| n. susan gwen Prefetto Tassorosso — 14 anni outfit: divisa scolastica | |
Il disegno che Gwen aveva sotto i suoi occhi rappresentava precisamente quello che vedeva tutte le sere che si appollaiava esattamente sullo stesso parapetto in cui aveva trovato la ragazza. Certo, la Luna che si faceva padrona del cielo non era apprezzabile, ma i tratti erano delineati e i dettagli precisi, non si poteva negare che fosse un lavoro davvero ben fatto. L'unico problema del Prefetto era che si stava facendo prendere troppo da quel ruolo, lasciando che la trasformasse nel tipo di persona che tanto avrebbe preferito allontanare; e questo generava in lei strane sensazioni in opposizione: la sua mente pensava ed agiva in un modo, mentre il suo cuore, e soprattutto il suo stomaco, ne disapprovavano ogni scelta. «Da quanto tempo disegni?» Non era il momento di fare conversazione, Gwen lo sapeva bene, ma non riuscì a trattenersi, soprattutto dopo aver notato il resto dell'album. Anche se non osò sfogliarlo, la sua curiosità era sempre pronta a mettersi in mezzo a qualsiasi altro tipo di buon senso e quella domanda era sorta spontaneamente. Quella sottospecie di scudo che Gwen aveva eretto di fronte a sé, per evitare di farsi abbindolare, si stava pian piano sgretolando e uno dei colpi decisivi fu la rivelazione della Casa di quella ragazza, Alice aveva detto di chiamarsi. Nessuna Corvonero a cui fare perdere punti, nessun Tassorosso da poter solamente sgridare; le era capitata proprio una Grifondoro e pensando a quei colori non poteva che venirle in mente Casey: quante gliene avrebbe dette se avesse fatto perdere punti alla sua Casa? Sarebbe stato divertente, in realtà, affrontarla con la scusa del "buon prefetto", che non controlla gli studenti sgattaiolare dal dormitorio. Aveva imparato che gli studenti trovano sempre mille modi per infrangere le regole, quindi sarebbe stato ingiusto puntare su questa affermazione in una ipotetica lotta verbale con l'amica, ma sarebbe stato un modo per tentare di tenere testa alla Bell e soprattutto per scherzare con lei. Questi pensieri rigeneravano quell'altra emozione in grado di riparare la barriera altezzosa e poco solida del Prefetto intenzionato a punire la furfante, ma tutto quel costruire e scheggiare, riparare e graffiare lo scudo inconsciamente innalzato, era praticamente inutile e non solo perché il faccino di Tobi era adorabile: le circostanze pretesero un'azione rapida che coinvolse esclusivamente le abilità motorie. Se solo Gwen avesse utilizzato meglio quelle cognitive, probabilmente si sarebbe ricordata della possibilità di distrarre Gazza con una scusa qualunque, di modo che Alice potesse tornare nel suo dormitorio, invece si ritrovò a correre stringendo la mano della Grifondoro. Abituata a scappare di Mrs Purr, non ci badò troppo e quando realizzò l'alternativa, Pix si palesò davanti alle due fuggitive. A quanto pare con Alice aveva un rapporto parecchio diverso da quello che il poltergeist aveva con Gwen, che di solito evitava di attraversare i corridoi in cui udiva i sonagli del suo cappello. In ogni caso qualsiasi tentativo di abbindolare Gazza sarebbe andato in fumo, quindi le due si ritrovarono a dover scappare ancora più velocemente, piroettare per le scale – e che meravigliosi effetti! –. Gwen doveva ammettere che Alice era proprio un tipino vivace, l'aveva praticamente trascinata dalla testa alla coda del Castello in un battito di ciglia, ma al Prefetto non sembrava dispiacere, le aveva procurato quel brio piacevole del tentare di eclissare le regole, che da un po' di tempo a questa parte aveva provato sempre meno spesso. Quell'adrenalina era comunque mescolata con la paura di venire colte in fragrante, a dir poco entusiasmante!
Quando furono ferme e finalmente libere di riprendere fiato, si ritrovarono in quello che a tutti gli effetti sembrava uno sgabuzzino per le scope. Il Prefetto si voltò verso la Grifondoro con lo sguardo più arrabbiato che i suoi dolci lineamenti riuscivano a mostrare; sperava di mostrare un completo di disapprovazione e rimprovero, pronta a biasimare le azioni della ragazza, ma qualsiasi parola le morì in gola per aver udito la voce di Gazza nel corridoio. Si portò subito un dito verso le labbra, per indicare anche ad Alice di fare silenzio e posò leggermente l'orecchio destro sulla porta. La voce del custode che inveiva contro il poltergeist non sembrava molto lontana ed era difficile capire se si stesse avvicinando o allontanando, però non potevano rimanere ferme ad aspettare di essere travolte da quella valanga. Certo, Gwen avrebbe potuto aprire la porta e fare finta di aver trovato la piantagrane per consegnarla al custode, come un riscatto personale da permetterle di andarsene e lasciare tutti i problemi ai Grifondoro; ma non era proprio il tipo da agire a quel modo. Bisognava pensare in fretta, ormai la frittata era fatta, tanto valeva girarla ed evitare di bruciarla. Il primo pensiero di un qualsiasi mago, fuggitivo, che si ritrovasse delle scope a portata di mano, era ovvio e palese, probabilmente chiunque avrebbe fatto un bel volo verso la libertà, ma non Gwen. Lei aveva uno strano rapporto con quell'attrezzo, validissimo per un babbano, ma del tutto infernale per un mago, almeno a suo avviso. Non badò minimamente alle scope, o decise di ignorarle volontariamente – dipende dai punti di vista – prese uno degli stracci presenti nella stanza e lo fece passare sotto la fessura della porta, il più velocemente possibile, lasciando un solo lembo a portata di bacchetta. Impugnò il suo fidato legno di quercia e chiuse gli occhi: doveva avere ben delineata nella sua testa l'immagine di un topo che fuggiva al di là della porta, con una coda sottilissima ancora per metà sotto la stessa. Non era per nulla certa che avrebbe funzionato, ma si concentrò sulla figura del roditore che desiderava ottenere e, soprattutto, dello straccio dietro la porta; non poteva vederlo interamente per compiere il movimento necessario ad una corretta esecuzione, ma sperava che sapere dove fosse avrebbe comunque permesso la realizzazione, un lembo di quella stoffa usurata era comunque raggiungibile dalla magia, senza alcun ostacolo. Se si concentrava poteva funzionare. Avrebbe funzionato! Il movimento a spirale cominciò, insieme alla voce bassa ma decisa della Tassorosso: «Mùrifors» Un topo avrebbe probabilmente distratto Mrs Purr dalla loro ricerca e magari avrebbe portato Gazza altrove, di modo da lasciarle libere di fuggire da lì. Qualsiasi cosa pur di non scappare su di una scopa! Sperava solo che nel frattempo Alice non avesse già spiccato il volo.
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