Viscido è bello, pare., Alexis & Narcissa

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view post Posted on 31/8/2020, 11:32
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❝A piece of writing is like a piece of magic. You create something out of nothing.❞
Prima di arrivare ad Hogwarts Alexis si era ripromessa di diventare una brava pozionista, tanto per dimostrare al fratello che avrebbe potuto superarlo almeno in qualcosa. Chris era decisamente una frana in quella materia, troppo approssimativo e sbrigativo per sperare di creare una pozione che non fosse letale. O non esplodesse in faccia al professore.
Dosare gli ingredienti con precisione e mescolare in un calderone, non sembrava mica così difficile in fondo! Piccola, dolce ingenua.
Quello che non si aspettava era di trovarsi a dover immergere ogni singolo giorno le mani in barattoli pieni di occhi di salamandra e lumache cornute. Più l'ingrediente era viscido, più sembrava che i maghi adorassero utilizzarlo nei loro intrugli. Con sua somma gioia.
Proprio nella lezione di quel giorno era stato spiegato agli studenti del primo anno come preparare una Pozione Doxicida, un rimedio contro il veleno di quelle piccole creature attaccabrighe. Tutto molto interessante, fino a quando non aveva sentito il professore elencare la lista degli ingredienti necessari. Bava di martinaccio ancora umida. Ma dai, perché proprio la bava doveva essere?
Con uno sguardo sconsolato Alexis aveva cercato il barattolino giusto dall'armadio delle forniture, sollevandolo tra due dita e cercando di tenerlo il più lontano possibile dalla sua faccia. La sua espressione doveva essere un misto tra lo schifato e il perplesso, perché aveva causato più di un risolino tra le compagne di banco intorno a lei.
Comunque, il risultato finale sembrò discreto abbastanza da sentirsi sollevata. Il colore della sua pozione non era un granché e non somigliava del tutto a quello della foto sul suo libro. Tutto sommato, però, il calderone non era esploso e non si era sciolto. Un successone, insomma.
La lezione era finita e fortunatamente per quella giornata non ne avrebbe avute altre. Lasciò l'aula di pozioni, quasi trascinando i piedi dalla stanchezza. Tutti i suoi compagni sembravano diretti in Sala Comune per rilassarsi un po', ma Alexis proprio non sembrava dell'umore giusto per lanciarsi in chiacchiere di gruppo e giochi improvvisati. Di quel passo, pensava, non sarebbe andata lontano.
Rimase leggermente indietro rispetto al gruppo, guardandolo allontanarsi lungo il corridoio, diretti verso le scale. Appoggiò la schiena ad una parete e si lasciò scivolare verso il pavimento, sedendosi a gambe incrociate con la borsa piena di libri in grembo. Chiuse gli occhi un istante, rilassando la testa sul muro alle sue spalle.

*Fatemi indovinare, domani sarà fegato di drago o muco di vermicoli?*
«Che schifo», si lasciò sfuggire in un sussurro, ad occhi chiusi.

 
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Narcissa E. Miller
view post Posted on 31/8/2020, 11:54





Narcissa Elodie Miller
Serpeverde | Studentessa, I anno | 11 anni | Outfit | ♪XwFHG5M
Se c'era una materia che Narcissa adorava, quella era pozioni. Il sogno di diventare un'abile pozionista s'era fatto strada in lei sin dal primo giorno in cui aveva valicato il portone d'ingresso di Hogwarts e aveva scoperto d'essere stata smistata in Serpeverde. Vedeva in quella professione un futuro certo. Inoltre si sentiva portata e notava d'aver un certo talento: col senno di poi aveva persino constatato che pozioni era la materia nella quale aveva conseguito le votazioni migliori, motivo per cui non poteva che essere fiera del suo operato e dei risultati ottenuti.
Ma, a differenza sua, c'erano diversi studenti che non sembravano aver quella particolare predisposizione: nel corso delle lezioni, infatti, non erano mancati maldestri tentativi di far saltare per aria l'aula, con sommo disappunto del professore, e anche pozioni che avevano assunto simpaticissime tonalità disattese che viravano dal color vomito a quello delle acque del lago nero. Quando Narcissa allungava l'occhio verso il calderone di alcuni studenti e vedeva il loro fallimento, a fronte del suo successo non poteva che gioire, sentendosi fin troppo brava per gli standard della classe.
Quella mattina in aula avrebbero affrontato la pozione doxicida: personalmente Narcissa non aveva mai avuto a che fare con infestazioni di Doxy, né aveva mai avvertito il bisogno di lanciare un repellente in giardino per tenerli a debita distanza. E a quanto sembrava poteva dirsi fortunata, vista l'indole aggressiva e disturbante di quegli animaletti. Quando il professore cominciò a spiegare il procedimento, Narcissa annotò con meticolosa precisione il procedimento di esecuzione ed anche gli ingredienti che avrebbe dovuto procurarsi: la piuma correva instancabile sulla pergamena, mentre gli occhi di Narcissa non si scollavano un solo istante dal docente, che di tanto in tanto con qualche scrollio di bacchetta faceva comparire dei disegni esemplificativi sulla lavagna alle sue spalle.
Arrivò poi il momento pratico: per quanto il procedimento fosse basilare per un pozionista esperto, per una bambina alle prese con i primi rudimenti delle pozioni portò una notevole dose d'impegno. Narcissa si concentrò a fondo affinché la sua pozione risultasse ottima. Il professore aveva inoltre promesso loro una fiala di pozione nel caso in cui avessero svolto meticolosamente l'esercizio: non sapeva quando e soprattutto se le sarebbe tornata utile, ma di una cosa era certa, ossia che portarla a casa ed esibirla a sua nonna Elodie le avrebbe portato ogni sorta d'elogio. Sorrise compiaciuta tra sé e sé quando il docente le assegnò un Oltre ogni previsione per la prestazione conseguita*.
Alla fine della lezione, Narcissa poté dirsi ampiamente soddisfatta. Aveva notato alcuni studenti Grifondoro allontanarsi dall'aula a grandi falcate. Un paio di loro era persino stato rimbeccato dal docente per aver ottenuto una pozione decisamente differente da quella proposta dal libro di testo. Forse avevano inserito ingredienti sbagliati, o più semplicemente li avevano aggiunti in ordine sparso e non seguendo quello rigorosamente esplicitato nel manuale. In particolare c'era una ragazzina del primo anno che aveva appena sussurrato due paroline che giunsero distintamente all'orecchio di Narcissa: 'che schifo'. Narcissa non poté ignorarle: aveva visto sciaguratamente il suo calderone e s'era accorta di come quella ragazzina avesse ottenuto qualcosa di affine, ma non identico a quelle che erano le istruzioni riportate dal loro manuale di teoria. Un ghigno malevolo apparve sul suo viso, lasciando spazio al teatrino che di lì a breve avrebbe allestito.

"Di grazia, che schifo cosa, di preciso? L'essere una totale incapace a pozioni o il far parte di una casa di esaltati buoni a nulla?"
La frecciatina contro i Grifondoro fu piuttosto evidente e non tardò ad andare a segno. Non c'era un motivo preciso per cui Narcissa provasse astio verso coloro ch'erano stati smistati in quella casa. Semplicemente sua nonna le aveva inculcato l'odio verso le altre case di Hogwarts e poi grossa parte del lavoro era stata fatta anche dai compagni di Serpeverde più grandi, che spesso non perdevano occasione per dimostrare quanto fossero fieri di appartenere alla nobile casa di Salazar denigrando tutti gli altri studenti della scuola.
Sorrise Narcissa, mutando il ghigno malevolo in un sorriso angelico e al contempo soddisfatto. Aveva gli occhi color ghiaccio puntati sulla piccola bambina dai capelli biondi che s'era lasciata impudentemente sfuggire quel commento troppo vicino a lei. L'occasione era troppo succulenta per lasciarsela sfuggire. Peccato che Max quel giorno non era stata presente a lezione, era certa che si sarebbero divertite insieme a dar del filo a torcere a quella ragazzetta.


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* si fa riferimento alla votazione conseguita svolgendo il compito e regolarmente registrata in scheda
 
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view post Posted on 31/8/2020, 12:52
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Non fece in tempo a proferir parola, che una ragazzina bionda con la divisa di Serpeverde le si era parata di fronte con un cipiglio teatrale. Alexis riaprì gli occhi di scatto, alzando la testa per incontrare lo sguardo corrucciato della ragazza. La conosceva, per caso?
La studiò per un momento, facendo mente locale. Doveva essere quella biondina che si guardava continuamente intorno a lezione, sbirciando sprezzante nei calderoni dei compagni solo per pavoneggiarsi della propria bravura. Il sorrisetto compiaciuto che le vide spuntare sulla faccia confermò i suoi sospetti, quella ragazza stava decisamente cercando di provocarla.

«La prima che hai detto, Principessa rispose Alexis con un sorriso ironico, accogliendo la frecciatina senza scomporsi.
«Non negherò di essere una specie di schiappa, con le pozioni. Non tutti amano sguazzare nella bava» aggiunse con una scrollata di spalle.
Sostenne lo sguardo dell'altra ragazzina senza fare una piega. Se c'era una cosa che tutto sommato le piaceva della casata verdeargento era quella vena battagliera che contraddistingueva i suoi studenti. Li trovata dannatamente divertenti, sempre pungenti e pronti a stuzzicare gli altri. Anche suo fratello era stato una Serpe, dopotutto.

«Ricordami il tuo nome?» chiese simulando un profondo interesse. Labbra socchiuse e sopracciglia inarcate leggermente verso l'alto, in attesa.
Non le era mai importato granché della divisione in Case, in realtà. Difendere i propri colori e cercare di vincere la Coppa delle Case era un conto, ma quella guerriglia tra studenti di colori diversi le era sempre sembrata forzata.
Chi aveva stabilito che Grifondoro e Serpeverde dovessero essere nemici naturali? Non era nemmeno sicura del perché il Cappello Parlante l'avesse smistata in Grifondoro, come poteva quello determinare i rapporti da stringere e quelli da evitare?
La ragazzina che aveva davanti non sembrava pensarla allo stesso modo, a giudicare dal modo in cui la guardava. Sembrava che in lei vedesse solo i colori tanto odiati, incurante del fatto che ognuno di loro avesse una personalità diversa. Quasi le venne voglia di chiederle che avesse contro la sua Casa, ma si trattenne. Sicuramente non avrebbe ottenuto altro che una seconda ondata di insulti su quanto fossero incapaci e fanatici i suoi concasati. Che poi, al suo primo anno, quanti di loro avrebbe mai potuto conoscere?

«Se proprio vuoi saperlo, ti invidio un po’. Non mi dispiacerebbe fare meno schifo in Pozioni. Qual è il segreto?» chiese con un sorrisetto innocente, continuando a guardarla negli occhi, ma senza alzarsi dal pavimento.
Magari provando a fare conversazione si sarebbe sciolta un po' anche l'altra bionda e avrebbe dimenticato i colori della sua divisa. O l'avrebbe affatturata lì nel corridoio senza tante cerimonie.




Edited by Alexis Morgan - 31/8/2020, 14:12
 
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Narcissa E. Miller
view post Posted on 31/8/2020, 13:20





Narcissa Elodie Miller
Serpeverde | Studentessa, I anno | 11 anni | Outfit | ♪XwFHG5M
Eccola lì: giovane, biondissima e soprattutto ingenua, come Narcissa aveva previsto, la Grifondoro s'era arrestata di botto per replicare alle sue ingiurie. Il modus operandi che era solita applicare con qualsiasi studente, senza far distinzione di sesso, casa o età, sembrava restituire sempre risultati interessanti che la facevano divertire di gusto. Era incredibile come tutti si sentissero in dovere di replicare alle sue parole sforzandosi di tenerle testa. Aveva soltanto undici anni, ma aveva la lingua biforcuta come un pitone e sputava veleno come una vipera, questo le era stato detto qualche tempo prima da un ragazzino lungo i corridoi di Hogwarts. Ma erano stati i fatti del passato a renderla così, quando dalla parte del carnefice non c'era lei, ma gli altri ragazzini, specialmente figli di babbani, che vedevano in lei una bambina strana e portatrice di guai. Nessuno di loro immaginava che tutte le stranezze che Narcissa si portava dietro erano in realtà frutto di un segreto decisamente più grande e interessante: la magia.
La bionda Grifondoro s'arrestò sotto i suoi occhi e Narcissa restò a osservarla, appoggiandosi con un braccio allo stipite della porta e sorreggendo con l'altro il tomo di pozioni e le pergamene che aveva usato a lezione per prendere appunti.

"Già esserne consapevoli è una buona cosa" commentò piccata, mentre il lato sinistro della sua bocca s'increspava in un ghigno di soddisfazione. Non si sarebbe mai e poi mai aspettata che la giovane Grifondoro replicasse in maniera così disarmante. Doveva dire che quel mancato affronto di petto l'aveva spiazzata.
Narcissa si concesse qualche attimo per riflettere: dacché aveva cominciato a frequentare Hogwarts, nessuna delle sue vittime s'era mai preoccupata di risponderle in maniera ironica, ma al contempo sincera. Quella ragazzina, molto probabilmente, era diversa dalle altre persone che aveva avuto modo di conoscere nel corso dell'anno. Sovrappensiero si passò la punta della lingua sul labbro superiore, rinsecchito da una strana sensazione di sete.

*Dovrò passare in Sala Grande a rifocillarmi con un buon succo di zucca* pensò, mentre la lingua tornava a nascondersi dentro la sua bocca, soddisfatta per aver dato quell'attimo di ristoro a quelle labbra così disidratate e raggrinzite.
Sorvolò appena sul sarcasmo con il quale la bimba accompagnò quel 'principessa' usato per riferirsi a lei. Da un lato le fece arricciare il naso, poiché principessa era il soprannome che suo padre usava per rivolgersi dolcemente a lei, ma dall'altro... beh, dall'altro quella Grifondoro sembrava aver del potenziale.

"Il mio segreto? Beh, non ho segreti. Credo d'aver questo dono dalla nascita" ammise Narcissa, regalandosi qualche istante fulmineo per farsi un esame di coscienza. Non ci aveva mai riflettuto a fondo, anche perché prima di entrare a Hogwarts non aveva mai dovuto maneggiare ingredienti o calderoni. Semplicemente s'era ritrovata a suo agio inserendo occhi di salamandra nei calderoni e mescolando in senso orario o antiorario fino a ebollizione.
Narcissa corrugò leggermente la fronte per poi staccarsi dallo stipite della porta e passarsi la mano tra i capelli, aggiustandosi, com'era solita fare quand'era pensierosa, il ciuffo che le era caduto sull'occhio destro. Nel mentre un paio di studenti Tassorosso approfittarono del fatto che la Serpeverde avesse liberato l'uscio per farsi largo attraverso la porta dell'aula e sgusciare dileguandosi lungo il corridoio dei sotterranei.

"Narcissa Miller"
Si presentò poi con una certa punta di vanità, tacitamente invitando l'altra a rivelare il suo nome.
Narcissa si riempì la bocca nel pronunciare il suo nome di battesimo. Da quando, grazie a Draven, aveva scoperto che il suo nome aveva un significato importante e nobile aveva imparato a pronunciarlo con una certa cadenza scansionata, quasi a volerlo rendere ancor più sofisticato e altisonante. Sperava quasi che il suo stesso nome mettesse in soggezione l'interlocutore del momento, che, a detta sua, avrebbe dovuto provare una sorta di reverenziale ammirazione per un nome tanto carico di significato quanto di sonorità.
D'un tratto gli occhi azzurri di Narcissa guizzarono sulla ragazzina, soffermandosi sul suo viso dapprima e sulla sua divisa poi. Certo, era Grifondoro, ma fino a quel momento, anche se con venature ironiche, non aveva fatto altro che riconoscere il suo smisurato talento per le pozioni, cosa che a Narcissa non passò inosservata e che alimentò senza mezze misure il suo ego già di per sé stesso piuttosto sviluppato. Fu allora che, con estrema cautela, scelse di farsi avanti con la ragazzina. La Grifondoro avrebbe potuto trovare la sua proposta decisamente fuori luogo, forse fin troppo esibizionista. Ma poco importava, per lei in quel momento la sensazione era quella di starsi proponendo di fare una buona azione.

"Chissà, magari potrei sentirmi particolarmente buona e scegliere di darti una mano a migliorare in Pozioni".
Il viso di Narcissa si distese. Con un gesto rapido la piccola Serpeverde aprì la borsetta che portava a tracolla e lasciò che il libro di pozioni e le pergamene scivolassero al suo interno. Nel mentre, ovviamente, la sua proposta di buon cuore non era ovviamente priva di un doppio fine. Che Narcissa sarebbe stata, altrimenti, se avesse fatto un'azione buona e totalmente fine a sé stessa? In quel momento il suo "lato Elodie" emerse con prepotenza, andando a schiacciare quella che era la Narcissa undicenne che tutti conoscevano e lasciando spazio alla bambina che sua nonna tanto ostentava come nipote ideale.
"... ma io, invece, cosa ci guadagnerei?"
Un ghigno beffardo si fece strada sul suo viso, senza lasciare spazio a ulteriori interpretazioni. Ora Narcissa fissava Alexis, in attesa di una risposta. Sapeva di averla messa alle strette. Non era sicura che accettasse la sua proposta, ma in fondo ogni tentativo sarebbe stato vano se non fosse stato messo in campo.

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view post Posted on 31/8/2020, 15:08
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Narcissa Miller. Forse non si era sbagliata quando l'aveva ironicamente chiamata "Principessa". Già solo il nome le suggeriva una provenienza di un certo rilievo, probabilmente accompagnata da aspettative onerose per un'undicenne. Immediatamente le balenarono alla mente quei noiosissimi discorsi dei suoi genitori sull'importanza di una reputazione all'altezza del loro nome. Dal tono quasi solenne con cui Narcissa aveva pronunciato il suo, Alexis intuì che anche lei doveva essere cresciuta in un ambiente simile, probabilmente influenzata da quelle stesse idee di nobiltà e grandezza che i suoi avevano cercato di inculcarle per anni.
Peccato che i Morgan di nobile non avessero che l'apparenza, date le origini più che umili. Istintivamente provò una punta di empatia per la ragazzina di fronte a lei. Per quanto impegno volessero metterci, non era sempre facile soddisfare le aspettative della propria famiglia. In particolare quando queste non erano condivise affatto, come nel caso di Alexis.


«Alexis Morgan», replicò alzando una mano, come in segno di saluto. «Non solo i miei amano i nomi impegnativi, allora» aggiunse sollevando un angolo della bocca, trattenendo un sorriso. Stavolta non era sarcasmo il suo. Solo una nota di consapevolezza quasi amara. Forse famiglie come la sua erano più comuni di quanto avesse pensato fino a quel momento.

La proposta della biondina la colse decisamente di sorpresa. Narcissa Miller si era appena offerta di aiutarla, aveva sentito bene? Alexis la fissò un momento, spalancando leggermente gli occhi per lo stupore. Che ci fosse una fregatura nascosta?
Si rifiutò di valutare quell'ipotesi, decisa a darle il beneficio del dubbio. In fondo aveva sempre rimproverato ai suoi una certa chiusura mentale, ora non poteva di certo essere incoerente con se stessa. Dandosi la spinta con le mani si alzò da terra, andando a fronteggiare la ragazza alla stessa altezza. Si infilò la tracolla della borsa sulla spalla destra, poi incrociò le braccia al petto e si poggiò nuovamente con la schiena alla parete.


«Interessante, ora sono proprio curiosa. Davvero lo faresti?» iniziò Alexis, sinceramente intrigata dalle ragioni che avessero spinto Narcissa ad offrirle il suo aiuto. Forse anche lei aveva percepito una certa somiglianza tra loro. O forse aveva semplicemente scoperto di non detestarla del tutto.
Poi la Miller finì la frase.
«ma io, invece, cosa ci guadagnerei?».
*Ah, ecco. Mi pareva*
Le venne spontaneo sghignazzare a quella domanda, quella sì che se l'aspettava. Scosse la testa con aria divertita, vedendo spuntare un ghigno provocatorio sul delicato volto della compagna. Si ritrovò a pensare a come quel sorriso beffardo stonasse un po' sul viso angelico di quella ragazza, quasi come se non le appartenesse del tutto.
«Mai niente per niente, eh? Salazar sarebbe fiero» iniziò Alexis, annuendo con convinzione.
«Immagino che la gratitudine eterna di una Grifondoro non ti basti....» chiese con un finto tono interrogativo, sottolineando sarcasticamente l'ovvio.
«D’accordo allora, vediamo. Che ne dici di un favore? Se mi aiuti in Pozioni, avrai i prossimi sette anni per riscuotere un favore personale. Qualsiasi cosa, purché non faccia perdere punti alla mia Casa»

Pronunciò la parola "qualsiasi" lentamente, scandendo per bene le sillabe. Probabilmente era rischioso esporsi in quel modo con una sconosciuta, in fondo non sapeva nulla di lei e delle sue inclinazioni. Per quanto ne sapeva avrebbe potuto chiederle di lanciarsi dalla Torre di Astronomia. C'era qualcosa in quella ragazza, però, che le suggeriva di potersi fidare. Non le sembrava cattiva. Attaccabrighe e vagamente presuntuosa, certo. Ma non cattiva.
«Che sia dentro o fuori da Hogwarts, non mi tirerò indietro. Mi fido» affermò Alexis semplicemente, con tono calmo. Non le succedeva spesso di rapportarsi in quel modo avventato con gli altri, ma stavolta era sinceramente curiosa di capire come si sarebbe evoluta quella situazione. Avrebbero finito col diventare amiche, o si sarebbero lanciate addosso occhi di salamandra e libri di pozioni?
«Allora, affare fatto?» le allungò una mano, piuttosto interessata a scoprire la sua reazione. Da quel gesto sarebbe potuta dipendere la loro intera relazione negli anni a seguire.


 
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Narcissa E. Miller
view post Posted on 31/8/2020, 19:00





Narcissa Elodie Miller
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Alexis. Quel nome echeggiò nella mente di Narcissa per qualche istante. Così duro, rigido, austero. Sembrava che qualcosa in comune con quella Grifondoro l'avesse. Ripensò qualche attimo anche al fardello che si portava dietro, quell'Elodie che compariva soltanto sui documenti ufficiali e che di tanto in tanto faceva la sua comparsa all'appello, ma del quale grazie al cielo nessuno aveva mai chiesto spiegazioni. Preferì non pensarci, prima che nonna Elodie le comparisse davanti come un'aquila in cerca di una preda.
Quando Alexis le fece notare d'aver inteso l'importanza e la grandiosità del suo nome, Narcissa si gonfiò come la coda di un pavone nel momento in cui si dispiega sotto gli occhi degli osservatori in tutta la sua pomposità e maestosità. Qualcuno che oltre a Draven aveva capito che Narcissa era un nome importante. Certo, Draven prima di tutti le aveva spiegato anche il significato, o per meglio dire, l'aveva invitata a informarsi più dettagliatamente, lasciandole soltanto qualche piccolo indizio da ricercare nel vocabolario. Ah, il vocabolario, se n'era completamente dimenticata! Narcissa, sovrappensiero, si diede una leggera pacca in fronte, accompagnata da una strizzata d'occhi piuttosto eloquente, quasi volesse dire "mannaggia, me n'ero completamente scordata!".
Poi tornò alla realtà. Davanti a lei ancora c'era il viso gioviale ed enigmatico della compagna di corso.

"Il problema è che poi quei nomi impegnativi bisogna saperli portare" commentò, con una leggera punta di rassegnazione, la giovane Serpeverde. Sperò che il suo tono passasse inosservato alla piccola Alexis, ma non ne era poi così sicura.

Il discorso virò nel momento in cui la ragazza si diede uno slancio e si alzò da terra, arrivando occhi a occhi con Narcissa, che fissò i suoi occhi nei suoi a dimostrarle che non stava mentendo.

"Certo che lo farei. Sono una Coo...Miller, non lancio il sasso per poi ritrarre la mano"
Corresse il tiro quasi immediatamente, evitando accuratamente di pronunciare il cognome della madre, Cooper. A furia di dire quella frase con lei e i suoi nonni ormai le era entrata nella routine e spesso affiorava con prepotenza. Fortunatamente però Narcissa quella volta era riuscita a correggersi prima di dover fornire un mucchio di spiegazioni sgradite e non richieste.
A sorprenderla maggiormente fu il temperamento della Grifondoro: a differenza delle altre concasate che aveva conosciuto fino ad allora, la Morgan sembrava determinata e risoluta, tanto che per un attimo Narcissa si ritrovò a chiedersi come mai una risorsa simile non fosse stata inviata a militare nelle schiere dei figli di Salazar. Sembrava decisa a migliorare in pozioni e soprattutto sembrava decisa a farlo in qualsiasi modo, come si suol dire persino vendendo la sua anima. Fu soprattutto quando disse che per i successivi sette anni avrebbe potuto fare richieste ad hoc che Narcissa si illuminò. Sul suo viso scomparve l'espressione angelica per lasciare spazio a un'espressione sinistra, quasi malevola.

"Tranquilla, passeranno meno di sette anni" pensò soddisfatta.
In quel preciso istante si ricordò di aver ancora un conto in sospeso con Tobi, lo scoiattolo di Alice Wagner, che durante la gita a Hogsmeade aveva osato sciaguratamente tirarle una ciocca di capelli incappando nell'ira dell'irascibile Serpeverde. Forse Alexis l'avrebbe aiutata a prendersi la sua rivincita sulla Wagner, visto che era stata totalmente incapace di gestire il suo scoiattolo.

"Dovrai aiutarmi a prendermi la mia vendetta. Nessun punto verrà tolto a Grifondoro, lo giuro sulla vita di mio padre"
Così disse Narcissa, giurando sulla vita dell'uomo che l'aveva messa al mondo e che la nonna materna e il suo consorte l'avevano con solerzia portata a detestare per via delle sue origini babbane. Ma Alexis come poteva saperlo? Nessuno a Hogwarts, a parte Maxine, conosceva il suo piccolo segreto. Per tutti lei con i babbani non aveva nulla da spartire. Ci avrebbe perso la faccia se qualcuno l'avesse scoperto.




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Tranquilli, Tobi è al sicuro, Narcissa sta meditando di far prendere uno spavento in futuro ad Alice, niente di che, ma non farebbe mai del male a nessun animale, nemmeno a quelli che le tirano i capelli
 
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