| Jaehaerys Erik Blackfyre «
Più si addentrava tra le pagine del libro, più ne rimaneva colpito. Non poteva essere altrimenti, proprio come un essere umano, stratificato nella sua personalità e nel suo apparire, così quello strumento musicale rifletteva dinamicità e concretezza: non solo un abile accompagnatore, ma un solista avvolgente. I modi in cui poteva essere suonato variavano dalla classica "strimpellata" a mani nude o con un plettro, fino ad arrivare al "pizzico con colpo" al "tap"; era letteralmente rapito. Sorrideva, immaginandosi intento a suonare abilmente qualche melodia, accompagnandola col canto, tra gli applausi e le grida d'incoraggiamento. Ma finì quasi col gelarsi al pensiero di tutti quegli occhi puntati su di lui, temeva già di non riuscire a reggere a tutta la pressione derivante da un'esibizione. Come sempre la sua mente era già troppo avanti, si immaginava già con un basso tra le mani, ma non sapeva neanche se sarebbe riuscito a maneggiarlo adeguatamente. Mosse le dita sul libro, un istinto riflesso, come se stesse provando a toccare le corde per eseguire un accordo. Socchiuse gli occhi ad immergersi nel profondo di quella fantasia, rendendola ancora più vivida, ma il concerto di cui era protagonista non era destinato a durare ulteriormente. Prima ancora che potesse potesse accorgersene e fare qualcosa per correre ai ripari, venne travolto da una tempesta rossa. Venne investito da un fiume di parole cariche di stizza che, sicuramente, poteva comprendere, ma che non si aspettava. Alzò lo sguardo dal libro e lo rivolse a colei che le stava di fronte. Eh?!Fu l'unica cosa che gli venne da dire in quel primo momento, colto alla sprovvista dalle taglienti parole della ragazza. A lei sarebbe potuto sembrare un po' spocchioso nei suoi modi di fare e con quella reazione, ma era davvero frutto della sorpresa; non si sentiva una salvatore o altro, in fin dei conti l'aveva fatto unicamente per il suo interesse. La ragazzina era poco più bassa di lui ed a giudicare dai colori che sfoggiava sui suoi abiti era una Grifondoro; aveva i capelli lunghi e raccolti in una treccia, di colore rosso e dalle sfumature scure, un po' disordinati, ma restavano particolari. Ciò che più lo colpì furono i suoi occhi azzurri, intensi e preziosi, mai come i suoi, ma erano vispi e ardenti... come mai i suoi sarebbero potuti essere. Come già detto, non si aspettava quelle parole, ma le comprendeva: in primis perché mai avrebbe pensati di ritrovarsi davvero a parlare con colei che aveva provocato l'ira dei due serpeverde; in secondo luogo comprendeva anche il desiderio di portare a termine quella sorta di impresa con le sue sole forze. Non poté prendere a male quella sfuriata, che a dirla tutta l'aveva anche un po' divertito. Ammirava quella spontaneità che a lui mancava in certe circostanze, sempre troppo riflessivo per poter agire così impulsivamente. Chiuse il libro che gli copriva parzialmente il volto; lo teneva con la mano sinistra, mentre la destra finì con lo spostare la sua piccola treccia dietro l'orecchio. * Questo è decisamente inaspettato. Spero non sia realmente arrabbiata con me, mica sapevo che si trovava qui... però, devo ammettere che avrei fatto lo stesso anche se l'avessi saputo, quindi in un certo senso fa bene a prendersela. Meglio provare a farla calmare, ma non so neanche chi sia... * I suoi pensieri si arrovellavano per cercare di trovare le parole giuste per calmare la Rossa dei Grifondoro, litigare non era una soluzione possibile per lui. Evitò di sorriderle prima di iniziare a parlare, non sapeva come avrebbe potuto prenderla, ma cercò di mantenere un tono di voce tranquillo, per non sembrarle agitato. Non ho dubbi che saresti riuscita ad affrontarli da sola, dopotutto sei riuscita a seminarli da sola! Si trovavano qui per puro caso, altrimenti avrebbero comunque continuato a cercarti. Inoltre, se ci pensi, sei riuscita a batterli anche portandoli qui, dove avrebbero potuto fare ben poco con tutte queste persone desiderose di silenzio e tranquillità! Le sorrise, distendendo la mano destra verso di lei. Una presentazione genuina e senza pretese!Comunque, piacere di conoscerti, io sono Jaehaerys. Ehm... e se devo dirla tutta, ho detto loro quelle cose per farli andar via, per evitare che creassero disturbo, mi sembrava la cosa più logica da dire per mandarli via... quindi più che altruismo è stato più egoismo il mio ahah.Concluse con un pizzico di imbarazzo la sua rivelazione; non se la sentiva di prendersi dei "meriti", non aveva agito per aiutarla, ma solo in favore della sua tranquillità. Un po' ingenuamente stava ignorando la rabbia della ragazzina, pensando si trattasse di un impeto momentaneo, ma chissà come avrebbe preso le sue parole. Narrato ~ «Parlato» ~ *Pensato*
“ Improvvise. Adapt. Overcome. ” | |
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