Niahndra Alistine vs Sirius White, Studente vs Docente | Giornata del duellante

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view post Posted on 19/7/2020, 10:23
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Il Fato

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La studentessa non vacillò, nemmeno un momento. Aveva studiato gli effetti del suo incantesimo, ragionando celermente sugli errori commessi. Widebelly si concentrò per pochi istanti su di lei: tenace, irruenta; il classico duellante a cui non importa vincere la partita in sé per sé, ma è piuttosto concentrato su una sorta di rivalsa personale. Giunse le mani dietro la schiena, già immaginando la sua prossima volta: ne aveva viste di persone come lei, non tante a dirla tutta ma abbastanza da individuare uno schema dietro le loro azioni. Fu così che volse lo sguardo al docente; barcollava sul posto ma sembrava concentrato nel voler reagire. Il fascio di luce accorse lentamente. Nella confusione e nel tentennamento, la luce propagatasi da un incanto tanto semplice non fu di potenza tanto elevata ma abbagliò quanto bastava la vista della Tassorosso e buona parte della platea. Widebelly socchiuse gli occhi quanto bastava per non restare vittima del Lumos Maxima, prevedendo l'incantesimo dal modo in cui Sirius White aveva teso la bacchetta nonché dalla situazione in cui un esperto Docente come lui versava. Fu così che, prima ancora di gioire o soffrire degli effetti del proprio Schiantesimo giàù in dirittura di arrivo, Niahndra veniva abbagliata dal riverbero (-3 pm). Stordita e dalla vista indebolita, la giovane era stata disorientata; ciò avrebbe concesso un piccolo spazio di tempo al Docente per riprendersi se non fosse stato per il secondo Stupeficium che, leggermente più potente del primo, andava ad abbattersi nuovamente su di lui.
Come il primo, fu impossibile incanalare tutto il potenziale magico a causa della posizione assunta dalla Tassina ma poiché Niahndra aveva avuto tutto il tempo di centrare il petto dell'uomo prima di venir abbagliata dal Lumos, il raggio rosso si diresse con precisione contro il suo avversario (- 20 ps; -8 pm; -5 pc). Sirius White, già incline allo svenimento per l'offensiva precedente, ora cadeva sulla pedana con un lieve tonfo, le ginocchia piegate verso destra, un braccio esposto perpendicolarmente al corpo e l'altro portato al torace, lì dove era stato precedentemente colpito, con la bacchetta ancora custodita nel palmo.


Sirius White
Sei stato colpito dal secondo Stupeficium e, già indebolito dal primo, hai perso i sensi svenendo sulla pedana. Resterai fermo per 1 turno.

ps 252 / pc 295 / pm 281

Niahndra Alistine
Sei ancora a terra, sulla pedana, nella posizione da te assunta. Sei stata colpita dal Lumos Maxima, sei storidita e la tua vista è debole: ambo le cose si riversano sulla tua capacità di evocazione ed esecuzione degli incantesimi poiché ti sarà difficile concentrarci o mettere a fuoco l'obiettivo. Durata degli effetti: 1 turno.

ps 257 / pc 171 / pm 210

Turno a Sirius.

 
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view post Posted on 20/7/2020, 18:31
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Non ebbe mai modo di aver ragione della sua fattura, di valutarne e gioirne gli effetti. Niente stava andando come aveva desiderato. Anelando a una possibilità di riscatto, al guadagno di un momentaneo attimo di tregua, un vantaggio guadagnato l’unica cosa che aveva ottenuto era stato uno svenimento niente affatto considerato. Un K.O. tecnico, decisamente e senza alcuna possibilità di scampo. Svenuto sulla pedana, l’oblio, la mente lontana dagli eventi da quel giorno. Nihandra lo stava decisamente battendo e lui non poteva fare niente per evitarlo.
Gli errori, anche quelli banali, duranti un duello si pagavano sempre. Un dejavù. E che dire. Chapeu.
Nihandra Alistine si stava mostrando come un abile duellante, dedicata, testarda, concentrata sul duello più che sul suo risultato. Se solo avesse avuto modo di pensarci, se la mente e la coscienza non lo avesse abbandonato sarebbe stato esattamente ciò che avrebbe pensato. Eppure nella sua mente ora c’era solo pace, serenità e dimenticanza.
Aveva ancora la bacchetta nel palmo della sua mano esposta, l’altra caricata sul petto nell’atto in cui accusava il colpo, riverso sulla pedana, le ginocchia piegate verso destra. Non poteva far nient’altro. Doveva solo aspettare e recuperare la consapevolezza di sé sperando che il suo precedente incantesimo gli desse il tempo per rimettersi.
Quel che sarebbe successo di lì a poco sarebbe solo stato il frutto del caso.
 
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view post Posted on 23/7/2020, 13:50
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Strizzò gli occhi quando la luce la inondò, ma era già troppo tardi. *Crisssstiddio.* Pur stremato il professor White era riuscito a sorprenderla con un’offensiva tanto elementare quanto insidiosa rivelandosi perciò come l’esperto duellante che effettivamente era. La dimostrazione ancora una volta che adagiarsi sugli allori le sarebbe costato il duello; forse l’avversario poteva permettersi di non dare il 100%, ma lei —solo per avere una chance— avrebbe dovuto mettercela tutta.
Un pensiero, quello, che formulò con maggiore lentezza del dovuto a causa dei residui del Lumos. Aiutandosi con entrambe le mani e poi facendo leva sul piede sano, Niahndra tentò di rimettersi finalmente in piedi. Lo schiantesimo che aveva utilizzato avrebbe tenuto fuorigioco il professore per almeno il tempo di qualche respiro e lei ne avrebbe approfittato.
Aveva un piano. O meglio, lo aveva prima che la luce improvvisa se lo portasse via lasciandole una manciata di fuochi d’artificio dietro gli occhi. Uomo a terra. Pensa, Niah, pensa. Uomo a terra, che devi fare? Renderlo inoffensivo, fu la risposta che il cervello le suggerì; metterlo in condizione di non poter nuocere. Cercò la bacchetta di lui, ma metterla a fuoco in quelle condizioni era più facile a dirsi che a farsi. Neanche si arrischiò a lasciar vagare lo sguardo sulla sala.
Giunse alla conclusione che le serviva un incantesimo ad ampio raggio; per sua sfortuna ne conosceva solo di evocativi ma —si disse— la formula che aveva in mente era abbastanza semplice da essere padroneggiata da primini a fine anno.
Se fosse riuscita ad alzarsi in piedi avrebbe avuto una visuale maggiore, ma non si sarebbe fermata altrimenti. Vedeva male la sala quindi tanto valeva chiudere gli occhi per concentrarsi totalmente sulle immagini mentali che voleva evocare: il ronzio sopraggiunse prima della caratteristica divisa a strisce gialle e nere; con un certo sforzò delineò la forma panciuta delle api operaie, le ali trasparenti, il pungiglione minaccioso. La forza dello sciame.
Aveva una vaga idea di dove si trovasse Sirius, non era così cieca e comunque —data la natura dello stupeficium— il tonfo le aveva “assicurato” che fosse caduto a terra senza particolari balzi all’indietro. Per cui, una volta che si sentì sicura della componente immaginativa, scrollò un attimo la spalla per evitare che i muscoli si irrigidissero troppo e tese il braccio in quella direzione, gli occhi di nuovo ben aperti.
«Apis...» Un richiamo perentorio perché gli infidi insetti si materializzassero sul piano concreto. Infuse in quella parola una certa dose di autorevolezza.
Una volta che le api si fossero materializzate sarebbe stato necessario focalizzare il percorso che avrebbe voluto facessero, ovvero la traiettoria che le avrebbe condotte al corpo inerme del professor White; né più né meno.
La cosa più bastarda degli aghi, aveva scoperto, erano i dentelli che li adornavano, disegnati dal genio della Natura in modo tale da trattenere il dardo nella pelle ferita; per l’ape in questione era un prezzo elevato da pagare, ma in un’ottica collettiva la strategia funzionava: anche in seguito alla morte dell’insetto, l’aculeo continuava a sprofondare rilasciando sia il veleno che un particolare feromone d’allarme che richiamava le altre api operaie inducendole a far fronte unito contro il nemico comune.
Questo significava che, pur sforzandosi di condurre tutte le bestioline verso l’obbiettivo, con un pizzico di fortuna se due o tre fossero giunte al traguardo le altre le avrebbero seguite a ruota, aizzate dai feromoni. «...oppugno!»
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OT: ho pensato di descrivere sia il tentativo di alzarsi che quelli di colpire (pur lasciando tutto in via ipotetica) per la semplicità dell'azione e dell'incanto, ma è scontato che mi rimetto al master.
Per quanto riguarda l'apis, ricordo che andasse associato anche l'oppugno nella formula per indurre le api ad attaccare; dalla descrizione non sembra quindi ci sta che sia solo una mia vecchia memoria e che in seguito sia stata aggiornata la descrizione, ma nel dubbio ho inserito anche la seconda parte.
 
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view post Posted on 27/7/2020, 10:39
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La mente gioca strani scherzi quando viene avvinta dal pericolo.
Sirius White giaceva sulla pedana privo di sensi e a Widebelly non era passato inosservato il fatto che ci fossero voluti ben due schiantesimi della giovane per mandarlo a tappeto.
Dall'altra parte, Niahndra non demordeva e nonostante fosse stata stordita dalla luce accecante, nonostante l'incapacità e lo sforzo di mettere a fuoco la sala, continuava a tenere testa al più esperto.
Alzarsi non fu roba da poco: deconcentrata e nauseata dall'improvvisa luce che aveva attecchito alle retini chiare, le ci volle qualche secondo per ritrovare l'equilibrio. Notò fin da subito come il suo corpo non avesse comportato danni o particolari dolori e questo, soprattutto nel vacillare di quel momento, avrebbe certamente aiutato nel prendere coscienza di se stessa in rapporto a ciò che la circondava.
La curiosità di Widebelly non tardò a colorare le sue iridi: cosa avrebbe fatto ora? Quanto tempo ci avrebbe messo Sirius nel riprendersi?
Avere un avversario fuorigioco dava sicuramente più tempo per elaborare una strategia e la studentessa, che già aveva deciso di alzarsi usando un minuto prezioso, ne aveva certamente bisogno.
Con lo sguardo nemmeno poi tanto forzato nell'individuare l'avversario, presumendo la sua posizione, tentò l'offesa.
L'Apis poteva apparire come un incantesimo abbastanza comune e semplice ma era solo apparenza. Richiedeva una gran dose di concentrazione e decisione, nonché la chiara immagine mentale dell'obiettivo da colpire. Niahndra non aveva certamente problemi con quest'ultima condizione: disorientata o meno, era lì per sovrastare il suo avversario ed era impossibile dimenticarsi di chi si trattasse, soprattutto quando la stima era così tanta da voler dare il meglio di sé. La parte più difficile sarebbe invece stata quella di focalizzarsi e porre razionale attenzione sull'evocazione degli insetti stessi.
La mano a detenere la bacchetta dell'uomo ebbe uno spasmo che non sfuggì a Widebelly: il tempo del riposino stava giungendo al termine. Lo sguardo del giudice venne dunque posato sulla più giovane mentre l'aere si riempiva di calma tensione.
Il ronzio delle api si palesò ancor prima della loro minuta figura e benché non fosse così accentuato come ci si sarebbe potuto aspettare da uno sciame, nel silenzio di fiati sospesi, venne udito. Languide, indecise, cinque, snelle api vennero indirizzate verso il corpo inerme.
Non trovando alcuna agitazione a muovere il bersaglio, sembrarono non aver compreso bene l'ordine impartito. C'era un obiettivo? Qual era?
Il secondo spasmo, questa volta della gamba destra, sembrò risvegliare il percorso a loro impartito, come luci ad illuminare la via a jet che atterrano nella notte più scura.
La prima puntura andò a segno, sul ginocchio destro; poi la seconda, sul polpaccio...
Nel frattempo, Sirius White, che già iniziava a prendere coscienza di sé, veniva rianimato da improvvisi e acuti dolori, nonchè dal minaccioso ronzio delle api che gli svolazzavano addosso, ora freneticamente, come avvoltoi su una carcassa nel deserto ( - 5 ps; -2 pc)



Sirius White
Nel mentre ti stai riprendendo, due delle cinque api ti pungono. I tuoi punti corpo scenderanno di 2 ad ogni turno se non poni rimedio al veleno iniettato. Sei lievemente stordito ma non avrai difficoltà di reazione. Giaci ancora sulla pedana.

ps 247 / pc 293 / pm 281

Niahndra Alistine
Sei in piedi e il tuo incantesimo è andato in porto, seppur non completamente a causa della difficoltà di concentrazione. Puoi considerare gli effetti del Lumos precedente come terminati.

ps 257 / pc 171 / pm 210

Turno a Niahndra.

 
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view post Posted on 28/7/2020, 15:05
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Aveva aspettato la prima puntura col fiato sospeso. Era stata tentata fino all’ultimo di usare un tipo di evocazione diversa che non coinvolgesse organismi viventi bensì schegge di vetro, tuttavia infine aveva optato per l’apis per la facilità del movimento.
Anche se si era trattata di una pausa di pochi istanti, quella battuta d’arresto le aveva fatto bene; la frenesia dei due schiantesimi era stata sciacquata via da una calma razionale che contribuì a schiarirle i pensieri. Era di nuovo padrona di sé.
Sapeva di non avere tempo da perdere, ma non si sentiva con l’acqua alla gola: si sarebbe mossa rapida, sì, ma priva di quella agitazione che trae in inganno e fa commettere errori. Inoltre, lo svanire del disorientamento riportò a galla il filo di pensieri così difficile da rintracciare poc’anzi. Il suo avversario era inerme sotto l’attacco dello sciame, tuttavia non sarebbe rimasto così ancora a lungo… a meno che lei non fosse intervenuta.
La strategia era chiara e lo era stata dall’inizio, ritardi a parte. Appena White avesse avuto un minimo margine di manovra lo avrebbe sfruttato a proprio vantaggio tornando a costituire una minaccia tangibile per Niahndra e lei non poteva permetterselo: avrebbe dovuto prolungare la condizione di lui quanto più possibile.
Aveva provato in prima persona gli effetti dello stupeficium e lei ci aveva messo qualche istante a rialzarsi, una volta rinvenuta; non sapeva quanto tempo le avrebbe concesso il professore perciò eliminò qualunque incertezza dal proprio animo. Non era il momento di tentennare o tergiversare: il suo avversario doveva rimanere giù, incapace di muoversi e di nuocerle. Immobile come una statua.
La bacchetta ben salda si mosse nell’aria senza esitazione alcuna, una frustata rapida verso l’alto che partì dal polso prima che l’intero braccio si allineasse con la figura del docente. «Petrìficus…», la prima metà della formula accompagnò il movimento. Il tono venne calcato in corrispondenza della seconda sillaba, quasi fosse un ammonimento. *Giù, non ti muovere.* Avrebbe fatto compagnia ai gargoyle presenti in sala.
Solo quando l’esecuzione fu completa e il legno magico venne puntato sul corpo dell’altro Alistine completò l’incantesimo: «totàhlus». Ancora una volta l’accento cadde sulla seconda sillaba, ancora una volta la voce tradì la fermezza d’animo che la guidava.

Com’è che l’aveva definita Breendbergh una volta? Medusa? Non ci era andato troppo lontano.
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view post Posted on 29/7/2020, 18:41
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Era stato arduo tornare a una qualche forma di lucidità. Così perso nell’oblio a causa della abile strategia di una duellante perfettamente capace, Sirius White si era ritrovato vittima di più assalti di quanto avesse sinceramente desiderato. Prima l’emicrania incipiente, poi gli schiantesimi e la perdita di coscienza. Quanto a lunga poteva ancora durare prima di dover gettare la spugna ? Perché si trattava esattamente di questo, perdere e addio a qualsiasi sogno di gloria. Non era stato certo il desiderio di diventare il più abile duellante della congrega a spronarlo ma il desiderio di mettersi alla prova eppure fino a quel momento non aveva fatto altro che cadere vittima degli incantesimi di Nihandra. Ma ora era giunto il momento di agire. Si era ripreso lentamente, i primi spasmi muscolari, la percezione dei primi suoni, il pubblico, il pestare di piedi probabilmente dell’arbitro o dell’avversaria, i segnali di una coscienza che pareva volersi ripristinare. Non era stato affatto facile, non sapeva cosa lo avesse e come fosse stato ulteriormente colpito, ma il dolore lancinante, il bruciore tanto comune proveniente dall’arto fungevano da accelerante. Probabilmente lo avrebbero aiutato a realizzare una azione rapida. L’adrenalina in circolo, la rabbia crescente. Non doveva perdere tempo giacchè i primi movimenti già si percepivano dalla sua controparte e Nihandra sicuramente non voleva saperne di concedere attimi di tregua. Avrebbe aiutato forse la sua posizione, il braccio dominante già stesso davanti a sè in direzione dell’avversaria, una posizione che aveva fortunatamente guadagnato con la caduta e preservato con lo svenimento ma doveva muoversi o sarebbe stato tutto inutile. Si sentiva lievemente stordito ma non aveva alcuna ragione di credere gli fosse negata una rapida possibilità di reazione. Doveva difendersi. Doveva puntare davanti a sè, fare affidamento su tutte le sue forze residue. La priorità era ottenere qualche momento prezioso per sè, per ricostituirsi, per contrattare. Non poteva persistere in quella immobilità, non poteva permettersi ulteriormente quello svantaggio. Doveva difendersi e con un poco di fortuna riflettere e così arrestare il vantaggio crescente della sfidante, nonostante gli ostacoli, nonostante quel fastidioso ronzio che le sue orecchie percepivano. Doveva isolare la mente, pensare solo al proprio obiettivo. Fermare Alistine. A tutti i costi. Avrebbe fatto ricorso a un incantesimo semplice, dalla rapida esecuzione, alla pronuncia non verbale, tutti piccoli dettagli che sparava fossero sufficienti per agire affinché la tassorosso non riuscisse a realizzare con successo la sua offensiva. Poteva farcela ma doveva impegnarsi.
Facendo appello a tutte le sue forze, cercando di liberare la mente dai dettagli non importanti avrebbe allora sollevato il braccio dominante già steso davanti a sè tanto quanto bastava per eseguire il movimento del polso che gli necessitava: un semplice cerchio in senso orario. Voleva evocare uno scudo in grado di difendere la sua persona. Nella mente avrebbe quindi cercato di avere quanto più lucida possibile l’idea di uno scudo, il suo ultimo baluardo di difesa. Aveva tutto il potenziale magico per farlo. Doveva solo mettere in pratica i suoi insegnamenti e dimostrare ancora una volta quanto fosse abile a capace.
* Protego *
Aveva sbagliato fino a qual momento, un protego mancato fino a quel momento lo aveva condotto necessariamente allo svantaggio. Ora sperava solo di poter rimediare.
Non era più questione di principio di sfida. Era divenuta sopravvivenza, desiderio di mostrare che non era così incapace come sembrava. Non poteva essere più come il passato. Così esperto, così abile eppure così impreparato. Il ricordo di quello scontro sulle colline così vivido nella sua memoria a causa degli strascichi che ne aveva riportato avrebbe sempre funto da sprono. Per non dimenticare. Per non lasciare agli eventi che la libera possibilità di svilupparsi. Non più trascinato dalla corrente ma protagonista centrale. Ne andava davvero del suo orgoglio. Doveva farcela. Doveva riportare il duello nuovamente alle condizioni quo ante. Come in partenza, faccia a faccia. E sarebbe stata allora tutt’altra cosa.


 
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view post Posted on 9/8/2020, 21:09
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Sirius White stava riprendendo il controllo. Niahndra continuava a sfruttare una condizione di vantaggio di cui era stata essa stessa fautrice.
L’aria si permeava di aspettative nei confronti di quello che - sulla carta - si era prospettato come uno scontro già deciso ma che sembrava combattersi ad armi pari.
Widebelly lasciava saettare le iridi da un avversario all’altro, in attesa.
La studentessa inveì nuovamente contro il suo docente, optando per un incanto dagli effetti devastanti sullo sfidante già in difficoltà.
Se solo fosse andato in porto.
Sirius agí infatti animato dallo spirito di sopravvivenza, dalla volontà di rimettersi in gioco e la sua azione non peccò di orgoglio alcuno. Il miglior attacco fu la difesa. Tempo di tornare in piedi, avrebbe forse potuto ribaltare la situazione ma la giovane Tassorosso gliel’avrebbe concesso?
Il giudice si beò di quel momento di stasi. Il raggio color del ghiaccio si infranse contro lo scudo ferreo, disperdendosi nell’aria, come eco di una magia troppo forte ma intaccata dall’invalicabilità del momento perfetto.
Nulla accadde.



Sirius White
Sei stato punto da due api. I tuoi punti corpo scenderanno di 2 ad ogni turno se non poni rimedio al veleno iniettato. Giaci ancora sulla pedana ma il Protego ha avuto successo - prima di disperdersi.

ps 247 / pc 291 / pm 281

Niahndra Alistine
Sei in piedi. Il tuo incantesimo è stato bloccato dallo scudo di Sirius.

ps 257 / pc 171 / pm 210

Grazie per l'attesa.
Turno a Sirius.

 
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view post Posted on 11/8/2020, 22:17
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Fu un sollievo vedere l’incantesimo scudo andare a buon fine, la fattura infrangersi contro la cupola protettiva evocata come ultimo salvavita. Un piccolo successo in un una serie di sfortunate ed alterne vicende ma solo un punto di partenza giacché non era affatto finita. L’avversaria ancora lo sovrastava, pronta ad infierire, a rendergli il gioco difficile. Non era affatto modificata la sua posizione come non lo era quella nemica. Un piccolo pausa ma la sua mente già aveva lavorato all’azione successiva. Sapeva infatti che non appena eliminato il suo scudo una nuova fattura gli sarebbe stata lanciata contro e lui non poteva permettersi minimamente il lusso di finire ulteriormente in svantaggio. Non poteva rialzarsi, non ancora, non poteva far ancora affidamento alle piene potenzialità del suo arsenale. Doveva solo rendere difficile a Nihandra agire indisturbata, magari guadagnare qualche tempo ancora affinché potesse recuperare la piena facoltà d’azione. Il veleno delle api ancora in circolo attentava alla sua salute fisica ma non c’era il tempo per rimediare, non con Nihandra che minacciava di colpirlo di lì a breve. Doveva sfruttare la posizione, doveva sfruttare quella piccola finestra di vantaggio che il suo incantesimo scudo gli aveva fornito.
Con la bacchetta ancora dinanzi a sè, rivolta contro l’obiettivo, una mente già prona all’azione successiva. La pronuncia non verbale, la rapidità di azione. Poteva avere successo se avesse agito tanto rapidamente come aveva immaginato. Avrebbe allora sfruttato la prima occasione possibile, la dispersione dello scudo, l’obiettivo ben visibile. Le sue possibilità oscillavano tra una rapida offensiva o una protezione duratura ma non poteva giocare nè nell’una né nell’altra direzione se non forse in una combinazione delle due.
L’unico vantaggio che poteva avere dalla sua era una azione repentina e senza alcun ripensamento mantenendo invariata la posizione iniziale al fine di impedire o quanto meno rallentare la contromossa avversaria.
La mente andò alla ricerca, niente affatto elaborata, non aveva bisogno di alcun fronzolo, di una immagine ben precisa. Una corda, non pesante, una fune sufficientemente spessa, in grado di intrecciarsi al corpo della nemica, di bloccarle le mani, di costringerla così a rinunciare alla sua offensiva per la deviazione che inevitabilmente avrebbe subito la sua bacchetta.
* Incarceramus *
Avrebbe enunciato non verbalmente. Era il suo momento, la sua possibilità di ribalta. Probabilmente non sarebbe andata perfettamente come immaginava, probabilmente avrebbe finanche subito parte degli incantesimi avversari ma non importava. Se anche fosse dato parzialmente a buon fine, se solo fosse riuscito a bloccare il suo avversario con un incantesimo che probabilmente neanche conosceva le avrebbe comunque dato una bella gatta da pelare.
Forse non proprio corretto da parte suo agire in tal maniera ma in qualche modo doveva tornare padrone delle sue azioni. Nihandra non era affatto una avversaria da sottovalutare e lui non poteva più permettersi sconti. Erano l’uno contro l’altra. In un duello di cui nonostante tutto si sarebbe portato dietro un bellissimo ricordo. Se non ci fossero stati ulteriori ostacoli appena avesse visto il suo incantesimo partire dalla bacchetta avrebbe fatto perno sul pavimento con la mano non dominante e tentato di mettersi in piedi. Era evidentemente che in quella posizione non poteva persistere a lungo. In caso contrario, se non vi fosse riuscito in quel frangente avrebbe avuto probabilmente il tempo per farlo in un secondo momento. Tutto era in divenire. Volta per volta. Azione e contromossa in una danza che era decisamente ben lungi dal concludersi.

 
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view post Posted on 12/8/2020, 21:45
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Niahndra emise un verso frustrato quando vide il raggio magico appena scagliato venir dissipato da una barriera difensiva evocata al momento giusto. Una parte di lei aveva veramente creduto di poter reagire più in fretta del proprio avversario, ma doveva fare i conti con la realtà: c'erano cose che poteva controllare ed altre che erano al di fuori della sua giurisdizione.
Poteva controllare, per esempio, la mossa successiva; poteva controllare il proprio fastidio; poteva controllare i propri movimenti e pensieri. Aveva sempre mantenuto un approccio analitico alla vita e non avrebbe cambiato modus operandi in quel momento; soprattutto perché aveva ancora molte carte da giocare.
L'obiettivo era rimasto sempre quello, a cambiare sarebbe stata solamente la strategia adottata. Con ogni probabilità il protego aveva fornito al professor White respiro sufficiente a recuperare la presa sulla realtà, il che significava che la finestra di vantaggio di Niahndra si stava riducendo sensibilmente: l'avversario non si sarebbe accontentato di giocare in difesa ancora per molto. Permettere che riacquistasse piena facoltà di movimento e potenza non rientrava tra i piani.
Era arrivato il momento di inserire una nuova variabile in quell'equazione. Fino ad allora i due contendenti si erano misurati solamente con le loro forze, ma in uno scontro diretto la ragazza sapeva di non avere possibilità, non le aveva mai avute; per questo motivo aveva imparato a sfruttare risorse che spesso le altre persone tendevano a sottovalutare. Nello specifico, avrebbe usato l'ambiente a proprio vantaggio.
Niahndra aveva una discreta familiarità con la Congrega, avendola frequentata precedentemente l'attentato, ed anche se l'edificio era stato ricostruito e rinnovato, le sale interne avevano mantenuto la struttura originaria e tradizionale; alcune cose erano cambiate, questo era ovvio, e lei non poteva certo dire di essere abituata a competere in una delle sale principali, ma pur non potendo elencare a memoria tutto ciò che era presente intorno a lei sarebbe stata in grado di determinare la posizione delle finestre senza distogliere il focus dalla pedana. In parte era favorita ovviamente dalla distribuzione delle porzioni di luce e ombra, in parte aveva avuto modo di notarle quando era entrata
Fu perciò a colpo sicuro che mosse il braccio dominante lateralmente, facendo della rapidità d'azione il nuovo mantra. Con la bacchetta non mirò proprio alla finestra quanto al tendaggio che la oscurava in maniera parziale; era lungo e ingombrante, ma non altrettanto pesante —immaginava— come gli arazzi che tappezzavano le pareti. Avrebbe fatto al caso suo.
Senza perdere tempo mimò col braccio il trascinamento delle tende verso l'uomo che le stava di fronte, ancora a terra, con l'intenzione di scagliargli contro la stoffa. Nel mentre, verbalizzò l'intenzione: «Oppugno!»
La posizione scelta non era stata casuale. Aveva preferito fare in modo che Sirius potesse vedere il tendaggio volargli incontro per molteplici ragioni: primo, sperava che la repentina comparsa di un oggetto in movimento avrebbe catturato in modo automatico la sua attenzione —anche solo per una frazione di secondo— così da distoglierlo dalla propria eventuale offensiva; secondo, con un pizzico di fortuna, se anche lui fosse stato in grado di mantenere salda la concentrazione, lo svolazzare della stoffa gli avrebbe disturbato la visuale quel tanto che bastava a celare la figura della ragazza.
Infine, sperava che una volta arrivata a destinazione la tenda avrebbe costituito un discreto impaccio per i movimenti del docente; dopotutto, se aveva visto bene, l'uomo giaceva ancora a terra per cui coprirlo sarebbe stato più semplice che se non fosse stato in piedi.
Il resto non dipendeva da lei.
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view post Posted on 25/8/2020, 22:14
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Sirius White dava tutta l'impressione di essere sul punto di ribaltare la situazione ma Widebelly conosceva bene le dinamiche di un duello: le apparenze regalavano aspettative, ma nulla più. Le sorti di un duello si giocavano ad ogni secondo, ogni tentennamento, ad ogni indignata smorfia di frustrazione.
Come in ogni battaglia, v'erano dei favoriti ma il giudice aveva perso la briga di identificarli subito dopo il termine del proprio praticantato. Era pressoché inutile dichiarare a-priori come sarebbe finito uno scontro di tal sorta, le carte in tavola cambiavano costantemente, con un ritmo quasi snervante - ma non per lui che, in verità, ne traeva divertimento. Il cambiamento, l'ordinato Chaos, era ciò che governava il mondo, il suo unico stimolo per fare ciò che faceva; essere ciò che era.
Portò la destra sull'ampia pancia, riversando il suo bel peso sulla gamba opposta nell'esatto momento in cui il docente decideva e attuava la sua nuova mossa.
Alistine, dal canto suo, rapì il suo sguardo: stava facendo ciò che in pochi prendevano in considerazione, forse troppo narcisisti per affidarsi all'ambiente circostante - o troppo deboli per rischiare. Il tendaggio oppose vana resistenza e, proprio a causa della pesantezza del drappeggio che si piegava alla gravità, venne via con incredibile facilità. Uno dopo l'altro, a seguire un ritmo sconosciuto, i ganci si staccarono; il suono della loro disfatta annunciò il successo dell'azione e quando il raggio dell'Incarceramus piegò sbilenco verso di lei, la tenda raggiunse il suo aggressore, in difesa (-1 ps; -3pm)
Sirius venne investito dal tessuto, arrivando a colpirlo di fianco come un ceffone mal assestato, per poi posarsi su di lui, impedendogli la visuale e i movimenti. Nel tentativo di rimettersi in piedi, la mano non dominante si posò sulla stoffa che, a sua volta, premette con enfasi sul volto: era chiaro che doveva liberarsene.
Alistine venne colpita dall'Incarceramus ma la posizione scomoda del docente nonché la sua mancata messa a fuoco della mira, fecero la sua fortuna.
Una corda affatto pesante ma spessa si intrecciò al busto costringendo al fianco la mano dominante, fino a scendere a metà tra anca e ginocchia (-20 ps). La sinistra rimaneva libera di muoversi mentre le gambe venivano avvicinate dalla presa lasciando alle articolazioni inferiori (ginocchia e caviglie) di muoversi nei limiti concessi dalle gambe che ora erano forzate a viaggiare in parallelo. Alistine non poteva camminare ma la presa sulla bacchetta restava solida e il polso libero nei movimenti.


Sirius White
Sei stato punto da due api. I tuoi punti corpo scenderanno di 2 ad ogni turno se non poni rimedio al veleno iniettato. Giaci ancora sulla pedana il che non ti ha permesso una mira perfetta essendoti, d'altronde, limitato ad utilizzare la medesima direzione imposta al Protego precedente.
Una lunga tenda, leggermente pesante, ti ha colpito lateralmente, cadendo su di te, coprendoti quasi per intero e impedendoti la visuale. I piedi restano fuori dal drappeggio. Nel tentativo di rimetterti su, hai bloccato la stoffa con una mano, lasciando che tirasse contro al volto.


ps 246 / pc 289 / pm 278

Niahndra Alistine
Sei in piedi. L'incarceramus ti ha colpita parzialmente. La mano dominante è stata costretta contro al fianco: non puoi muovere il braccio e, ovviamente, se muovi la spalla, l'intero busto seguirà la sua direzione. Il polso e la mano sono liberi. La corda, affatto pesante ma spessa, si estende lungo il ventre e prosegue fino a metà tra anche e ginocchia. Le gambe non possono muoversi, non puoi camminare (per intenderci, l'unico metodo per spostarti sarebbe saltellare) ma le ginocchia e i piedi sono liberi da questo impaccio.

ps 237 / pc 171 / pm 210


Turno a Niahndra.

 
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No, no, no.
Sirius White stava facendo a lei esattamente quello che lei aveva intenzione di fare a lui, solo che era stato più rapido e più efficiente.
Niahndra aveva solo fatto in tempo a trarre un respiro profondo per la sorpresa quando la fune si era concretizzata nell'aria, incamerando involontariamente ossigeno per poi finire leggermente in apnea. Il primo istinto, suo malgrado, fu di opporre resistenza almeno nella parte inferiore del corpo, ma la corda reagì al suo flebile tentativo con uno strattone perentorio alle gambe.
*Accettalo e vai avanti.* Non poteva fare altrimenti.
Ignorava la natura di quella trasfigurazione per cui non sarebbe stata in grado di dire se un Finite avrebbe fatto effetto, ma si trattava di un dubbio che poteva essere rimandato. Il duello non veniva sospeso solo perché uno dei due contendenti finiva legato come un salame, anzi; perciò, l'unica era trovare un modo —l'ennesimo— di portare avanti i propri piani. Il successo è di chi si adatta meglio e più in fretta.
D'altronde, aveva avuto modo di vedere, si era difesa bene. L'avversario era chiaramente in difficoltà e le offriva l'occasione perfetta per agire.
Scelse di accantonare la frustrazione di non avere un più ampio range di movimento, ma il petto che lentamente si sgonfiava mentre lei riprendeva a respirare normalmente le permise di guadagnare qualche centimetro di libertà (o così le sembrava) almeno per muovere la mano armata: non aveva bisogno di altro.
La soluzione del professore era stata più elegante e professionale, sinonimo di una profonda conoscenza degli incantesimi, ma dove Niahndra difettava in preparazione teorica compensava in originalità. Avrebbe intrappolato White nel suo bozzolo in un modo o nell'altro.
Le dita strinsero la bacchetta e la indirizzarono col solo movimento del polso verso l'avversario. Un cerchio in senso orario cominciò ad essere disegnato con l'ausilio dell'articolazione mentre la sua mente si liberava dei pensieri inutili per concentrarsi solamente su ciò che le serviva; acquisì consapevolezza di ciò che la circondava, in particolare di ciò che stava sotto i suoi piedi e quelli di White: la pedana.
Terra e legno erano la base migliore da cui partire, ma Niahndra sapeva per certo che esperienza e potenziale magico permettevano di sfruttare con successo anche molte altre superfici, persino l'acqua.
Una volta visualizzate le radici prender forma, snodandosi al seguito dell'arma, Alistine avrebbe affidato alla vividezza dei propri ricordi il compito di guidare la sua creazione. L'anziana signora che viveva vicino casa sua, Hameeda, vantava il giardino più ricco e rigoglioso del quartiere e tra le varietà rientrava una pianta di gelsomino dai teneri boccioli; il rampicante si era attorcigliato lungo la parete che dava sull'appartamento di Sam e Niah e nelle notti d'estate il suo odore ne cullava il sonno. Si sarebbe ispirata alla medesima tenacia del gelsomino.
Terminato il cerchio preciso, senza soluzione di continuità, la ragazza sforzò il polso perché la punta della bacchetta venisse mossa verso l'alto. La posizione ovviamente non le permetteva di far raggiungere alla pianta un'altezza vertiginosa, ma non le importava; il fatto che Sirius fosse ancora a terra ancora una volta la facilitava, inoltre il suo intento non era creare un muro invalicabile bensì intrecciare le ramificazioni pendule attorno al corpo del mago per costringerlo alla stessa immobilità in cui verteva lei.
Più serrate fossero state le trame, maggiori le difficoltà nel tentare di liberarsi. Quel processo le ricordò in un modo molto contorto il lavoro d'ordito della megera di Nocturn Alley che le aveva venduto l'acchiappasogni incantato. Le sue mani si muovevano rapide e precise sul telaio e infondevano nella maglia tutta la resistenza di cui era capace.
Nel guidare l'espansione della sua "gabbia" vegetale, con gli intrecci e le curve e le torsioni del caso, Niahndra attinse a ogni oncia di volontà.
«Repsi Genìtum.»
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Sirius White Iniziava ad essere stanco marcio, non certo fisicamente, ma quel che lo muoveva in quegli ultimi frangenti era stata quasi come una rabbia smisurata. L’aveva contenuta impedendo che questa potesse prendere il sopravvento su di lui, gli sottraesse contrazione ma con l’ultima attacco era stata davvero dura. Nihandra lo aveva messo duramente alla prova, fronteggiando ogni suo tentativo di recuperare invano una situazione di vantaggio che lui stesso gli aveva ceduto: un insegnamento quello che si sarebbe portato dietro fin proprio alla fine. Non si era mai trattato di uno scontro svantaggiato e la cosa singolare consisteva proprio nella facilità con la quale la sfidante lo stava osteggiando. Non incantesimi ardui, nessuna fine magia o alcun sforzo di maestria ma semplici incantesimi, le nozioni basi, i primi incantesimi degli sfidanti alle prese con i primi sconti del club duellanti. Eccezionale a pensarsi, il che gli rammentare per quale motivo amasse quel tipo di competizioni. Nihandra Alistine poteva anche una semplice studente del terzo, forse quarto anno, non lo sapevo, ma sfoggiava un talento che niente aveva da invidiare a uno studente al livello dei M.A.G.O.
E lui, un docente finito, uno studente modello fin dal suo primo giorno ad Hogwarts, il primo del suo corso a terminare gli studi conseguendo prima i G.U.F.O. poi i M.A.G.O. cadeva vittima di micidiali anche se elementari esercizi di magia. Avrebbe avuto modo di ricordarlo, forse si sarebbe finanche spinto a complimentarsi con la sua sfidante se ne avesse avuto l’occasione nel seguito ma questi rapidi pensieri che durante tutto il duello lo avevano accompagnato non lo avevano certo spinto alla rassegnazione o al desiderio di darsi per vinto. Al contrario tutto era servito a spronarlo e a conferirgli una energia e una voglia di gareggiare che non aveva mai avuto prima. E di questo doveva ringraziare miss Alistine.
Aveva fatto per rialzarsi spinto dalla voglia di recuperare uno svantaggio nel quale orma persisteva da tempo, la fattura che aveva lanciato avrebbe dovuto in qualche modo arrestare la furia della tassarosso concedendogli qualche attimo di tregua ma il tutto era stato vanificato da un semplice oppugno ben congegnato. Il docente giaceva sulla pedana e una lunga tenda era finita per coprirlo letteralmente come un lenzuolo di morto. Un modo quello per porre fine ufficialmente alle sue sofferenze? La vista annebbiata, la mano sinistra a bloccare il drappeggio sul suolo avevano contribuito solo a creare una cappa scusa dalla quale solo i piedi erano allo scoperto. Per di più nel tentativo di volersi sollevare la stoffa aveva tirato contro il volo facendogli desiderare che non fosse mai esistita. Tutta quella situazione lo metteva in pericolo. Non perché non avesse le competenze per uscirne ma perché non avendo realizzato sei suo incantesimo fosse o non fosse andato a buon fine, rischiava un ulteriore attacco che in quelle condizioni non avrebbe potuto far altro che danneggiarlo ulteriormente e serrarlo in un un imperituro svantaggio senza fine. Era chiaro che da quella situazione non poteva far altro che uscire e farlo nel più rapidamente possibile. La sua speranza non solo era quella di fuoriuscire dal drappo che lo imprigionava ma sottrarsi a un ulteriore attacco se questo mai fosse venuto. E per farlo doveva ricorrere alla magia. Strinse il salice muovendo la bacchetta quanto più rapidamente possibile. Il tendaggio lo aveva coperto completamente,i il volto contratto contro il tessuto gli forniva un punto di repelle ben preciso. Inoltre essendo quel lato del corpo più in altro rispetto all’arto dominante avrebbe dovuto fornirgli lo spazio sufficiente a muoversi. Ignorò l’oscurità, cercò di ignorare i rumori circostanti e nel portare con un movimento del polso, con la sensazione voler quanto prima tirare una boccata di ossigeno, spostò il polso verso leggermente verso l’alto di modo che questo puntasse effettivamente al drappeggio. Era chiaro quanto vitale fosse la necessità di uscire da quel impiccio ma probabilmente magia ed astuzia in quel frangente potevano tornargli utile. La mano sinistra bloccava ancora il drappeggio ma la mente si concentrò su una idea ben precisa: quella di far svanire quella tenda malefica. Avrebbe quindi fatto affidamento sulla magia non verbale ancora una volta e su incantesimo rapido che non richiedeva troppi arzigogoli, tutto a vantaggio di una azione che doveva essere quanto più repentina possibile. Nihandra quanto mai gli aveva fornito ragioni per credere che gli avrebbe mai concesso tempo?
Immaginò le molecole che lo componevano farsi sempre più lontane le une dalle alte, quindi le fibre farsi sempre più rade fino a consentire all’aria di entrare. Desiderava che la materia di cui fosse composta la tenda divenisse inconsistente cosìcchè qualsiasi movimento avesse fatto per uscire uscire da quell’impaccio non avrebbe trovato alcun ostacolo. Quando fu certo di aver raggiunto la giusta dose di concentrazione, il che cercò di farlo nel minor tempo possibile, enunciò non verbalmente la formula dell’incantesimo trasfigurativo che per l’occasione aveva deciso facesse al caso di suo.
*Verto tenuis! *
Nella sua intenzione c’era quindi il desiderio di rendere completamente inconsistente l’intero drappeggio in maniera tale da consentirgli di continuare il suo tentativo di recuperare la stazione eretta. Peraltro non appena l’incantesimo avesse sortito l’effetto desiderato semplicemente il drappeggio gli sarebbe scivolato sul corpo praticamente attraversandolo. Di conseguenza avrebbe potuto semplicemente continuare il movimento che in precedenza era stato così astutamente impedito dalla sua sfidante. Dall’idea all’azione sarebbe trascorso pochi decimi di secondo giacché subito dopo la pronuncia del suo incantesimo e quindi ad effetto realizzato, avrebbe fatto perno ancora una volta sulla mano non dominante che a quel punto avrebbe dovuto essere poggiata semplicemente sul pavimento e non più sulla tenda e quindi tentato nuovamente di rialzarsi. Inoltre portando le gambe verso il busto e quindi puntando a terra avrebbe aggiunto alla spinta che si stava dando con la mano sinistra anche quella delle gambe. Doveva scattare semplicemente di lato, mettersi in piedi e variare la sua posizione. Ci aveva messo tutto se stesso, era l’ennesimo tentativo ma sperava di riuscire prima di subire qualsivoglia incantesimo offensivo. Con una buona dose di fortuna l’incarceramus avrebbe ostacolo e reso più difficile i movimenti della tassorosso fornendo a lui qualche secondo prezioso per agire. Stava ventilando la migliore delle ipotesi, chiaramente non aveva visto il suo incantesimo colpire Nihandra ma doveva avere fiducia in se stesso. Doveva mettersi in piedi, doveva recuperare le sorti di quella battaglia. A tutti i costi.
 
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view post Posted on 12/9/2020, 19:25
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Coperto dal tendaggio, Sirius White sembrò svanire alla vista come falsa vittima di uno dei più comuni giochi di prestigio babbani.
Widebelly chinò la testa ad identificare le pieghe che delimitavano il suo corpo e si chiese se altri avrebbero fatto lo stesso.
La sfidante, dal canto suo, volle forse ripagare il danno subito appellandosi a qualcosa che, a modo suo, avrebbe potuto ricondurvi.
Le dinamiche che si susseguirono vennero osservate e annotate con estremo interesse. Il docente lo sorprese e, tra i tanti incanti, aveva forse optato per quello che gli avrebbe potuto creare meno grattacapi in fase di esecuzione.
Entrambi gli avversari necessitarono di qualche secondo per prendere familiarità con la loro condizione ma tutti e due sapevano bene che era impossibile concedersi un istante di più, pena il rendersi ancor più inermi di quanto non lo fossero.
Checché la pedana fosse costituita dal più robusto legno, era da considerare quanto l'ornava: un lungo tappetto scarlatto che - Widebelly ebbe il piacere di notare - s'intonava perfettamente con il tendaggio, tant'è che White gli sembrò, per un momento, come inghiottito da uno zerbino troppo grande.
Le intenzioni della studentessa erano forti come la sua volontà ma proprio a causa del mancato focus sull'origine della sua agognata pianta rampicante, le radici stesse ci misero un po' prima di comprendere come ergersi ad esistenza.
Qualche germoglio, più debole, tentò invano di oltrepassare la stoffa dura e rozza, e vi rimase al di sotto, costretto all'oscurità e al peso. Chiusi nella loro bolla vermiglia, rimasero, inutili, a spegnersi sotto forma di piccoli bozzi che avrebbero di poco innalzato il livello sotto le ginocchia di Sirius White.
Quest'ultimo concentrato nella sua esecuzione, al contrario loro, trovò presto una via d'uscita, sbocciando letteralmente dalla sua prigionia. Non tutta la stoffa divenne inconsistente poiché la magia si concentrò unicamente nel punto che egli aveva toccato con la punta della sua arma ma il buco fu abbastanza grande da permettergli di venirne fuori. Aveva dunque notato la luce filtrare appena un po' di più lì dove aveva mirato e il materiale divenire inconsistente al tatto, pur mantenendo quasi integramente le sue sembianze visive.
Arcuando la schiena un po' di più e scivolando oltre il tendaggio molle, ne sarebbe venuto tranquillamente fuori.
Il gelsomino, tuttavia, non si era arreso del tutto e doveva necessariamente ringraziare il potenziale del suo evocatore. Arresisi all'inefficienza della pedana come sorgente, la magia si appellò al tappeto e le fitte trame del gelsomino, annusata la libertà, si ersero dove era stato imposto loro di farlo.
Sirius White si sentì momentaneamente impossibilitato a continuare la sua ripresa e rimase con lo stinco destro rilegato al tappeto, il tendaggio ancora intatto a nasconderlo mentre i primi fiori risalivano contro l'altra gamba, piegata verso l'alto.
La pianta non si erse oltremodo e qualora l'uomo avesse tentato di rialzarsi, avrebbe notato il contrappeso del tappeto a fargli da fardello. Le radici e la trama dei rami, inoltre, gli avrebbero reso difficile il cambio di posizione agli arti inferiori (- 3 PC; - 2 PM)
Non un bozzolo, certo, ma quanto meno Niahndra poteva dire di aver intrappolato una farfalla nella tela del ragno.
E Sirius? Rinato dal drappeggio, era in grado di muoversi senza ostacoli dalle ginocchia in su; busto e arti superiori rimanevano inalterati. Non era, poi, del tutto in trappola.


Sirius White
Sei stato punto da due api. I tuoi punti corpo scenderanno di 2 ad ogni turno se non poni rimedio al veleno iniettato. Liberarti del tendaggio ti è costato qualche secondo in più rispetto a quanto da te preventivato giacché non hai solo indirizzato la bacchetta contro l'obiettivo ma lo hai toccato con la punta della tua arma.
Nel tentativo di rimetterti in piedi, dunque, sei dovuto passare attraverso la grande "fessura" creata dal Verto tenuis. Leggendo che, in ultimo, facevi appello alla mano sinistra per poi ergerti sulle gambe, ho ritenuto che fosse il ginocchio sinistro stesso ad alzarsi mentre l'altra gamba restava piegata a terra. Sei nella posizione di fare una proposta di matrimonio, per intenderci, con una fitta trama di rami a fare da mantello al polpaccio e rampicanti risalire lungo l'altro, mentre sbocciano dei profumatissimi gelsomini.
La tenda, la parte che non è divenuta inconsistente, ti copre la scarpa e l'intero polpaccio destro. Il Verto Tenuis evocato durerà 2 turni.


ps 246 / pc 284 / pm 276

Niahndra Alistine
Sei in piedi. L'incarceramus ti ha colpita parzialmente. La mano dominante è stata costretta contro al fianco: non puoi muovere il braccio e, ovviamente, se muovi la spalla, l'intero busto seguirà la sua direzione. Il polso e la mano sono liberi. La corda, affatto pesante ma spessa, si estende lungo il ventre e prosegue fino a metà tra anche e ginocchia. Le gambe non possono muoversi, non puoi camminare (per intenderci, l'unico metodo per spostarti sarebbe saltellare) ma le ginocchia e i piedi sono liberi da questo impaccio.

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view post Posted on 14/9/2020, 20:21
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Il docente di pozioni fu felice di constatare la buona riuscita del suo incantesimo anche se solo parziale. Il buco di inconsistenza che era riuscito a creare al centro di quel tendaggio gli aveva concesso di fuoriuscire agevolmente da quella trappola artificiale riuscendo in tal modo a trovare la luce in una situazione che fino a quel momento lo aveva visto solo svantaggiato. Aveva sperato di conquistare il pieno controllo della situazione ma quando si accorse di non potere completare la sua operazione di ripristino della stazione eretta una imprecazione anche se solo mentale fuoriuscì senza potersi opporsi in alcun modo. Nonostante fosse stata vittima dell’incarceramus, la minima liberà di movimenti aveva concesso alla sua sfidante di evocare un rampicante dalla pedana impedendogli così di rimettersi in piede e bloccandolo in una una posizione che in quel frangente aveva un non so che di paradossale. Il rampicante del gelsomino era venuto fuori quasi dal nulla aggrappandosi al tappeto e attraverso gli strati del tessuto costringendolo in quella che sembrava una vera e propria proposta di matrimonio. Probabilmente lo aveva colpito a tal punto con la sua abilità da spingerlo finalmente a chiedere una mano a una donna? Ne avrebbe riso e forse lo avrebbe fatto alla fine di quello scontro ma non poteva giacché il duello non era affatto finito. Tutto quella vicenda, le difficoltà che stava incontrando gli rammentavano solo quanto pericolosa potesse essere la sua avversaria, anche se solo parzialmente immobilizzata. I fiori di gelsomini sbocciati intorno alle sue articolazioni costituivano un ulteriore imprevisto di cui sbarazzarsi. Sirius White conosceva molto bene il resi genitum così come gli usi di cui se ne faceva. Spesso evocato per altri fini poteva costituire un punto di partenza per altre forme di magia. E questo lui non poteva affatto trascurarlo. Nihandra era impossibilita in alcuni movimenti ma di fatto aveva dimostrato di poter agire sulla sua persona evocando il rampicante.
Nel suo armamentario il docente aveva a disposizione diverse cartucce, incantesimi trasfigurativi ed offensivi anche particolarmente potenti ma come gli aveva fatto ben comprendere la sua sfidante spesso la migliore e più efficace forma di attacco poteva essere quella più semplice. Niente di articolato. La conoscenza delle basi e un po' di astuzia, la stessa di cui la fanciulla si era fatta diverse volte maestra. L’unica cosa che al momento impediva a Sirius di rialzarsi era la pianta rampicante, la cui assenza avrebbe sicuramente consentivo al suo corpo di fuoriuscire completamente attraverso il tendaggio che aveva parzialmente trasfigurato e di cui immaginava gli effetti non sarebbero durati a lungo.
Con il busto e gli arti superiori liberi di muoversi potè rapidamente muovere la bacchetta e puntare al rampicante che dal basso lo costringeva al suolo. In quel momento concitato ammesso che Nihandra stesse badando a lui avrebbe lasciato intenderle che puntava a qualcosa ai suoi piedi che poteva essere anche banalmente il tappeto dal quale erano venuti fuori i gelsomini. La cosa che voleva fare infatti era non dare la semplice intenzione di voler badare alla sua persona. Probabilmente un qualunque mago in quelle condizioni avrebbe optato per un incantesimo offensivo in grado di danneggiare una nemica che in quel momento si trovava in una situazione di apparente svantaggio e lui voleva esattamente questo, mettere in allerta i suoi sensi facendole credere che stesse facendo ricorso a chissà quale forma di magia destinata ad accanirsi contro di lei.
Di conseguenza non appena avesse puntato alla base di quella pianta rampicante avrebbe evocato non verbalmente l’incantesimo finite Incantatem con il desiderio di liberarsi finalmente da ogni ulteriore presa che lo teneva a terra.
*Finite Incantatem! *
Una magia semplice che avrebbe accompagnato al movimento di ripresa della posizione eretta cercando quindi di estendere le ginocchia e mettersi finalmente in piedi e così uscendo ufficialmente dal tendaggio. Ciò che forse Nihandra non si sarebbe aspettata era che poi avrebbe rivolto direttamente la bacchetta contro di lei come si fa per un oppugno o per qualsiasi altra fattura.
La stava attaccando? Non la stava attaccando? Chi poteva dirlo. Era il dubbio che desiderava si impadronisse di lei. Subdolo ma efficace. Ancora una volta doveva solo stare a guardare per capire cosa sarebbe accaduto.
 
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view post Posted on 17/9/2020, 14:00
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L’attesa era sembrata lunghissima e se Niahndra non avesse avuto la distinta percezione della magia che le fluiva dal corpo alla bacchetta sarebbe stata divorata dai dubbi. Invece, continuò ad avere fiducia nel proprio incantesimo. Sapeva di aver tentato un’impresa piuttosto ardua e sapeva che a certe cose non puoi mettere fretta; allo stesso modo, vedere il rampicante sbocciare dalle fibre del tappeto la riempì di orgoglio e critica contemporaneamente. Distratta dalla fastidiosa sensazione di impotenza derivata dal ritrovarsi legata come un salame, aveva trascurato alcune variabili rilevanti che avrebbero potuto danneggiarla sul lungo termine.
Questa consapevolezza, unita al fatto che ebbe modo di vedere il professor White muoversi* nonostante la propria offensiva in atto, contribuì a mantenerla in uno stato d’allarme. Sapeva che la tenda ed il repsi genitum erano solo un palliativo e che il suo scopo era ancora lontano dall’essere raggiunto. Un avversario in grado di muoversi era un avversario in grado di attaccarla, specie in un momento di tale vulnerabilità per lei.
A questo pensiero Niahndra indietreggiò in modo spontaneo col busto piegandolo leggermente indietro, la schiena inarcata quanto le corde lo permettevano senza correre il rischio di sbilanciarsi, come a voler frapporre quanta più distanza tra sé e l’incantesimo che sarebbe potuto arrivare.
Con questa prospettiva tenuta bene a mente, la ragazza mosse la mano libera senza esitazione. Non aveva tempo per piangersi addosso, per colpevolizzarsi o per dubitare delle proprie capacità. Doveva essere rapida, più rapida di lui. Il margine di errore si assottigliava sempre di più. Per questo motivo la bacchetta fendette l’aria a colpo sicuro mimando una frustata verso l’alto, senza che la presa si allentasse.
«Petrìficus…», la prima parte della formula venne pronunciata durante il movimento. Infine, quando l’arma ebbe agganciato il proprio obiettivo e si fu fermata, seguì il resto: «totàhlus», come un comando impartito.
Potendo scegliere, Alistine avrebbe preferito mirare al busto per essere sicura di bloccare quantomeno la parte superiore del corpo dell’altro (visto che la pianta aveva immobilizzato solo le gambe) e magari in un colpo di fortuna Sirius avrebbe esposto il torace, ma di fatto non era necessario attaccare una zona precisa perché l’intera persona si immobilizzasse, per cui pur di andare a segno si sarebbe accontentata della parte più probabile da colpire.
L’aver piegato leggermente la schiena indietro le avrebbe dato un poco più di libertà d’azione al polso armato, al fine di agevolare la fase di “mira”. O così sperava: voleva aggiungere il contendente alla collezione di pietre del Wizard Store.
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OT: *il movimento preso in considerazione è quello effettuato nel turno precedente per liberarsi dalla tenda.
 
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