slytherin ▪ 19 yo ▪ Overturn.Con estrema lentezza, Emily terminò i suoi movimenti in modo innaturale. Fu come ritrovarsi a combattere contro forze esterne che le rendevano impossibile spingersi oltre e, inevitabilmente, si scoprì completamente immobile.
Avesse potuto, avrebbe aggrottato la fronte dinanzi a quel nuovo grattacapo. Al contrario di ogni probabile aspettativa, essere nuovamente incapace di muoversi non la spazientì poi molto, anzi, il proprio Ego ne gioì in modo feroce (almeno in un primo momento). Se Aiden Weiss si stava applicando tanto per impedirle uno scontro diretto, per renderle impossibile l'evocazione di qualsiasi incanto, forse non si credeva poi così potente come credeva per difendersi dai suoi attacchi.
Beccarsi quel Pietrificus Totalus fu come rendersi effettivamente conto dei timori dell'avversario e, che fosse o meno così, l'Auror le aveva inconsapevolmente fatto un complimento.
Non ebbe modo di ragionare molto sull'effettiva veridicità della propria teoria perché gli occhi, avidi delle fiamme che attecchivano alle membra del giovane, si bearono di quella scena ed Emily comprese, infine, quale fosse l'unica mossa che a lui era dato giocare in quel preciso istante.
Il Salice, puntato contro il bordo della pedana, a destra del duellante, lasciava presagire che un margine di azione c'era - per chi sapeva sfruttarlo - e lei non si sarebbe lasciata sfuggire quella possibilità.
Le membra, stanche, non ebbero modo o volontà di arrendersi e, seppur costretta all'ennesima scomoda posizione, la Serpina era entrata dal principio in modalità "sopravvivenza in condizioni estreme". Weiss, gliene avrebbe dato atto poi, era stato abile nel metterla in difficoltà ma nonostante ciò, non l'aveva fermata e nella caparbietà celata nell'impulsività più avida, Emily non si sarebbe lasciata sopraffare fino alla fine.
Il suo rancore nei confronti della figura che le era difronte, la sua scarsa fiducia nell'istituzione, i trascorsi non tanto felici con l'uomo... Possibile che lui li avesse messi in conto? Possibile che anche Aiden ne temesse la ripercussione sull'esito di quel duello?
Non v'era tempo di giungere a conclusioni così come non ve n'era per riflettere a lungo sul da farsi. Fortunatamente per lei - almeno in quel caso - Emily vantava un istinto e un fare impulsivo degni di nota e checché la ragione asservisse la strategia, v'erano attimi in cui agire di pancia più che con la testa regalava le soddisfazioni e vittorie migliori.
La consapevolezza di doversi dare da fare al momento giusto le balenò in testa nell'esatto secondo in cui si era resa conto di non poter muovere nemmeno un muscolo. Nella più ragionevole delle ipotesi, Aiden avrebbe provveduto a liberarsi dalle fiamme e siccome la vista non le era stata preclusa, Emily avrebbe potuto decidere esattamente il momento in cui sviluppare la propria offensiva. Non appena avesse visto l'arma del giovane muoversi - non necessariamente alla volta dell'esecuzione dell'incanto - la sua mente avrebbe agito, colta sul piede di guerra, certo, ma non alla sprovvista.
*Deprimo*
Fino al momento dell'esecuzione non verbale della propria offensiva, Emily si sarebbe concentrata sul suo bersaglio: la pedana o - per meglio dire - la porzione che di essa si estendeva al fianco destro dell'uomo a cui l'estremità dell'arma, volente o nolente, mirava.
Le intenzioni, chiare a chi avrebbe potuto comprendere sul nascere la sua mossa, erano quelle di creare non solo un diversivo atto a deconcentrare l'avversario - ed era esattamente per questo che aveva deciso di agire in un momento particolare - ma di ferirlo a seguito dell'esplosione.
Il Deprimo infatti, nel modo in cui la ferrea volontà gli aveva dato origine, avrebbe causato una pressione talmente improvvisa, repentina e forte, da abbattersi come un enorme proiettile sull'avversario scelto.
Un'esplosione era ciò di cui necessitava per sperare di ottenere quanto meno un paio degli obiettivi prefissati: danneggiare repentinamente la pedana per favorire la caduta dell'Auror e, magari, portarlo sotto la propria mira; ferirlo a seguito dell'impatto delle schegge; compromettere la sua ennesima azione.
Fu in quel momento che Emily scoprì, in vero, di sentirsi oppressa e frustrata. Nell'evocare l'incantesimo, un'onda immateriale di afflizione sarebbe stata liberata e proiettata verso l'obiettivo, volta ad abbattersi su di esso con la prepotenza di una ribellione che ha solo un modo di ergersi ma non per questo si sente sopraffatta, ma che, anzi, si concentra in quel solo, unico, momento perché sa che potrebbe non esserci un'altra possibilità.
Conosceva bene quell'incantesimo e più di una volta ne aveva pagate le conseguenze. Fu per questo che il macigno dell'assoluzione, che avrebbe voluto vedere abbattersi nel punto designato, le costò una buona dose di energia e concentrazione. Nonostante avesse deciso di sprigionare tutta la propria angoscia, aveva comunque dovuto meditare sulla direzione, precisione e portata dell'esplosione, onde evitare di caderne lei stessa - seppur parzialmente - vittima.
La stanza era ormai ridotta in macerie. Cumuli di polvere si allontanavano dal centro della tormenta, diretti all'esterno, attraverso le microscopiche fessure illuminate da una luna troppo luminosa.
Le braccia, livide ed insanguinate a seguito di graffi ripetuti e schegge conficcate nella carne, erano abbandonate sul pavimento di legno, sfregiato. La scrivania di mogano lucido era irriconoscibile e un'incommensurabile quantità di fogli consunti ricopriva l'intera, angusta stanza.
Nella sinistra reggeva una maschera rotta e, abbandonato il capo vermiglio al suolo, la voce pregò di uscire, attecchendo alla gola, bruciandone le pareti.
Si concentrò sul suono di onde placide non troppo lontane ma a nulla servì: l'Ilfracombe non era più casa sua.*
PS: 230 | PC: 275 | PM: 285 | EXP: 60
*: richiamo dovuto al Deprimo ripetutamente utilizzato nello studio di Jacob Rose, Ilfracombe.
Fino alla V classe inclusa + Repsi Genitum
Oscuri: Sectumsempra; Vielente; Essenza Converto; Segreto Ombrae; Protego Totalus.