Una notte di Luna Piena, Privata

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view post Posted on 8/6/2020, 22:07
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Alice Wagner

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Era una serata perfetta per chi aveva voglia di ammirare la luna piena ed Alice sentiva da troppo la mancanza dell'aria fresca. Da quando era bambina era stata abituata a stare più fuori che dentro casa, spesso aveva finito perfino per dormire all'aperto, sotto il cielo stellato che solo il periodo estivo poteva ospitare. Anche stavolta il castello le stava piccolo, avrebbe voluto passeggiare nella foresta ed osservare il cielo illuminato dalla luna, piuttosto che spiarlo dalla finestra della propria camera. Le balzò improvvisamente un'idea malvagia in quel cervellino particolare che si ritrovava. Certo era vero che essere al primo anno comportava seguire determinate regole, ma come poteva abbandonare un'occasione così perfetta per arricchire il suo album da disegno?
Non se ne sarebbe accorto nessuno se fosse rimasta nella torre di Astronomia, avrebbe fatto solo una capatina per vedere che aria buttava lassù per poi tornare quieta nella sua cameretta. Era un piano perfetto, un piano GENIALE. Una SPLENDIDA SPLENDIDA IDEA. Peccato per i piccoli intoppi che sarebbero potuto andare storti. Prima di tutto doveva cercare di sgattaiolare via senza che nessuna ragazza del dormitorio se ne accorgesse e anche se fosse riuscita ad arrivare in sala comune avrebbe dovuto mettersi qualche vestito addosso per non morire di freddo. Okay era estate ma era pur sempre il cuore della notte. Poi avrebbe dovuto afferrare velocemente il suo album da disegno e sgattaiolare sotto il loro naso senza compiere il minimo rumore. Forse una coperta aggiuntiva avrebbe potuto contribuire all'essenziale da portarsi dietro per una scampagnata notturna.
Se tutto ciò fosse andato in porto avrebbe dovuto comunque elaborare una scusa abbastanza convincente per non venir punita, senza contare i mille ostacoli che avrebbe potuto trovare sul cammino. Un po' di fifa ce l'aveva, soprattutto sapeva che se qualcuno l'avesse beccata le avrebbero sottratto dei punti e i Grifi l'avrebbero ammazzata. Ma questo non sarebbe successo, OKAY? L'entusiasmo e l'adrenalina erano già nel corpo della giovane Grifondoro, mentre arruffava i primi vestiti che le capitavano sottomano e gli altri elementi che aveva mentalmente segnato sulla sua lista. Nel peggiore dei casi avrebbe potuto mentire dicendo di essere sonnambula, di essere uscita per sbaglio e di essersi ritrovata sulla torre senza nemmeno saperlo. Sembrava una scusa abbastanza convincente, così tanto che si auto complimentò mentre si infilava la camicia di flanella e il cappello che era riuscita ad afferrare prima di di quasi tombolare per le scale. Si sentiva elettrizzata e la paura di venir scoperta sembrava alimentare quella fiamma in maniera incontrollata, a breve sarebbe andata a fuoco. Al varcare la soglia della sala comune sentì un tonfo al cuore. Lo stava davvero facendo, non c'era modo di tornare indietro ora, perché la signora grassa stava ronfando così pesantemente che ci avrebbe impiegato un po' a svegliarla, per cui via. Era andata.
Afferrò la bacchetta, che ovviamente si portava dietro in qualsiasi occasione, figuriamoci se non ci dormisse pure insieme, e pronunciò con voce sommessa
<< Lumos! >>
improvvisamente dalla sua bacchetta partì una luce dal colore biancastro, che le dava modo di riuscire a vedere appena davanti a sé. Era tutto completamente buio, dovevano essere le due o tre di notte ormai e probabilmente stavano tutti dormendo.
Anche i professori. O almeno ci sperava. Certo era convinta che Peverell avesse gli occhi anche dietro la testa e soprattutto fosse una specie di vampiro, sveglio anche di notte. Sperava almeno che non luccicasse.

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Arrivare sulla torre di Astronomia non si era rivelato troppo complicato, anche se era stata attentissima e quando finalmente avvertì il profumo del vento fresco della sera sembrò riuscire finalmente a rilassarsi. Sollevò il capo e sembrò sconvolta dalla bellezza della luna, non riusciva a capacitarsi di quanto potesse essere luminosa, tanto bella e tanto misteriosa. Decise di sedersi su una parte del muretto che non desse completamente a picco, ma fosse lievemente più riparata dal vento e si arrotolò la coperta intorno. Il freddo non era forte ma il vento continuo si faceva sentire. Aprì il suo album da disegno e con l'aiuto di soli due carboncini, uno nero ed uno bianco, iniziò a disegnare e a lasciarsi ispirare da quel bellissimo panorama. Era totalmente in pace con se stessa ora, avrebbe potuto star lì fino all'alba. Eccola, un'altra avventura della giornata.




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A tutti i prefetti confusi ed elettrizzati vivedotramarenellombra dalla mia follia:

WORRY DO NOT.

Sarei già in attesa di un prefetto :picchiare:

Ps: Perdoname KC por mi Vida Loca :fico:

Edited by Nontiscordardime - 9/6/2020, 11:00
 
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view post Posted on 24/6/2020, 09:22
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«Turno di ronda?» Quando per la prima volta Gwen aveva saputo di questo dovere, l'espressione era venuta fuori più come una condanna che una vera domanda, in quanto consapevole che i suoi sensi di colpa avrebbero oppresso il suo animo prima ancora che qualcuno avesse infranto le regole. Tra gli obblighi della sua nuova carica c'era anche questa cosa di dover gironzolare per il castello dopo l'orario del coprifuoco, per assicurarsi che nessuno studente lo violasse. Credeva che il custode con il suo gatto svolgesse egregiamente quel compito, ma evidentemente Hogwarts era troppo grande per essere controllata da una sola persona. Doveva comunque considerare che aveva la possibilità di infrangere le regole senza infrangerle affatto, quindi le sue emozioni oscillavano tra la voglia di esplorare il castello con la concessione dell'essere un Prefetto e la desolazione di poter smettere di vivere una vita serena e tranquilla in quella scuola. Punire qualcuno poteva significare il farsi dei nemici e sarebbe stata una bella rogna; certo, era un suo dovere, ma già alcune delle sue compagne di corso iniziavano a trattarla in maniera diversa da quando la spilla aveva preso spazio sulla sua divisa, ci mancava pure che alcuni studenti cominciassero ad additarla con disprezzo. Quindi, dopo essersi assicurata che tutti i Tassorosso fossero rientrati nei loro dormitori si avviò avvilita verso i corridoi dei sotterranei, munita della sua bacchetta di quercia che emetteva una luce più fluida del solito. Camminava con passi piuttosto pesanti, nella speranza di fare rumore in modo da concedere a chiunque di non farsi cogliere in flagrante e quando giunse verso il corridoio che portava alla Sala Comune Serpeverde, si concesse un sospiro di sollievo constatando che fosse deserto. Non credeva che sarebbe mai arrivato un giorno in cui avrebbe sperato che gli studenti fossero tutti diligenti, proprio lei che era tra quelli che non amavano rispettare i regolamenti. Fin quando si trattava solo di se stessa era tutto ok, ma se c'era da coinvolgere altra gente le cose assumevano valenza diversa.
Durante il suo primo anno ad Hogwarts, aveva imparato alcuni posti interessanti in cui nascondersi, che quella sera avrebbe evitato categoricamente, quindi come primo luogo da controllare al piano terra, optò per la Sala Grande. Era davvero strano vederla completamente vuota, l'unica cosa che risaltava erano le quattro clessidre colorate, in particolare quella ricolma di zaffiri. I Corvonero si erano dati davvero un bel da fare quell'anno e non sarebbe stato poi tanto male trovarne in giro qualcuno. Man mano che i minuti e le ore passavano, la sensazione asfissiante andava via via scemando, lasciando il posto all'eccitazione di stare esplorando il castello nel pieno della notte. Non era una cosa che capitava tutti i giorni e visto che non c'era nessuno in giro, forse avrebbe dovuto approfittarne, chi mai lo avrebbe scoperto? La notte era praticamente la sua copertura e non avrebbe potuto essere più compiaciuta di così. Un semplice e stuzzicante pensiero raggiunse poco dopo la sua mente, occupandola completamente: si diresse in fretta e furia verso la Torre di Astronomia, inveendo sulle scale maledette che a quanto pare non dormivano mai; si fermò sulla soglia dell'ultima rampa con una certa eccitazione, che prendeva posto surclassando qualsiasi altra emozione precedente. Aveva deciso di concedersi solamente qualche minuto, così sarebbe tornata alla sua ronda
– che avrebbe previsto un casuale controllo in giardino – giusto il tempo di trovare una stella doppia magari e…*Maledetta Luna!* Bastò un rapido sguardo per notare quanto il satellite più fastidioso di sempre rovinasse tutto nel pieno della sua figura. La Tassorosso abbassò le spalle delusa e fece alcuni passi in direzione del parapetto, tutta quella luce non le avrebbe permesso di trovare un bel niente. Una magra consolazione era la consapevolezza che i telescopi presenti erano muniti di oculari adatti al filtraggio della luce lunare, quindi si sarebbe accontentata di osservare qualche cratere prima di tornare indietro ai suoi doveri. Ormai era lì, tanto valeva approfittarne. Ma non appena la figura di qualcuno prese forma tra le ombre presenti, Gwen si fermò trattenendo il respiro incredula. Non si trattava di un gioco di luci o di un effetto ottico, era uno studente vero e proprio. Fuori dalla sua Sala Comune. Durante il coprifuoco. *Dannazione* Non aveva fatto in tempo a pensare di rilassarsi che gli oneri tornavano pressanti.
Osservò per qualche istante quella figura, constatando che fosse una ragazza e che non indossasse la divisa scolastica, quindi non avrebbe neanche potuto dedurre a quale Casa appartenesse. A guardarla meglio avrebbe potuto dire di non averla mai vista al tavolo giallo-nero, il che era anche peggio. Magari un Tassorosso, punito da un Tassorosso, si sarebbe beccato solo una ramanzina.
Palese era invece cosa stesse facendo, con un album in mano e la Luna a fare da musa. Gwen si portò la mano libera verso la tempia e sospirò, ormai la sconosciuta doveva essersi sicuramente accorta della sua presenza ed avrebbe potuto tentare di giustificarsi, quindi per tagliare la testa al toro la Tassorosso parlò per prima:
«Sei del primo anno?» Cercò di mantenere la voce ferma e provò a sfoggiare uno sguardo minaccioso. Sperava almeno che fosse una Corvonero.

 
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view post Posted on 25/6/2020, 17:40
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Qualcosa sembrava essersi mosso ed il cuore di Alice iniziò a battere a duemila, manco stesse avendo un infarto. Merda. L'avevano beccata alla fine. Le sembrò di vedere la sua intera carriera scolastica passarle davanti, come nei film prima di morire. Senza contare la scia di ceci sulle quali avrebbe dovuto camminare in ginocchio per fare ammenda a KC, Oliver ed il resto dell'allegra brigata, che poi tanto allegra non sarebbe stata.
Era così sorpresa che non sapeva cosa dire, si ricordó solo dopo del piano della sonnambulia, per cui ci fu questo enorme momento di silenzio, che la mise a disagio incredibilmente. Dopo qualche minuto fece cadere il quaderno a terra e tentó di assumere un'espressione innocente, come fosse appena sveglia, cosa molto difficile per una ragazza dalle dote di attrice di un apribottiglie << Omg da quanto sono qui fuori....?? > ma sapeva che non avrebbe attaccato, dato lo sguardo minaccioso dell'altra, chiaramente non si sarebbe bevuto una scusa così patetica. Alice non sapeva bene cosa aggiungere, le cadde il quaderno di mano mentre si sollevava, alzando le mani sulla testa, manco fosse stata catturata dalla polizia. Aveva uno sguardo alla Jack Sparrow sul viso, confuso, stupido e al contempo assolutamente comico <<..... Parley? >> manco fosse un pirata.
Okay forse quella avrebbe potuto risparmiarsela, ma magari parlare con Casey o Oliver avrebbe aiutato a non perdere punti. Anche se era chiaramente morta. Ci fu ancora un momento di lungo silenzio da parte sua, era difficile da immaginare ma stava pensando. Sapeva che mentire in quel momento probabilmente non l'avrebbe aiutata. Però se forse fosse riuscita a puntare all'umanità della ragazza avrebbe potuto scamparsela, senza finire sotto le atroci punizioni della propria casata. Si sentiva in colpa per essere stata così egoista, ma soprattutto per non aver programmato quell'uscita con un minimo di attenzione in più. Fece un lungo sospiro e si avvicinò alla Prefetta, aveva ancora lo spirito leggero e gli occhi meravigliati dalla luna e le pesava da morire ammettere di aver sbagliato, per cui arrossì lievemente. Si coprì di quel lieve rossore che solo chi odia mostrarlo può coprirsi, gli occhi chiari sfuggivano a quelli dell'altra << In mia discolpa posso solo dire di aver sbagliato è vero ma-- lei, signora Prefetta, non si è mai sentita assolutamente meravigliata dalla bellezza della luna? >> e poi la parte più difficile, che non aveva ammesso a sé stessa fino ad allora, era difficile dire le cose ad alta voce per lei, soprattutto parlare dei suoi sentimenti << e poi so che è l'unica cosa che non è mai cambiata da quando sono qui. So che possono vederla anche dall'altra parte dell'Europa. La stessa luna. >> si mordicchió un labbro. Da quando si era rammollita così tanto? Era sincera però. Non le era mai mancata casa sua in Germania come durante quel periodo. Adorava da morire stare ad Hogwarts ma ogni tanto aveva nostalgia. Le mancavano le lunghe passeggiate nel bosco e l'aria della notte fino allo stupore del mattino successivo, colorato di pesca e a volte spruzzato di rosso.

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Il fatto è che non aveva pensato ad un piano B effettivo, ma nonostante tutto qualcuno sembrò correre in suo soccorso. Il suo scoiattolino Tobi sembrava starsi approcciando alle due. Ora, a lui piaceva molto raccogliere nocciole di notte ed Alice lo aveva sempre lasciato libero. Il problema era che la Grifondoro ne sapeva una più del diavolo e aveva addestrato Tobi a fare tenerezza a sua madre, affinché lei non la mettesse in punizione. E Tobi era un attore maledettamente bravo. Zampettó velocemente sulla spalla di Alice e iniziò a sfoggiare uno dei suoi sguardi da cucciolo disperso, credendo che quella fosse una situazione simile alle ramanzine di casa << Tobi ma cos--->> Alice non si era ancora ben resa conto di cosa lo scoiattolino stesse per fare, quando l'altro provó a balzare sulla spalla della perfetta, con lo sguardo stile gatto con gli stivali. Proprio ora che aveva usato la carta della sincerità, le sembrava di vedere il suo piano crollare davanti ai suoi occhi. Ora la Prefetta l'avrebbe sicuramente punita. La rossa cercò di mimare allo scoiattolo di piantarla con la pantomima, ma era chiaro quanto l'altro fosse convinto di fare il bene della ragazza. Alice tirò gli occhi al cielo << Ähm... MA COSA CI DA QUI UNO SCOIATTOLO NOTTURNO??! Non dovrebbe Forse essere a LETTO? >> esclamò cercando di risultare sorpresa, lanciando occhiatacce a Tobi che dopo ere geologiche sembrò capire la frecciatina, tanto da rimanere immobile, senza sapere cosa fare. Era una scena totalmente comica e probabilmente sarebbe risultato difficile per Gwen non scoppiare a ridere, ma si sa, quando si è in certe posizioni bisogna mantenere un certo comportamento. Comunque Alice era proprio sfortunata quella sera.





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view post Posted on 8/7/2020, 00:22
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La domanda della Tassorosso... Anzi, la sua sola presenza, generò un momento di silenzio interminabile, durante il quale Gwen si sforzò di mantenere uno sguardo rigido ed inflessibile. Che compito ingrato le era stato affidato, quanto odio avrebbe ricevuto d'ora in poi da quella studentessa? Già si immaginava di incontrarla lungo i corridoi con sguardi disgustati, parlottando con le sue amiche; per di più, se fosse stata una Serpeverde, si sarebbero trovate a dover condividere persino i sotterranei e chissà quante volte l'avrebbe incontrata. Mentre quei pensieri le si formavano nella testa, lo sguardo di Gwen mutò da minaccioso a rassegnato, come se già stesse pensando di doversi abituare a convivere con quella situazione per il resto della sua vita. Poi però, la ragazza prese a parlare, in una lingua apparentemente sconosciuta e il Prefetto non rispose. Oltre a non aver capito cosa intendesse, non aveva ricevuto una risposta alla sua domanda, anche se in realtà era piuttosto stupida: primo anno o no, tutti erano al corrente dell'esistenza di un coprifuoco, quindi la presenza di quella ragazza, in quel preciso momento, fuori dal suo dormitorio, era una violazione al regolamento e lei, in quanto Prefetto, non poteva passarci sopra o fingere di non aver visto nulla. Oppure sì? Aveva una scelta? Era quello un dovere al quale non poteva astenersi, oppure aveva appuntata sul petto la possibilità di decidere la sorte per qualcun altro? Rimuginava su questa possibilità di potere decisionale – che a dirla tutta, le provocava uno strano sentimento appagante – quando la studentessa proseguì il discorso con qualcosa di decisamente più comprensibile. Gwen non era ancora in grado di capire cosa le passasse per la mente; poteva essere una semplicissima sviolinata e quindi un tentativo di entrare nelle sue grazie al fine di ottenere clemenza, oppure si trattava di una vera e propria confessione.
Solitamente, quando qualcuno ha appena finito di pronunciare una menzogna, i suoi occhi tendono a fissare la persona da convincere in modo da poter essere certi che le proprie (false) parole abbiano fatto centro, ovvero che il proprio interlocutore ci stia credendo. Invece, lo sguardo della rossa sfuggiva a quello del Prefetto che, non conoscendo così bene il linguaggio del corpo, non riusciva proprio a decifrare il significato. Poteva essere che la ragazza stesse evitando il suo sguardo allo stesso modo in cui cercava di evitare una punizione, oppure più semplicemente per riportare alla sua mente le immagini dei ricordi che cercava di descrivere. Era davvero complesso credere che la ragazza stesse mentendo, le sue parole risultavano così intime da poter essere pronunciate per secondi fini solo subdolamente; e quello non sembrava per nulla uno sguardo infido. Gwen volse istintivamente i suoi occhi alla Luna, riuscendo ad immaginare quella sensazione di nostalgia delle giornate tranquille, senza tutti quegli strani pensieri dovuti al possesso di una bacchetta magica. Però tutto ciò era fin troppo assurdo: quante volte lei stessa aveva provato a smuovere pietà dagli istitutori all'orfanotrofio? Non che ci fosse riuscita tutte le volte, ma era il primo pensiero per tentare di sfuggire una punizione. Così, come conscia di una nuova consapevolezza, tornò ad osservare la ragazza aggrottando appena le sopracciglia.
«Non amo particolarmente la Luna» Ed era la verità visto che la sua presenza rovinava le possibilità di osservare ciò che era dotato di vera luce propria. Lo scopo principale di quelle parole era comunque quello di cercare di rimanere coi piedi per terra, capire quanto ci fosse di reale in ciò che la ragazza aveva detto e, soprattutto, constatare fin dove si sarebbe spinta. Visto che doveva farsi odiare, lo avrebbe fatto bene: «Lo sai cosa spetta agli studenti che violano il coprifuoco?» Anche se già stava sentendosi in colpa per quella minaccia bella e buona, ormai la frittata era fatta ed incrociò le braccia, sostenendo quell'atteggiamento truce mentre attendeva la fandonia successiva.
Ciò che non si sarebbe aspettata era l'arrivo di uno scoiattolino, fin troppo vispo per quell'ora notturna; si arrampicò fin sulla spalla della ragazza, senza nessuna esitazione. Gwen doveva ammettere che si trattava di una animaletto davvero adorabile e gli occhi del Prefetto probabilmente tradirono la sua prima impressione, tanto che lo scoiattolo tentò di saltare anche sopra di lei, ma le parole della furfante lo fermarono. Lo aveva chiamato per nome o la ragazza optava di nuovo per la lingua sconosciuta utilizzata poco prima?
«Questo scoiattolo è tuo?» Questa volta non esitò un attimo, voleva capire e doveva assolutamente distogliere i suoi occhi dall'osservare la tenera creatura per evitare di farsi impietosire troppo. Quante altre carte avrebbe giocato quella furfante?

 
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view post Posted on 17/7/2020, 10:56
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Questa volta l'aveva combinata grossa. Aveva pianificato tutto, ma doveva essere stata troppo inesperta e quindi al primo errore era stata beccata. La prefetta che stava di fronte ai suoi occhi sembrava piuttosto giovane, graziosa soprattutto vista sotto la pallide luce della luna, che sottolineava i tratti corvini dei capelli e delle guance chiare, ma con un'espressione parecchio imbronciata. Solo per un istante quando Alice le chiese se le piacesse la luna sembrò rilassare un minimo i tratti << Ah no? E cos'è che ami invece? >> chiese curiosa, con un fare piuttosto interessato, avvicinandosi a lei per guardarla in viso. Alice sapeva che quel ruolo doveva essere molto infame da portare, ma allo stesso tempo non riusciva davvero a darle una motivazione migliore di quella di poco prima. Era stata sincera, forse più di quanto lo era solitamente con se stessa, per cui non avrebbe insistito, se avesse voluto punirla sarebbe stata libera di farlo. E poi quella ragazza era una studentessa come lei, Alice voleva credere nel fatto che forse avrebbe potuto almeno imparare a conoscerla, già che era lì. Forse avrebbe potuto perfino starle simpatica se si fosse rilassata un secondo. Si chinò un momento per raccogliere l'album da disegno e stringerlo tra le mani << Ecco vedi?>> le mostrò il disegno, con un sorrisetto un po' discolo, sperando che le facesse un complimento << Ti piace?>> sospirò poi successivamente alla sua domanda. Certo che sapeva cosa sarebbe potuto succederle, una punizione nel migliore dei casi, perdita dei punti del peggiore, ma ormai era fatta no? Che senso aveva rimanere imbronciati? Tornò a guardarla con gli occhi puliti << Vuoi punirmi? Posso sapere almeno il nome della mia carceriera prima? >> la buttò lì giusto per andare a capire. Ormai se avesse voluto punirla non avrebbe potuto fare granché, avrebbe solo tentato di patteggiare. Sollevò gli occhi chiari sul suo viso, aveva sbagliato ma non aveva paura di lei. Lei non aveva paura proprio di nessuno, impulsiva come al solito aveva finito per scegliere senza calcolare le conseguenze negative del suo gesto. Ma questo era parte di lei e non poteva far altrettanto che affrontare le avversità con coraggio e tenacia. Certo sperava in un minimo di clemenza, inutile dire, ma era anche incuriosita da quella presenza.
Tobi planò veloce, correndo tra gli anfratti delle mura e catapultandosi poi sulla sua spalla, come il suo fedele compagno di sempre. Alice sembrò arrabbiarsi all'inizio ma poi finì per sorridere. Erano proprio un team di pasticcioni. Il furbetto finì anche per fare gli occhi dolci a Gwen, guardandola come fosse una grosse nocciola << Ahm sì. Si chiama Tobi ed ama andare a raccogliere nocciole di notte, pensa di essere più furbo degli altri scoiattoli >> tirò gli occhi al cielo, allungando il braccio affinché l'animaletto le camminasse fin sulla mano, verso il viso della Tassorosso, lasciando lei la scelta di accarezzarlo o meno << Sai, loro nascondono il cibo e poi vanno a fregarlo ad altri scoiattoli. Sono dei terribili furfanti >> iniziò a raccontarle, dato che ormai sapeva molto sugli scoiattoli << Adora quando gli vengono regalate delle noccioline, ecco così >> e le porse una nocciola che aveva precedentemente afferrato dalla tasca, ne aveva sempre una o due nascoste lì. Se l'altra avesse voluto avrebbe potuto afferrarla e donarla allo scoiattolino che già fremeva al pensiero.





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view post Posted on 22/8/2020, 00:19
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Eccolo lì, il suo stomaco che cominciava ad aggrovigliarsi su se stesso per via dei sensi di colpa. Era ormai troppo tardi per tentare di controllare il proprio respiro e cercare di sciogliere quel nodo fastidioso, stava recitando la parte del Prefetto esigente, o peggio, dell'antipatica; quel genere di persona la cui sola presenza ti fa venire voglia di alzare gli occhi al cielo. Per anni aveva biasimato i vari tutori dell'orfanotrofio, sopportato le loro punizioni e tramato alle loro spalle. Adesso si trovava quasi dalla parte opposta e la voglia di lasciar perdere era molto più forte di lei, che se si fosse trovata al posto della ragazzina con lo scoiattolo, avrebbe tentato qualsiasi cosa pur di riuscire a narrare con gioia l'impresa.
Cercava di mantenere incrociate le sue braccia, mentre il discorso proseguiva. Non era per nulla facile rispondere alla domanda che le venne posta e l'atteggiamento che teneva (quasi) saldamente era di certo un grande aiuto:
«Sapere cosa piace a me non ti aiuterà a farla franca..» Disse con una certa esitazione nel tono di voce. Tutto ciò era decisamente fuori dalle sue corde e sicuramente sarebbe venuta a galla quella debolezza, alla ragazza non bastava che sfruttarla. La Tassorosso ingerì quel poco di saliva che il groviglio, praticamente sotto le sue braccia, non permetteva di produrre, mentre nella sua mente affioravano i ricordi delle birbonate compiute con Paul e Martha. Loro probabilmente avevano continuato a farsi valere anche senza di lei, in due avevano cominciato e probabilmente in due avrebbero finito. Quei pensieri la distrassero e si ritrovò con un album da disegno sotto gli occhi, sul quale era rappresentato un lavoro forse compiuto per metà. *Mi piace?* Si domandò, senza riuscire a darsi una risposta. «È completo?» Chiese quasi con apatia; la sua mente era troppo affollata per tornare a provare qualcosa, ma se il disegno fosse riuscito a trovare un po' di spazio sarebbe potuta rinvenire.
Riguardo la punizione, no. Non avrebbe voluto punirla davvero, anche perché stava cercando di reprimere quella parte di lei che trovava appagamento in quella faccenda, per non cadere in quel baratro da cui provava a fuggire fin da quando aveva compiuto undici anni.
«Io mi chiamo Susan...» Rispose dopo alla ragazza; era l'unica identità che in quel momento i suoi pensieri riuscivano a trovare. Alla fine quello era il suo nome, anche se sembrava quasi che lo stesse ammettendo più a se stessa che alla sua interlocutrice. «E il tuo nome, invece? Di quale Casa fai parte?» Aggiunse poco dopo, risvegliarsi dal suo abisso. C'era la possibilità che la sua mente cercasse qualcosa di diverso su cui soffermarsi, oppure che fosse semplicemente curiosa di conoscere la sua interlocutrice, come se quelle informazioni potessero aiutarla a decidere il da farsi, non era ben chiaro nemmeno alla Tassorosso; in ogni caso, il dialogo procedeva e probabilmente quelle voci avevano destato l'interesse di qualcuno, dall'apparato uditivo più sviluppato, che si aggirava spesso di notte nel castello.
Lo scoiattolo aveva un nome adesso, Tobi, e a quanto pare era ghiotto di nocciole, un piacere comunque tipico per quelle creature. Il Prefetto lo osservò salire sulla spalla della sua padroncina e si lasciò sopraffare da quello sguardo tenero, oltre che dalle spiegazioni sulla natura birbante di quegli animali. Gwen conosceva gli scoiattoli, anche se quelli che aveva incontrato erano fin troppo selvatici da non riuscire a rimanere fermi a pochi metri di distanza.
«Un furfante come la sua padrona..» Disse spontaneamente in aggiunta al discorso, mentre stava quasi per sfiorare la creatura. Lo stesso suono della sua voce la fermò: aveva azzardo a dire qualcosa di troppo; non conosceva la sua interlocutrice e non sapeva come avrebbe potuto reagire ad un'affermazione simile. La Tassorosso, che ormai non aveva più le braccia incrociate – aveva forse già ceduto a quegli occhioni? – trattenne il respiro per tutto il tempo in cui la ragazza decise di manifestare la sua reazione, mentre dei passi felpati si facevano sempre più vicini.

Chiedo venia per i tempi di risposta :ohno:
Se vuoi, mi piacerebbe vedere e/o leggere una descrizione del disegno di Alice! Inoltre, ho un'ideuzza riguardo il proseguimento della role, se desideri dettagli chiedi pure! Altrimenti procedi tranquillamente come più ritieni opportuno. Cambia anche le carte in tavola se ne hai voglia! :shifty:
 
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view post Posted on 4/9/2020, 05:31
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"Lune Qui là-haut s'embrume, Avant Que le jour ne vienne"
Il disegno che Alice le aveva appena mostrato raffigurava un paesaggio notturno fatto con un pastello di cera bianco dove la luna faceva da protagonista, illuminava il cielo e il lago sottostante. Alice aveva realizzato tutto su una pagina nera così da far spiccare di più la luminosità del disegno. I tratti erano precisi e ben calcolati, sfumati il giusto e nel dettaglio, era brava a disegnare per la sua età, un talento che aveva sempre adorato coltivare e che le permetteva di esprimere se stessa. Aveva praticamente disegnato quello che si riusciva a vedere dalla torre di astronomia, mettendo la luna in primo piano e rendendola più grossa, pronta ad occupare tutti il cielo. Aveva cercato di creare anche un po' di illusione dei crateri utilizzando la parte nera stessa della pagina e sfumandola con il bianco fino a creare un grigio chiaro, poi aveva ripassato il tutto con dei pennarelli a china. L'album era molto spesso e si vedeva ormai quanto fosse vecchio ed utilizzato, alcune pagine avevano dei cartoncini di colori diversi e se Susan avesse preso in mano l'album avrebbe probabilmente visto far capolino da una pagina la caricatura/ritratto del preside, che Alice considerava troppo serio e noioso per via delle lezioni di storia della Magia. Non si sa come riuscisse a non addormentarsi ogni volta, ma sapeva di esserci vicino ogni giorno e di salvarsi quasi sempre grazie ad una gomitata di Vivienne o della Mcryan << Si diciamo di sì, è più o meno concluso! >> Osservò la reazione della Tassa mentre dava un'occhiata alla sua creazione << Probabilmente dirti la mia casata mi metterà ancora più nei guai.... >> sospirò scuotendo il capo e mordicchiandosi il labbro inferiore, comunque nel sentire il nome di lei decise di vuotare il sacco << Piacere di conoscerti Susan, io sono Alice Wagner e faccio parte della nobile casata di Godric Grifondoro! >> esclamò, fierissima della sua appartenenza ai Grifi.
Ora però l'attenzione era stata catturata dallo scoiattolo, che aveva fatto irruzione durante la sua caccia notturna e sembrava molto interessato alla Prefetta. Tobi era un ruffiano solitamente, avrebbe fatto di tutto per accaparrarsi due nocciole in più ma sapeva anche avvertire il buon cuore delle persone, per questo si era lasciato accarezzare da Susan senza problemi, accoccolandosi per bene sulla sua mano, Alice ridacchió all'appellativo 'Furfante' perché effettivamente sembrava descriverla molto bene. Non ci fu però molto tempo per rispondere a nessuna delle domande della ragazza, perché un'altra ombra inquietante si presentò a pochi passi da loro. Mrs Purr aveva fatto il suo ingresso e il roditore aveva finito per sobbalzare dalla paura. Tra lui e mrs Purr non scorreva proprio buon sangue, dato che il gattaccio aveva cercato più volte di papparselo. Alice lanciò uno sguardo di allarme ALLA tassorosso, sgranando gli occhi chiari. Tobi nonostante la fifa, decise che doveva difendere le due donzelle, quindi con coraggio da vero Grifondoro squittì nellorecchio di Alice, facendole cenno di avviarsi. Alla gatta ci avrebbe pensato lui, fece un bel respiro e cominciò ad attirare la sua attenzione. Alice sentiva già l'ansia ribollire nello stomaco e la faccia di Gazza gioire nell'achiapparla e portarla dritta dritta dal preside << OH scheiße >> sussurrò sconvolta e dopo un cenno di intesa con Tobi afferrò la mano di Susan e prese a correre via velocemente, l'album da disegno era finito dritto nella borsa di stoffa che si era portata dietro, meglio non lasciare tracce in giro. Non aveva pensato al fatto che la ragazza fosse un Prefetto quindi immune da quasi ogni punizione del vecchio guardiano, ma effettivamente sarebbe stato difficile da giustificare perché mrs Purr fosse finita proprio lì, era una gatta intelligente e non avrebbe mai vagato a vuoto. In più Susan non aveva ancora elaborato una punizione per Alice, quindi agli occhi del vecchio avrebbe potuto risultare complice. La Rossa dunque non ci pensò due volte a fuggire, giù per le scale della torre immaginando già l'entrata della sala comune ad aspettarla e il tiepido caldo del camino pronto a bloccare il sudore freddo. Ma poteva forse andarle tutto così liscio? Mentre stava imboccando la curva che l'avrebbe portata alla salvezza un famoso spiritello fece la sua apparizione dal nulla, comparendo di fronte alle due ragazze. Tenuta da giullare e voglia di far scherzi, subito si accorse che qualcosa non andava dall'espressione di entrambe, senza contare che era notte fonda e le due o almeno Alice non sarebbe dovuta essere lì << AH-Ha la Wagner la Wagner non hai voglia di un indovinello? Giochiamo a chi riesce a correre più scalini di seguito! >> Alice che solitamente si fermava a chiacchierare con Pix di tanto in tanto, non aveva assolutamente tempo da dedicargli ora, voleva solo filare a letto e smettere di provare a venir espulsa o a far perdere una miriade di punti alla sua casata. Cercò quindi di scacciarlo << Non ora Pix! Facci passare! >> replicò bruscamente, gesticolando come a volerlo far sparire dalla sua vista. Lo spiritello infuriato da quel rifiuto così diretto si avvicinò a Susan per studiarla << Ah signora prefetto signora prefetto! Non acciuffa la studente? >> le cose non sembravano mettersi troppo bene perché Pix notò subito che Alice la stava tenendo per mano, c'era qualcosa di sospetto lì. Fu illuminato da un'idea balorda e quindi iniziò subito ad urlare << STUDENTI FUORI DAL LETTOOOOOOOOOOO >> come un pazzo, mentre saltellava nella direzione di Gazza. Quel maledetto traditore. Alice sbiancó e poi tornó rosso fuoco in due secondi, ti pareva che Pix doveva andare a urlare come un pazzo proprio quella sera << Maledetto Poltergeist! >> si voltó verso Susan e le lanciò un'occhiata abbastanza disperata, decise di proseguire per un vicoletto proprio accanto alla sala comune grifondoro dato che la loro posizione era troppo scoperta. Alice con la coda dell'occhio vide una porticina, un posto perfetto dove nascondersi, provó a trascinare Susan con sé lì dentro, non avevano tempo, infatti poteva sentire Gazza strillare << Dove sono andati Pix?? Dimmelo! >> e avvicinarsi sempre di più mentre lo spiritello faceva il vago. Come diamine avevano fatto a raggiungerle così velocemente? << Che cosa dicono due gatti che hanno appena finito di replicare? >> chiese Pix saltellando nell'aria con il solito sorrisetto sardonico, non passò molto tempo prima che Gazza perse la pazienza e iniziò a mugolare i peggio scongiuri, mentre Pix se la rideva concludendo con << Mici come prima!! >>
Alice intanto decise di aprire la porta trovata e chiuse entrambe dentro, poi smise quasi di respirare. Si trovavano dentro uno sgabuzzino delle scope, dove non c'era nessun tipo di luce se non quella della finestra che filtrava i raggi lunari, le scope erano tantissime e l'unica fonte di luce era un'ampia finestra che dava sull'esterno. Sarebbe stato perfetto fare una gita all'esterno, cavalcando una di quelle scope, o no?




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Il disegno che Gwen aveva sotto i suoi occhi rappresentava precisamente quello che vedeva tutte le sere che si appollaiava esattamente sullo stesso parapetto in cui aveva trovato la ragazza. Certo, la Luna che si faceva padrona del cielo non era apprezzabile, ma i tratti erano delineati e i dettagli precisi, non si poteva negare che fosse un lavoro davvero ben fatto. L'unico problema del Prefetto era che si stava facendo prendere troppo da quel ruolo, lasciando che la trasformasse nel tipo di persona che tanto avrebbe preferito allontanare; e questo generava in lei strane sensazioni in opposizione: la sua mente pensava ed agiva in un modo, mentre il suo cuore, e soprattutto il suo stomaco, ne disapprovavano ogni scelta. «Da quanto tempo disegni?» Non era il momento di fare conversazione, Gwen lo sapeva bene, ma non riuscì a trattenersi, soprattutto dopo aver notato il resto dell'album. Anche se non osò sfogliarlo, la sua curiosità era sempre pronta a mettersi in mezzo a qualsiasi altro tipo di buon senso e quella domanda era sorta spontaneamente. Quella sottospecie di scudo che Gwen aveva eretto di fronte a sé, per evitare di farsi abbindolare, si stava pian piano sgretolando e uno dei colpi decisivi fu la rivelazione della Casa di quella ragazza, Alice aveva detto di chiamarsi. Nessuna Corvonero a cui fare perdere punti, nessun Tassorosso da poter solamente sgridare; le era capitata proprio una Grifondoro e pensando a quei colori non poteva che venirle in mente Casey: quante gliene avrebbe dette se avesse fatto perdere punti alla sua Casa? Sarebbe stato divertente, in realtà, affrontarla con la scusa del "buon prefetto", che non controlla gli studenti sgattaiolare dal dormitorio. Aveva imparato che gli studenti trovano sempre mille modi per infrangere le regole, quindi sarebbe stato ingiusto puntare su questa affermazione in una ipotetica lotta verbale con l'amica, ma sarebbe stato un modo per tentare di tenere testa alla Bell e soprattutto per scherzare con lei. Questi pensieri rigeneravano quell'altra emozione in grado di riparare la barriera altezzosa e poco solida del Prefetto intenzionato a punire la furfante, ma tutto quel costruire e scheggiare, riparare e graffiare lo scudo inconsciamente innalzato, era praticamente inutile e non solo perché il faccino di Tobi era adorabile: le circostanze pretesero un'azione rapida che coinvolse esclusivamente le abilità motorie. Se solo Gwen avesse utilizzato meglio quelle cognitive, probabilmente si sarebbe ricordata della possibilità di distrarre Gazza con una scusa qualunque, di modo che Alice potesse tornare nel suo dormitorio, invece si ritrovò a correre stringendo la mano della Grifondoro. Abituata a scappare di Mrs Purr, non ci badò troppo e quando realizzò l'alternativa, Pix si palesò davanti alle due fuggitive. A quanto pare con Alice aveva un rapporto parecchio diverso da quello che il poltergeist aveva con Gwen, che di solito evitava di attraversare i corridoi in cui udiva i sonagli del suo cappello. In ogni caso qualsiasi tentativo di abbindolare Gazza sarebbe andato in fumo, quindi le due si ritrovarono a dover scappare ancora più velocemente, piroettare per le scale – e che meravigliosi effetti! –. Gwen doveva ammettere che Alice era proprio un tipino vivace, l'aveva praticamente trascinata dalla testa alla coda del Castello in un battito di ciglia, ma al Prefetto non sembrava dispiacere, le aveva procurato quel brio piacevole del tentare di eclissare le regole, che da un po' di tempo a questa parte aveva provato sempre meno spesso. Quell'adrenalina era comunque mescolata con la paura di venire colte in fragrante, a dir poco entusiasmante!

Quando furono ferme e finalmente libere di riprendere fiato, si ritrovarono in quello che a tutti gli effetti sembrava uno sgabuzzino per le scope. Il Prefetto si voltò verso la Grifondoro con lo sguardo più arrabbiato che i suoi dolci lineamenti riuscivano a mostrare; sperava di mostrare un completo di disapprovazione e rimprovero, pronta a biasimare le azioni della ragazza, ma qualsiasi parola le morì in gola per aver udito la voce di Gazza nel corridoio. Si portò subito un dito verso le labbra, per indicare anche ad Alice di fare silenzio e posò leggermente l'orecchio destro sulla porta. La voce del custode che inveiva contro il poltergeist non sembrava molto lontana ed era difficile capire se si stesse avvicinando o allontanando, però non potevano rimanere ferme ad aspettare di essere travolte da quella valanga. Certo, Gwen avrebbe potuto aprire la porta e fare finta di aver trovato la piantagrane per consegnarla al custode, come un riscatto personale da permetterle di andarsene e lasciare tutti i problemi ai Grifondoro; ma non era proprio il tipo da agire a quel modo. Bisognava pensare in fretta, ormai la frittata era fatta, tanto valeva girarla ed evitare di bruciarla.
Il primo pensiero di un qualsiasi mago, fuggitivo, che si ritrovasse delle scope a portata di mano, era ovvio e palese, probabilmente chiunque avrebbe fatto un bel volo verso la libertà, ma non Gwen. Lei aveva uno strano rapporto con quell'attrezzo, validissimo per un babbano, ma del tutto infernale per un mago, almeno a suo avviso. Non badò minimamente alle scope, o decise di ignorarle volontariamente
– dipende dai punti di vista – prese uno degli stracci presenti nella stanza e lo fece passare sotto la fessura della porta, il più velocemente possibile, lasciando un solo lembo a portata di bacchetta. Impugnò il suo fidato legno di quercia e chiuse gli occhi: doveva avere ben delineata nella sua testa l'immagine di un topo che fuggiva al di là della porta, con una coda sottilissima ancora per metà sotto la stessa. Non era per nulla certa che avrebbe funzionato, ma si concentrò sulla figura del roditore che desiderava ottenere e, soprattutto, dello straccio dietro la porta; non poteva vederlo interamente per compiere il movimento necessario ad una corretta esecuzione, ma sperava che sapere dove fosse avrebbe comunque permesso la realizzazione, un lembo di quella stoffa usurata era comunque raggiungibile dalla magia, senza alcun ostacolo. Se si concentrava poteva funzionare. Avrebbe funzionato! Il movimento a spirale cominciò, insieme alla voce bassa ma decisa della Tassorosso: «Mùrifors» Un topo avrebbe probabilmente distratto Mrs Purr dalla loro ricerca e magari avrebbe portato Gazza altrove, di modo da lasciarle libere di fuggire da lì. Qualsiasi cosa pur di non scappare su di una scopa! Sperava solo che nel frattempo Alice non avesse già spiccato il volo.

 
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I nsomma essere uscita fuori in giro per il castello in pieno coprifuoco poteva essersi rivelata un'idea poco saggia e sicuramente l'esser stata beccata così scioccamente evidenziava quanto il suo piano facesse acqua da tutte le parti, ma c'era da dire che in fondo un'altra avventura si era delineata ed Alice non vedeva l'ora di godersela tutta. Susan, il prefetto tassorosso incontrato nel bel mezzo della torre di astronomia, si stava lentamente sciogliendo. Era forse merito del suo Charme? O forse aveva avuto una fortuna sfacciata? Chiaramente l'arrivo di Tobi aveva giocato a suo vantaggio perché chi è che in fondo non ama un adorabile e tenero scoiattolino? Inoltre i suoi schizzi sembravano piacerle, nonostante il soggetto a suo avviso non fosse dei migliori << Uhm, da sempre direi. Riesco ad esprimere il mio punto di vista attraverso i disegni...>> rispose sinceramente, facendole vedere anche qualche altro piccolo schizzo con acquarelli e matite colorate. Non ci fu molto tempo per far conversazione però, perché Gazza era alla loro ricerca e loro dovevano darsela a gambe! Alice afferrò la mano di Susan senza pensarci due volte, la trascinò in lungo ed in largo fino a trovare un ripostiglio dove nascondersi temporaneamente. Si stava divertendo, un sorrisetto allegro le comparve sul viso mentre tentava di prendere fiato all'interno dello sgabuzzino buio << Wow, è stata una figata >> le rivolse uno sguardo un po' birbante e poi scoppiò a ridere. Gazza era però alle loro calcagna e dovevano pensare ad un piano per poter fuggire di lì, in fretta.

Susan elaborò una piccola formula magica, mentre Alice rimase sconvolta dalla quantità di scope presenti lì dentro. Alice adorava follemente volare, nonostante avesse imparato da poco era già decisamente brava e l'idea che le era balenata in mente era proprio l'opposto di quella di Susan. Mentre la Prefetta si occupava di confondere gazza e mrs.Purr Alice afferrò una scopa e si diresse verso la grossa finestra che dava sull'esterno, allungò una mano verso Susan<< Forza abbiamo una via di scampo, andiamo! >> era assolutamente in fibrillazione, non vedeva l'ora di buttarsi in questa nuova avventura e l'idea di poterlo fare con un Prefetto che avrebbe dovuto punirla era ancora più eccitante. Insomma come persona le sembrava abbastanza simpatica, almeno da quando aveva iniziato a parlare come una semplice studentessa e non come una Prefetto che voleva farti la ramanzina. Alice non aveva la più pallida idea del fatto che Susan non amasse volare, anche perché per lei era stata la cosa più fantastica di sempre, appena dopo l'aver scoperto di essere una strega. Avrebbe dovuto trascinarla con sé e mettersi alla guida della scopa o lasciarle prendere una sua? Il tempo scorreva veloce e Gazza non avrebbe impiegato poco tempo a svegliare metà dei professori del castello per poter accaparrarsi una bella punizione da infliggere. Alice era quindi già montata sulla scopa e aspettava impaziente una scelta di Susan, esclamò convinta << Credo sia il metodo più veloce >> e poi << Ti fidi di me?>> probabilmente nessuno sulla terra si sarebbe fidato di una ragazzina fuori di testa come Alice, non di certo un Prefetto incontrato dieci minuti prima, ma la convinzione con la quale lo disse fu decisamente impressionante. I suoi occhi chiari puntarono quelli della ragazza intensamente. Se avesse dato modo di mostrarle una certa avversione per le scope, ma fiducia nei suoi confronti non avrebbe esitato un secondo a caricarsela dietro e a sfrecciare via alla velocità della luce. Ma la scelta ora stava a lei.









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Rido perché per me la scena era tipo:


 
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Scusa scusa scusaa! Mi ero incastrata e non riuscivo a liberarmi :wacko:

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Per una qualunque principessa Disney, quella era la storia perfetta per fuggire insieme al proprio amore: l'incontro fortuito, un primo momento di astio e sospetto, poi una canzonetta passionevole, durante la quale una corsa acrobatica dimostrava che le mani dei due personaggi erano fatte per stare incollate insieme, quindi veniva rivelato che tra loro c'era sempre stato amore, quello eterno che univa i protagonisti per tutto il resto della storia e verso l'infinito e oltre...
«Nonono no no...no, no!» La Tassorosso però agitava le mani in segno di rifiuto, conscia che non si potesse sposare qualcuno dopo un unico incontro fosse sbagliato e pericoloso; avrebbero infranto un'infinità di regole e lei era un Prefetto, doveva evitare che venissero infrante, non il contrario. Volare era già complicato di suo per Gwen, figuriamoci poi di notte! Certo, sarebbe stato interessante tentare di raggiungere l'enorme Luna che troneggiava nel cielo in quelle ore, ma restava comunque qualcosa di assolutamente immorale, giusto?
Aveva scagliato un topo dietro la porta, o almeno sperava di averlo fatto, bisognava solo vedere se Mrs Purr avesse abboccato e di conseguenza chi avrebbe deciso di seguire Gazza. Intimò ad Alice, con le dita e con sguardo supplichevole, di fare silenzio e posò nuovamente l'orecchio sulla porta, nella speranza di udire qualcosa. Era però tutto probabilmente inutile: la Grifondoro non aveva intenzione di mollare la presa sulla scopa, era quasi già fuori dalla finestra e la mano che porgeva verso la Tassorosso era uno di quegli inviti interessanti e proibiti ai quali è difficile rinunciare. Cercava di imporsi con pugno di ferro verso se stessa, convincendosi che non accettare era la cosa giusta da fare.
*La cosa giusta...La cosa giusta.* In realtà, la cosa più giusta era fare sparire quella scopa, tutte quelle maledette scope! Erano la sua rovina, le causavano dei disagi assurdi ed era impensabile lasciarsi sopraffare a quel modo da degli oggetti. Impugnava stretta ancora la sua fidata bacchetta, sarebbe bastato un semplicissimo incantesimo, uno dei suoi preferiti tra l'altro. Ma prima di lasciare la Grifondoro totalmente privata di ogni appoggio, provò a richiamare la sua razionalità. Non la conosceva e non aveva idea di come avrebbe potuto reagire, ma provò a fare la sua parte: si avvicinò per stringere la parte superiore della scopa, sulla quale Alice si era preparata, e spingendo leggermente verso il basso il manico, le parlò sottovoce fissandola in quegli occhi azzurro cielo, venati del colore delle foglie fresche, utilizzando un tono più che deciso: «Non possiamo assolutamente andarcene a volare in giro di notte. È già tanto che siamo qui a quest'ora.» Non credeva di essere in grado di possedere una voce così autoritaria, quasi se ne meravigliò, ma non lo diede a vedere. Aveva parlato al plurale immedesimandosi nella Grifondoro, ma in realtà lei, in quanto Prefetto, aveva tutto il diritto di essere di ronda; essendo comunque in grado di comprendere cosa si provasse a trovarsi dall'altra parte del banco degli imputati, il "noi" di quella frase era sorto spontaneo.
Ora, se Alice avesse deciso di mollare la presa sulla scopa, Gwen sarebbe tornata verso le porta a cercare di capire cosa stesse accadendo dall'altra parte. Non prima però, di essere certa di aver risposto l'oggetto infernale insieme a tutti gli altri.



 
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Alice Wagner

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Ci aveva provato, ci aveva davvero provato a conquistare la sua bella svignarsela con le scope, ma la saggezza di Gwen le aveva impedito di fare la sua mossa galante dar vita ad un'avventura decisamente indimenticabile. Forse avrebbe dovuto pensarci prima di decidere di intraprenderne una con un prefetto. Un prefetto in ronda. Un prefetto in ronda che l'aveva beccata a gozzovigliare in giro. Le era andata anche troppo bene. Ma Alice, assolutamente convinta della sua charme fortuna era sicura del fatto che avrebbe avuto un'altra occasione per volare sulle scope lì persa in a whole new world quel bellissimo panorama magico. Vide un certo brillore negli occhi di Susan, una sorta di lieve incertezza- questione di pochi secondi- dove l'altra sembrò quasi tener conto della folle idea venuta in mente alla Grifondoro. Certo sembrava piuttosto terrorizzata dall'idea, ma perché non provarci? La prossima volta Susan, vedrai, pensò Alice con un sorrisetto ampio che non si spense nemmeno di fronte al suo tono autoritario. Ovviamente lasciò andare la scopa e si portò una mano alla tempia, tesa a mo' di saluto da soldato << Signorsì signora >> ai suoi ordini. Intanto la ragazza aveva scagliato un incantesimo dietro la porta, in modo da distrarre mrs.Purr dal suo obbiettivo: cioè loro due. Si accostarono entrambe alla porta e nessun movimento nè suono sembrò passare. Rimasero in silenzio, solo qualche scricchiolio inquietante ogni tanto faceva la sua comparsa robe da castelli pensò la rossa senza farsi troppi problemi. Dopo una decina di minuti spostò lo sguardo verso Susan << Ahm, be' mi spiace per averti trascinata in questo casino e anche di aver violato le regole... ma--- se non hai intenzione di punirmi...>> voce particolarmente sdolcinosa, stava facendo un po' la ruffiana, doveva ammetterlo << ....Io andrei. Prometto che filo dritta a letto. Giuro giurissimo.>> si portò una mano sul cuore, facendo un gesto drammatico e teatrale ma guardandola seriamente in viso. Lo avrebbe fatto, lei manteneva sempre le promesse. Per cui insomma se l'altra l'avesse lasciata andare lei se la sarebbe anche svignata. Ma non prima di aver strappato una pagina dal suo album di disegno, quella contenente il ritratto che aveva fatto alla luna poco prima << Tienilo se vuoi, puoi dirmi come migliorarlo la prossima volta, so che la luna non è il tuo soggetto preferito... magari puoi suggerirmene uno se ce ne sarà mai una di prossima volta e quindi accostandosi verso la porta avrebbe provato ad aprirne uno spiraglio ed in caso di assenso dell'altra a fuggire via rapida come il vento, diretta verso la sala comune ed il suo letto.









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view post Posted on 8/1/2021, 12:02
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n. susan gwen
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La reazione di Alice a quello che era a tutti gli effetti un ordine più che un consiglio, lasciò a Gwen un attimo di incertezza: aveva appena imposto a qualcuno di non fare qualcosa e ci era riuscita con un certo livello di autorità a lei praticamente sconosciuto. Lo sguardo della Grifondoro lasciava intendere che ci fosse qualcos'altro sotto, ma la Tassorosso non ci fece caso in quanto ancora sovrappensiero sul modo in cui aveva agito. Credeva che sarebbe stato molto più difficile convincerla e si rendeva conto persino che non le era del tutto dispiaciuto fare applicare una regola, quell'emozione autoritaria le aveva procurato un brivido di ebbrezza, momentaneo ma piacevole; il che la spaventava non poco.
Inspirò a fondo, mentre riponeva la scopa con tutte le altre, per poi riprendere a non staccare gli occhi di dosso da Alice, come se da un momento all'altro sarebbe saltata via dalla finestra ugualmente. Si rasserenò quando entrambe cercarono di capire cosa accadeva al di là della porta. Suoni e rumori udibili non lasciavano intendere che Mrs Purr e Gazza fossero ancora nei paraggi, forse il suo incantesimo aveva davvero funzionato! Oh, quanto adorava la Trasfigurazione... Scacciò quei pensieri fuori dal contesto e tentò di sbirciare appena oltre la porta, sembrava tutto tranquillo. Richiuse subito lo spiraglio, pronta a dire qualcosa alla Grifondoro che però parlò per prima, giurando addirittura che sarebbe tornata da sola nel suo dormitorio. Doveva crederci?
«No, aspetta un attimo» Disse a voce bassissima, totalmente insicura su cosa dover dire. «Mi dispiace, ma...» S'interruppe, pensando che avrebbe dovuto portarla all'ufficio dei Caposcuola, o almeno che avrebbe dovuto farlo sapere a Thalia: una Grifondoro aveva infranto il coprifuoco e stava tentando di volarsene via dalla finestra. Con una scopa e di notte! Non era affare da poco. I Grifondoro avrebbero perso dei punti? Come l'avrebbe presa Casey? Forse sarebbe stato meglio omettere la questione del volo, di modo da ridurre le colpe di Alice; in fondo non l'aveva fatto.
Che compito ingrato quello del Prefetto.
Tutti quei pensieri però, furono completamente troncati dai successivi movimenti della piantagrane: Gwen sgranò gli occhi quando vide rovinare il prezioso album. E tutto perché il disegno della Luna era adesso suo? Non si azzardò nemmeno a toccarlo, guardando quel soggetto rappresentato in maniera molto dettagliata. Forse stava tentando di nuovo di convincerla a non punirla, ma la Tassorosso aveva resistito fin troppo e cedere adesso era la cosa più facile. Prese il foglio con lentezza, continuando ad osservarlo per evitare di posare nuovamente gli occhi su Alice e poi sospirò.
«Non posso fidarmi solo della tua parola.» Proseguì la frase precedente, riponendo la bacchetta sotto il mantello della divisa. «Devo accertarmi che tu rientri nel Dormitorio» E probabilmente anche evitare che accadesse qualcos'altro durante il tragitto. «A meno che tu non voglia passare dall'ufficio dei Caposcuola» Concluse poi cercando di ritrovare il tono autoritario utilizzato poco prima. Il regolamento era stato infranto, non esistevano alternative.
Una volta ricevuto il consenso, l'avrebbe quindi accompagnata fino alla Torre di Astronomia, fermandosi prima di ogni angolo di corridoio, in modo da essere certe che fosse percorribile senza ulteriori intrusioni. Fin quando non si fosse accertata che la Grifondoro avesse varcato l'ingresso custodito dalla Signora Grassa, il Prefetto non l'avrebbe lasciata sola nemmeno un secondo. Rimase poi a passeggiare lungo il corridoio della torre per qualche minuto, forse perché credeva che Alice sarebbe uscita di nuovo, oppure perché continuava a rimuginare su quello che era appena accaduto; spesso infatti, lanciava sguardi accusatori alla spilla appuntata sul suo petto. Era la prima volta che applicava a tutti gli effetti i doveri di quel ruolo e ancora non sapeva bene quali emozioni alimentare. Quando si ricordò che aveva fra le mani un foglio, si rese conto che non aveva nemmeno ringraziato Alice per averglielo regalato!




Azioni concordate con la player!
Questo è il mio ultimo post.. grazie per l'avventura (e per il disegno!) :flower:


Edited by Suguni - 8/1/2021, 13:46
 
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