Not a real gold

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view post Posted on 7/8/2020, 22:32
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Tassorosso
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Il mattino ha l'oro in bocca secondo alcuni detti, ed è questo il motivo per cui di buona lena indossò la divisa di Tassorosso e prontamente si catapultò fuori dalla sala comune. Per quanto l'anno scolastico fosse iniziato già da qualche mese, non si era ancora del tutto abituato a quella nuova vita frenetica, che lo vedeva spostarsi da un'aula all'altra. Senza parlare di tutti quei nuovi studenti, di cui ovviamente -come pronosticato- non ne conosceva quasi nessuno. Ma non biasimiamolo, non era facile fare una vera amicizia, specie se di carattere sia era sì espansivi, ma mai del tutto sé stessi. Era molto più facile mettersi metaforicamente sul volto una maschera ed essere qualcun altro, mascherando i propri reali pensieri, per sostituirli ad altri di pura circostanza. Anzi, a qualcosa che si sapeva gli altri potessero voler sentire dire. Alla fine lui era sempre stato un tipo così anche in passato, ed era il motivo per cui di veri amici ne aveva sempre avuti ben pochi. Di amici invece? molti. Tuttavia la differenza tra amici e veri amici era abissale.
Non era però all'insegna dell'amicizia che aveva deciso di passare quella mattinata. La quantità di materiale scolastico da studiare stava aumentando a vista d'occhio e lui, come era logico pensare, aveva già poca voglia di mettersi in riga. Eppure quel giorno si doveva essere svegliato sotto una buona stella, perché era proprio in direzione della biblioteca che si stava dirigendo.


*Se non studio oggi, non studio davvero più..*

Bisbigliò a sé stesso, spostando rapidamente gli occhi azzurri a destra e manca, cercando di destreggiarsi al meglio all'interno di quei corridoi. Raggiunse le scale, conscio del fatto che a quest'ultime piaceva muoversi. Non aveva mai capito il reale motivo di avere all'interno della scuola delle scale così particolari, che potevano favorire la puntualità così come invece condannarti al ritardo. Forse un altro trucco ideato per rendere più responsabili gli studenti? Un quesito a cui non sapeva rispondere, ma che in realtà neanche si poneva di continuo. Tra le braccia tratteneva un libro di incantesimi del primo anno che, almeno a prima vista, sembrava essere in condizioni impeccabili, praticamente nuove. In effetti tra le varie cose, tra le quali l'euforia per essere finito a Hogwarts, aveva finito per trascurare lo studio.

Ma che odio!

Esclamò tutto d'un tratto, alzando anche gli occhi al soffitto. Sbuffò sonoramente, quindi si fermò di scatto, notando come la stringa della scarpa sinistra al solito si era slacciata, per tipo la quinta volta nell'arco della mattinata. Sospirò infastidito, incurante del fatto d'essersi fermato proprio a metà del corridoio. Anzi, neanche fosse a casa propria, appoggiò il libro di incantesimi alla sua destra. Così, senza particolare fretta, iniziò a rifare un nodo piuttosto abbozzato alla scarpa.
 
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view post Posted on 8/8/2020, 12:52
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draco dormiens nunquam titillandus

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δ Delta McTavish I anno 11 anni Outfit δ
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Ogni Undicenne era pronto per prendersi la responsabilità di andare ad Hogwarts. Ogni Undicenne avrebbe, probabilmente, venduto la propria anima pur di varcare quella soglia. Ogni Undicenne non aveva ancora, realmente, riflettuto sulla quantità di difficoltà da affrontare, quelle che si sarebbero presentate, appena, dopo essere stati bollati dal Cappello Parlante, abbinandoti ad un animale con, in allegato, un bel colore intonato ed appiccicato lì, su ogni tuo capo di abbigliamento.
Per non parlare della quantità di aspettative derivanti da tutto ciò.
Già.
*Passerò una giornata orribile, me lo sento.*
Gli esercizi da sostenere, le lezioni e la monotonia delle giornate a fare la spola da un'aula all'altra, alla biblioteca, fino alla Sala Grande, giusto in tempo per uno spuntino, per, poi, riniziare tutto il ciclo giornaliero, mi stava facendo letteralmente impazzire.
Ogni maledetto giorno in più che passava, mi allontanava dal pensiero di essere nel luogo più magico cui la Gran Bretagna potesse vantare, perdendo di vista i consigli che il signor McTavish aveva, gentilmente, scarabocchiato nel mio libricino personale: divertirsi, riempire le mie giornate ed essere felice.
Beh, almeno uno su tre era già stato, pienamente, conseguito.
Amavo leggere, adoravo apprendere cose nuove ed ero pure ossessionata dallo sfogliare le pagine di un libro, per la sua consistenza e il suo odore, ma tutto questo mi stava, lentamente, appiattendo, saldandomi sempre di più allo scoglio dell'asocialità.
Era, davvero, un'opzione così brutta?
D'altronde non tutti erano nati per attirare le persone come Hamish, mio fratello, e non tutti erano nati per spiccare di estrosità come Liv, mia sorella, qualcuno doveva pur tenere alto il buon senso in quella famiglia.
Quindi sì, sarebbe stata una giornata difficile, come lo erano state tutte le precedenti nella loro particolare invariabilità.

Mi alzai dal letto, ancora assuefatta dal tepore della trapunta blu notte, constatando che la biblioteca avrebbe rimosso ogni mio dubbio, poiché avrebbe rilassato i miei nervi con il suo silenzio terapeutico e avrebbe, di nuovo, sbalordito i miei occhi con la sua maestosità, cancellando, momentaneamente, tutta la frustrazione che mi trascinavo dietro da giorni.
La divisa era tristemente fredda e cosparsa di peli di gatto, come lo erano pure i calzini, ed, anche, la mia voglia di uscire dalla torre Corvonero, essendo, quindi, poi, costretta ad assumermi la responsabilità di rincasare sana e salva: fisicamente e mentalmente.
*Delta, il segreto sta nella costanza!*
Ripetevo all'infinito nella mia mente. Ed armata di tolleranza, del pesante sapere, di Bathilda Bath, impaginato su tomo e di quel piccolo orgoglio che non mi avrebbe, mai, fatta smettere di provarci, iniziai a percorrere IL tragitto, quello che i piedi di ogni studente percorreva ogni giorno, o quasi.

«I Sacerdoti esercitavano il proprio potere nei Templi... L'altopiano di Giza è il luogo magico più importante della storia antica e moderna...»
Sì, stavo leggendo e, sì, stavo bisbigliando ciò che leggevo. Era diventato un vizio: lo facevo ogni volta, lo facevo pur di non incrociare gli sguardi degli altri, pur di non avere la Miller nel mio campo visivo.
Occhio non vede, sanità psichica non duole.
Portai la mano destra alla ciocca di capelli più vicina ed iniziai a giocarci con le dita, mentre, con l'altra, continuavo a sostenere il fardello della storia magica, cercando di concentrarmi sugli Egizi e sulle loro manie di grandezza.
Poi, non so, precisamente, cosa accadde nell'istante seguente, ma cercai di dedurlo, giacché quello che successe arrivò come una strilettera a Natale: inaspettata e dritta a far male.
Ovviamente, in questo caso, in modo più fisico che mentale.
«Per tutte le barbe di Merlino!»
Imprecai per lo scontro, mentre il libro scivolò dalla mia mano.
Quale era il motivo valido e vitale, per cui un qualsiasi individuo aveva il diritto di occupare il mezzo del maledetto corridoio?
«Un inizio di giornata sublime direi!»
Sussurrai, sbuffando ed accovacciandomi nei pressi del mio tomo, non degnando neanche di uno sguardo l'altra figura per l'enorme imbarazzo.
info box ©Aiden Weiss

 
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view post Posted on 8/8/2020, 13:34
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Quel giorno, non era affatto un buon giorno. NO, decisamente no. Non avevo chiuso occhio per tutta la notte, fra raffreddore e rumori molesti di gufi e strani esseri fuori dalle mura del castello, ero riuscita a dormire giusto un’oretta scarsa. *Oh, fantastico, non riesco proprio a respirare. DI NUOVO.* presi un fazzolletto dalla casacca e ci soffiai il naso, cosa al quanto inutile visto che il naso non aveva nessuna intenzione di “stapparsi”. *Mi conviene muovermi, non ce la faccio più a star così.* mi guardai intorno confusa per qualche secondo, fino a quando vidi un ragazzo molto più grande di me.Ehi, ScuTa. A che piano siamo? Debo trobare l’infermeria e mi sono persa.” Chiesi al ragazzo dopo essermi avvicinata, il grifondoro in tutta risposta si mise a ridere “Stammi lontano, non vorrai mica passarmi il raffreddore!” mi lanciò uno sguardo schifato e si allontanò, per poi continuare a sghignazzare. *Ma guarda che faccia da culo!* lo guardai male, e menomale che la nominata da stronzi snob ce l’avevamo noi serpeverde! Avrei potuto tranquillamente fare scenate o rompergli le palle fino a quando non mi avrebbe indicato la strada, ma alla fine decisi che non valeva la pena umiliarsi così tanto. *E ora?* sbuffai, guardandomi intorno. Purtroppo non ero mai stata brava ad orientarmi, riuscivo a perdermi anche nella contea di Bibury, che praticamente contava quattro strade in croce unite tutte fra di loro! *Non mi resta che continuare.* Prima o poi avrei trovato l’infermieria e no, non avevo nessuna intenzione di chiedere di nuovo aiuto… Non volevo essere presa di nuovo in giro. *Menomale che ho con me la Switch!* frugai nell’altra tasca e presi la console. Se proprio dovevo andare in giro a vuoto, almeno l’avrei fatto in dolce compagnia. Accessi la console e aprii il primo gioco che mi capitò a tiro, un gdr fantasy dove ero una cazzutissima guerriera. Così mi incamminai per il corridoio, con la testa chinata sulla console, intenta ad ammazzare degli stupidi goblin verdasti. *Muori. MUORI!* con il pollice picchiettavo nervosamente i tastini rotondi, mentre con l’altro muovevo il personaggino dentro il dungeon. * AH, cavolo il boss! NON posso perdere!* il boss era un enorme ciclope con una mazza ferrata, che ad ogni colpo tentava di schiacciarmi. Peccato per lui, io ero una maga dei videogiochi babbani, difficilmente fallivo le missioni. Continuai così per un bel po’, a camminare in mezzo le persone, non curante di chi diamine avessi davanti, sconfiggere il ciclope era troppo difficile e non potevo di certo distrarmi per guardare dove cavolo stessi andando. Fu così, che tutte le entità divine del mondo decisero di punirmi. *SIIIII, è quasi one di vita!* pensai esaltata, ero così contenta di esser quasi riuscita a distruggere il boss. ERO, appunto. Proprio mentre stavo tirando l’ultimo fendente, che avrebbe ammazzo il ciclope, andai a sbattere contro qualcosa. Accadde tutto molto velocemente, così tanto che non riuscivo proprio a capacitarmi. Un attimo prima la console stava nelle mie mani e in quello dopo stava svolazzando in aria per poi finire a terra, di faccia. (Ora per poter capire il mio dolore, immaginate la scena al rallenty.) “NOOOOOOOOOO!” urlai esasperata, tanto dall’agitazione, scattai in avanti verso la console a terra,così velocemente che spinsi via qualcosa/qualcuno che stava in mezzo le palle. *Ti prego fa che non si sia rotta. TI PREGO.* Controllai agitata ogni singolo angolo della console, i tasti, le levette, lo schermo. *OH CRISTO!* il vetro si era scheggiato. *Sta calma… sta calma. Funziona ancora almeno.* Cercai di calmarmi inutilmente. Piano, piano, sentivo una strana sensazione calda salirmi fino la testa. Mi voltai di scatto verso la causa di tutto, solo allora capì che non ero sbattuta contro un oggetto,ma contro ben due ragazzini, molto probabilmente della mia stessa età. “TU!...VOI!” urlai contro sia alla ragazzina rossa che al ragazzino “Vi renTeTe conto, di quanDo costa?!?” dissi tutta raffreddata mentre mi avvicinai, per poi far vedere a loro che diamine avevano combinato. “Datemi un buon motivo, solo uno, per non romBervi la faccia!” li minacciai, gesticolando quasi come una pazza. Molto probilmente la mia reazione poteva sembrare esagerata, ma ci tenevo tanto a quella console, del resto come ogni mio oggetto. Non avendo dei genitori affettuosi come gli altri bambini, non avevo nessuno che mi facesse dei regali, le cose dovevo guadagnarmele da sola. In quel caso, la switch la pagai con i soldi rubati a quella prugna secca di Agnes, ogni settimana la vecchia andava a sperperare i suoi soldi al bingo, e di tanto in tanto capitava che ritornasse a casa con una succosa vincita. Ed era là, che iniziava la mia missione da ladruncola.
Scusate per il post banale, Max non ha visto chi ha spinto, quindi potete scegliere voi chi è il malcapitato! ^^


Edited by Eris95 - 8/8/2020, 15:49
 
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view post Posted on 8/8/2020, 15:26
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- Sir Nicholas, mi sembra di capire che lei sia combattuto tra il desiderio di partecipare ad iniziative dedicate agli spettri senza testa e il compiacimento di essere un caso più unico che raro... - concluse Ruby, con aria ispirata, compiaciuta della sua stessa intuizione. Il povero fantasma, che si era limitato a spiegare perchè fosse soprannominato Nick-Quasi-Senza-Testa, replicò elegantemente una scusa e cercò di veicolare fuori dalla Sala Grande la ragazzina. Ruby lesse il suo disappunto, immaginò di essere sta impertinente e smise di scribacchiare sul suo taccuino con la bic babbana... non si era abituata ancora all'inchiostro e fruscii di piume, trovava molto più pratica una penne da pochi centesimi da poter impugnare al volo in qualsiasi momento. Infilò il suo tomo delle curiosità nella piccola sacca rossa che portava in spalla e proseguì la passeggiata. Non si era ancora sbarazzata dell'incanto che le suscitava camminare per le pareti di Hogwarts. Era tutto così strabiliante che non aveva ancora pienamente realizzato cosa l'avrebbe attesa per i prossimi anni, si sentiva più vicina a vivere un lungo sogno ad occhi aperti, una dimensione parallaela temporanea. Quasi una vacanza, sebbene i ritmi richiesti imponessero tutt'altro che rilassatezza. Se proprio avesse dovuto trovare un qualcosa che non la convinceva, avrebbe sicuramente parlato del clima: anche la sua permanenza in Galles avveniva durante le estati, che non erano certo afose come quelle messicane, ma per una lucertolina come lei il clima fresco e umido della scuola era un'abitudine fastidiosa e ancora lenta da acquisire. Riguardo la storia della casa e gli altri corvonero... erano tutti tipi interessanti, ma molti di loro erano fin troppo intellettuali per i suoi gusti: per una ragazzina abituata al caos ed intimità, confrontarsi con tante persone nuove e con abitudini così diverse dalle sue era facile. Inoltre, aveva notato già in Sala Grande un certo snobismo per chi, come lei, non era di origine unicamente "magica". Mentre vagava per la scuola, divisa tra entusiasmo e insofferenza, notò una scenetta che catturò la sua attenzione... una ragazzina dai capelli neri stava inveendo contro due probabili coetanei, uno coi capelli dorati ed un'altra con una splendida massa rosso scozzese. Per Ruby, sulla quale a dominare erano colori scuri e caldi, erano sempre fonte di ammirazione quelle bellezze diafane. Ricordava di averla vista nella Sala Comune, qualche volta, ma non era ancora riuscita a socializzare, malgrado la sua timidezza. La moretta, invece, le ricordava qualcuno... *Oh, giusto!*
Le lampeggiò subito l'immagine di quella frangia e faccino imbronciato. La ragazzina sembrava seccata, quindi qualsiasi persona con un minimo di buonsenso avrebbe proseguito la sua passeggiata senza interferenze; Ruby, tuttavia, convinta che l'averle prestato la propria lista fosse un ottimo presupposto per la loro non-conoscenza, si avvicinò. Ok, era semplicemente troppo curiosa di capire cosa stesse succedendo. Una volta vicina, notò che la mora aveva un'aria malatticcia, ancora più cadaverica di quando l'aveva intravista, la deliziosa rossa imbarazzata, il biondino sembrava confuso tanto quanto lei. - Ciao rag... Dios mio, ma è una console?!
L'aggeggio catturò subito l'attenzione di Ruby. Dal momento che si era ormai autoconvinta di dover diventare l'eroina della ragazzina sconosciuta incrociata a Diagon Alley tempo addietro, Rubina la quale aveva riconosciuto l'oggetto con particolare entusiasmo perchè amava quel tipo di aggeggi elettronici, non ebbe esitazioni notando la superficie lesa. Immaginava che dal momento che a Hogwarts era facile che subissero guasti, che ci fosse ben poco da fare, ma tanto valeva tentare di salvare la giornata a qualcuno. - Non ti preocupare, so io un incantesimo che fa al tuo caso!
Sfilò dall'uniforme la sua amata bacchetta, finora usata ben poco, per poi recitare quello che credeva sarebbe stato un incantesimo di riparazione ed invece era un ... - Lapsus!
La console divenne scivolosa all'istante, come l'incantesimo imponeva, e Ruby ebbe solo un attimo per decidere: si buttò eroicamente a terra per afferrarla prima che si infrangesse sul suolo. Sfortunatamente, malgrado non pesasse neanche una trentina di chili, fu così impetuosa da trascinare nel suo tuffo anche gli altri tre.
- P...presa! - ruggì a terra, sotto la gamba di qualcuno, mentre l'oggetto assumeva sempre meno la consistenza di una saponetta bagnata.




Se ho scritto qualche sciocchezza fatemelo pure presente che modifico :3
 
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view post Posted on 8/8/2020, 15:49
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Ndaolk4Doveva essere una mattinata tranquilla, non c'erano lezioni e questo significava, per Viv, avere un po' di tempo per recuperare i compiti e mettere apposto gli appunti. Solitamente preferiva studiare in Sala Comune, cosicché poteva rimanere in pigiama e in compagnia delle concasate che non si rifiutavano mai di aiutarla. Ma quella mattina era stranamente tutta vuota; evidentemente avevano tutti da fare. Sia in dormitorio che nella saletta del caminetto regnava il silenzio. Quel clima le aveva messo una tale tristezza che decise di andarsene in biblioteca: lì ci sarebbe stato comunque silenzio ma, perlomeno, ci sarebbe stata compagnia. Infilò rapidamente la divisa: anche se poteva indossare abiti babbani, Vivienne la trovava molto comoda e la indossava più che volentieri. Afferrò poi la cartellina di pelle nella quale aveva riposto gli appunti e il libro di Storia della Magia, la materia che fin'ora la stava facendo penare più delle altre: non era brava ad imparare a memoria tutti gli avvenimenti importanti che venivano nominati. Nonostante la materia non fosse delle sue preferite, Viv era abbastanza di buonumore quella mattina e aveva intenzione di sfruttarla al massimo. Una rapida carezza al piccolo Bugo che dormicchiava steso sopra al letto. « Beato che che non devi studiare Storia della Magia! » Esclamò, mentre il gatto rispondeva alle sue carezze facendole le fusa. « Mi raccomando, fai il bravo. » Concluse Viv prima di lasciare il dormitorio. Prima di studiare aveva comunque bisogno di mangiare qualcosa, così prima passò in Sala Grande. Non rimaneva molto cibo: evidentemente tutti i concasati che non erano in Sala Comune erano passati di lì a spazzolare via tutto. Viv dovette accontentarsi di un succo di zucca e qualche fagotto farcito, che comunque sarebbero stati sufficienti a placare il suo stomaco per un paio d'ore. A quel punto era pronta per la biblioteca. Contro ogni pronostico trovò tutte le rampe di scale che le servivano al loro posto ed arrivò velocemente al quarto piano; solitamente si ritrovava sempre ad attendere qualche scalinata capricciosa a cui non interessava minimamente che lei fosse li ad aspettarla.
Era praticamente arrivata quando si ritrovò davanti una situazione, per così dire, bizzarra: c'erano due ragazzini a terra, indossavano la divisa, così Viv riuscì ad individuare che erano un ragazzo di Tassorosso ed una ragazza Corvonero, poi ce n'era un'altra, con i capelli neri, in piedi che stringeva in mano una console babbaba - Viv l'aveva vista in pubblicità ma non ricordava quale fosse il suo nome - che gli urlava contro. Dopo un rapido sguardo Viv ebbe quasi la certezza di averli visti tutti a lezione, dunque dovevano essere studenti del primo anno, ma non ne era realmente certa. Non aveva idea di cosa fosse successo tra di loro, ma dopo aver sentito la ragazza dai capelli neri minacciare gli altri due di spaccargli la faccia, Vivienne non riuscì a non farsi coinvolgere, odiava la violenza e quando sentiva qualcuno comportarsi così sentiva di dover intervenire per calmare le acque, era un istinto più forte di lei. Tra l'altro la ragazzina aveva una voce nasale piuttosto buffa tale che a Viv quasi venne da ridere nel sentirla.
« Ehi! Cos'è successo qui? Spaccare la faccia a qualcuno non è un po' eccessivo? » Vivienne era ancora lontana dal gruppetto, così parlò ad alta voce mentre allungava il passo e si avvicinava. Ma non fu l'unica ad aver notato il gruppo di ragazzi: dalla parte opposta si avvicinò anche un'altra ragazza che si mise ad armeggiare con la console, lanciandogli contro un incantesimo. Il resto successe così velocemente che Vivienne non era sicura si come fossero andate le cose. Quello di cui era certa era che, nel momento in cui finalmente raggiunse il gruppetto, erano tutti - inclusa la nuova arrivata - a terra. « State bene? » Esclamò, con un misto di stupore e spavento.





Edited by V i v i e n n e - 8/8/2020, 22:06
 
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view post Posted on 9/8/2020, 12:47
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Ecco come un normalissimo evento avrebbe potuto portare a qualcosa di molto più. Una concatenazione di eventi incredibile, per certi versi anche buffa, che portò inavvertitamente cinque studenti a trovarsi nello stesso punto quasi per errore. Ma andiamo con ordine. Mentre Michael era chino a legarsi i lacci delle scarpe, che come ogni mattina decidevano di creargli delle noie, una ragazza dai capelli rossi gli piombò addosso. Lei era sovrappensiero, lui era troppo preso da quello che stava facendo, per accorgersi di essere finito proprio nel bel mezzo del corridoio. Dallo scontro ne ebbe la peggio il libro della ragazza, perché scivolò dalle sue mani e finì per cadere a terra, con un tonfo sordo. Probabilmente non si era rovinato, o forse sì, fatto sta che il giovane Tassorosso si voltò di scatto per inquadrare la ragazza. Non prima ovviamente si essere finito per terra, vista la condizione precaria in cui s'era andato a infilare nell'atto di legarsi la scarpa. Sul volto non c'era una espressione di rabbia, neanche di sfida; no, perché alla fine sapeva di essere in torto lui. Quale studente si sarebbe fermato nel bel mezzo del corridoio, e poi avrebbe voluto anche avere ragione? Di certo non lui. Gli occhi, per questo motivo, trasmisero da subito un senso di colpa latente, che lo portò anche ad alzare entrambe le mani verso l'alto, come in un segno di resa. Tra le altre cose la scarpa era ancora slacciata, perché non aveva avuto modo di rimetterla a posto.

Oh.. eh..

Iniziò a farneticare sulle prime, salvo poi continuare con una parola che, quando espressa, suonò più come una domanda che come una reale affermazione.

..Scusa?

Sì, glielo chiese, aggrottando anche la fronte e tornando ad alzarsi. Entrambe le mani finirono sulla divisa di Tassorosso che come ogni mattina, da regolamento, indossava. Prese a lisciarla, come se quel breve capitombolo avesse potuto influire anche su quella. In realtà, forse, era un semplice gesto con cui teneva occupata la mente, per non pensare a quella figuraccia appena fatta. Non scordiamoci, infatti, che si sentiva ancora in colpa per l'accaduto.

Guardiamo il lato positivo, quel..

Si interruppe, perché un'altra ragazza finì per "scontrarsi" proprio con loro due. Lo scontro, stavolta, fu però ancora peggiore, non tanto fisicamente quanto per gli strascichi che ne derivarono. Dalle mani della serpeverde cadde infatti un oggetti di valore, nella fattispecie una console, che finì per cadere a terra e scheggiarsi il vetro. Sgranò gli occhi rimanendo in piedi, quasi come se della pietra si fosse impadronita di ogni suo arto. Non riusciva davvero a fare il benché minimo movimento. Solo le labbra riuscirono per un attimo a interrompere quella situazione, aprendosi come in procinto di dire qualcosa. Eppure, dalla bocca, non uscì il benché minimo suono. Ogni parola s'era strozzata in gola. Se prima stava per tirar fuori un elemento positivo da tutto quell'ambaradan, adesso ne era davvero impossibilitato.

Immagino sia parecchio costosa, ma...

Rimase in silenzio quando arrivò la minaccia della ragazza, salvo poi sorridere. Un sorriso divertito, che lo portò anche ad abbassare lo sguardo verso la console, che ovviamente fu prontamente recuperata dalla Serpeverde. Come in ogni situazione, fu l'ironia a venire in soccorso al Barnes. Quella dannata ironia che spesso gli creava qualche grattacapo, ma che a volte sapeva anche suonare divertente. Dipendeva tutto da come la si voleva prendere. Quando infatti Maxine chiese di darle un buon motivo per non rompere la faccia a entrambi, cercò di scambiare un'occhiata con Delta e, poi, rispondere.

Semplice, ti abbiamo evitato di perdere.. perché sicuramente stavi affrontando un livello impegnativo. Puoi dire di non aver perso, in questa maniera.

Sorrise e andò a recuperare soltanto adesso il libro di incantesimi, che tra le altre cose era ancora rimasto a terra. Lo avvicinò al petto, quindi lo strinse appena, tornando però con lo sguardo sulla Serpeverde. Quella situazione lo stava indubbiamente divertendo.

E poi, senza quello, ti concentrerai anche di più sullo studio!

Esordì con quella seconda motivazione, che forse era addirittura peggiore della prima. Stava per muovere un passo all'indietro per togliersi dall'impiccio quando, improvvisamente, arrivò anche una terza ragazza. Dalla divisa che indossava, sembrava pure lei essere una Corvonero. La squadrò, specie quando la console di Maxine catturò la sua attenzione. Non disse nulla, si limitò a farle analizzare lo strumento, almeno fino a quando non tirò fuori la bacchetta. Solo a quel punto sgranò gli occhi e cercò -invano- di aiutarla.

No, no, no, no! Ferma che se succede qualcosa a quell'aggeggio poi ci uccide...

Il riferimento era tutto alla Serpeverde, che era già su tutte le furie per quel monitor scheggiato a causa dell'urto precedente. Tuttavia il resto accadde molto rapidamente, perché l'incantesimo della Corvonero si rivelò non solo poco efficiente, ma anche controproducente. La console divenne scivolosa e prontamente il danno fu servito; quest'ultima tornò a precipitare verso il suolo, così Ruby si tuffò per cercare di romperla definitivamente. L'impatto fu sventato, ma per farlo precipitò su tutti e tre gli studenti che erano già lì prima di lei. Lui cadde a terra, lo stesso fecero Delta e Maxine.

Ouch.. e due! Ditelo che ce l'avete tutti con me oggi.

Disse a gran voce, rimanendo per un attimo schiena a terra. A causa della caduta il libro di incantesimi ancora una volta scivolò a terra, lontano qualche centimetro da lui. Scosse la testa, ma sul volto non c'era alcun segno di essere infastidito. No, quella situazione sotto sotto lo stava divertendo. Il fatto che poi Ruby avesse addirittura recuperato la console prima del danno definitivo, gli fece tirare un sospiro di sollievo.

Un tuffo degno della miglior atleta.. non vincerai una medaglia, ma senza dubbio non finirai nella sua lista nera...

Disse, indicando proprio la Serpeverde, che in tutta quella situazione era quella che -forse- ci stava rimettendo di più. Sia lui che Delta non avevano, in fin dei conti, nessun bene facilmente distruggibile a ogni impatto. Sospirò profondamente e si voltò verso Maxine, quindi a conclusione di quanto appena espresso, accennò un

...Forse.

Perché comunque non conosceva affatto Maxine, ma da quella prima uscita sembrava davvero una che si incendiava rapidamente. Spostò così per un attimo lo sguardo su Delta e Ruby, accennando un sorriso, conscio del fatto che comunque non era l'unico a finire -nel caso- nelle mire della Serpeverde inferocita. Si sollevò appena con il busto, rimanendo seduto a terra, spostando lo sguardo sulla Grifondoro che era giunta al quarto piano, raggiungendo il luogo del misfatto.

Ehi, ciao! È avvenuto un po' un casino, del tipo che lei mi è venuta addosso, lei è andata addosso a lei e quindi a me.. e poi lei ha travolto tutti noi tre.

Disse in maniera volutamente confusa, per far capire che quella situazione che s'era venuta a creare era di per sé tragicomica. Ridacchiò, scuotendo anche la testa, quindi spostò lo sguardo verso Vivienne.

Io sto bene..

Lo sguardo andò così verso le altre tre, per capire se anche per loro la situazione era uguale. Gli sarebbe indubbiamente dispiaciuto se qualcuno ne fosse uscito malconcio da tutto quel caos. Sospirò appena e, come nella sua indole, cercò in ogni caso di provare a glissare almeno momentaneamente quell'imbarazzante accaduto, chiedendo a tutti.

Questo casino ha creato un gruppo di studio? cioè.. eravate tutti qua per andare in biblioteca a studiare?

Chiese guardando i vari presenti, portando entrambe le mani sul pavimento. Cercò di darsi una leggera spinta, per tornare così in piedi. Proprio come prima prese a lisciarsi la divisa di Tassorosso, lasciando almeno per il momento il libro di incantesimi a terra in mezzo al corridoio, probabilmente dimenticandosene.
 
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view post Posted on 9/8/2020, 18:41
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draco dormiens nunquam titillandus

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δ Delta McTavish I anno 11 anni Outfit δ
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*Chissà chi pulisce tutti questi corridoi!*
Pensai, estraniandomi dal Tassorosso, poco dopo aver raccolto il mio libro di "Storia della Magia".
Mi alzai, controllando che tutto il resto fosse al proprio posto e che nient'altro mi impedisse di continuare il mio tragitto fino alla Biblioteca.
L'altro iniziò a farfugliare qualcosa - forse delle scuse? -, ma non sentii chiaramente cosa avesse da dire, poiché la mia mente era troppo occupata a ripetermi quanto tutto quello fosse stato imbarazzante.
«Guardiamo il lato positivo, quel..»
BAM, di nuovo, e una terza figura venne ben accolta nel club di scontri al quarto piano.
Il tomo scivolò, nuovamente, dalle mie mani.
«Benv-»
BAM, la nuova tesserata vide bene di prenderlo come vizio ed invase, ancora, il mio spazio vitale.
Le cadde qualcosa, non capii esattamente cosa, ma ciò la fece iniziare ad inveire malamente a caso ed in modo quasi del tutto incomprensibile. Almeno per me.
«Scusa, puoi ripetere?»
Dissi avvicinandomi alla Serpeverde, con un'espressione, alquanto, perplessa, intanto che il Tassorosso abbozzò a qualche sarcastica attenuante, che mi fece, poi, lievemente sorridere.
Da quel momento ogni cosa divenne tragica e le vicende che susseguirono sfiorarono, persino, l'assurdo.
Il mio cervello si rifiutò categoricamente di rimanere al passo con la sequenza, con le facce delle persone coinvolte e, persino, con la conversazione che ne seguì.
Ricordai, solo, di aver visto sbucare la mia concasata - Ruby, se non ricordo male-, che decise, saggiamente, di far esibire la propria bacchetta e che, ovviamente, non migliorò la situazione in alcun modo, ma, anzi, la fece sprofondare, la fece sprofondare parecchio.
BAM.
La quarta volta, in così poco tempo, era, sicuramente, presagio di morte imminente.
Un minuto prima stavo inveendo contro qualcuno, un minuto dopo qualcun altro stava inveendo contro di me e, l'attimo dopo ancora, mi ritrovai distesa sul freddo pavimento, ad implorare Merlino, affinché quella giornata finisse ancor prima di iniziare.
*Se questo dev'essere il peso della cultura.*
« Ahia!»
Qualcuno afferrò i miei capelli, o, meglio, qualcuno stava, volontariamente od involontariamente, tirandone una ciocca.
Già.
Splendida giornata.
« State bene? »
Una quinta figura si palesò.
Sbuffai, ripensando a tutto quello che potevo aver fatto di male per meritarmi l'apocalisse.
«Vorrei riacquisire la mobilità, se possibile, grazie!»
Enunciai bordeaux in viso, sia per l'imbarazzo, che per l'ormai poca tolleranza rimasta.
«Questo casino ha creato un gruppo di studio? cioè.. eravate tutti qua per andare in biblioteca a studiare? »
Pensai a quanto volessi bene alla mia gatta, Rufy, a quanto fossero, accettabilmente, buoni gli zuccotti di zucca in Sala Grande e al fatto che non avevo salutato adeguatamente nessuno dei due quella mattina.
Il mio stomaco brontolò.
Fantastico.
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Edited by ~Ðelta - 10/8/2020, 05:33
 
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view post Posted on 9/8/2020, 23:48
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La giornata poteva andare peggio di così? Ovvio, ma che domande! Non solo dovevo andare in giro per il castello come un dannato zombie appestato, ora la mia adorata console era scheggiata. SCHEGGIATA, Cristo santissimo. *Non perdere la pazienza Max, NON PERDERLA!* Guardai seccata il ragazzo, stava davvero facendo dell’ironia del cappero su questa situazione? “DaBBero molto diBertenDe, ma quesDo non ti salBerà dalla mia ira.* lanciai un’occhiataccia anche alla rossa, che sembrava stesse dormendo all’impiedi.
Ma dopo tutto, non potevo di certo aspettarmi che una maga conoscesse le diavolerie babbane.
“-Ciao rag... Dios mio, ma è una console?!” entrò in scena una ragazza all’improvviso, anch’essa corvonero, la stetti a guardare per qualche secondo in silenzio. *Dove l’ho già vista?* la scrutai meglio, cercando di capire perché mi desse quella strana sensazione. “Non ti preocupare, so io un incantesimo che fa al tuo caso!” continuò la moretta, prendendo la sua bacchetta e agitandola davanti a me. “No, aspetta ma che caBolo…” cominciai a dire allarmata, stringendo la console forte nelle mani. “No, no, no, no! Ferma che se succede qualcosa a quell'aggeggio poi ci uccide...” A quanto pare anche il ragazzo tassorosso era allarmato tanto quanto me, ma niente la corvonero si era decisamente decisa a peggiorare TUTTO. “Lapsus!”
E niente. A quanto pare le divinità oggi stavano davvero sfidando la mia pazienza. Tutto accadde velocemente, neanche il tempo di spostare la console dentro la tasca che subito diventò umida e scivolosa, tentai invano di trattenerla, ma la console scivolò dalle mani, volando di NUOVO per aria. Ma tranquilli, la disagiata corvonero non aveva solo condannato la mia console, ebbe anche la geniale idea di fiondarsi su tutti noi per provare in maniera ridicola di salvare il salvabile. Che idiota.
Così, finimmo tutti a terra. “P…presa!” esordì la colpevole, sotto di me, e si perché ero caduta proprio addosso a lei. *Ora mi diverto…* per ripicca le tirai una grossa ciocca di capelli scuri “Oh… eccome se è finita sulla mia lista neBa!” dissi ghignando, poi mi alzai di scatto e le strappai dalle mani la console, questa volta la presi con il tessuto della divisa scolastica, così da evitare che cadesse per l’ennesima volta.
"NO, che non sDo bene. QuesDi disgraziati mi hanno rovinato la giornaDa!!!” risposi seccata alla grifondoro, che era l’ultima arrivata. Ritornai a guardare la console, oramai era andata, il liquido era entrato dentro la scheggiatura. *Game Over, Max.* Con il pollice sfiorai il vetro, mi sentivo distrutta, neanche mi fosse morto il gatto o la nonna… Okay, scherzo, se fosse morta Agnes sarei stata al settimo cielo, ma questo… no, era troppo per me. Tirai su con il naso, e già, la super cazzuta Max stava rischiando di piangere. *Non posso farmi vedere in questo stato!* mi rimproverai mentalmente, così feci finta di soffiare il naso, con tanto di strombazzata rumorosa, per asciugarmi quella lacrimuccia infame.
“Questo casino ha creato un gruppo di studio? cioè.. eravate tutti qua per andare in biblioteca a studiare?” continuò il biondino, come se niente fosse. Massì capita tutti i giorni di cadere come dei rimbambiti e rompere la roba degli altri! “In realBa, io staBo cercando l’infermeria.” Dissi con tono cupo. “Mi sono perZa.” Continuai, guardando altrove, quasi imbarazzata dal fatto che ancora non avessi imparato a memoria i piani del castello. “ASPETTA!” all’improvviso, mi venne un’idea a dir poco geniale o beh, almeno io credevo che lo fosse! “Esiste qualche incantesimo per riBarare le coZe?” domandai a tutti i presenti, quasi eccitata all’idea di poter riavere la console tutta intatta. “Beh… pensaBo, che potremmo cercare in biblioteca!” squittii tutta agitata, guardando uno ad uno i volti dei compagni. “Oooh su, me lo doBete.” Iniziai a dire prima che qualcuno potesse ribellarsi. “SoBrattutto TU!” mi voltai verso la corvonero, fulminandola con il peggiore degli sguardi che potessi avere. *Aspetta un attimo… ORA RICORDO!* sgranai gli occhi“Oh cielo, tu sei quella che mi ha calpestato il piede a Diagon Alley…” girai le palle degli occhi esasperata, ora si spiegava tutto.
 
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view post Posted on 10/8/2020, 15:17
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In quel groviglio di arti umani, Ruby se la rideva: l'importante era aver salvato la console e che nessuno si fosse fatto male, il resto le pareva abbastanza spassoso e assurdo! Il ragazzo biondo sembrava averla presa con la sua stessa filosofia, perchè le rivolse qualcosa di molto simili alle congratulazioni. A quanto poteva giudicare nella sua posizione (letteralmente, stesa a terra, con una gamba ossuta della serpeverde sotto il meno), l'unico maschietto era stato finora l'unico a dimostrare un certo senso dell'umorismo. - Anni di pallav... - stava tentando di spiegarli con finta modestia, prima che un'inviperita Maxine (per lei, ancora una Morticia Addams senza un nome) le tirasse i capelli. - Ehi! - strillò, più per il gesto antipatico che per il reale dolore, considerando che doveva essere stato più un avvertimento, che un tentativo di farle male. - Tieniti stretta la frangetta, vampira ingrata! - la reguardì, pensando di restituirle il favore e trovandosi invece tra le mani una ciocca rossa e morbida. Ruby passò dalla stizza all'estasi. - Au guey, ma che balsamo usi? Mi sembra di accarezzare un ermellino di seta cinese!
In quel momento giunse un ragazzina bionda, dalla divisa Grifondoro. Li guardò preoccupata, chiedendo loro se stessero bene. Naturalmente Morticia rispose con la sua solita dolcezza di un
chocoflan, che la sua giornata era stata compromessa a causa loro. A giudicare dalla voce, doveva essere raffreddata... considerando il party sul pavimento, potevano considerarsi tutti danneggiati.
- Non darle ascolto, non sa prendere nulla con leggerezza - disse con leggerezza alla grifondoro, alzandosi in piedi e scrollandosi una nuvoletta di polvere dall'uniforme. - Uno vuole dare una mano e riceve violenza fisica e psicologica - aggiunse con fare tetro, rivolta sempre alla graziosa biondina, ben decisa a rifilare subito la sua versione dei fatti. Cercò di aiutare la compagna di casa ad alzarsi in piedi, considerando che anche lei sembrava non amare finire scaraventata a terra: la prese per un braccio e l'aiuto ad issarsi a terra, con un'energia insospettabile in un corpo così piccolo. Non le sfuggì lo stomaco brontolante e sorrise, complice. - Ho già capito il tuo problema, tu hai solo bisogno di uno spuntino rinvigorente!
Decisa ad ignorare la scortese serpeverde, dedicò allora la sua attenzione al ragazzo biondo, a quanto pare discepolo di Tosca. Studiare in biblioteca? Sicuramente una bella idea, ma non quella che l'aveva ispirata quella mattina. Molto più interessante l'amletiana questione con Sir Nicholas. Non voleva apparire tuttavia indegna della sua casata davanti ai presenti, quindi si grattò il collo, arrossendo fino alla radice dei capelli. - Ovvio che sì... che dovremmo fare, andare a caccia di fantasmi? - mentì goffamente al ragazzo e al resto dei presenti; la battuta si spense, imbarazzante com'era uscita. A quel punto, giusto per incrementare il rosso presente sulla sua faccia, la brunetta, giustamente affranta per la console lesa, propose una ricerca di gruppo e... la riconobbe. Rubina sbattè le palpebre, decisa a manifestare la sua migliore faccia da poker. Credo di aver già detto che era una pessima bugiarda, quindi la sua credibilità dipese soprattutto dalla buona fede degli spettatori. *Ha ragione mia madre, fai una vinta da santo e si ricorderanno dell'unica cattiva azione che hai fatto! Vorrei dire, ha un fotogramma di me che le pesto i piedi per sbaglio e non si ricorda che le ho gentilmente prestato la mia lista?*
Anzichè snocciolare le sue recriminazioni, optò per una reazione più astuta. - Credo che la febbre di abbia dato alla testa, non ho idea di chi tu sia! - sbuffò, corrugando la fronte e con un sorriso spaccone tipico dei bugiardi in erba. Era cosciente che il suo accento era molto più peculiare del suo aspetto, ma avrebbe negato fino alla morte (o quasi). - Non so voi, ma io direi di lasciare questa povera ragazza, probabilmente resa visionaria dalla febbre, in infermeria, e andare a fare uno spuntino. Poi potremmo fare in biblioteca tutti insieme quello che volete: studiare, riparare aggeggi babbani e quant'altro!
Propose la sua idea estreando un fazzoletto di stoffa pulito dalla manica con la grazia di un prestigiatore consumato e porgendolo a Max, sdegnata. Ovviamente l'intenzione di Ruby non era di confinare l'amazzone mora, ma semplicemente di distogliere l'attenzione dall'episodio citato... e dal nuovo guaio combinato. Magari fare amicizia con qualcuna delle nuove facce incrociate, considerando che con gli approcci classici la sua timidezza sarebbe stata ancora più visibile.


Spero di aver rispettato il flusso spazio-tempo-dialoghi, in caso correggo <3
 
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view post Posted on 11/8/2020, 17:48
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Ndaolk4Solitamente se succedeva qualche casino al castello, il 99% delle volte Vivienne Pierce si trovava in mezzo. La situazione nella quale si trovò coinvolta rappresentava quel 1% in cui stranamente non aveva colpe. L'aveva comunque vissuta come spettatrice ma almeno si era salvata da alcune cadute (Viv ne aveva vista solo una in diretta, ma non aveva idea di quello che fosse successo prima ai ragazzi). Quando finalmente arrivò in corrispondenza del gruppo per assicurarsi che stessero più o meno tutti bene, le risposte che ricevette erano abbastanza in contrasto tra di loro. « Ehi, ciao! È avvenuto un po' un casino, del tipo che lei mi è venuta addosso, lei è andata addosso a lei e quindi a me.. e poi lei ha travolto tutti noi tre. Io sto bene... » Il Tassorosso sembrava il più tranquillo di tutti, come se effettivamente tutta quella serie di eventi fosse stata una sfortunata coincidenza - finalmente finita. « Vorrei riacquisire la mobilità, se possibile, grazie! » La Corvonero dai capelli rossi invece sembrava spazientita. Ma mai quanto la serpeverde, che invece non cercava neanche di nascondere quanto fosse infastidita. « NO, che non sdo bene. Quesdi disgraziati mi hanno rovinato la giornada!!! » Ma la penultima arrivata non aveva intenzione di farla uscire vincente da quello scontro verbale. « Non darle ascolto, non sa prendere nulla con leggerezza. » Disse, rivolgendosi verso di lei. *Beh, non ha tutti i torti* fu il primo pensiero di Vivienne, ma se lo tenne per sè. Allo stesso modo in cui prima non ci aveva pensato due volte ad inserirsi nella conversazione nel momento in cui la situazione sembrava farsi pesante, realizzò che non aveva senso continuare a prendersela con la Serpeverde, erano comunque tutti contro di lei e per questo era ormai innocua. E infatti la discussione sembrò cadere in fretta, lasciando spazio ad altri discorsi, come ad esempio decidere cosa avrebbero fatto ora. Viv realizzò che si era formato un gruppo e sembrava proprio che la prossima attività l'avrebbero fatta tutti insieme. Ovviamente la grifondoro ne fu entusiasta, ogni occasione era buona per passare del tempo con altre persone, soprattutto probabili compagni di corso che non aveva ancora conosciuto bene. « Sì! Io sì che stavo andando in biblioteca! Possiamo studiare tutti insieme! » Squittì entusiasta, rispondendo al ragazzo. Pure la Serpeverde sembrò essere d'accordo su quel piano. Fu la ragazza mora - dallo strano accento - a proporre una variazione che comprendeva andarsene a mangiare prima di mettersi a studiare. Certo, questo implicava abbandonare la Serpeverde in infermeria e, vedendo come aveva reagito prima, chissà se sarebbe stata contenta di venire abbandonata anche solo per un po' di tempo! « Mi piace anche questa idea! » Continuò. Si sarebbe adattata a tutto pur di fare qualcosa insieme a loro.« Io comunque sono Vivienne! Siete tutti al primo anno, vero? » Solitamente Viv non era troppo sveglia ma aveva il dono di essere una grande osservatrice ed era sicura di aver visto tutti i presenti a lezione.




 
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Narcissa E. Miller
view post Posted on 12/8/2020, 08:28





Narcissa Elodie Miller
Serpeverde | Studentessa, I anno | 11 anni | Outfit | ♪XwFHG5M
Quel giorno s'era alzata particolarmente di pessimo umore. Da quando aveva parlato con Draven del vocabolario non s'era mai più presa la briga di andare in biblioteca a scoprire come usarlo e a cosa potesse servire. Desiderava tanto imparare cose nuove e, per quanto svogliata potesse essere a livello accademico, quel dizionario avrebbe dovuto tenerle compagnia proprio quella mattina. Narcissa, infatti, aveva scrupolosamente controllato il calendario delle lezioni, ma grazie al cielo quel giorno il primo anno non aveva nessun corso da seguire. Era il momento ideale per andare a rintanarsi in biblioteca e mettersi in pari anche con l'ultima lezione di storia della magia, per la quale avrebbe dovuto scrivere un saggio sui secoli bui del Medioevo. Ricordava d'aver sbadigliato soltanto un paio di volte durante quell'ultima lezione, pertanto era quasi certa che in biblioteca non avrebbe rischiato di addormentarsi con la testa immersa in uno dei tanti manuali.
Narcissa lasciò il dormitorio dopo essersi preparata di tutto punto: aveva passato un quarto d'ora abbondante a spazzolarsi i capelli e ad acconciarli in morbidi e ordinati boccoli biondi, curandosi di posizionare il ciuffo rigorosamente a sinistra, sfruttando la sua "mancinità" per sistemarlo dietro l'orecchio ogni qualvolta avesse azzardato di caderle sugli occhi. Si sistemò un'ultima volta la divisa, premurandosi che ricadesse lungo i suoi fianchi senza dar l'impressione di farla rassomigliare a un vecchio sacco nero dell'immondizia, poi si incamminò dai sotterranei in direzione della biblioteca.
Nell'ingresso alcuni studenti correvano su e giù, tenendo libri e tracolle stretti a sé, nel - talvolta vano .- tentativo di non far tardi a lezione. Si sentiva superiore, quella volta, perché ringraziando il cielo non avrebbe dovuto prendere parte a quella maratona studentesca che l'avrebbe condotta in un'aula qualsiasi del castello. A passo lento si avviò verso le scale. Risalì la prima rampa e la seconda, finché una scalinata più burlona delle altre non scelse di spostarsi proprio sotto il suo naso, mandandola su tutte le furie.

*Maledette scale, ogni volta, ogni santissima volta che io devo camminare si spostano! Maledetto chi le ha inventato*
Con il fumo che le usciva copioso dalle orecchie, attese impaziente che le scale tornassero al proprio posto. Dopo essersi ampiamente fatte beffa di lei, finalmente si degnarono di tornare ai suoi piedi, permettendole di procedere nella risalita verso il quarto piano.
Una volta arrivata a destinazione, la biblioteca sarebbe stata qualche metro più avanti.
Narcissa si fermò qualche attimo e si sporse dalla ringhiera della tromba di scale, restando immobile qualche istante a rimirare l'atrio dall'alto. Da quel punto di vista gli studenti sembravano piccoli puntini frenetici. Notò un paio di loro doversi fermare per lo stesso motivo che aveva costretto lei a fermarsi qualche attimo prima: le scale mobili, che avevano deciso di spostarsi all'ultimo, avevano fatto tirare un'imprecazione tanto volgare a uno studente che quando pervenne alle orecchie di Narcissa quest'ultima dapprima arricciò appena il naso, ma poi assunse un'aria pienamente soddisfatta.

*Beh, allora non sono proprio l'unica ad odiarvi, stupide scale*
Si scostò dalla ringhiera, aggiustandosi il ciuffo che nel frattempo le era calato sugli occhi coprendole parzialmente la vista. La biblioteca era esattamente in fondo al corridoio, ma un vociare concitato attirò la sua attenzione, spingendola ad incamminarsi in quella direzione piuttosto che verso l'area culturale del castello. D'altronde era risaputo che Narcissa non poteva fare a meno di ficcanasare per il castello e, soprattutto, non perdeva occasione di immischiarsi in faccende che non la riguardavano.
Il quadretto che le si parò innanzi le rinfrancò lo spirito. Alcuni volti noti ed altri conosciuti solo di vista le si dischiusero sotto lo sguardo attonito. Sembravano essersi appena ripresi da una mezza colluttazione e Maxine, la sua compagna di casa, sembrava particolarmente alterata.

"Ehi, cos'avete fatto a Maxine?" esordì avvicinandosi a grandi falcate e raggiungendo il gruppo di primini, fonte di quelle voci che aveva udito pochi attimi prima.
Le iridi azzurre volteggiarono su ogni volto. Riconobbe Vivienne, l'aveva vista qualche volta a lezione e l'aveva anche intravista durante la gita a Hogsmeade, era amica di quell'altra che vagava con uno scoiattolo imbizzarrito in tasca. C'erano poi due ragazzi con i quali non aveva mai avuto il piacere di averci a che fare, un tassorosso e una corvonero. E poi... poi c'era lei. Una chioma di capelli rossi e fluenti familiare le richiamò l'attenzione.

"Ehi, letterina, cosa combini? Vai in giro a bullizzare gli studenti di Serpeverde facendo comunella con quelli delle altre case?" domandò pungente, osservando Delta con un sopracciglio alzato. Gli occhi si spostarono rapidamente verso la consolle che teneva in mano Maxine. Aveva visto lo stesso oggetto a casa di un'amichetta babbana che viveva nella villetta accanto a quella dei suoi nonni materni, ma non aveva mai capito come funzionasse. E soprattutto era convinta che a Hogwarts i ritrovati elettronici dei babbani non funzionassero correttamente. Cosa stava succedendo, però, non poteva saperlo, dato che era appena arrivata e non aveva assistito all'ammucchiata precedente, nata da una leggerezza compiuta dal giovane tassorosso nell'allacciarsi incautamente le scarpe in mezzo al corridoio. Ma a Narcissa, ovviamente, non importava come fossero realmente andate le cose, ciò che contava in quel momento era difendere Maxine - non che non fosse in grado di farlo da sola, ma una squadra è sicuramente più forte di un solo individuo - e attaccare briga coi presenti, facendo eventualmente ricadere la colpa su di loro semmai fosse intervenuto qualche prefetto, caposcuola o docente attirato da tutta quella confusione.

PS: 101 | PC: 50 | PM: 50| PE: 1
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view post Posted on 13/8/2020, 12:33
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La cosa divertente di quella situazione era che non sembrava per niente pronta a risolversi in tempi brevi. Non appena qualcosa sembrava appianato, subito accadeva qualcosa che faceva precipitare i già precari equilibri. Si ritrovò così a osservare in silenzio Delta che, tra tutte, sembrava quella più perplessa. Stava per dire qualcosa, ma la minaccia di Maxine di non salvarlo dalla sua ira lo fece alquanto sorridere. Alla fine trovava tutto dannatamente divertente. <a me sta bene, MA..!> Si fermò dal proseguire in quella frase, spostando la sua attenzione sulla Serpeverde. La osservò e soltanto dopo una manciata di secondi ultimò la frase. <prima si è offerta lei.> Il dito indice della mancina andò a indicare proprio la rossa, Delta, che come lui era stata minacciata da Maxine. Si voltò in questa maniera molto lentamente verso la McTavish, quindi fece spallucce. <senza rancore..> Ridacchiò nel dirlo. Alla fine non voleva davvero immolarla come vittima sacrificale per l'ira della Serpeverde, quanto cercare di stemperare un minimo la situazione. Quando però proprio la Serpeverde invitò tutti i presenti a recarsi in biblioteca a cercare un incantesimo di riparazione per la console, ne fu esattamente sorpreso. *What?!* Si ritrovò a pensare, sgranando anche gli occhi, senza riuscire del tutto a nascondere quel moto di sorpresa che si impossessò del suo giovanissimo volto. <oh.. beh, perché no? Credo che loro due te lo debbano più di noi altri..> Disse, indicando subito Delta e poi Ruby, con un sorriso divertito impresso sulle labbra. <ricordiamoci che è stata lei a scheggiarti la console!> Disse, riferendosi proprio alla seconda corvonero della serata, ossia Ruby. <È giusto che sia proprio lei a pagare per la situazione.. ma ovviamente, se ci fossero risvolti positivi come caramelle tutti i gusti più uno in regalo in cambio di aiuto, beh.. mi offro come aiuto!> Ci sarebbe mancato altro. Non perdeva mai tempo e modo di guadagnarsi una caramella o una cioccorana. *Caccia di fantasmi?* Le parole di Ruby risuonarono più volte nella sua mente, tanto che finì per sgranare gli occhi. Gli sembrava tutto potenzialmente molto divertente. La osservò sorpreso per qualche istante. <perché no?!> Esordì subito dopo, ridendo. <guarda che sarebbe divertente.. vuoi mettere dare la caccia ai fantasmi per i corridoi della scuola? Ah, voi corvonero non sapete proprio divertirvi...> Alzò gli occhi al soffitto, ma nonostante il contenuto sembrasse alquanto "accusatorio" verso i Corvonero, in realtà il tono faceva ben intendere che scherzasse. Alla fine lui non aveva davvero niente contro nessuna delle altre tre case di Hogwarts. Si limitava, in questa maniera, a scherzare; purtroppo era fatto così, un mix di ironia e sarcasmo da sfoderare sempre nel momento peggiore. Poi si voltò versi la Grifondoro, che sembrava ben propensa ad andare in biblioteca a studiare assieme. Fra tutti, sembrava anche quella più intenzionata a "creare" quel gruppo. <piacere di conoscerti Vivienne!> Esordì subito, limitandosi ad annuire quando chiese se erano tutti del primo anno. Un cenno d'assenso che ovviamente valeva soltanto per lui, visto che non era sicuro che tutti gli altri fossero al suo stesso anno. Dovrebbe averli visti qualche volta a lezione, ma da qui a darne certezza, ce ne passava d'acqua sotto i ponti. <io sono Michael.. Michael Barnes.> Si presentò alla Grifondoro, poi estendendo però quella presentazione anche a tutti gli altri. Si spostò di qualche centimetro, per recuperare il libro di incantesimi che ancora aveva lasciato incustodito a terra dopo l'ultimo scontro. Proprio in quel frangente il gruppo venne raggiunto da un'altra figura, appartenente a Serpeverde. <ehilà!> La salutò in maniera molto energica, spostando però subito lo sguardo su Maxine quando Narcissa sembrava pronta a difenderla. <..Sì, stiamo bene anche noi, grazie per avercelo chiesto!> Affermò divertito, in risposta a una domanda che in realtà non era stata fatta. Ridacchiò divertito, prima di spostare lo sguardo su Narcissa ancora una volta. <potremmo.. e ripeto il potremmo.. averle rotto la console per errore.> In realtà non era sicuro che quella console si fosse rotta, ma sta di fatto che anche in quel momento la prendeva con filosofia, con un sorriso stampato sul volto. *Ora ci ammazza.. o ci ammazzano* Pensò, guardando da prima Maxine, e poi la stessa Narcissa.
 
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view post Posted on 14/8/2020, 17:50
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draco dormiens nunquam titillandus

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δ Delta McTavish I anno 11 anni Outfit δ
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«Au guey, ma che balsamo usi? Mi sembra di accarezzare un ermellino di seta cinese!»
Lasciai che Ruby mi aiutasse a smettere di abbracciare il pavimento, pensando ad una risposta stupida per la sua naturale ironia.
Le rivolsi un caloroso sorriso, appena tornai ad essere una normale bipede, ma alcuna parola uscì dalle mie labbra: boccheggiai e la salivazione si azzerò.
«Ho già capito il tuo problema, tu hai solo bisogno di uno spuntino rinvigorente!»
La timidezza riconquistò le redini, facendo risultare, estremamente, sciocca qualsiasi probabile risposta che si stava formando nella mia mente, dunque non dissi niente, acconsentendo con un lieve cenno della testa.
Niente, però, mi vietò di allungare uno scappellotto sulla nuca del Tassorosso, l'unico maschietto presente a quel bizzarro ritrovo, il quale, da vero galantuomo, mi offrì come sacrificio alla seguace appestata di Salazar, per, poi, far ricadere tutta la colpa sulla mia concasata.
«Veramente Coraggioso!»
Sbuffai verso di lui, scioccata, cercando, tuttavia, di trattenere un sorriso divertito, dovuto a tutta quella bizzarra situazione.
Osservai ed ascoltai i seguenti battibecchi attentamente, ma cercando di tenermi stupidamente occupata: prima lisciando la mia divisa e sbattendo le parti che avevano catturato della polvere dal suolo, poi recuperando il libro di storia e sfogliandone, distrattamente, le pagine.
Qualsiasi opzione suggerita andava piuttosto bene: lo stomaco implorava pietà e richiamava a gran voce un qualsivoglia spuntino, mentre il tomo, che avevo fra le mani, non si sarebbe, certamente, studiato da solo.
Hamish aveva ragione, conoscere altre persone, non era, poi, così male.
«Io comunque sono Vivienne! Siete tutti al primo anno, vero?»
In tutta risposta alzai il mio testo in sua direzione, aperto sul capitolo dell'Antico Egitto, accennando ad una smorfia, che si tramutò subito in un mezzo sorriso.
*Credo, ormai, di aver finito tutta la banalità che ho nel repertorio!*
Pensai, pentendomi all'istante del gesto.
Quando una voce già registrata nel mio cervello si fece avanti in tutto quel chiacchiericcio e Narcissa Miller riuscì ad invadere anche quella mia piccola parte di vita, con i suoi soliti modi da Troll di montagna: tanto aggraziati, quanto educati. Proprio come direbbe il signor McTavish.
«Ehi, cosa avete fatto a Maxine?»
Neanche fosse stata sua sorella, entrò a gamba tesa con un classico che suonava da ritornello per tutti gli undicenni Serpeverde: "è certamente colpa tua, non osare sfiorarmi o sfiorare le mie cose, ti metto le mani in faccia". E ripeti.
A quanto pare, una sinfonia di gran successo per i corridoi dei sotterranei.
«Ehi, letterina, cosa combini? Vai in giro a bullizzare gli studenti di Serpeverde facendo comunella con quelli delle altre case?»
Sorrisi amaramente verso la nuova figura, ricordando quanta cattiveria fosse in grado di vomitare fuori da quel corpicino e sforzandomi di trattenere il dispiacere che provocava dentro di me.
L'ingenuo intelletto mi suggerì di lasciarla perdere, di non rispondere ed attaccar briga con una bambina che doveva sentirsi infinitamente triste per riuscire ad arrivare a tanto, ma l'orgoglio, di fronte a tutti quei compagni, divenne padrone della mia bocca e vinse un lasciapassare.
«No, figurati, Miller! Quella è una tua prerogativa! Non mi permetterei mai di rubarti la scena.»
Replicai inconsciamente, mossa dalla bile accumulata al Lago Nero.

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view post Posted on 16/8/2020, 16:13
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La mia proposta non sembrò entusiasmare tutti quanti, o meglio la brunetta sclerata aveva deciso di remarmi contro, sminuendo la mia idea, addirittura arrivò a mentire sul nostro primo incontro. *Che stronzetta* la fuminai con lo sguardo. Mentre gli altri, tra cui la rossa ( di cui ancora non sapevo ancora il nome) era al quanto disinteressata da tutto e tutti , Michael era ben disposto ad aiutarmi e anche a fornirmi le due corvonero su un piatto d’argento con una mela in bocca e la carota in culo. E poi, infine c’era Vivienne, di cui mi dava l’impressione che volesse semplicemente compagnia. “NON sDo delirando dalla febbre!” ribattei seccata, serrai entrambe le mani in dei pugni stretti. Quella situazione mi stava davvero seccando, non solo mi avevano rotto la console, ora starei anche delirando?!? *Assurdo.*
"Ehi, cos'avete fatto a Maxine?” dal nulla, risuonò una voce molto familiare *Narcissa! Finalmente una che ragiona con il cervello.* pensai esasperata, magari in due avremmo risolto più velocemente quella situazione. Feci per risponderle, ma la biondina continuò a parlare, questa volta rivolgendosi alla bella addormentata rossa. “Ehi, letterina, cosa combini? Vai in giro a bullizzare gli studenti di Serpeverde facendo comunella con quelli delle altre case?” a quanto pare Narcissa aveva già avuto a che fare con la corvonero, e non sembrava che andassero d’amore e d’accordo. Spostai lo sguardo verso la corvonero, osservando piano, piano come la sua espressione da tranquilla mutò molto velocemente a infastidita, quasi disgustata dalla bambina bionda che si ritorvava davanti. “No, figurati, Miller! Quella è una tua prerogativa! Non mi permetterei mai di rubarti la scena.”ribattè tutta inviperita. *Porca zucchina!* sgranai gli occhi, sorpresa dalla grinta della rossa. * La principessina non è poi così addormentata…* sorrisi, mi piaceva la sua grinta.
In un’altra occasione avrei assistito al battibecco in un agolino, con una ciotola di popcorn e coca cola, con tanto di urla per incitare Narcissa, ma… ci tenevo a precisare una cosa.
“AsBetta.” Presi un respiro profondo, avevo difficoltà a parlare per via del raffreddore. “Qui nessuno mi sDa bullizzando.” Guardai la mia concasata con un’aria decisa, per poi afferrare per la spalla la corvetta mora, la spinsi verso di me e appoggiai la mia testa sulla sua spalla. “Narcissa, se Buoi puoi Bure scannarti con la principessina, ma io deBo risolBere prima questa situazione.” Interruppi il battibecco, cercando di portare l’attenzione di nuovo al problema principale. “Mentre tu Guapa, forse non hai capito, ma devi risolBere il problema che hai creato, intesi?” mi rivolsi alla corvonero, su cui avevo ancora appoggiata la testa sulla sua spalla. Non avevo intenzione di battibeccare o cose cosi, anche perché non ero in piene forze, molto probabilmente più che raffreddore avevo per davvero una linietta di febbre. “Non Boglio litigare, son sDufa. Voglio solo che la console torni a funzionare…” Ammisi seccata, in una situazione diversa non sarei stata così “pacifica” nel convicere le persone. Mi scostai dalla spalla della mora e ripresi dalla tasca l’aggeggio babbano. *Certo ultimamente aveva dei strani bug* pensai, mentre con il pollice sfiorai il graffio sul vetro. *Ma non importa, voglio continuare a giocarci, anche se ha tremila bug!* “Insomma, voi aiuBate me e poi andate a fare quello che Bolete, tanto doBevate comunque andare in biblioteca.”

Max non sa cosa significa "Guapa" ha improvvisato :asd:


Edited by Eris95 - 16/8/2020, 17:35
 
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view post Posted on 18/8/2020, 12:15
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La ragazza grifondoro si chiamava Vivienne e sembrava entusiasta alla proposta della biblioteca: il suo sorriso grintoso sembrava l'opposto dell'aria (giustamente) incavolata della serpeverde mora. Il ragazzo tassorosso si presentò come Michael, continuava a confermarsi l'unico che riusciva a fare qualcosa di diverso da una faccia scocciata. Non che la nostra eroina mantenesse un'aria particolarmente solare. Ruby, difatti, sentiva le budella rivoltarsi per il senso di colpa, ma il Fato non la volle lasciare impunita e la graziò in uno dei modi contorti imperstrutabili alla ragione umana: un'altra ragazza dai capelli dorati fece il suo ingresso a grandi passi. A Ruby fece venire subito in mente un grazioso soprammobile di vetro che sua zia Christine teneva in casa: bello, ma meglio non toccarlo, punge. A dimostrazione della prima (non proprio promettente) impressione riscontrata, la nuova venuta si mostrò difensiva nei confronti della compagna di casata (a quanto pare, chiamata Maxine) e scoccò una frecciatina a... la corvonero coi capelli rossi, a quanto pareva. Quest'ultima replicò con ricambiata ostilità. Il livello di tensione di quel gruppo di undicenni stava salendo a livelli vertiginosi. Ruby era quasi tentata di allontanarsi con una scusa qualsiasi e farsi i fatti propri (come forse sarebbe stato più saggio scegliere dall'inizio): si sentiva ad una partita di tennis, non riusciva a seguire la pallina che schizzava da una parte all'altra. Inoltre, aveva il sentore che si sarebbero trovati nuovamente tutti a terra, ma in un intricato scontro fisico... l'unico problema era evitare di confondere la chioma di Vivienne (che sembrava decisamente simpatica) con quella di Narcissa, che doveva aver dimencato il buonumore nei sotterranei verde-argento. Come la Reginetta aveva fatto incurisione, Ruby era tentata di prendere le parti della compagna di casata, in nome della solidarietà implicita suggellata al momento dello smistamento, ma l'altra reggeva lo sguardo di quel sopracciglio chiaro e delicato senza difficoltà. Maxine, a sorpresa, anzichè decidere di fare dell'aggeggio ormai funzionante un frisbee di attacco, parve trattenere la propria furia, cercando di sincerare l'altra, battezzata Narcissa, sulle proprie condizioni. Magari agli occhi dei serpeverde tutte le altre casate erano aquile pronti a ghermirli e mangiarli in un boccone!
Naturalmente, Maxine ribadì quanto fosse importante che lei, in quanto colpevole, contribuisse ad aiutarla con la console. Il "guapa" fu sputato come un'offesa, ma era pur sempre un complimento. Rubina avvertiva tutto il peso del senso di colpa gravarle sullo stomaco in modo insopportabile; vide gli occhioni verdi di Maxine, sebbene ancora irati, appannati dal raffreddore e si sentì una persona a dir poco orribile. La serpeverde parlava con voce quasi vellutata sulla sua spalle, e malgrado fosse una scelta poco igienica, nelle sue condizioni, sembrava saper essere convincente.. - Scusami, Maxine, La cagò - si scusò, dignitosamente.- - Anche se non ti ho mai visto prima... - aggiunse, grattandosi il collo con simulata noncuranza. - Ma resta il fatto che il danno è anche colpa mia, e farò tutto ciò che in mio possesso per ripararlo! Hai la mia parola!
Parlò con ardore, circondando la spalla dell'altra in una morsa che voleva essere rassicurante ed amichevole. - E penso di poter parlare anche a nome di questa splendida ragazza, in quanto privilegiate da Madre Natura è giusto che prestiamo questo servizio - aggiunse tra il serio e il faceto, spostandosi e poggiando una mano sulla spalla dell'altra corvonero, per quanto la modesta statura le consentiva. Era praticamente l'unico volto per lei a non avere ancora un nome, ma le sembrava una buona occasione per scoprirlo. - Per Michael non c'è bisogno neanche di chiedere, vero? Hai la S di Superman praticamente stampata addosso! E poi, sei l'unico tra loro a non farmi paura! - esclamò con ammirazione (genuina, ma gonfiata dalle necessità) al bel biondino, quasi fosse anche lui una vecchia conoscenza. - Vivienne, tu non hai colpa in questa tragica vicenda, ma sento che potresti dare tanto in questa ricerca. Dimostra ai Serpeverde perchè Godric è ricordato come il più eroico e generoso!
Dopo l'ennesima sviolinata alla Jack Sparrow durante un disperato reclutamento, gli occhi marroni di Ruby si posarono su Narcissa, l'unica che non aveva ancora citato. Aveva la certezza che non avrebbe abbandonato Max tra le loro "grinfie", in base alla dimostrazione di mamma leonessa di un attimo prima. - Sei la benvenuta anche tu, se prometti di non cruciarci appena ti daremo le spalle! - scherzò (e insieme sperò) rivolta a lei.


Spero sia ok, ho cercato di interagire con tutti!
 
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24 replies since 7/8/2020, 22:32   692 views
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