Unbreakable, pt.2

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 3/6/2020, 11:00
Avatar

Group:
Giornalista
Posts:
4,324
Location:
WINTERFELL

Status:


YoxzSAP
Un fruscio flebile, eppure nitido nonostante il solito caos mattutino che vigeva lungo le vie di Hogsmeade. Dalle pieghe dell’oscurità, come rigettata dalla terra stessa, emersero le due figure che si erano appena smaterializzate. Un salto nel buio dalla breve durata, neanche il tempo necessario per Lucas di metabolizzare il consenso della ragazza dinnanzi alla sua particolare proposta. La decisione di attuare un voto infrangibile poteva costituire un grande pericolo per entrambi i ragazzi, legare in maniera perpetua una promessa del presente alla propria esistenza reale di vita futura, senza possibilità alcuna di tradire la parola data. Un passo importante che avrebbe certamente garantito le giuste garanzie di consapevolezza mentali per il giovane giornalista, un riscontro concreto di alcune certezze che da diversi anni sembravano perseguitarlo come un’ombra. Con sguardo incredulo scrutò il volto di Jane, vagamente perplesso dalla dimostrazione di fiducia che quest’ultima aveva appena manifestato con quel gesto apparentemente banale. -Non credevo sarebbe stato così semplice convincerti!- senza proferire altre parole il ragazzo iniziò ad avanzare tra i viandanti del luogo. I suoi erano dei passi incerti, non pienamente consapevoli di ciò che gli si prostrava davanti, e carichi di tensione per la manovra azzardata che da lì a pochi istanti sarebbe avvenuta. Raramente erano mancate le certezze negli sguardi e nelle espressioni di Lucas, ma in quel momento la cosa importante era non travisare quel senso di disagio palese sotto lo sguardo attento e indagatorio di Jane. I vecchi dissapori del passato avevano giustamente indotto la ragazza ad un atteggiamento abbastanza restio nei suoi confronti, troppe erano state le occasioni duranti le quali si era ritrovata vittima di alcune decisioni folli prese dall’allora adolescente e sciagurato Lucas. Sorrise amareggiato, pensando alla strana piega degli eventi che da sempre aveva contraddistinto il loro speciale rapporto.-Respira, non è prevista nessuna trappola questa volta.- sorrise ironico dopo aver lanciato una chiara provocazione alla ragazza. Nonostante il tepore della mattina, i pochi chiari peli sulle braccia si sollevarono, mentre una vibrante pelle d’oca ben visibile gli trapassava il corpo come una saetta scagliata dagli Dei. Come qualche anno addietro, quella presenza così vicina tornava a regalargli emozioni particolari, inusitate. Odiava sentirsi indifeso in quel modo, preferiva lui tenere il coltello in mano, o, per meglio dire, la bacchetta magica. Cercò di riprendere il controllo dei propri pensieri, stampando un sorriso come marchiato a fuoco sulle labbra, come se stesse godendo di qualcosa di estremamente interessante. -Alla Testa di Porco si possono affittare alcune stanze completamente insonorizzate, mi è sembrato il posto perfetto per festeggiare il nostro piccolo accordo!- scese nei dettagli del suo piano improvvisato, facendole intendere che tutto dipendeva da lei. Una pacifica conversazione o un disturbato divertimento? Tutto stava alle decisioni della giovane. Una curiosità delle cose che non placò il loro costante avanzare lungo la via principale del Villaggio. Mentalmente, Lucas si limitò a soffocare tutte quelle voci di studenti che urlavano e ridevano nelle loro strette vicinanze, privi di pensieri in qualche modo interessanti per lui, privi di personalità, privi del furore che cercava in ogni cosa, in ogni persona. Lui, così freddo, così immobile nei sentimenti e nelle emozioni, impazziva letteralmente per la furia e la passione di un attimo, di uno sguardo, in una parola. Amava vedere negli altri il turbamento e l’emozione che mai aveva visto nell’austero volto dei suoi genitori. Rieccoli, davanti ai suoi occhi, i lineamenti sicuri e dritti di quelle persone che mai l’avevano abbracciato. Pensieri intensi che sembrarono sparire nel momento stesso in cui afferrò saldamente la maniglia della porta di entrata del locale. L’atmosfera era sempre la medesima alla Testa di Porco, gente di ogni età che riversava i dispiaceri della propria misera esistenza nell’assunzione di alcool al posto del succo di zucca mattutino. Una condizione delle cose che non turbò affatto la tranquillità del ragazzo, invitando con un gesto del capo Jane a seguirlo andò ad accomodarsi sopra lo sgabello in legno posizionato dinnanzi al bancone. Lo sguardo vigile che cercava di attirare l'attenzione del garzone di turno per procedere con le sue richieste.


Off gdr: pronto con le ordinazioni.

 
Top
view post Posted on 10/6/2020, 22:21
Avatar

The North remembers. ♥

Group:
Medimago
Posts:
7,676
Location:
Blair Atholl, Scozia

Status:


N2qMcv3
Jane Read - Strega Adulta

Hogsmeade era il luogo scelto da Lucas per la decisione appena presa da entrambi: molto probabilmente si sarebbe rivelata l’ennesima follia.
Non aveva ancora posato entrambi i piedi a terra, che subito Jane lasciò la mano del ragazzo: le parole da lui pronunciate pochi attimi prima l’avevano colpita come un’onda, e non voleva far trapelare all’esterno il dolore che aveva ripreso a pulsare nel suo petto.

Fece un piccolo respiro profondo, cercando di limitare la lieve nausea che a volte provava dopo essersi Smaterializzata, guardandosi intorno.
Era qualche mese che non metteva piede nel villaggio, complice il viaggio dai parenti in Scozia dopo il diploma e la sua permanenza a Manchester.
Non ci aveva fatto particolarmente caso fino a quel momento, ma quel piccolo borgo nei pressi del castello le era mancato: le sembrava quasi di essere tornata a casa, ad Hogwarts.
In quelle vie si annidavano molti ricordi preziosi della sua adolescenza, alcuni meno recenti ma non per questo meno importanti: tra di essi, le giornate in compagnia di persone che, per un motivo o l’altro, non facevano più parte della sua vita.

La voce di Lucas la distolse dal momento nostalgico in cui si era rifugiata, facendola voltare.

- Non credevo sarebbe stato così semplice convincerti! –

La stava osservando, perplesso e leggermente sorpreso: non sembrava del tutto convinto della velocità con cui la giovane aveva acconsentito alla sua proposta.
Del resto, lei stessa dovette ammettere che aveva accettato decisamente in fretta rispetto al solito. Quando erano ad Hogwarts, i due erano capaci di discutere quasi per ore prima di prendere una singola decisione.
La sua coscienza, maligna, le fece notare il perché di quella scelta così affrettata: i discorsi sul loro passato e le allusioni ad un presente che non prevedeva la presenza di Jane nella vita del giornalista avevano spento la rabbia che provava, anestetizzandola.
Molto probabilmente non aveva acconsentito nel pieno delle sue facoltà decisionali: gli anni passavano, ma Lucas riusciva di nuovo a farle dire di sì.

Cercò di nascondere quelle sensazioni malevole con uno sguardo scettico, inarcando un sopracciglio: rispose con voce secca.

- Di certo non baratto la vita di mia zia per vincere una discussione con te. -

Parole che probabilmente udì solo il vento, visto che il ragazzo con la sua solita grande educazione non aveva atteso risposta e si era già incamminato.
Lo seguì, dopo aver alzato gli occhi al cielo.

Nonostante fosse ormai ora di pranzo, alcuni studenti riempivano qua e là le vie di Hogsmeade, le risate e il vociare risuonavano nell’aria: passarono davanti a Mielandia, come sempre piena di ragazzine e ragazzini pronti ad assaggiare le dolci novità e i classici intramontabili.
Jane diede una fugace occhiata alle vetrine del locale, cercando di non pensare al macigno che le si era posato sullo stomaco da quando aveva accettato la proposta di Lucas.
Un Voto Infrangibile non era un incantesimo qualunque: stava assicurando la libertà al Mangiamorte che camminava a pochi passi da lei. Se avesse parlato, sarebbe morta.
Non era certa che lui si meritasse una promessa così importante, eppure non le aveva dato scelta: come poteva sacrificare la vita di sua zia solo per puro orgoglio?

Era talmente sovrappensiero che evitò per pochissimo un imminente scontro con due Tassorosso che stavano uscendo dal negozio, e accelerò il passo per raggiungere il ragazzo.

- Respira, non è prevista nessuna trappola questa volta. –

Lucas stava sorridendo, e la situazione sarebbe stata davvero ironica se non fosse che in passato aveva realmente teso delle trappole alla ragazza: l’ultima era rimasta indelebile sul suo braccio destro, dove spiccava una cicatrice di cui non ricordava il come e il perché.
A detta del ragazzo, era il risultato di un tentativo di obliviarla da parte dei Mangiamorte: la verità però era un’altra, ma Jane non poteva saperlo.
Sbuffò e rispose con un sorriso innocente: se era quella la piega che voleva dare alla discussione, la ex corvonero l’avrebbe seguita. Avrebbe fatto di tutto pur di non ritornare a pensare alle parole di pochi minuti prima.

- Detto da te è davvero una fonte di sicurezza. Mi sento sollevata solo nel sentirtelo dire! -

Nel frattempo, notò che il ragazzo aveva svoltato in una via laterale, che conduceva nella parte più periferica del villaggio.
Non fece in tempo a chiedere spiegazioni, che il giornalista parlò di nuovo.

- Alla Testa di Porco si possono affittare alcune stanze completamente insonorizzate, mi è sembrato il posto perfetto per festeggiare il nostro piccolo accordo! –

Stanze insonorizzate: una scelta perfetta, soprattutto quando si vuole far del male a qualcuno.
Jane avvertì una scintilla di paura scenderle lungo la schiena.
Lucas poteva davvero farle del male? Era cambiato in maniera così radicale il loro rapporto?

Con un lieve dispiacere, si rese conto che non sapeva rispondere con certezza alla prima domanda: erano passati tre anni, era un seguace del Signore Oscuro... cosa avrebbe potuto fermarlo dall’alzare la bacchetta contro di lei?
Non c’era una risposta giusta o sbagliata, non aveva scelta.
Doveva fidarsi di lui, per l’ennesima volta: se tutto si fosse rivelato una trappola, non avrebbe potuto biasimare altri se non sé stessa.

Giunsero nei pressi dalla taverna: Jane la conosceva vagamente, vi era entrata solo un paio di volte durante alcune delle rare serate a cui aveva partecipato con i compagni di casata.
Non era il più ameno dei luoghi, e soprattutto nemmeno il più pulito.
Già dall’insegna e dal portone all’esterno si riusciva a percepire lo squallore che vi regnava.

Attraversò l’ingresso a pochi passi di distanza dal ragazzo, per poi raggiungerlo al bancone: mentre si sedeva su uno sgabello accanto a Lucas, si guardò intorno.
I personaggi che abitualmente facevano da cornice alla Testa di Porco erano variegati, poco raccomandabili e sempre in compagnia di bevande con un certo grado alcolico: era ormai quasi passata l’ora di pranzo, eppure si poteva intravedere solo un tavolo che recava i segni di un recente pasto.
In un angolo della sala, appena visibile alla luce fioca, si poteva notare un mago che dormiva abbracciando una bottiglia: dal suo aspetto sembrava che fossero passati settimane dal suo ultimo bagno.

Per niente impressionata ma comunque lievemente disgustata per l’ambiente che li circondava, Jane si voltò verso il ragazzo, che stava cercando di attirare l’attenzione di uno dei garzoni.

- Davvero il luogo ideale! Si addice perfettamente a te e ai tuoi amici. -

Era un atteggiamento che non riusciva a non avere, come se fosse un meccanismo di difesa.
Da lì a poco entrambi avrebbero messo le loro vite in mano al Fato e alle loro stesse azioni e lei non riusciva a fare altro se non continuare a rimarcare lo sdegno che provava per le scelte di vita di Lucas.


 
Top
view post Posted on 22/6/2020, 15:19
Avatar

𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

Group:
Prefetto Serpeverde
Posts:
362

Status:





11 anni • studentessa • I anno • Serpeverde • Scheda


Era un giorno come un altro per la giovane Lyvie, che anche quel giorno si dava da fare nel lavoro che le occupava la mente, per qualche ora, dallo studio intenso ad Hogwarts. Il suo primo anno si era avviato nel migliore dei modi, aveva conosciuto molte persone e instaurato anche dei rapporti saldi, per cui non poteva - ogni volta - che sentirsi piuttosto realizzata.
Aveva imparato come gestire il Testa di Porco a dovere, ogni volta che aveva un turno nel pub imparava nuove cose. Tutto, tranne il menù. Troppe cose da ricordare, per una giovane Serpeverde che studiava già tanto ed ogni giorno.
La clientela era la solita, Lyvie si spostava da tavolo a tavolo - alternandosi anche al bancone - o per prendere ordinazioni o per portare pasti e bevande, o ancora per sparecchiare in caso di consumazione terminata. Molte facce le aveva ben memorizzate, ogni tanto finiva anche per parlare con alcuni clienti più simpatici; quelli più loschi e inquietanti, invece, li evitava come la peste.
In fondo, non era il tipo di ragazza che dava confidenza a chiunque.
Sistemò taccuino e penna nella tasca del grembiule indossato, terminando dunque un ordine per passare a quello successivo, che aveva da poco fatto il suo ingresso nella struttura per niente accogliente agli occhi di chiunque. Ma per gente di dubbia provenienza e di sola ambiguità, era il luogo perfetto.
Si aggiustò l'alta coda che le teneva su i capelli, facendo il giro del bancone per posizionarsi dietro di esso.


« Salve, benvenuti! » esordì lei in un sorriso cordiale, sia all'uomo che la donna di fronte a sé, entrambi seduti. A dividerli c'era solamente il bancone e, dietro di esso, Lyvie si strofinò le mani con uno straccio, quando non perse tempo nel chiedere: « In cosa posso aiutarvi? Desiderate qualcosa da bere o...? »

E solo allora si rese conto di aver già visto in precedenza il viso dell'uomo in questione, ai tempi in cui aveva appena cominciato a lavorare. Lo ricordava, tuttavia, solo vagamente.


PS: 101 • PM: 50 • PC: 50 • EXP: 1


 
Top
view post Posted on 25/6/2020, 20:38
Avatar

Group:
Giornalista
Posts:
4,324
Location:
WINTERFELL

Status:


YoxzSAP
Ascoltò le parole della giovane farsi più profonde, più intense e serie. Alle narici, lo raggiunse forte l'odore dell'adrenalina, dell'emozione, della verità. Poi, come un fulmine, la solita e pungente ironia finale. Parole che lo colpirono dritto al cuore come una saetta scagliata da Dio, una punizione per la sua nascita, per la sua ambizione di vita futura. Rimase silenzioso, lo sguardo profondo che scavava nell'anima della ragazza. Diceva la verità, o, almeno, era quello che vedeva lui. Non sembrava affatto scherzare.
Istintivamente, scostò lo sguardo da quest’ultima per osservare il pub intorno. L'ora della colazione stava per concludersi, ormai vi erano pochissime persone, più che altro ubriaconi che non avrebbero combinato nulla di buono in quella giornata lavorativa. Nessuno poteva sentire, perfetto. Riposò lo sguardo sulla figura di Jane. L'espressione rigida di Lucas non era affatto mutata, dentro di lui non vi erano emozioni predominanti, la piena neutralità dei suoi sentimenti gli impediva di farsi un'opinione favorevole o sfavorevole relativa a quella situazione. Certo, la strada da lui intrapresa poteva rappresentare alcuni rischi variabili se custodita nelle mani instabili della ragazza, una condizione pericolosa alla quale porvi immediato rimedio. Uno stato irrequieto tutto interiore che sembrò sgretolarsi con l’arrivo improvviso della garzona, le impeccabili maniere educate del giovane ripresero vigore, pronto a sfoderare le sue richieste.
-Buongiorno, due bicchieri di Burrobirra con poca schiuma e le chiavi della stanza zero se al momento è disponibile. Grazie!- fece scivolare sul bancone una manciata di galeoni sufficienti per pagare le bevande e l’affitto della stanza. Con un sorriso convincente osservò la figura della giovane cameriera allontanarsi con passo deciso dalla loro postazione, la conversazione intrapresa con Jane richiedeva una riservatezza assoluta, dettaglio che sembrava non preoccupare minimamente la ragazza seduta lì accanto. Con sguardo contrariato Lucas focalizzò nuovamente la sua attenzione su quest'ultima. La curiosità crebbe nel suo animo, voleva assolutamente conoscere tutte le novità degli ultimi anni che la riguardavano. Per lui conoscenza era potere, potere era onnipotenza, onnipotenza era tutto. Desiderava moltissimo sapere di lei, del suo percorso scolastico terminato ad Hogwarts, del perché di molte cose. Del perché fosse scappata così. Capire se anche lei aveva sofferto per quel distacco nel loro rapporto così improvviso e duraturo. Quante volte gli tornava alla mente il silenzio di quei mesi trascorsi in completa solitudine, nel castello della sua famiglia. Quante, quante volte.
Cento, mille, forse milioni. Più di quanto si possa contare, più di quanto esistano i numeri per farlo. Infiniti? No, non credo. Prima o poi ti stanchi di contare, prima o poi ti stanchi di lottare, di crederci, di battere i pugni sopra la porta, sopra il muro, di calciare i pochi mobili esistenti, di spaccare l'unica sedia che hai. E poi?
Quando non hai più sedia e ti devi sedere per terra, quando le mani ti sanguinano come la schiena e non ti puoi nemmeno sedere o mangiare, o bere. Quando non hai più niente a cui pensare. Quando non hai più lacrime da versare. Cosa resta? Resti tu.
Ascoltò remissivo il flusso dei propri pensieri, senza staccare nemmeno per un istante lo sguardo da quei occhi profondi, analizzando la sua anima.
-La burrobirra serve a festeggiare la conclusione del tuo percorso scolastico, ho saputo che sei riuscita a conseguire i MAGO con notevole successo…-
parole sincere scandirono l’aria circostante, tradite da un briciolo di nostalgia. No, non mentiva affatto, era la pura e semplice verità. E ci credeva. Amava ogni momento di ciò che aveva vissuto tra le mura del Castello, e se avesse potuto, sarebbe tornato indietro per concludere il suo ultimo anno e mezzo accademico ad Hogwarts. Un movimento rapido e la mano destra andò a stringere quella della ragazza, calda e piccola, la pelle pallida in contrasto con la carnagione molto più marcata di Lucas.
Forse un gesto troppo avventato il suo. O forse no? C'era una cosa più grande, però, che lo interessava al momento.
-Qual è il tuo obbiettivo di vita ora?-
sul volto, quietezza e mancanza di sentimenti non mutavano le sue espressioni, interessate a quei discorsi ma totalmente prive di giudizio. Forse perché non conosceva la differenza tra bene e male, o forse perché proprio la conosceva, e non gliene fregava un bel niente. Perché scegliere? Chi te lo obbliga?
 
Top
view post Posted on 29/6/2020, 23:20
Avatar

The North remembers. ♥

Group:
Medimago
Posts:
7,676
Location:
Blair Atholl, Scozia

Status:


N2qMcv3
Jane Read - Strega Adulta

Quei tre anni di separazione non avevano portato ad un mutamento di carattere solo in Jane: anche Lucas era diverso.
Era molto meno impulsivo: un tempo di fronte all’allusione della sua doppia identità avrebbe risposto a tono, l’avrebbe minacciata. Ora, se da un lato quel genere di risposta era rimasto, giungeva solo dopo essersi accertato che nessuno potesse sentirli.

Lo osservò controllare con finto disinteresse i clienti della Testa di Porco: sul volto la solita maschera neutra di impassibilità, ma Jane era certa di aver visto una scintilla di paranoia passare sui suoi occhi.
Si chiese cosa potesse essere accaduto in quegli anni di separazione da cambiarlo così profondamente: non poteva essere dovuto solo alla maturità, era certa che quel nuovo Lucas fosse il risultato di una somma di eventi a lei estranei.
Stupita, si accorse anche di provare una lieve preoccupazione. L’allontanò, infastidita.
Non era lei a doversi sentire in colpa per le scelte che lui aveva fatto.

Stava per parlare, pronta a prendere in giro il ragazzo per quell’atteggiamento paranoico pur di non dover pensare a qualcosa, ma le sue intenzioni vennero fermate dall’arrivo della garzona.
Era una ragazzina molto giovane, probabilmente al primo o al secondo anno ad Hogwarts: gli occhi verdi spiccavano sul suo viso, incorniciato da lunghi capelli castani.
Jane provò una lieve nostalgia al pensiero che quella studentessa avesse ancora molti anni al castello davanti a sé: per la ex Corvonero era stato il periodo più felice della sua vita, nonostante qualche momento meno ameno. In parte, la invidiava.

Ascoltò Lucas ordinare due Burrobirre, sfoderando l’educazione che riservava a tutti fuorché a Jane: era talmente abituata a quell’atteggiamento che quasi non ci fece caso.
Un dettaglio però la lasciò interdetta: l’ordine.

Si stava rivelando una giornata più difficile del previsto. Se quella mattina mentre faceva colazione le avessero detto che avrebbe rivisto Lucas dopo tre anni e che le avrebbe proposto un Voto Infrangibile, minacciando la sua famiglia, molto probabilmente non sarebbe uscita di casa.
Anzi, sarebbe tornata a dormire, sperando in un domani migliore: non era il coraggio a mancarle, quanto la forza di affrontare il passato.

Ripensando momentaneamente a quello a cui stava andando incontro, sentì il cuore accelerare: non era paura, era la consapevolezza che presentava il conto.
Stava per stringere un Voto Infrangibile: se da un lato aveva la certezza della sicurezza della sua famiglia, di sua zia Mary, dall’altra stava assicurando la libertà a Lucas.
Diventava ufficialmente complice nella sua scelta di vita marcia.
Se non avesse rispettato il patto, sarebbe morta.
Non c’erano scappatoie, sotterfugi, vie di fuga.
La morte era pronta ad accoglierla se solo avesse parlato.

La parvenza di tranquillità che era riuscita a raggiungere negli ultimi anni era stata completamente distrutta dal ritorno di Lucas. Non era certa di riuscire ad affrontare quello che li aspettava senza un aiuto.

Alzò la mano destra, per fermare la garzona che stava per allontanarsi.

- Aspetta! Potresti portarci anche due Acqua di Fuoco? Grazie! -

Estrasse dalla borsa delle monete, posandole accanto a quelle del ragazzo.

Coraggio liquido. Ecco cosa l’avrebbe potuta aiutare.
Aveva un vago ricordo di quel distillato particolare, scoperto durante una serata con i suoi compagni di casata: una bottiglia era stata fatta entrare clandestinamente in Sala Comune da alcuni studenti dell’ultimo anno per festeggiare la vittoria di una partita di Quidditch.
I ricordi erano confusi, ma un aspetto particolare era rimasto impresso nella sua mente: per qualche ora era riuscita a non pensare assolutamente a niente.
Era proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento: meno rifletteva sulla pazzia che stava per compiere, meglio sarebbe stato.

Lucas attese che la garzona si fosse allontanata prima di parlare: era davvero ossessionato dall’idea che qualcuno potesse udire i loro discorsi.

- La Burrobirra serve a festeggiare la conclusione del tuo percorso scolastico, ho saputo che sei riuscita a conseguire i MAGO con notevole successo…-

Prima ancora di assimilare del tutto le sue parole, Jane rispose, veloce.

- E il distillato per festeggiare la tua nuova carriera! Fino ad oggi non mi ero resa conto di quanto potesse essere utile per una persona come te avere accesso agli archivi della Gazzetta.. -

Il suo tono di voce era tranquillo, non tagliente come ci si sarebbe potuto aspettare viste le parole: il fatto che lui avesse indagato sulla sua famiglia, pronto ad usare le informazioni raccolte contro di lei, l’aveva ferita, ma non avrebbe mai permesso a Lucas di accorgersi di quanto male poteva ancora farle con le sue azioni.

Erano passati gli anni dell’adolescenza, il periodo in cui Jane non riusciva a nascondere a nessuno quello che provava. Non avrebbe più mostrato il suo dolore.
Aveva scoperto a sue spese che i punti deboli andavano tenuti al sicuro, che non ci si poteva fidare di tutti: il tradimento del ragazzo, la scoperta della sua doppia identità erano stati come una secchiata d’acqua gelida che l’aveva costretta a rendersi conto che il male si poteva celare dietro qualsiasi persona.
E l’aver taciuto la verità le aveva fatto capire che la chiave per sopravvivere spesso non era parlare, ma stare zitti.
Dopo quel giorno di sicuro avrebbe dovuto porre più attenzione a determinate parole se voleva continuare a vivere.

L’idea delle accortezze che avrebbe dovuto avere in futuro, l’idea che in tutto questo ancora fosse coinvolto Lucas, anzi, la consapevolezza che Lucas fosse la causa di tutto quello che stava accadendo fece riaccendere in lei la rabbia che si era assopita poco prima. La sua fuga era stata vana: dopo tutti quegli anni era di nuovo intrappolata nei piani del Mangiamorte.
Sarebbe mai riuscita ad uscire completamente dalla sua vita?

Un gesto improvviso le fece abbassare lo sguardo, la mano del ragazzo aveva stretto la sua, ed ebbe la risposta che sapeva di non voler avere.
Il legame tra di loro, per quanto malato, sbagliato e strano, non poteva essere reciso con facilità.
Non sapeva quali fossero i sentimenti del ragazzo in quel momento – si ostinava a non accettare le parole che lui aveva pronunciato precedentemente a Londra – ma era conscia di quello che stava provando lei.

Sbagliare una volta era accettabile, sbagliare di nuovo significava non essere sani di mente.
Quel contatto avrebbe dovuto far ritrarre Jane, avrebbe dovuto farle male, ma non si mosse: era come se improvvisamente tutto fosse andato al posto giusto.
Era un pensiero quasi immorale, ma non poteva evitarlo.
Ai suoi occhi Lucas non era solo un Mangiamorte. Non sempre, per lo meno.

- Qual è il tuo obbiettivo di vita ora? –

Eppure, in quel momento come in altri non era certa di sapere chi si trovasse realmente davanti a lei.
Chi le stava chiedendo della sua vita?
Il ragazzo che aveva conosciuto ad Hogwarts, sempre impeccabile, sempre pronto a portare in alto il nome dei Corvonero, avido di conoscenza come ogni concasato? Colui per cui sentiva di provare ancora qualcosa?
O il Mangiamorte meschino, pronto ad assorbire ogni informazione possibile in modo da poterla utilizzare un domani contro di lei?

Lo fissò negli occhi per qualche secondo, prima di parlare.

- Secondo te dopo tutto quello che è successo adesso ti racconto tutta la mia vita? Così puoi andare a spifferarla a chi di dovere, in modo che mi facciano stare zitta per sempre? -

Faceva male l’incertezza di chi avesse realmente davanti: non riuscirsi a fidare di Lucas dopo la fuga le provocava dolore, e non riuscì a nasconderlo. Le si leggeva chiaramente in faccia.
Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di riuscire a parlare con lui degli anni passati, dei progetti che aveva per il futuro: avrebbe dato tutto, pur di recuperare il tempo perso.
La ferita le faceva ancora male. Non riusciva a concedergli piena fiducia, e questo alimentava il dolore che provava al petto.

- Come posso fidarmi, Lucas? -



Ovviamente i distillati sono a spese mie, in aggiunta ad 1 Galeone di mancia. Grazie 🌻
 
Top
view post Posted on 7/7/2020, 14:47
Avatar

𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

Group:
Prefetto Serpeverde
Posts:
362

Status:





11 anni • studentessa • I anno • Serpeverde • Scheda


Soffermò le iridi verdi al viso della controparte, finendo ben presto per annuire alle sue richieste. Controllò lo scompartimento delle chiavi dietro di sé per un attimo, e fortunatamente per lui la stanza 0 era libera. Non si trattava di una vera e propria stanza e Lyvie lo sapeva, ed era quasi certa che non fosse la prima volta, che l'uomo vi avesse fatto il suo ingresso.

« Certo! Le Burrobirre arrivano subito. Intanto... » e si voltò nuovamente per recuperare la chiave, alzando un po' le punte dei piedi per arrivare lì in cima. « Ecco la chiave. » gli porse infine la chiave in un sorriso cordiale, evitando come suo solito di fare domande.
Ma fu alla richiesta della ragazza al suo fianco che si fermò giusto in tempo, annuendo alla fine in un nuovo sorriso, quando recuperò le monete di entrambi per poter portare i rispettivi resti, prima di poter mettersi all'opera.


« Ovviamente! Arrivano anche i due Acqua di Fuoco. » si congedò dalla coppia in uno sguardo eloquente, in parte stupito dalla richiesta della donna. Quello richiesto era un distillato particolare, specifico.
Aveva soddisfatto tutte le richieste della clientela al momento, dunque si adoperò immediatamente nell'occuparsi delle Burrobirre, ricordandosi il dettaglio della schiuma che doveva essere poca. Piegò difatti i due bicchieri obliquamente, in modo da ridurre la schiuma in questione come richiesto.
Ascoltò solo vagamente la conversazione tra i due, impegnata com'era a preparare le Burrobirre, che subito dopo piazzò avanti a loro. E mentre i due se le gustavano in tutta tranquillità, avrebbe cominciato a preparare anche i due Acqua di Fuoco e, in pochi minuti, tutto sarebbe stato servito loro.


« Eccoci! Grazie mille. Per qualsiasi altra cosa sarò qui. » e a quel punto si congedò per lasciare loro tutta la privacy necessaria.


PS: 101 • PM: 50 • PC: 50 • EXP: 1



In totale sarebbe: 3 Galeoni 6 Falci per Lucas
2 Galeoni 3 Falci per Jane

Grazie mille a voi *^^*

 
Top
view post Posted on 7/7/2020, 17:42
Avatar

Group:
Giornalista
Posts:
4,324
Location:
WINTERFELL

Status:


YoxzSAP
Non c'era bisogno di specificare particolarmente, era davvero chiara la sua posizione riguardo alla scelta epocale tra bene e male. Ma era davvero una scelta? Cosa portava una persona a compiere una scelta? A volte le cose succedono e basta, senza che tu possa minimamente controllarle. Osservò in silenzio il ritorno al tavolo della cameriera, carica di burrobirre e la chiave della stanza zero come richieste esplicite di Lucas. Si ritrovò solo ad aggrottare lievemente le sopracciglia qualche secondo più tardi, udendo la particolare aggiunta alcolica fatta da Jane.
-Non è troppo presto per l’Acqua di Fuoco?-
il suo volto era duro e serio, non c'era spazio per i sorrisi, per l'ilarità. Lì si stavano decidendo le sorti del loro futuro. Sorpreso per il contatto delle mani non abbandonato dalla ragazza, lo sguardo di Lucas cominciò a vagare negli occhi così profondi di quest'ultima. Percepiva su di sé il peso delle scelte sbagliate fatte in passato, azioni che avevano finito per ledere in maniera tangibile il carattere sereno della sua compagna.
-Non prendere la mia minaccia troppo sul personale, mi limito ad agire per salvaguardare la mia persona.-
non apprezzava molto quella sua stessa frase così debole. Lui provava inquietudine solo nei confronti di suo padre, il resto del mondo poco lo spaventava. Forse era troppo distaccato?
Era svedese, ed era oltremodo sconveniente mostrare emozioni esagerate. Questo almeno gli era stato insegnato dalla nonna materna, o, per meglio dire, gli era stato detto una infinità di volte, tanto che lui l'aveva presa per educazione e insegnamento di vita. Lui, in quanto uomo Scott, doveva dimostrare freddezza d'emozioni e certezza d'intenti. Sospirò piano, a labbra chiuse, mostrando più a sé stesso che ad altri la sua rassegnazione per le successive parole utilizzate dalla ragazza.
-In tutti questi anni penso di averti dimostrato quanto tengo a te.. certo, a modo mio, ma penso di averlo fatto!-
gli disse con calma, interessato a tutto ciò che l'altra metà della sua anima aveva intenzione di esternare in quel preciso istante. E da pensare. E da soffrire. E da morire.
Interrompendo il contatto con la mano di Jane, Lucas portò il boccale di burrobirra alle labbra, lasciando che il liquido gli attraversasse la trachea, assaporandone il gustoso calore. Lasciò giusto un minimo di liquido per non provare disgusto nel terminare il fondo così rapidamente; quindi appoggiò il bicchiere sul legno con un lieve tonfo. Lentamente si leccò il labbro superiore con la lingua rossa e accaldata e utilizzò il tovagliolo per tornare impeccabile.
-Oggi possiamo finalmente mettere la parola “fine” al nostro passato turbolento…-
tornò così ad osservare Jane, notando con piacere lo sguardo di resa (forse?) sulle labbra di lei, un espressione timorosa che tagliava in due il delicato volto, lo sguardo profondo come un baratro che tentava di far cadere la poca anima rimasta nel Lucas adulto. E ci riusciva, ogni volta. Ogni volta lui si perdeva in quegli occhi, e non riusciva a trovare la forza di staccarcisi. Così diversi da qualunque avesse mai visto, così intensi. Profondi e sereni, come il Paradiso.
-Tu sei pronta per questo grande passo?-
Mentalmente sorrise. Quale miglior modo per decretare la propria morte?
Lo sguardo, perso per un secondo, tornò lucido con l’arrivo imminente della garzona che si prestava a servire i due Acqua di Fuoco. Il brindisi finale sarebbe spettato al semplice volere di Jane.

 
Top
view post Posted on 23/7/2020, 15:55
Avatar

The North remembers. ♥

Group:
Medimago
Posts:
7,676
Location:
Blair Atholl, Scozia

Status:


N2qMcv3
Jane Read - Strega Adulta

La garzona fu rapida nello svolgere le sue mansioni, e in poco tempo le Burrobirre furono posate sul bancone davanti ai due: Jane sorrise per ringraziarla, e la osservò allontanarsi mentre il giudizio di Lucas le giungeva alle orecchie, un’opinione non richiesta ma non del tutto incomprensibile.
Avrebbe voluto rispondergli scherzando, affermare come in realtà avesse scoperto grazie ai suoi parenti scozzesi che per determinate bevande non esisteva effettivamente un orario meno indicato di altri: ma questo avrebbe significato esporsi, raccontare una parte di sé, del suo passato e del suo attuale presente e non era certa di voler condividere tutte quelle informazioni con lui.
Per quanto fosse sembrato quasi sincero nell’interessarsi alla sua vita, non riusciva a concedergli piena fiducia e già aver ammesso con sé stessa che nonostante il tempo passato lui fosse ancora importante per lei le sembrava troppo da accettare: condividere parte della sua vita privata sarebbe stato solo un pericolo aggiuntivo e stava già rischiando con il Voto Infrangibile.
I ricordi la spingevano al passato ma il presente – e le minacce subite a Londra poco prima – la stavano trattenendo: era in conflitto, ma era una lotta dentro di lei, all’esterno non voleva e non faceva trasparire nulla.

Si limitò ad alzare le spalle in tutta risposta, allungando poi la mano libera dalla stretta di Lucas verso il bicchiere di Burrobirra: un cenno di brindisi, e ne bevve un sorso, rimanendo quasi sorpresa. Abituata alla qualità di Burrobirra servita ai Tre Manici di Scopa – una delle migliori in tutto il Paese, senza paragoni – rimase stupita dal gusto piacevole che caratterizzava anche quella servita alla Testa di Porco: certo, quella bevanda non rientrava tra le sue preferite perché troppo dolce, ma non si aspettava che anche in quella via laterale di Hogsmeade potesse essere così buona.
Posò con delicatezza il bicchiere, ancora quasi pieno, e afferrò un tovagliolo dal contenitore poco distante per pulirsi le labbra: un altro dei motivi per cui non era una fanatica di quella bevanda era la schiuma che lasciava sulla pelle una scia appiccicosa; divertente a dodici anni, meno a diciotto. Stava davvero diventando così insofferente?

Le parole di Lucas la distrassero dai pensieri in cui involontariamente si era rifugiata.

- Non prendere la mia minaccia troppo sul personale, mi limito ad agire per salvaguardare la mia persona… -

Lo guardò incredula, cercando di trattenere una risata: come quasi un’ora prima a Londra, provava a giustificare i suoi atteggiamenti con la scusa di una protezione verso sé stesso. Non poteva dire di non comprendere le sue ragioni, ma dirle di non prenderla sul personale era una grandissima assurdità: Jane si chiese se Lucas ogni tanto usasse il cervello prima di aprire bocca per parlare.

- Minacci la mia famiglia e mi dici di non prenderla sul personale? Ma sei serio? Fossi in te andrei al San Mungo a controllare che quel poco che ti è rimasto in testa funzioni correttamente. Anche se ho i miei dubbi… -

Era uno degli aspetti del carattere di Lucas che non era mai riuscita ad accettare, una delle tante cause dei numerosi litigi nel periodo trascorso insieme: pur di proteggere sé stesso Lucas non guardava in faccia nessuno, minacciava chiunque e non si preoccupava di chi gli stava intorno. Diceva di volerla proteggere con le sue minacce, in realtà pensava solo alla propria vita.
Con quelle parole, ma soprattutto con l’affermazione che fece poco dopo, Lucas stava riportando alla luce vecchi dissapori e Jane sentì la rabbia risvegliarsi nel suo petto, di nuovo pronta a sovrastare il dolore che la ferita del passato le faceva provare.

- Mi hai minacciata innumerevoli volte, hai alzato la bacchetta contro di me, hai provato a convincermi ad unirmi ai tuoi amici pur sapendo cosa è accaduto alla mia famiglia. Non mi hai mai ascoltata, per te la lealtà verso quel marciume è sempre stata più importante di tutto il resto. Di tutti. Persino più importante di me e della mia vita. E mi vieni a dire che era il tuo modo di dimostrare quanto ci tenessi a me? -

Lo guardò fisso negli occhi mentre parlava, lo sdegno palese nel suo sguardo, il tono di voce leggermente più alto senza essersene resa conto, il volto arrossato: le faceva male ricordarsi della realtà dei fatti, rendersi conto che gli anni passavano ma Lucas non aveva mai smesso di anteporre la ricerca di gloria a tutto, anche a loro due.
Era arrabbiata, con lui ma anche con sé stessa, perché nonostante tutto continuava a credere che in fondo fosse diverso da quello che appariva, che sotto la maschera che indossava ogni giorno ci fosse un Lucas differente, il Lucas che conosceva ad Hogwarts e che sembrava scomparso da quando aveva accettato di unirsi ai Mangiamorte. Il Lucas di cui si era innamorata qualche anno prima.

- Devo proprio essere importante per te allora, se riservi tutta questa premura nel minacciarmi. -

Aveva abbassato la voce e pronunciato quella frase lentamente, quasi come se non le importasse quello che stava dicendo, come se fosse l’ennesima presa in giro, anche se dentro il suo petto il dolore le ricordava che non era affatto così.
Ma al Mangiamorte seduto accanto a lei non sembrava che la discussione fosse così importante: aveva un unico scopo quel giorno, assicurarsi il silenzio di Jane ed essere certo della propria salvezza.
Era davvero cambiato.

- Tu sei pronta per questo grande passo? –

Lo era davvero? Era pronta a barattare la sua vita per quella della sua famiglia e soprattutto per la libertà di Lucas?
Le implicazioni del gesto che stava per compiere sarebbero state pesanti, le conseguenze l’avrebbero accompagnata per tutta la vita: le mancò l’aria per un attimo, mentre i dubbi e le domande iniziarono ad affollarle la mente sempre più pressanti, sempre più pesanti.

Nonostante i quesiti che risuonavano dentro la sua testa fossero rumorosi e non accennassero a scomparire, la rabbia era ancora lì, e l’arrivo del distillato fu quasi un sollievo per la ragazza: voleva spegnere tutto. Non voleva più pensare a niente, avrebbe stretto il Voto Infrangibile e poi sarebbe tornata a casa a provare inutilmente a dimenticare quella mattinata.

Afferrò il bicchiere più piccolo, e lo alzò in direzione di Lucas.

- All’inizio della tua libertà? -

E alla mia coscienza sporca.
Pensò, amareggiata: non sarebbe mai riuscita ad uscire dal labirinto in cui si era infilata nel momento in cui aveva scoperto la vera identità del Mangiamorte.


 
Top
view post Posted on 7/8/2020, 21:11
Avatar

Group:
Giornalista
Posts:
4,324
Location:
WINTERFELL

Status:


YoxzSAP
Rimase in silenzio ad ascoltare le parole della compagna cariche di furore, la consapevolezza di averla usata per raggiungere i suoi scopi lo logorava dall’interno.
Continuò a fissarla, ignorando totalmente la pericolosità delle parole sviscerate dalla ragazza, nonostante avesse ben notato la discreta presenza di persone sedute a poca distanza da loro. Ogni sorta di barriera emotiva sembrava essersi sgretolata come neve al sole, lasciando innumerevoli dubbi nella testa di Lucas.
Un domani, forse, sarebbe stato anche contento delle sue scelte passate, seppur al momento le sorti come Accolito del male parevano convincerlo sempre meno. Forse le pressanti aspettative della propria famiglia, il desiderio di emergere e di allontanare ogni fonte di sentimento avevano condizionato il suo recente modo di vivere.
Anche alla sua porta spesso il passato bussava, tanto che ancora non riusciva a dimenticare, non riusciva a perdonare, ad accettare. Forse un giorno avrebbe avuto il coraggio di indagare su suo padre, di capire cosa e chi egli fosse, e cosa lo spingesse a comportarsi come sempre si era comportato.
Perché gli aveva fatto tutte quelle cose?
Aveva ragione, forse, poteva fare qualcosa anni prima, quando ancora non sapeva niente di magia, quando l'unica dimostrazione che lui fosse un mago erano i suoi genitori.
Poteva tentare di sfidare il drago, cercando di far valere le proprie ragioni.
Che sciocchezze. Sorrise ai suoi pensieri, sorpreso da quanto il senso di colpa di un bambino poteva impedirgli di vivere la propria vita a pieno. Basta essere un bambino, era purtroppo giunta l'ora di crescere, l'ora di smettere di temere, di avere paura.
La sua schiena si rilassò sullo schienale morbido della sedia di legno, lo sguardo non si mosse dal volto di Jane. Voleva riparare gli innumerevoli sbagli del passato, cominciando a rivelare alcuni piccoli segreti rimasti celati nella memoria della ragazza.
-Facciamo alla libertà di entrambi!-
si portò il bicchierino alle labbra, e con una sorsata finì il liquido estremamente alcolico. Si leccò il palato per togliere il senso di bruciore che raschiava lungo la gola. Fermò un attimo il turbinare dei suoi pensieri per concentrarsi sull'odore della giovane.
Un profumo che non aveva mai dimenticato, poteva riconoscerlo ad occhi chiusi in una folla a un mercato rionale. "La conoscenza, Lucas, spaventa" quella frase lo colpì particolarmente. Chi spaventava, lei, forse? No, non era possibile, quegli occhi guizzanti e rancorosi non potevano rinnegare la conoscenza, la curiosità insita nella vera magia. Non poteva assolutamente.
Era arrivato il momento di liberare i propri scheletri dall’armadio, esternando una dura verità mantenuta per troppo tempo nascosta nelle consapevolezze di lei. Si alzò dalla sedia invitando con un gesto del capo la compagna a seguirlo. Rapido prese a scendere le scale che portavano al seminterrato, sapeva dell’esistenza di quella stanza perché già in passato l’aveva usata e nonostante fosse priva di sedie o di sgabelli e ovviamente, assente di ogni comfort, era quello che al momento gli occorreva: un luogo insonorizzato e lontano da occhi indiscreti.
-Mi dispiace per la minaccia, sul serio. Non mi aspettavo di incontrarti questa mattina e ho improvvisato sul momento…-
infilò la chiave nella toppa e girò, aprendo l’uscio di una stanza sudicia e putrescente, come il resto del locale. Sul volto perfetto del ragazzo si palesò un'espressione di pura gratitudine mista a devozione. Schiarì la voce quando sentì che gli venne a mancare, tossendo appena. Sin da bambino, almeno dal momento in cui aveva memoria, questa sua particolarità di riconoscenza l’aveva sempre avuta, scatenando in lui sentimenti contrastanti con la sua personalità; tuttavia non era mai stato un difetto per lui, anzi.
-Mantenermi lucido nelle situazioni complicate non è mai stata una mia specialità se ben ricordi…-
disse cercando di stemperare in maniera ironica la situazione. Avrebbe aspettato l’entrata di Jane nella tetra stanza prima di chiudere la porta e cominciare a parlare.

 
Top
view post Posted on 20/8/2020, 23:09
Avatar

The North remembers. ♥

Group:
Medimago
Posts:
7,676
Location:
Blair Atholl, Scozia

Status:


N2qMcv3
Jane Read - Strega Adulta

Libertà.
Tanto desiderata quanto difficile da ottenere realmente, sarebbe davvero stata la libertà la ricompensa per il patto che stavano per stringere?
Per Lucas rappresentava una via di fuga, la certezza che lei non lo avrebbe mai denunciato e in cambio Jane stava ottenendo la sicurezza che la sua famiglia sarebbe stata al sicuro, ma mentre avvicinava il bicchiere alle labbra la ragazza si rese conto che non poteva esserci una definizione meno adatta di “libertà” alla situazione a cui stavano brindando.

Il filo che li aveva uniti saldamente durante i loro anni ad Hogwarts e che aveva retto nonostante le bugie, i litigi e le trappole, lo stesso filo che Jane con fatica era riuscita a recidere scappando da Stoccolma sembrava aver ripreso vita, strisciando tra di loro, pronto ad unirli nuovamente. Accettando quel compromesso con il Mangiamorte le loro vite sarebbero state legate per sempre e anche se non si fossero più rivisti Jane avrebbe dovuto convivere con la scelta e le conseguenze di quel patto per il resto della sua vita.

Quelle parole echeggiarono nella sua mente, velenose, ed era certa che avrebbero continuato a tormentarla fino a sera, la avrebbero perseguitata per alcuni giorni, per poi sparire e farle compagnia solamente nelle notti insonni che la attendevano come una vecchia amica.
Ma Jane non voleva pensare alle conseguenze delle sue decisioni e a quello che la aspettava, non in quel momento, non ancora prima di stringere il Voto Infrangibile: bevve velocemente il distillato, chiudendo momentaneamente gli occhi quando percepì il bruciore del liquido che scendeva lungo l’esofago; ora non doveva fare altro che attendere che facesse effetto, che le desse il coraggio di affrontare quello che la attendeva e che cancellasse tutte le domande e i dubbi che le affollavano la mente.
Le aspettative che aveva sulla bevanda e il desiderio che venissero soddisfatte erano talmente forti che la rabbia che aveva ripreso posto nel suo animo poco prima si affievolì, rimanendo sopita sotto uno strato di cenere, ma pronta a bruciare di nuovo alle prime parole sbagliate di Lucas.

Aveva appena posato il bicchiere vuoto sul bancone che il ragazzo si alzò, facendole un cenno e incamminandosi senza attendere la sua reazione: si mosse per seguirlo, prendendo con sé il bicchiere di Burrobirra quasi intonso che era rimasto sul banco.
Lucas camminava sicuro, come se conoscesse già la strada, e mentre scendeva le scale che conducevano a quelle che ipotizzò fossero le cantine, Jane si ritrovò a pensare che molto probabilmente non era la prima volta che faceva uso di quella stanza: del resto tutti i particolari di quel locale sembravano rispecchiare i gusti e le necessità di un gruppo di persone luride come potevano essere solo i Mangiamorte.
Camminava alle spalle del ragazzo, che sembrava non prestare troppa attenzione ai suoi movimenti, certo che non se ne sarebbe andata: alzò la mano destra, che stringeva il bicchiere di Burrobirra, e la avvicinò al braccio sinistro per controllare con la punta delle dita che la sua bacchetta fosse ancora nella tasca nascosta all’interno della manica; anche se stava riponendo per l’ennesima volta la sua fiducia in Lucas non significava che si fidasse completamente di lui. Con rammarico si rese conto che se avesse alzato la bacchetta contro di lei non se ne sarebbe sorpresa più di tanto ma al tempo stesso era conscia che non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa facilmente. Il coraggio liquido di poco prima forse stava cominciando a dare i suoi risultati.

Quando arrivarono davanti alla porta della stanza designata però Jane si chiese se anche gli effetti collaterali dell’alcolico stessero iniziando a comparire, perché le parole pronunciate da Lucas erano così assurde che poteva solamente essere ubriaca per aver capito esattamente quello che aveva detto.

- Mi dispiace per la minaccia, sul serio. Non mi aspettavo di incontrarti questa mattina e ho improvvisato sul momento… -

Si fermò sull’uscio, senza seguire il ragazzo dentro la stanza: lo stupore si leggeva palese sul suo volto e la risposta non tardò ad arrivare, tagliente.

- Non so cosa mi meravigli di più, se sentire le parole “mi dispiace” uscire dalla tua bocca per la seconda volta in questa giornata e sinceramente per la seconda volta da quando ti conosco, o il fatto che per te l’arte dell’improvvisazione consista nel minacciare la famiglia delle persone con cui parli. -

Fece una breve pausa, senza muoversi, ma quando riprese parola il tono di voce era meno duro.

- Nemmeno io mi aspettavo di incontrarti oggi, eppure mi sembra di non averti lanciato addosso nessuna maledizione, anche se credimi, avrei tanto voluto farlo. -

Sorrise, anche se non c’era alcun motivo di sorridere, e finalmente entrò nella stanza, lasciando che Lucas chiudesse la porta alle sue spalle: ora era definitivamente in trappola.
Si guardò intorno, pronta a scoprire le caratteristiche di quella famosa stanza insonorizzata, ma rimase delusa, quasi come se si aspettasse qualcosa di speciale: era completamente vuota. Non una sedia, uno sgabello, nemmeno una scatola, solo sporco e desolazione a farsi compagnia tra di loro.
Non c’era niente, ma del resto nel Mondo Magico era sufficiente un piccolo pezzo di legno per sopravvivere e ottenere quello che si voleva: bastava la bacchetta di Lucas per stringere il Voto Infrangibile, non serviva altro.

Il breve giro turistico all’interno della stanza l’aveva momentaneamente distratta dalla presenza di Lucas, che riportò l’attenzione su di sé schiarendo la voce e parlando di nuovo.
Si voltò per guardarlo in faccia mentre tentava di fare dell’ironia, quasi volesse spezzare la tensione che sicuramente iniziava a provare anche lui al pensiero di quello che li attendeva.

- Mantenermi lucido nelle situazioni complicate non è mai stata una mia specialità se ben ricordi…-

Jane alzò gli occhi al cielo nell’udire quelle parole: se lo ricordava bene, anche troppo, e Lucas ne aveva dato prova fin dagli inizi della loro conoscenza, quando ancora erano due semplici compagni di casata.
Già allora il ragazzo era vanesio e irriverente, e sprezzante degli avvertimenti di Jane - all’epoca Caposcuola - l’aveva costretta a seguirlo nella Foresta Proibita durante una delle sue ronde notturne: ne erano usciti quasi illesi, ma i pericoli maggiori che Jane si era trovata ad affrontare erano stati causati dal ragazzo, non dagli abitanti della Foresta.

- Oh no, sei davvero bravo quando non sai cosa fare, me lo ricordo bene. Un bel Repsi Genitum e risolvi tutto! -

Per un breve momento il volto di Jane si distese, quasi come se i ricordi del passato l’avessero tranquillizzata invece che farle male, ma fu questione di un attimo: tornò seria e alzò lo sguardo su Lucas, fissandolo negli occhi, in attesa.
Non poteva esserci altro spazio per il passato, era giunto il momento di mettere in atto quello che avevano concordato poco prima: stringere un Voto Infrangibile.


 
Top
view post Posted on 23/8/2020, 09:24
Avatar

Group:
Giornalista
Posts:
4,324
Location:
WINTERFELL

Status:


YoxzSAP
Il suo sguardo era penetrante, lucido dall'emozione e brillante per la verità che da lì a pochi istanti sarebbe uscita allo scoperto.
Il solito sarcasmo misto ad un sentimento di rabbia guidato dalle parole di Jane, rappresentò l’occasione perfetta per tacere e far passare il tempo. Lo scambio di opinioni portato avanti fino a quel momento, aveva distolto solamente in parte il cruccio dei ricordi con il quale lo stesso Lucas era stato costretto a convivere. Tra non molto, in quella stanza avrebbe finalmente rivelato tutta la verità, un intreccio di segreti e volontà nascoste che avrebbero indirizzato il cuore della ragazza lontano anni luce dalla sua persona.
Ad ora, però, non riusciva a figurarsi una Jane senza di lui. Semplicemente, non poteva ma doveva farlo. Pensieri che cercò di scacciare dalla propria mente, oramai era troppo tardi per potersi esimere dai propri doveri di uomo cresciuto.
-Puoi sempre lanciare qualche maledizione all’interno di questa stanza, le mie urla non dovrebbero arrivare all’esterno.-
disse sorridendo con fare rassicurante, per poi aggiungere.
-Il Repsi ha sempre e solo incasinato le cose, non funziona mai a dovere quella magia!-
le labbra dischiuse, fiatavano sempre più lentamente, mentre il battito si regolarizzava e i polmoni si quietavano. Non staccò nemmeno per un istante gli occhi dal volto della ragazza, uno sguardo capace di mostrargli ancora per una volta un sentimento di inspiegabile devozione.
Folle, folle, lei era un folle, come poteva pensare di perdonarlo dopo tutte le cose sgradevoli del recente passato che aveva dovuto subire. Forse, era proprio quella caratteristica così malsana del loro rapporto a renderli stranamente uniti.
Era davvero solo quello il motivo? No, sentiva che c’era dell’altro.
Il cuore ricominciò a dargli tachicardie, a quei pensieri.
Calmati, sciocco, calmati. Chiuse per un istante gli occhi, tentando di concentrarsi e quietare il suo tempestoso spirito.
-In questa stanza non avverrà nessun voto infrangibile Jane…-
disse a voce bassa, per poi spalancare gli occhi e puntarli in direzione della giovane.
-La missione di cancellare la tua memoria è sempre valida, ma non intendo farlo.-
le risposte non arrivarono. O meglio, sarebbero presto arrivate, ma voleva concedere alla compagna il tempo giusto per poterle metabolizzare.
C'era da riconoscerlo, lui era bravo a mentire. Parlava come se stesse dicendo con calma delle verità assolute e che le stesse rivelando a lei, come se fossero cose ovvie. *Bugiardo.*
Per tutta l'infanzia suo padre gli aveva mentito. Sua madre gli aveva mentito. Suo nonno gli aveva mentito, tutti l’avevano fatto col sorriso stampato sulle labbra.
Da ogni membro degenerato della sua famiglia aveva assimilato quella spudoratezza nel mentire alle persone a lui care. Si sforzò di trovare le giuste parole, ma quelle puntualmente continuavano a sfuggirgli, come se avesse bisogno di tempo prima di riuscir a ripescare il ricordo nei recessi della memoria adolescenziale.
-Nonostante il disordine che ho portato nella tua vita, voglio che il ricordo di noi resti vivo nella memoria di entrambi!-
non poteva più pensare di prenderla in giro, desiderava voltare pagina una volta per tutte, e per farlo avrebbe dovuto rivelare l’intera verità alla ragazza. La paura stava montando, sentiva la magia scorrere rapida nelle sue vene, lo sguardo lievemente agitato per l’eventuale reazione di quest’ultima davanti le sue prossime parole. Non staccò nemmeno per un istante gli occhi dagli abissi incandescenti di Jane, mostrando in parte il timore che provava. Essi, quei grandi specchi azzurri, non riuscivano mai a nascondere le emozioni davanti a lei.
-Niente più incontri in futuro, una volta usciti da quella porta il nostro rapporto si limiterà ad una normale conoscenza tra due semplici concasati!-
un lieve sorriso nostalgico si palesò sul volto di Lucas, fu un attimo tanto breve da non essere quasi percettibile, e tornò alla solita freddezza che aveva assunto all’inizio della conversazione.
-Prima di procedere e voltare per sempre pagina, sento il bisogno di doverti rivelare un ultimo segreto, un’informazione rimasta celata per troppo tempo tra i ricordi che possiedi…-
disse a voce bassa. Ricordava ogni singolo dettaglio di quella cruenta scena accaduta tanti anni addietro in un vicolo di Nocturn Alley, persino le emozioni che aveva provato in quegli istanti riusciva a percepire. Eccitazione.
Non per il futile attacco nei confronti di una versione più bambina di Jane, ma per quello che vi era dietro, per quello che si nascondeva nell’animo oscuro dello stesso Lucas.

 
Top
view post Posted on 1/9/2020, 10:51
Avatar

The North remembers. ♥

Group:
Medimago
Posts:
7,676
Location:
Blair Atholl, Scozia

Status:


N2qMcv3
Jane Read - Strega Adulta

Per la prima volta durante quello scambio di battute Jane lasciò correre le risposte del ragazzo alle sue insinuazioni: non voleva parlare di come avrebbe potuto tranquillamente lanciare un incantesimo contro di lui in quella stanza insonorizzata e nemmeno rimarcare come la sua passione per il Repsi Genitum avesse un che di malsano – oltre al fatto che il più delle volte si fosse rivelato del tutto inutile.
Non voleva tergiversare in altri futili discorsi, non ad un passo dall’unico motivo per cui si trovava in quella stanza maleodorante e sporca: il bicchiere di Acqua di Fuoco più che darle coraggio aveva risvegliato in lei il bisogno impellente di mettere la parola “fine” su quella questione, era impaziente, e si poteva notare nello sguardo che continuava a spostarsi da un punto all’altro della stanza e dal dito che tamburellava il bordo del bicchiere di Burrobirra che stringeva ancora in mano. Era come se improvvisamente l’ansia e il timore che provava all’idea del passo che stava per fare si fossero mescolati e avessero dato come risultato una pressante irrequietezza che ora aveva preso possesso di lei.

Fu soprattutto a causa di quella sensazione che l’animava che inizialmente non capì appieno le parole appena pronunciate dal ragazzo, e ci volle qualche secondo perché sedimentassero nella sua coscienza.

- In questa stanza non avverrà nessun voto infrangibile Jane… -

Spalancò gli occhi dalla sorpresa, mentre dentro di sé avvertì un peso posarsi sul petto e la coscienza maligna che rideva alle sue spalle.
Ci era cascata di nuovo: aveva posto la sua fiducia in Lucas per l’ennesima volta, gli aveva creduto, aveva ipotizzato che i suoi propositi quella volta fossero reali e che sarebbe riuscita a mettere al sicuro la sua famiglia in cambio della libertà del Mangiamorte. E non avrebbe dovuto farlo.
La ex corvonero scoprì con amarezza che sbagliare faceva male ma che la delusione che provava nei confronti di Lucas provocava ancora più dolore: ingenuamente si era illusa che a tre anni di distanza le cose fossero cambiate, che nonostante la sua fuga il ragazzo provasse ancora un minimo di rispetto per lei, e invece l’aveva solo presa in giro; si era comportata come una stupida ragazzina, influenzata dai ricordi del passato, dalle ceneri di un sentimento adolescenziale e da qualcosa di nuovo che con rammarico si rese conto che stava nascendo da esse.
Lentamente la delusione e la sorpresa iniziarono a lasciare spazio alla rabbia, contro di sé ma soprattutto contro Lucas, ma non aveva più quindici anni: non sarebbe scoppiata a piangere, non avrebbe provato disperatamente a far ragionare il ragazzo, non avrebbe dato il via all’ennesimo litigio decorato semplicemente da urla. Non più.

- Sei uno str.. -

Era sul punto di lasciar cadere il bicchiere di Burrobirra a terra e di prendere la bacchetta dalla tasca nascosta della manica, pronta a provare l’effettiva insonorizzazione della stanza: era stanca di essere presa in giro, ormai c’era solo la rabbia ad animarla; voleva fare del male al Mangiamorte, fargli provare fisicamente quello che le sue parole e le sue bugie avevano provocato negli anni su di Jane, lasciandole delle cicatrici invisibili che ancora dolevano nonostante il tempo trascorso.
Ma non ebbe il tempo di trasformare in azioni i suoi sentimenti.

- La missione di cancellare la tua memoria è sempre valida, ma non intendo farlo. -

Quattordici furono le parole che uscirono dalle labbra di Lucas, le prime dieci furono quelle che realmente raggiunsero l’attenzione di Jane: sbiancò, spaesata, mentre la rabbia la abbandonava improvvisamente lasciando spazio ad una sensazione di vuoto; il cambiamento repentino di emozioni fu così rapido che per un paio di secondi ne fu disorientata.
Indietreggiò di qualche passo, aumentando la distanza che la separava dal Mangiamorte.
Aveva sbagliato a fidarsi di lui, fin dal primo giorno in cui l’aveva conosciuto: Jane Evans l’aveva avvertita, ma non le aveva dato ascolto e nonostante gli innumerevoli difetti, le colpe e le scelte di vita per lei assurde e marce, un barlume di fiducia era sempre stato concesso a Lucas Scott.
Eppure, anche quando dimostrava per l’ennesima volta di essere una persona di mer ignobile, Jane non riusciva a trattenersi: spesso aveva provato a capire i motivi delle sue decisioni, dei suoi pensieri, e anche in quel momento la sua maledetta curiosità la spingeva a voler capire il perché delle sue azioni.

- Sempre valida? Lucas cosa significa? Perché…? -

Voleva sapere, ancor prima di giudicare o di reagire, voleva venire a conoscenza delle ragioni che spingevano Lucas ad agire contro di lei: era una mossa stupida, sicuramente pericolosa, ne era consapevole ma non era riuscita ad evitarla; ripetere volta dopo volta gli stessi errori ancora non le aveva fatto imparare la lezione.

Lo fissò negli occhi mentre quasi con noncuranza continuava a parlare ignorando le sue richieste e lei cercava con tutte le sue forze di non concentrarsi troppo su quello che lui le diceva: se avesse dato spazio a quelle parole, se le avesse davvero ascoltate con attenzione, avrebbe rischiato di crollare prima del previsto e non poteva né voleva permetterselo. Poteva succedere qualsiasi cosa ma non sarebbe più crollata davanti a Lucas, non avrebbe più mostrato alla luce del sole che poteva farle ancora così male nonostante gli anni di separazione: non sarebbe riuscita a nascondere tutto, quello era certo, ma il massimo che avrebbe concesso di trasparire dai suoi occhi in quel momento sarebbe stata la cocente delusione che provava nei confronti del ragazzo.

Il ricordo di quello che erano stati nel passato dopo quel giorno si sarebbe macchiato ancora di più e Jane non era sicura che il loro rapporto si sarebbe potuto limitare a quello di semplici ex concasati: non sapeva nemmeno lei quello che desiderava, ma non voleva pensarci, non ancora.
Aspettava, in silenzio, senza distogliere lo sguardo da Lucas, senza sapere che la verità che l’avrebbe travolta sarebbe stata più pesante di quanto avrebbe mai potuto prevedere.


 
Top
view post Posted on 14/9/2020, 09:31
Avatar

Group:
Giornalista
Posts:
4,324
Location:
WINTERFELL

Status:


YoxzSAP
Che strano tarlo i sensi di colpa, lo pungevano continuamente con lo scorrere dei ricordi, offuscando la solita logica fredda e distaccata di Lucas.
Il terremoto Jane, rappresentava un grave peso da doversi portare sulle spalle, una dolorosa costante che il giornalista era intenzionato a chiudere una volta per tutte. Cuore e cervello erano due componenti troppo altalenanti per poter coesistere nello stesso raggio di azione, mentre l’opzione della trasparenza, appariva come il sentiero più idoneo da intraprendere.
Continuò a tenere il proprio sguardo fisso sul viso della compagna, osservandone le espressioni, i rapidi cambiamenti di umore e gli occhi apparentemente vacui, ma che nascondevano grevi pensieri.
Passo dopo passo, il volto pallido e per nulla calmo di Jane sembrava sul punto di crollare, dimostrando per l’ennesima volta una palese fragilità emotiva nel suo carattere. Aveva paura; Lucas poteva percepire il senso di terrore nei suoi occhi, una difficoltà evidente nel saper gestire le differenti emozioni percepite al proprio interno.
-Perché? Perché tu conosci troppe cose Jane.-
aggrottò per un secondo le sopracciglia, poi la fronte si distese, calmandosi. Che sciocco egocentrico, era stato, pensare di poter rivelare l’intera vicenda alla ragazza senza poi pagarne le dovute conseguenze emotive.
-Ti sto offrendo la possibilità di cancellarmi per sempre dalla tua vita, non è quello che hai sempre desiderato?-
sospirò; in tutti quegli anni, per quanto fermamente si fosse ripromesso di mutare quella sua fredda staticità e quel suo tremendo ed impermeabile modo di reagire, non era mai riuscito a scalfire più di tanto la corazza che, fiero della sua resistenza, esibiva il suo fascino vanaglorioso ed immutato nel tempo.
Con forza, cercò di raccogliere una strana sensazione di calma e pacatezza nel suo sguardo, voleva tentare di mettere a proprio agio la giovane, avvicinarsi a lei col chiaro intento di condividere qualcosa di importante.
-Il tuo ricovero al San Mungo, la gamba rotta e la cicatrice che porti sopra l’avambraccio, sono tutte componenti mancanti di un puzzle che io stesso ho provveduto a cancellare dalla tua memoria...-
eccolo, l’odore della verità esplose come una bolla nell’aria, sinuoso, serpentino, si insinuò nelle sue narici con prepotenza, un odore di rancore, di mistero, di pericolo, di morte, di inganno.
Come si dice? Chi ti fa male ti attira? Una veridicità che la ragazza avrebbe finito di apprendere tra qualche secondo.
Lo sguardo di Lucas invece, cercò di rimanere impassibile, sopprimendo quel dolore sempre più opprimente alla bocca dello stomaco, si era sempre creduto lontano da un certo tipo di sentimenti, forse qualcosa dentro di lui stava finalmente cambiando.
-Durante l’ultimo ballo di Hogwarts, nel quale ero ancora uno studente, ti ho rapita con l’inganno e condotta all’interno di una struttura segreta.-
rapide, le iridi azzurre risalirono incontrando quelle color marrone scuro della compagna, così fredde, ma anche così perdute al momento.
Quelle semplici parole stavano allungando un velo sgargiante su tutta la loro vicenda passata, pulsazioni arcaiche che lo stesso giornalista covava da diverso tempo.
A cause di alcune decisioni sconsiderate, aveva sfregiato un’esistenza, aveva spinto una persona buona come Jane a rinnegare ogni sua convinzione di vita. Gli attimi si riallinearono, era giunto il momento di decidere, o meglio, lasciare l’intera chiave di lettura nelle mani della ragazza e concederle la facoltà di scelta.
-Lo scopo, era quello di cancellare dalla tua testa, le troppe informazioni pericolose delle quali eri entrata in possesso…-
gli mancava l’aria, ma sapeva di non poter tornare indietro. E comunque, una minuscola parte di lui, non lo voleva affatto. Qualcosa, nello schermo di insensibilità che Lucas era solito a palesare in scene come quella, cedette.
I tormenti lontanissimi della sua infanzia, il suo scontento, la rabbia, a volte l’odio verso il padre che gli era capitato, lo investirono senza filtro, con una potenza che non aveva mai percepito. E mentre lui si struggeva nel suo dispiacere, le ultime parole che gli si erano strozzate in gola, uscirono allo scoperto.
-La situazione è scivolata fuori dal mio controllo e tu hai tentato di scappare. Sono stato costretto ad assumere la mia forma animagus di lupo, per fiutare il tuo odore e addentarti al braccio per farti cadere la bacchetta di mano…-
ogni più piccola ruga d'espressione era il simbolo di un pentimento e di una consapevole penitenza: parte della verità aveva finalmente preso forma, ma questa era solo metà della storia. Non se ne pentì e tentò di sorridere, incoraggiante, sperando davvero che lei potesse capire.
-Il finale della storia, puoi ben immaginare come sia andato a finire.-

 
Top
view post Posted on 27/9/2020, 15:38
Avatar

The North remembers. ♥

Group:
Medimago
Posts:
7,676
Location:
Blair Atholl, Scozia

Status:


N2qMcv3
Jane Read - Strega Adulta

La conoscenza concede potere, ma non sempre le conseguenze del sapere sono chiare: quando a quindici anni aveva scoperto la vera identità di Lucas a Nocturn Alley Jane non era pienamente consapevole dell’entità di quell’evento. Ingenua e innamorata, ferita dalla verità sui sogni di gloria del ragazzo, aveva lasciato che fossero la rabbia e la delusione a prendere il sopravvento su tutto: si era sentita tradita e non aveva mai pensato alle conseguenze sul lungo termine, non rendendosi conto che la situazione non si sarebbe mai potuta risolvere tra le mura del castello come il più banale dei litigi.
All’epoca non aveva capito che stava giocando con il fuoco, non era pienamente consapevole che si trattava di scelte da persone adulte, e forse all’inizio non se ne era reso conto nemmeno Lucas: la situazione era sfuggita di mano ad entrambi e il ragazzo aveva provato a metterci una pezza sopra, con risultati tanto scarsi quanto disastrosi.
La storia avrebbe mai potuto avere un finale diverso?

- Ti sto offrendo la possibilità di cancellarmi per sempre dalla tua vita, non è quello che hai sempre desiderato? -

Lo sguardo della ragazza vacillò per un secondo non appena udì quelle parole, il suo cuore saltò un battito, ma Lucas se ne sarebbe accorto solo se fosse stato particolarmente attento: considerando che continuava a parlare senza darle la possibilità di replica e soprattutto visto che Jane non sembrava voler aprire bocca, quasi come se gli stesse lasciando lo spazio per spiegare il tutto, probabilmente non lo avrebbe potuto notare.
O era diventato improvvisamente più stupido di quanto lo era già di suo, o aveva deciso di diventare cieco ai sentimenti altrui perché parola dopo parola, azione dopo azione, dimostrava di non aver mai capito appieno la natura dei sentimenti della ragazza e nemmeno il significato delle scelte che aveva compiuto anni prima: poteva davvero pensare che non fosse mai andata a denunciarlo per sola paura dei Mangiamorte? Poteva davvero essere così ingenuo?
Ormai era troppo tardi per affrontare un discorso del genere e il dolore causato dalla morsa che Jane avvertiva nel petto era una chiara indicazione che la decisione migliore per tutti – soprattutto per lei - era provare a nascondere quello che provava, cercare di dimenticare e di chiudere a chiave i ricordi del passato. Voleva, anzi doveva, provare ad andare oltre e lasciarsi tutto alle spalle, ma Lucas sembrava deciso di far sì che quell’incontro rimanesse ben impresso nei ricordi della giovane.

- Il tuo ricovero al San Mungo, la gamba rotta e la cicatrice che porti sopra l’avambraccio, sono tutte componenti mancanti di un puzzle che io stesso ho provveduto a cancellare dalla tua memoria… -

Avrebbe voluto fare un passo indietro, cercare di allontanarsi dal ragazzo che invece si stava avvicinando a lei, ma l’ammissione delle colpe da parte del Mangiamorte la congelarono sul posto, svuotandola da ogni emozione: era stato lui.

Quanti sforzi aveva fatto per cercare di colmare il vuoto di memoria che aveva da tre anni? Ricordava ancora l’impotenza che aveva provato in ospedale quando l’avevano interrogata, cercando di capire cosa le fosse successo: il dolore ad ogni cambio medicazione sul braccio, la rabbia per i vuoti di memoria, la Pozione Soporifera che le somministravano la sera per non farla svegliare urlando nel bel mezzo della notte, la dimissione quando ormai era guarita fisicamente ma non psicologicamente. Per mesi si era interrogata su cosa le fosse successo, finché Lucas non le aveva confessato che era tutta opera dei suoi amici Mangiamorte perché aveva scoperto la sua vera identità e aveva finalmente capito che era finita nel mezzo dei giochi dei grandi: quella rivelazione all’epoca era stata il fulcro del discorso per convincerla a scappare con lui a Stoccolma. L’ennesima bugia che le aveva rifilato.

Ascoltò Lucas continuare a rivelarle la verità, lo osservò raccontare la vicenda cercando di rimanere impassibile, ma anche se si fosse scomposto probabilmente non se ne sarebbe accorta: parola dopo parola, una menzogna dietro l’altra svelata, sentiva il vuoto dentro di sé iniziare a riempirsi di rabbia e bruciare di delusione.

Le aveva sempre mentito.

Per mesi a Stoccolma l’aveva osservata mentre fissava la cicatrice sul braccio cercando risposte, aveva anche offerto il suo aiuto per provare a capire a quale animale appartenesse, ma era tutta una farsa: ore di ricerche tra i libri quando il responsabile era sempre stato accanto a lei.
Bugie su bugie, una menzogna dopo l’altra, aveva mentito tempo prima per convincerla a scappare con lui, aveva mentito qualche ora prima per trascinarla alla Testa di Porco, passavano gli anni e lui continuava a prenderla in giro, dimostrando di non provare nulla per lei, nemmeno il minimo rispetto.
Come aveva potuto lasciarsi trattare così da lui?

Finalmente la rabbia per il ragazzo e la delusione che provava nei suoi confronti, ma soprattutto per sé stessa e i suoi sentimenti, le diedero la forza di reagire e di muoversi dal punto in cui sembrava essersi congelata: si allontanò da lui, facendo qualche passo indietro, il bicchiere di Burrobirra stretto nella mano destra, osservando il pentimento decorare lo sguardo del giovane che nel frattempo aveva anche accennato un sorriso a fine racconto, quasi per convincerla a non dare di matto.

Davvero credeva che quelle parole giunte con tre anni di ritardo potessero bastare a spiegare le sue scelte di vita, a giustificare quello che quel giorno avrebbe dovuto essere l’ennesimo tentativo di cancellarle la memoria?

Esistono molte sfumature di rabbia, dalla più palese ed ancestrale a quella più sottile, dolorosa e al tempo stesso più pericolosa: una Jane quindicenne in risposta a quelle rivelazioni probabilmente sarebbe scoppiata a piangere, avrebbe iniziato ad urlare contro Lucas, riversando la sua rabbia su di lui con parole velenose e pesanti senza riflettere prima di parlare. Ne aveva dato dimostrazione qualche minuto prima, rispondendo a tono alle provocazioni del ragazzo, ma al tempo stesso aveva anche dato prova di come fosse cambiata negli anni, di quanto ormai avesse dovuto imparare a controllarsi, e lo stava dimostrando anche in quel momento.

Non parlò, non iniziò a piangere. Improvviso e inaspettato però il braccio destro si alzò e con un gesto l’ex corvonero lanciò l’intero contenuto del bicchiere di Burrobirra in faccia al ragazzo, facendo un ulteriore passo indietro per evitare di sporcarsi con il liquido: lasciò poi cadere il bicchiere a terra mentre il rumore del vetro che andava in frantumi rimaneva confinato nella stanza insonorizzata.

Lo fissò senza proferire parola, perché era sufficiente guardarla negli occhi per leggervi la delusione e il dolore che provava: per l’ennesima volta da quando si conoscevano Lucas era riuscita a ferirla nel profondo, Jane non era certa che si rendesse conto del risultato delle sue azioni e questo le faceva provare ancora più dolore. Più a lungo rimaneva nelle vicinanze del ragazzo, più si rese conto che la morsa al petto diventava più forte: doveva andarsene, o sarebbe crollata davanti a lui e voleva mantenere ancora un po’ della dignità che lei stessa aveva calpestato lasciandosi convincere dal ragazzo a seguirlo quel giorno.

Un ultimo sguardo, poi si voltò e si incamminò in direzione della porta con passi decisi: pochi attimi e l’unica compagnia di Lucas Scott in quella stanza rimasero la sua coscienza sporca e la certezza di aver ferito per l’ennesima volta Jane, forse più pesantemente di quanto avesse potuto prevedere.




Se era ipotizzabile che dopo sette anni saremmo riusciti a gestire una role da persone mature e anziane quali siamo, ovviamente ci stavamo sbagliando:

Lucas:
oHDKh05

Jane:
7M74yLs

La prossima volta è meglio duellare così finalmente Jane si sfoga un po’ :*-*:
 
Top
13 replies since 3/6/2020, 11:00   311 views
  Share