primo anno Grifondoro. Dopo un lieve botta e risposta con la sua compagna di stanza, comunica a Daddy del compleanno di Oliver. Da qui mi sembra già noto a molti che la fanciulla fa la sua imbarazzante entrata al fianco di Daddy. Wow!

Tutte le azioni che includono pg sono state concordate in off.

–– Considerate Megan presente ma in standby. Se qualcuno ha voglia di interagire – in un paio di post massimo – non ha che chiedere, sono sempre disponibile. Spero di poter partecipare in maniera attiva presto, ciao fiorellini! ♡

 
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