| ⸙ JEAN GREY ⸙⁎ Di turno in ronda ⁎ Irritata ⁎La giornata di Jean non sarebbe potuta cominciare peggio. Il suo orecchio addormentato non aveva colto il suono della sveglia e questo aveva causato un ritardo nella sua tabella di marcia. La prima lezione della giornata sarebbe stata alla terza ora, per cui avrebbe approfittato di quella parte di mattinata libera per studiare. Da quando era stata nominata Prefetto, il tempo a sua disposizione per rimettersi in pari con le lezioni si era ridotto, e ormai Jean cercava di inventarselo, svegliandosi prima e andando a letto più tardi, correndo in biblioteca o in Sala Comune subito dopo le lezioni, i pasti, le ronde. La sua vita sociale aveva ricevuto un taglio netto, ma non c'erano alternative. Gli esami non erano lontani, e non poteva permettersi di fallirne nemmeno uno. Non solo, doveva completarli al meglio, a tutti i costi. Una media alta non si mantiene da sola, e Jean avrebbe fatto tutti gli sforzi possibili per riuscirci. In ogni caso, quella mattina pareva che le congiunzioni astrali non fossero dalla sua parte, e quelle due o tre ore che avrebbe potuto sfruttare erano svanite nel nulla. La lezione di Storia della Magia era stata noiosissima come al solito, ma la parte peggiore era che Jean non poteva permettersi di ignorarla, poiché era la materia che le stava risultando più ostica. Jean non si dava pace per questa faccenda. Lei era brava, studiosa, diligente, e oltretutto parecchio interessata a tutto quello con cui aveva a che fare all'interno di quella scuola, ma il modo in cui veniva gestita quella specifica materia non era adatto a lei. O almeno, non era nelle sue corde. Non si trattava solo di studiare, ma di analizzare determinati eventi, approfondirli e rivederli da punti di vista diversi e personali, e Jean non sentiva di avere tempo per questo genere di cose. La storia era importante, lo sapeva, e difatti la studiava, ma non riusciva a essere sufficientemente critica nello studio. Per questo motivo la lasciava sempre come ultima nell'elenco delle materie da studiare, e si ritrovava puntualmente indietro. Dopo la lunghissima, interminabile lezione di due ore, si era fatta ora di pranzo, e Jean aveva cercato di velocizzare la masticazione, rischiando solamente di strozzarsi con il pollo. Terminato il pasto, Jean si era fiondata in Sala Comune, ma nel tragitto era stata trattenuta da un branco esagitato di ragazzini del primo anno che litigavano tra loro, e in quanto Prefetto non poteva scamparsela. Era rimasta lì una mezz'ora, a riprendere i ragazzi uno a uno e minacciarne altri che non sembravano aver recepito il concetto. Jean era nervosa e di fretta, e questa non era certo una buona notizia per quei giovani. Ebbe appena il tempo di tornare nel dormitorio, quando guardò fuori dalla finestra e si ricordò improvvisamente della lezione di Volo del primo pomeriggio. Vuoto cosmico. Come aveva potuto dimenticarsene? Avrebbe dovuto passare due ore sul campo, che si sarebbero trasformate automaticamente in tre ore di studio buttate, tra preparazione all'allenamento e doccia e sistemazioni varie al termine. Avrebbe significato avere solo una o due ore per poter studiare prima di cena. Poche, troppo poche. La lezione di Volo era andata bene, ma era stata così faticosa che quando finì Jean si sentiva stremata. Ma avrebbe comunque cercato di salvare il salvabile della sua pianificazione. Doccia volante, vestizione ancora più rapida. Jean era già corsa a prendere i libri dal baule, quando sul comodino vide l'avviso che tanto aveva pregato di non ricevere quel giorno: ronda notturna. « No... Oggi no! » Era disperata. Aveva progettato di studiare tutta la notte fino a crollare, fronte sul libro, ma ancora una volta il cielo pareva avere altri piani per lei. Il nervoso cresceva sempre più di minuto in minuto. Era troppo volere del tempo per studiare? Essere Prefetto era una bella responsabilità, e a Jean piaceva. Inizialmente aveva avuto dubbi sul fatto di poter essere adatta a quella carica, ma poi, strada facendo, ci si era ritrovata bene e aveva fatto molti progressi. Era anche una buona referenza per la sua futura carriera, per cui avrebbe svolto i suoi compiti con responsabilità e diligenza. Ma non pensava che tutto questo avrebbe significato dover sacrificare lo studio o il tempo libero. Domandandosi se forse non fosse un problema di cattiva organizzazione, raccolse il libro di Storia della Magia e quello di Difesa contro le Arti Oscure e si recò di fretta in biblioteca, perché la Sala Comune era decisamente troppo occupata. Jean, durante quella poco produttiva serata di studio, imparò un'importante lezione: studiare quando si è nervosi non porta assolutamente a niente. Di quello che aveva letto aveva memorizzato forse un quarto, lo spirito critico non si era presentato neanche lontanamente e non aveva avuto il tempo di iniziare i compiti di Difesa. Si era fatta ormai ora di cena, e la bibliotecaria l'avrebbe cacciata a pedate se si fosse trattenuta ulteriormente. Chiuse il libro con più forza di quanto fosse tollerabile all'interno di una biblioteca, e le venne in mente che forse sarebbe stato meglio sul serio scappare prima di essere strigliata. Andò a cena senza nemmeno riportare i libri nel dormitorio, mangiò di corsa e poi si fiondò in Sala Comune, dove trovò Phoebe pronta ad aspettarla. Si era dimenticata che almeno non sarebbe stata sola a fare la ronda, quella notte. « Jean! Pronta ad andare, Imperiale? » « Phoebe, ciao! Oh, meno male che ci sei anche tu stanotte. Scusa, ho i nervi a fior di pelle oggi, vado un momento a sistemarmi e poi ci sono. » Erano quasi le undici, orario d'inizio del coprifuoco e, quindi, della ronda notturna, per cui ancora una volta la fretta la faceva da padrona. Scagliò i libri contro il letto, prese il mantello con la spilla da Prefetto e se lo mise addosso, e poi, imprecando tra sé e sé, si diresse da Phoebe per raggiungere insieme a lei i sotterranei, non prima di essersi assicurata di avere la bacchetta in tasca. Quello non era certamente il luogo preferito da Jean: freddo, umido, illuminato solo da alcune torce vagamente inquietanti. Ogni volta che ci metteva piede non poteva fare a meno di pensare se davvero tutti gli studenti di Serpeverde apprezzassero quell'ambiente. Phoebe non sembrava essere di avviso molto diverso. « Chi l'avrebbe detto ci sarebbero toccati i sotterranei » Il tono che stava usando pareva confermare la teoria di Jean. « Sembri agitata. Nemmeno a te piace questo posto, vero? C'è un freddo cane. Oggi vorrei solo essere in poltrona a studiare, mannaggia. Questo turno di ronda proprio non ci voleva. » Era vero. Quello che la infastidiva si più non era essere nei sotterranei, ma non aver potuto seguire nemmeno una parte del suo piano. « Quasi quasi mi auguro di beccare qualcuno fuori posto, così posso sfogarmi un po'. » Era irritata, e molto, e non stava facendo assolutamente niente per nasconderlo. Magari parlare un po' con l'amica l'avrebbe aiutata a sfogarsi, mentre percorrevano i corridoi in perlustrazione.
|