Da quando era stato assunto, ne aveva già visti di Auror agitarsi tra i reparti che richiedevano le più svariate cure. Sia che fossero lì per affari personali, che per stare alle calcagna di un criminale, assumevano tutti lo stesso atteggiamento. Al che, la risposta, ironica e gentile al contempo, fu inevitabile.
„Vi fanno tutti con lo stampino, eh?”, sorrise ad Aiden distogliendo poi lo sguardo severo sulla vittima. Checché si trattasse di un caso difficile, non v'erano motivi alla base di risposte astiose ma Paul decise, da quel momento in poi, di soprassedere. Non era lì per fare da balia all'isteria di una guardia presuntuosa, né per indagare
apertamente su quanto era successo.
Scosse di poco il capo e aggrottò la fronte sulla ferita ora aperta, cercando di tenere per sé qualsiasi commento sull'origine ben più che evidente della storpiatura sanguinante.
„Ha perso troppo sangue”, impossibile capire se lo stesse dicendo a se stesso, ai Medimaghi in soccorso o al paziente. La bacchetta venne agitata nuovamente sul cratere profondo, dal colore preoccupante.
„I residui di schegge sono stati tolti. Tutti”, asserì mentre un collega gli passava una garza sterile su cui il Direttore ripulì la punta della propria arma.
Lo sguardo, ridotto a fessura, si assottigliò sul volto pallido del Ministeriale. Le sue condizioni non erano delle migliori ma prese a chiedersi quando avesse realmente perso lucidità e quanto stesse sfruttando, in vero, quella situazione.
Fermò il legno sulla ferita, in direzione perpendicolare alla gamba, e socchiuse gli occhi. La mano libera andò a posarsi sul ginocchio mentre la mente cercava di afferrare immagini nitide che lui, e lui soltanto, poteva vedere.
„Il muscolo è stato scalfito. I nervi sono compromessi. Starà provando parecchio dolore” aggiunse riaprendo lentamente le palpebre, scostando la bacchetta con un movimento leggero. Sembrava ancora assorto, a valutare ogni minimo dettaglio di quella situazione, cercando di capire le prossime mosse.
Ci vollero minuti interi prima che l'incantesimo per velocizzare il ripristino del sangue prendesse il via, altrettanti per capire l'entità del danno.
Riposta la bacchetta nella tasca anteriore del camice e strette le braccia al petto, Paul Dwight si scostò da Vath Remar, lasciando spazio agli altri di intervenire.
„Alle condizioni del signor Remar posso pensarci tranquillamente io, come può ben vedere. Ho altri pazienti da visitare quindi non può lei decidere quale sia o meno il tempo delle domande”, serio, cercò lo sguardo dell'Auror e lo sostenne,
„E presto per dire quali saranno le conseguenze e i danni che riporterà ma per ora è vivo. Tra un po' potrò dargli un intruglio per restare lucido qualora lei ne necessiti. Ma devo procedere ulteriormente con le cure tra un paio di ore, quindi Remar resterà qui e sotto osservazione. Si metta comodo”Detto ciò, tornò con lo sguardo sul paziente, affiancando l'Auror, con le mani sempre incrociate al petto.
A lie is still a lie, even if everyone believes it.