dal cielo degno di una straordinaria notte di un giorno qualunque..., Role per Daniel O'Hara

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Narcissa Elodie Miller
view post Posted on 16/7/2020, 20:52





Narcissa Elodie Miller
Serpeverde | Studentessa, I anno | 11 anni | Outfit | ♪XwFHG5M "Per ogni stella, una promessa; per ogni penny, una scommessa"
Aveva scelto quella sera perché non riusciva a dormire. Era come se si fosse scordata come si facesse ad avere sonno. Aveva passato i giorni precedenti a mettersi in pari con i compiti; in realtà aveva temporeggiato e s'era ridotta all'ultimo, trascorrendo nottate intere alla luce della lanterna della scrivania della sala comune. Alcune volte era successo che s'addormentasse con la testa sulla pergamena, per poi svegliarsi con qualche lettera d'inchiostro allegramente stampata sulla guancia. L'ultima volta, invece, il Barone Sanguinario aveva fatto il suo ingresso nel salone principale della sala comune, rinfrescando l'ambiente e risvegliandola dal torpore.
Quella sera, invece, quella sensazione di sonno mista a stanchezza sembravano essersi volatilizzati. Narcissa aveva provato a mettersi a letto di buon'ora, ma non era riuscita a trovare la posizione più favorevole per addormentarsi. Aveva anche provato a 'contare le pecorelle', come le suggeriva spesso suo padre da bambina, ma l'unico risultato ottenuto era stato un odio profondo per quelle povere bestie.
Presa dallo sconforto, aveva scelto di indossare la sua calda vestaglia e di lasciare il dormitorio femminile, facendo attenzione a non disturbare le persone che riposavano nelle stanze attigue.
In sala comune il fuoco scoppiettava nel camino, prossimo ormai a ridursi a un misero cumulo di cenere. Il profumo dell'incenso invase le narici di Narcissa, che lo inspirò a pieni polmoni, fino a tossicchiare appena.

*Per Salazar, quant'è forte quest'odore!* pensò arricciando il naso e passandosi ambedue le mani sul viso.
La sala comune era deserta. Nessun altro studente sembrava soffrire d'insonnia quella sera, a parte lei. Cos'altro avrebbe potuto fare? Di parlare con qualcuno era fuori discussione, a meno che la poltrona verde o il falò nel caminetto non avessero improvvisamente preso vita e scelto di iniziare a disquisire dei massimi sistemi con lei. Aveva cercato anche, con una flebile speranza, di vedere spuntare il genitore o il fratello di qualcuno dal fuoco del caminetto, ma invano. Nessuna faccia pervenuta.

Camminò in lungo e in largo, misurando a passo svelto il tappeto verde della sala comune, finché un'idea balorda non le balzò per la mente. Si voltò verso la finestra della sala comune, dalla quale si poteva scorgere soltanto l'oscurità derivante dalle acque del lago nero.

*Chissà la piovra gigante cosa starà facendo* si ritrovò a pensare, facendo dei voli pindarici da far invidia. La sua mente vagava senza meta da un discorso all'altro, senza permetterle di seguire un filo logico. Probabilmente a modo suo la stanchezza le stava lanciando qualche segnale, che lei si curò premurosamente di ignorare.

Furtivamente sgattaiolò fuori dalla sala comune. Stando attenta a non farsi cogliere in flagrante - d'altronde, chi avrebbe trovato su due piedi una valida giustificazione per trovarsi lì a quell'ora della sera, quando tutti avrebbero dovuto essere in dormitorio? - risalì fino alla torre di Astronomia.

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Ad accoglierla uno sfavillante cielo stellato. Narcissa sgranò gli occhi incredula. Da quando era arrivata a Hogwarts era la prima volta che si ritrovava di fronte a uno spettacolo tanto maestoso quanto mozzafiato. Le stelle brillavano sopra la sua testa, specchiandosi nei suoi occhi e sulla superficie del lago nero. Abbassò appena lo sguardo per seguire i movimenti della piovra gigante, che però non diede alcun cenno di vita.
Hogwarts era avvolta nel silenzio più totale. In lontananza si potevano udire i gufi e i rapaci vari tubare all'interno delle loro gabbie; si poteva distintamente sentire anche lo sbatacchiare delle loro ali sulle voliere. Narcissa stava scoprendo un nuovo lato del castello. Era come se la notte gli regalasse un'intimità da scoprire.
Decisa a non perdersi nemmeno un istante di quello spettacolo, s'avvicinò al parapetto della Torre di Astronomia, prefigurandosi già fra qualche anno quand'avrebbe dovuto recarsi lì per seguire le lezioni previste dal corso di studi.
Le cicale sullo sfondo accompagnavano i suoi pensieri.

*Che notte meravigliosa... che stelle luminose*
Si ritrovò a pensare a quanto fosse fortunata ad essere lì. A poter godere dei privilegi del suo status di strega. La sua mente vagò anche alla prima pozione che aveva composto con successo e il cuore le si riempì di fervido orgoglio. Hogwarts le piaceva e dopo quello spettacolo stellato ne era ancor più convinta.
Lasciandosi cullare dai suoni della sera, restò con il naso all'insù, sperando di vedere qualche stella cadente. Ricordava che quand'era bambina suo padre la portava in spiaggia a cercare le stelle cadenti, perché sosteneva che vederne una le avrebbe permesso di esprimere un desiderio. Narcissa ne aveva espressi tanti, non poteva negarlo. Ancora non era in grado di discernere se si fossero avverati tutti, o se nessuno di loro fosse andato a buon fine. A dire il vero nemmeno ricordava più cos'avesse desiderato da bambina. Ora era certa di una cosa: desiderava vivere appieno l'esperienza alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Il suo più grande desiderio? Diventare un'ottima strega. Potrebbe sembrare banale, ma per lei contava più di qualsiasi altra cosa in quel momento.
Gli occhi puntati al cielo, si gettò alla frenetica ricerca delle stelle cadenti.


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DeDaniel
// modifica effettuata per sistemare l'impaginazione grafica
 
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view post Posted on 19/7/2020, 23:56
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Era finito il ballo e gli studenti esausti rientravano alla spicciolata dai bagordi notturni. Daniel però, giunto in sala grande, optò per non rientrare subito nei sotterranei. Non si sentiva così stanco e non aveva voglia di tuffarsi subito nel gossip della sala comune delle serpi che sicuramente avrebbe avvolto la stanza post ballo, assieme a quella strana malinconia che pervadeva l'ultima sera del primo anno.
Così l'irlandese seguì le gambe invece del cervello e salì le scale, mischiandosi ad un capannello di grifondoro del primo anno aiutato dal non indossare la propria cravatta ma una banale camicia color blu acqua. Le scale finirono in fretta per portarlo sino alla torre di Astronomia dentro la quale sgattaiolò silenzioso cercando di non farsi beccare dai prefetti rosso oro. Non correva un buon rapporto tra le due casate e non aveva scuse per trovarsi lì a quell'ora. Voltatosi verso il cielo tutte le preoccupazioni per la situazione furono cancellate dallo spettacolo maestoso che offrivano le luminose stelle a quell'ora della notte.
Nessuna illuminazione artificiale sporcava il manto chiaro e luminoso che si stagliava nel buio della notte e lo spettacolo era davvero mozzafiato. Trame di costellazioni vecchie e nuove si mostravano agli occhi del ragazzino che si perse cercare di riconoscerle senza curarsi di tappare la bocca rimasta semiaperta per la meraviglia.

Solo dopo qualche tempo si accorse che uno dei luminosi puntini non era una stella ma una chioma bionda che aveva già visto al ballo quella sera. Così con passo più felpato possibile per non disturbare la contemplazione in cui era intenta l'altra, Daniel andò a sedersi vicino a Narcissa, mantenendo sempre lo sguardo rivolto verso il cielo stellato
- problemi di sonno anche tu stasera? - Domandò senza guardarla ma colorando l'espressione di un sorriso mentre le iridi continuavano a seguire le trame che i corpi celesti avevano disegnato in quel cielo migliaia, milioni di anni prima, ognuna a seconda della sua distanza dalla Terra, e che viste tutte insieme rendevano uno spettacolo assolutamente unico, assurdo. Tracce di epoche diversissime tra loro che splendevano in sincronia, brillanti nel cielo.
Non aveva forse mai visto uno spettacolo simile
-è meraviglioso... - disse a mezza voce.
A Narcissa? A se stesso? A nessuno? Chi può dirlo
 
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Narcissa Elodie Miller
view post Posted on 20/7/2020, 07:22





Narcissa Elodie Miller
Serpeverde | Studentessa, I anno | 11 anni | Outfit | ♪XwFHG5M ""Per ogni stella, una promessa; per ogni penny, una scommessa""
Le stelle erano meravigliose quella notte, una delle ultime del suo primo anno. Una velata malinconia si fece largo in Narcissa, che, ancora troppo giovane per essere capace di gestire correttamente le emozioni, si lasciò andare a un lieve sospiro. I mesi a Hogwarts erano passati troppo in fretta, sembrava che avessero volato più velocemente degli studenti che, a bordo dei loro manici di scopa, giocavano a Quidditch per le squadre scolastiche. A breve sarebbero usciti anche gli esiti finali dei compiti che durante l'anno aveva consegnato ai docenti. L'ansia di poter dire a sua nonna Elodie con quali votazioni era uscita dal primo anno la faceva fremere come un fachiro sui bracieri ardenti.
"Uhm, oh..."
All'improvviso il suono di una voce maschile la fece sobbalzare. Il ballo era finito da poco. Gli studenti dovevano essersi tutti ormai incanalati verso la sala comune. Quando era rientrata s'era imbattuta in un vociare concitato di persone che spettegolavano, si aggiornavano e sospiravano. Lei, invece, s'era mantenuta a debita distanza da tanta frivolezza. Non era nei suoi canoni. Certo, s'era prodigata per ottenere un abito sfarzoso e appariscente, ma il tutto s'era esaurito nel ricevere complimenti e basta. Del ballo, dell'innamorarsi e di altre baggianate simili poco le importava. Anche perché a undici anni nemmeno poteva sapere cosa fosse l'amore.
Narcissa distolse definitivamente lo sguardo da quella cascata di stelle per andare alla ricerca della persona che aveva fatto il suo ingresso sul dirimpetto della torre di Astronomia.

"Daniel, ma che sorpresa!" esclamò sorpresa.
Una nota di sincero stupore attraversò le sue parole. A quanto pareva nemmeno Daniel era riuscito a prendere sonno. O forse aveva preferito estraniarsi pure lui da tutta quella mondanità a cui Narcissa non riusciva ad abituarsi. Allargò un sorriso per ricambiare quello del ragazzo e si voltò, appoggiando la schiena alla ringhiera e lasciandosi alle spalle quel meraviglioso spettacolo stellato.

"Già, troppa confusione in sala comune" convenne passandosi distrattamente una mano sul ciuffo, improvvisamente caduto sugli occhi.
Con un gesto agile riportò la ciocca ribelle dietro l'orecchio. Aveva ancora i capelli magicamente tinti di blu, anche se l'effetto dell'incantesimo sembrava fosse ormai sul punto di spegnersi definitivamente.

"Sembra non ci siano altre argomentazioni che non siano il ballo" esordì poi, con una punta di fastidio.
Era stanca di sentire frullare sempre gli stessi discorsi: erano sempre quelli, sulle scale, in sala comune, fuori dalle classi e persino nel bagno delle ragazze. Ne aveva fin sopra i capelli. Sbuffò, sinceramente contrariata e sollevata che entro breve tutti si sarebbero dimenticati del ballo.

"Finché non si tranquillizzano gli animi preferisco aspettare le stelle cadenti. Mio padre sostiene da anni che, nel caso in cui se ne vede una, bisogna esprimere un desiderio".
Narcissa fece una leggera pausa, inclinando appena il capo e lanciando una fugace occhiata al cielo. Le stelle brillavano, stagliandosi contro l'oscurità del cielo. Ancora non ne aveva vista una, ma sperava di riuscire nell'impresa prima che qualche professore li sorprendesse su quel parapetto a quell'ora della notte.
"Tu credi a questa storia del desiderio?"

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view post Posted on 5/8/2020, 00:42
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Daniel osservò Narcissa sussultare sorpresa al suono della sua voce, cosa pericolosa per altro nella torre di Astronomia in quanto la possibilità di fare la fine di Icaro era sempre presente. Sorrise alla sua reazione di stupore e chinò lievemente il capo quando lei si voltò verso di lui continuando però a guardare verso la volta infinita che così pura si offriva alle iridi adolescenti. Un sorriso sghembo costellava un volto evidentemente perso, gli occhi che guardavano ovunque e in nessun posto davano al ragazzino un'espressione insolita, quasi inadeguata per la sua età e sicuramente anni luce distante dal ghigno divertito che lo aveva accompagnato durante il ballo.

Le parole di Narcissa lo ridestarono improvvisamente dalla conversazione, si volse verso di lei, ruotando il capo di 45 gradi il modo da mostrarlesi di 3/4 e sorrise in maniera più calda
- Anche io non mi aspettavo certo di trovare compagnia quassù - convenne. E in effetti era difficile pensare di trovarne. Dopo il ballo il clamore degli studenti eccitati dalla serata, delle valigie dei ritardatari ( lui compreso), delle chiacchiere, delle discussioni che si tiravano avanti nelle sale comuni, avrebbe animato certamente l'ultima notte che gli studenti avrebbero passato ad Hogwarts quell'anno colorandola di allegria che sarebbe giunta forse sino ai fieri centauri nella Foresta Proibita.
Daniel non rifuggiva tutto questo.
Daniel adorava trovarsi in prima linea quando c'era da cianare o anche per banali chiacchierate davanti al camino in sala comune eppure quella sera aveva preferito rifugiarsi in un'oasi tranquilla, ove comunque giungevano a tratti voci acute e più gravi dei ragazzi più grandi.
Curioso come nella scuola ci fosse tale dissonanza di toni, talvolta tra compagni di corso. Cori di voci bianche che venivano d'un tratto sovrastate dalla gravità di un ragazzino magari solo un anno più grande dei precedenti.
Questi ed altri pensieri, che non essendo nella sua testa non ci è dato sapere, gli passarono per il capo mentre la bionda concasata parlava.
- Beh - rispose l'irlandese - dopotutto l'eccitazione è ancora fresca. C'è chi è andato al primo ballo in vita sua. Ma non c'è da temere - chiosò, assumendo un tono rassicurante - come una cometa questo ballo sarà dimenticato non appena la sua coda avrà finito di ardere nel buio della notte. - E niente. I Baci Perugina erano sempre ottima fonte di filosofia. - Mi sorprende piuttosto - riprese dopo una breve pausa - che tu preferisca passarvi oltre, come ti disturbasse parlarne. Eppure mi sembrava ci tenessi molto ad apparire bene. - ovvio il riferimento al vestito elegantissimo di Narcissa che aveva spiccato non solo rispetto alle coetanee ma in tutto l'ambiente. E' proprio vero che l'abito non fa il monaco, ma queste cose ad undici anni vanno in larga misura imparate e Daniel aveva potuto subodorare di essersi fatto l'idea sbagliata rispetto alla ragazza.

L'irlandese ascoltò con rinnovato interesse le di lei parole, si voltò un secondo verso la volta celeste come a raccogliere le idee e rispose, voltandosi di nuovo verso Narcissa
- non avevo mai sentito questa storia. Devo dire che non so se sia vero o no ma credo che un desiderio si possa avverare solo se siamo noi ad impegnarci fino in fondo affinché ciò avvenga - sorrise mentre faceva una brevissima pausa ad effetto - e se confidarlo ad una stella cometa crediamo possa aiutarci a farlo non vedo perché no -


perdonami, ci ho messo un sacco. Cercherò di essere più celere
 
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Narcissa Elodie Miller
view post Posted on 5/8/2020, 08:32





Narcissa Elodie Miller
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Sospirò appena Narcissa. Il ballo... le era piaciuto veramente? Non lo sapeva nemmeno lei, in fondo. Tutti a Hogwarts sembravano ancora in fermento, ma lei...
*Forse mi aspettavo qualcosa di diverso, o forse sono troppo piccola per apprezzare tanta mondanità*
Sospirò nuovamente, gli occhi levati alle stelle. Un lieve sorrisetto di compiacimento si dipinse sul suo viso e le iridi cerulee andarono a focalizzarsi su Daniel, che le aveva appena fatto i complimenti per l'abito.

"Sapessi quanto ci ho lavorato" disse con un pizzico di compiacimento.
Aveva lavorato duramente per ottenere quel risultato. E i capelli... oh, sì, i capelli l'avevano impegnata per tutto l'anno. Aveva passato i pomeriggi chiusa in biblioteca per imparare qualche metodo efficace che fosse del tutto reversibile. Adesso ormai il biondo era tornato alle sue solite sfumature lattiginose, ma quando aveva avuto fra le ciocche quelle note di blu le aveva amate.

"Il fatto è che forse siamo troppo piccoli per apprezzare un evento del genere" ammise, fissando il suo sguardo in quello del compagno. Cercava un cenno di assenso o una qualsiasi altra specie di segno che le garantisse che quel pensiero non era soltanto suo. Aveva visto quelle più grandi come si erano divertite: correvano a destra e sinistra, bevevano alcolici e rincorrevano ragazzi. Lei, invece, non aveva interesse per nessun ragazzo. Se c'era qualcuno che amava, quel qualcuno era lei stessa. Non poteva dire d'essersi mai innamorata se non di qualche oggetto che aveva visto nelle vetrine e che sua madre, dietro costrizione, le aveva acquistato. Che poi, intendiamoci, quello non è amore. E' brama di possesso, tutt'altra cosa.
"Credo che ci divertiremo di più quando saremo più grandi"
Queste le sue conclusioni. Parlò più rivolta a sé stessa che a Daniel. Era sicura che presto o tardi sarebbe arrivato anche per loro il ballo degno d'essere ricordato. Quello, per ora, non era che il primo di una lunga lista.
Gli occhi tornarono a perdersi in mezzo a quella distesa senza confini di stelle. Sembrava tutto così insignificante di fronte a tanta maestosità. Nel giro di pochi attimi a Narcissa passarono davanti tutti i mesi trascorsi a Hogwarts, le avventure, le amicizie che aveva faticosamente coltivato, le lezioni e la gita a Hogsmeade. Tutto l'aveva entusiasmata a tal punto che forse era in grado di snocciolare occasioni più succulente rispetto al ballo. Almeno, nella sua ottica.

"Convengo con te che i desideri vanno alimentati. Mia nonna dice sempre che bisogna crederci infinitamente e che le credenze babbane spesso derivano da un forte negazionismo verso il nostro mondo"
La sua attenzione tornò a concentrarsi febbrilmente su Daniel. Ci teneva a conoscere la sua opinione. Sapeva che l'argomento "babbani" a Serpeverde era una specie di tabù, ma fortunatamente non si era esposta in maniera particolare. Semplicemente aveva detto che la credenza era di origini babbane, non che suo padre o, peggio ancora, lei lo fosse.

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Ma ci mancherebbe! Quando vuoi e hai tempo ;)
 
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view post Posted on 29/8/2020, 01:22
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A Daniel non sfuggì il sospiro della ragazzina, tantomeno il compiacimento con cui gli rispose. Come avrebbe potuto dopotutto? L'eco degli ultimi schiamazzi s'era chetata lasciando il posto al bubare di qualche melanconico gufo che a stento raggiungeva la grande altezza della torre ove i due erano seduti. Un sorriso furbo ma gentile incorniciò il volto dell'irlandese quando questi rispose - beh si notava, non era frutto certo di improvvisazione - con un cenno del capo che tacitamente poneva il tutto in contraddizione col proprio outfit che invece era lasciato molto al caso. Uno sguardo un attimo perplesso all'altra per poi domandarle - ma, perdonami se sbaglio, sicuramente ricorderò male dalla concitazione del ballo. Non avevi i capelli un po' diversi? - E l'irlandese sperò di avere avuto ragione, sarebbe stata davvero una figuraccia altrimenti.
Le successive parole di Narcissa lo colpirono a fondo, tanto che lo sguardo del giovane prefetto smise di vagare tra la concasata e il cielo e si fissò sulle di lei iridi
- sicuramente ce lo viviamo diversamente rispetto a studenti più grandi - un sogghigno divertito d'istinto colorò i tratti di Daniel che si girò un secondo verso le stelle, non certo a dissimulare ma quasi a ricordare meglio l'evento. L'imbarazzo dell'altro prefetto di serpeverde, Mike, nel parlare con Alice era vivido nella mente del ragazzino che forse aggiunse tra sé un "menomale". Aborriva la prospettiva di viversi una sera così. Sarà che ad undici anni ancora non ci si rende bene conto.
Ma cosa abbia pensato Daniel in quel momento a noi non è dato saperlo.
Sappiamo però che disciolto di nuovo il sorriso, che ne addolcì molto i tratti, e spostato ancora lo sguardo su Narcissa commentò
- beh sicuramente avremo occhi diversi con cui viverlo. Che sia più divertente beh, dipende da che occhi questi saranno, trovi? -
Concluse mentre il pensiero volava alla serata appena terminata. Non poteva dire di essersi annoiato: aveva mangiato a sbafo, piluccato qualche alcolico da un bicchiere che si era fatto passare di sottobanco (forse più di uno, dettagli) e si era mosso totalmente fuori tempo in pista. Ma è il bello delle feste numerose con mille giochi di luce: basta muoversi un po' a caso e l'illusione di essere ballerini passabili è bella che servita.
Narcissa tornò a perdersi tra le stelle e Daniel ne approfittò per scrutarne la figura. La ragazzina dinanzi a lui era così enigmatica, arrogante e sprezzante alla luce del giorno e serena e profonda al chiaro delle stelle. Daniel scrollò le spalle, sarà stata una forma elevata di meteoropatia, si disse

- Beh interessante il punto di vista di tua nonna, deve saperne molto - convenne con un cenno del capo - io non so niente di babbani, non so neanche se mai ne ho visto uno. Però trovo che sia molto interessante conoscerli e capirli fin dove possibile. Vedere cosa l'essere umano senza la magia sia capace di sviluppare, dato che non mi risulta vivano nelle caverne - una pausa un attimo imbarazzata precedette la chiosa - giusto? -

Era vera curiosità la sua o solo un tentativo di sdrammatizzare?
Chi può dirlo? Dopotutto non ne aveva mai visto uno




scusami davvero, ci ho messo un'infinità. Ora dovrei essere bene o male tornato
 
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Narcissa Elodie Miller
view post Posted on 29/8/2020, 11:26





Narcissa Elodie Miller
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Una stella cadente passò sotto gli occhi increduli di Narcissa. Allora era vero, di tanto in tanto, col naso all'insù, sarebbe stato facile vederne qualcuna. Quello spettacolo la lasciò qualche attimo senza fiato e le riportò alla memoria quella volta in cui, al mare, s'era ritrovata dopo il tramonto a raccogliere conchiglie insieme a suo padre. S'era tanto divertita. Era accaduto soltanto due anni prima, ma a lei pareva passata un'infinità di tempo.
A destarla dai pensieri fu nuovamente la voce di Daniel, che le rammentò il colore dei suoi capelli. Istintivamente scostò il ciuffo dal viso e lasciò che qualche ciocca passasse dietro l'orecchio con un gesto rapido e disinvolto. Di tanto in tanto, l'aria fresca della notte muoveva i suoi capelli, lasciando che qualcuno le grattasse sulle guance e sotto il naso, rischiando di farla starnutire.
"Già, ho lavorato tutto l'anno per apprendere un colovaria decente" <i>ammise Narcissa, con un leggero compiacimento nel tono di voce. Ovviamente i risultati non erano quelli desiderati, era ancora una giovane strega inesperta, ma il fatto che soltanto con un piccolo sforzo fosse riuscita almeno a tingere le punte era stata una buona partenza. E poi, nel momento in cui avessero dovuto studiarlo a lezione il docente non l'avrebbe trovata impreparata.

"In realtà qualcosa dev'essere andata storto, ma considerando chela trasfigurazione umana non fa parte del bagaglio di esperienze del primo anno mi ritengo abbastanza soddisfatta del risultato finale"
I capelli di Narcissa, ormai tornati al loro consueto colore grazie a un Finite Incantatem ben assestato, si mossero nuovamente a causa di una leggera folata di vento, che si prodigò a scompigliarle alcune ciocche. Sbuffando sistemò alla bell'e meglio quell'ammasso ormai informe di capelli.
"A volte vorrei aver la fortuna che avete voi maschi di avere i capelli corti" borbottò, a metà tra l'irritato e il divertito.
Per la prima volta in vita sua aveva fatto una battuta divertente. O per lo meno, una battuta. Che fosse divertente o meno avrebbe dovuto stabilirlo il buon Daniel.
Narcissa sorrise appena, per poi vedere il suo sorriso spegnersi nel momento in cui il discorso virò sui babbani. Daniel le confessò di non aver mai avuto a che fare coi babbani e la cosa la mise leggermente a disagio. Il suo segreto, ossia le sue origini per metà babbane, potevano fare la loro comparsa all'improvviso, facendo crollare il castello di menzogne che aveva faticosamente costruito durante l'anno. La piccola Narcissa s'incupì appena, assorta nei suoi pensieri.

"Mia nonna è una che ha studiato molto" si giustificò abbozzando un sorriso credibile, anche se dentro si sentiva morire.
*Mia nonna è una fottuta babbana* pensò rabbiosamente.
Senza nemmeno rendersene conto, Narcissa serrò i pugni e alzò lo sguardo alle stelle, sbuffando rumorosamente. Il peso che si portava dentro era decisamente pesante e difficile da tollerare. Però, nonostante tutto, Daniel sembrava ben disposto nei loro confronti. Nutriva curiosità verso il loro modo di vivere, di destreggiarsi nella quotidianità senza l'uso della magia.

"I babbani riservano molte sorprese. Ho avuto modo di conoscerne alcuni" gli confidò, guardandosi bene dal rivelarne la parentela. Un conto era ammettere di aver avuto a che fare con loro indirettamente, un conto era, invece, dire che condivideva con loro anche il sangue che le correva nelle vene.
Si voltò nuovamente verso Daniel, lasciandosi alle spalle il manto stellato.

"Tu sai perché i maghi odiano così tanto i babbani? L'ho chiesto a mia madre, ma non ha mai saputo darmi una risposta"
La domanda di Narcissa era sincera. Sperava che Daniel potesse darle una risposta plausibile. Desiderava comprendere quali fossero le vere ragioni che avevano spinto sua nonna Elodie e suo nonno Florian a detestarli così tanto e a provare sentimenti di odio così profondo nei loro confronti. Per un momento le si affacciò nella mente il viso del padre: Laurent era un nato babbano, aveva sviluppato poteri magici strada facendo. Ma i suoi genitori erano entrambi babbani, nessuno di loro però odiava i maghi. Anzi, ne elogiavano le capacità e le potenzialità. Perché invece la sua famiglia materna, i Cooper, avevano atteggiamenti così ostili e prevenuti? Nuovamente nella mente le tornò l'articolo di giornale, con annessa foto segnaletica, del giorno in cui suo nonno materno, Florian Cooper, era stato arrestato e recluso ad Azkaban per aver ucciso dei maghi e dei babbani. Suo padre le aveva detto che al nonno, al processo, era stato chiesto di scusarsi e lui aveva detto d'essere dispiaciuto per quanto accaduto ai maghi, ma che per i babbani non provava alcun tipo di rimorso.
*Ma perché?*



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view post Posted on 8/10/2020, 23:11
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Aspettando la risposta di Narcissa, con lo sguardo in un punto indefinito tra i capelli e la guancia che lei gli rivolgeva, Daniel non ebbe modo di ammirare la stella cadente vista dalla ragazza, non essendo affetto da strabismo funzionale. Purtroppo.
Tuttavia non gli sfuggì il momento in cui la ragazza si era un attimo interrotta, così voltò un secondo l'iride verso il cielo stellato ma era tardi, la stella se n'era già andata. Col labbro arricciato in un'espressione di lieve disappunto, così, l'irlandese spostò la sua attenzione verso la volta celeste che maestosa si offriva agli occhi di chi fosse stato tanto fortunato, o insonne, da apprezzarla.
La frase compiaciuta di Narcissa riportò Daniel alla realtà che annuì con un cenno del capo, ritenendo non fosse sensato chiedere cosa fosse esattamente una colovaria anche se poteva supporlo

- Beh dai, per essere una trasfigurazione umana al primo anno hai fatto davvero un ottimo lavoro - cercò di rincuorarla il ragazzino, anche se in realtà l'interlocutrice sembrava abbastanza compiaciuta dal risultato ottenuto. Giustamente
Il tempo di chiedersi se sarebbe stato capace di fare una cosa simile, e per fortuna prima del tempo, poco a dire il vero, necessario a darsi una risposta, la successiva frase di Narcissa giunse alle sue orecchie strappandogli una grassa risata
- beh non posso negare abbiano delle comodità - convenne - eppure quanto sono belli i capelli lunghi, via. -
Povero ingenuo, non sapeva che calvario fosse gestirli. Fatiche di Ercole levateve proprio

Colse poi l'accentuarsi della serietà dello sguardo della ragazza e di rimando si fece lievemente più serio anche lui. Curioso come fosse la seconda volta che parlasse di babbani e in entrambi i casi la tensione si faceva palpabile. Susan dei Tassorosso era nata tra loro, il che rendeva in qualche modo la cosa comprensibile. Chissà che per Narcissa non fosse lo stesso. Sperava solo di non averla offesa in qualche modo.
Annuì alle parole della concasata su sua nonna, vedeva dai gesti che parlarne la metteva in difficoltà e quel piccolo luccichino di empatia che ancora possedeva gli mandava segnali luminosi inequivocabili. Passò quindi oltre lo sbuffo, lasciando la ragazza parlare. Ancora non lo sapeva ma è uno dei modi migliori perché le persone si aprissero per raccontare i loro problemi più pesanti, i loro segreti.
Ma non lo sapeva, lo fece solo per istinto e innata pragmatica.

- Sì eh? E come è stato? - Indagò curioso Daniel, sperando che la sua richiesta non stizzisse troppo la ragazza. Dopo una breve pausa cercò di stemperare la richiesta con una frase che poteva essere a doppio taglio - se ti va di parlarne, ovviamente. -

Fu la successiva frase della ragazza a stupirlo. A quanto pare era il leitmotiv delle conversazioni sui babbani in quel di Hogwarts, e lui ovviamente da buon purosangue doveva avere una risposta.
Spoiler, non la aveva.
Scrollò le spalle, levò il capo verso il cielo, lasciando che gli occhi sfidassero il brillare di astri tanto lontani nel tempo quanto nello spazio. Trasse un sospiro e poi aprì bocca

- Narcissa - disse. Ed era la prima volta che la chiamava per nome - ci sono effettivamente dei maghi che odiano i babbani ma non è un'opinione comune, almeno da ciò che so. Nella mia famiglia essi sono visti con curiosità e comunque di buon occhio, sono comunque esseri umani. - E qui si interruppe mentre la mente volava al passato e ai pochi discorsi di suo padre, alla naturalezza secondo cui non poneva differenze tra maghi e non, ma fu solo un istante. - Ci sono certe altre persone che invece probabilmente pensano che la loro mancata conoscenza della magia li renda esseri inferiori forse. - Un attimo di pausa - vorrei darti una risposta più concreta ma la verità è che non lo so. -
<i>Le sue parole furono seguite da un breve cenno con gli occhi, come una richiesta di scuse silenziosa per non saper rispondere ad una domanda che evidentemente doveva turbare molto la ragazzina a giudicare dal tono con cui gli era stata da lei posta, tuttavia prima di proferire ulteriori parole ( e magari fare ulteriori danni) restò in attesa di capire lei come l'avrebbe presa
 
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Narcissa Elodie Miller
view post Posted on 26/10/2020, 14:31




Narcissa Elodie
Miller
«O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori, quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!»

► Mood: Melancholic► Età: 11 anni ► Ruolo: Studentessa► Outfit: Divisa di Serpeverde

S
e c'era qualcosa che la metteva in crisi era il lato delle sue origini che si riallacciava in maniera così stretta e strenua ai babbani. Quante volte aveva lottato con sé stessa, chiedendosi se era giusto lasciare andare tutto come se niente fosse, ossia vivere come se lei fosse stata davvero una purosangue. Che poi era ciò che sua nonna Elodie desiderava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Era tutto così odiosamente osceno: si stava rinnegando per che cosa?
Lo sguardo si perse in mezzo a quelle stelle, finché un brivido non le corse lungo la schiena. La curiosità di Daniel la stava mettendo a disagio; se per certi versi sfogarsi o confidarsi avrebbe potuto farle bene, dall'altro invece la metteva profondamente in difficoltà. Doveva o voleva essere sé stessa, ma al contempo non riusciva a capire se il tutto fosse giusto o sbagliato.
Narcissa sospirò combattuta, mentre il suo sguardo color del ghiaccio andava a fissarsi sulla figura longilinea del compagno di casa poco distante. Lo osservò con un briciolo di invidia, poiché sembrava così lontano da quei drammi esistenziali che invece la attanagliavano...

"E' stato strano, sì, strano" si limitò a commentare evasiva, senza curarsi di scendere in dettagli. Se c'era proprio una cosa che non voleva, era apparire come una crocerossina a favore dei babbani.
La conversazione prese un taglio ancor più curioso nel momento in cui Daniel espose la sua teoria. Teoria che, peraltro, fece rabbrividire Narcissa nel momento in cui il compagno pronunciò il suo nome. In quel frangente le parve quasi come una condanna a morte; ricordava le volte che sua madre la chiamava "Narcissa" invece di Cissy o Cis, in quei casi aveva due sole alternative: o darsela a gambe e fuggire il più lontano possibile nella speranza di farla franca o chinare il capo e lasciare che gli eventi facessero il loro corso. In quel caso cosa sarebbe accaduto?
Narcissa reclinò appena il capo all'indietro. Tutto sembrava così strano e privo di senso... Eppure Daniel non sembrava mosso da alcun tipo di pregiudizio. Tanto che la risposta che diede fece tornare un briciolo di rassicurazione in Narcissa, che allentò la tensione che torceva i suoi muscoli ed emise un lungo e accorato sospiro.

"Sono curiosi, sì. Però sono anche creativi. Spesso devono andare oltre a quello che sono per poter arrivare laddove a noi basta un semplice schiocco di bacchetta... però..."
Era sul punto di aggiungere qualcos'altro, quando i rintocchi provenienti dalla torre dell'orologio scoccarono la mezzanotte. Era ormai passato l'orario del coprifuoco e sicuramente era ora di tornare in camera, anche perché se qualcuno li avesse sorpresi dopo la festa a scorrazzare per il castello le cose non sarebbero finite per il meglio. Per di più, Narcissa non voleva rischiare di correre il rischio di parlare troppo e a sproposito, dovendo poi arrivare al punto di fornire giustificazioni al compagno. Non sapeva fino a che punto sarebbe stato in grado di mantenere un simile segreto, se la sua linguaccia lunga l'avesse tradita e fatta parlare più del dovuto.
Al primo rintocco, Narcissa scattò in piedi, sull'attenti. Il mantello ondeggiò alle sue spalle e si andò ad adagiare sinuosamente lungo i suoi fianchi. Lei d'istinto si strinse nel caldo tessuto per proteggersi dal fresco della notte.
Fingendo di aver avuto quella reazione semplicemente per aver sentito il suono delle campane, Narcissa rivolse a Daniel un'espressione fintamente preoccupata.

"Daniel, hai sentito anche tu? I rintocchi dell'orologio... sarà meglio correre in Sala Comune prima che qualcuno riferisca della nostra prolungata assenza. Grazie della compagnia, ci vediamo in dormitorio!"
Con queste parole accompagnate da un cenno di saluto con la mano, Narcissa si congedò da Daniel. Nella sua mente frullavano una serie di dubbi e di paure verso la parte del suo sangue "non pura". Temeva che presto o tardi il suo segreto si sarebbe potuto diffondere nel castello; ma non era ancora pronta per trovare un modo di spiegare l'oceano di bugie nel quale navigava dall'inizio dell'anno.
Rapidamente scese le scale a chiocciola che dalla Torre di Astronomia l'avrebbero riportata nel corridoio. Controllò per sicurezza che né Mastro Gazza né la sua odiosissima gatta fossero nei paraggi, e poi si indirizzò con convinzione verso la sala comune di Serpeverde. Forse era giunto il momento di coricarsi e di riflettere nell'oscurità della notte.




// Grazie della role, alla prossima ^^
 
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8 replies since 16/7/2020, 20:52   404 views
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