Un tuffo nel passato, .privata

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view post Posted on 1/6/2020, 20:54
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Lucas Scott - Giornalista

L’aroma fragrante dei dolci appena sfornati che riempiva le strade di Hogsmeade parve a Lucas Scott più dolce di qualsiasi altro aroma avesse mai annusato. Inspirò a fondo scrutando con lo sguardo carico di curiosità l’intera area circostante. Più avanti lungo la via, un uomo spingeva un carretto a due ruote carico di dolciumi, i profumi parlavano di mirtilli, limoni, albicocche. Il suo stomaco brontolò, i dolci sembravano ancora caldi appena usciti dal forno. L’odore gli faceva venire l’acquolina in bocca, ma preferì evitare l’assunzione di qualche merendina troppo zuccherosa vista la reale identità della sua passeggiata pomeridiana. Dopo un ultimo sguardo a tutte quelle leccornie, si allontanò in fretta dirigendosi con passo svelto in direzione di Madama Piediburro.
L’articolo del Profeta pubblicato qualche giorno addietro, aveva riportato una serie di cambiamenti che riguardavano il menù principale di Madama Piediburro, uno dei locali più in voga dell’intero Villaggio magico. Una serie di novità che avevano smussato la sua curiosa attenzione, convincendo il lato più goloso di Lucas ad annientare le tante aspettative imbarazzanti che da tempo immemore influenzavano il suo giudizio negativo. Una piccola saletta da tè che accoglieva prevalentemente coppiette di giovani innamorati, un dettaglio così romantico ma ben distante dalle maniere fredde e distaccate che il giovane utilizzava per interagire con le altre persone.
No, c’era qualcosa che non lo convinceva, il suo quinto senso e mezzo stava formicolando. Portò lo sguardo al cielo, dove una miriade di gufetti volavano liberi e vicini tra le nubi lievemente grigiastre, fioriere di tempo incerto per il giorno seguente.
*Il maltempo si è guastato, di nuovo* pensò aggrottando le sopracciglia. Riportò lo sguardo di fronte a sé, e si ritrovò a fissare la grossa insegna colorata di rosa che indicava l’ingresso del locale. Eccolo arrivato.
Una calorosa luce illuminava la soglia di entrata e Madama Piediburro gli riservò un cordiale sorriso di benvenuto notando la sua figura oltrepassare la porta. Con un cenno gli indicò un tavolo posizionato in fondo all’enorme sala, stranamente poco affollata rispetto ai soliti pomeriggi caotici di Hogsmeade. Il ragazzo sorrise alla donna, incamminandosi con passo titubante verso la direzione indicatagli. Con un gesto fluido si sbottonò e si tolse il mantello nero, agganciandolo ad un appendiabiti che lo strinse per bene, in modo tale che altre persone estranee non lo potessero prendere. Adorava gli oggetti animati.
Una volta seduto senza crucciarsi troppo della compagnia che lo circondava, cominciò a sfogliare distrattamente il nuovo menù a tutto tondo che la proprietaria aveva messo a disposizione dei clienti. Nonostante le tante novità che presentava nella preparazione di basi alcoliche e dolci d’accompagnamento, quel posto continuava a trasudare come sempre la stessa carica di sentimento amoroso nell’aria, una sensazione abbastanza patetica e superficiale secondo l’intima opinione del giovane giornalista. Lo sguardo sconsolato rimase per qualche secondo fermo sulla porta di uscita, pensando a qualche scusa convincente che avrebbe potuto giustificare il suo abbandono dal tavolo senza aver consumato nulla.

 
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view post Posted on 2/6/2020, 20:37
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Mary
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Quando seppe che avrebbe dovuto indossare una divisa era stata sul punto di mollare tutto ed andare via. Quando venne ulteriormente a sapere che suddetta divisa sarebbe stata nient’altro che rosa, era stata sull’orlo di una crisi di nervi.
Eppure, era lì da Madama Piediburro, un sorriso accogliente e caloroso sul suo viso, un’orrenda divisa rosa addosso e, parliamoci chiaro, un’incredibile necessità di denaro. Ecco perché non era scappata.
Non poteva lamentarsi comunque, Madama la trattava benissimo, ogni tanto le faceva assaggiare qualche dolce quasi con fare furtivo, come se il negozio non fosse di sua proprietà; l’ambiente era caloroso ed accogliente, piccolo ma non soffocante. Le persone che venivano erano per di più giovani ragazzi e ragazze, coppiette o giù di lì. Mary in quelle prima settimana di lavoro aveva passato molto tempo ad osservare i clienti: mani che si congiungevano sotto il tavolo, visi arrossati dovuti alle confessioni d’amore, dolci parole sussurrate con fare timidi. Lei era lì, nei pressi del bancone ad osservare compiaciuta come quel luogo riusciva a portare insieme coppie tra di loro diversissime.

Madama non era un posto esclusivamente per coppie. Con l’uscita dell’articolo alla Gazzetta del Profeta innumerevoli persone erano accorse per godersi il nuovo menu, per godersi le miscele di tè particolarmente gustose.
Quel giorno non c’era molto via vai nel piccolo locale tant'è vero che per un po’ Mary era rimasta seduta su uno sgabello dietro al bancone a scambiare quattro chiacchiere con la proprietaria. Ogni tanto girava la testa per tenere d’occhio le necessità dei pochi clienti lì presenti ma fino a quel momento nessuno ebbe da richiedere nulla. Le persone quel giorno erano così poche che ad un certo punto Madama le disse che, dopo aver servito l’ultimo cliente, sarebbe potuta andare via un po’ prima. Quelle parole portano un istantaneo buon umore alla ragazza. La stessa donna andò ad accogliere il cliente alla porta accompagnandolo poi ad un tavolo un po’ più isolato. Mary seguì con lo sguardo tutto il percorso che Madama fece con il ragazzo, che aveva un’aria familiare? Possibile? Mary ebbe l’impressione di conoscerlo ma, allo stesso tempo, sembrava un po’ troppo grande per essere uno studente.
Lasciò che il ragazzo consultasse un po’ il menu e, appena ricevette un cenno con la testa da parte della proprietaria, si diresse verso di lui.
Buongiorno!
Mary aveva pronunciato quella parola quando ancora non era arrivata nei pressi del tavolo, tono di voce felice ma non invadente. Una volta lì portò entrambe le mani dietro la schiena, un sorriso sulle labbra e gli occhi rivolti in direzione del ragazzo. Una volta attirata la sua attenzione, avrebbe proseguito.
Io sono Mary, sarò la tua cameriera per oggi.
Il sorriso non lasciò mai il suo volto e riusciva a nascondere bene la voglia che aveva la giovane Grifondoro di mollare la divisa e buttarsi sul suo letto nella sala comune. *Solo un ultimo cliente, solo lui e poi vai via. Veloce e pulito.*
Se hai bisogno di un consiglio, chiedi pure.



Mi sono ricordata che forse forse i nostri PG si conoscono, almeno di vista, dalla festa di villa Scott. :fru: Vediamo che succede comunque :ihih:
 
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view post Posted on 5/6/2020, 22:35
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Lucas Scott - Giornalista

Una mossa troppo azzardata quella di varcare la soglia del locale in completa solitudine, la presenza delle tante coppiette felici che lo circondavano scaturì nel suo animo un sentimento di pura nostalgia. Tutto era cambiato, lo sentiva nell’aria pesante del pub, lo sentiva nel tepore delle tazze fumanti di tè poggiate sui vari tavolini, lo sentiva forte nelle narici, forse provenire dalla pelle di qualche ragazzina felicemente innamorata.
Tutto si confondeva e in contemporanea era estremamente distinto. La mente correva a diversi pensieri mentre ascoltava il chiacchiericcio assorto. Rifletté molto su alcune immagini del proprio passato, mentre lo sguardo percorreva ogni angolo e insenatura della enorme sala nella quale si trovava.
Lo sguardo e le varie espressioni, nonostante fossero molto controllate, nel profondo mostravano inquietudine e le sfuggenti occhiate stavano per rivelare qualcosa di molto importante e profondamente toccante. Qualcosa stava cambiando, di nuovo.
Si concesse sani minuti di pura osservazione. Scosse appena il capo, scacciando via quei fastidiosi ricordi: il fatto era fatto e, ad onor del vero, pur essendo dispiaciuto per le occasioni mancate, quella sua condizione attuale delle cose non aveva poi scompensato molto i suoi equilibri. Tirando le somme, infatti, i cambiamenti nella sua vita per quanto notevoli fossero stati, non avevano intaccato minimamente le sue ambizioni future di vita. Fu solo qualche istante dopo essere tornato alla realtà che si accorse dell’incombente presenza a qualche metro di distanza da lui. Si trattava di una ragazza dai capelli chiari, ma della quale non riusciva ancora a distinguere i lineamenti visivi.
Le luci calanti del giorno che attraversavano furiosamente le finestre del locale, avevano causato uno stato di cecità parziale. Ben si sa, gli occhi chiari sono maggiormente sensibili alla luce improvvisa, tanto che Lucas riuscì a vedere nuovamente qualcosa solo quando, improvvisamente, la voce cordiale della sconosciuta sembrò centrare la sua totale immagine visiva.
-Salve!-
alzò un braccio portandoselo agli occhi, per coprire momentaneamente la luce accecante e vedere bene in volto la giovane che aveva dinnanzi. Un espressione profonda e conosciuta, riteneva infatti di averla già vista da qualche parte, nel suo recente passato adolescenziale.
-Eh, beh, ecco gradirei molto la tua compagnia in questo momento Mary la cameriera…-
non riuscì a trattenere il cozzare stridulo dei denti nel pronunciare quelle poche parole, un intreccio dal significato ambiguo ben distante da quello che realmente voleva intendere la richiesta da parte del giovane. L'opprimente presenza di tutte quelle coppiette felici intorno l’avevano decisamente frastornato, un meccanismo di puro disagio che ogni qualvolta interferiva in maniera negativa con il suo flusso logico dei pensieri. Una elucubrazione esternata male al quale porvi immediatamente rimedio.
-Perdonami, non era mia intenzione recarti offesa, era solo una strategia la mia. -
*Era perfettamente tua intenzione, la strategia era fatta apposta per quello.*
Taci dannazione, taci. Si fermò ancora un attimo, il respiro si fece per quel secondo più intenso, la sensazione di aver parlato troppo più urente che mai.
-Ritrovarsi da soli con tutte queste coppiette felici intorno crea un forte senso di disagio, non è che ti andrebbe di consumare una semplice tazza di tè in mia compagnia!-
parlò lentamente, controllando ogni minimo muscolo del suo volto perfetto, troppo perfetto per non essere deturpato dalle emozioni. La ragazza l’avrebbe sicuramente preso per pazzo, ne era certo.

 
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view post Posted on 21/6/2020, 20:41
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Mary
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Insomma, stava per finire il suo turno e tornare in camera. Stava già pregustando le cose che avrebbe da lì a poco fatto. Beh, nulla probabilmente? Katie era ad un appuntamento con il suo ragazzo, Melanie e Joshua erano alle prese con gli esami e non lasciavano mai le loro rispettive camere, Vivienne stava ancora provando ad ambientarsi ad Hogwarts. Poteva provare a passare la serata con Oliver? Ah no, aveva quella cosa del coro.
Bene, poteva accettare volentieri un altro turno in più da Madama se tornare nella sua stanza significava studiare e basta.
Intanto, aveva un cliente da servire. Finalmente di fronte al ragazzo, ne poteva tracciare i lineamenti. E che lineamenti. Non sapeva esattamente se fosse una maledizione o una benedizione, ma tutte le persone che conosceva erano, senza alcun dubbio, dei fregni/e assurdi. Ad Hogwarts non girava nessuno di brutto, Mary stessa era sicuramente sopra la media. Veniva da chiedersi che cosa dessero da mangiare a Londra perché, mio dio. Il ragazzo di fronte a lei, o meglio l’uomo, aveva gli occhi azzurri, molto chiari ed espressivi, e i capelli chiari, quasi biondi. Si trattava del classico belloccio. E anche la sua voce era attraente.
*Beh non mi posso lamentare di questo lavoro dunque.*
Quando il ragazzo l’aveva invitata a sedersi al tavolo con lui Mary non aveva capito se fosse serio o meno. Il suo sguardo non era cambiato, aveva mantenuto il contatto visivo con il ragazzo di fronte a sé, il sorriso si era leggermente alzato su di un lato, aveva leggermente inarcato le sopracciglia per segnalare una leggera confusione. Fortunatamente il suo imbarazzo durò poco. Il ragazzo prese nuovamente parola.
Nessuna offesa, mi chiamo Mary e sono una cameriera, non hai detto nulla di sbagliato.
La grifondoro sorrise leggermente e portò le mani dinanzi a sé, congiungendole in vita.
Una tazza di tè dici?
Mary si guardò intorno, in fondo il suo turno era finito. La prospettiva di tornare al castello non l’allettava più così tanto visti gli impegni che aveva anche lì. Infine, all’idea di una tazza di tè, possibilmente accompagnato da dei dolcetti, le fece venire un languorino che non poteva ignorare. Il suo volto si aprì, il sorriso divenne più ampio.
Accetto ma…
Alzò l’indice per aria di fronte al suo viso, gli ingranaggi nel suo cervello si stavano muovendo.
Offro io. E spero che tu abbia fame perché porto anche qualche dolce. Aspettami!
Mary scappò in un attimo. Si sarebbe resa conto soltanto nei pressi del bancone che, in effetti, non aveva idea di chi fosse il ragazzo. Poco male, glielo avrebbe chiesto appena tornata. Aveva preso una scelta così avventata che non aveva neanche chiesto al ragazzo quale tipo di tè preferisse.
*Benissimo idiota, ora sei qui. Scegli.*
Poco male, avrebbe tirato ad indovinare e se fosse andato male poteva sempre cambiare! Preparò con attenzione le due tazze di tè, e scelse con attenzione dei dolcetti. Per di più scelse ciò che piaceva lei visto che non aveva assolutamente idea di ciò che piaceva al ragazzo.
Mise con attenzione tutto su di un vassoio e si diresse verso il tavolo.
Allora, scusami ma non ti ho chiesto cosa preferissi. Spero vada bene.
Con entrambe le mani appoggiò il vassoio sul tavolo, poi prese le due tazze di tè ed infine i dolcetti, poggiando tutto con attenzione in mezzo tra i due. Infine, lasciò il vassoio sul tavolo vuoto vicino e si sedette di fronte al ragazzo.
Dunque, questo è il tè dell’oceano, è molto delicato. Spero ti piaccia.
Se il ragazzo di fronte a lei avesse abbassato lo sguardo sulla sua tazza, avrebbe notato delle piccole onde all’interno del bicchiere. Era una delle tazze di tè più affascinanti e Mary l’aveva scelta perché il colore degli occhi del giovane e le onde nel bicchiere erano molto simili. In mezzo invece vi erano dei dolcetti che la ragazza aveva selezionato con cura: quattro macaron, due muffin e due fette di torta di Mordred. Aveva cercato di variare quanto più possibile per poter accontentare il ragazzo di fronte a lei.
Se c’è qualcosa che non ti piace, per favore dimmelo e ti prendo qualcos’altro.
Aveva un sorriso sul volto, più che per la compagnia era per il cibo. Sulla compagnia c’era ancora da scoprire.
Ah, e ti toccherà dirmi anche il tuo nome. E così dicendo, Mary prese la sua tazza di tè e la portò vicino alle labbra. Soffiò leggermente e poi ne assaggiò un goccio.
*Per tutti i gargoyle, che buono.*
La grifondoro aveva scelto per lei il tè della foresta ed era buonissimo. Ecco perché aveva scelto di lavorare da Madama, sì. I suoi occhi si alternavano tra i dolcetti di fronte a sé ed il ragazzo. Avrebbe atteso lui prima di prendere un macaron, per educazione ovviamente.
Allora, lavoro qui da qualche settimana e non penso di averti mai visto. Non ti piace questo posto?



Ovviamente ti ho già chiesto scusa in MP ma rinnovo le mie scuse anche qui: perdonami.
Ho preso qualche decisione in questo post per muovere un po' le carte, spero vada bene.

Tè dell'oceano: 6 falci
Tè della foresta: 6 falci
4 macaron Corazòn: 8 falci
2 Muffin: 10 falci
2 fette di torta Mordred: 30 falci:
Totale: 3 galeoni e 9 falci dal conto di Mary.
 
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view post Posted on 30/6/2020, 15:40
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Lucas Scott - Giornalista

Se vi era un senso che il giovane purosangue Lucas aveva sviluppato particolarmente, quello era l'odorato. Aveva una particolare passione per i profumi e per gli odori in generale: riteneva che ogni oggetto, ogni persona, ogni storia si portasse dietro un odore corrispondente, un'emozione, un sentimento.
Il vento era il maggior conduttore, il primo agente trasportatore di odori, tale che, per una persona particolarmente dotata come lui, poteva persino parlargli. Non seppe mai spiegarsi il perché di questa sua caratteristica, forse la magia che scorreva nel suo sangue, forse per tutti quegli anni chiuso in un sotterraneo buio, in cui la tua unica risorsa, quando non puoi vedere, sono gli altri sensi.
Aveva un che di ferino, tanto sgradevole poco aggraziato che il giovane mai aveva osato sussurrarlo a suo padre. La sua schiena aveva già abbastanza cicatrici. Così, dopo aver assistito alla risposta positiva della ragazza dinnanzi a quella proposta inusuale, rimase immobile, osservando con meticolosità tutte le rapide movenze eseguite da quest’ultima. Si concentrò sulla scia del profumo radioso rimasta nell’aria, aspettando con curiosità la figura femminile fare ritorno al tavolo, carica di dolcetti dall’aspetto prelibato e due tazze di tè fumanti.
Profumi inebrianti, di magia, di virtù e di cioccolato invasero il suo olfatto allenato. Un odore che sapeva di pasta frolla calda, ma che sapeva anche di sconosciuto.
Senza sapere perché, come attratto da una magia mistica, Lucas spostò gli occhi azzurri dalla ragazza ad un punto imprecisato della tazza blu oceano che gli era stata gentilmente offerta, dove riuscì a scorgere una serie di ondine dal colore cristallino fare capolino all’interno del piccolo recipiente. Rimase per qualche secondo ipnotizzato ad osservare il costante movimento oscillatorio del liquido bluastro, limitandosi ad ascoltare le varie spiegazioni fornite dalla sconosciuta. Uno stato di quiete apparente che sembrò spezzarsi solamente in seguito alla domanda posta dalla giovane cameriera, costringendo il suo sguardo a cambiare direzione. Una curiosa attenzione che arrivò dritta al viso della strega, alta e sorridente, il fine volto incorniciato dalla folta chioma chiara, le labbra dischiuse e delle sottilissime rughe ai bordi del mento che mostravano un sorriso.
Il volto di Lucas, una maschera di pacatezza, mostrò stupore solo nello sguardo, lo sguardo inquieto e curioso di un cerbiatto che scopre nuovi orizzonti. Si scoprì a conoscere la ragazza, almeno di vista. Forse durante uno dei tanti festini organizzati a Villa Scott nel suo recente passato da studente.
-Mi chiamo Lucas Scott e diciamo che non sono un assiduo frequentatore di questo posto.-
afferrato un macaron lo portò vicino alle labbra e lo addentò, assaporando con delicatezza la fragranza prelibata del piccolo biscotto ancora tiepido di cottura. Bisognava ammettere suo malgrado che i dolci sfornati da Madama Piediburro restavano i più buoni in assoluto della Londra Magiga. Terminò di trangugiare avidamente il suo boccone, non distogliendo mai gli occhi di dosso dalla ragazza, tentando di decifrare le sue intenzioni sul bel volto maturo. Pareva incuriosita, leggermente stupita, le labbra carnose socchiuse in un gentil sorriso.
Ad attirare la sua attenzione, però, furono gli occhi: stralunati, sgranati, persi. Era nel suo mondo, e, in brevi momenti di lucidità, tentava di stare nella loro dimensione.
Mai giudicare dalle apparenze, si disse.
-Questi dolci sono fantastici, non ho mai assaggiato nulla di simile!-
affermò con una punta di orgoglio. I brevi attimi passati ad ascoltare il sereno parlare della giovane avevano concesso di calmare l’ansia che, fino a pochi istanti prima, si era aggrappata a lui rappresentandosi in una postura sicura, petto in avanti e lo sguardo dritto. Ruppe così la sua palese rigidità andando a stringere con le dita il manico in porcellana della tazza blu, tirando con decisione il piattino a sé.
-Il colore sembra molto invitante, hai scelto bene Miss…-
Una frase interrotta a metà col solo scopo di spingere la ragazza a rivelare la sua vera identità. Nel frattempo distaccò lo sguardo, cominciando a rotearlo da un individuo ad un altro, senza porvi reale interesse. Troppo smorfiosette le coppie che occupavano i tavoli del locale, intente in chissà quali futili pensieri, per nulla attraenti alla vista del giornalista. Portando alle labbra la tazzina cominciò a bere il liquido amaro.



Edited by ~ Lucas Scott - 6/7/2020, 23:36
 
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view post Posted on 3/7/2020, 20:58
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Mary
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Mary, con gli occhi puntati sul suo interlocutore, notò forse in lui una nota di stupore. Non era sicura però se fu uno scherzo della sua immaginazione o la realtà e dunque, diede poco conto alla cosa. Aveva invaso con dolci e thè il suo e lo spazio dell’uomo, ma l’odore era talmente coinvolgente da lasciarla inebriata. Chiunque poteva pensare che lavorare in quell'ambiente per svariate ore al giorno poteva poi creare un certo senso di disgusto. Ovviamente non era così per Mary che amava tantissimo i dolci, possibilmente accompagnati da un buon thè. Madama Piediburro era in conclusione uno dei suoi luoghi preferiti al di fuori di Hogwarts, se non il suo preferito in assoluto. Non ci era mai andata con nessun possibile compagno o compagna e ciò poteva far riflettere.
Mary aveva entrambe le mani vicino alla tazza, il calore che fuori usciva non le dava fastidio. Il clima all’interno del Madama era fresco sia in estate che in inverno, e questo favoriva i clienti. I suoi occhi seguivano attenti i movimenti del ragazzo di fronte a sé, Lucas Scott, che finalmente si era deciso ad afferrare il primo macaron. Mary poté fare lo stesso, ma attese.
*Scott, Scott.*
Quel cognome continuò a balzare come una palla nel suo cervello. Quando, mentre ci pensava afferrò un macaron e diede un piccolo, delicato morso, i suoi occhi si illuminarono per due motivi: per i poteri magici di cui evidentemente il macaron era avvolto, e per la realizzazione.
Scott, come Nathan? Nathan Scott, grifondoro?
Mary aveva deglutito in fretta il piccolo pezzo di dolce per porre velocemente quella domanda. I suoi occhi ora ancora più attenti sulla figura di fronte a lei. Nulla in Lucas le ricordava Nathan. Non che lei e il grifondoro fossero particolarmente legati ma ciò nonostante si conoscevano, avevano anche vissuto qualche disavventura insieme. Nulla di nuovo, il solito weekend rosso-oro.
Il biondo aveva mantenuto continuamente il contatto visivo con Mary che invece a disagio, lo aveva più volte distolto, riponendolo sulla tazza di thè di fronte a sé. Quando ne prese finalmente un sorso ne rimase estasiata: lo zenzero e le foglie di mandragora erano un contrasto irrinunciabile. Dopo il primo sorso fuoriuscì dalle labbra di Mary un silenzioso ma soddisfatto “ah”.
Non per vantarmi, ma i dolci di Madama sono gli unici che possono essere considerati tali.
Esordì con una punta di orgoglio, in fondo anche lei poteva dirsi parte dell’ingranaggio di quella famiglia. Nei movimenti Lucas sembrava più rilassato e ciò portò subito Mary a chiedersi quale fosse, precedentemente, il motivo di tanta rigidità. Lei si presentava come una ragazza non troppo alta, atletica ma non troppo muscolosa. Insomma, innocua. Il suo sguardo era delicato ma mai troppo intenso, guardava Lucas ma non manteneva il contatto visivo per troppo tempo per non mettere a disagio la persona di fronte a sé. Una persona deliziosa, no?
Grenger. Mary Grenger.
La sua voce uscì più fiera di quanto si aspettasse. Tutto ciò che poteva ricordarle i suoi genitori era motivo di orgoglio.
E grazie. Direi che lavorare qui ha i suoi pregi, no?
Allargò le labbra in un leggero sorriso diretto a Lucas poi, con lo sguardò verso i muffin, si leccò veloce il labbro superiore e ne prese uno. Aveva abbandonato il macaron nel piattino di fronte a sé ed era pronta ad immergersi in una nuova esperienza. Quando addentò il muffin, leccò via la crema dalle sue labbra, poté sentire il battito del cuore accelerare. Nonostante conoscesse l’effetto del dolcetto, sgranò comunque gli occhi per un attimo di fronte alla nuova sensazione. Durò poco, fortunatamente.
E la prima volta che accetto di sedermi con uno sconosciuto. Quindi, dovrai darmi una o due informazioni su di te Lucas Scott.
Mary sorrise nuovamente al ragazzo, mentre posò il muffin vicino al macaron che avrebbe poi consumato lentamente dopo. Un altro sorso di thè, il paradiso.
Non mi dai l’impressione di essere uno studente, troppo grande. E ti avrei notato, immagino.
Mary alzò le sopracciglia, non dava spesso voce ai pensieri e quelle poche volte che lo faceva restava lei stessa stupita dell’azione. Sentiva le guance tingersi leggermente di rosso per l’imbarazzo, sperava che Lucas non lo notasse.
Cosa fai nella vita?
Continuò velocemente nascondendo poi il volto dietro la tazza di ceramica. Il gusto del thè tranquillizzava il suo animo.




Mi sono dimenticata di dirti che tutti i dolci di Madama hanno effetti secondari :fru:
 
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view post Posted on 6/7/2020, 22:35
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Lucas Scott - Giornalista

Poggiò la tazza blu sul tavolo.
Calamitato, quasi magnetizzato, Lucas continuava a fissare il viso della fanciulla. C'era qualcosa che l'attirava e che lo respingeva al tempo stesso, un elemento che non riusciva a comprendere, a definire del tutto in quella figura che sedeva davanti a lui. Percepì le proprie iridi brillare nel chiarore del suo stesso sguardo, una strana sensazione che non riusciva pienamente a decifrare.
Cercò di distrarsi, tenere la mente occupata per sviare momenti di imbarazzo poteva rappresentare un’ottima soluzione al problema. La osservò in perfetto silenzio prendere il suo tempo, la lasciò ponderare sulla scelta delle sue parole.
Nel frattempo, senza indugiare, la mano sinistra del ragazzo andava ad afferrare il muffin cremoso poggiato sopra il vassoio, un aspetto delizioso che poteva sicuramente distrarlo da quel senso di calore sempre più opprimente nel petto. Sorrise mentre assaporava morso dopo morso il suo dolcetto, un pulsare del cuore sempre più crescente sembrava non volerlo abbandonare.
Emozioni mistiche che da diverso tempo non era più riuscito a percepire facevano capolino nella sua testa, un cozzare quasi fastidioso con la personalità piuttosto fredda e distaccata del giornalista.
Poi, con sommo piacere di Lucas, una domanda riguardante il suo cognome lo ridestò da quello stato di ipnosi apparente, costringendo le sue membra a tornare concentrate sull’attuale conversazione.
-Si Nathan è mio fratello più piccolo, strano a dirsi vista la scarsa somiglianza!!-
disse poi, lasciando che una piccola nota ironica fosse ben avvertibile nelle sue parole. Il tempo di un ultimo sguardo, un consenso forse, e il ragazzo finì di divorare il suo muffin.
-Ma questi dolci sono fantastici.. Oserei dire fantastici quanto il tuo incantevole profilo Mary Granger!-
*Ma porca palettazza cosa caspita dici.*
Taci dannazione, taci.
Si fermò ancora un attimo, il respiro si fece per quel secondo più intenso, il frenetico pulsare del cuore più urente che mai.
-Perdona la mia sfacciataggine, di solito sono molto più composto mia Lady…-
afferrò un altro macaron portandolo in prossimità delle labbra.
*Ti ho preso, piccolo infame.*
Le dita si strinsero leggermente sul biscotto. Che fosse quell'esserino la causa di tutte quelle inusuali sensazioni che continuava a percepire; o semplicemente, la Magia che lo controllava era fin troppo forte anche per i suoi istinti forse.
Decise di non pensarci, preferendo sgranocchiare l'ennesimo dolce di quel pomeriggio.
-Molto bene, mi sembrano delle pretese abbastanza ragionevoli le tue…-
era sicuramente fuori di testa, una sensazione di libero arbitrio ai propri pensieri che non riusciva più a frenare.
-Mi chiamo Lucas Scott e scrivo come giornalista per la Gazzetta del Profeta, sono stato un ex Corvonero durante la mia permanenza ad Hogwarts e provo dell’odio viscerale verso tutta la mia famiglia…-
un sentimento, che fino ad allora era rimasto latente per tanti anni, lo colpì con una forza inaspettata insieme al ricordo di tutto ciò che i suoi genitori avevano sempre ribadito, la nobiltà, la purezza magica, la fierezza di essere i discendenti di una stirpe immacolata di Maghi e Streghe, infangata poi da quegli inetti che osavano comprarsi un titolo. Un concetto che per troppo tempo aveva lasciato indietro, sfocato e confuso e non ben delineato nella sua mente e a cui solo ora, forse, poteva trovar definizione.
-Come informazioni di partenza direi che possono bastare.-
e se quelle parole si rivelarono inaspettate, lo stesso si poté dire di ciò che lo seguì: con eleganza e con lentezza studiata, Lucas poggiò le mani sulla base del tavolo per poi spingersi con il busto in avanti, lasciando che il fiato caldo andasse a stuzzicare l’orecchio destro della ragazza in un sussurro glaciale.
-Ahimé, vorrei raccontarti tante altre cose, ma potrebbe rivelarsi troppo pericoloso forse…-
si allontanò prontamente, tornando ad occupare la sua precedente postazione. Il cuore gli batteva forte, quasi troppo rumorosamente, l'emozione di poter parlare liberamente, di essersi tolto il peso del politicamente corretto gli inondava il petto. Forse un lampo di sofferenza si notava nei suoi lineamenti lievemente marcati dal dolore sebbene lui facesse di tutto per nascondere.
La sensazione di calore intanto continuava a salire con intensità sempre maggiore, abbracciando ogni cosa e chiudendo nella sua morsa di silenzio ogni rumore. Solo il battere dei loro cuori suonava più forte di cento campane il giorno dell'incoronazione del Re.


Forse è meglio togliere il vassoio con i dolci :fru:
 
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Quando aveva preso posto di fronte uno sconosciuto – già di per sé la cosa era lontana dal carattere timido e cauto della giovane – Mary non si era aspettata una persona così lontana dal suo aspetto. Lucas Scott si presentava come un ragazzo elegante, di bell’aspetto e di portamento fiero ma ciò nonostante giovanile. Le sue parole invece erano serie, con un linguaggio costantemente formale e quasi cinico. La cosa era di per sé intrigante. La grifondoro non era necessariamente una grande osservatrice ma le capitava spesso di notare dettagli laddove altri vedevano semplici gesti consueti. Sentiva lo sguardo di Lucas su di sé e provò un leggero disagio all’idea di essere osservata. Non che non fosse abituata: era una ragazza attraente, maggiorenne, gentile e educata e dunque era normale attirare l’attenzione di una certa fetta di popolazione.
Quando Lucas confermò la parentela con Nathan la ragazza si sentì sollevata. L’idea che, in qualche misura, non si era seduta di fronte ad un completo sconosciuto la rallegrò. Indirizzò un sorriso al suo interlocutore e poi attese che questo continuasse con altre informazioni. Si tenne occupata alternando il thè al muffin che si apprestava già a finire. Dopo una giornata di lavoro Mary non era immune ai morsi della fame. I dolci di Madama erano maledettamente attraenti ma cercava di evitarli il più possibile. Da quando aveva iniziato a lavorare il tempo per allenarsi era diminuito e quindi doveva avere un occhio di riguardo per il cibo che mangiava.
«Oserei dire fantastici quanto il tuo incantevole profilo Mary Granger!»
Fu un attimo: il thè che stava gustando con una grazia quasi mistica le andò di traverso. Per un attimo temette le potesse fuoriuscire dal naso.
*Contieniti*
Nascose tutto con un paio di colpi di tosse. Le sue guance erano decisamente più rosse rispetto a qualche minuto prima. Fu costretta ad alzare gli occhi e ad affrontare lo sguardo di Lucas. Il fatto che anche lui fosse in imbarazzo la tranquillizzò. Non aveva dubbi sull’intenzionalità del commento ma ciò nonostante, visto il suo carattere, fu comunque inaspettato.
Ahm no, non ti preoccupare.
Provò a calmare gli animi. In fondo aveva ricevuto un complimento, non una minaccia di morte. Decise infine di accettarla di buon grado.
Anzi, ti ringrazio. Quindi, dicevi di te?
L’aveva accettato sì ma si apprestò a cambiare discorso in fretta e furia. Ringraziò il cielo quando Lucas colse la cosa e iniziò a parlare di sé. Un giornalista. L’informazione attirò subito l’interesse della ragazza che appoggiò la tazza sul tavolo e spinse in avanti la sedia per accomodarsi con più decenza.
*Corvonero?*
Mary giurò che fosse un serpeverde. Quel portamento per così dire regale, quell’accortezza nel parlare le davano l’impressione di avere dinanzi un prescelto di Salazar.
Stereotipi. Si condannò per quel pensiero. Le persone andavano giudicate in base ai fatti e non alla casata di appartenenza. Alla fine, Lucas sembrò rivelare più di quanto si aspettasse. Mary rimase quasi imbambolata. Per un attimo non seppe come procedere. Sviò.
Giornalista eh? Hai un campo di competenza o scrivi di tutto?
Da quando era arrivata ad Hogwarts l’idea di diventare una medimago era una costante per lei però non poteva evitare di chiedersi quali alternative avesse nel caso non si fosse rivelata all’altezza. Il giornalismo era tra queste. Le sembrò maleducato far cadere nel vuoto il commento sulla famiglia e allora provò ad essere quanto più imparziale possibile.
Mi dispiace per, ahm, la tua famiglia. Non li scegliamo e loro non scelgono noi. Avere lo stesso sangue non vuol dire per forza avere dei buoni rapporti, no?
Provò a buttarla lì. Lei sull’argomento famiglia aveva da dire poco e niente. La sua famiglia era sua zia ma soprattutto la sua famiglia, quella vera cioè quella che aveva potuto scegliere, era tutta ad Hogwarts.
Di colpò il ragazzo le si avvicinò. Mary scattò istintivamente all’indietro, la mano destra raggiunse la bacchetta sotto al tavolo in un secondo. Con gli occhi puntati su Lucas ascoltò le sue parole con attenzione.
«Ahimé, vorrei raccontarti tante altre cose, ma potrebbe rivelarsi troppo pericoloso forse…»
Quella nuova frase colse la sua attenzione. Con la tazza a mezza altezza nella mano sinistra gli occhi di Mary erano ora puntati su Lucas. Percepì un brivido percorrerle la schiena. Si domandò se non fosse stata completamente incosciente a sedersi di fronte uno sconosciuto. Che potesse essere un uomo pericoloso? O era forse una battuta la sua? Buttata lì giusto per vedere la sua reazione? Il suo cuore ora batteva più velocemente. Il suo sguardo era neutro sul ragazzo. Quella mossa così improvvisa ad invaderle gli spazi non le era piaciuta per niente. Ma doveva sapere. Riportò la mano destra su tavolo e la strinse alla tazza e poi, senza mai togliere lo sguardo da Lucas, ne prese un sorso. Quando appoggiò il contenitore di ceramica sul tavolo questo fece un leggero rumore che sembrò riportare la grifondoro sulla terra.
Quanto pericolose? Quanto può essere pericoloso un giornalista?
Trovò conforto nel sapere di non essere sola ma che altresì vi erano diverse persone ancora nel locale. Concluse con un leggero sorriso che sfruttò a suo vantaggio per incoraggiare Lucas a parlare. Sperò fosse uno scherzo, una battuta mal riuscita. Ci sperò davvero.




O forse è meglio portare altri dolci? :fru:
 
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view post Posted on 15/7/2020, 18:02
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Lucas Scott - Giornalista

Lo sguardo leggermente perso sembrò prendere di nuovo vita.
L’effetto destabilizzante provocato dai dolci cominciava a calare di intensità, una piacevole sensazione che il giornalista lasciò fluire a ruota libera per sgomberare la propria mente. Rare erano le occasioni durante le quali si era lasciato andare con discorsi troppo ambigui, parole pericolose che rischiavano di compromettere ogni sforzo fatto per celare la sua vera identità al mondo magico.
Tornò a respirare, l’intenso aroma del tè magico gli solleticava la base delle narici, tutta la purezza dell’acqua cristallina in cui la sua anima sembrava sguazzare. Un animo tormentato, però, che in quel liquido azzurro non trovava tregua né riposo, ma solo lava e fango.
Sospirò silenziosamente osservando il turbine di emozioni, osservando il silenzio che tratteneva con una mano nera e trasparente la sua bocca dal parlare. Perché si teneva dentro quello che aveva da dire?
*Perché lei non è una Pura come te.*
Tutti i Puri hanno un segreto, e lui avrebbe dovuto custodire per sempre quella sua scelta di vita da molti non condivisa.
La ascoltò silenziosamente, il cuore che batteva quieto e calmo, lo sguardo che insisteva come il mare su quello scoglio dalla chiara chioma.
-Trattando perlopiù argomenti di cronaca nera mi ritrovo spesso ad apprendere informazioni pericolose diciamo…-
il cuore prese a battergli forte e dolorosamente, senza tregua, senza riposo, senza attimi, il respiro corto e mancante, lo sguardo fisso, attento a non perdere il contatto con quelle dolci profondità che aveva dinnanzi.
Come si sentiva? Morto.
Un morto vivente.
Una fitta gli attraversò il dorso costringendo il resto del corpo a subire una scossa ben visibile, le espressioni del volto in quel momento incontrollabili mostrarono il fugace dolore che provava, nel corpo e nell'animo.
Lottò contro sé stesso per costringersi a respirare, lo sguardo che non riusciva a non staccarsi da quello di lei.
-Forse dovrei richiedere un trasferimento nel reparto sportivo!!-
sussurrò con un finto sorriso, in gloria al poco respiro che il dolore gli concedeva. Lo sguardo tornò lucido, le poche parole della ragazza gli erano bastate e avanzate per ribaltare quello stato di timore che percepiva internamente. Lasciò perdere i pochi sorsi di tè rimasti nella sua tazza, aveva perso la sete. I lineamenti, spigolosi, si fecero lievemente più freddi e seri. Eccolo, lo sguardo degli Scott, ecco lo spirito dei Puri.
-Esatto, Scott o Granger sono solo dei cognomi. Non contano niente.-
proseguì capendo in parte come allontanare quei dubbi fugaci che troppo frettolosamente aveva insinuato nella testa della giovane. Eccolo il piccolo e genuino Lucas. Niente più Scott. Solo Lucas. Occhi grandi, dolci, azzurri come un cielo di primavera senza nuvole, azzurri come le acque cristalline dei mari del Sud.
-E' solo la Purezza ciò che dobbiamo alle nostre famiglie, ma sono i nostri comportamenti che definiscono ciò che in realtà siamo!-
risollevò il dolce e materno sguardo incurvando le carnose labbra in un tenero sorriso.
*belle parole, Lucas Scott. Soltanto tu fossi in grado di metterle in atto, piccolo ingrato figlio di assasi...*
No, ora no, lasciami in pace. Ti prego, solo ora.
Impossibile nascondere il sorriso divertito che gli si dipinse sul volto: in fin dei conti, la fiera sincerità delle proprie emozioni giustificava gran parte dei suoi pensieri più assurdi. Passo dopo passo, la verità si dispiegava come un gomitolo ingarbugliato, con evidente soddisfazione del ragazzo. Finalmente aveva qualcosa con cui distrarsi. L'ideale per allontanare la mente dalle preoccupazioni presenti.
-E’ il tuo turno ora, raccontami qualcosa di te Mary!-
scoprire qualche informazione relativa alla sua vita personale sarebbe stato il primo passo per capire quali paletti della conversazione non potevano essere oltrepassati.

 
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view post Posted on 25/7/2020, 20:39
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Nell’apprendere quelle nuove informazioni sul lavoro di Lucas si sentì confortata. Tirò, appunto, un quasi impercettibile sospiro di sollievo. Quando il ragazzo aveva parlato di cose pericolose Mary si era da subito preoccupata. I suoi sensi erano allora arguiti per cercare di comprendere qualcosa in più sulla faccenda. Ma infine si rivelò trattarsi di lavoro e lei era quindi più tranquilla. Con il senno di poi si rese conto di quanto era stata stupida ad accettare l’invito di un perfetto sconosciuto. Poteva beatamente appendere la divisa, tornare ad Hogwarts e recuperare un po’ di compiti. Invece aveva deciso di restare lì.
Il thè, doveva ammettere, era però una giusta soddisfazione a fronte della scelta presa. E in più Lucas la incuriosiva. Era una figura quasi fuori luogo nel locale: un uomo adulto, di bell’aspetto sicuramente, da solo in un locale che era, di base, per coppie. E allora si sentì di dover accettare il suo invito e di scoprire qualcosa in più.
Aveva recuperato la tazza di thè e ora la stava gustando con più leggerezza. Abbassò la testa per guardare all’interno della sua tazza: quel bosco in miniatura era così bello che ad ogni piccolo sorso si sentiva quasi in colpa. Poco male, a limite ne avrebbe ordinato un’altra.
Per un secondo perse il filo del discorso ma riuscì ad agganciarsi in fretta all’ultima frase pronunciata dal giornalista.
Rise a quella battuta pronunciata quasi con timidezza. Mary si affrettò a portare una mano davanti la bocca, con eleganza, per evitare qualche figura che l’avrebbe resa meno graziosa agli occhi del ragazzo.
Secondo me il reparto sportivo è il migliore.
Commentò con sincerità. Non c’era sarcasmo nelle sue parole. Aveva scritto per la Gazzetta anche lei e si era sempre scostata da argomenti seri perché era troppo emotiva, si faceva coinvolgere troppo per riuscire ad essere lucida. E quindi scriveva del C.R.E.P.A, scriveva di gossip, di argomenti leggeri, senza coinvolgimenti. Fosse ritornata a scrivere per la Gazzetta del Profeta, avrebbe sicuramente fato richiesta per il reparto sportivo. Dire che adorava il Quidditch è quasi riduttivo.
Per quale squadra tifi? Quidditch, intendo.
Mettere l’argomento in mezzo era un rischio: una volta entrati nel mondo di quello sport Mary avrebbe avuto difficoltà ad uscirne.
Aspettò la risposta ed intanto si intrattenne dando un altro piccolo morso al suo muffin. Si trattenne da far uscire suoni compromettenti ma stava davvero gustando quel dolce.
Quando Lucas le chiese di parlare di sé la grifondoro provò una sensazione di difficoltà. Le era sempre risultato faticoso rispondere ad una domanda così vaga. Non sapeva cosa potesse interessare o meno all’interlocutore, se avesse detto qualcosa di noioso, se lei era noiosa. E quindi lasciò uscire un leggero ahm, accompagnò nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro e al contempo abbassò nuovamente la testa verso la sua tazza. Cosa doveva rispondere?
Beh, non c’è molto da dire.
Ok, ottimo inizio. Non che non fosse vero: Mary non aveva una vita piena come gli altri ragazzi di Hogwarts. Studiava, lavorava da Madama, ogni tanto usciva con gli amici, giocava a Quidditch. Il solito.
Ahm, mi piace la musica. Suono il pianoforte da quando, ahm sì da quando avevo quattro anni.
Ok, questo sì che è un ottimo inizio. Aveva detto qualcosa di sé, non troppo ma il giusto per tirare fuori un altro argomento.
A te piace la musica?

 
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view post Posted on 14/8/2020, 18:34
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Lucas Scott - Giornalista

Non appena il fazzoletto dei ricordi inerenti il Quidditch prese forma, sullo schermo eccitato della sua mente scorrevano le immagini del Lucas battitore che riusciva a conciliare classe purissima e forza belluina.
Nonostante la forte avversione verso il gioco di squadra, nel suo recente passato da Corvonero era stato un discreto battitore, un ruolo che gli aveva permesso di raggiungere risultati importanti e significativi come semplice studente. Ed in quell'istante, sommessamente rivolto verso un filo di pensieri tutti connessi tra di loro, non poté che sorridere ripensando ad un particolare episodio, che lasciò volontariamente sfumare per evitare di soffermarsi troppo su tutt'altro che la ragazza.
Riusciva ad osservare occhi timidi e penetranti dalla parte opposta alla sua, che tentavano di sviare il suo sguardo intenso, come se non riuscisse a mantenere il contatto per un lungo tempo. Più guardava i turchini occhi di lei, meno riusciva a trovarne il cuore.
Era una di quelle persone troppo buone. Troppo, troppo buone.
Strinse leggermente le spalle mentre pensava, lo sguardo fisso sulle espressioni di Mary. Quella ragazza era diventata per lui più interessante di quanto potesse immaginare all’inizio della conversazione.
-Falmouth Falcons!-
rispose alla sua domanda, poi, subito, proseguì
-Da bravo figlio cerco di mantenere le tradizioni di famiglia.-
la giovane tentò di cambiare discorso posandosi sull’argomento della musica. Lucas riteneva che saper suonare il pianoforte non fosse una cosa da tutti, e se qualcuno avesse scoperto di avere la vocazione, avrebbe dovuto approfittarne per alimentare una passione che non tutti condividevano, specie nel mondo magico.
Lui non avrebbe mai potuto suonare, per esempio. Suonare cosa, poi? "Il ritorno di Voldemort, nemici babbani temete", non era già una delle materie più insegnate ad Hogwarts Babbanologia?.
-Apprezzo la musica classica, un giorno potresti concedermi qualche ripetizione di piano così imparo qualcosa!-
sollevò per un brevissimo istante un sopracciglio nell'immaginarsi dietro ad un pianoforte a cercare di donare melodie ancestrali al suo Oscuro Signore. Patetico, terribile. Un pessimo, pessimo musicista. Una pessima, pessima visione distorta delle cose.
Socchiuse le carnose labbra e le inumidì con la lingua prima di parlare, come se cercasse le parole più appropriate.
-Ancora non mi hai detto in quale casata di Hogwarts ti trovi...-
c'era una antica superstizione per cui la maggior parte dei più grandi maghi oscuri in gioventù erano appartenuti alla grande Casata di Serpeverde. Questo preconcetto era continuato per millenni, soprattutto in virtù del fatto che spesso il capello parlante poneva i giovani ambiziosi in cotale casata. L'ambizione è stata vista spesso come sintomo di malvagità.
La giovane che aveva dinnanzi appariva in modo tutt’altro che freddo e distaccato, due qualità essenziali che la ponevano ben lontana dalla nobile casata di Salazar.


Chiedo scusa per l'enorme ritardo nella risposta. :flower:
 
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view post Posted on 17/10/2020, 11:02
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Il thè non era più caldo. I biscotti non avevano più l’effetto iniziale ed erano solo apprezzabili per il loro sapore unico. La sala si stava svuotando, com’era normale aspettarsi. Mary aveva da lungo finito il suo turno di lavoro eppure aveva preferito trattenersi con uno sconosciuto. E, con il senno di poi, avrebbe chiesto più volte a sé stessa il motivo. Lucas era…beh, era ok, fino a quel momento. Un ragazzo perfettamente educato ed elegante, un po’ audace forse ma nulla di cui preoccuparsi. La Grifondoro lo osservava da dietro la grande tazza di thè che di tanto in tanto raggiungeva le sue labbra. Il sapore era, di nuovo, inebriante. Parlare di Quidditch significava ritornare in un ambito che la toccava personalmente e su cui era facile conversare. Non sapeva esattamente per quale motivo, ma parlare di sé stessa con Lucas le risultava alquanto difficile e dunque trovò comodo restare su argomenti di carattere generale. Sul suo volto si aprì un sorriso che, coperto dalla grande tazza, dubitò Lucas potesse notare.
Io tifo per le Portree.
Inclinò la testa leggermente pensando a quanto la sua squadra stesse facendo letteralmente schifo in quel campionato e pensò che Lucas dovesse saperlo già.
Stanno giocando male ma sono fiduciosa, sai? L’anno prossimo andrà meglio.
Appoggiò la tazza nel suo piattino e portò le mani tra le gambe. Il suo sguardo si alternava tra gli occhi e la bocca del giornalista e ne seguiva i gesti quando parlava. Lucas era molto conciso nel parlare, la sua voce risultava gradevole. Sembrava non avere mai ripensamenti quando parlava e Mary si domandò come potesse essere sempre così deciso.
Ah, non so se sono una brava insegnante…
Ammise onestamente. Lasciò che l’argomento cadesse. Non conosceva abbastanza l’altra persona. Scartò il pensiero che Lucas l’avesse detto per passare, eventualmente, altro tempo con la Grifondoro. Non ritenne fosse vero visto che conoscevano così poco l’uno dell’altra. Quando la conversazione toccò Hogwarts e le casate, il petto di Mary sembrò ingrandirsi ed avanzare.
Grifondoro! Esclamò quasi come una bambina felice. Ne andava tremendamente fiera e non poteva essere altrimenti. Abbassò un attimo gli occhi sulle sue mani ancora calde per aver stretto la tazzina e, nell’alzarli, disse:
Hai sempre voluto essere un giornalista o?




Perdonami, ora ci sono. :flower:
 
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11 replies since 1/6/2020, 20:54   271 views
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