Spalti— La Giornata del Duellante, Fase I

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view post Posted on 17/6/2020, 17:05
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Il Fato

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La Giornata
del Duellante

spalti




Da quando si era sparsa notizia della riapertura della Congrega dei Saggi Duellanti, la comunità magica inglese si trovava in uno stato di febbrile trepidazione. La Gazzetta del Profeta e le varie stazioni radio avevano fomentato gli animi e per diversi giorni non si era parlato d'altro.
Dopo un lungo periodo di lutto e ricostruzione, l'antica istituzione tornava alla ribalta con un evento in grande stile. Erano state messe a disposizione tutte le sale presenti per accogliere non solo la folla di partecipanti curiosi, ma anche i duelli dilettantistici che avrebbero visto come protagonisti giovani e adulti di ogni fascia d'età. Si trattava, quella, di una vera e propria manifestazione sportiva.
Sarebbe stato possibile fare un breve tour della struttura, un tuffo nella sua Storia e nei lustri del passato; maghi e streghe avrebbero poi potuto ammirare i trofei e le medaglie che i loro beniamini avevano conquistato in patria e all'estero. L'orgoglio si sarebbe tinto d'un tocco amaro nella teca dedicata a The Magician, il quale con grande coraggio era venuto a mancare proprio tentando di fermare Raven Shinretsu.
Una volta che i duelli fossero cominciati, invece, sarebbe stato possibile assistere dagli spalti che si spiegavano tutt'attorno le varie pedane, a debita distanza per non interferire con lo scontro stesso e per essere al sicuro da eventuali raggi magici impazziti. Eccessivi schiamazzi o azioni potenzialmente interferenti non sarebbero state viste di buon occhio e, anzi, prontamente sedate: si trattava pur sempre di un evento di una certa importanza al chiuso.
Le diverse sale erano collegate tra loro perciò sarebbe stato possibile raggiungere ciascuna con discreta comodità.

Attenzione: in questo topic vi sarà possibile ruolare la partecipazione alla riapertura della Congrega dei Saggi Duellanti e assistere ai vari duelli che si stanno tenendo per la Giornata del Duellante. I duelli avvengono contemporaneamente in 6 sale distinte, ma collegate.
Per questo motivo vi invitiamo all'inizio del vostro post di specificare dove vi trovate (a quale duello state assistendo) per evitare incongruenze; i tempi sono ovviamente scanditi dai post del master che si occupa di quello specifico duello. Come intuibile, passare da una sala all'altra richiede qualche minuto di tempo, agite dunque di conseguenza.

 
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view post Posted on 26/6/2020, 18:31
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Tour della struttura


Erano pochi i motivi che avevano portato Jolene a trovarsi alla Congrega in quell'occasione: a dire la verità, si potevano contare sulle dita di una mano, e ne sarebbero pure avanzate. In primo luogo, tra i nomi degli sfidanti ne aveva scorto più d'uno a lei ben noto: Mìreen, Aiden e Maurizio erano solo quelli che conosceva meglio, ma figuravano anche Ariel e qualche Prefetto di Hogwarts. Se non fosse bastato quello a garantire la sua presenza, ci avrebbe pensato Virginia a trascinarla senza troppi complimenti. Sua madre, infatti, era entusiasta all'idea dell'evento in sé: poco le importava di chi si sarebbe sfidato e, anzi, il suo unico cruccio era che tra tanti non figurasse nessun nome realmente prestigioso nel campo dei duelli. Ricordava con piacere quando lei stessa si era fatta le ossa tra quelle sale, ricevendo la sua buona dose di sconfitte ma, anche, gioendo di vittorie spettacolari.
La figlia non aveva ereditato il suo stesso spirito combattivo: a Jolene, l'arte del duello non sarebbe potuta interessare di meno. Per questo seguiva con evidente noia la combriccola che veniva guidata tra i numerosi trofei esposti dietro alle teche, segno del grande prestigio guadagnato negli anni e compagnia bella. Si teneva almeno tre passi indietro a sua madre e alle sue amiche, un gruppetto di Streghe tra i quaranta e i sessant'anni i cui occhi brillavano ad ogni nuova rivelazione sulla storia del luogo. Coretti di oooh e di aaah stavano sicuramente facendo l'intera giornata della guida, che non avrebbe potuto sperare in un pubblico più coinvolto. Jolene, dal canto suo, voleva solo che quello strazio finisse, così da potersi accomodare a guardare i suoi amici affrontare i loro avversari. L'unico momento in cui si sentì realmente toccata dalla storia della Congrega fu quando venne nominato il terribile attentato di qualche anno addietro: al pari di quanto successo ad Hogwarts, un simile evento avrebbe lasciato cicatrici permanenti che nessuna rinascita sarebbe riuscita a cancellare del tutto.
Le cose si spinsero un po' per le lunghe poiché, anche quando il tour fu ufficialmente concluso, le signore rimasero ancora un po' di fronte alla teca dedicata a The Magician, parlottando tra di loro con aria grave. Erano una mezza dozzina in tutto, e Jolene si sentiva fuori posto tra di loro. Veniva guardata come la ragazzina ancora inesperta delle cose della vita, cosa che portava le donne a reagire in due maniere contrapposte: da un lato qualcuna cercava di condividere con lei tutto il proprio sapere, dall'altra il resto ‒ erano un paio, e Jolene le detestava ‒ la guardavano dall'alto in basso come se solo superare una certa soglia d'età rendesse un essere umano veramente degno di rispetto.
Era sul punto di andarsene da sola a cercare la sala di qualcuno dei suoi amici, quando finalmente si decisero che era il momento di avviarsi.



Mya J. Lockhart
vs
Mìreen K. N. Fiachran


Attraversarono alcuni corridoi zeppi di altri spettatori in procinto di entrare in una sala piuttosto che in un'altra. Jolene occhieggiava con grande attenzione i nomi dei duellanti segnati ad ogni porta, e quando lesse quello di Mìreen fece per entrare.
«Conosco Mìreen Fiachran» spiegò di fronte agli sguardi scettici delle donne, sua madre per prima. «È un Antimago e una ragazza molto in gamba, vedrete, sono sicura che sarà un duello che varrà la pena.» Quelle ci misero qualche secondo a valutare ma, visto che in fin dei conti non avevano altre opzioni, alla fine seguirono Jolene sugli spalti.
La ragazza fece attenzione a mettersi in prima fila, lasciando qualche sedia tra lei e le altre. Si sporse in avanti per vedere meglio la sala del duello: le due sfidanti e l'arbitro erano già arrivati, quest'ultima stava facendo volare in aria una moneta. Sarebbe stato semplice individuare l'amica anche da una distanza ben maggiore, con i suoi capelli colorati. Jolene sorrise istintivamente nel vederla, sentendo che la scintilla dell'entusiasmo si accendeva di nuovo, alla prospettiva di vederla in azione. Provò l'impulso di sbracciarsi, di gridarle qualche incoraggiamento, ma il momento sembrava già carico di tensione: l'arbitro aveva decretato a chi sarebbe toccata la prima mossa, ed era proprio Mìreen. Jolene osservò anche l'altra ragazza, ancora più giovane dell'Antimago, e pensò che poteva essere una studentessa, o al massimo una neo diplomata. Chissà come se la sarebbero cavata.
Attese, dunque, sporgendosi sempre più in avanti man mano che la tensione arrivava al suo momento di culmine. No, non amava i duelli, ma avere un'amica per cui fare il tifo rendeva il tutto decisamente più coinvolgente. Dietro di lei, sentiva il vociare indistinto delle sua accompagnatrici, pareva si stessero lamentando della giovane età delle due sfidanti. Jolene relegò quelle chiacchiere in un angolo della propria coscienza, e si immerse in ciò che accadeva sulla pedana. Con ogni probabilità non avrebbe visto tutto il duello, perché era impaziente di dare un'occhiata a tutti quelli in cui erano coinvolti i suoi conoscenti, cosa che l'avrebbe portata a spostarsi da una parte e dall'altra almeno due o tre volte. Ma intanto era lì, decisa a non lasciarsi sfuggire nemmeno una mossa delle due avversarie.

 
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view post Posted on 2/7/2020, 09:21
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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"Gryffindor is going crazy with Casey."


Hogwarts

Erano arrivate un po' in ritardo, perché Alice come al solito aveva finito per perdersi, ma non accettando di averlo fatto aveva convinto Vivienne ad andare della direzione che era ASSOLUTAMENTE certa fosse quella giusta. Piccolo spoiler: non lo era. Si erano addentrate al quarto piano, inutilmente, nonostante le indicazioni che perfino i quadri gli stavano dando. Dopo qualche ora passata a trotterellare come venditori di tappeti in mezzo ai corridoi e conciate come due cheerleader dei campus americani, erano finalmente riuscite a trovare la via giusta. Insomma dieci punti a Grifondoro. Il punto era che dovevano incontrarsi con Oliver, ma Alice aveva dovuto ultimare dei preparativi per la tifoseria e si era trascinata in giro Vivienne per aiutarla a raggruppare tutte le miriadi di striscioni e cartelloni che aveva preparato, come al solito Pix aveva finito per nascondere la roba ed Alice era impazzita un po' perché si divertiva un mondo a fare le cacce al tesoro un po' perché era successo tutto all'ultimo minuto e lei era assolutamente convinta di riuscire a trovare il bottino. Alla fine era riuscita a recuperare quasi tutto, il resto della roba sarebbe rimasta lì, nascosta chissà dove
<< Sì okay ammetto di essermi persa... >>
ammise infine la rossa, tirando gli occhi al cielo. Dio solo sapeva quanto le pesava ammettere la sconfitta. Erano comunque riuscite ad arrivare al punto di incontro con Oliver al pianoterra, quasi in orario. Indossavano delle divise che ricordavano i colori Grifondoro, ma che assomigliavano più a delle uniformi scolastiche babbane con sopra una grossa spilla con su scritto ***Gryffindor is going crazy with Casey*** ne avevano portato una anche per Oliver se avesse avuto il coraggio di indossarla. Alice aveva praticamente obbligato sua nonna a confezionare le due divise, una per lei e una per Vivienne e ora le due primine le indossavano, con tanto di pon pon giallo e oro. Avevano inoltre portato dietro una bandiera con lo stemma Grifondoro e un cartellone con su scritto "CASEY YOU'RE GRYFFINDOR'S PRIDE!!" a caratteri cubitali e realizzati con gli stessi colori della casata. Insomma, non si erano proprio risparmiate, anzi. Volevano in tutti i modi cercare di dimostrare il proprio supporto per KC e per la loro casata, insomma qualunque fosse stato il risultato ne sarebbero andate fiere. Ma avrebbero vinto, vero KC? Una volta radunati i tre Grifondoro sarebbero stati magicamente trasportati grazie all' abilità del caposcuola di smaterializzarsi fino a Londra. Il posto dove si tenevano i duelli non era infatti ad Hogwarts. E quale passaggio più sicuro di andare con il capo del capi? A sto giro non avrebbero potuto nemmeno sottrargli punti.

Congrega dei Saggi Duellanti


Casey Bell
vs
Ariel Astrid Vinstav




Una volta arrivati dovettero individuare la sala nella quale Casey stava affrontando il duello, ce ne erano diverse e ognuna aveva il proprio duello. I concorrenti erano stati scelti probabilmente a caso e in alcuni casi vedevano maghi adulti contro studenti, Alice era in brodo di giuggiole. Avrebbe tanto voluto partecipare anche lei! Ma era ancora troppo giovane ed inesperta, per cui non le rimaneva che utilizzare tutte le sue energie per fare il tifo. Le faceva molto piacere di trovarsi lì con Vivienne ed Oliver, quindi dopo un breve indugio iniziale i tre andarono a posizionarsi tra gli spalti della sala che vedeva come sfidanti Casey e una certa Ariel, Alice non sapeva chi fosse, ma dall'aspetto aveva tutta l'aria di essere una studentessa. Volevano evitare di fare casino e disturbare gente, ma erano tutti molto emozionati e sia Alice che Viv si agitavano continuamente e tentavano di infondere forza e coraggio al proprio prefetto
<< VAI KC!!!! >>
urlò Alice, probabilmente seguita anche da Vivienne, prima che la gara partisse, iniziando subito dopo a sventolare le bandierine. Insomma della seria "guardate gente quello è il mio prefetto!" manco fossero genitori fieri. Poi avrebbero dovuto anche fare silenzio. Insomma, c'era bisogno di concentrazione lì. Tentarono di sedersi, ma la cosa non sarebbe durata a lungo.


 
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view post Posted on 3/7/2020, 22:01
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Vivienne L. Pierce


Grifondoro ✧ 11 anni ✧ schedaoutfit

Casey Bell vs Ariel Astrid Vinstav




La notizia del torneo si sparse per Hogwarts a macchia d'olio, tutti ne parlavano e l'eccitazione per l'evento era a mille, questo soprattutto per il fatto che era aperto anche agli studenti. Ovviamente Vivienne era troppo piccola e inesperta per partecipare ma questo non le impedì di essere super entusiasta per l'evento. La notizia che Casey avrebbe partecipato non fece che darle un'ulteriore motivo per esserlo. Con Alice avevano deciso che sarebbero andate a fare il tipo per la loro prefetta preferita e lo avrebbero fatto in costume da cheerleader. Alice aveva sempre queste idee geniali e quando glielo propose Viv non esitò un secondo a dirle di si. E anche se le sue idee non fossero state geniali, Alice aveva questo dono speciale per cui riusciva a far sembrare tutto così esaltante che era impossibile dirle di no!
jpgI completini da cheerleader li aveva cuciti la nonna della sua compagna ed erano meravigliosi. Viv passò quasi venti minuti a guardarsi allo specchio, sentendosi la protagonista di qualche film americano di quelli che a volte si era ritrovata a guardare in tv. Insieme, prese dall'eccitazione, avevano preparato una marea di striscioni ed erano riuscite pure ad avere delle spillette con il motto "Gryffindor is going crazy for Casey" che si erano appuntate sul petto. Ma le due grifondoro, piene di cartelloni, pon pon e altro materiale per incoraggiare la loro prefetta diventarono facilmente le vittime preferite di Pix che si impegnò il più possibile per rendere alle ragazzine le cose complicate: nascose in giro per il castello tutto quello che avevano preparato. Si ritrovarono, quindi, obbligate a girare in lungo e in largo per ritrovare la roba, mentre nel frattempo il tempo scorreva e rischiavano di essere in ritardo all'appuntamento con Oliver che si era offerto di accompagnarle a Londra. Come se non fosse abbastanza, ogni volta che Viv si allontana dalle zone che frequentava di più, c'era la certezza matematica che si sarebbe persa.

« Ahhh non guardare me! Non ho idea di dove siamo! » Risposte scuotendo la testa e guardandosi intorno: era sicura di non aver mai visto il corridoio in cui si erano ritrovate in tutta la sua vita. La Grifondoro si affidò completamente ad Alice per ritrovare la strada, visto che il suo senso dell'orientamento era praticamente inesistente. A fatica le due grife ritrovarono la strada e gran parte del materiale, raggiungendo finalmente Oliver che le aspettava al piano terra.

Non era la prima volta che si smaterializzava - con Martin lo avevano varie volte - ma ancora non era del tutto abituata a quella sensazione, in particolare il suo stomaco non lo era. Ma la leggera nausea che le aveva causato passò in secondo piano una volta dentro all'edificio della Congrega dei Saggi Duellanti, il suo aspetto solenne per un attimo intimidì la ragazzina, sentimento che poi diventò stupore e poi di nuovo eccitazione. Insieme ad Oliver arrivarono alla sala del duello di KC, ovviamente Vivienne non provò neanche per un momento a capire come arrivare, ma seguì i suoi compagni di viaggio senza pensarci un secondo.
Insieme ad Alice posizionarono in cartellone in bella vista e si prepararono a vedere il duello. KC stava per sfidare una biondina che Viv non aveva mai visto in vita sua quindi, anche se sembrava molto giovane, escluse che fosse qualcuna che frequentasse Hogwarts.

« WHOOOOO » Rispose Viv di rimando all'urlo di Alice. Era difficile starsene fermi e seduti (anche se avrebbero dovuto durante il duello vero e proprio), ma non stava più nella pelle, forse si sentiva più nervosa di KC stessa.





Edited by V i v i e n n e - 14/5/2023, 16:15
 
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view post Posted on 5/7/2020, 14:43
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The North remembers. ♥

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- Jaaane? Dove sei finita? Dobbiamo andare! -

La voce squillante di sua cugina Isabel fece scoppiare la bolla di pace in cui si era nascosta: raggomitolata nel divano, Jane era immersa nella lettura di un libro di Erbologia acquistato poco tempo prima al Ghirigoro per ampliare le conoscenze in quel campo. Se fosse stata assunta al San Mungo avrebbe dovuto riprendere a studiare le materie più importanti in ambito medico, e non voleva sprecare i giorni liberi che aveva ancora a disposizione.
Il libro volò via dalle sue mani, costringendola a sciogliere l’intreccio in cui aveva avvolto le gambe e ad alzarsi in piedi: scoccò un’occhiataccia alla cugina, che sorridendo teneva la bacchetta in una mano e il tomo nell’altra.

- Non fare quella faccia, sarà divertente! Sbrigati, Michael ci aspetta. -

Da quando Isabel era tornata dal suo viaggio di lavoro in Estonia – lavorava per l’ufficio di Regolazione e Controllo delle Creature Magiche al Ministero – aveva trascinato Jane fuori casa ogni volta che ne aveva avuto occasione.
E non appena aveva letto sulla Gazzetta del Profeta l’articolo riguardo l’imminente Giornata del Duellante, aveva iniziato ad assillare la cugina finché non aveva accettato di andare con lei a seguire qualche duello.
Jane aveva accettato controvoglia, non era mai stata un’appassionata di duelli: anche ad Hogwarts li aveva sempre evitati, e quelle poche volte che si era trovata coinvolta in uno di essi i risultati erano stati disastrosi. Non era nella sua indole mettersi alla prova in scontri magici, non riusciva a dedicarci l’impegno e la concentrazione necessari: se avesse dovuto duellare con qualcuno sarebbe riuscita a farlo solo con uno scopo ben preciso. Salvarsi la pelle, ad esempio.

Si chiuse la porta alle spalle, scendendo lentamente le scale e raggiungendo così la cugina che l’attendeva davanti al portone del palazzo: accanto a lei c’era un uomo alto, capelli corvini e occhi verde smeraldo. Era Michael, il futuro marito della cugina: anche lui lavorava al Ministero della Magia, come Auror.
Jane accennò un timido saluto, sorridendo, prima che la cugina strattonasse entrambi e li facesse incamminare a passo di marcia: a differenza della ex Corvonero Isabel adorava i duelli, per anni ad Hogwarts aveva mantenuto il primato di vittorie, e non vedeva l’ora di arrivare alla Congrega.

~

Isabel aveva chiacchierato ininterrottamente per tutto il tragitto: tanto Jane era introversa e silenziosa, tanto la cugina era estroversa e raramente zitta.
Fu solo quando varcarono la soglia della Congrega dei Saggi Duellanti, che la cugina smise di parlare, fermandosi: Jane si voltò e la scrutò in viso, leggermente preoccupata. Era la prima volta che l’edificio apriva al pubblico dopo l’attacco di qualche anno prima, e Isabel come altri aveva perso alcuni colleghi nello scontro. Poteva solo immaginare come si sentisse in quel momento, non doveva essere semplice ritornare in quel luogo.
Le strinse il braccio, sorridendole per incoraggiarla: la cugina fece un respiro profondo, e riprese a camminare.

Ci vollero solo un paio di minuti perché ricominciasse a chiacchierare a voce alta, indicando entusiasta i trofei esposti e salutando di tanto in tanto le persone che incrociava: in un paio di occasioni si fermò per presentare a Jane il responsabile di un ufficio o il collega di un altro.
La ragazza sorrideva e stringeva la mano ad ogni mago o strega che le veniva introdotto, ma in verità avrebbe preferito smaterializzarsi a casa e tornare a leggere sul divano. Stare in mezzo a così tante persone, l’aria satura di risate ad alta voce e saluti, stava mettendo a dura prova i suoi nervi: non riusciva a sopportare tutta quella confusione.
Dopo l’ennesimo saluto ad una Strega russa che era venuta appositamente a Londra per seguire il torneo, Jane rallentò il passo, cercando di perdere di vista la cugina e il suo ragazzo: era certa che Isabel non si sarebbe preoccupata una volta accortasi della sua assenza. Ormai era grande, conosceva la strada di casa.
Una volta che si fu accertata della lontananza di Isabel, si voltò e si diresse verso l’uscita: se si fosse mossa abbastanza in fretta sarebbe riuscita a tornare a casa a riprendere la lettura.

Mentre camminava a passo sostenuto verso il portone d’ingresso, notò sulla sinistra il tabellone con i nomi dei partecipanti del torneo: si fermò, incuriosita, e iniziò a leggerli.
Riconobbe alcuni dei nomi degli studenti, anche se non conosceva nessuno di loro personalmente: tra di essi spiccava quello di Mya Lockhart, una studentessa di Tassorosso molto capace e determinata che aveva avuto modo di conoscere durante la fuga da un attacco ad Hogwarts durante il suo terzo anno. Se Jane era ancora viva, lo doveva soprattutto a quella ragazza.
Indecisa, si chiese se fosse davvero il caso di tornare a casa a leggere: magari poteva andare a seguire per qualche momento il duello tra la Tassorosso e la sua sfidante... oppure no.
Un nome saltò allo sguardo di Jane, facendole cambiare immediatamente idea: controllato il numero della sala dove si stava svolgendo il duello che improvvisamente sembrava interessarle, si diresse verso di essa.

| Lucas Scott vs Maurizio Pisciottu |

Doveva aspettarsi la presenza di Lucas al torneo: quando ancora entrambi frequentavano Hogwarts a differenza di Jane aveva preso parte a molti duelli, vincendone la maggior parte. Ricordava ancora quando aveva sconfitto senza pietà Jessica Evans, una delle sue migliori amiche: aveva passato i giorni successivi in Sala Comune a vantarsene con chiunque fosse disposto ad ascoltarlo. Se Jane e Jessica non l’avessero trattenuta, la cugina di quest’ultima, Jane Evans, probabilmente avrebbe provato a spaccare il naso del ragazzo pur di farlo stare zitto.
Lei stessa conosceva di persona l’abilità nei duelli di Lucas: aveva perso il conto di quante volte avevano entrambi alzato le bacchette, l’uno contro l’altra. Erano state quelle rare occasioni in cui Jane si era trovata coinvolta in un duello.

Ma ora erano entrambi adulti, fuori da Hogwarts e lontani dagli scontri con i coetanei: gli esiti sarebbero stati gli stessi?

Quando Jane entrò nella sala del duello, ebbe immediatamente una risposta alla sua domanda: Lucas era appena finito a terra dopo un volo di qualche metro.
Sorrise: forse finalmente il suo ego stava avendo la lezione di vita che si meritava.

Sedendosi in una delle panche a metà della platea, volse lo sguardo verso lo sfidante: era un uomo molto alto, dai capelli scuri, sconosciuto a Jane. La ragazza notò che i suoi polpacci erano avvolti dai rovi, ma non ne fu sorpresa. Se c’era un incantesimo che Lucas Scott utilizzava spesso, quello era il Repsi Genitum: lei stessa ne aveva subito gli effetti un paio di volte.

Incrociò le braccia, la curiosità palese nel suo volto, pronta a non lasciarsi sfuggire nemmeno il più piccolo dettaglio di quello scontro.

JANE READ - 18 ANNI - STREGA ADULTA - EX CORVONERO
 
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view post Posted on 5/7/2020, 18:11
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La giornata del duellante
Con una certa trepidazione stava aspettando il treno per raggiungere Londra, si era preparata in fretta e furia con il timore di arrivare in ritardo. Avrebbe dovuto partire molto più in anticipo invece di rischiare a quel modo e già iniziava ad agitarsi: non era in grado di aspettare più velocemente di quanto stesse già facendo. Cercò distrazioni guardandosi intorno ed osservando alcuni dei presenti in attesa; era interessante vedere la coppia di fratelli, anzi no, di innamorati che si abbracciavano: solamente uno dei due sarebbe salito sul treno e chissà quando si sarebbero rivisti. C'era anche il tipico uomo ben vestito, con una valigetta 24h al seguito, che controllava spesso il suo orologio: sicuramente stava per andare a lavoro. Ognuno con la propria vita. Anche la sua stava andando avanti, verso qualcosa di completamente diverso da ciò che si sarebbe aspettata, ma Gwen evitò di esplorare questi pensieri e cominciò a contare le assi dei binari, almeno fin dove arrivavano i suoi occhi. Terminò il conto un paio di volte prima che il treno si fece finalmente vivo.
Non fu facile trovare posto, la sua scarsa prestanza fisica non le permetteva di farsi strada attraverso i passeggeri, ne era consapevole per questo non gli diete peso e per tutto il viaggio non fece altro che pensare a come avrebbe dovuto sentirsi Casey in quei giorni di attesa. Il minimo che la Tassorosso poteva fare era quello di sostenerla, di fare il tifo per lei o di incoraggiarla se si fosse trovata in una qualche situazione difficoltosa, ed era quello che avrebbe fatto.
Il palazzo della Congrega era enorme e da ogni angolo traspariva la storia dei duelli di quella congrega organizzata, ricolma della tristezza di quegli eventi passati. Gwen non era a conoscenza di tutte le sfaccettature di ciò che era successo, l'aver vissuto sempre fra babbani le aveva creato una qualche specie di barriera che la proteggeva dal mondo magico, ma qualcosa era giunta fino alle sue orecchie. Aver ricevuto la lettera per Hogwarts aveva cambiato totalmente il suo stile di vita, espandendo i suoi orizzonti verso sfaccettature che non avrebbe mai potuto immaginare, era naturale quindi che gli avvenimenti del mondo magico iniziavano a diventarle più familiari; gran parte del merito era anche della Gazzetta del Profeta. Comunque la storia di tale Raven la conoscevano praticamente tutti, c'erano persino voci inquietanti su ciò che facesse nel tempo libero. Non era però quello il momento di pensare a quella storia, la Tassorosso sapeva esattamente dove andare e cercava di evitare di fermarsi ad osservare l'architettura di quella struttura, non voleva assolutamente arrivare in ritardo; magari si sarebbe concessa un giro dopo il duello. Doveva ammettere che non era stato facile decidere a quale assistere: anche Niahndra si era iscritta a quell'evento di riapertura e le sarebbe piaciuto molto tifare per lei, però nella scala di priorità per Gwen, la Grifondoro aveva un valore completamente diverso, non poteva negarlo.


Casey Bell

Ariel Astrid Vinstav

Raggiunse la sala con il fiato ormai corto, intravide Casey sulla pedana e quella che doveva essere la sua avversaria: sembrava davvero molto giovane. Distolse lo sguardo solo per trovare un posto in cui potersi sedere e riprendere finalmente fiato, sempre che lo scontro glielo avesse concesso. Notò subito che Casey aveva già un certo quantitativo di tifoseria e non ne fu affatto sorpresa, sorrise nel vedere quanto si stessero dando da fare per incoraggiarla e decise di non mettersi in mezzo. Si sarebbe concentrata sul duello con la speranza di non immedesimarsi troppo, ma non appena l'arbitro lanciò la moneta, la tensione di Gwen cominciò a salire e le sue mani presero subito a stringere il tessuto dei pantaloncini. *Forza Casey* Era il suo unico pensiero, aveva tutte le carte in regola per vincere quel duello, chiunque fosse la sua avversaria.

 
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view post Posted on 6/7/2020, 17:11
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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CuoricilloSolo due tipi di persone indossavano gli occhiali da sole nei posti chiusi. La prima catetgoria erano gli sfigati, quelli che pensavano di essere dei ganzi assurdi ed irrimediabilmente dimostravano l’esatto contrario. La seconda erano i fattoni; quello era il modo migliore per nascondere gli occhi rossi ed irritati dalle sfumacchiate furtive, ma così facendo destavano i peggiori sospetti. In questo gioco di contraddizioni era assai difficile affibbiare la giusta etichetta allo stramboide di turno, quello che noncurante dei protocolli sociali si ritrovava per forza di cose a celare il proprio sguardo dietro due lenti di vetro scuro, nonostante le quattro mura intorno ed il tetto sulla testa. Camillo, per sua opinione personale, si trovava più comodo a bollare entrambi gli appartenenti a queste due divisioni come imbecilli, senza sforzarsi troppo di andare a fondo sulla questione. Del resto di quello che facevano gli altri non gliene poteva fregare di meno. Ciò a prescindere, la sua filosofia di vita gli imponeva di essere strano in modo non convenzionale, quindi evitava il più possibile di omologarsi alle masse, preferendo destare sgomento per vie traverse. Non lo avrebbe mai fatto, se solo non fosse stato costretto.
Ed ecco che, in quello che ormai pareva un processo di smistamento automatizzato, si era ritrovato a far parte non solo dell’ordine degli imbecilli, ma anche di quelli che erano cambiati per colpa della propria fidanzatina. Non che l’amore, come fattore in sé, avesse influito sul suo processo decisionale. Casey mica gli aveva puntato una pistola alla tempia! Era lui a conoscere fin troppo bene la sua #polla.

- “Non aver paura tesoro, andrai alla grande!” “Sì, ok fra, ma secondo te ci sta tirare un Lumos Maxima se mi trovo in svantaggio?”
- “E se l’altro conoscesse più incantesimi di me ed io potessi usare solo Lumos Maxima?” “In quel caso va bene usare il Lumos Maxima.”
- “Ti va di farci un giretto ad Hogsmeade questo weekend?” “E se poi arriva un malintenzionato ed io ho solo il Lumos Maxima?”
- “Stavo pensando che il Lumos Maxima ci sta… dici che p-” “Per l’amor di Dio tira questo C̵̩͕͓͚̈̊̆͛a̸͖̜̹̍̽ț̴̺̒́ž̷̹̈́̈́͛o̶̗̯͈̚ di Lumos Maxima e facciamola finita!”

Breendbergh, dopo essersi sorbito l’esternazione di ogni singola para mentale della signorina Bell riguardo il duello alla congrega, non aveva potuto fare a meno di accompagnarla per assistere da spettatore. Si era ritrovato nei posti a sedere riservati al pubblico, accanto a quella che aveva riconosciuto - scarsa visibilità permettendo - essere un Prefetto della sua casata. Aveva anche potuto constatare un certo entusiasmo tra le fan della Grifondoro, cosa che gli aveva procurato un immenso piacere. Benché non fosse da lui urlare e sbracciarsi per supportare la fanciulla, spiritualmente si era unito a loro negli incoraggiamenti.
Il primo scambio di incantesimi era andato tutto sommato alla grande e gli equilibri di quel duello ancora non erano stati alterati. Casey si era ritrovata nella posizione ideale per sparaflashare l’intera sala e Camillo era perfettamente conscio che la luce non sarebbe tardata ad arrivare, nonostante non avesse ancora ricevuto alcun riscontro nei movimenti della sua amata. Per lui era un gioco, una scommessa. Quanto bene la conosceva? Tentò la sorte, scandendo il conto alla rovescia a voce alta. Ovviamente non abbastanza per disturbare i contendenti sulla pedana, giusto il necessario per rompere le balle ai vicini di posto. «3… 2… 1…»
Saputello bastardo.



Noticina per chi legge: Camillo non sa che Casey sta lanciando il Lumos Maxima, perché ancora non è stato masterato, ma tira ad indovinare.
Le azioni potrebbero essere concordate con KC.
 
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Mi svegliai di soprassalto. Mi ero addormentata leggendo un libro che avevo comprato non molto tempo fa. Ultimamente non mi ero data molto da fare, avevo articoli arretrati da scrivere per la Gazzetta e non mi sarei meravigliata se qualcuno fosse venuto a lamentarsi con me. Stavo approfittando un po' troppo della gentilezza di Oliver e dei miei colleghi, dovevo rimettermi in sesto al più presto prima di essere licenziata. Guardai l'orologio, ero ancora in tempo per prepararmi e andare a tifare per Ariel al suo duello. Sbadiglia e Giulio, che era accoccolato sul mio letto, fece lo stesso. A volte vorrei essere te. Mormorai dandogli una leggera pacca sulla testa. Mi sollevai dal letto e mi diressi verso l'armadio prelevando dal suo interno un jeans e una magliettina di quelle che lasciano il ventre scoperto. Dopo aver fatto la doccia mi vestii velocemente riflettendo sulla mia pigrizia di quel periodo; chissà a cosa era dovuta, ero sempre stata una persona molto attiva, anzi, iperattiva, avrei osato dire. La verità nel profondo la sapevo già, probabilmente non ero ancora pronta per ammetterlo a me stessa. Non so se portarti con me, la tifoseria a volte è un po' violenta... non vorrei che ti facessi male per colpa di qualcuno. Nel caso avrebbe avuto inizio un altro duello tra me e il colpevole. Harry mise il broncio come ero sicura che avrebbe fatto. Nutriva una profonda simpatia per Ariel e mi sarebbe dispiaciuto non portarlo con me a tifare per lei. Dai su... vieni qui! Ma poi non dire che non ti avevo avvisato. Si arrampicò velocemente percorrendo il mio braccio destro per raggiungere la spalla come faceva sempre. Sei pronto per tifare per la nostra amica? Annuì contento.

Ariel Astrid Vinstav
Vs
Casey Bell



Quando arrivai agli spalti e vidi Ariel impugnare la sua bacchetta, capii che forse non ero arrivata in tempo, mi ero persa l'inizio. Notai non molto distante da me una testa colma di capelli scuri che riconobbi immediatamente. Mi avvicinai facendomi spazio tra la gente. Sta attento Harry, reggiti ai capelli Avvertii leggermente la presa delle piccole mani di Harry sui miei capelli castani, era da un sacco che ormai non li tingevo più di biondo. Ciaoo Gwen!Esclamai abbracciandola da dietro. Non era mio solito comportarmi in quel modo, le dimostrazioni d'affetto non erano proprio il mio forte, ma nei confronti di Gwen avevo sviluppato un affetto particolare e un istinto protettivo da sorella maggiore.
 
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view post Posted on 12/7/2020, 18:01
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Uocxwci
Sala Comune Grifondoro
Un colpo di bacchetta alle sue spalle, il movimento secco del polso, il sussurro di una formula magica tra tante. L'Incantesimo Freddafiamma vestì il fuoco del camino scoppiettante, al pianoterra della Sala Comune di Godric. Uno scintillio ramato, il contrasto tra l'arancio e il vermiglio, infine il bagliore dell'oro e delle ceneri zampillò sulle tende di broccato, e ne drappeggiò il tessuto come un abito d'altri tempi. Prezioso, vibrò come riflesso in lungo e in largo e brillò infine sui bordi similmente dorati di una carta; era l'unica che Oliver stringeva tra l'indice e il pollice della mano destra, ne girava il rettangolo tra le dita e il palmo, sfiorava la pelle e ne interrogava i misteri. Sedeva sulla poltrona che più preferiva, la schiena leggermente sospinta in avanti, e batteva il piede sinistro sul tappetto, lì in basso. Un ticchettio cadenzato, un ritmo concreto, il suono che scivolava, e si perdeva, e si consumava al cicaleccio di una e più voci. Altri studenti, altri concasati, alcuni di rientro dalle lezioni pomeridiane, altri già pronti per una partita a scacchi magici. Sollevò appena lo sguardo, il Caposcuola, soltanto per accorgersi di come altre tre figure stessero affollando il pianoterra: qualcuno chiese del camino, qualcun altro parve recuperare una confezione extralarge di marshmallow, e al sostegno degli Incantesimi di Librazione lasciò che si cuocessero alle fiamme sempiterne. Il profumo zuccherino si sospese come un ricordo lontano, un sentore di altri tempi. Pizzicò le narici, bagnò la bocca appena dischiusa, e compromise in quel modo un equilibrio tutto ricercato. Cercò di ignorare ogni altro dettaglio, ma ogni attenzione più solitaria arse come l'ultima brace lì nel comignolo.
«Silenzio.» Avrebbe potuto giurare di non aver parlato, non nelle sue intenzioni, ma il sussurro aveva saputo farsi strada prima del previsto. Non fu ascoltato, da nessuno di loro. Continuarono a chiacchierare, a ritrovarsi, a scambiarsi battute di circostanza; lo scatto secco dell'ampio ritratto della Signora Grassa, poco più avanti, lasciava intendere che sempre più Grifondoro stessero popolando la Sala Comune. Sostenne la carta nel ponte tra le dita, e l'indice arrivò a sfiorarne di nuovo i confini. Era lì, inerme, sulla propria mano; incapace di svelarsi da sé, vestita di ricami scintillanti, attendeva soltanto di essere girata. Un movimento semplice, una rotazione soltanto.
«Il principio.» Un cerchio, il polso in flessione, il sorriso degli altri. Un tavolino pieno di altre carte, i tarocchi che attiravano sguardi, e guizzi di fiammelle.
«E la fine.» Il profilo stilizzato di un vecchio viandante, l'abito lungo di chi sapeva vestire la sera, e tutti i misteri che la vicina notte avrebbe portato con sé; il cappuccio grezzo di un tessuto che appariva ruvido, astratto, leggero più di un soffio di vento, e la posizione che calzava sul capo del figurante - in parte scoperto, in parte calato, come sospeso a mezz'aria; un bastone, il sostegno nel tempo, il sostegno di chi non ne reggeva il passo, né il confronto; i piedi scalzi, la pelle che batteva la roccia, e la montagna che si poneva come sfondo e simbologia; infine, l'aurora in gabbia, la lanterna che stringeva in morsa eterea la scintilla di un fuoco fatuo.
Brillava, si spegneva. Rivelava, nascondeva. «Silenzio.»
Lo ripeté, a voce più alta. Mentre la carta si svestiva come l'ultima tra le amanti, e il vecchio spezzava l'incanto, lì in visibilio del futuro. Le trame trovavano una compostezza, e di pari modo annunciavano il disordine di altro, tanto altro ancora. Quando i commenti di altre studentesse punsero la sua attenzione, Oliver tentò di districarsi da ogni forma di distrazione; era lì, era così vicino, l'Arcano Maggiore sussurrava quello che anche lui avrebbe dovuto sapere. Era lì, Carta di Saggezza.
«...alla Congrega, dicono ci sia la nostra Casey.»
Socchiuse gli occhi, attinse alla Vista. Un filo, un figurante, un profilo.
«...forse anche il Professor White.»
Stirò la bocca, trattenne il respiro. Un lampo, un frontone, un braciere.
«...credo di sì, ma hey Oliver. Oliver, tu ci vai?»
Un accenno, e il vuoto. L'ultimo sentore apparve come incenso e zucchero filato, mentre Penny si avvicinava a passo spedito con un bastoncino di marshmallow bruciacchiati. Sul tavolino, prima che potesse raccogliere tutti i tarocchi e riporli al sicuro, la Carta si mostrò limpidamente, di nuovo.
Un vecchio, e la sua lanterna. Un vecchio, e il suo tempo.
L'Eremita, Arcano Maggiore.


tRezbGf
Sala Duello
Niahndra Alistine » Sirius White
«Ci vediamo al pianoterra, non un minuto di ritardo.»
Aveva parlato chiaro, con serietà. Da quando la notizia della Giornata del Duellante alla Congrega londinese aveva fatto il giro di Hogwarts, l'aspettativa aveva raggiunto livelli sorprendenti. Si mormorava che alcuni tra gli Studenti fossero in lista come veri e propri partecipanti, e da quando il nome di Casey Bell si era insinuato tra i candidati, la Sala Comune Grifondoro si era vestita a festa. Al di là dei tentativi di trasfigurazione di stendardi, cappelli e leoni di cartapesta, quello che aveva attirato l'attenzione di Oliver era stato il fremito di un'iniziativa comune: erano tutti legati al Prefetto Grifondoro, lui per primo, ma quasi sembrava - a tratti - di assistere ad una rinnovata edizione del Premio Barbanus. Come con Nieve Rigos, non troppo tempo addietro, anche in quell'occasione i concasati si mostravano al massimo del proprio splendore; si percepiva un'emozione che non aveva prezzo ed era piacevole, nessuno avrebbe potuto negarlo. Di per sé, Oliver ne era coinvolto e aveva rimuginato più volte circa un gesto gentile da compiere o meno: forse, si ripeteva, avrebbe dovuto inviare almeno un foglietto di congratulazioni, magari di auguri, tanto a Casey quanto a Sirius. Invece, nell'ultimo periodo si era limitato a farsi da parte, a cercare gli anfratti meno battuti dagli altri compagni. Il dormitorio, nonostante fosse da sempre un luogo sicuro in cui rintanarsi, si era riempito di persone, di studenti, di creature, di cose - la caotica visibilità di un posto che lui stesso apprezzava, e che lui per primo aveva saputo cambiare così drasticamente. Era stato il più delle volte nello spiazzale libero della Torre d'Astronomia: a gambe incrociate, con l'unica presenza del mazzo di tarocchi, e tutti i segreti che continuavano a mescolare. Le visioni, in quel periodo, erano tornate frammentarie e si rincorrevano l'una verso l'altra, più che l'una con l'altra. Si era spinto a riflessioni diverse, aveva tentato di carpirne un filo conduttore, invano. Rientrava in Sala Comune con più dubbi del solito, e più stizzito che altro pochi giorni prima aveva infine deciso di fermarsi. Quando aveva sentito Vivienne e Alice parlare della Giornata del Duellante, si era infilato nella conversazione con leggerezza. Un paio di frasi di circostanza, e una gentilezza. «Ciao, ragazze. Se avete bisogno di un passaggio alla Congrega, andrò anch'io. Possiamo Materializzarci insieme, altrimenti la strada è piuttosto lunga.» Un accordo veloce, aveva sorriso. La precisazione di non fare tardi si era persa tra il tono divertito e il veritiero; alla fine, si era detto, quella sarebbe stata l'occasione per staccare un po' da ogni altro indugio. Il giorno dell'appuntamento, all'orario concordato, Oliver era in anticipo al pianoterra; batteva la suola dello stivaletto al piede destro contro l'ampio portone spalancato del Castello e lasciava correre lo sguardo verso i giardini, fino al limitare lontano della Foresta Proibita. Un paio di pantaloni scuri, una camicia a quadroni rosa e azzurro, una t-shirt a tinta unita azzurrina, e un paio di occhiali da sole neri nella mano destra. Salutò le due concasate con un sorriso e si avviò rapidamente, subito dopo, con loro. Al di fuori dei cancelli, recuperò la bacchetta magica e sollevò appena lo sguardo - una giornata deliziosa, tutto sommato. Destinazione, determinazione, decisione: scandì il mantra in modo delineato, ricordava infatti di essere già stato alla Congrega - perlomeno all'esterno - quando aveva accompagnato suo cugino Jasdel per un incontro amichevole con un campione della stessa. Cercò l'attenzione delle Grifondoro e con leggerezza si portò al centro esatto. «Stringetevi forte al mio braccio, e non lasciatelo per nessuna ragione. Tre, due, uno...» Il pop secco della Materializzazione lasciò precipitare tutti e tre in un salto nel vuoto, e nel turbinio di colori, volti e luci, sparirono sul posto. Quando riapparvero a Londra, erano a pochi metri dalle porte della Congrega. Oliver si assicurò che le altre stessero bene, che tutto fosse andato come dovuto, e alla fine accompagnò quell'ingresso con poche altre battute di circostanza. Accettò di buon grado una spilla incantata, una di quelle che le concasate avevano realizzato per Casey, e l'appuntò velocemente al petto, proprio accanto quella da Caposcuola. Era quel genere di gesti che apprezzava profondamente, e a malincuore comprese di non aver mai avuto modo di conoscere né Vivienne né Alice - se non di nome, e dai pochi sporadici incontri in Sala Comune - come avrebbe voluto. Si ripromise di recuperare, ma prima c'era qualcosa che non poteva attendere. Alla stanza che annunciava il duello tra Casey Bell e Ariel Vinstav, si affacciò appena e fermò con un sussurro le due studentesse. La bacchetta colse gli occhiali da sole e l'Incanto Geminio ne concretizzò una perfetta copia, raddoppiandoli. Li offrì alle due compagne. «Prendete questi, vi serviranno per coprire gli occhi al momento opportuno. Devo passare prima altrove, ma prometto che tornerò e che farò il tifo a mia volta. Ci vediamo in questa sala, e se doveste spostarvi... appuntamento fuori la Congrega.» Un occhiolino, un sorrisetto, e via verso il corridoio. Ormai da solo, si abbandonò alle sensazioni che aveva a stento sopito. Ripose il legno d'Abete nella manica della camicia e chiuse leggermente gli occhi, trovando sostegno in una parete laterale. C'era qualcosa che non tornava, qualcosa che avrebbe dovuto percepire di gran lunga meglio. Quando si riscosse, seguì un paio di spettatori verso un'altra direzione e alla fine, alla targhetta interessata, scivolò all'interno della stanza proprio mentre il primo lampo rosso impazziva sulla pedana. Il duello era infatti iniziato e lui era lì, in corso d'opera. Come era stato lì per lui, alle partite di Quidditch e agli esami, all'ingresso della Stanza delle Necessità e al letto dell'Infermeria, da ogni giorno, e tanti altri in divenire. Era piacevole e triste, insieme, sentire che tra tutti Sirius White rappresentasse ormai l'unica persona di cui avrebbe potuto fidarsi pienamente. L'unico, forse, con cui avrebbe potuto parlare apertamente, senza timore, soprattutto senza rimorso. Nel taschino destro della camicia, l'Eremita attendeva silenzioso. Ma non era lì il suo destino, non era lì. Mentre prendeva posto, Oliver si accorse della sfidante e ne riconobbe l'identità di Niahndra Alistine. Apprezzò la fortuita combinazione e fu certo, fin da subito, di essere in una sala dove ne avrebbe viste delle belle. La gamba destra scivolò sulla sinistra, accavallandosi appena, e lui abbandonò la schiena sulla sedia. Attento, in religioso silenzio.

 
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view post Posted on 19/7/2020, 10:26
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La giornata del duellante
Casey Bell Ariel Astrid Vinstav

Mentre la tifoseria Grifondoro proseguiva con i propri cori, permettendo a non pochi dei presenti di sorridere con piacere, al fianco di Gwen si posizionò un ragazzo che le sembrava piuttosto familiare; ma, oltre al sapere di non potersi fidare della propria memoria, indossava un paio di occhiali davvero singolari che non le avrebbero permesso di capire chi fosse. Evitò quindi di pensarci troppo e rimase concentrata ad osservare l'inizio dell'incontro. Il Fato aveva deciso che l'avversaria di Casey avrebbe cominciato per prima, ciò travolse completamente la Tassorosso di agitazione, quasi che fosse lì di fianco alla compagna a dover subire chissà quale orribile incantesimo. Trattenne il respiro per quei secondi in cui la ragazza, che avevano forse chiamato Vinstavia – non aveva ben compreso – tracciò con la propria bacchetta i movimenti necessari al compimento del primissimo incantesimo di quel duello. Fu ovviamente un incanto sconosciuto per la giovane Tassorosso ed era già pronta a portarsi le mani sul volto per qualsiasi fosse l'effetto derivante, ma non accadde nulla. Forse non era riuscita ad eseguirlo bene? Gwen era quasi rincuorata che una cosa del genere succedesse anche a qualcuno di età superiore alla sua; a meno che non si trattasse di uno di quegli incantesimi mentali di cui non ricordava la definizione specifica, illusori forse, ma insomma non vide alcuna differenza in Casey se non il suo conseguente raggio scarlatto, che disarmò prontamente l'avversaria: *Grandissima!* Un'ottima pensata, senza la sua bacchetta la signora-ina Vinstavia non poteva fare molto ed avrebbe perso tempo nel recuperarla! Istintivamente un sorriso incoraggiante le si formò sul volto, almeno fin quando non percepì una forte, ed amorevole, stretta dalle sue spalle. Il primo istinto le procurò una reazione non poco impaurita: non era abituata a certe dimostrazioni d'affetto, in orfanotrofio si alzavano le mani solamente per punire e in generale tutti i bambini non sembravano in grado di dimostrarlo apertamente o, più semplicemente, era Gwen a non coglierne la differenza. Comunque sia, non appena la voce di Cordelia giunse alle orecchie della Tassorosso, si tranquillizzò e tornò a sorridere. «Ciao Cordelia!» Si voltò appena per indicarle il posto libero al suo fianco, «Siediti pure qui! Hanno già iniziato» Presa dallo scontro non pensò minimamente al perché la sua amica giornalista si trovasse lì a fare da spettatrice proprio a quel duello. Ormai si conoscevano già da un po' di tempo, inizialmente solo per le lezioni di pattinaggio su ghiaccio, durante le quali Gwen aveva iniziato a divertirsi moltissimo, ma non erano mancati anche dei giorni in cui erano riuscite a vedersi fuori dalla pista ed avevano iniziato a creare un certo legame che alla Tassorosso non dispiaceva affatto. Cordelia era una ragazza molto esuberante ed altrettanto gentile, entrambe qualità che Gwen apprezzava senza remore.
In quel momento, comunque, tornò ad osservare lo scontro e nello specifico la compagna Grifondoro: notò subito che avesse chiuso gli occhi, ma non riuscì a trarre un motivo di quel gesto; quasi in contemporanea, l'altro suo vicino di posto iniziò a contare alla rovescia ad una tonalità tale che non avrebbe potuto non accorgersene. Poi accadde tutto in una frazione di secondo, Gwen si voltò ad osservarlo interrogativa,
«Hai detto qualco-», credendo che ce l'avesse con lei, mentre la luce scaturita da un ben eseguito Lumos Maxima accecava completamente tutti. La Tassorosso strizzò istintivamente gli occhi, ma era ormai già troppo tardi e fu combattuta dal doversela prendere con Casey e dal fatto che aveva avuto un'idea davvero interessante: come lei, sicuramente anche la sua avversaria avrebbe subito quegli effetti *Ottima strategia* Degli occhiali da sole sarebbero stati davvero utili... «Come facevi a saperlo?» Concluse poi rivolta al ragazzo al suo fianco, mentre continuava a grattarsi gli occhi. Conosceva forse Casey?

Ciò che riguarda Cordelia è stato approvato in off :*-*:
E chiedo scusa a Kei per aver rovinato il cognome della sua pg! :ugo:

 
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view post Posted on 22/8/2020, 11:46
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Sala Duello
Niahndra Alistine » Sirius White
Aveva preso posto sulle file più in alto, le più lontane in linea d'aria dalla pedana. La borsa a tracolla ai suoi piedi, le gambe accavallate e la consapevolezza di non avere fortunatamente nessuno né al sedile sulla destra né a quello sulla sinistra. Perfettamente a suo agio, in solitaria, Oliver Brior aveva guadagnato così la visuale migliore: le figure dei Duellanti apparivano nitide nei loro dettagli, dagli abiti che indossavano per l'occasione fino alle fattezze di corpo e volto. Da parte propria, era lì per Sirius White. Il suo era un desiderio tutto al personale, più che un vero e proprio tifo; conosceva il Mago che stava prendendo parte alla sfida, lo conosceva da lungo andare ed era fiducioso delle sue potenzialità. Doveva ammettere di essere lì per lui, e soltanto per lui: la Giornata del Duellante aveva attirato la sua attenzione, era stata testimonianza perfetta per una serie di paragrafi di spicco sulla Gazzetta del Profeta, e di certo da qualche parte c'era proprio anche il Capo Redattore Bagley. Aveva letto qualcosa al riguardo, in effetti, tra le presenze di spettatori di successo; tuttavia, Oliver non era lì né come giornalista né come inviato speciale. Semplicemente, era lì come osservatore, come amico. Una parte di sé era convinta di dover ricambiare il favore: Sirius White era sempre stato presente alle occasioni più importanti della sua vita, dalle prove di esami fino alle partite sul Campo da Quidditch, passando per tutta una serie di episodi, traguardi e vicissitudini ancor più particolari. Era lì, punto fisso vero e proprio, e in lui Oliver aveva sempre ritrovato una certezza che le migliori amicizie custodivano gelosamente, Un privilegio, quello, cui non avrebbe voluto mai rinunciare, e che giorno dopo giorno sentiva il dovere di coltivare per bene. Intimamente, tuttavia, c'era anche di più. Negarlo sarebbe stato disonesto, trascinando con sé un velo di ipocrisia che mal s'addiceva al Caposcuola Grifondoro. Era lì per Sirius White, così era stato e così sarebbe sempre stato. Ma era lì anche per i segreti che i tarocchi gli avevano svelato nei giorni precedenti, fino a quella stessa mattina. Mentre incantesimi e sortilegi si susseguivano a colpi rapidi, lo sguardo del Veggente inseguiva i movimenti, le scelte, le peculiarità tanto di Niahndra Alistine quanto di Sirius White. Si accorse di come la Tassorosso stesse prevalendo, di come i suoi attacchi fossero ben mirati, più vividi, più decisivi - uno dopo l'altro, fino a spingere il Docente sulla pedana. Risvegliatosi in un interesse maggiore, e in quel caso proprio per il duello in sé, Oliver sciolse la presa delle gambe e si sporse leggermente in avanti. Non riusciva ad afferrare quella che all'apparenza, per lui, somigliava ad una strana esitazione da parte dell'amico. Era come se Sirius White non stesse rispondendo, adagiandosi tra soluzioni curative fino ad una protezione argentea, in ultima battuta. «Vai, Sir.» Un sussurro, appena percettibile. La sua voce portò con sé il sostegno che avrebbe dovuto avere fin dall'inizio, e si chiese a quel punto se l'ex Grifondoro avesse scorto la sua figura tra gli spettatori, lì agli spalti. Non era detto, e Oliver provò l'impulso di gridare per la prima volta. Si limitò invece a chiudere gli occhi, ad accogliere il fremito del Divenire.
Il cuore si calmò in un battito pacato, la mano destra solleticò il tessuto della camicia azzurrina al petto. Un cenno improvviso, un singulto. Aprì gli occhi, cercando le figure sulla pedana. Sentiva il profumo della terra, il brivido delle radici sulle caviglie, mentre la confusione si destreggiava di pari modo. Si domandò quale riferimento potesse celare. Cercò le Carte nelle tasche dei pantaloni, e attese.
 
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