La favola della Volpe e della Fanciulla

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view post Posted on 8/10/2020, 11:18
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
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ssere un Animagus non era cosa da poco, ma non era nemmeno così facile gestire il proprio Io animale. Per Aiden Weiss, tuttavia, sembrava un’impresa titanica riuscire a controllare gli istinti selvaggi della volpe, una creatura che - per sua stessa natura - amava la propria indipendenza e che quindi avrebbe fatto di tutto per sfuggire ad ogni tipo di costrizione. Era quindi assolutamente naturale per l’Irlandese trovarsi in difficoltà quando si trattava di cercare di sopprimere la coscienza animale per fare spazio a quella umana, poiché - del resto - era più facile gestire i propri lati umani che quelli animali.
Nonostante tali avversità stessero mettendo a dura prova la volontà del Mago, Weiss non voleva saperne di arrendersi, ma semmai si fece più caparbio e deciso a voler alzare la posta in gioco.

Diagon Alley.
Alcuni avrebbero potuto asserire che era un’idea stupida e da incoscienti, specialmente se persisteva ancora il rischio di perdere il controllo sulla trasformazione e tornare umano e mezzo nudo; eppure l’Auror aveva bisogno della sensazione del brivido, del clima caotico di una zona maggiormente trafficata dalle persone e piena di qualsivoglia altro rumore, affinché la volpe si sentisse maggiormente alle strette in un ambiente totalmente fuori dai suoi consueti schemi. Un esperimento, dunque, che voleva assolutamente testare ai fini della pratica per poter - un giorno - diventare completamente esperto e gestire la trasformazione come più gli era congeniale.
Il cielo era grigio quel tardo pomeriggio, ma del resto Londra era famosa per il suo clima piovoso, perciò Aiden non si fece alcun tipo di problema e si lasciò travolgere dalla magia una volta trovato rifugio dietro ad uno dei negozi.
Scrollò il pelo fulvo e si stiracchiò le sottili ma agili zampe, per poi emettere un sonoro sbadiglio rivelando una dentatura perfetta e aguzza in corrispondenza dei canini. Nell’emettere un piccolo verso di disappunto per quello che era stato il primo impatto con odori nuovi e sgradevoli, anziché bearsi del profumo dei pini e dei cespugli di more, la volpe si guardò attorno con una certa prudenza; era un luogo nuovo quello in cui si trovava, non lo conosceva e non si fidava di chi o cosa avrebbe potuto trovare durante la sua permanenza, perciò nella sua lungimirante saggezza, la creatura mise tutti i suoi sensi in allerta, per poi iniziare ad esplorare la zona.
Annusò l’aria: l’odore della pioggia in arrivo era sempre più percettibile, eppure - oltre all’odore di spazzatura - iniziò ad individuare altri aromi più o meno piacevoli, ma di sicuro più rassicuranti; non ebbe modo di riconoscerli, la volpe non conosceva ancora molti degli odori che governavano le zone urbane, a differenza della sua controparte umana. Aiden avrebbe potuto suggerire che si trattavano dei profumi emanati dalle persone, dai loro vestiti, dal tutto il resto del circondario come piante e oggetti, ma la coscienza dell’Auror era stata relegata - come al solito - in un angolino solitario di quella massa di peli rossicci, bianchi e neri.
Mosse qualche passo verso l’uscita del vicolo che lo tratteneva ancora nel retrobottega del negozio, quando un lampo saettò nel cielo e illuminò gli occhi blu come il mare dell’animale, gli stessi occhi che aveva da umano e che contribuivano a rendere quella volpe unica nel suo genere, oltre ad essere più alto al garrese e più robusto rispetto agli altri esemplari di volpe maschio; ma un occhio più attento, consapevole di cosa fossero gli Animagus, avrebbe potuto facilmente comprendere quanto quella volpe non fosse normale grazie anche ad un altro segno particolare: la cicatrice sotto l'occhio sinistro, non perfettamente visibile grazie alla presenza di una zona quasi glabra.
Il tuonò che seguì il lampo spaventò la povera creaturina che il suo cuoricino prese a battere all’impazzata, spingendola ad agire secondo i suoi naturali istinti. Fu così, dunque, che l’Animagus saettò fuori dal vicolo, costeggiando la parete, nella disperata ricerca di trovare un rifugio sicuro, visto e considerato che la pioggia iniziò a cadere con prepotenza pochi istanti dopo. Guaiolò in segno di protesta quando l’acqua prese ad inzupparli il pelo voluminoso e morbido. Dannazione! sembrò voler dire a modo suo.
Si aquattò a terra quando dal negozio vide sbucare dal nulla una persona avvolta nella propria giacca e correre via pur di non bagnarsi più dello stretto necessario, per poi avvicinarsi lentamente verso quella che doveva essere la porta d’ingresso. La controparte umana riuscì ad emergere per pochi secondi, scansando la coscienza animale quel tanto da suggerire alla creatura di entrare dentro a ripararsi dal freddo e dalla pioggia. Dunque la volpe si fece più attenta e aspettò che l’ennesima persona uscisse dal negozio tanto da permettergli di entrare con uno scatto veloce; cosa che non ci mise molto ad accadere. La porta si aprì all’improvviso, ma l’udito sensibile della bestiolina aveva fatto in modo che i muscoli del proprio corpo fossero pronti ad agire, tant’è che non appena vide i tacchi dell’essere umano che le avrebbe fornito il biglietto d’ingresso, scattò come un fulmine a ciel sereno e in pochi attimi si ritrovò all’asciutto dentro i famosi Tiri Vispi Weasley.

Che pessima idea trasformarsi a Diagon Alley.
Ma lo era altrettanto infilarsi dentro ad uno negozio di scherzi.


Si può avere il titolo con questo colore #a64717?
Grazie in anticipo.

Attendo con gioia la mia erede :flower:

Giuro che non sfascio niente :flower: Giurin giurello!
 
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view post Posted on 10/10/2020, 18:36
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ra stata una mattinata piuttosto impegnativa, da quando Novembre aveva battuto alle porte i Tiri Vispi era diventata l'oasi di tutti coloro che volevano prepararsi agli scherzi più molesti, in vista della grande festa di Halloween. Il negozio pullulava di visitatori molti dei quali studenti in cerca di bravate da fare ai professori, non mancavano però anche adulti e maghi anziani dallo spirito ancora molto allegro, sempre pronti a farsi una sana risata. Proprio quel mattino un signore sugli ottant'anni l'aveva interpellata su cosa fosse più d'effetto tra una trottola schizzina e una bacchetta trabocchetto aggiungendo che il tutto gli sarebbe servito per spaventare il suo nipotino. Alice lo aveva preso in simpatia e seguito tutto il giorno per soddisfare il suo desiderio, riuscendo anche a metter su un piano a suo dire infallibile! Suo nipote frequentava Hogwarts ed Alice lo conosceva di vista, era al secondo anno e si divertiva a far scherzi anche lui, sarebbe stato sicuramente felice di riceverne. Il daffare era molto, c'erano da appendere tutte le decorazioni autunnali a tema spavento e la Grifondoro aveva passato due orette buone a rendere il negozio il più accattivante possibile, aveva anche inserito delle trappole scherzose per divertire i visitatori, ovviamente innocue, lei stessa aveva finito per indossare un cerchietto con delle zucche che rimbalzavano allegramente sulla sua testa, mentre per il resto aveva su sempre i soliti jeans neri e un maglioncino grigio topo.
I lunghi capelli rossi erano lasciati sciolti sulla schiena, il viso al solito schizzato dalle lentiggini. Nonostante avesse ormai raggiunto i tredici anni e andando per i quattordici (non vedeva assolutamente l'ora di festeggiare i suoi quattordici anni) non utilizzava alcun tipo di trucco, non le piaceva avere della roba strana sulla faccia, preferiva rimanere se stessa senza troppi fronzoli, molte delle sue compagne invece avevano iniziato a metter su roba che Alice non aveva la benché minima idea di come utilizzare e che soprattutto non le interessava, lei aveva altro su cui concentrarsi! Doveva tener conto delle spese e ricordarsi le gelatine da donare, ormai era diventata piuttosto brava e non voleva assolutamente deludere Eloise, inoltre il suo calendario delle avventure aveva assolutamente bisogno di qualche evento settimanale, ultimamente era stata fin troppo brava. Insomma era stata una mattinata piuttosto impegnativa, senza contare il fatto che proprio ora che doveva staccare il turno aveva iniziato a piovere a dirotto, come al solito la sua sfiga non poteva mancare! Come tutti i tedeschi più testoni Alice era assolutamente convinta di non aver bisogno di oggetti come gli ombrelli, dato che si era procurato un ottimo giubbino antipioggia, peccato che sotto l'acquazzone anche il miglior dei giubbini sarebbe potuto rivelarsi inutile. Avrebbe finito per inzupparsi tutta, ma alla fine la magia poteva rivelarsi molto utile in quei casi. Lanciò un'occhiata all'orologio a cucù che segnava l'ora, era ora di chiudere il negozio, ora che finalmente c'era un po' di pace sarebbe riuscita a fare qualche conto nel frattempo che aspettava la pioggia smettere. Si avviò quindi verso la porta d'ingresso e tirò fuori la bacchetta, pronta a chiudere le serrande e risistemare in giro. C'era comunque qualcosa di strano, riusciva ad avvertirlo sulla pelle, come un sesto senso. Un odore di selvaggio, di bosco che non riusciva a spiegarsi, che avvertisse già la mancanza di casa? << Alice devi star uscendo di cervello... >> disse a se stessa in un sussurro, scuotendo il capo come a volersi rinsavire. Con la coda dell'occhio però le sembrò di vedere qualcosa muoversi e il cuore perse un battito. Forse un bambino si era nascosto da qualche parte? O doveva essere entrato un gufo maldestro per sbaglio, le era capitato in passato che sbagliassero a recapitare la posta. Azzardò un passo verso la direzione del corridoio destro << Winnie? Sei di nuovo tu? Non dirmi che hai sbagliato di nuovo negozio...>> sospirò tra il seccato e il divertito mentre s'immaginava già il pennuto intrappolato tra qualche scaffale. Di certo non si sarebbe immaginata una volpe, una vera volpe, intrufolatasi lì appositamente!

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Mi scuso per il ritardo ma il mio pc aveva deciso di morire per due giorni interi. RIP. :coss:

 
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view post Posted on 15/10/2020, 09:56
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L
a vista della creatura dal manto fulvo era qualcosa di estremamente unico e particolare, qualcosa che l’essere umano non avrebbe mai realmente compreso fintanto che non l’avrebbe vissuto sulla propria pelle, ed era ciò che Aiden sperimentava ogni volta in cui uomo e volpe entravano finalmente in sintonia, anche se per pochi secondi. In una scala di grigio, influenzata dai giochi di luci e ombre, si potevano distinguere i contorni e le forme degli oggetti e di qualsiasi altro essere vivente lungo la propria visuale, grazie anche al supporto dell’olfatto che rendeva possibile l’individuazione anticipata delle cose all’interno di un dato ambiente. Alle volte vi erano casi in cui i contorni erano più nitidi e netti quando venivano percepiti odori particolarmente intensi, cosa - ovviamente - attuabile anche durante le ore notturne. L’unico colore che, presumibilmente, tutti gli animali riuscivano a distinguere in maniere più o meno diverse, era il rosso. Aiden aveva memorizzato quasi subito la scia lasciata dal sangue, del sapore e odore ferroso che emanava, dei vari toni che assumeva in base alla fonte di luce; l’aveva scoperto durante la sua prima caccia, quando le proprie zanne avevano affondato nella carne dell’arvicola e aveva avvertito il fluido caldo pizzicargli la lingua.

L’interno del negozio era dunque come una fotografia in bianco e nero: vedeva i contorni nei mobili e degli scaffali, ma avvertiva anche aromi a lui molto invitanti. Si leccò le fauci con una tale ingordigia che si mise a respirare come il proprio cugino cane, per poi scrollarsi di dosso tutta la pioggia che era finita sul proprio morbido manto. Gli schizzi partirono ovunque, emanando un lezzo di cane bagnato pungente ma che per lui era come dell’acqua di rose, per poi trotterellare in direzione di uno degli scaffali, dal quale aveva appunto percepito un profumino invitante.
Non sembrò accorgersene di una presenza umana all’interno della struttura, i sensi ormai resi schiavi dalla fama che aveva preso a stringergli lo stomaco. Era al riparo dal maltempo, in un luogo asciutto e al caldo, e il solo pensiero di poter mettere qualcosa sotto ai denti senza doverla cacciare era qualcosa che non poteva di certo ignorare o rifiutare, anche a discapito della sua stessa sicurezza.
Si erse sulle zampe posteriori, mentre con quelle anteriori cercò di arrampicarsi sugli scaffali più bassi e cercare di mettere il muso dentro una di quelle scatole profumate da cui aveva percepito quell’aroma davvero invitante. Se avesse saputo che stava puntando a delle Crostatine Canarine avrebbe senza dubbio cambiato idea, ma la fame di una volpe era impossibile da gestire, anche a costo di diventare una volpe dal manto giallo.



Edited by Aiden Weiss - 15/10/2020, 11:59
 
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view post Posted on 24/10/2020, 19:10
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A
lice si avvicinò al corridoio dal quale proveniva il rumore e tutto avrebbe immaginato di aspettare, tranne che quello che si stava svolgendo sotto i suoi occhi. Una volpe, tesa sulle zampe davanti sembrava intenta a rovistare all'interno di uno scatolone, poggiato su uno dei ripiani del piccolo magazzino. Una volpe. Una volpe stava a due passi da lei. Una persona nelle proprie normali facoltà mentali avrebbe probabilmente provato paura, avrebbe provato a scacciarla o se la sarebbe data a gambe. Tutte opzioni perfettamente sensate, peccato che la mente di Alice non funzionasse in questo modo. La Grifondoro adorava le avventure ed era assolutamente esterrefatta da ciò che i suoi occhi avevano visto. In maniera positiva ovviamente, lei adorava le volpi e le sembrava impossibile che gliene fosse capitata una lì nel bel mezzo della città. Cosa poteva mai farci una volpe lì? La visione era tuttavia confortante, si sentiva quasi come più vicina a casa. Si avvicinò quattamente, perché non voleva spaventala, era chiaramente molto affamata e doveva aver fiutato l'odore di qualcosa di dolce. Era assolutamente bellissima, con il manto rosso e la coda morbida, gli occhi chiari della ragazzina non riuscivano a staccarsi dalla figura, ricordava quando una volta nel bosco ne aveva incontrata una, si era ripromessa di ammaestrarla e farla diventare sua amica e per un buon periodo aveva fatto dei grossi passi in avanti<< Ehi. Ma tu cosa ci fai qui? >> sussurró piano, mentre si abbassava con un ginocchio sul pavimento, un sorriso appena accennato le comparve sul volto. Non doveva spaventarla, muvoendosi lentamente le dava modo di capire quanto fosse offensiva ed il tono calmo aveva l'intento di farla rilassare, poteva fidarsi di lei non le avrebbe mai e poi mai fatto del male. Ruotó il busto all'indietro sempre molto lentamente e fece scivolare lo zaino sul grembo, poi lo aprì e tirò fuori della frutta e dei panetti che si era portata dietro come spuntino, niente carne povera volpe, aveva beccato l'umana sbagliata. Alice era vegetariana da quando aveva compiuto undici anni << Non ti conviene proprio mangiare quella roba lì sai? >> scosse il capo, facendo scivolare i boccoli rossi sulle spalle, allungò poi una mano con su il panetto alla marmellata, chissà forse alla volpe le sarebbe piaciuto. Era ancora assolutamente esterrefatta da come fosse riuscita ad orientarsi in quel casino e ora che strizzava gli occhi e ci faceva caso quella volpe sembrava avere le iridi azzurre. Ma come era possibile? Certo che le cose strane le capitavano tutte a lei!

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view post Posted on 6/11/2020, 11:45
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M
entre cercava di arrivare alla meta tanto ambita, la volpe emise una serie di versetti concitati, come a voler palesare l’euforia di quella folle ricerca oltre alla rinomata ingordigia tipica della sua specie. La coda voluminosa ondeggiò come una sorta di bilanciere, impedendo alla creatura di perdere l’equilibrio, mentre il muso operava energicamente in cerca dell’apertura.
Maledetta gabbia! avrebbe tanto voluto dire se solo avesse avuto il dono della parola anche da animale, ma limitandosi a comunicarlo con un un verso acuto ed indignato, in quella che era certamente la lingua delle volpi. Con i denti provò a forzare un angolo dello scatolone, nel disperato tentativo di lacerarlo e fare così breccia al suo interno. Ma l’operazione venne interrotta improvvisamente con il sopraggiungere di una voce femminile poco distante da dove si trovava e questo, per poco, non la fece sobbalzare come un gatto quando veniva colto in flagrante; invece quello che fece la volpe fu interrompere quanto stava facendo per volgere la propria attenzione verso la fonte di disturbo, gli occhi blu dilatati per lo stupore.
Ohi, ohi… Beccato! E adesso?
In tutta risposta alle parole della giovane umana - perché sì, per la bestiola era una giovane umana, bassina ma carina -, balzò a terra ed emise un sonoro sbadiglio, dopo essersi scrollata nuovamente il pelo dalla restante acqua. Forse avrebbe capito, o magari no, ma del resto che cosa importava? L’animale era entrato per ripararsi e se vi era la possibilità di mangiare, perché farsi scrupoli o preoccuparsi perché una nanerottola lo ha colto con le mani nel sacco?
Guardinga, la volpe osservò i movimenti lenti e ben calibrati dell’umana, e - benché si stesse comportando nel modo più rispettoso possibile onde evitare di spaventarla - non era nella natura della creatura fidarsi ciecamente di qualcuno solo perché si stava comportando nel modo più consono. Il collo muscoloso si tese quando la vide adagiare qualcosa davanti a sé e cercare qualcosa al suo interno, scrutandola con attenzione ma tenendosi pronta a far scattare i suoi arti agili. L’aroma precedette la vista e già alla prima poderosa annusata prese a leccarsi il muso, fino a quando un delizioso bocconcino non venne rivelato.
Gli occhi blu della volpe si specchiarono in quelli della giovane, come a volerne capire le reali intenzioni. Pensi di potermi fregare? voleva suggerire quello sguardo. Pensi che tentarmi in questo modo ti permetterà di catturarmi? Giammai! Emise un verso simile ad un ringhio piuttosto sommesso: era un piccolo avvertimento, giusto per mettere le cose in chiaro.
Raschiò con gli artigli il pavimento in legno e avanzò lentamente con i muscoli della schiena contratti per quel suo stato di allerta, finché non allungò il collo e con uno scatto fulmineo afferrò il dolcetto; arretrò affinché vi fosse una certa distanza tra loro, per poi stendersi e iniziare a divorare l’offerta mentre manteneva lo sguardo vigile sulla ragazza. Stava ancora decidendo se fidarsi o meno di lei.



In pratica il suo sguardo quando lo becchi è questo:

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view post Posted on 16/11/2020, 14:23
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L
a volpe reagì piuttosto sorpresa, il che lasciò Alice senza parole, doveva essere decisamente affamata per non averla sentita arrivare. Il che faceva aumentare i suoi dubbi su quanto quella volpe avesse comportamenti insoliti. Il muso rosso puntò verso la Grifondoro, le iridi chiare sembravano quelle di un tossicomane strafatto e i ringhi quasi sommessi facevano intuire quanto Alice l'avesse disturbata nel suo momento da fame chimica. In realtà la ragazzina poteva capire bene quella sensazione, a volte le sembrava di avere così tanta fame da poter prendere a morsi qualsiasi cosa per mettere a tacere lo stomaco gorgogliante. Tirò fuori il dolcetto, sapendo quanto la tentazione sarebbe stata forte ed in effetti la volpe esitò. Chiaramente non si fidava di lei, ma l'offerta era troppo, troppo ghiotta per rinunciarvi. Alice le sorrise nonostante il suo fare burbero << Non preoccuparti non voglio farti del male >> parlò piano, sapendo benissimo di non essere compresa. Stiamo parlando di una che parla con il suo scoiattolo ventiquattrore ore al giorno, non sarebbe stata una volpe a farle cambiare idea. Nemmeno il tempo di mostrarle per bene cosa stesse offrendo che l'altra con un rapido scatto si avventó sul bottino, con un ghignetto trionfante. Alice ridacchió, inclinando il capo per osservare il suo comportamento, i capelli seguirono il movimento oscillando sulla spalla destra<< Nemmeno io mi fido subito delle persone. Mi piaci. >> confermò con un segno del capo, rimanendo così accovacciata sulle ginocchia mentre l'altra finiva il suo pasto << Come cavolo ci sei finita qui? >> si chiese riflettendo ad alta voce. Poi provò ad allungare le braccia, tese con i pugni chiusi, dentro una aveva una caramella, nell'altra non aveva nulla. Magari si sarebbe lasciata accarezzare dopo aver giocato con lei. Voleva vedere se riusciva a fare un passo verso di lei senza essere giudicata malissimo, nonostante trovasse quell'atteggiamento adorabile. Puntò gli occhi chiari nei suoi, un sorrisetto sghembo sul viso << Facciamo un gioco, se indovini dove ho messo la caramella, puoi mangiarla>> il tono era sommesso ma divertito. Ora stava alla volpe replicare.





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a mente dell’uomo dietro l’animale sembrò fare capolino per un brevissimo istante, il tempo di assimilare la frase che avrebbe dovuto chiarificare le intenzioni della ragazzina: non voleva fargli del male.
L’offerta di pace sarebbe potuta bastare come prova, del resto l’uomo sapeva e dava grande valore al rito dell’ospitalità, una cosa di cui la ragazza - inconsapevolmente - aveva appena compiuto; per molte culture l’ospite era sacro e, una volta che si offriva a quest’ultimo del cibo, non gli si poteva nuocere in alcun modo. Eppure la volpe non voleva desistere, era restia e non voleva subire alcun tipo di raggiro. Per cui, mentre masticava il proprio bottino, lo sguardo era puntato sulla giovane davanti a sé.
Lo sguardo sembrò assottigliarsi quando seguì i movimenti della ragazza: entrambi i pugni protesi in avanti, in un gesto apparentemente senza significato, e che faticava a comprendere. Sbadigliò placidamente in tutta risposta, come se la sola idea di giocare la annoiasse, ma non appena le narici si dilatarono e avvertirono un aroma dolciastro provenire da uno dei pugni di lei, scattò sull’attenti e le orecchie si fecero dritte come due radar.
Emise un piccolo latrato mentre mosse i primi passi, per poi fermarsi. A modo suo cercò di comunicarle che avrebbe accettato, ma alle sue condizioni; il che condusse la volpe a posizionarsi davanti alla ragazzina e a fissare i suoi pugni chiusi con sguardo indagatore, dilatando ritmicamente le narici per trovare la vera fonte di quell’odore, finché non alzò una zampa e la portò sul pugno destro di lei. Produsse l’ennesimo latrato e questa volta era pressoché chiaro: non provare a fregarmi.

Peccato che presto o tardi sarebbe stata la sua stessa magia a fregarlo.
Il tempo scorreva contro la volpe, ma a favore dell'uomo.
Quanto ci avrebbe messo a riemergere?


 
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view post Posted on 26/11/2020, 07:34
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I
ncontrare una volpe nel negozio dove si lavora non è di certo un'esperienza comune, soprattutto a Diagon Alley, ma da qualche tempo Alice era alle prese con questo strano tipo di animale, solitamente selvatico e decisamente schivo. Alice non ne aveva mai visto uno riempirsi la pancia di caramelle, il che lo rendeva ai suoi occhi ancora più speciale. Poco sapeva di animagus essendo ancora al primo anno, non avrebbe potuto intuirlo se non di fronte ad una trasformazione evidente, fatta sotto i suoi occhi. E probabilmente non erano lontani da una dimostrazione in prima persona, anche se la Grifondoro ne era totalmente ignara. Passi per la volpe, ma un uomo adulto completamente nudo in un negozio, di fronte ad una Ragazzetta, avrebbe potuto sicuramente far pensare a condizioni molto più spiacevoli. Al momento Alice era appoggiata sulle ginocchia, che stavano ferme sul pavimento del locale e teneva le braccia distese in avanti con i pugni serrati, uno con la caramella, l'altro senza. Era divertente vedere lo sguardo abbastanza annoiato della Volpe trasformarsi in uno più affamato, poteva quasi avvertire le sensazioni che si alternavano sul muso, le narici dilatate e la fame atavica che andava ad impossessarsi del suo corpicino e l'idea di giocare con Alice non sembrava più così noiosa. Quando posò la zampina sul suo pugno chiuso, Alice lo riaprì per scoprire una caramella ferma al centro del suo palmo, gliela porse senza timore << Ottimo lavoro volpina! Ma--ce lo avrai un nome?>> si chiese quasi come domanda retorica. Era assolutamente entusiasta di quell'incontro, dentro di sé poteva avvertire una forte nostalgia verso casa e verso la foresta e la volpe era un simbolo di selvatico per lei, che portava ritratto nel legno della sua collanina preferita, regalatale dal padre. Sapeva che mai al mondo si sarebbe fatta accarezzare e che forse avrebbe finito per fuggire una volta scoperto che il cibo era finito, proprio per questo rimase ad ammirarla per qualche altro secondo, osservandone gli occhi chiari ed il pelo fulvio. Era divertente pensare al fatto che avessero la stessa capigliatura << Hm, forse dovrei aiutarti a ritrovare casa... Ma siamo decisamente lontani dal bosco. >> riflettè ad alta voce, infatti non sapeva spiegarsi come fosse riuscita ad arrivare fin lì. Si sarebbe mai fidata la Volpe, delle sue buone intenzioni?



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view post Posted on 24/12/2020, 16:27
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L
a lingua scattò come una saetta una volta che la mano si aprì per rivelare il proprio contenuto, nonché il tanto ambito premio, catturando dentro le proprie fauci il succoso dolcetto che sapeva di mora. I ricordi della volpe esplosero come un fuoco d’artificio: non erano semplici e banali immagini, ma un insieme di odori, suoni e aromi, che sfiorarono persino la coscienza dell’uomo in quello che non era altro che il primo ricordo della sua esistenza da volpe. Percepiva ancora l’odore della tana del tasso in cui si era rifugiata, i muscoli delle zampe ancora tesi per quella folle corsa verso la salvezza, poi - infine - il sapore delle more che l’avevano ristorata con il suo dolce succo; quella parte era stata l’ultima cosa che ricordava in qualità di volpe, prima che l’uomo tornasse a prendere il sopravvento.
La voce di Alice, unita a quell’ultima sensazione scaturita dalla caramella, fecero emergere nuovamente la coscienza di Aiden. Nome. Nome. Nome. Quella singola parola riecheggiò nella mente animale fino a lui, in quella che non era altro che una piccola scintilla, un’occasione, in cui provare a prendere in mano le redini della situazione, a decidere in maniera autonoma nel far cessare la magia che Cernunnos gli aveva concesso di sfruttare. Casa. Casa. Casa. Le pupille della piccola bestiolina si dilatarono, assumendo sempre di più una forma più umana. Le zampe si mossero meccanicamente, conducendo lestamente la volpe dietro quello che doveva essere il bancone. Aiden fu sul punto di approfittarne, non avrebbe avuto facilmente una simile opportunità, né voleva rischiare di mostrarsi completamente nudo se quella fase di trasformazione non fosse andata a buon fine.
Immū--- TONK!
Il controincantesimo non riuscì nemmeno ad essere ultimato, che la magia si era interrotta bruscamente e la volpe cessò di esistere, lasciando il passo ad un uomo, ad Aiden Weiss.
Il Mago aveva infatti impattato con la testa contro la parete legnosa del bancone, celato comunque alla vista della ragazzina, e smuovendo pericolosamente il mobile per la violenza dell’impatto; il che strappò al fulvo un’imprecazione a tutto tondo. «Maledizione!» Reggendosi la testa con la mano libera dalla presa della fidata bacchetta, l’Auror si accasciò maggiormente al suolo, distendendo le proprie lunghe gambe fino a rivelare un paio di jeans neri brutalmente ridotti a strisce dal ginocchio in giù, delle scarpe non vi era nessuna traccia, mentre dei calzini scuri sembravano essere esplosi in corrispondenza delle dita, lì dove erano spuntati gli artigli inferiori della volpe; della felpa che invece aveva indosso non vi era più traccia delle maniche.
Aveva subito di peggio, non poteva di certo lamentarsi.


Perdonami il ritardo :flower: E buone feste!
 
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view post Posted on 27/12/2020, 12:26
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A
lice non poteva immaginare quanto quella volpe fosse più umana del previso, forse non era stata abbastanza attenta o forse semplicemente non aveva idea di come potesse apparire un animagus. Ci dovevano essere dei modi per riconoscerli ma la sua esperienza magica era agli inizi ed era ancora troppo inesperta per potersene accorgere. Per lei quella era solo una volpe misteriosamente dispersa all'interno del negozio dove lavorava. Ridacchiò allegra per la reazione della volpe che prontamente afferrò la caramellina, divorandola con una fame atavica. Gli occhi vispi inquadrarono la creaturina e le ginocchia sulle quali era poggiata iniziarono ad ondeggiare lievemente, percosse anche loro dalla risata divertita della giovane. Quello che accadde dopo fu assolutamente strabiliante, le pupille della volpe iniziarono a dilatarsi assumendo una forma quasi...umana. Il corpo poi come conseguenza inevitabile si stava modellando sotto la figura di un giovane mago, lasciando sempre meno spazio al manto fulvo dell'animale. Il pelo rossiccio era comunque rimasto sotto forma di barba e capelli, mentre il resto del corpo era ricoperto da vestiti strappati. Alice perse l'equilibrio cadendo all'indietro. Le ginocchia non ressero la sorpresa e la ragazzina si ritrovò per terra con un'espressione totalmente stupefatta sul volto <<ach, nee!!!>> esclamò ancora in shock facendo uso della sua lingua madre, l'espressione totalmente stupefatta ancora sul viso << Ein Mann......echt?!>> il fatto che un uomo le si trovasse di fronte l'aveva totalmente lasciata senza parole. Balzò in piedi ancora diffidente, afferrando immediatamente la bacchetta con la mano destra e puntandola contro l'Auror. Avrebbe fatto ridere se solo avesse saputo che si trattasse di un Auror il fatto che cercasse di difendersi, ma fu come uno scatto istantaneo un riflesso incondizionato. Tornò poi all'inglese esclamando << Ahm....ma chi cavolo saresti tu ora??? Che fine ha fatto la volpe???>> le iridi chiare si chiusero con sospetto mentre lo analizzavano, doveva essere un uomo sulla trentina, piuttosto grosso e muscoloso, cosa ci poteva mai fare in un negozio di scherzi? << Sei un pazzo maniaco??? >> diciamo che la cosa l'aveva giusto un tantino sconvolta. Provò a ripensare a lezione di trasfigurazione, avevano studiato qualcosa sugli animagus o sbaglio? Sicuramente doveva esserci qualche accenno a qualcosa ma non riusciva a ricordarselo in quel momento.





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L
a testa vorticava sia per il dolore scaturito dalla botta appena presa, sia da quelli che erano gli effetti post-trasformazione. Di tutte le ossa che avevano subito la modificazione maggiore, il cranio era al primo ed indiscusso posto, e faceva ancora male sentirla rimpicciolirsi e ritornare alla forma originale; per questo si mostrò parecchio confuso, all’inizio, per quella che era la reazione sbigottita della ragazzina che fino a poco prima lo aveva viziato con del cibo. Non capiva un fico secco di tedesco, ma comprese fin troppo bene il gesto che ne seguì: la bacchetta venne prontamente puntata contro la sua figura massiccia ed imponente, una scena che aveva del esilarante se si osservava da una prospettiva esterna ai due.
Uno scricciolo contro un bestione e Aiden a stento soffocò una risata.
«Levami quell’arma dalla faccia, ragazzina!» brontolò, come prima cosa, con un certo cipiglio severo e che non ammetteva repliche. Poi l’uomo abbozzò quello che aveva tutta l’aria di essere un sorriso tra il divertito e il derisorio quando udì la domanda su cosa ne avesse fatto della volpe. «Sono io la volpe.» rispose con naturalezza, rizzandosi quantomeno a sedere e appoggiando il gomito destro contro il ginocchio rivolto verso l’alto. «Pazzo? Forse. Maniaco? Questo no.» Emise un profondo sospiro, scuotendo la testa con una certa rassegnazione. Possibile che fosse proprio quello il primo pensiero di una persona, per quanto giovane effettivamente era, dinanzi alla nuda e cruda verità?
Adagiò la bacchetta contro il proprio bacino e usò la mano per ravviarsi i capelli umidicci all’indietro. «Sono un Animagus… senza alcun controllo sulla trasformazione. In sostanza un Mago con la capacità di trasformare il proprio corpo in un animale.» Sollevò un piede e mosse le dita rimaste fuori dal calzino esploso, come a volerle fornire una prova tangibile della verità a cui si stava appellando. «Mi chiamano Red, alcuni.» Non voleva ancora rivelarle il proprio nome, non finché non si fosse degnata di abbassare quella dannata bacchetta.
«Allora, lassie? La abbassiamo quella?» aggiunse con un cenno del capo, fissandola con una certa intensità con i suoi profondi occhi blu, l’unica cosa rimasta della volpe, nonché suo personale tratto distintivo.



Edited by Aiden Weiss - 11/1/2021, 15:11
 
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L
a volpe si era trasformata sotto i suoi occhi. Era diventata un uomo, un uomo con i capelli e la barba rossi che richiamavano il pelo dell'animale. Alice rimase completamente senza parole, si mise a fissare l'uomo per qualche secondo, prima di scattare con la bacchetta e puntarla verso di lui. Sicuramente non una delle sue idee migliori. Lo guardò con occhi spalancati mentre osservava la trasformazione completarsi. Effettivamente per conoscere un incantesimo del genere doveva essere potente, sicuramente più di lei, ma questo non le impedì di puntagli l'arma contro. Quando l'altro si mise ad urlare la inclinò appena verso il basso,ancora per nulla convinta. Non era una tipa che si fidava del prossimo << Ma----come cavolo hai fatto ad entrare nel negozio? E soprattutto perché? >> gli chiese presa dalla foga, con le guance ancora arrossate per lo spavento. Non le succedeva proprio tutti i giorni di incontrare un mago capace di fare quelle robe lì. Mentre lo ascoltava giustificarsi, seppur rimanendo ancora sull'attenti, inizio a trasformare quel moto di spavento in curiosità. Chi cavolo era quell'uomo? E perché si dava dei nomi in codice? Alice non aveva la più pallida idea di trovarsi di fronte ad un Auror, la figura che più ammirava in tutto il mondo magico. Se lo avesse saputo probabilmente avrebbe finito per riempirlo di domande, tanto da fargli venire un mal di testa peggiore che con una semplice botta data allo spigolo di un mobile << Red ah? Non sembra proprio un vero nome>> replicò sospetta, con tanto di occhiatina sinistra. In ogni caso era troppo curiosa di sapere il resto della storia, quindi ripose la bacchetta al suo posto e si avvicinò leggermente per osservare l'uomo da vicino << Ehi non sono io quella che ha venduto la coda per un biscottino, mio caro RED > replicò con sarcasmo, sorridendo divertita. Figuriamoci se poteva comportarsi da brava studentessa ed aiutarlo per esempio, no doveva essere assolutamente dispettosa. Comunque una volta avvicinata decise di presentarsi senza racchiudersi nel mistero come lo sconosciuto lì di fronte << E comunque il mio nome è Alice. Alice Wagner.>> giusto per specificare che lassie come nome le faceva ribrezzo. Gli occhi chiari si soffermarono sul casino che Red aveva combinato e dire che stava per chiudere ed andare a casa. Sospirò lievemente appoggiandosi allo scaffale << Mh, spero che tu abbia intenzione di aiutarmi a riordinare vero volpina? >> quindi torno a soffermarsi sull'uomo. Doveva sicuramente avere qualche incantesimo nel suo repertorio, che l'avrebbe aiutata. Giusto?





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Mi scuso tantissimo per il ritardo, perdonami <3
Purtroppo ho avuto un periodo assurdamente impegnato!

 
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view post Posted on 14/3/2021, 13:43
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I
l lato comprensivo dell’uomo giunse in seguito, qualche secondo più tardi, nel notare i segni della paura presenti sul corpo della giovane. Non poteva biasimarla, si disse, se aveva reagito a quell’istinto primordiale di difendersi da ciò che si era rivelato inaspettato, nonché da lui, un essere vivente che era passato da una forma animale ad una umana. Eppure non poté evitare di rivolgerle un cipiglio severo, fermo restando che non gradiva particolarmente doversi sentire minacciato, anche se si trattava di una ragazzina con molta meno esperienza di lui in fatto di magia; dopotutto, pensò l’Auror, perfino uno scoiattolo poteva attaccare un predatore più grosso e feroce se la propria sopravvivenza veniva messa a rischio.
Emise un grugnito infastidito, come se il rumore della pioggia proveniente dall’esterno non fosse una più che valida e plausibile spiegazione. «Chiunque cercherebbe un riparo al caldo e all’asciutto. E quando una porta si apre… beh, tu non ne approfitteresti per imbucarti?» Con una scrollata di spalle sembrò voler tralasciare ogni altra eventuale scontatezza, concentrandosi sulle lacerazioni dei propri pantaloni, deciso a porvi rimedio e non dare l’impressione di essere uno straccione che era entrato per chiedere l’elemosina. A quel punto fu questione di pochi attimi che la stecca di Biancospino facesse il proprio dovere, riparando i propri indumenti grazie al Reparo.
«E’ così che mi chiamano in molti.» mormorò, alzandosi in tutta la propria altezza, e rivolgendole un ghigno furbo. «Oh beh, sfido chiunque a non lasciarsi corrompere da uno snack quando si è sotto effetto della propria magia.» E detto ciò incrociò le braccia muscolose contro il petto.
Nell’ascoltare la presentazione della giovane, l’Auror inclinò il capo di lato e la scrutò meglio. Doveva essere abitudine dei gemelli Weasley assumere personale con i capelli rossi e non poté evitare di soffocare una risata al solo pensiero che Alice potesse avere - grossomodo - lo stesso temperamento della Lynch. «Potrei anche dirti il mio nome, signorina Wagner. Ma ad una condizione...» Tirò su col naso e si appoggiò con la schiena contro il bordo del bancone. «Che terrai per te quello che hai visto. Dal fatto che sono entrato qui e che sono un Animagus. Soprattutto che sono un Animagus.» Poi lanciò uno sguardo fugace al caos che aveva creato da volpe, ma quello non sarebbe stato un problema, non quanto al possibile danno che la divulgazione di un suo segreto avrebbe causato alla sua persona; e lui ci teneva tantissimo a mantenere il riserbo, specialmente se certe conoscenze di sé erano nelle mani di una perfetta sconosciuta. «E ti sistemo il negozio, se accetti. Prendere o lasciare!» aggiunse, stavolta con un pizzico di serietà in più, quel tanto da farle capire che non si sarebbe lasciato intenerire facilmente. Anzi, se Alice non si fosse dimostrata un minimo degna della propria fiducia, allora l’avrebbe potuta perfino Obliviare. Ma questo era un pensiero che si sarebbe tenuto per sé e che avrebbe considerato solo in caso estremo.



Scusami per il ritardo ç__ç
 
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view post Posted on 27/6/2021, 10:02
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L'
uomo dalla chioma fulva si era rivelato più grosso di quanto pensasse. Chi avrebbe immaginato che da quella volpe adorabile ne sarebbe uscito un essere umano vero e proprio? Alice era una tipa piuttosto impulsiva ma non era violenta, tirar fuori la bacchetta era un gesto istintivo per lei. Appena l'altro iniziò a spiegarsi e a mettersi in ordine, Alice ripose l'arma ascoltandolo con una certa curiosità, certo il suo sguardo era ancora un po' sospettoso. Fidarsi di completi sconosciuti non era il suo stile, ma era davvero curiosa di come avesse fatto l'uomo a trasformarsi in una volpe. Ne aveva forse sentito parlare a scuola, ma quella era un tipo di magia piuttosto complicata, non era di certo qualcosa che una studentessa alle prime armi come lei, avrebbe mai potuto fare <<mmh va bene mi hai convinto mr. RED. >> disse ponendo l'accento sul suo nickname, probabilmente non dato a caso, insomma era proprio rosso di capelli come lei. Inoltre era piuttosto alto e grosso, tanto che Alice doveva alzare la testa all'insù per guardarlo in viso. Meno male che aveva accantonato l'idea di prenderlo a botte, perché probabilmente lui avrebbe potuto sollevarla con un mignolo.
La curiosità di Alice però era troppo forte per poter lasciar andare lo sconosciuto con un semplice 'arrivederci.' Gli occhietti vispi si fecero più attenti, un sorriso sbucó sul viso dispettoso << Animagus ah? Okay ci sto mr Red, il tuo segreto è al sicuro con me. >> mimó quindi una croce sul cuore come gesto di promessa solenne. Il fatto che l'uomo fosse capace di trasformarsi in animagus tuttavia, le faceva pensare al fatto che dovesse trattarsi di un mago potente. Per cui continuó con le sue domamde sfacciate <<ma dimmi un po' come cavolo hai fatto a trasformarti in una volpe? >> le uniche persone che conosceva o meglio, di cui aveva sentito parlare saper fare cose del genere erano tutti maghi potenti come... Gli auror. Ma lui, poteva forse essere? << OMG. SEI TIPO UN AGENTE SOTTO COPERTURA? >> il tono si sollevò acuto, forse un po' troppo eccitato, tanto che poco dopo Alice si portò una mano sulla bocca. Se fosse stato davvero così non avrebbe di certo potuto urlarlo. Provó dunque a sussurrare, così prima che l'altro potesse anche risponderle << Non è che sei in missione? Stai cercando un mago oscuro? Oh mein Gott. >> continuava a far domande, qualcuno avrebbe dovuto toglierle le batteterie per farla smettere, anche se la sua vitalità era ciò che la caratterizzava. Ogni espressione sorpresa o entusiasta poneva accento sui lineamenti giovani e colorava di pesca le guance. Quella giornata un po' noiosa si era trasformata in qualcosa di decisamente interessante. Chissà se Alice avrebbe scoperto qualcosa di più sul misterioso Red?





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Mi batto il petto per il ritardo 😭 Perdonami!

 
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view post Posted on 17/9/2021, 14:58
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l luccichio di quegli occhietti vispi e il sorrisetto che affiorò sulle labbra della giovane fanciulla, fecero sorridere Aiden a sua volta: Alice gli ricordava molto se stesso a quell’età, non soltanto nell’aspetto, ma da come si stava ponendo con lui, dallo sguardo di chi era pronto a combinare una marachella da un momento all’altro, ai sensi vigili e guardinghi. E tutto ciò lo divertì più di quanto si fosse immaginato.
Portò la mano alla bacchetta, preparandosi a risistemare il caos che aveva provocato lui stesso nella sua forma animale. «Molto bene, miss Wagner. A questo punto non mi resta che rispettare la parola data. Mi chiamo Aiden.» Dopodiché, esibendosi in un movimento fluido e deciso, l’Auror si appellò all’incantesimo Gratta e netta, accertandosi che ogni traccia di sporco venisse tolta, per poi sfruttare il Wingardium Leviosa per rimettere apposto gli articoli rovesciati sui rispettivi scaffali. Poi, quando ebbe terminato, portò la mano libera sul fianco e guardò Alice con la coda dell’occhio, sogghignando per la seconda volta. «Come ho fatto? E’ proprio un bel mistero, ma ti andrebbe di scoprirlo, uhm?» mormorò, cercando di stuzzicare la sua curiosità e sete di conoscenza.
Tuttavia, di lì a poco, si ritrovò letteralmente piegato in due, dopo essere scoppiato in una fragorosa risata alle successive parole della ragazza. «Santo Belenos, cosa mi ha tradito?» E si finse sconvolto coprendosi una parte del viso, trattenendo a stento le risate che ancora lo animavano. «No, dai, seriamente...» aggiunse qualche secondo dopo, cercando di darsi un contegno e asciugandosi l’unica lacrima che gli era sfuggita per quella ilarità. «Diciamo che ci ha preso solo in parte: sono un Auror, ma non sono in missione. Mi stavo semplicemente esercitando con la trasformazione, tutto qui, davvero. Però sarei curioso di sapere come ci sei arrivata, se hai seguito un ragionamento preciso o se hai girato la ruota della fortuna!»
Incrociando le braccia al petto, una volta rinfoderata la bacchetta, l’Irlandese si appoggiò contro un lato del bancone, in una posa semi-seduta, osservando Alice con aria davvero incuriosita.

 
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