Una Ronda da Corvi, Privata ~ Jean

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view post Posted on 13/7/2020, 16:27
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«Credo di averla combinata grossa» Esordì la ragazzina accomodandosi su una delle poltroncine attorno al camino della Sala Comune.
«Di cosa stai parlando? Cosa è successo?» Fu la risposta di una delle ragazze più grandi, in quel momento seduta sulla poltroncina di fronte a lei, pronta a distogliere la propria attenzione dal libro che stava leggendo per rivolgerla completamente alla ragazzina che aveva appena parlato e che conosceva piuttosto bene.
«Mi hanno appena richiamata nell'ufficio del Preside, c'era anche... Megan... la Caposcuola» Bugia. La ragazzina voleva vedere come avrebbe reagito quella ragazza che altri non era che sua sorella Prue.
«Stai scherzando, vero? Cosa hai combinato?» Domandò Prue alquanto preoccupata.
«Beh, sono diventata la nuova... Prefetta» Ridacchiò la ragazzina felice.
«Mi stai prendendo in giro...» Sua sorella la fissò con fare circospetto. Non sapeva se crederle. Non sapeva se credere a quello che aveva appena sentito. Davvero sua sorella era la nuova Prefetta?
«Sempre molto diffidente, Prue» Puntualizzò la ragazzina tirando fuori dalla tasca interna del mantello la spilla con la lettera "P" incisa su di essa, per mostrargliela. «Tecnicamente, sono il tuo capo adesso» Ridacchiò la ragazzina rivolgendosi a sua sorella. La cosa era piuttosto strana e divertente, considerato che Prue era più di grande di lei.

La nomina a Prefetto era arrivata all'improvviso. L'ultima cosa che la corvina si sarebbe aspettata era proprio quella di diventare la nuova Prefetta della Casata che adorava alla follia. La Halliwell non sentiva certo di avere nessuna delle qualità che lei pensava venissero richieste ad un prefetto. Non poteva certo dire di essere una ragazza particolarmente diligente o amante delle regole, proprio per via del suo animo ribelle e pronto ad andare contro qualunque norma da lei ritenuta ingiusta o insensata. Da buona anticonformista qual era, detestava con tutte le sue forze le imposizioni e tendeva a voler fare sempre di testa sua, anche a costo di essere vista come quella strana, purchè questo non significasse essere sottovalutata. Essere sottovalutata. Era questa, la cosa che infondo detestava maggiormente. Capitava spesso che ci scherzasse sopra. Capitava spesso vederla scherzare sul modo in cui le altre persone mostravano di avere qualche riserva su di lei, era d'altra parte la ragazza strana, no? Ma infondo, la cosa non faceva che darle un po' fastidio, mentre la carica che ormai da un paio di mesi aveva cominciato a ricoprire, la avrebbe sicuramente portata a cominciare ad essere vista magari con occhi diversi. Questo era ovvio. Ma una questione rimaneva aperta: lei non si riteneva affatto all'altezza della carica che le avevano appena assegnato.

«Phoebe!» La aveva chiamata una voce distogliendola dallo studio. «Ho saputo, ho appena incontrato Prue e lei mi ha detto tutto: complimenti sorellina!» Aveva proseguito quella voce che stava avvicinandosi per raggiungerla.
La ragazza alzò lo sguardo dal libro di Difesa contro le Arti Oscure sul quale stava studiando. La voce che la aveva chiamata era quella di Piper, l'altra sua sorella, che ora stava sedendosi sulla panchina del parco della scuola accanto a lei.
«Sì... ehm, ti ringrazio!» Phoebe la ringraziò con una nota colma di imbarazzo. «Sai una cosa? Onestamente, non so perchè abbiano designato me. Penso abbiano sbagliato persona» Non potè fare a meno di ridacchiare con quell'ultima affermazione. Sicuramente avevano veramente sbagliato persona «Sì, insomma... non ho certo le qualità di una buona Prefetta» Non ebbe alcun problema nel mostrare le proprie insicurezze a sua sorella Piper. Sentiva di poter parlare liberamente con lei.
«Perchè la pensi così? Forse in fondo, ma molto in fondo, hanno visto qualcosa in te» Cercò di rassicurarla sua sorella e al contempo di strapparle un sorriso.

Quelle parole di sua sorella Piper, non facevano altro che ronzarle nella testa senza sosta. Per quanto cercasse di capire il motivo di questa nomina, ogni tanto non poteva fare a meno di non sentirsi all'altezza, di non sentirsi la persona giusta per questo importante incarico. Non poteva certo dire di essere una ragazza saggia come sua sorella Prue, ma allo stesso tempo non poteva nemmeno dire di avere le abilità tipiche di una perfetta mediatrice come sua sorella Piper. Così, eccola lì a domandarsi quale fosse la ragione per la quale la scelta era ricaduta su di lei. Come mai avevano scelto proprio lei? Come mai non avevano scelto le sue sorelle per il ruolo da Prefetto? Non faceva che chiederselo. Le sue sorelle erano certamente più tagliate, rispetto a lei, per questo ruolo, ne era consapevole, ma forse, chi aveva deciso di affidarle questa carica, aveva davvero visto in lei qualcosa. Qualcosa che, al momento, lei ignorava. Eppure, non poteva fare a meno di domandarsi cosa fosse questo qualcosa! Sospirò. Sicuramente con il tempo lo avrebbe scoperto, ma adesso aveva una ronda da fare. Per la perlustrazione dei sotterranei, prevista per quella sera, non sarebbe stata da sola, ci sarebbe stata Jean, con lei. Così era stato deciso, e ne era felice. Dopo aver sistemato la sua fidata bacchetta, che avrebbe tenuto nella tasca interna del mantello e che avrebbe tirato fuori solo nel caso in cui si fosse reso necessario utilizzarla, si appuntò alla divisa la spilla per poi scendere le scale che dal dormitorio femminile portavano all'enorme Sala Comune dalla forma circolare. Si sedette su una delle poltroncine attorno al camino, pronta ad aspettare Jean, amica, collega e concasata. Era bello perdersi ad ammirare la sala, vuota e silenziosa, in quel momento, mentre attendeva l'arrivo della Grey.
« Jean! »
La salutò non appena la vide. Quello che avevano vissuto durante l'ultimo incontro della Scuola di Atene, le aveva inevitabilmente cambiate, le aveva viste a dover affrontare le ripercussioni fisiche e psicologiche dovute a quell'evento, ripercussioni che piano piano stavano riuscendo a superare. O almeno, la giovane corvina sentiva che alla fine, nel bene e nel male, ce la stava facendo, e sperava davvero che fosse lo stesso anche per Jean, alla quale desiderava far capire che avrebbe potuto parlare con lei, se avesse voluto, di quello che era accaduto nella Cina del XVII secolo. Non era bello sopportare tutto questo da soli. Ma puntare sull'aspetto più divertente dell'intera faccenda, forse sarebbe stato rassicurante e le avrebbe strappato un sorriso. Si erano trovate in due fazioni opposte, lei era stata la Ribelle, mentre Jean l'Imperiale, e questo, se ci pensava, le permetteva di sorridere, nonostante tutto.
« Pronta ad andare, Imperiale? »

Si trovava ora, insieme a Jean, nel luogo in cui dovevano svolgere quella ronda notturna. I sotterranei. Il luogo in quel castello che la corvina detestava maggiormente.
« Chi l'avrebbe detto ci sarebbero toccati i sotterranei »
Esordi con fare insicuro e poco convinto, mentre continuava a far luce con Ia bacchetta. I sotterranei erano un posto angusto, sempre avvolto nel buio, nelle tenebre, un posto che le faceva sempre paura, anche se infondo un po' la affascinava, un posto che tuttavia aveva pur sempre una nota positiva: l'aula di Pozioni. Una delle sue materie preferite. Si guardò attorno. Era pronta a svolgere uno dei compiti per il quale si trovava lì. Un sorriso comparve tra le sue labbra, non riusciva ancora a credere di essere diventata una prefetta della Scuola di Hogwarts. Il primo periodo era stato leggermente traumatico, si era sentita incerta sul da farsi, piuttosto spaesata - e ogni tanto non poteva fare a meno di sentirsi ancora così. Lei era quella nuova e aveva ancora molto da imparare, ma cosa più importante, non aveva certo la presunzione di essere diventata - in davvero così poco tempo - una vera esperta di tutte le incombenze che riguardavano un prefetto, tuttavia durante le riunioni alle quali aveva partecipato insieme agli altri prefetti, loro erano stati così gentili da non farglielo pesare, da non farle pesare di essere l'ultima arrivata. Era lei che infondo non poteva far altro che sentirsi in quel modo. Era qualcosa di inevitabile. Avrebbe dovuto ancora lavorarci sopra, ne era consapevole. Gli incontri con gli altri prefetti erano sempre qualcosa di interessante, illuminante. Ognuno di loro cercava di rendere la scuola un posto speciale. Ognuno di loro cercava di dare il massimo per far funzionare il castello al meglio. Ognuno di loro aveva caratteristiche che lo rendeva diverso dagli altri, caratteristiche che ben si armonizzavano con quelle degli altri. Ognuno di loro con i propri punti di forza e di debolezza aggiungeva un tassello importante nel quadro organizzativo della scuola. Ricordava la prima riunione tra prefetti alla quale aveva partecipato. Il suo primo pensiero era stato quello di darsela a gambe, fuggire, scappare, letteralmente. Si era chiesta cosa si sarebbe dovuta aspettare da tutto questo, si era chiesta come avrebbero reagito gli altri prefetti all'aggiunta di un nuovo membro tra le loro fila, ma alla fine era andato tutto bene. Non potè fare a meno di sorridere dolcemente al ricordo della profonda agitazione che aveva provato quel giorno, dell'agitazione che con il passare dei minuti era completamente svanita. Alla fine si era trovata bene. Alla fine si era sentita come in una piccola famiglia, in cui indossare divise diverse non aveva alcuna importanza. Sembrava che quelle riunioni fossero l'unico momento in cui la divisa non rappresentava più motivo di scontro acceso o di competizione infuocata tra le casate. L'unico momento in cui si era pronti ad abbandonare ogni rivalità latente o manifesta. L'unico momento in cui l'interesse predominante era il benessere della scuola.



Edited by » Phoebe H. - 17/7/2020, 23:57
 
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view post Posted on 17/7/2020, 16:34
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⸙ JEAN GREY ⸙ Di turno in rondaIrritataLa giornata di Jean non sarebbe potuta cominciare peggio. Il suo orecchio addormentato non aveva colto il suono della sveglia e questo aveva causato un ritardo nella sua tabella di marcia. La prima lezione della giornata sarebbe stata alla terza ora, per cui avrebbe approfittato di quella parte di mattinata libera per studiare. Da quando era stata nominata Prefetto, il tempo a sua disposizione per rimettersi in pari con le lezioni si era ridotto, e ormai Jean cercava di inventarselo, svegliandosi prima e andando a letto più tardi, correndo in biblioteca o in Sala Comune subito dopo le lezioni, i pasti, le ronde. La sua vita sociale aveva ricevuto un taglio netto, ma non c'erano alternative. Gli esami non erano lontani, e non poteva permettersi di fallirne nemmeno uno. Non solo, doveva completarli al meglio, a tutti i costi. Una media alta non si mantiene da sola, e Jean avrebbe fatto tutti gli sforzi possibili per riuscirci. In ogni caso, quella mattina pareva che le congiunzioni astrali non fossero dalla sua parte, e quelle due o tre ore che avrebbe potuto sfruttare erano svanite nel nulla.
La lezione di Storia della Magia era stata noiosissima come al solito, ma la parte peggiore era che Jean non poteva permettersi di ignorarla, poiché era la materia che le stava risultando più ostica. Jean non si dava pace per questa faccenda. Lei era brava, studiosa, diligente, e oltretutto parecchio interessata a tutto quello con cui aveva a che fare all'interno di quella scuola, ma il modo in cui veniva gestita quella specifica materia non era adatto a lei. O almeno, non era nelle sue corde. Non si trattava solo di studiare, ma di analizzare determinati eventi, approfondirli e rivederli da punti di vista diversi e personali, e Jean non sentiva di avere tempo per questo genere di cose. La storia era importante, lo sapeva, e difatti la studiava, ma non riusciva a essere sufficientemente critica nello studio. Per questo motivo la lasciava sempre come ultima nell'elenco delle materie da studiare, e si ritrovava puntualmente indietro.
Dopo la lunghissima, interminabile lezione di due ore, si era fatta ora di pranzo, e Jean aveva cercato di velocizzare la masticazione, rischiando solamente di strozzarsi con il pollo. Terminato il pasto, Jean si era fiondata in Sala Comune, ma nel tragitto era stata trattenuta da un branco esagitato di ragazzini del primo anno che litigavano tra loro, e in quanto Prefetto non poteva scamparsela. Era rimasta lì una mezz'ora, a riprendere i ragazzi uno a uno e minacciarne altri che non sembravano aver recepito il concetto. Jean era nervosa e di fretta, e questa non era certo una buona notizia per quei giovani. Ebbe appena il tempo di tornare nel dormitorio, quando guardò fuori dalla finestra e si ricordò improvvisamente della lezione di Volo del primo pomeriggio. Vuoto cosmico. Come aveva potuto dimenticarsene? Avrebbe dovuto passare due ore sul campo, che si sarebbero trasformate automaticamente in tre ore di studio buttate, tra preparazione all'allenamento e doccia e sistemazioni varie al termine. Avrebbe significato avere solo una o due ore per poter studiare prima di cena. Poche, troppo poche.
La lezione di Volo era andata bene, ma era stata così faticosa che quando finì Jean si sentiva stremata. Ma avrebbe comunque cercato di salvare il salvabile della sua pianificazione. Doccia volante, vestizione ancora più rapida. Jean era già corsa a prendere i libri dal baule, quando sul comodino vide l'avviso che tanto aveva pregato di non ricevere quel giorno: ronda notturna. « No... Oggi no! » Era disperata. Aveva progettato di studiare tutta la notte fino a crollare, fronte sul libro, ma ancora una volta il cielo pareva avere altri piani per lei. Il nervoso cresceva sempre più di minuto in minuto. Era troppo volere del tempo per studiare?
Essere Prefetto era una bella responsabilità, e a Jean piaceva. Inizialmente aveva avuto dubbi sul fatto di poter essere adatta a quella carica, ma poi, strada facendo, ci si era ritrovata bene e aveva fatto molti progressi. Era anche una buona referenza per la sua futura carriera, per cui avrebbe svolto i suoi compiti con responsabilità e diligenza. Ma non pensava che tutto questo avrebbe significato dover sacrificare lo studio o il tempo libero. Domandandosi se forse non fosse un problema di cattiva organizzazione, raccolse il libro di Storia della Magia e quello di Difesa contro le Arti Oscure e si recò di fretta in biblioteca, perché la Sala Comune era decisamente troppo occupata.
Jean, durante quella poco produttiva serata di studio, imparò un'importante lezione: studiare quando si è nervosi non porta assolutamente a niente. Di quello che aveva letto aveva memorizzato forse un quarto, lo spirito critico non si era presentato neanche lontanamente e non aveva avuto il tempo di iniziare i compiti di Difesa. Si era fatta ormai ora di cena, e la bibliotecaria l'avrebbe cacciata a pedate se si fosse trattenuta ulteriormente. Chiuse il libro con più forza di quanto fosse tollerabile all'interno di una biblioteca, e le venne in mente che forse sarebbe stato meglio sul serio scappare prima di essere strigliata. Andò a cena senza nemmeno riportare i libri nel dormitorio, mangiò di corsa e poi si fiondò in Sala Comune, dove trovò Phoebe pronta ad aspettarla. Si era dimenticata che almeno non sarebbe stata sola a fare la ronda, quella notte.
« Jean! Pronta ad andare, Imperiale? »
« Phoebe, ciao! Oh, meno male che ci sei anche tu stanotte. Scusa, ho i nervi a fior di pelle oggi, vado un momento a sistemarmi e poi ci sono. »
Erano quasi le undici, orario d'inizio del coprifuoco e, quindi, della ronda notturna, per cui ancora una volta la fretta la faceva da padrona. Scagliò i libri contro il letto, prese il mantello con la spilla da Prefetto e se lo mise addosso, e poi, imprecando tra sé e sé, si diresse da Phoebe per raggiungere insieme a lei i sotterranei, non prima di essersi assicurata di avere la bacchetta in tasca.
Quello non era certamente il luogo preferito da Jean: freddo, umido, illuminato solo da alcune torce vagamente inquietanti. Ogni volta che ci metteva piede non poteva fare a meno di pensare se davvero tutti gli studenti di Serpeverde apprezzassero quell'ambiente. Phoebe non sembrava essere di avviso molto diverso.
« Chi l'avrebbe detto ci sarebbero toccati i sotterranei » Il tono che stava usando pareva confermare la teoria di Jean.
« Sembri agitata. Nemmeno a te piace questo posto, vero? C'è un freddo cane. Oggi vorrei solo essere in poltrona a studiare, mannaggia. Questo turno di ronda proprio non ci voleva. »
Era vero. Quello che la infastidiva si più non era essere nei sotterranei, ma non aver potuto seguire nemmeno una parte del suo piano.
« Quasi quasi mi auguro di beccare qualcuno fuori posto, così posso sfogarmi un po'. »
Era irritata, e molto, e non stava facendo assolutamente niente per nasconderlo. Magari parlare un po' con l'amica l'avrebbe aiutata a sfogarsi, mentre percorrevano i corridoi in perlustrazione.
 
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view post Posted on 8/12/2020, 18:49
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"Cara Phoebe,
Un attimo prima di srotolare la pergamena con la quale mi informavano della tua nuova nomina, devo ammetterlo, ho pensato subito ti avessero... beh, hai capito no? Ma sono felice di aver completamente sbagliato. Congratulazioni! Cerca solo di non deludere le aspettative.

Non mi hai ancora detto cosa è successo all'Incontro di Atene!

Con affetto,
La nonna"


Nonna Penny era una donna di poche parole che difficilmente mostrava le sue emozioni. Phoebe dal canto suo aveva appreso che, dietro la sua maschera da signora tutta d'un pezzo e talvolta poco incline agli slanci d'affetto, si nascondeva nient'altro che una nonna premurosa che adora alla follia le sue nipoti. La giovane Prefetta si era sempre chiesta se anche in gioventù Nonna Penny avesse mostrato quel suo solito modo di fare severo e qualche volta apparentemente giudicante: questo rappresentava un mistero che desiderava ardentemente di svelare prima o poi. Era passato un po' di tempo da quando aveva ricevuto quella lettera, ma per qualche oscura ragione le era appena tornata in mente mentre percorreva uno degli infiniti corridoi dei sotterranei. Il pensiero improvvisamente si soffermò su quanto risultasse strano il fatto che, di fronte alla stessa notizia - indubbiamente piacevole per chi vi era coinvolto - tre persone avessero avuto reazioni diverse. Se Prue si era dimostrata quella più diffidente e Piper non aveva potuto fare a meno di mostrare la sua felicità, la Nonna aveva tenuto a consigliarle di fare attenzione.
*Sempre la solita* Si ritrovò a pensare.
Sembri agitata. Nemmeno a te piace questo posto, vero?
« Mi hai beccata! Meno male che la nostra Sala Comune si trova sulla Torre di Divinazione »
Enunciò ridacchiando appena. Anche a lei non piacevano i Sotterranei, l'unica cosa di quel luogo che la attraeva parecchio era l'Aula di Pozioni.
Oggi vorrei solo essere in poltrona a studiare, mannaggia. Questo turno di ronda proprio non ci voleva
« Dai, ci sono qua io »
Rispose divertita. Sperava che in sua compagnia, Jean avrebbe trovato meno noioso e pesante quel turno di ronda.
Quasi quasi mi auguro di beccare qualcuno fuori posto, così posso sfogarmi un po'.
« Vedo che hai intenzioni interessanti »
I sotterranei erano avvolti da una pesante atmosfera buia e tenebrosa, salvo per alcune fiaccole accese. I passi delle due giovani Prefette riecheggiavano per quel corridoio che conduceva proprio fino all'Aula di Pozioni.
« A te piace Pozioni? »
La giovane Halliwell chiese quasi di punto in bianco all'amica. Le frullava ancora per la testa l'idea di domandarle come avesse vissuto lei la faccenda relativa all'incontro di Atene, eppure, alla fine si era scoperta a decidere di non intavolare ancora il discorso. Se e quando avesse voluto, Jean sarebbe stata libera di iniziare a parlarne. Far parte della Scuola di Atene non era facile ed entrambe lo avevano sperimentato sulla propria pelle qualche tempo prima e ancora adesso ne portavano le cicatrici.


OT: Ti chiedo perdono per i miei tempi biblici di risposta. Mi perdoni, vero? Vero? :(

Edited by » Phoebe ° - 8/12/2020, 22:18
 
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