Niahndra Alistine vs Sirius White, Studente vs Docente | Giornata del duellante

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view post Posted on 4/10/2020, 13:31
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Il Fato

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Quando Widebelly era stato informato sull'identità degli sfidanti, si era fermamente convinto di riuscire a rincasare in tempo per il suo lauto pasto. In quel preciso istante, mentre osservava la pedana ridotta come il suo loft piegato ai postumi di una gloriosa festa, si rese conto di quanto avesse sbagliato nel farsi aspettative.
Non che la cosa gli dispiacesse, certo, amava venir contraddetto nelle sue scarne predizioni ma il duello stava raggiungendo una fase caotica e confusa che iniziava a turbarlo intimamente, al punto da fargli venire l'orticaria.
Amava gli scontri puliti, lo sapevano tutti, e quello non lo era affatto.
L'espressione sul suo volto si fece seria e contorta e si sentì libero di non trattenersi: gli sfidanti non avrebbero di certo badato a lui. Ancora una volta White agì contrariamente a quanto ci si aspettasse, giocando sulla difensiva. Non era la prima volta che pensava a liberarsi delle conseguenze degli attacchi avversari e l'arbitro si sentì di avvalorare la pazienza del Docente, certo, ma anche di penalizzare quel continuo agire in modo passivo.
Niahndra, dal canto suo, sembrava cambiare strategia di continuo, adattandosi alle reazioni dell'uomo e delle offese da lui subito. Che si trattasse di astuzia o lacune strategiche, non sapeva ancora dirlo.
Il Repsi Genitum, incantesimo affatto semplice ma nemmeno complesso, reagì al contro-incantesimo generico e la trama fitta di rami allentò la presa, senza tuttavia svanire: al professore sarebbe bastato tirare con un po' di forza la gamba per liberarsi dalla morsa.
La studentessa, al contempo, votava la propria arma all'ennesimo attacco che avrebbe dovuto imprigionare l'uomo. D'altronde, per combattere un gigante, bisogna provare a portarlo al proprio livello, no?
Sirius indirizzava la bacchetta verso la base degli arbusti per evocare la propria liberazione e, gettando indietro il braccio dominante per mirare alla destra del polpaccio imprigionato, ecco che esponeva la parte sinistra del busto. La spalla stessa si faceva leggermente in avanti e metà del torace diveniva obiettivo della giovane. Il Petrificus Totalus che aveva tutte le intenzioni di colpire il rivale in pieno petto, si ritrovava ora ad impattarsi contro la parte del corpo messa involontariamente a fuoco. Il raggio andò ad imbattersi contro la spalla e il riverbero color del ghiaccio di estese lungo tutto il braccio e la metà del busto interessato, bloccando le parti nella posizione raggiunta ( - 8 PS; - 2 PC).
Sirius White poteva ancora usare la propria bacchetta, ma sarebbe stato accorto nei suoi movimenti? E la Alistine, avrebbe tratto comunque vantaggio da quella situazione che ora diveniva più pericolosa delle precedenti?



Sirius White
Sei stato punto da due api. I tuoi punti corpo scenderanno di 2 ad ogni turno se non poni rimedio al veleno iniettato. Il Verto Tenuis evocato durerà 1 turno ancora.
Sei stato colpito dal Petrificus Totalus che ti ha paralizzato la spalla sinistra e metà del torace annesso, giungendo fino all'altezza dell'ombelico per intenderci. La spalla è piegata leggermente in avanti a causa della posizione assunta per evocare il Finite e così vi resterà per 2 turni - a meno che tu non sia oggetto di altri incantesimi. Puoi liberamente rimetterti in piedi tirando via la gamba precedentemente imprigionata.


ps 238 / pc 280 / pm 276

Niahndra Alistine
Sei in piedi. L'incarceramus ti ha colpita parzialmente. La mano dominante è stata costretta contro al fianco: non puoi muovere il braccio e, ovviamente, se muovi la spalla, l'intero busto seguirà la sua direzione. Il polso e la mano sono liberi. La corda, affatto pesante ma spessa, si estende lungo il ventre e prosegue fino a metà tra anche e ginocchia. Le gambe non possono muoversi, non puoi camminare (per intenderci, l'unico metodo per spostarti sarebbe saltellare) ma le ginocchia e i piedi sono liberi da questo impaccio.

ps 237 / pc 171 / pm 210


Turno a Niahndra.

 
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view post Posted on 7/10/2020, 22:17
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A Niahndra piaceva pianificare. Non sapeva se fosse una strategia inconscia atta a contrastare le tendenze ansiogene che aveva o se si trattasse semplicemente di un riflesso della sua natura meticolosa e perfezionista; indipendentemente da ciò, poche cose le davano più soddisfazione di vedere ogni cosa scivolare al proprio posto senza opporre resistenza. Quel duello, d'altra parte, a tutto somigliava eccetto che ad un piano ben congeniato messo in atto senza intoppi.
A livello razionale, Niahndra aveva preventivato l'impossibilità di dettare il bello e il cattivo tempo per l'intera durata e, anzi, una parte di lei riconosceva che fosse già un miracolo essere sopravvissuta tanto a lungo; eppure, nonostante possedesse questa nozione in corpo, vedere i suoi errori e i suoi fallimenti impilarsi l'uno sull'altro minacciava di farle perdere di vista l'obiettivo. Quello scontro sarebbe stato formativo su più di un piano e, sospettava, si trattava della lezione più importante che il professor White le avesse impartito fino ad allora.
Tuttavia, a dispetto della natura glaciale che spesso le veniva attribuita e benché potesse somigliare —a detta di alcuni— più ad una macchina che ad una persona, Niahndra rimaneva in ultima analisi un essere umano e, da tale, era soggetta a determinati meccanismi sui quali ancora non aveva completo controllo. Per esempio, almeno in quel momento non aveva totale controllo del proprio respiro, fattosi più concitato per via delle funi che le stringevano il busto; aveva scarso dominio anche sui suoi pensieri, sui dubbi che si accalcavano e sul sangue che iniziava a fumarle nelle vene: l'istinto della preda che si risvegliava e metteva in atto meccanismi difensivi automatici e non per forza adattivi in una situazione come quella.
La verità era, si disse, che non avrebbe mai trovato il momento ideale per leccarsi le ferite ed agire sull'evocazione che la imprigionava né poteva continuare a rimandare il problema ancora a lungo con palliativi che avrebbero funzionato —nel migliore dei casi— su uno studente del sesto anno a Hogwarts. Al tempo stesso, per sua indole, le risultava inimmaginabile esporsi a fuoco nemico senza alcun tipo di riparo. Un impasse, quello, che le lambiccava il cervello.
Riconosceva adesso, in questa sua tutta particolare versione di reazione "attacco o fuga", di star adottando una tattica troppo elaborata ad un problema molto semplice. Non c'era modo di arrestare Sirius White; ci aveva provato, oh se ci aveva provato, ma ogni volta lo sfidante era stato in grado di sfuggire alla sua morsa. Sia il Repsi Genitum che il Petrificus Totalus erano soluzioni eleganti, ma inefficaci; Davide aveva forse tentato di intrappolare Golia? Lo aveva colpito in mezzo alla fronte sopperendo alla forza bruta con mira e precisione. Niahndra non era nelle condizioni di ricorrere ad un colpo del genere; era anche vero, però, che disponeva di una bacchetta magica, molto più utile e versatile di una comune fionda.
La posizione in cui era costretta, con le braccia attaccate al torso e impossibilitate a muoversi riduceva drammaticamente le sue opzioni per cui avrebbe dovuto trarre il meglio da una situazione affatto ideale; soprattutto, avrebbe dovuto ripiegare pesantemente sul polso ed il resto del corpo.
Quando mai si era ritrovata nella situazione ideale? Era in difficoltà, ma non inerme. Se il sasso non poteva andare contro la fronte di White, sarebbe stata la fronte di White ad andare contro il sasso. Era deciso.
Persuasa dall'idea che mezze misure non sarebbero bastate, Niahndra focalizzò tutta la sua attenzione sulla mossa successiva; non aveva senso curarsi del resto. Il polso destro fu perciò mosso con una certa immediatezza in senso antiorario fino a compiere un angolo giro; l'articolazione sarebbe stata messa duramente alla prova per sopperire alla mancata mobilità del braccio, ma stringendo i denti per la scomodità del movimento Alistine era sufficientemente fiduciosa di poter indirizzare la bacchetta contro il suo obiettivo ancora una volta.
Rapida rotazione del polso e poi arma puntata verso lo sfidante. Solo allora la ragazza avrebbe dato voce alla frustrazione che le correva sotto pelle, gettando fuori tutto il fiato che le era rimasto nei polmoni, stretti nella morsa del cordame. «Orbus!»
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view post Posted on 10/10/2020, 14:34
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Disappunto.
Se avese avuto la lucidità e il tempo per giudicare se stesso e il suo operato quello scontro sarebbe stato la base di una dissertazione e di una analisi che sarebbe durata diversi giorni.
Passività.
La base del suo eterno disappunto che già aveva contraddistinto i suoi precedenti duelli ma anche quelli in cui in gioco era stata la sua stessa vita. Se ne era stato così senza controbattere agli attacchi avversari, come annichilito e senza forze, da solo e senza quelle conoscenze che lui sapeva benissimo di possedere, concentrato solo sulla personale difesa.
Rivalsa.
L’unica alternativa plausibile, la sola risposta fisiologica a quel disappunto perchè se avesse avuto un minimo di amor proprio avrebbe dovuto finalmente prendere in mano la situazione e diventare protagonista della sua storia.
La verità di fatto si schiantava contro l’unica e sola realtà: non era così che si duellava alla pari, non ci si risparmiava, non ci si agevolava, si lottava fino alla fine finanche alla sconfitta che sarebbe sopraggiunta con la dignità di chi aveva lottato allo stremo delle forze. Senza risentimenti, senza rimorsi perché il duello leale era esattamente questo.
Sirius non avrebbe avuto modo di concentrarsi sul volto della persona che stava seguendo il duello suo e di Nihandra. Non avrebbe potuto concepire i suoi pensieri ma dopo tutti quegli attacchi, con la mente che finalmente si faceva lucida di fronte alla realtà, il messaggio si sarebbe in qualche modo palesato, concepito come una idea autonoma che da sola avrebbe dato i suoi frutti. Cosi mentre l’ennesimo attacco avversario si concretizzava paralizzando parti delle proprie membra Sirius realizzava il realizzabile. E finalmente concepiva che era giunto il momento di darsi una mossa.
Gli effetti del repsi genitum erano spariti cosicché l’unica forza che lo tratteneva al suolo era la gravità avendo la possibilità finalmente di sollevarsi strattonando via il rampicante con la gamba. L’unica difficoltà stava nella paralisi sopraggiunta che tuttavia per sua fortuna non si era estesa alla parte del busto e all’arto dominante che gli lasciava ancora la possibilità di muoversi e di lanciare incantesimi. La spalla era più in basso dell’altra, il braccio bloccato in quella posizione statica e in un certo senso irregolare ma pur mantenendo quella posizione la spalla e con esso l’altro braccio armato erano perfettamente liberi di muoversi e quindi di puntare all’avversario. Per questo non avrebbe variato assolutamente la sua posizione mantenendo così una situazione di equilibrio ma nella mente ben chiaro il suo obiettivo. Farla finalmente pagare a Nihandra. E a caro prezzo giacché se fosse riuscito nella sua azione la situazione probabilmente si sarebbe capovolta a sua favore. Aveva tentato di ottenere lo stesso risultato puntando sulla difensiva, annullando gli effetti degli attacchi avversari ma ora avrebbe puntato sulla difesa e sull’attacco e sul sacrificio perché nei duelli era sovente richiesto anche quello.
Sarebbe rimasto in attesa, vigile, la bacchetta pronta a rivolgersi contro quella di Nihandra nell’attesa che questa evocasse la magia che aveva scelto per quell’occasione contro di lui.
Quando fosse stato il momento giusto avrebbe rivolto la bacchetta contro l’arma avversaria e allora mosso repentinamente verso il basso e lateralmente il polso facendo in modo che descrivesse un arco di circonferenza. In quel movimento avrebbe impresso tutta la rabbia e la frustrazione per ciò che aveva subito fino a quel momento. I suoi movimenti e il suo incantesimo si sarebbero sovrapposti a quelli della tassorosso, in un primo momento semplicemente facendo caso ai movimenti della bacchetta, in un secondo momento alla voce se questa avesse deciso di agire palesando le sue intenzioni. In questo caso sarebbe stato probabilmente agevolato perché avrebbe capito come e quando sovrapporsi alla sua avversaria.
In quel momento avrebbe quindi enunciato la formula del suo incantesimo sperando di andare a buon fine anche se solo parzialmente.
*RETÓRQUEO *
Lo avrebbe gridato nella sua mente come un monito a se stesso e un memento al suo futuro. Mai risparmiarsi. Mai lasciare niente al caso. Le avrebbe rivolto la sua stessa furia contro di lei e con essa quella che durante tutto l’intervento Sirius aveva nutrito verso se stesso e verso la sua avversaria. E se e quando avesse realizzato gli effetti del suo incantesimo si sarebbe levato come gigante fiero della sua persona, uno strattone che lo avrebbe liberato dalla morsa e che finalmente lo avrebbe messo in piedi al lato di quel maledetto drappeggio. Libero. Doveva solo attendere che gli eventi si sviluppassero.
 
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view post Posted on 29/10/2020, 19:20
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Invece che puntare sulla forza bruta, checché i suoi pensieri ne dicessero, Niahndra, spinta dall'istinto, aveva messo in campo una strategia silente. I suoi incantesimi avevano l'obiettivo di affaticare l'avversario che, dal canto suo, si era ritrovato, fino a quel momento, a liberarsi degli innumerevoli ostacoli messi in campo dalla Tassorosso.
Sirius White però, aveva ben capito che il tempo dei giochi e delle attese era finito e che, tutto sommato, toccava darsi da fare per concludere quel duello.
Nonostante gli fosse stata data la possibilità di rimettersi in piedi, aveva preferito mantenere la posizione. I primi fastidi, dovuti alla staticità assunta per troppo tempo, iniziavano a farsi sentire e l'immobilità parziale sopraggiunta non aiutava certamente. C'era poi da tener conto del veleno delle api che continuava a circolare liberamente nel suo corpo e di cui, il Docente, sembrava non volersi curare - in tutti i sensi. Che fosse anche quella una strategia? Che l'attacco fosse giunto troppo tardi?
I dubbi che si affacciarono nella mente dell'arbitro ebbero vita breve giacché chiuse gli occhi dinanzi ad un attacco da parte di Sirius che mai venne. Deluso, spostò velocemente l'attenzione sulla studentessa, giusto in tempo per vedere il fascio di luce tagliargli a metà le iridi mentre si affacciava, minaccioso su Sirius.
Il Retorqueo era un incantesimo che non andava preso alla leggera. Anticipare le mosse dell'avversario non era una mossa semplice ma addirittura sovrapporsi ad esse, già affaticato dai danni subiti e che iniziavano a chiedere lo scotto, era una questione di fortuna.
Tutto si basava sulla complessità e velocità della fattura altrui e, cosa spesso sottovalutata, dalla formula che richiedeva. Ciò che White voleva evocare necessitava di un richiamo affatto semplice mentre la Tassorosso aveva, dalla sua, un'offensiva lesta sia nei movimenti che nell'appello.
Pochi secondi. Erano sempre quelli a fare la differenza.
Il Retorqueo venne evocato ma l'Orbus fu più veloce, colpendo l'uomo in pieno e scaraventandolo con violenza a terra. La testa battè contro la pedana, lì dove giaceva una piccola porzione di tenda che non era caduta vittima del Verto precedente (-21 ps; -3 pc).
Sirius White poteva dirsi libero dal Petrificus ma in compenso poté avvertire un improvviso e forte dolore estendersi dalle tempie al centro del cranio a causa del trauma. Se non fosse stato precedentemente vittima di un duplice Stupeficium, avrebbe forse accusato meglio l'attacco.
Quale sarebbe stata, ora, la sua mossa?

Sulla pedana, nei pressi della posizione di Sirius, si trova ancora il tendaggio. Il Verto Tenuis è sparito.

Piccola nota: nell'esecuzione di incantesimi molto complessi considerate le dinamiche del gioco, consiglio una particolare attenzione e cura, più che per altre evocazioni. E' pur sempre una questione di abilità narrativa ancor prima di velocità di esecuzione e formulazione.



Sirius White
Sei stato punto da due api. I tuoi punti corpo scenderanno di 2 ad ogni turno se non poni rimedio al veleno iniettato.
Sei disteso a terra, a pancia in giù e hai battuto la testa. Puoi provare a rimetterti in piedi, la testa ti duole per il colpo ma non comprometterà le tue azioni se vi baderai.


ps 217 / pc 274 / pm 276

Niahndra Alistine
Sei in piedi. L'incarceramus ti ha colpita parzialmente. La mano dominante è stata costretta contro al fianco: non puoi muovere il braccio e, ovviamente, se muovi la spalla, l'intero busto seguirà la sua direzione. Il polso e la mano sono liberi. La corda, affatto pesante ma spessa, si estende lungo il ventre e prosegue fino a metà tra anche e ginocchia. Le gambe non possono muoversi, non puoi camminare (per intenderci, l'unico metodo per spostarti sarebbe saltellare) ma le ginocchia e i piedi sono liberi da questo impaccio.

ps 237 / pc 171 / pm 210


Turno a Sirius.

 
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view post Posted on 1/11/2020, 12:03
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L’azione restó sospesa a mezz’aria, piena di interrogativi, insufficiente, inefficace, arrestata come in un respiro mozzato, un battito saltato e così nella frazione di secondi successiva alla realizzazione il lampo che lo investì improvvisamente fu la rivelazione di un fallimento più che totale. Colpito infatti dall’orbus il docente veniva schiantato al suolo con una violenza che affatto si aspettava, la botta alla testa così forte da irradiare al capo un dolore misto a cocente rabbia repressa. Gli interrogativi e i biasimi che gli avrebbero riempito la testa avrebbero aggiungo solo ulteriore beffa a danno.
Perché mai stava accadendo tutto questo? Perché non riusciva a mettersi in piedi? A farsi valere ? A riuscire in qualcosa che non fosse cadere, soccombere o farsi umiliare ?
Non riusciva a capirlo eppure tutti i suoi sforzi restavano come inespressi, segno palese che in lui e in quella situazione c’era qualcosa che non andava ma non sapeva quale. Le sue strategie non tenevano, gli incantesimi fallivano annientati dall’opera offensiva della sua nemica, una studentessa che pareva saperla decisamente più grossa di lui. E questo era inaccettabile. Accusó il colpo, il dolore come sprono a mettersi nuovamente in piedi perché non era detta ancora l’ultima parola. Era difficile, estremamente difficile giacché le forze iniziavano a venirgli meno, il veleno circolante in qualche modo continuava a provarlo senza lasciargli alcuno scampo come gli effetti di uno stupeficium che ancora non volevano abbandonarlo. Era davvero finita per lui? L’espressione sul volto dell’arbitro, la delusione probabilmente lo avrebbero ferito se avesse avuto il tempo o il modo di coglierla ma questa era l’unica fortuna che gli era capitata giacché la verità era una sola: che era stanco, provato nel corpo e nell’animo e nonostante non potesse e volesse ammetterlo a se stesso per via dell’orgoglio, era stato decisamente colto in fallo. Quel docente di Hogwarts, quel talentuoso grifondoro che un tempo era stato, aveva strafatto sbagliando i calcoli e ciò che era seguito era stato semplicemente inevitabile. Colpa sua. Aveva lasciarto che le azioni altrui tracciassero un percorso estraneo da una volontà esclusiva e così colpo dopo colpo le rivelazioni erano giunte tanto crude e violente da lasciarlo quasi senza fiato. Avvertiva i muscoli indolenziti, il dolore al capo tanto violento da mischiarsi alla rabbia che provava non solo contro il nemico ma anche contro se stesso e tutto questo non gli piaceva affatto. Se non fosse stato per l’adrenalina, la voglia di dimostrare quanto realmente valeva, probabilmente si sarebbe già abbandonato arrendendosi all’inevitabile. Eppure la sua indole di grifondoro non glielo permetteva. Si ritrovava di nuovo al suolo, a pancia in giù, la bacchetta ancora stretta nelle mani mentre accusava tutte le bastonate, i dolori e gli effetti delle magie che precedentemente gli erano state rivolte contro. Tra le sue mani restava l’unico strumento in grado di salvarlo da quello scempio, la bacchetta, sua fidata alleata, l’unica ancora di salvezza in quel maledetto frangente di fallimenti. Lei e forse quel maledetto drappeggio che improvvisamente parve palesarsi dinanzi alla sua visuale. Le circostanze e gli eventi, il suo limitarsi ed agire senza giudizio lo avevano danneggiato più della tassorosso rivelandosi nemici più infidi della duellante stessa. Era stata tutta colpa sua e doveva porvi rimedio.
Si destó come spronato da quelle considerazioni e così cercó di mettere da parte il dolore, di focalizzare la mente su quel suo unico problema e così parve venirvi un po’ a capo. La soluzione era davanti ai suoi occhi, limpida e cristallina come acqua di fonte, un qualcosa che non aveva ancora considerato ma che era lì ad attenderlo come nuovo alleato. Poteva abbracciarlo, anzi doveva senza pensare a nient’altro perché nonostante avesse potuto fare affidamento su magie elaborate e a fatture potenti il precedente scambio di battute aveva dimostrato solo quanto una strategia sbagliata potesse rivelarsi fatale. Poteva sfruttare questa rivelazione? Farla propria? Certo ma senza cercare invano di affidarsi a un semplice colpo di fortuna perché sarebbe stato sciocco oltre folle.
Si ricordó dell’azione di Nihandra, del fastidio che quel drappeggio gli aveva dato fungendo anche da strumento in grado di distogliere l’attenzione altrui ed annullare un eventuale reazione della controparte e parve come illuminarsi suggerendogli una buona idea. Era così vicino che pensava che in qualche modo questo poteva fornirgli un vantaggio. Così mentre faceva leva sulla mano sinistra in modo da liberare il braccio dominante e girarsi sul fianco puntava con la bacchetta al suo obiettivo focalizzando tutto quanto gli era capitato, il fastidio che gli avevano provocato, la cefalea, il Veleno, lo svenimento, il drappeggio, il Pietrifucus totalus e nel rendersi conto della recuperata mobilità si sentì come invasato da nuove forze, quelle che venivano da una forte consapevolezza e dal desiderio di rivalsa. Era azzardato ma non voleva perdere ulteriori attimi preziosi che potevano avvantaggiare Nihandra. Inoltre eseguendo un movimento dal basso verso l’alto rivolto al drappeggio ne avrebbe guadagnato in scatto e velocità, senza troppi vaneggiamenti. Tutto ancora una volta si concentrava sulla rapidità di azione e su un incanto semplice da evocare. Il suo movimento era dettato da una scelta mirata giacchè desiderava, una volta incantato il drappeggio, mettersi in piedi senza mezzi termini pronto a continuare il duello cosa che avrebbe fatto immediatamente una volta enunciata la formula dell’incantesimo. Quello stesso drappeggio lo avrebbe in qualche modo protetto se fosse riuscito a sollevarlo da terra in quanto avrebbe probabilmente distolto l’attenzione di Nihandra e creato una sorta di scudo al suo corpo se fosse stato attaccato.
La sua strategia dunque era chiara. Stregare il drappeggio e rivolgerglielo contro esattamente come aveva fatto lei. Se fosse riuscito a farla cadere e lasciare che il drappeggio la coprisse avrebbe sicuramente guadagnato un vantaggio notevole giacché vittima come era dell’incarceramus e con i movimenti limitati sarebbe riuscito ad avere maggior probabilità di avere il sopravvento su di lei. Aveva calcolato tutto o quanto meno aveva cercato di pensare a ogni possibile evenienza.
Mentre la bacchetta eseguiva il movimento dal drappeggio alla tassorosso fece appello alle sue energie e all’adrenalina che il dolore alla testa aveva liberato. Condensó la rabbia, veicoló e trasformó tutto in energia magica affinché il suo incantesimo avesse un valore aggiunto e si facesse strumento del suo disappunto. Doveva sforzarsi anche a costo di mettere a dura prova il fisico.
*Oppugno! *
enunciò nella sua mente.
Confidava in se stesso e nella propria capacità magica. Doveva essere confidente e convinto di potercela fare e per farlo avrebbe caricato nella formula magica tutta la volontà di riuscire a sollevare quel drappeggio, la rabbia di voler sopraffare Nihandra. Doveva farcela. Doveva per forza farcela.

 
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view post Posted on 2/11/2020, 15:01
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Il petto iniziava a dolere, e così il resto del corpo. Costretta in quella camicia di forza, Niahndra si sentiva sempre di più una fiera in gabbia e da tale rischiava di perdere la ragione. Le mancava poter fare un respiro libero e ampio.
Non poteva più rimandare. Quel pensiero era divenuto certezza nel momento in cui l'Orbus venne scagliato. Era sciocco aspettarsi che l'avversario le avrebbe concesso un attimo di tregua per far evanescere quell'evocazione e nessuno avrebbe potuto garantirle che non si sarebbe esposta pericolosamente al fuoco nemico, ma quale era l'alternativa? Non poteva sperare di fronteggiare un mago tanto abile con i movimenti limitati e il repertorio di incantesimi decimato.
Fu per questo che non appena il raggio magico abbandonò la propria bacchetta, Niahndra smise di curarsene per pensare alla prossima mossa. Temeva ritorsioni dal docente, sarebbe stato stupido non aspettarsele, ma non poteva permettere a quei timori di farla tergiversare ancora a lungo: sperava che la finestra fornita dall'impatto e dalla caduta si rivelassero sufficienti.
Il polso protestò quando lei lo torse in modo tale da puntare il legno magico contro le proprio cosce, strizzate dalla spessa fune. Fece comunque attenzione affinché non vi fosse un contatto diretto.
I movimenti, per quanto possibile, sarebbero stati rapidi; l'urgenza di liberarsi al più presto venne domata per il tempo necessario a far chiarezza mentale e visualizzare l'effetto desiderato. Così come erano apparse, le corde sarebbero sparite. Ne più né meno.
«Finite incantatem.»
Ogni istante che passava era un istante regalato, un istante che l'avvicinava di più all'offensiva nemica. C'era qualcosa di terrificante e liberatorio al tempo stesso nel non osservare freneticamente le mosse di White, ma non sapere cosa l'aspettasse le procurava un discreto senso di disagio al quale avrebbe voluto porre rimedio il prima possibile.
*Prenda bene la mira adesso, professore, perché non ho intenzione di darle un'altra occasione.*
PS 237 • PC 171 • PM 210 • EXP 61
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view post Posted on 14/11/2020, 14:26
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Entrambi gli sfidanti iniziavano ad avvertire le conseguenze dei danni subiti. Oltre agli ematomi fisici e alla spossatezza, era da mettere in conto un fatto ancor più importante e che poteva influenzare le sorti prossime di quello scontro: l'umiliazione psicologica, l'impatto che quell'incontro aveva sulle loro menti sempre più annebbiate.
Sia la studentessa che il docente stavano optando per azioni che avrebbe concesso loro di tornare alla ribalta. Sirius, consapevole dei propri limiti e, paradossalmente in seguito al trauma alla testa che avrebbe dovuto confonderlo, aveva ripreso in mano le redini del proprio corpo. Una nuova consapevolezza, nata dal fastidio più intimo, avrebbe guidato la sua arma.
Niahndra, invece, cedeva alla costrizione che aveva combattuto fino a quel momento e provava infine a liberarsene, cercando di allontanare il timore del contrattacco imminente.
In base alla posizione assunta e colpo subito, White sapeva bene di non potersi spingere oltre checché chiunque, nella sua posizione, avrebbe potuto farsi guidare dall'insoddisfazione e dall'irrazionalità. Ma non lui e nonostante i tempi di azioni non furono velocissimi, ebbe dalla sua il tempo concessogli dalla giovane.
Alistine tornava capace di muoversi a suo piacimento, con i muscoli che dolevano appena dinanzi alle catene sciolte. Non poté, tuttavia, godere a lungo della ritrovata libertà giacché il tendaggio prese improvvisamente le mosse e si scagliò con palpabile energia addosso a lei. Non importava se la traiettoria fosse imprecisa o se la vittima si fosse mossa: il drappeggio vermiglio, pesante, si sarebbe spinto orizzontalmente verso di lei, impattando prima contro il busto per poi aderire al suo corpo, coprendole il viso (-2 ps; -3pm).
Così Niahndra indietreggiava di qualche passo prima di perdere l'equilibrio e cadere a terra, sul fondoschiena, incapace di tenere una posizione, incapace di reggersi sulle gambe giacché l'incarceramus aveva costretto il suo corpo, già esile, per troppo tempo. Era stata colpita quand'ancora non aveva avuto modo di coordinare il proprio corpo ora autonomo. A terra, con il volto coperto e il tessuto ad aderirle addosso, vestendola e bendando la sua arma, sembra inevitabile la necessità di liberarsene al più presto.
Sirius White aveva creato il diversivo voluto per acquistare tempo e rimettersi, tentennante e lento, in piedi.
Widebelly osservava indispettito, consapevole che, a quel modo, quel duello poteva dirsi distante dal giungere a conclusione.


Sirius White
Sei stato punto da due api. I tuoi punti corpo scenderanno di 2 ad ogni turno se non poni rimedio al veleno iniettato.
Sei in grado di rimetterti in piedi ma sei ancora piegato su un fianco giacché avresti dovuto descrivere il tentativo di tornare sulle tue gambe - soprattutto nel caso in cui già compi una variazione di posizione. La testa potrà voreticare per il colpo ma non comprometterà le tue azioni se vi baderai.


ps 217 / pc 272 / pm 276

Niahndra Alistine
Sei libera dall'Incarceramus.
Sei a terra sul fondoschiena che, ovviamente, duole un po' per la caduta improvvisa. Il drappeggio si è schiantato contro il tuo busto e ti copre viso e braccia. Piegato su se stesso, con il lato più lungo posto in orizzontale rispetto alla pedana, termina fino alle ginocchia ma si estende ai tuoi due lati sulla stessa.
Entrambe le mani sono sotto di essa e la punta della bacchetta avverte il peso del tessuto.

ps 235 / pc 171 / pm 207


Turno a Niahndra.

 
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E fu buio.
Boccheggiò quando la presa del cordame sul suo corpo svanì senza lasciare traccia; fu un riflesso involontario dovuto alla sorpresa di poter tornare a respirare liberamente, anche se solo per una frazione di secondo.
Un nuovo senso di soffocamento, infatti, la colse subito dopo in un marasma di arti e tessuti in cui sopra e sotto si confondevano. Le mancò l'appoggio dei piedi, le mancò l'equilibrio: il corpo cedette sotto l'impeto del tendaggio che White le aveva scagliato contro.
Se non altro, fu sveglia abbastanza da non cercare di parare la caduta con le mani laddove il fondoschiena avrebbe riportato meno danni (ma non necessariamente meno dolore), tuttavia un brivido sofferente le ripercorse la spina dorsale diramandosi alle terminazioni nervose periferiche.
Una parte di lei si chiese cosa l'avesse colpita, l'altra sottolineava l'inutilità di quella domanda. Era a terra, privata della visuale e della libertà di movimento: continuava ad essere un bersaglio. Da una gabbia, all'altra.
Dolorante si stese sulla schiena quanto alla svelta le riuscì: contava di dare al professore minore superficie alla quale puntare, oltre a disorientarlo leggermente col movimento di quella finta coperta. Il braccio armato venne ritratto verso il torso mentre il sinistro spingeva in alto al fine di sollevare un poco la stoffa che premeva su di lei, cosicché il braccio destro potesse a quel punto muoversi con maggiore spazio d'azione. Non avrebbe steso del tutto l'arto così da guadagnare ancora qualche centimetro. A quel punto, fidandosi il più possibile dei sensi interni di propriocezione ed equilibrio per sopperire alla vista avrebbe puntato l'arma verso il tessuto sempre senza entrarvi in contatto. Doveva liberarsene il prima possibile.
Iniziò a roteare il legno fluidamente e senza fermarsi mentre si concentrava sul risultato da ottenere: la scomparsa di quell'ennesimo impaccio. «E-va-nesco.» Spezzò la pronuncia in tre mandate, infondendo in ogni sillaba la sua volontà.
Cosa avrebbe trovato a quel punto? Non si illudeva di poterne uscire illesa.
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view post Posted on 19/11/2020, 22:21
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Scrutò le mosse di quel tessuto, la magia animarsi all’appello della sua bacchetta e avrebbe voluto gioirne come in un insolito momento di festa, uno scoppio di entusiasmo improvviso, ma la stanchezza e le ragioni di necessità costringevano il docente a reazioni decisamente più misurate.
Le forze erano venute meno giacchè, nonostante il desiderio e la concitazione, restava ancora disteso su di un fianco, la medesima e terribile posizione di qualche attimo prima.
Poco male.
Nessuna reazione avversaria era giunta a turbare l’equilibrio della sua strategia. Non quella volta almeno il che apriva finestre decisamente più favorevoli. Sirius White infatti sapeva bene di non potersi concedere attimi di tregua, Nihandra non gliene aveva mai concessi prima ma in quella occasione, con il drappeggio che si allontanava da lui prendendo le mosse la studentessa, egli seppe di avere qualche momento utile per rimettersi in piedi. La testa ancora gli doleva per il colpo subito, ne avvertiva gli strascichi ma mettersi in piede, fosse anche stato con tutte le attenzioni del caso, era divenuto ormai imperativo.
* Ora o mai più, Sirius…*
La mente e il fisico anelavano a una quiete che non potevano ancora concedersi e nessuno dei due pareva minimamente intenzionato ad arrendersi prima del dovuto, non lui, men che meno la fanciulla che tanto lo aveva messo in difficoltà. Doveva mettersi in piedi, tornare finalmente a duellare alla pari.
Fece quindi esattamente ciò che aveva desiderato e anche se tentennante, si sarebbe rimesso in piedi. Avrebbe preso tutte le precauzioni, valutato l’eventuale vorticare del capo, la spossatezza fisica e così avrebbe riguadagnato la tanto agognata stazione eretta pronto ad ingaggiare battaglia.
Meglio tardi che mai.
Avrebbe poggiato la mano libera a terra, sollevato il busto e una volta accertata la mancanza di capogiri, avrebbe fatto forza sulle gambe mettendosi in piedi e guadagnando la sua altezza naturale, lo sguardo finalmente e l’attenzione finalmente rivolti alla sua sfidante. Quell’indugiare le aveva probabilmente offerto l’occasione di realizzare indisturbata la sua azione ma a Sirius non importava perché una volta messosi in piedi avrebbe potuto studiare la situazione e a sua avversaria, calibrare la mira. Ciò che aveva in mente era abbastanza preciso, non un azione avventata ma una offensiva ben calibrata con l’intenzione di danneggiare ma anche indebolire. Coperta come era dal drappeggio infatti Nihandra sarebbe stata protetta da un probabile attacco fisico diretto ma non ad una offensiva che agiva sull’ambiente che la circondava. Doveva essere buio là sotto se ben lo rammentava, doveva sentirsi in qualche modo disorientata. Non doveva far altro che aumentare questa sensazione e destabilizzarla.
Ora.
A piani elaborati doveva solo mettersi all’opera.
Quando fu cerco di aver quindi recuperato una buona posizione e con esso l’equilibrio avrebbe rivolto la sua bacchetta all’indirizzo di Nihandra pronto a mettere all’opera la sua strategia. Doveva incantare l’area che la racchiudeva e la magia avrebbe fatto poi tutto il resto.
Prima di agire cercò di di riportare alla mente il senso di disorientamento che la copertura obbligata gli aveva imposto, il senso di cecità, la perdita dei punti di riferimento. Quel vorticare del capo di poco prima sarebbe stato un abile espediente a cui appellarsi. Avrebbe fatto proprie quelle sensazioni animandole della sua volontà di trasferirle in una area ben precisa e da questa a Nihandra che vi era contenuta. Dall’altro della sua posizione aveva la possibilità di calibrare al meglio la mira.
Tracciò un cerchio con la bacchetta immaginando di contenervi il corpo di Nihandra.
<< Nebula >>
enunciò verbalmente cercando così di distribuire meglio le proprie energie e non perdere la concentrazione necessaria a riuscire. Era solo la prima parte del suo incantesimo ma quella più importante perché il cerchio che aveva appena descritto avrebbe designato lo spazio fisico in cui avrebbe agito la sua magia. Ma non era ancora finita. La sua azione sarebbe stata carica di tutto il mordente necessario, il suo desiderio di ledere ben espresso dalla formula magica scandita in maniera chiara e decisa.
<< Antigravitas >>
completò andando a puntare la bacchetta al centro esatto del cerchio appena descritto. Se fosse riuscito nella sua impresa avrebbe reso piuttosto difficile alla sua avversaria rendersi conto di dove si trovava e quindi attaccarlo senza ostacoli. Era giunto il suo momento ma non doveva sbagliarsi giacché sarebbe stato un errore imperdonabile.

 
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view post Posted on 2/12/2020, 17:53
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Il Fato

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Iniziava a non poterne più. Amava il suo lavoro ma si stancava presto, complice la noia che incalzava quando costretto nella medesima posizione a seguire lo stesso duello.
Cosa ci faceva lì? Tentò di rammentarlo. Era un arbitro appassionato, un giudice in gamba. Perché non poteva starsene nella sala di un torneo ufficiale, dove i raggi di luce erano così veloci da annebbiare le seducenti danze degli avversari?
Colpito da quell'ingiusto pensiero, scosse appena la testa per tornare al presente.
La studentessa aveva optato per liberarsi una volta per tutte del tendaggio e Widebelly quasi le fu grato: era stanco di vederlo passare da una parte all'altra nemmeno fosse stato un bolide tra due battitori.
Lo sguardo andò, dunque, subito a Sirius e quasi si soprese nell'udire la sua voce fare appello ad un incanto.
Senza una difesa, Niahndra finiva vittima del Nebula. Il docente aveva forse giocato bene le sue carte ma entrambi erano ancora in grado di sostenere altre battute e, quindi, l'esito era lungi dall'essere predetto.
Presumibilmente destabilizzata dalla nube in arrivo, che conoscesse o meno gli effetti dell'evocazione, la Tassorosso si sarebbe trovata priva di punti di riferimento. Con la sensazione di volteggiare a testa in giù e la sala che improvvisamente si slacciava dalla normale percezione che si poteva avere dell'ambiente, avrebbe vacillato seduta nel vuoto (-20 ps, -10 pm, -10pc)


Sirius White
Sei stato punto da due api. I tuoi punti corpo scenderanno di 2 ad ogni turno se non poni rimedio al veleno iniettato.
La testa duole per il colpo precedentemente subito e inizi a sentirti stanco e spossato sia per i diversi attacchi subiti che per il veleno ancora in circolo.


ps 217 / pc 270 / pm 276

Niahndra Alistine
La tenda è svanita ma sei ora vittima del Nebula Antigravitas. Ti sembra di essere sospesa a testa in giù nel vuoto, con la sala improvvisamente sottosopra.

ps 215 / pc 161 / pm 97


Turno a Sirius.

 
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view post Posted on 4/12/2020, 15:19
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Improvvisa, avvertì come una fitta alla tempia e nella realizzazione il docente seppe che la stanchezza iniziava a farsi sentire come doveva. Il colpo alla testa era stato violento, la stanchezza gli appesantiva le membra ma Sirius White si sforzava di fare tutto il possibile per non cadere vittima delle circostanze. Le ultime battute si erano rivelate decisive e così con il recupero della stazione eretta e del successo del suo ultimo incantesimo sperò che l’adrenalina che aveva in circolo lo aiutasse a portare avanti il duello fino a quando fosse stato necessario. Aveva faticato a recuperare quel vantaggio ma non poteva adagiarsi sugli allori perché Nihandra si era dimostrata decisamente una avversaria temibile. Era riuscita a far scomparire il drappeggio recuperando di fatto di vista. Quanto avrebbe impiegato prima di metter mano alla bacchetta e rivolgerla nuovamente contro di lui? Non era la prima volta che dimostrava di esser capace di eccezionali riprese per cui non doveva assolutore abbassare la guardia. L’incarceramus che l’aveva costretta a una parziale immobilità non le aveva infatti impedito di tentare incantesimi potenti come quello pietrificante o gli schiantesimi il che era eccezionale. Il docente aveva già la bacchetta rivolta contro di lei per mezzo dell’incantesimo precedente ma già la sua mente si era rivolta all’azione successiva. Doveva essere rapido, la sovrastava. Doveva prenderla di sorpresa prima che potesse fare qualsiasi cosa per tentare di contrastarlo. I piedi erano piantati a terra con tutta la forza possibile, il baricentro sufficientemente ampio da impedire che un improvviso capogiro potesse farlo cadere in terra. Anche se il duello non sembrava voler giungere ancora a una conclusione, non doveva dimenticare che il suo corpo iniziava a subire tutti gli effetti degli incantesimi precedenti. Per alcuni non aveva potuto far nulla a riguardo come quel veleno che ancora incontrastato circolava nelle sue vene fiaccandolo e questo era il motivo per il quale assolutamente non poteva permettersi il lusso di dimenticarsene. Ogni sua azione sarebbe stata ponderata sulla scorta delle sue condizioni. Bonus e malus: era questo che faceva la differenza nei duelli.
Sarebbe stato allora sulla scorta di queste considerazioni e della tempistica necessaria che la sua azione si sarebbe consumata. Aveva cercato di considerare rapidamente tutto il possibile e di metterlo in pratica. Doveva essere rapido e letale come il morso di un serpente.
Ora.
La punta della bacchetta si spostò animata da tutta la foga che le circostante gli consentivano trovando la propria destinazione in corrispondenza del torace della studentessa e in particolare del suo petto dove batteva quell’indomito cuore che tanto la contraddistingueva. Concentrò le forze, cercò di focalizzarle nella bacchetta affinché la sua magia potesse prendere corpo. Non avrebbe mancato di mordente né di aggressività perché nella sua azione ogni risentimento e ogni voglia di rivalsa avrebbe trovato la sua concretizzazione. Nihandra gliene aveva fatte passare di tutti i colori per cui la rabbia e il desiderio di ledere certo non gli mancavano. Eseguì una rapida flessione del braccio portandolo verso di sé e subito lo distese andando a ritrovare il petto della tassorosso.
Durante questa estensione del braccio enunciò la formula dell’incanto con tutta la decisione e la sicurezza che poteva. Voleva vederla finire svenuta sul pavimento. Voleva provasse l’impotenza che aveva sperimentato lui qualche tempo prima. Lo desiderava con tutte le sue forze.
<< Stupeficium!!!! >>

 
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view post Posted on 20/12/2020, 21:01
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Il Fato

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Il duello andava avanti ormai da un po' e prima ancora che Widebelly potesse chiedersi quanto mancasse al vedere arrancare i due, la più giovane cadeva sorprendentemente in fallo.
L'attacco del docente fu veloce, privo di alcuna compassione. Forse l'uomo s'aspettava una reazione o forse aveva agito proprio per evitare di esserne vittima. La Tassina rimase immobile sul posto, come in attesa di essere colpita. Il giudice la osservò per un breve istante; fosse un ingenuotto al suo primo incarico avrebbe osato pensare che, in vero, avesse qualcosa in mente ma Widebelly ne aveva viste di tutti i colori, impasse come quella erano all'ordine del giorno eppure...
Le labbra si strinsero, il Nebula aveva dunque asservito allo scopo di placare tanta tenacia? I pensieri, annebbiati dalle conseguenze di quel blocco, si focalizzarono sul raggio che andò a colpire infine la giovane, costringendola - inerme - a terra ( -40 ps; -8 pm; -6 pc).
Niahndra perse i sensi nell'impatto e atterrò con un tonfo leggero sul pavimento, appena inclinata sul fianco sinistro.
Checché le redini dell'incontro sembrarono, ora, propendere verso una direzione più certa, Widebelly si forzò a non intervenire, porgendo ad ambo i contendenti un momento, quello decisivo, per porre la parola fine al loro destino.

Sirius White
Sei stato punto da due api. I tuoi punti corpo scenderanno di 2 ad ogni turno se non poni rimedio al veleno iniettato.
La testa duole per il colpo precedentemente subito e inizi a sentirti stanco e spossato sia per i diversi attacchi subiti che per il veleno ancora in circolo.


ps 217 / pc 268 / pm 276

Niahndra Alistine
Non avendo tu postato, sei stata inevitabilmente colpita dallo Stupeficium del tuo avversario. Hai perso i sensi e giaci a terra. Resterai ferma per 1 turno.

ps 175 / pc 155 / pm 89


Turno a Niahndra.

 
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view post Posted on 22/12/2020, 10:50
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Quella dei duelli era una danza complicata. Era facile, perciò, mancare un passo o saltare una battuta e cadere inevitabilmente in fallo. In qualche intervista aveva sentito dire che fosse virtualmente impossibile condurre un duello privo di errori e che la differenza tra i contendenti la faceva la capacità di mantenere il numero di sbagli al minimo, sfruttare quelli avversari e rimettersi in piedi. Con ogni probabilità, Niahndra aveva appena trovato il suo limite.
Con forse più affanno di quel che sarebbe stato necessario, la coperta era stata eliminata del tutto dall'equazione, ma ormai il danno era fatto. La consapevolezza di dover rendere al 200% solo per avere l'impressione di stare al passo col docente le aveva cucito addosso una fretta ed un senso di urgenza che —alla lunga— si stava rivelando il suo più subdolo nemico.
Riuscì a prendere una boccata d'aria solo per sentire il cuore sprofondarle nelle viscere non appena ogni punto di riferimento venne ribaltato malamente, lasciandola senza appigli di alcun tipo.
Forse fu quello il punto di rottura. Era riuscita a sopportare le costrizioni fisiche e a trovare la forza di non rimanere inerme, ma anzi sfruttare ogni occasione a proprio vantaggio; anche legata o momentaneamente cieca aveva avuto a disposizione ancora tutte le sue facoltà intellettuali. Adesso, invece, l'avversario la privava della più basilare delle necessità, spesso data per scontata.
A posteriori, Niahndra non avrebbe dubitato del fatto che con qualche istante in più dalla sua avrebbe potuto riconoscere la natura illusoria dell'incantesimo e ideare una serie di contromosse che —pur non eliminando il problema— le avrebbe offerto quantomeno spazio per reagire.
White, tuttavia, non le lasciò il tempo di adattarsi. Fu rapido e inclemente proprio come lo era stata lei e Niahndra non poté fare a meno di soccombere.
Un unico lucido pensiero si distinse nel marasma di input contraddittori che i suoi sensi le inviavano: *oh, questo farà male.*
Era, però, un dolore che conosceva e che avrebbe saputo affrontare una volta tornata in sé. Una magra consolazione mentre scivolava nell'oblio.
PS 175 • PC 155 • PM 89 • EXP 61
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view post Posted on 23/12/2020, 23:14
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L’assenza di reazione lo sorprese e nel silenzio, quel successo tanto ricercato, sperato con ogni fibra del suo corpo, incontrò vivo il suo disappunto. La verità era una sola: Sirius White non se l’aspettava. Nihandra si era rivelata fin da subito una sfidante abile e tenace. Sempre pronta, per nulla remissiva, capace di trovare una soluzione anche dinanzi alla difficoltà più imprevista. Ma allora cosa mai era accaduto? L’aveva vista svenire, il raggio del suo incantesimo colpirla senza che ne giungesse controffensiva alcuna. Il nebula aveva forza spezzato la volontà altrui, asservito alla sua volontà la forza di chi già aveva tanto dimostrato? Sinceramente Sirius White non lo sapeva eppure non poteva fermarsi. Il duello non era ancora terminato. Indugiò, la mente divisa tra il desiderio di infierire e una morale che gli impediva di farlo come a ricordargli come fosse ingiusto attaccare chi non fosse in grado di difendersi. Quegli attimi sospesi, mentre la fatica e il dolore al capo ancora una volta tornavano a far capolino gli avrebbero dato modo per pensare al da farsi. Eppure la risposta era così scontata. Quando lo stupeficium l’aveva schiantato la sua sfidante non lo aveva forse colpito con una altra fattura? Aveva forse atteso gli sviluppi? Concesso a lui di recuperare le forze prima di infierire ? Titubò, lo sguardo posato su di un corpo privo di sensi inclinato su di un fianco. Accadeva ancora una volta. Quella differenza di età, di ruoli, di prospettive, in un certo qual modo lo aveva inibito fin dal principio. Un docente e una studentessa, cosa avrebbero detto di lui? Lo avrebbe ricordato come un mollaccione che subiva passivamente gli incantesimi di una studentessa o come un docente che aveva calcato la mano infierendo su di un minorenne? L’atavica domanda. Nessuna risposta sembrava essere quella giusta e nonostante i mille interrogativi, lo sforzo di affrontare la domanda da ogni prospettiva questa restava senza apparente soluzione alcuna. La fantasia purtroppo si scontrata con una realtà più cruda. In qualunque modo avesse agito probabilmente il biasimo lo avrebbe sempre inseguito. Aveva deciso di affrontare il torneo e la congrega l’aveva messo faccia a faccia con una abile ma pur sempre giovane studentessa. Si trattava di una competizione e in quanto tale andava portata a termine. Coraggio, lealtà, rispetto per il proprio sfidante. Che fosse con vittoria o con la sconfitta il duello meritava di essere concluso senza ulteriori esitazioni. Con volontà. con fermezza, fino a quanto la forza lo avesse concesso ad entrambi.
Fu quindi animato da tali pensieri, sulla scorta di queste e di quelle considerazioni che il docente rinsaldò la presa sulla sua bacchetta portandola direttamente e con sicurezza all’indirizzo del suo bersaglio. Sirius White sapeva che ormai la ripresa dello stato di coscienza era solo una questione di tempo. E lui doveva agire per fortificare il proprio vantaggio. Gli effetti del nebula dopotutto non erano ancora spariti. Immaginò quel momento come cristallizzarsi, l’immobilità, la quiete e con una rapida frustata verso l’alto prima che la bacchetta si posasse su Nihandra, la sua volontà tentò di giungere a una salda concretezza. Voleva bloccarla in quella posizione, immobile, disorientata per effetto dello svenimento e senza alcun punto di riferimento sull’ambiente circostante giacché ancora nella zona di azione del nebula o almeno così pensava.
<< Petrìficus >>
enunciò con fermezza nel movimento senza lasciare mai che la presa sulla bacchetta si alleggerisse. Era la strategia migliore, l’azione più opportuna. Forse decisiva se fosse andato a buon fine.
<< Totàhlus >>
aggiunse con la bacchetta già ferma sul proprio obiettivo. Di più non aveva potuto. Conosceva gli effetti di quella magia e seppur non si presentasse come la più violenta delle offensive in quella particolare situazione forse lo era. Doveva solo restare fermo a guardare gli sviluppi. Cosa sarebbe accaduto?

 
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view post Posted on 23/1/2021, 20:32
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Il Fato

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Fuochi, fulmini e saette.
Ecco cosa si aspettava Widebelly ora che s'era giunti a quel punto del duello. La giovane, temeraria studentessa giaceva inerme a terra e il più atroce degli sfidanti avrebbe forse inveito contro la purezza di quella stasi.
Sirius White, invece, si mostrava come persona d'altri tempi. Rispettoso, avrebbe osato pensare qualcuno tra gli spalti; freddo stratega, avrebbero pensato i più maliziosi.
Non stava all'arbitro, tuttavia, giudicare la moralità delle azioni dei contendenti, tutt'al più ne avrebbe discusso tra i meandri dei propri pensieri, durante una delle gioiose passeggiate assolate verso una delle migliori trattorie del Mondo Magico.
Ad ogni modo, stupiti o meno che fossero, tutti restavano col fiato sospeso in attesa che un qualsiasi guizzo di vita, da quel momento in poi, avrebbe sottratto Niahndra dalle fauci del suo galante carceriere.
Nulla avvenne e fu soltanto per colpa della sabbia nella clessidra che sembrò pesare sulla testa della giovane. Se non avesse esitato, se la ripresa fosse stata più celere, se il docente avesse tentennato...
Nulla di ciò sarebbe potuto avvenire, né lo era già.
La certezza del presente annunciava una cosa soltanto: Alistine giaceva a terra e, man mano che la ragione avesse rivisto la propria luce, la Tassorosso si sarebbe resa conto di non poter muovere nemmeno un muscolo (- 30 pm; - 6 pc).
E fu così. Pur non potendo notare la differenza o il lume riassettare le membra legate alla pedana, Niahndra stava tornando in sé. Ogni fibra del suo essere restava perfettamente immobile e la coscienza avrebbe certamente trovato singolare quella condizione, giungendo forse in pochi, eterni attimi alla consapevolezza.
Una condanna vestita da un meno scabroso rispetto, ma pur sempre una maledizione.
Dal canto suo, Sirius, però, aveva ancora la bacchetta dalla parte dell'impugnatura e stava a lui, nuovamente, tessere le fila di quell'incontro.


Sirius White
Sei stato punto da due api. I tuoi punti corpo scenderanno di 2 ad ogni turno se non poni rimedio al veleno iniettato. La testa duole e ti senti stanco e spossato sia per i diversi attacchi subiti che per il veleno ancora in circolo.

ps 217 / pc 266 / pm 276

Niahndra Alistine
Sei stata colpita dal Petrificus Totalus. Stavi riprendendo coscienza del tuo corpo ed ora sei in te, ma dovrai fare i conti con questa nuova condizione e le dovute conseguenze. Fermo per 2 turni, se verrai colpita da un altro incantesimo o in qualsiasi altro modo, la paralisi svanirà.

ps 145 / pc 149 / pm 89


Turno a Sirius.

 
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