Studente - III anno - 14 anni - Serpeverde
Nel ricordare ad alta voce alcune delle vicende avvenute con Christopher l’anno precedente, gli tornarono in mente tutta una serie di pessimi – ma divertenti – aneddoti che gli impedirono di togliersi dalla faccia quella stupida espressione divertita. Era piacevole prenderla a ridere così, perché ai tempi non li aveva affatto trovati divertenti: come quella volta in cui altri due Serpeverde, amici di Christopher, gli avevano fatto uno sgambetto in prossimità delle scale del terzo piano, col rischio che se fosse caduto avrebbe potuto rompersi l’osso del collo; o ancora prima, quando al primo anno sognava di diventare portiere di quidditch e passava un sacco di ore aggiuntive a lezione di volo e gli scagliarono un incantesimo confundus. Sembrava passata una vita, invece solo pochi mesi… Era diventato un’altra persona d’allora. Più risoluto e sicuro di sé. Per quanto, non era mai stato il tipo da farsi mettere i piedi in testa; a Hogwarts era sempre stato frenato dall’ipotesi di fare qualche stupidaggine per orgoglio che avrebbe potuto costargli l’espulsione. Ma c’era un limite anche alla sua di pazienza e indifferenza e, alla fine, aveva reagito. Li aveva picchiati tutti, da babbano, ed era stato tremendamente gratificante.
L’entusiasmo con cui la sentì pronunciare il proprio nome lo trascinò via bruscamente dal viale dei ricordi e gli fece storcere il naso… Strano che lo conoscesse per nome. Insomma, era riconoscibile per alcuni come quello da lasciar perdere, ma dubitava che un solo terzo di quegli stessi studenti sapesse il suo nome. Non era popolare e, anzi, faceva di tutto per passare inosservato. Ma non ebbe modo di chiederle spiegazioni, che fu lei di sua iniziativa a dargliene. Inevitabilmente, a quella rivelazione, sgranò gli occhi con sorpresa e un ghigno indispettito si fece largo sul suo volto.
A saperlo prima, lo avrei fatto sanguinare di più. – furono le uniche parole che non riuscì a trattenersi dal dire e, considerando le innumerevoli imprecazioni e maledizioni che gli passarono per la mente in quell’istante, si era parecchio trattenuto. Aveva cercato per un sacco di tempo di tenersi fuori dai guai, perché essere ammesso a Hogwarts era stata l’unica gioia della sua vita e ci teneva fin troppo a proseguire gli studi lì; se solo la lettera di Christopher non fosse stata intercettata da lei, a quest’ora avrebbe fatto la stessa fine di sua madre. Un brivido di terrore gli invase la schiena e lo fece tremare appena. Doveva la vita a quella ragazzina di cui aveva appena scoperto l’esistenza… Ma faceva bene a ricordare che, per quanto sembrassero opposti, erano comunque fratello e sorella con Christopher; da figlio unico non aveva idea di come ci si sentisse, ma la famiglia era pur sempre la famiglia…
Comunque, nel dubbio – e in segno di gratitudine – le strinse la mano, pur faticando a sorreggere i libri con un braccio solo.
Come mi chiamo già lo sai… - disse semplicemente, arricciando le labbra in un sorriso, un po’ incerto, ma sufficientemente ampio da accentuare le fossette sulle guance e dargli un’aria decisamente più rilassata.
E a proposito di libri, la sua domanda seguente fu più che lecita.
No… Cioè, si, ma non proprio. Mi aspetti un attimo qui? – rispose, allontanandosi diretto verso la biblioteca senza aspettare una sua di risposta. I libri cominciavano, in effetti, a pesare e sebbene la maggior parte di quelli fossero di sua proprietà, pensò di poter chiedere alla bibliotecaria di tenerglieli fino alla fine delle lezioni, per non dover continuare ad andare in giro con quei mattoni addosso. Mancava ancor un po’ all’inizio della sua lezione seguente e avrebbe avuto tempo e modo di tornare a posarli direttamente in dormitorio, ma sparlare di Christopher Morgan era la cosa migliore che gli fosse capitata da giorni e non voleva perdersi l’opportunità. Sperò che Alexis non avesse da fare.
Corse spedito verso la reception e, dopo qualche moina, riuscì a convincere la bibliotecaria a tenergli i libri. Si accorse solo in quel momento di aver lasciato incustodita la borsa scolastica in corridoio… E si affrettò a tornare indietro.
Quindi, dicevamo, che si è lamentato parecchio del tuo essere Grifondoro… - esordì, una volta tornato da Alexis. Raccolse da terra la borsa scolastica e se la mise a tracolla, nascondendo poi le mani nelle tasche della veste.
Devo ammettere che mi incuriosisce parecchio saperne di più su di lui. Tipo… Che fa da quando ha finito la scuola? Senza offesa, ma non era proprio un pozzo di scienza. – proseguì a dire, accennando l’ennesimo sorriso divertito.
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