Il re delle fate di Miguel Delaguerre, Le creature fatate, tra studio e leggenda

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 21/9/2020, 13:21
Avatar


Group:
Docente
Posts:
2,312

Status:




Il re delle fate di Miguel Delaguerre

Le creature fatate, tra studio e leggenda


Il catalogo della prestigiosa casa editrice Agrippa si arricchisce di un nuovo tesoro: Il re delle fate di Miguel Delaguerre, il titolo che molti di noi stanno aspettando da quando ne è stata annunciata la pubblicazione, è finalmente arrivato nelle librerie. L'interesse che ha risvegliato, soprattutto in ambito accademico e specialistico, è notevole: per mesi il titolo è corso di bocca in bocca come la promessa di un'opera nuova, fresca, nata dall'unione tra una grandissima competenza ed un approccio coinvolgente.
Protagoniste di questo testo sono le creature magiche, con un occhio di riguardo per gli esseri fatati, il popolo dei boschi che da sempre affascina Maghi e Babbani. Tra di essi trova un posto privilegiato l'Erkling, conosciuto da tutti noi per la sua pericolosità. Non c'è figlio di Maghi che, nella sua infanzia, non abbia udito almeno una volta le spaventose storie sul conto di tale creatura dal viso appuntito che, con la sua risata acuta, attira i più piccoli lontano dai loro custodi per fare di loro il suo pasto. Ciò che potrebbe esserci meno familiare è il suo ruolo di rilievo nel folklore tedesco: il nome stesso, Erkling, può essere tradotto come re delle fate; da qui il titolo dell'opera, che si propone innanzitutto come manuale per studiosi e appassionati che desiderino approfondire le creature magiche delle foreste.
Ma chi è l'autore, e perché la sua voce è tanto influente in questo campo, e il suo contributo così prezioso? Miguel Delaguerre nacque a Salamanca, e fin dai primi anni venne immerso, grazie al padre drammaturgo, in un universo fatto di racconti, storie sorprendenti a proposito delle ancor più meravigliose creature dei boschi, così come vengono dipinte nella tradizione letteraria. I racconti acquistarono presto la consistenza della realtà: incontrò il re delle fate a soli otto anni, quando venne attirato dalla sua risata mentre si trovava in Baviera insieme al padre. Fortunatamente, con un colpo di testa riuscì a stordire l'Erkling, potendo così mettersi in salvo. L'esperienza lo segnò e, accanto alla consapevolezza dei pericoli della Foresta Nera, fece maturare un interesse longevo.
Ad undici anni iniziò il proprio percorso di studi a Beauxbatons, dove, tra i roseti profumati e i freschi zampilli delle fontane, era facile immaginare di trovarsi in un'autentica landa fiabesca. La sua affinità con gli esseri fatati non sfuggì a compagni ed insegnanti, che, intuendo come questa attitudine affondasse le radici in un legame profondo, incoraggiarono il giovane Mago ad approfondire lo studio in Cura delle Creature Magiche. La stessa tesi con cui concluse il proprio percorso scolastico verté proprio sulla lingua delle fate, e gli valse un diploma a pieni voti.
Seguì un lungo periodo di viaggi intorno al globo, inseguendo ora una migrazione anomala di folletti, ora voci a metà tra il fantastico e l'inquietante: quelle riguardo ad un minuscolo villaggio Babbano nelle sterminate foreste brasiliane, ad esempio, che, in un'unica notte, avrebbe visto scomparire tutte le sue primogenite – a sentire gli abitanti, le spose predilette delle presenze mistiche che abitano la foresta.
Delaguerre, così, ha collezionato un numero ragguardevole di esperienze dirette; tra quelle che più hanno segnato il suo percorso si annovera la settimana che trascorse interamente tra i rami degli alberi, arrampicato e celato tra le fronde per meglio osservare le abitudini dei Lepricani irlandesi. Lo studio sarebbe durato ancora più a lungo, non fosse stato per un Lepricano che infine lo scoprì nel suo nascondiglio, e non perse l'occasione per giocargli qualche scherzo da autentico burlone.
Dopo tanta azione sul campo, oggi Miguel Delaguerre ricopre il prestigioso incarico di direttore del Quarto Livello al Ministero della Magia inglese, Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. È un autentico esperto, quindi; ciò nondimeno il valore dell'opera non si esaurisce nella mera nozionistica, ed è ciò che la rende realmente appetibile ad un pubblico più vasto. Il re delle fate è arricchito da una quantità di leggende, racconti e testimonianze che ne rende la lettura tanto interessante quanto piacevole. Delaguerre esplora il folklore nel suo rapporto con gli esseri fatati, destreggiandosi sulla sottile linea tra immaginazione e realtà; confronta le credenze con i dati reali, tanto che il libro risulta illuminante anche come riflessione sulla creazione delle leggende, nonché sulla loro forza nel modellare il nostro modo di guardare al mondo.
Ampio spazio viene riservato anche alle sue esperienze personali: quelli sopracitati sono solo alcuni degli episodi in cui veniamo guidati dalla penna dell'autore, che, caratterizzata da un’elegante semplicità, non rinuncia a paragrafi dal tocco romantico, quasi lirico, attraverso cui ci vengono mostrati gli scorci più affascinanti del mondo fatato. «Durante l'intera stesura del libro avevo accanto a me la mia Preciosa», dice Delaguerre durante un incontro promozionale ospitato da Bibliomagic. Accanto a lui, il battito costante di un paio di minuscole ali iridescenti: la fata Preciosa, che, per ammissione dell'autore stesso, non abbandona mai il suo fianco, nemmeno durante i viaggi lavorativi. Sul volto dell'uomo spunta un sorriso: «Potremmo dire che ogni parola che ho scritto mi sia stata dettata da lei. Averla vicino mi è stato di grande ispirazione, mi ha aiutato a rivivere con maggiore vividezza le foreste, le scoperte, le avventure, e così diventava più semplice trasportarle sulla carta».
Una trasposizione che, infine, si rivela egregiamente riuscita. Il re delle fate è una lettura che non può mancare nel bagaglio di un appassionato, e che allo stesso tempo dà molto anche a chi conosce solo superficialmente il mondo di cui racconta. Una finestra unica sul regno dei boschi più solitari, che vi trascinerà tra creature ora eleganti, ora terrificanti, ma sempre ammantate da fascino ineguagliabile.

Jolene White
 
Top
0 replies since 21/9/2020, 13:21   103 views
  Share