Incontro fortuito

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view post Posted on 8/9/2020, 16:01
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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I momenti in cui non aveva lezione e non doveva andare a lavoro erano i preferiti di Draven, che a differenza di qualsiasi studente medio sceglieva di passare quel tempo libero in biblioteca. Occupare la mente con la sua attività preferita: lo studio. Dopo le ultime settimane passate tra pessimi voti e delusioni di ogni tipo, era riuscito in qualche modo a rimettersi in sesto e aveva ripreso in mano le sue priorità, ma l’umore non era affatto migliorato e, anzi, semmai andava peggiorando… Usciva dalle aule sempre per primo pur di evitare qualsiasi interazione con i compagni di corso, andava in sala grande a mangiare in orari improbabili per evitare di incontrare persone e rientrava tardi in dormitorio per evitare i compagni di stanza. Se da una parte l’isolamento stava giovando sulla concentrazione per lo studio, d’altra parte lo avevo reso ancor più irascibile. Soprattutto nelle giornate in cui evitare Christelle gli risultava impossibile o Narcissa lo tempestava di parole o i suoi amici lo seguivano per i corridoi solo per dargli fastidio… Quel giorno, era successo tutto ciò. Per essere precisi, era iniziato tutto la sera prima: per evitare Mike e Daniel, i suoi compagni di stanza, era scappato dal dormitorio e si era imbattuto in Narcissa; la ragazzina gli era stata di grande aiuto, in realtà, ma con quel momento di interazione sociale aveva fatto il pieno, evidentemente, perché si era poi svegliato nervoso. La mattina era proseguita lentamente, con Philo e Tom che tra una lezione e l’altra avevano cercato in ogni irritante modo di risollevargli il morale tra gelatine tutti i gusti +1 al gusto vomito e caccabombe lanciate in corridoio al suo passaggio. Con il pomeriggio libero davanti a sé, si era diretto in biblioteca con l’intento di restarci più tempo possibile, ma Christelle era arrivata lì con il suo nuovo ragazzo, costringendo Draven a scappare prima che uno dei due lo vedesse. Aveva abbracciato i libri ed era letteralmente corso via…
Si era fermato in corridoio per riprendere fiato e sistemare i libri nella borsa scolastica, quando si accorse di essersene portato dietro uno che aveva preso solo per consultazione. L’idea di rientrare in biblioteca e rischiare di incontrare Christelle gli dava ai nervi, ma non aveva altra scelta. Così, sovrappensiero, mise il libro della biblioteca sotto un braccio e riprese a sistemare gli altri nella borsa - anche se ne erano evidentemente troppi per poterceli far entrare tutti – voltandosi per tornare sui suoi passi. Girato l’angolo che portava in direzione della biblioteca, andò a sbattere contro qualcuno e i libri che non erano entrati nella borsa scolastica caddero a terra. Abbassando lo sguardo, a circa venti centimetri di altezza più in basso di lui, una chioma bionda…


È una persecuzione…?!furono le prime parole che gli uscirono spontaneamente dalla bocca, dando voce ai propri pensieri. Da quando aveva discusso con Christelle si imbatteva solo in ragazzine bionde con gli occhi chiari. Era un incubo, che cominciava a essere ricorrente e inquietante… E che non gli fece distogliere lo sguardo da quell’ennesima vittima delle sue sfigate coincidenze. Anche lei, come Narcissa, aveva qualcosa che gli ricordava Christelle da bambina… Che gran casino.

Scusa, ero sovrappensiero. Stai bene?si affrettò a chiedere educatamente, seppur in tono neutro e decisamente disinteressato. Posò a terra la borsa scolastica e si chinò a raccogliere i libri che gli erano caduti nello scontro; tra di essi ce n’erano un paio che dovevano appartenere alla ragazzina e li prese per passarglieli, ma notò il nome scritto in prima pagina ed esitò.

Morgan? Come Christopher? - le chiese di getto, senza riuscire a trattenere la curiosità, ma, rialzando lo sguardo su di lei, notò la divisa da Grifondoro. Aveva sicuramente commesso un errore, perché nessun parente di Christopher Morgan poteva essere smistato in Grifondoro, se davvero condivideva con lui gli stessi geni. Era impensabile, ma l'ipotesi esilarante... Al punto che si ritrovò a sorridere, divertito, al solo pensiero.

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Alexis Morgan
 
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Alexis Morgan
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Neanche il tempo di adattarsi ai nuovi ritmi di Hogwarts, che subito i signori Morgan si erano premurati di farle sapere - via gufo - quanto fossero preoccupati per la sua media scolastica. Non sia mai che uno dei loro pargoli possa mettere in imbarazzo l'intera famiglia. Di nuovo, si intende. Già quando ai suoi tempi Chris aveva collezionato la sua bella sfilza di Desolante in Pozioni, i genitori avevano fatto di tutto per nasconderlo al vicinato. Che figura ci avrebbero fatto, se anche la secondogenita si fosse rivelata una frana in qualcosa? O peggio ancora, se fosse stata nella media. Che oltraggio.

Fin dal primo istante di scuola, quindi, Alexis si era ritrovata i genitori col fiato sul collo. Al primo errore avrebbe sicuramente dovuto sorbirsi ramanzine infinite, magari corredate persino da un paio di strillettere. L'ideale, per farsi una reputazione.
Non che le importasse nulla dell'opinione del vicinato, ovviamente, ma la ragazzina ci teneva particolarmente a ottenere dei buoni risultati in termini scolastici. Tutto sommato l'approvazione dei suoi genitori era sempre stata una componente importante della sua vita, una sorta di ricerca costante e spesso vana. Pur non condividendo quasi nessuno dei loro ideali, Alexis voleva renderli fieri.

Mettiamoci pure che di natura, purtroppo o per fortuna non era ancora dato saperlo, Alexis era una ragazza estremamente competitiva. Che fosse col fratello, con gli altri studenti o con se stessa. Detestava più di ogni altra cosa il sentirsi in difetto, non riuscire bene in qualcosa che le sembrava alla sua portata. Era il caso, ad esempio, di materie come Pozioni e Trasfigurazione. Se nell'affrontare la prima materia aveva trovato in Narcissa Miller un'inaspettata alleata, data la proposta della ragazza di aiutarla a migliorare, la Trasfigurazione le creava ancora qualche problema. Non avrebbe nemmeno saputo dire cosa fosse a bloccarla, se la difficoltà effettiva della materia o la paura inconscia di fallire.

Fatto sta che Alexis si ritrovava a passare sempre più tempo in Biblioteca, cercando di capire come affrontare quello scoglio. Era proprio nel corridoio in quei pressi, infatti, che la ragazzina si trovava a camminare quando qualcuno le finì addosso.
I quaderni con gli appunti di Trasfigurazione le caddero di mano in seguito allo scontro, e le ci volle qualche secondo per riprendersi e capire cosa fosse successo. Alzò gli occhi, ritrovandosi a fissare un ragazzo molto più alto di lei, con la divisa di Serpeverde. Fu sorprendentemente lui a scusarsi per primo, chinandosi a raccogliere i libri di entrambi.

«Tutto ok. Scusami anche tu, non ti ho proprio visto arrivare» gli rispose, piuttosto sicura che lui avesse a malapena percepito l'impatto, essendo il doppio di lei.
Allungò una mano per farsi passare i propri quaderni e solo allora notò la sua esitazione. Lo sguardo del ragazzo sembrava incuriosito da qualcosa, quindi ne seguì la traiettoria, che si andava a soffermare sul suo nome scritto a penna.
Morgan? Come Christopher?
Ecco, doveva succedere prima o poi. Le sembrava fin troppo strano il non aver ancora incontrato qualcuno pronto a raccontarle mirabolanti storie su suo fratello. O a chiederle se avesse la ragazza, come succedeva a casa.
«Beccata. Chris è mio fratello» ammise scuotendo la testa in modo affermativo, con un'espressione fintamente contrita. «Eri nella sua cerchia?»
Non poté fare a meno di notare come l'espressione del ragazzo fosse passata dal sorpreso al perplesso in un istante, non appena ebbe notato il colore della sua divisa. Doveva essere uno shock realizzare che la sorellina della Serpe per eccellenza fosse finita nella Casata rivale. Forse era persino una situazione comica.

«Lo so, non me lo dire. Ti fa già ridere così» gli disse con un sospiro, indicandosi lo stemma rosso e oro sul petto. Anche Chris stesso si era divertito un sacco, quando gli aveva scritto dello Smistamento.



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Era la prima volta da settimane che si sentiva così divertito. Gli ultimi tempi erano stati parecchio difficili da sopportare ed era stato ancor più complicato trovare la chiave giusta per venirne fuori; ci stava ancora lavorando, ma evitare ogni contatto diretto con le fonti principali del suo nervosismo si stava rivelando una buona tattica. L’incontro inaspettato con un parente di Christopher Morgan fu una specie di premio. Probabilmente era sua sorella e la conferma gli arrivò subito da lei. In effetti, gli somigliava parecchio, nonostante lei non avesse nulla nell’espressione del viso che rimandasse almeno un po’ all’altezzosità che contraddistingueva Christopher.
Le passò i libri, ancora sghignazzando tra sé e sé. Impilò ordinatamente i propri e si rimise in piedi.


Direi proprio di no. Tuo fratello è uno stronzo.iniziò a spiegarle, inarcando un sopracciglio con espressione divertita.

Una volta mi ha scagliato un incantesimo petrificus perché passavo troppo tempo in biblioteca per i suoi gusti e quando sono tornato in sala comune mi sono beccato una punizione per essere rientrato dopo il coprifuoco. Un’altra volta mi ha lanciato una fattura mucovolante che mi è costata una nottata in infermeria. Ma poi ha smesso di darmi fastidio perché gli ho tirato una testata e l’ho preso a pugni.proseguì, facendo spallucce.
Per qualche motivo, ripensare a quegli eventi non lo innervosì e, anzi, lo divertì parecchio. Nel raccontarli ad alta voce quasi si sentì grato dei conflitti avuti con Christopher, dato che lo avevano aiutato a costruirsi la reputazione di uno che andava lasciato stare per non avere problemi. Non era così aggressivo come pensavano alcuni degli studenti che avevano avuto modo di conoscerlo, né tanto meno pericoloso, ma gli stava bene che lo pensassero, perché almeno così nessuno gli dava fastidio e veniva lasciato in pace.


Quanto ti ha preso in giro per essere stata smistata in Grifondoro?si decise infine a chiederle, riprendendo a ridacchiare. Non riusciva proprio a immaginare che una persona orgogliosa e vigliacca come Christopher potesse condividere gli stessi geni di una ragazzina dal viso gentile e la divisa Grifondoro. Era strano ed esilarante, anche se doveva ammettere di non aver mai approfondito la conoscenza con Christopher e che il giudizio su di lui era pressoché soggettivo; non sapeva praticamente niente di lui, se non che nei modi di fare rappresentava tutto ciò che Draven odiava nelle persone. Non era poi così raro avere indole e caratteri diversi nello stesso nucleo familiare e, per quanto ne sapeva, Christopher poteva essere in realtà una persona altruista e generosa che bullizzava i concasati più piccoli solo per apparire gradasso. Non che gliene importasse qualcosa, ma non avendo mai saputo prima di quel momento che avesse una sorella pensò di non potersi lasciar scappare l’opportunità di sentirsi raccontare tutto ciò che di lui si era sempre chiesto. Era la cosa migliore che gli fosse capitata da giorni.

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Alexis Morgan
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Altro che amico di suo fratello, quel ragazzo era stato uno dei suoi bersagli preferiti. Il primo istinto di Alexis, nel sentirsi raccontare le angherie cui Chris lo aveva sottoposto, fu quello di serrare gli occhi e abbassare leggermente il capo. Eccolo lì, il suo bel lascito. Doveva aspettarsi che anche ad Hogwarts avrebbe incontrato qualcuna delle sue vittime, prima o poi. Quello che però la lasciava perplessa era il colore della sua divisa. Mai si sarebbe aspettata di sentire che Chris avesse preso di mira anche ragazzi della sua stessa Casa, visto quanto ne andava fiero. Quel tipo, che ora la guardava palesemente divertito, doveva avere qualcosa di particolare che lo distingueva dalla maggior parte dei suoi stessi compagni.

Alexis stava quasi per dirgli che le dispiaceva per come fosse stato trattato, ma si bloccò immediatamente dopo aver aperto bocca. Aveva sentito bene, quel tipo aveva preso a pugni suo fratello?
*Aspetta un attimo, non sarà mica...*.
«Non mi dire, sei Draven Shaw?!» gli chiese a bocca aperta, illuminandosi improvvisamente. Si ricordava perfettamente di una lettera arrivata a casa lo scorso inverno, nella quale Chris raccontava di aver preso senza motivo un pugno da un altro studente e chiedeva ai suoi di andare a parlare col Preside. Si era ben guardato dal menzionare che quello studente fosse del secondo anno, all'epoca!
*Lo sapevo che erano tutte balle, come al solito!*

Era un vero peccato che quella lettera non fosse mai giunta ai suoi genitori, visto che era stata lei a prendere la posta quella mattina. Fin troppe volte aveva visto ripetersi quella scena a casa, con i figli dei vicini incastrati da quel faccino angelico cui non veniva mai negato nulla.
«Scusa, è che ho una lettera a casa nella quale Chris faceva il tuo nome e chiedeva ai miei di farti espellere per averlo picchiato senza motivo. Sapevo che c'era qualcosa sotto, conosco bene il mio pollo»- provò a spiegare la ragazzina, per giustificare lo strano entusiasmo del momento - «I miei non l'hanno mai ricevuta ovviamente, la tengo in camera come un trofeo» finì gongolando, con un sorriso stampato in faccia.

Quell'incontro aveva preso una piega decisamente inaspettata. Ora, c'erano sostanzialmente due possibili epiloghi. Draven avrebbe potuto scegliere di prendere le distanze dalla sorellina del suo bullo, non fidandosi di qualcuno col suo stesso sangue e gli stessi geni. Oppure, sarebbe potuto essere un potenziale alleato.
Il nemico del mio nemico è mio amico, in fondo. No?
Alexis quasi ci sperava. Dopo aver capito chi fosse, quel tipo le stava simpatico a pelle.


«Presa in giro? Diciamo che ho un plico di sue lettere nelle quali mi evidenzia tutte le possibili prove della mia adozione» ironizzò, scrollando le spalle. Chis non si capacitava di come fosse possibile che sua sorella fosse stata assegnata a Grifondoro. Pensandoci bene, però, era abbastanza ovvio che sarebbe andata così: erano il giorno e la notte, il fuoco e l'acqua. Come potevano non finire nelle due Case rivali per eccellenza?

«Sono Alexis, comunque. Morgan solo di nome, per niente di fatto. Promesso» si presentò, allungandogli la mano. Le era venuto spontaneo, un po' per educazione, un po' per vedere quale delle due vie fosse più propenso a scegliere. Un rifiuto a stringerla, d'altronde, l'avrebbe capito. La somiglianza fisica tra fratelli non doveva aiutare, e non era affatto scontato trovare qualcuno disposto a sforzarsi di andare oltre la prima impressione. Era automatico chiedersi che tipo di idee si stesse facendo quel ragazzo su di lei, una volta realizzata la parentela. Magari già la odiava a priori.

La ragazzina decise che distrarsi da quei pensieri sarebbe stata una buona idea, onde evitare di fasciarsi la testa ancor prima di romperla. In fondo, lui non le era sembrato particolarmente scontroso, anzi. Le aveva raccontato quegli episodi spiacevoli con estrema tranquillità.
«Stavi andando in biblioteca? Quella borsa sembra in procinto di esplodere» gli chiese curiosa, indicando la tracolla stracolma che si portava dietro. E pensare che aveva altri libri anche in mano, sarebbe stato così impegnativo già il terzo anno? Incoraggiante.




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Nel ricordare ad alta voce alcune delle vicende avvenute con Christopher l’anno precedente, gli tornarono in mente tutta una serie di pessimi – ma divertenti – aneddoti che gli impedirono di togliersi dalla faccia quella stupida espressione divertita. Era piacevole prenderla a ridere così, perché ai tempi non li aveva affatto trovati divertenti: come quella volta in cui altri due Serpeverde, amici di Christopher, gli avevano fatto uno sgambetto in prossimità delle scale del terzo piano, col rischio che se fosse caduto avrebbe potuto rompersi l’osso del collo; o ancora prima, quando al primo anno sognava di diventare portiere di quidditch e passava un sacco di ore aggiuntive a lezione di volo e gli scagliarono un incantesimo confundus. Sembrava passata una vita, invece solo pochi mesi… Era diventato un’altra persona d’allora. Più risoluto e sicuro di sé. Per quanto, non era mai stato il tipo da farsi mettere i piedi in testa; a Hogwarts era sempre stato frenato dall’ipotesi di fare qualche stupidaggine per orgoglio che avrebbe potuto costargli l’espulsione. Ma c’era un limite anche alla sua di pazienza e indifferenza e, alla fine, aveva reagito. Li aveva picchiati tutti, da babbano, ed era stato tremendamente gratificante.
L’entusiasmo con cui la sentì pronunciare il proprio nome lo trascinò via bruscamente dal viale dei ricordi e gli fece storcere il naso… Strano che lo conoscesse per nome. Insomma, era riconoscibile per alcuni come quello da lasciar perdere, ma dubitava che un solo terzo di quegli stessi studenti sapesse il suo nome. Non era popolare e, anzi, faceva di tutto per passare inosservato. Ma non ebbe modo di chiederle spiegazioni, che fu lei di sua iniziativa a dargliene. Inevitabilmente, a quella rivelazione, sgranò gli occhi con sorpresa e un ghigno indispettito si fece largo sul suo volto.


A saperlo prima, lo avrei fatto sanguinare di più.furono le uniche parole che non riuscì a trattenersi dal dire e, considerando le innumerevoli imprecazioni e maledizioni che gli passarono per la mente in quell’istante, si era parecchio trattenuto. Aveva cercato per un sacco di tempo di tenersi fuori dai guai, perché essere ammesso a Hogwarts era stata l’unica gioia della sua vita e ci teneva fin troppo a proseguire gli studi lì; se solo la lettera di Christopher non fosse stata intercettata da lei, a quest’ora avrebbe fatto la stessa fine di sua madre. Un brivido di terrore gli invase la schiena e lo fece tremare appena. Doveva la vita a quella ragazzina di cui aveva appena scoperto l’esistenza… Ma faceva bene a ricordare che, per quanto sembrassero opposti, erano comunque fratello e sorella con Christopher; da figlio unico non aveva idea di come ci si sentisse, ma la famiglia era pur sempre la famiglia…
Comunque, nel dubbio – e in segno di gratitudine – le strinse la mano, pur faticando a sorreggere i libri con un braccio solo.


Come mi chiamo già lo sai… - disse semplicemente, arricciando le labbra in un sorriso, un po’ incerto, ma sufficientemente ampio da accentuare le fossette sulle guance e dargli un’aria decisamente più rilassata.
E a proposito di libri, la sua domanda seguente fu più che lecita.


No… Cioè, si, ma non proprio. Mi aspetti un attimo qui?rispose, allontanandosi diretto verso la biblioteca senza aspettare una sua di risposta. I libri cominciavano, in effetti, a pesare e sebbene la maggior parte di quelli fossero di sua proprietà, pensò di poter chiedere alla bibliotecaria di tenerglieli fino alla fine delle lezioni, per non dover continuare ad andare in giro con quei mattoni addosso. Mancava ancor un po’ all’inizio della sua lezione seguente e avrebbe avuto tempo e modo di tornare a posarli direttamente in dormitorio, ma sparlare di Christopher Morgan era la cosa migliore che gli fosse capitata da giorni e non voleva perdersi l’opportunità. Sperò che Alexis non avesse da fare.
Corse spedito verso la reception e, dopo qualche moina, riuscì a convincere la bibliotecaria a tenergli i libri. Si accorse solo in quel momento di aver lasciato incustodita la borsa scolastica in corridoio… E si affrettò a tornare indietro.


Quindi, dicevamo, che si è lamentato parecchio del tuo essere Grifondoro… - esordì, una volta tornato da Alexis. Raccolse da terra la borsa scolastica e se la mise a tracolla, nascondendo poi le mani nelle tasche della veste.

Devo ammettere che mi incuriosisce parecchio saperne di più su di lui. Tipo… Che fa da quando ha finito la scuola? Senza offesa, ma non era proprio un pozzo di scienza.proseguì a dire, accennando l’ennesimo sorriso divertito.

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Alexis Morgan
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Quella stretta di mano ricambiata la lasciò piacevolmente sorpresa. A giudicare dall'espressione titubante, probabilmente quel ragazzo non era del tutto convinto di potersi fidare di lei, ma le stava dando il beneficio del dubbio. E come biasimarlo, in fin dei conti. A parti invertite lei stessa avrebbe faticato parecchio a lasciarsi andare.

Solo un istante dopo rimase impalata nel corridoio, a guardare Draven sfrecciare verso la biblioteca. Le aveva chiesto di aspettarlo lì, lasciando persino la borsa abbandonata a terra di fronte a lei. Tutto sommato, quindi, doveva ritenerla almeno un pizzico più affidabile di Chris.

*É già qualcosa*, si ritrovò a pensare.
Il ragazzo tornò dopo qualche minuto, stavolta a mani vuote, riprendendo la conversazione come se non l'avessero mai interrotta. Sembrava davvero curioso di capire meglio suo fratello, magari di andare oltre le apparenze. Era davvero insolito che qualcuno provasse a informarsi meglio sul carattere e le azioni di un altro individuo, e ancor più se la persona in questione è qualcuno che si trova sgradevole o fastidioso. Draven non sembrava affatto portare rancore per le cattiverie subite, pareva quasi più propenso a cercare di trovarci un senso.


«Non era un pozzo di scienza? Sei fin troppo gentile. Diciamo pure che mi stupisce non averlo mai sentito ragliare» ridacchiò Alexis, ripensando a quante volte aveva sentito la madre urlargli contro che era un somaro con la divisa. «Spero solo non sia una tara genetica...» ammise sottovoce, ricordandosi per un attimo delle proprie difficoltà in alcune materie. Avrebbe fatto di tutto pur di non farsi inquadrare dai professori come la degna sorella dell'altro Morgan.

«Per il resto, vediamo...dopo la fine della scuola ha convinto i nostri genitori di meritarsi un premio per essere riuscito a strappare ben tre M.A.G.O.» - iniziò la ragazzina, sottolineando sarcasticamente l'esiguo risultato - «Ha passato l'estate in giro per l'Europa con alcuni dei suoi migliori scagnozzi. Qualcosa mi dice che conosci anche loro, Chris non fa mai niente senza il branco» finì lanciandogli un'occhiata eloquente, come a dire che lo aveva visto succedere spesso.
«Che io sappia, ora è in prova come tirocinante in un ufficio del Ministero. Una spintarella dei miei, sicuramente. Ma non ce lo vedo granché a prendere ordini» aggiunse con tono pensieroso, incrociando le braccia al petto.

Non è che Chris fosse davvero cattivo, ma l'essere cresciuto in una famiglia come la sua lo aveva profondamente influenzato. Come i suoi genitori avevano faticato a farsi rispettare dagli esponenti di un ceto sociale superiore, così il figlio non avrebbe permesso a nessuno di mettergli i piedi in testa. Il problema era che il suo unico modo di ottenere rispetto fosse quello di prenderselo con la forza, schernendo o umiliando gli altri studenti spalleggiato dal gruppo. Si era guadagnato la popolarità col suo espansivo modo di fare, lasciando indietro chiunque non si conformasse al suo standard. Che avesse la divisa di altri colori o meno, a quanto pare.


«Dì un po', aveva davvero tutti gli ammiratori di cui parlava tanto? Sarà pure simpatico quando vuole, ma non mi sembra certo il tipo per cui fondare un fanclub» storse un po' il naso, rimuginando sui commenti esaltati che di solito sentiva fare su di lui. «Nemmeno tu sembri portargli rancore dopo tutto quello che ti ha fatto passare. Come fai?» gli chiese stringendosi nelle spalle, sinceramente curiosa. La tranquillità con la quale Draven le aveva raccontato tutti quegli episodi l'aveva colpita, in positivo.
Era uno di quelli che riuscivano a lasciarsi scivolare tutto addosso? O magari teneva tutto dentro, lasciando che la rabbia ribollisse fino ad esplodere all'improvviso. Di certo le sarebbe piaciuto capirlo meglio.



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La fuga dalla biblioteca per evitare di incontrare Christelle e il suo nuovo fidanzato aveva riservato una piacevole sorpresa. Sebbene non avesse speso granché del suo tempo a chiedersi che fine avesse fatto il ragazzo che lo aveva bullizzato per un intero anno, quando era ancora pieno di incertezze sul proprio ruolo all’interno della scuola di magia e stregoneria, si trovò stranamente incuriosito di saperlo; quei mesi passati a sopprimere l’impulso di prendere a botte lui e i suoi amici alla fine lo avevano fatto esplodere, si era vendicato e la sua vita a Hogwarts era tornata a essere placida e monotona. Proprio come gli piaceva che fosse. Ma doveva molto a quel ragazzo e al suo gruppetto, perché lo avevano in qualche modo reso più forte. A quel pensiero, non si stupì di riconoscere un po’ di sé stesso nel modo di fare schietto e sicuro di Alexis: evidentemente, crescere sotto lo stesso tetto di Christopher l’aveva temprata.
Dopo aver posato i libri in biblioteca, era tornato velocemente in corridoio. Durante il breve tragitto non aveva avuto tempo di chiedersi se Alexis fosse rimasta ad aspettarlo, ma non appena la vide lì dove l’aveva lasciata, si chiese perché fosse rimasta. Forse, così come in lui si era svegliata la curiosità di saperne di più su Christopher, in lei si era acceso lo stesso interesse. Lei poteva dargli informazioni riguardo la sua vita in famiglia e ciò che ne era stato di lui una volta uscito da Hogwarts e Draven, in cambio, avrebbe potuto raccontarle qualsiasi cosa riguardante le sue scorribande all’interno della scuola… Se glielo avesse chiesto. Considerando i suoi standard sociali, era già tanto l’aver trovato un motivo per restare lì e che meritasse la sua attenzione. Quella ragazzina, però, gli era piaciuta a pelle. Gli incontri fortuiti con primine bionde continuavano a sorprenderlo per gli esiti che riservavano.


Al Ministero? Sul serio?fu il commento spontaneo che gli uscì dalle labbra in risposta alle sue parole. Incrociò le braccia al petto, in una posa molto simile alla sua, ma si appoggiò poi di schiena contro il muro, chinando la testa nel momento in cui un’immagine gli si palesò nella mente e dovette sforzarsi parecchio per non scoppiare a ridere come uno psicopatico: non ce lo vedeva proprio Christopher Morgan vestito in maniera professionale, costretto a stare fermo e zitto dietro a una scrivania in un bugigattolo d’ufficio ed era terribilmente divertente immaginarlo.

Mi pare di capire che non vi parlate molto. Mi sa che non deve essere facile averlo come fratello.disse poi, voltandosi verso di lei per riportare lo sguardo a incrociare quello della ragazza. Non era una domanda, né un’affermazione… Solo un’osservazione oggettiva. Non poteva capire cosa significasse avere dei fratelli o delle sorelle, tantomeno intuire come dovesse essere avere uno come Christopher Morgan per fratello, ma dal modo in cui ne parlava Alexis non sembrava piacevole. Quasi lo intristì il pensiero di essere una persona talmente inetta da non riuscire ad avere nemmeno un briciolo di stima da parte di una sorella più piccola.

Beh, un sacco di ragazzini gli andavano dietro per paura di essere bersagliati, ma non lo chiamerei un fanclub. Riusciva a costringere quelli delle altre casate a fargli i compiti e cose così e aveva un certo seguito tra le ragazze, soprattutto serpeverde. Ma nel momento in cui è uscito dalla scuola, si sono dimenticati tutti di lui molto in fretta. Probabilmente, lo deprimerebbe sapere di non avere nella scuola il lascito che sperava di essersi lasciato dietro… - le rispose, facendo spallucce e distendendo le labbra in un sorrisino divertito. Di ogni storia ci sono sempre risvolti positivi e negativi. Christopher Morgan era come una medaglia, dal suo punto di vista: aveva tratto un’importantissima lezione da quella faccenda. Non tutti i mali, in fin dei conti, vengono per nuocere.

Perché dovrei? Grazie a ciò che è successo con lui, adesso mi stanno tutti alla larga e sto alla grande. Oltretutto, mi è stato detto che l’ho fatto piangere. Mi è bastato così poco per fargli rivalutare i suoi metodi… Spero di essergli stato utile.disse poi, pensando inevitabilmente che lui gli era stato molto utile. Non aveva idea di come si sarebbe comportato se lo avesse rivisto in quel momento, dato quanto era cresciuto e cambiato dall’ultima volta che ci aveva parlato, però pensò che gli avrebbe potuto dare soddisfazione dimostrargli che tutto quel tempo speso a cercare di sminuire il suo ego, in realtà, era servito a costruirgliene uno.

Grazie, comunque. Non credo di avertelo detto… Per la lettera. Non ne sapevo niente. Ero sicuro che non avrebbe fatto la spia con i professori perché era troppo orgoglioso per ammettere ad alta voce che uno del primo anno lo aveva atterrato facilmente e, infatti, non ricevetti punizioni nemmeno dai prefetti. Ma non immaginavo che fosse così vigliacco da chiedere aiuto per farmi espellere… Come hai fatto a tenere nascosta la lettera? Lui non ha mai detto niente ai tuoi genitori riguardo questa storia?


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Scusami tanto per la lunga attesa :( <3
 
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