Il corpo dell’Auror era in preda delle vibrazioni causate dalle risatine che rallegravano la sua massiccia figura, rendendo la zona colpita dal getto d’acqua maggiormente suscettibile a quegli spasmi che dapprima furono dolorosi, poi - a mano a mano - sempre più sfiancanti. Forse fu questo, in combinazione con la sua precaria condizione mentale, a permettere ad Emily di raggiungerlo con l’ennesima stilettata alla sua persona, in particolar modo alla testa. Una forte emicrania lo raggiunse e Weiss devette serrare i denti per non gemere, oltre ad impedire al dolore di prevaricarlo completamente, ed appellandosi alla divina assistenza della Dea Morrigan affinché lo aiutasse a far vedere i sorci verdi alla Rose.
Eppure, nonostante non fosse nelle condizioni più favorevoli, si lasciò andare in una risatina beffarda quando la vide collassare sulla pedana come la più audace delle tuffatrici. Se non altro aveva guadagnato del tempo prezioso per cercare di riprendersi e tornare alla carica più in forma di prima, poiché nella condizione attuale non sarebbe riuscito a concludere granché con simili afflizioni per lo più mentali.
L’Auror si lasciò guidare dall’istinto ma anche dal buonsenso, senza perdere ulteriore tempo: cercò di sfruttare l’acqua presente sulla porzione di pedana sulla quale sostava, puntellando il piede sinistro sulla superficie piana e - applicando forza con il bacino, oltre che con la gamba stessa - provò a far scivolare il ginocchio destro, in modo tale da spostarsi un minimo. Il liquido avrebbe potuto favorire tale manovra, mentre la stecca di Biancospino andava ad operare su se stesso.
Puntandosela contro, infatti, l’uomo dai capelli rossi raccolse quanta più determinazione possibile affinché potesse veicolarla nel proprio catalizzatore, liberandosi da quella serie di afflizioni che sapeva di dover debellare il prima possibile. Avrebbe potuto dar sfoggio della massima conoscenza di Controincantesimi, ma sapeva perfettamente che ciò avrebbe richiesto un impegno maggiore oltre alla complessità dell’esecuzione, cosa che al momento non gli era concessa. La testa doleva, minacciava di schiacciare il suo desiderio e volontà di dominare sulla situazione, di ribaltarla a proprio vantaggio, eppure cercò di aggrapparsi a ciò per trovare una rapida via di fuga. Fiducioso nelle proprie capacità, Aiden volle sfruttare a proprio vantaggio le basi del
Magisterium per veicolare su di sé il
Finite Incantatem, un incantesimo più diretto ed immediato, cosa che faceva al caso suo. Come se nulla fosse accaduto, dunque, il rosso si affidò completamente alla propria volontà e desiderio di disfare l’operato della Rose alla pari di un castello di carta, il sangue che ribolliva energico nelle proprie vene grondante di potere. E tale volontà la sfruttò perfino nel cercare di non pensare al male che lo affliggeva, respirando regolarmente per cercare di rilassare i muscoli il più possibile.
*
Finite Incantatem!*
Deciso e risoluto, nonostante le fitte di dolore a seguito dell’emicarnia, Aiden optò - ancora una volta - alla forma Non Verbale.
Non aveva anelli o bracciali ad abbellire le sue mani come solitamente era abituato, ma una cordicella di pelle la si poteva intravvedere attraverso il colletto della maglia, indicando la presenza di un ciondolo, lo stesso ciondolo a forma di testa di volpe a cui però aveva sostituito la catena un tempo in argento. Giaceva dunque nascosta alla vista, riservato com'era e particolarmente geloso di quell'ultimo regalo lasciatoli dal padre ormai scomparso da diversi anni.
PS: 196/260 | PC: 194/198 | PM: 229/233 | EXP: 36.5