| Aspettando la risposta di Narcissa, con lo sguardo in un punto indefinito tra i capelli e la guancia che lei gli rivolgeva, Daniel non ebbe modo di ammirare la stella cadente vista dalla ragazza, non essendo affetto da strabismo funzionale. Purtroppo. Tuttavia non gli sfuggì il momento in cui la ragazza si era un attimo interrotta, così voltò un secondo l'iride verso il cielo stellato ma era tardi, la stella se n'era già andata. Col labbro arricciato in un'espressione di lieve disappunto, così, l'irlandese spostò la sua attenzione verso la volta celeste che maestosa si offriva agli occhi di chi fosse stato tanto fortunato, o insonne, da apprezzarla. La frase compiaciuta di Narcissa riportò Daniel alla realtà che annuì con un cenno del capo, ritenendo non fosse sensato chiedere cosa fosse esattamente una colovaria anche se poteva supporlo - Beh dai, per essere una trasfigurazione umana al primo anno hai fatto davvero un ottimo lavoro - cercò di rincuorarla il ragazzino, anche se in realtà l'interlocutrice sembrava abbastanza compiaciuta dal risultato ottenuto. Giustamente Il tempo di chiedersi se sarebbe stato capace di fare una cosa simile, e per fortuna prima del tempo, poco a dire il vero, necessario a darsi una risposta, la successiva frase di Narcissa giunse alle sue orecchie strappandogli una grassa risata - beh non posso negare abbiano delle comodità - convenne - eppure quanto sono belli i capelli lunghi, via. - Povero ingenuo, non sapeva che calvario fosse gestirli. Fatiche di Ercole levateve proprio
Colse poi l'accentuarsi della serietà dello sguardo della ragazza e di rimando si fece lievemente più serio anche lui. Curioso come fosse la seconda volta che parlasse di babbani e in entrambi i casi la tensione si faceva palpabile. Susan dei Tassorosso era nata tra loro, il che rendeva in qualche modo la cosa comprensibile. Chissà che per Narcissa non fosse lo stesso. Sperava solo di non averla offesa in qualche modo. Annuì alle parole della concasata su sua nonna, vedeva dai gesti che parlarne la metteva in difficoltà e quel piccolo luccichino di empatia che ancora possedeva gli mandava segnali luminosi inequivocabili. Passò quindi oltre lo sbuffo, lasciando la ragazza parlare. Ancora non lo sapeva ma è uno dei modi migliori perché le persone si aprissero per raccontare i loro problemi più pesanti, i loro segreti. Ma non lo sapeva, lo fece solo per istinto e innata pragmatica. - Sì eh? E come è stato? - Indagò curioso Daniel, sperando che la sua richiesta non stizzisse troppo la ragazza. Dopo una breve pausa cercò di stemperare la richiesta con una frase che poteva essere a doppio taglio - se ti va di parlarne, ovviamente. -
Fu la successiva frase della ragazza a stupirlo. A quanto pare era il leitmotiv delle conversazioni sui babbani in quel di Hogwarts, e lui ovviamente da buon purosangue doveva avere una risposta. Spoiler, non la aveva. Scrollò le spalle, levò il capo verso il cielo, lasciando che gli occhi sfidassero il brillare di astri tanto lontani nel tempo quanto nello spazio. Trasse un sospiro e poi aprì bocca - Narcissa - disse. Ed era la prima volta che la chiamava per nome - ci sono effettivamente dei maghi che odiano i babbani ma non è un'opinione comune, almeno da ciò che so. Nella mia famiglia essi sono visti con curiosità e comunque di buon occhio, sono comunque esseri umani. - E qui si interruppe mentre la mente volava al passato e ai pochi discorsi di suo padre, alla naturalezza secondo cui non poneva differenze tra maghi e non, ma fu solo un istante. - Ci sono certe altre persone che invece probabilmente pensano che la loro mancata conoscenza della magia li renda esseri inferiori forse. - Un attimo di pausa - vorrei darti una risposta più concreta ma la verità è che non lo so. - <i>Le sue parole furono seguite da un breve cenno con gli occhi, come una richiesta di scuse silenziosa per non saper rispondere ad una domanda che evidentemente doveva turbare molto la ragazzina a giudicare dal tono con cui gli era stata da lei posta, tuttavia prima di proferire ulteriori parole ( e magari fare ulteriori danni) restò in attesa di capire lei come l'avrebbe presa
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