«O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori, quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!»
Q
uando la situazione degenerò, il professor White non esitò a imporre la sua autorità col pugno di ferro. La sua consuetudinaria immagine di insegnante pacato e tranquillo decadde nel giro di pochi attimi, quando subentrò l’imperiosità con cui domandò loro di raccontare per filo e per segno cos’era successo. Per un istante Narcissa tentennò, sperando che la situazione non volgesse al peggio, quantomeno per lei e Lyvie. Per quanto la Pierce, strenuamente sostenuta dalle teorie della Wagner, si ostinasse a sostenere che fosse tutto un malinteso e che da parte sua non vi fosse la benché minima intenzione di far esplodere nessun calderone, Narcissa continuava a non crederle, tanto che si meravigliò quando entrambe ebbero la faccia tosta di propinare quella versione a White. Ma provò anche una buona dose di soddisfazione nel constatare che, per fortuna, nemmeno Lyvie s’era bevuta mezza delle scuse accampate dalle due Grifondoro e che aveva trovato immediatamente la forza di replicare e di accennare il suo punto di vista al professore.
Chissà perché ma quando c’era da seminare zizzania contro i Serpeverde, Vivienne Pierce e Alice Wagner sembravano aver sempre il biglietto in prima fila. Questa cosa mandava dannatamente in bestia Narcissa, che era decisa a fargliela pagare cara. A nessuno avrebbe permesso di far passare lei e Lyvie per le due stupide della classe, nossignore.
Narcissa alzò lo sguardo sul professor White, che nel frattempo s’era avvicinato a loro per indagare da sé cosa fosse realmente accaduto e per scongiurare il peggio. Se prima Narcissa era corsa da lui con enfasi, demarcando le modalità secondo cui Vivienne avesse intenzionalmente boicottato la loro pozione, adesso stava andando alla febbrile ricerca delle parole più adatte e convincenti per portare quel teatrino a livelli più elevati.
Che per loro si prospettasse dietro l’angolo un brutto voto, a sentenziarlo fu il fumo nero che si sprigionò dal calderone e che nel giro di poco tempo annebbiò in maniera non indifferente l’intera classe. Narcissa poté persino udire qualcuno dei suoi concasati tossire rumorosamente, ma non sapeva se era il fumo il reale colpevole o la voglia degli altri compagni Serpeverde di vedere punite le due Grifondoro.
Il colpo di bacchetta del professor White ripristinò l’atmosfera, anche se non fu in grado di spegnere gli ormai bollenti spiriti. Narcissa a quel punto colse la palla al balzo: sfruttò il momento di silenzio che s’era venuto a creare per accattivarsi il professore e portarlo dalla parte sua e di Lyvie. Aveva sentito vociare che il docente, ai tempi, era stato tra le fila dei Grifondoro, ma era pur certa che adesso che era insegnante avrebbe dovuto mostrarsi imparziale e obiettivo, senza avvantaggiare la sua ex casa.
“Professore, se posso permettermi, vorrei poterle spiegare con più calma cosa è realmente successo. Mi scuso anzitutto per aver inveito inizialmente, ma avevo davvero paura che il calderone potesse scoppiarci addosso o ferire qualcuno dei presenti. Sa, lei ribadisce sempre che basta un ingrediente sbagliato perché possa accadere un danno irreparabile, pertanto sono andata in allarme, anche perché né io né Lyvie siamo pronte per contrastare un incidente di questo genere. Per fortuna c’era lei! Restiamo pur sempre delle studentesse del primo anno, ancora del tutto incapaci di gestire la magia accidentale” lo adulò Narcissa, certa che mettendo giù tali premesse si sarebbe spianata la strada che l’avrebbe portata a far aprire il professore nei suoi confronti. In fondo in quel momento erano loro le vittime e, nel caso in cui se la fossero giocata bene, le Grifondoro avrebbero visto qualche punto scendere dalla clessidra in Sala Grande. Per una volta che
davvero loro Serpeverde non avevano aizzato le folle qualcuno avrebbe pur dovuto riconoscerlo.
Scelse così di proseguire, decisa a riportare la sua versione sino all’ultima virgola, forte del fatto che Lyvie l'avrebbe sostenuta sino alla morte.
“Fin dall’inizio della lezione la Wagner non faceva altro che occhieggiare in nostra direzione. Devo ammettere che la Pierce inizialmente non ha avuto colpa, perché era distratta, l’ho vista personalmente: ascoltava ciò che diceva lei, ma era distratta” esordì poi, correggendo il tiro e lasciando che la colpa di tutto fosse da imputare ad Alice Wagner, ovviamente curandosi di precisare ed enfatizzare che Vivienne era distratta, così che l’insegnante la sgridasse per non aver prestato la dovuta accortezza. Cercando di far passare Vivienne per meno colpevole era certa avrebbe tirato al meglio l’acqua al loro mulino.
“Ho sentito persino la Wagner affermare – e convengo che la mia compagna Synfenir potrà confermarlo – che sentiva puzza provenire da qui. E si stava chiaramente riferendo a noi due, che però, da persone responsabili e mature, abbiamo deciso di ignorarla. L’aula non ci sembra il luogo adatto per attaccare briga, ma solo per crescere culturalmente”. Fece una breve pausa, osservando il calderone dove sino a pochi attimi prima la pozione sua e di Lyvie stava sobbollendo ed era quasi pronta per essere imbottigliata e consegnata al docente per la valutazione finale. Adesso invece erano rimaste con un pugno di mosche e il calderone vuoto: l’unica cosa che avrebbe potuto fare sarebbe stata portare White a provare compassione per la loro situazione, certa che Lyvie le avrebbe dato man forte nella sua attività di boicottaggio nei confronti delle Grifondoro.
“Riassumendo, noi abbiamo proseguito con la nostra attività, senza prestare attenzione a ciò che borbottavano tra loro. Ma alla fine, la Pierce si è destata dal torpore e ha iniziato a borbottare sommessamente, tanto che alla fine pare aver scelto di seguire l’idea proposta dalla Wagner e di fingere l’incidente per far perdere punti a Serpeverde. L’ho sentita benissimo dire ‘immaginati la faccia di quelle viscide Serpi’, glielo posso giurare, professore”.Così concluse Narcissa, assumendo l’aria di un cucciolo bastonato. Remissiva come non mai e quasi sull'orlo della lacrime per il dispiacere, chinò il capo mostrandosi ampiamente dispiaciuta per gli avvicendamenti, tanto che avanzò di nuovo una scusa nei confronti del docente per essersi permessa all’inizio di urlare anche contro di lui. Ma rimarcò, ancora una volta, per amor di precisione e per rendere il tutto ancor più credibile, che aveva agito in preda allo spavento quando aveva visto il calderone iniziare a sobbollire pericolosamente.
"Temevo per l'incolumità nostra e degli altri" sottolineò, continuando a simulare la studentessa modello dispiaciuta e ancora scossa dal panico.
Spostò lo sguardo avvilito dal docente, fissandolo in quello di Alice Wagner e trattenendo un ghigno malefico. Aveva la sensazione che entro breve l’avrebbe vista saltellare sulla sedia, inorridita da quel fiume di bugie che lei s’era abilmente ingegnata a intessere per accattivarsi la simpatia di White.
A quel punto Narcissa sgusciò alle spalle del professore, avvicinandosi ai piedi del calderone ormai vuoto e fingendo di prendere la sua borsetta a tracolla. Senza distogliere lo sguardo da Alice, sottovoce, muovendo solo le labbra affinché se avesse avuto lo sguardo su di lei potesse leggerlo distintamente, scandì:
“Vi aspettiamo fuori, bestie”*.