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view post Posted on 29/10/2020, 23:29
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CASEY BELL | PREFETTO • 16 ANNI • GRIFONDOROLe venature della porta di legno di quel'ufficio della Torre di Astronomia e la superficie irregolare dei conci di pietra che l'attorniavano non erano mai state studiate così tanto da qualcuno in tutta la storia di Hogwarts. Sembrava che andando a scavare nelle loro minuzie si potesse trarre chissà quale sapienza universale, o la risposta alle domande sull'esistenza che i magimetafisici o chi di dovere si ponevano dall'alba dei tempi. In verità Casey sapeva fin troppo bene che fra i mattoni e le maniglie non avrebbe mai trovato le risposte alle sue domande, ed in verità era proprio per questo motivo che si trovava lì a temporeggiare, davanti alla soglia chiusa dell'ufficio di Sirius White.

Nell'arco di tutta la sua carriera scolastica non aveva mai bussato alla porta di un insegnante. Se per questo, non aveva mai nemmeno immaginato gli insegnanti come persone vere e proprie, con del tempo libero, degli hobby e una vita privata. Abitavano le aule, ricaricavano le loro energie alla tavolata a loro dedicata in Sala Grande e poi scomparivano in un vuoto indefinito da cui ricomparivano a lezione con tanto di compiti corretti. Non si era mai realmente accorta della loro esistenza almeno finché Drinky Anser non era diventata una di loro, accentuando la sua insofferenza verso il mondo degli adulti e verso le autorità.

In verità non avrebbe mai bussato a quella porta. Chi fra tutti detestava l'idea di possedere un mentore o di supplicarne uno se non lei? Sirius White tuttavia non aveva mai commiserato le richieste delle menti roride di domande degli studenti, né digradava la sua figura abusando del potere che la professione gli dava. Passava inosservato, per questo forse Casey lo aveva sempre considerato diverso e più avvicinabile rispetto a tutti gli altri docenti incontrati - senza contare la cotticella nei suoi confronti al primo anno - e ciononostante i tremori e le fitte dell'ansia per quel colloquio non preannunciato rendevano risibile e inconsistente ogni sua domanda in cerca di risposta. Basta pensare che sostare di fronte a quella porta o passeggiare avanti e indietro per quel corridoio stavano diventando abitudini fin troppo frequenti dall'inizio della scuola, lasciando che ogni minuto di sospensione rendesse ancor più urgente la chiarezza. Come avrebbe mai potuto affrontare una simile discussione con un docente? Come avrebbe toccato il discorso? Come sarebbe riuscita a farsi dire ? La possibilità c'era e le si costruiva sempre più dettagliata e solida nella sua immaginazione ad ogni minuto trascorso a tergiversare. Ora sembrava tutto troppo rischioso per bussare, ora invece le necessità che bramavano quel non potevano più aspettare.

Toc toc. La mano assecondò un pensiero fugace della testa, e quando Casey se ne accorse sentì improvvisamente la gola troppo stretta all'interno del nodo della cravatta. Lo allentò facendo forza con entrambe le mani, consapevole di non potersi più tirare indietro.

 
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view post Posted on 1/11/2020, 09:25
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SIRIUS WHITE | DOCENTE • 30 ANNI • EX-GRIFONDORO

Il docente di pozioni trafficava con i compiti e gli incartamenti sulla sua scrivania dimentico delle impellenze di quel momento, quasi sopraffatto da pensieri e preoccupazioni che ormai da mesi gli affollavano la mente. Era preoccupato, indeciso, temporeggiava con la scusa di dover crescere in conoscenze e potenza magica ma la verità restava ancora una sola: si stava rivelando più codardo di quanto non volesse ammettere a se stesso. Ogni giorno spulciava i giornali ma tra gli articoli della gazzetta nessun riferimento ai suoi compari, a quel passato che voleva solo dimenticare ma che invece continuava imperterrito a tormentarlo. Che fine aveva fatto Raven? Che cosa ne era stato di Nicholas? E sopratutto cosa ne sarebbe stato di lui? Viveva di angoscia e non riusciva a capire se fosse la sua coscienza ad esigerne il pagamento di scelte sbagliato o il voto infrangibile che gli rammentava una promessa solenne che magicamente aveva stipulato. Certe volte percepiva uno strano peso al cuore, come una stretta che gli mozzava il fiato sentendo la morte vicina ma non era mai giunta. E con il tempo, i giorni che trascorrevano si era fatta sempre più forte in lui l consapevolezza che presto o tardi avrebbe dovuto mettersi in moto. Aveva occupato prece i suoi giorni con apprendimenti cercando di diventare più forte in vista di scontri che sapeva inevitabilmente avrebbe dovuto affrontare e in qualche modo quella sensazione di pericolo mortale si era attenuata anche se non era completamente scomparsa. Doveva agire, doveva muoversi. Ma quando? Era solo, più solo di quanto non lo fosse mai stato, schiacciato da una necessità a cui non poteva sottrarsi. Avrebbe potuto chiedere agli amici ma il solo pensiero di coinvolgere Oliver in un affare del genere gli faceva tremare le gambe. Inoltre non poteva spiegare il motivo delle sue azioni il che rendeva tutto ancora più difficile. Era inutile sforzarsi perché per quel problema non c’era soluzione diversa: sua era colpa, suo il problema e sua sarebbe stata la soluzione. Così perso in quei mille pensieri, con lo sguardo perso nel vuoto, trasalì al sentire il rumore di un timido bussare alla sua porta. Non aveva appuntamenti, non ne aveva presi per quel che ne sapeva ed egoistica pensò che forse il destino avesse voluto suggerirgli una risposta. Ma forse si trattava solo di vane speranze.
<< Avanti >>
Proferì quasi con entusiasmo chiedendosi chi o cosa avrebbe di lì a poco varcato la soglia del suo ufficio. Si trattava forse di Oliver e di una nuova terribile profezia ai suoi danni? O forse era Thresy pronta a chiedergli di prendere parte a una missione? La rosa delle possibilità si apriva in tali e molteplici eventualità che ponderarle tutte sarebbe stato impossibile. Così restava, il cuore sospeso in quella sorta di suspense, ad attendere l’ingresso del suo visitatore. Quale sorte lo attendeva? Solo Merlino sapeva quanto avrebbe desiderato e voluto possedere qualche risposta ai suoi interrogativi
.

 
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view post Posted on 5/11/2020, 11:24
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CASEY BELL | PREFETTO • 16 ANNI • GRIFONDOROSudare freddo era un probabile indicatore di diverse patologie, in alcuni casi associato persino ad eventi fatali come gli infarti. In quel momento il suo cuore balzava impazzito da una costola a un'altra per tutta la gabbia toracica, facendole pulsare le tempie di sangue in bollore e goccioline salate ghiacciate. Effettivamente fingere uno svenimento sarebbe stato una buona scusa da appioppare a quel toc toc, l'ultimo escamotage da prendere in considerazione prima di aprire la porta e rischiare di macchiare in maniera ufficiosa la propria carriera scolastica.
Che turbe e che dilemmi si incrostavano ai neuroni della Bell mentre varcava quella soglia, come se la vita stessa fosse sinonimo di calvario e paradigma dell'infelicità. Così, aperto l'ufficio, il professor White si ritrovò davanti una studentessa in evidente crisi che continuava a passarsi le dita fra i capelli sbarazzini e in preda a una confusa logorrea.
«Salve prof» i toni formali non erano di sua competenza «scusi se la disturbo, è che io mi trovavo qui di passaggio. Stavo andando in sala comune e... no, per la verità è da tanto tempo che volevo venire a parlarle e che passeggio davanti al suo ufficio e stavo cercando di capire se volevo davvero parlarne con qualcuno o fare a modo mio, che consisterebbe in continuare a rimuginarci su finché la soluzione non mi cade ai piedi dal cielo, e quindi pensare di fare un colloquio poteva essere l'idea migliore, così avevo il parere di qualcuno che magari aveva già vissuto problemi simili anche se mi sembra che i miei siano unici e insormontabili. Così ho colto l'occasione al balzo e mi sono catapultata qui in un momento in cui non ho avuto freni, però se la disturbo, ecco, torno un'altra volta e mi da un appuntamento vincolante, così non posso più ripensarci.»
Non una pausa, lo sguardo che ogni tanto toccava quello del docente per poi attaccarsi alla tappezzeria. Se un qualsiasi uditore avrebbe reputato quel monologo di presentazione un indiscutibile fallimento, Casey, messo il punto all'ultima frase, era radiosa per aver superato quel primo step. Una gran fatica, senza dubbio, forse per Sirius che magari ci aveva capito poco, ma era proprio questo il fulcro della strategia toccata dalla sua immaginazione in quelle settimane di indecisione. Le suore si lasciavano sciogliere dalle povere anime in pena, un educatore, se veramente ossequioso nei confronti della sua missione, non erano in grado di dire di no a uno studente in crisi.
«Insomma, sono in preda a uno spaesamento esistenziale.» Fu il momento in cui finalmente alzò lo sguardo. Due occhioni attorniati da palpebre cadenti per il senso di imminente sconfitta che necessitavano consiglio. Alla fine si era ridotto tutto a un grande azzardo, dunque perché non scommettere tutto ciò che si aveva in tasca ora che strategia e stato effettivo camminavano a braccetto? Carpe diem.

 
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view post Posted on 6/11/2020, 10:01
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SIRIUS WHITE | DOCENTE • 30 ANNI • EX-GRIFONDORO


Travolto da quel fiume di parole in piena il docente di pozioni sorrise amabilmente rivolgendo tutte le sue attenzioni alla fanciulla che improvvisamente aveva interrotto la sua solitudine. Non era affatto infastidito anzi il trovarsi di colpo distolto da suoi lugubri pensieri gli regalò non poco sollievo.
<< La porta del mio ufficio è sempre aperta….per qualsiasi problema o spaesamento esistenziale che sia >>
Ed era vero. Non si sarebbe mai sottratto al suo ruolo di educatore. Come per lui era stato Persefone, sarebbe stato guida e conforto per tutti i suoi studenti che ne avessero avuto bisogno. Era questo a fare la differenza, la disponibilità e la presenza al bisogno. La sua vita e il suo percorso lo avevano visto calcare scenari diversi, dalla luce all’oscurità, da questa di nuovo alla luce e a volte senza soluzione di continuo. Sotto la guida della preside era stato facile evitare situazioni pericolose ma senza di lei tutto era precitato andando per il peggio. Comprendeva quindi perfettamente i pensieri della studentessa rosso oro che aveva davanti nonostante li avesse esposti in quell’incredibile effluvio di parole.
<< Si Accomodi pure. Sarò lieto di darle un aiuto e anzi me ne farò decisamente vanto. Sono oltremodo lusingato che tra i tanti abbia scelto proprio me.. >>
E nell’indicarle la seduta le avrebbe fatto un occhiolino cercando di metterla a proprio agio.
<< Mi dica dunque….>>
aggiunse mettendo da parte i compiti, i pensieri cupi e tutte le sue preoccupazioni. Era strano rendersi conto di quanto fosse facile distrarsi da se stesso con l’ausilio degli altri e non poteva fare a meno di sorriderne.
<< cosa è che la perplime? >>
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Edited by Sirius White - 20/11/2020, 23:22
 
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view post Posted on 6/11/2020, 16:37
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CASEY BELL | PREFETTO • 16 ANNI • GRIFONDORODunque: aveva bussato alla porta, sfoderato la sua logorrea stendente e fatto pietà; il docente le aveva sorriso, onorato di esser stato scelto in mezzo alla pletora di tutor di cui Hogwarts disponeva, e le aveva fatto gesto di accomodarsi di fronte a lui avviando il tanto agognato e spaventoso colloquio.

Non si era preparata a questo. Maledizione al suo pessimismo e alla sua tendenza a troncarsi da sola ogni speranza di riuscita fin dal principio.
Si sedette incredula di fronte all'insegnante, scaraventando la propria attenzione sull'incertezza del futuro più immediato e arrestando ogni tic. Le mani le si raccolsero in grembo e i suoi capelli ne furono lieti.
«L-la ringrazio» sussurrò lasciando cadere lo sguardo sulle scartoffie per non incrociare quello dell'insegnante. E adesso? Le idee si aggrovigliavano l'una con l'altra in una mente che si presentava a un tratto bianca, scivolosa e priva di appigli di alcun genere. Vedeva l'obiettivo finale ma non il percorso.
Fu la carta ammonticchiata sulla scrivania a darle il giusto spunto, l'ingresso nel discorso da una porta sul retro per compiere un giro ampio, in grado di mostrare al docente più sfaccettature possibili.
«Volevo innanzitutto porle una domanda.» Esordì a un tratto lasciando emergere la voce dalla calma piatta in cui eccezionalmente era immersa la Torre di Astronomia quel giorno. Gli occhi si alzarono dal vuoto solo al termine del quesito. «Lei come ha capito di voler fare il docente di Pozioni?»
L'impulsività di intraprendere la strada appena scorta non le aveva fatto riflettere sul momento sulla rosa di possibilità di risposta, tanto che la domanda poteva persino essere tacciata d'impudenza. Ignorava il vissuto di Sirius White e il suo rapporto con la materia che insegnava, così come se quell'occupazione fosse solamente un ripiego, qualcosa di indesiderato o altro. In fin dei conti era così che ragionava Casey Bell: si riteneva troppo sfigata per riuscire un giorno a fare ciò che realmente voleva e questo pregiudizio sul suo conto era uno dei pilastri alla base della sua forma mentis.
Aggiunse così un prosieguo. «Credo che lei abbia capito osservando le mie pagelle che Pozioni è una delle materie in cui mi sono impegnata molto di più negli anni. Mi sono iscritta al Club, ho sperimento ricette non affrontate a lezione nel tempo libero.» Provava una certa difficoltà a mantenere il filo senza divagare troppo. Qualche pausa fra una frase e l'altra le permetteva di misurare con calma i collegamenti fra le diverse possibili pieghe del discorso. «Quest'anno e i prossimi saranno molto intensi. Non so se conosce la mia personale situazione.» I docenti cosa sapevano della vita privata degli studenti? «Sto seguendo tutti i corsi facoltativi del terzo per permettermi più strade. Dove sarò giudicata meglio andrò. N-non voglio correre rischi.»
«Eppure...» aggiunse a denti stretti dopo aver messo il punto a quel preambolo. «So per certo che se si vuole eccellere in un campo è necessario dedicarglisi anima e corpo, forse mettendo da parte molte altre cose, iniziando il prima possibile in modo tale da aprirsi sempre più ai dettagli nel tempo a venire.» Parola dopo parola, infittendosi ella stessa nel discorso, la paura dell'esito del colloquio rendeva il posto a quel nervosismo che faceva da sfondo al suo rimuginare giornaliero. Ciò che stava inserendo in quella passeggiata ad ampio raggio non era una finzione. Casey esponeva davvero le sue torture interiori, anche se non voleva ammetterlo.
«Cominciare da adesso sarebbe una buona idea, e forse avrei dovuto farlo anche prima» se solo non avesse vissuto in un orfanotrofio babbano per undici anni «ma come faccio a capire se è questa la mia strada? Come faccio a capire se non spenderò tempo a vuoto in qualcosa che non mi darà nulla?» Questa volta lo guardò dritto in volto e Sirius, da quell'espressione così amara sul suo, avrebbe compreso l'afflizione che le davano quei pensieri.

 
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view post Posted on 6/11/2020, 23:14
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SIRIUS WHITE | DOCENTE • 30 ANNI • EX-GRIFONDORO


Il docente si rese conto solo dopo, a discorso che iniziava a intavolarsi, della grande scortesia che aveva appena fatto. Accomodatasi la fanciulla non le aveva neanche offerto da bere il che non solo era scortese ma addirittura disdicevole. Se ne ravvide quasi subito e come colto da una improvvisa folgorazione, con il palesarsi di quel quesito tanto singolare quanto insolito, ebbe rapidamente modo di rimediare. Con quella fanciulla il tempo scorreva così veloce che sembravano già essere insieme da una mezz’ora il che in qualche modo gli fece apparire la mancanza come effettivamente più del grande del dovuto.
<< Prima di iniziare, se permette…>>
disse concentrando ora i suoi occhi verdi dai riflessi ambrati sulla grifondoro.
<< le offrirei qualcosa da bere . Se le va. Intuisco infatti dalle sue domande che non si tratta di discussioni di poco conto. E se è così… >>
brandì la bacchetta con rapidità facendo apparire dinanzi a loro, in un superficie libera da incartamenti, due tazzine e una teiera da quale si poteva osservare venir fuori rivoli di fumi. Gli elfi domestici lavoravano a tutte le ore del giorno e della notte per cui non v’era motivo di credere che non fosse presente anche a quell’ora.
<< Se poi gradisce anche qualcosa da mangiare… >>
L’ampio movimento del braccio aveva fatto in modo che alle tazzine e alla teiera si affiancasse un piattino ricolmo di biscottini. Poteva servire ad alleggerire il nervosismo? Probabile ma quanto meno lui aveva fatto i suoi doveri da buon padrone di casa.
<< Nessuna cerimonia. Si serva pure >>
E nel farlo le avrebbe versato il the caldo riempiendo una delle due tazzine. La domanda che gli era stata appena fatta lo investì come fiume in piena. Era forse una qualche forma di colloquio di orientamento quello? Eppure la giovane che aveva dinanzi non poteva aveva più di 13 anni occhio e croce.
Ne rimase esterrefatto, sollevando leggermente un sopracciglio mentre ripetendo il medesimo gesto versava da bere a se stesso e così prendendo qualche momento per pensare a una risposta degna da professore.
<< Bella domanda. Devo ammetterlo >>
Nessuno studente prima si era mai azzardato a fare tanto. Sapeva perfettamente quanto abile e capace fosse quella streghetta. Le sue valutazioni l’avevano portata alla ribalta presentandola come una delle migliori della sua classe e non solo. Singolare ma non completamente inaspettato.
<< E’ avvenuto con naturalezza. Come lei, signorina Bell eccellevo in buona parte delle materie. Con alcune mi sentivo particolarmente affine, con altre un po' meno per cui la selezione è avvenuta con estrema spontaneità. Si approfondisce e si studia con piacere ciò che più ci è congeniale dopotutto. Io ad esempio amavo pozioni per il suo modo di porsi ad alternativa delle comuni arti magiche che si esprimevano con la bacchetta, in alcune occasioni finanche come possibilità esclusiva ma non disdegnavo certo le trasfigurazioni, gli incantesimi classici o le fatture per il loro immediato modo di porsi. Questo è evidente. >>
Iniziava ad addentrarsi in un discorso tanto complesso quanto spinoso per cui ogni tanto si concedeva qualche sorso di the facendo attenzione a non perdere l’attenzione della studentessa. Avevano solo iniziato a discutere.
<< Storia della Magia ad esempio mi annoiava in un modo terribile. Ricordo di averla trascinata fino al penultimo anno e poi di non avercela fatta più. Con questo io non voglio suggerirle di abbandonarla, ci mancherebbe, ma con il passare degli anni mi ero semplicemente reso conto che quegli sforzi non mi avrebbe portato a nulla. Sapevo cosa farne delle pozioni e degli ingredienti che maneggiavo così come degli incantesimi che apprendevo ma avevo estrema difficoltà a comprendere come avrebbe potuto aiutarmi sapere come e quando era scoppiata una guerra magica o perché i centauri si erano lamentati di questo e di quello. Stesso discorso l’astronomia, la divinazione se proprio vogliamo dirla tutta. >>
Sperava di iniziare ad essere chiaro ora che stava articolando i suoi pensieri.
<< Lei fa benissimo a seguire con impegno tutte le materie e a dedicarvisi con la stessa energia. Io le auguro di portare fino ai MAGO quanto più materie possibile ma se un giorno o due dovesse accorgersi che qualche materia non la soddisfa più la abbandoni senza enormi ripensamenti. Ciascuno di noi ha un attitudine, come un sogno nel cassetto. Io sognavo la cattedra e forse il ruolo di auror e le mie scelte mi hanno portato qui, di fronte a lei e per questo non me ne dispiaccio. Tutto è andato come naturalmente doveva andare. Si può poi essere così dotati ma reputare ogni branca del sapere come uno strumento appropriato alla propria crescita personale ma anche in questo caso, io ritengo, che ci debba per forza essere qualcosa che ci piace più di una altra, una disciplina che renda tanto felici da farci pensare ad esse con un sorriso. Mi spiego meglio. Quando svolgevo i compiti di pozioni o preparavo un particolare infuso mi rendevo spesso conto di riuscire a farlo con un desiderio e un entusiasmo che non riscontravo in altre discipline, senza affanni, senza sforzo alcuno. Mi ritrovavo così sereno e felice nel svolgere tali attività da pensare che avrei voluto esattamente fosse quella mia vita, perché in qualche modo mi completava. Ne era un pezzo essenziale e volevo che anche gli altri lo comprendessero. Questo peraltro è il motivo per il quale spinsi il ministro, ex docente di pozioni, a istituire il club a cui le stessa è iscritta.>>
Un po' per le lunghe ma pensava di aver centrato l’obiettivo.
<<mi rendo conto che tutto questo potrebbe esserle difficile ora da capire ma presto succederà anche a lei. Glielo assicuro. Che sia il desiderio di trasmettere le proprie conoscenze agli altri, quello di difendere un innocente, di gestire affari di stato o di aprir bottega, non importa. Ciò che conta è che lei trovi il suo posto nel mondo, il suo angolo di pace, ciò che la fa sentire finalmente a casa. >>
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view post Posted on 21/11/2020, 14:50
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CASEY BELL | PREFETTO • 16 ANNI • GRIFONDOROSentir parlare Sirius della propria vita fece uno strano effetto su di lei. A prescindere dall'idea fattasi sui docenti sopracitata, Casey stessa era poco abituata all'affabilità delle persone. Per raccontarla giusta non si era mai azzardata a chiedere ad una suora del Saint Vincent il motivo per cui avesse preso i voti, sia perché, andiamo, sono suore e lei vantava un rapporto basato sul rifiuto con la spiritualità e la religione, sia perché il loro venefico approccio con le orfanelle recideva qualsiasi simpatia sul nascere.
La mascella contratta si rilassò non appena le fu offerta la tazza di tè fumante, il rimestio dei pensieri provocato dalla tensione rallentò di fronte al piattino di biscotti - probabilmente anche per dar spazio all'imbarazzo provocato dall'idea di rosicchiare qualcosa e fare crunch crunch con la bocca mentre il professore parlava. Ma lo apprezzò in un certo modo, stringendosi fra le spalle, colta alla sprovvista e con le guance rosse, ma ringraziando con un piccolo sorriso e lo sguardo basso sul liquido ambrato.
Un leggero formicolio aveva cominciato a punzecchiarle il naso, calore a risalirle il collo fino alle gote e alle orecchie. Così come non avvezza alla cordialità dei suoi "superiori", i complimenti le erano sempre stati del tutto estranei. Arrossiva e percepiva dentro uno strano senso di vulnerabilità: se ne compiaceva eccome ma al contempo desiderava far finta di essere sorda o che l'altro non avesse mai proferito tale frase. «G-grazie» disse sommessamente. Continuò ad ascoltarlo da dietro la tazza bollente, spostando gli occhi dal bordo scottante al professore. Sembrava che la sua richiesta lo avesse improvvisamente illuminato.
«Il suo punto di vista è molto affascinante.» Sirius esaurì il suo discorso dopo non poche parole, ma Casey era già stata proiettata verso un'altra serie di interrogativi che la portarono ben lontano dal vero motivo per cui si trovava lì. Il docente aveva parlato di vocazione, un tipo di dote che ogni individuo riconosce dallo stesso entusiasmo che questa provoca in lui. Arrivati a quel punto, la ragazzina si guardò dentro e notò con un misto di orrore e stupore che non aveva mai tenuto in considerazione il fattore emotivo. Pozioni la entusiasmava sul serio?
L'arte della pozionistica metteva in tavola - per inciso sul tavolo di lavoro e nel calderone - una serie di argomenti ben delineati, fra cui una ricetta che prevedeva un elenco di ingredienti, un dosaggio e un'elaborazione, uno studio approfondito della concatenazione causale degli eventi che si rivoltavano nel liquido in ebollizione e, infine, una scansione ritmica molto rigida della successione dei vari step della preparazione. Tutto ciò non aveva nulla a che vedere con qualsiasi altra materia studiata ad Hogwarts - a parte Alchimia probabilmente, ma lei ancora non lo sapeva - e soprattutto non aveva nulla a che fare con l'aleatorietà dell'arte degli incantesimi, fin troppo duttile e sfuggente proprio a causa della mente stessa che li manipolava. Pozioni era logica, disciplina, preparazione, prevedibilità. Il resto andava oltre ogni sua congettura, malleabile sotto il peso del tremore delle mani, dell'obnubilamento della mente e della diversità degli ambienti ospitanti. Pozioni le dava soddisfazione, quella soddisfazione che solo la completezza e la riuscita ormai divenuta una certezza potevano dare. Casey era sicura di poter trovare nel tangibile del mondo esterno le soluzioni agli errori provocanti una pozione nulla. Pozioni era un assoluto. Ma questo le provocava entusiasmo? Le faceva ribollire la pancia di emozioni?
«Io... io credo di provare lo stesso per qualcosa di leggermente diverso.» Forse era colpa del piccolo complimento ricevuto. Quella vulnerabilità aveva solleticato l'ego nel punto giusto affinché sentisse il desiderio di condividere certi aspetti di sé con un docente. «Credo mi piaccia semplicemente cercare dietro le cose.» Posò la tazza fumante sulla scrivania. Lo guardò, consapevole di non essersi espressa molto bene. Dunque provò a spiegarsi meglio. «Mi piace scoprire i perché. Non mi basta sapere che mettendo insieme tre diversi ingredienti ottengo uno specifico preparato. Non mi basta sapere che Merlino siccome era un mago molto potente veniva considerato dai suoi contemporanei il figlio del Demonio. Non mi basta nemmeno sapere che l'Aconito Pannocchiuto deve essere raccolto durante le notti di Luna Nuova per essere usato nella Pozione Antilupo.» Sospirò. Faceva fatica lei stessa a trovare un modo adeguato per descrivere le proprie sensazioni. Si trattava di un sentimento estremamente viscerale che includeva ogni piccolo dettaglio verso cui andava incontro. Domande su domande, risposte che creavano altre domande, una via che non precludeva al suo viandante un punto d'arrivo ma che continuava imperterrita, perdendosi in ogni dove.
«Ad esempio. Le scaglie che rivestono la pelle dei Draghi sono totalmente impermeabili a un'infinità di incantesimi, riescono a rispedirli al mittente o chissà dove, ma davvero si tratta di un vicolo cieco? Studiando approfonditamente quelle scaglie non è possibile trovare ed analizzare il principio magico in grado di darle questa caratteristica, sintetizzarla e trovare qualcosa in grado di contrastarla?» Sbatté le palpebre, le mancava il fiato. A dirla tutta si sentiva sempre più stupida ad ogni parola proferita, ma ormai era troppo tardi, e mordendosi la lingua avrebbe rischiato solo di mostrare incertezza. «Oppure, cosa può spingere un uomo ad uccidere e a radere al suolo con le fiamme la Congrega dei Saggi Duellanti nel bel mezzo della capitale? Cosa si manifestava nella sua mente in quel momento? Cosa c'è dietro dietro Dal giorno in cui Remar le aveva parlato di Shinretzu non aveva fatto altro che porsi quelle domande. Evitò volontariamente di tirare in ballo quanto accaduto ad Hogwarts qualche tempo addietro. Così facendo avrebbe rischiato di trainare la discussione troppo lontano dal suo obiettivo, se non di toccare argomenti molto più delicati. Quindi finalmente si azzardò ad avvicinarsi ad esso.
«Tanto per tornare all'argomento Pozioni: la Gomma Adragante possiede delle spine invisibili. Simili proprietà sono rarissime in natura, la totale invisibilità è qualcosa di veramente difficile da produrre persino per un mago potente, o sbaglio? Ma se volessimo incidere il fusto della pianta e indagare a fondo fra le sue sezioni più piccole cosa potremmo scoprire sugli infiniti doni della Natura che adesso ignoriamo perché ci limitiamo al mero utilizzo della Gomma Adragante come ingrediente di una pozione?»
La divisa scolastica le si era attaccata al tronco per il sudore. Esaurì le parole, esaurì l'adrenalina donatale dalla tensione facendo culminare il discorso sull'oggetto del suo vero interesse. Al di là dei ragionamenti e dei legittimi interessi, si trattava pur sempre di un argomento delicato. Adesso era tutto nelle mani del professore.



Perdonami, la febbre mi ha distrutta in questi giorni :arrabbiato:
 
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view post Posted on 22/11/2020, 20:51
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SIRIUS WHITE | DOCENTE • 30 ANNI • EX-GRIFONDORO


Più si approfondiva il loro ragionamento più il docente si accorgeva della straordinarietà e della singolarità della fanciulla che aveva davanti. Sorseggiava il the tra una pausa del discorso e l’altra e non poteva fare a meno di sorridere divertito dinanzi al pensiero che un imprevisto apparentemente molesto si fosse improvvisamente trasformato in un intrattenimento stimolante. Sirius non aveva ancora idea del motivo reale per il quale la studentessa si era spinta nel suo ufficio ma in quel momento sembrava decisamente di poca importanza. Aveva avuto a che fare con diverse tipologie di studenti ma mai fino ad allora con qualcuno come Casey.
La seguì dunque con interesse e senza mai interromperla anzi sostenendone lo sguardo ogni volta che lei decideva di affrontarlo. Così decisa, così sicura e al tempo stesso così fragile. Non conosceva per nulla la sua storia ma qualcosa gli faceva credere che quella fanciulla avesse alle spalle un passato di tragedie e questo sembrò unirli. Sirius White aveva vissuto anni difficili, commesso azioni di cui pentiva ma quel confronto lo aveva portato in una sorta di isola felice facendogli dimenticare tutto quanto lo tormentava prima.
Solo qualche attimo di sollievo ma una benedizione dal cielo.
Il punto di vista dalla fanciulla poi era decisamente più interessante di quanto non potesse immaginare giacché palesava una maturità ben più di grande di quanto si aspettava per una una studentessa della stessa idea. Se non fosse stato per l’evidenza dei fatti avrebbe potuto dire di star parlando con adulto, un suo pari.
<< Meraviglioso. Questo vuol dire che nella sua carriera lei non troverà mai una disciplina che le sia totalmente oscura o che considererà priva di utilità alcuna. Vuol dire che lei possiede il talento e il dono della ricerca, la fame del genio, di colui che sa e vuole cercare le ragioni che stanno dietro i meccanismi della natura. Eccezionale, che dire…>>
Le avrebbe stretto la mano profondendosi in una sorta di inchino a mezzo busto e con eloquente segno di mani ma non era il caso e intuiva che probabilmente un tale complimento non sarebbe stato accettato.
<< Le persone come lei sono quelle che possono fare il bene o il male della società e questo dipende da come deciderà di utilizzare le conoscenze che sarà in grado di acquisire >>
Ne era entusiasta perché in un talento del genere riscontrava un potenziale che aveva solo qualche volta scoperto dentro di lui ma che nella giovane era decisamente amplificato. Poteva fare tanto e sopratutto diventare qualsiasi persona avesse desiderato.
<< Sarà un auror, un medimago, un professore che importa? Sarà in grado di essere non solo un’ottima figura professionale ma la migliore mai esistita perché non si fermerà mai dinanzi all’apparenza o ai concetti precostituiti. Questo in qualche modo risponde anche ai suoi interrogativi. Non c’è dunque motivo di provare alcuna afflizione perché saprà sfruttare e innalzare qualsiasi informazione che un docente sarà in grado di trasferirle. >>
Aveva ascoltato i suoi esempi con vivo interesse ma quando la dissertazione finì sulle vicenda della congrega duellanti quel macigno che credeva di aver allontanato tornò a pesargli sul capo. Trasalì leggermente mentre stava prendendo un sorso del suo the facendo cadere qualche goccia dell’infuso. Se ne sarebbe scusato ma cercando di dare troppo peso alla faccenda. Dopotutto perché mai doveva? Cosa si era manifestato nella mente di un docente, membro di una fazione del bene quando aveva deciso di schierarsi al fianco di un criminale? Cosa lo aveva spinto davvero a stringere un voto infrangile? A essere complice anche se non artefice dei crimini che Raven aveva commesso?
Avrebbe potuto dare una risposta anche a questo la giovane Casey? Capire le sue motivazione? Illuminarlo come neanche lui era stato in grado di fare? Non lo sapeva ma era eccezionale come il fato potesse fornirgli un attimo di sollievo e riprenderselo qualche attimo dopo. Sopratutto era straordinario come tra tutti gli esempi possibili Casey si fosse affidata proprio a Raven e alla congrega dei duellanti!!
<< Alcun interrogativi sono più difficili di altri o per lo meno richiedono più impegno del dovuto. Non posso dirle molto sui criminali ma credo di poter discutere sulle proprietà delle scaglie di drago e della gomma adragante>>
Faceva il docente di pozioni dopotutto no?
<< Sarebbe un po' presto per lei visto che avrebbe dovuto averne notizia al sesto anno ma visto che le nomina presumo ne abbia letto qualcosa a riguardo no? E a tal proposito pensa già di potermi dire perché ad esempio le spine della gomma adragante sono invisibili e perché proprie queste vengono utilizzare per preparare la pozione dell’invisibilità? >>
Era proprio curioso di vedere cosa quella brillante ragazzina sarebbe stato in grado di dirgli.
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CASEY BELL | PREFETTO • 16 ANNI • GRIFONDOROCon quelle parole le parve di aver esaurito l'ultima goccia delle proprie forze. Tentò di trasformare l'aderenza costretta allo schienale della sedia in un degno sollievo del corpo lasciandosi andare, ma le risultò impossibile non contrarre i muscoli, accartocciare le dita contro i palmi. Respiri profondi e tremolanti volevano calmarle il nervosismo, mentre la i pensieri continuavano a guizzare da un possibile risultato del colloquio a un altro rendendole arduo fermarsi nel presente e arrendersi all'imprevedibilità dello stesso. Oh, le veniva così naturale, forse troppo, porsi così tante domande sul futuro: fotogrammi su fotogrammi scorrevano nel suo immaginario l'uno accanto all'altro ritraendo momenti contemporanei e diversi. Attendeva che il dado lanciato non appena aperta la porta dell'ufficio terminasse di roteare a mezz'aria, rimbalzasse sul tavolo e mostrasse la faccia prescelta.
Si strinse ancora di più nel corpo, ripiegandosi quasi su se stessa per guardarsi le mani contratte. Con violenza un rossore le opacizzò le guance, sia per lo strano e a lei ignoto piacere dovuto ai complimenti sia per la rabbia. Sirius non sapeva. Voleva illuminarla sulla varietà dei percorsi che avrebbe potuto intraprendere, ma non sapeva da dove lei veniva; non sapeva quante possibilità avesse una come lei, priva del sostegno di una famiglia alle spalle, priva di un conto in banca decente che potesse sostenerla durante il corso di tutti i suoi studi. Fra quei quattro o cinque anni, dopo Hogwarts, si vedeva ancora da Magie Sinister a contarsi le mance per capire se poteva permettersi una casa come si deve o solo uno sgabuzzino a Nocturn Alley in cui dormire.
«La ringrazio ancora» disse ingoiando il malessere. E anche se avesse potuto, quale strada avrebbe scelto? Persino di fronte a questa domanda migliaia di fotogrammi, come rullini impazziti, davano vita a mille versioni del film sulla sua vita. Rimanere in silenzio, in un'attesa disperata della risposta giusta sin da quel momento, le sembrò la cosa migliore da fare per se stessa. Tuttavia non poté non notare l'ingrigirsi della gaiezza del docente una volta nominata la strage alla Congrega. Si rammaricò di aver tirato in ballo la vicenda, fin troppo cupa e importante per delle pure osservazioni accademiche. Di fatto lo stesso Sirius evitò di immergersi nell'argomento, e lei lo seguì a ruota. «Non so ancora cosa ne sarà della mia vita ma terrò sempre a mente le sue parole.»
Doveva aspettarsi, invece, di essere interrogata sulla sua insolita conoscenza della gomma adragante. Non era un problema, quello. Ben più arduo, invece, sarebbe stato spiegare al professor White quale fosse la soluzione della Pozione dell'Invisibilità in maniera tanto soddisfacente da ottenere da lui un permesso scritto per aprire le vetrine degli ingredienti proibiti del Club di Pozioni.
«Come avevo già cominciato a spiegare prima, sto cercando di approfondire la sua materia per capire se vorrò continuare questa strada in futuro» cominciò, liberando le dita dalla stretta in grembo. Si risistemò sulla sedia e, durante il discorso, le mani l'aiutarono a spiegarsi con un discreto gesticolare. «Immagino che conosca Bibliomagic. Lì ci sono diversi libri particolarmente interessanti sulle pozioni che non ho mai visto in altre librerie. Fra questi ne ho trovato uno sulla Pozione dell'Invisibilità, argomento molto interessante. Si chiama...» si portò una mano alla fronte, come se la posa sostenesse il suo concentrarsi «..."Flessibile teoria del visibile, del divisibile, dell'accessibile e del reversibile", ecco. Un titolo piuttosto complicato.» Rise nervosamente. «Mi attraeva la possibilità di trovare una spiegazione logica al raggiungimento dello stato di invisibilità e di sfondarne il mistero ma... al suo interno non ho trovato risposte soddisfacenti. Vi è un'ampia descrizione degli ingredienti, così come della gomma adragante che in realtà non è proprio invisibile all'occhio. E' mucillaginosa e lattiginosa, viene usata anche dai babbani come addensante e si ottiene dall'astragalo. Tuttavia, nonostante l'elaborato trattamento a cui viene sottoposta durante la preparazione assieme a tutti gli altri ingredienti, il preparato non può portare di per sé all'invisibilità.» Guardò il docente in faccia, arrestando il proprio gesticolare e mutando l'espressione affascinata in una a dir poco sconvolta. «Ci vuole la benedizione di un fantasma.»

Espirò, lasciando fluire al di fuori del suo corpo l'aria, osservando Sirius come se quello fosse un enorme problema. Era un enorme problema, per lei. La data in cui Casey cominciò la sua "lotta" contro il sovrannaturale era incerta nella sua memoria, ma senz'ombra di dubbio ella ne divenne la più accanita contestatrice il giorno in cui quel Dono, così indesiderato e temuto, decise di offuscarle la ragione.
Com'era possibile che un fantasma potesse decidere delle sorti della materia? Non si era arresa al criptico testo recuperato da Bibliomagic che voleva lasciare il mistero come tale. Cercò in lungo e in largo dettagli su dettagli nella biblioteca del castello, per quanto detestasse quel posto, e alla fine riuscì a collegare alcuni puntini.
«Io ho un'ipotesi» disse dopo qualche attimo di pausa. «Sia la pulsatilla che la gomma adragante hanno la proprietà di calmare i nervi, ma l'assunzione di entrambe ha delle controindicazioni in caso di eccesso. La pulsatilla, chiamata anche Erba del Diavolo, in casi estremi porta a gravi deficit cardiaci e respiratori. La gomma adragante, invece, pare non possedere alcun malus allarmante. Tuttavia deriva dall'astragalo, e questa pianta di origine orientale nella medicina cinese antica veniva identificata come una droga molto potente, adattogena del QI.» Molti concetti le sfuggivano, la sua memoria faceva sempre cilecca nel caso del bisogno. Non era in grado di recitare a memoria interi passaggi di libri, né di pronunciare paroloni scientifici e quant'altro. Ricordava solo ciò che la colpiva e ciò che riusciva a rielaborare a proprio modo. Ed ecco che giungeva l'idea. «La mia domanda è: dato l'aggregarsi di questi due ingredienti, il corpo dovrebbe contemporaneamente porsi in uno stato di forte stress e resistervi. La resina dell'astragalo potrebbe andare a sfiorare delle qualità del cervello, che noi ignoriamo, proprio nel momento in cui esso crede di trovarsi in un punto simile a quello della morte. L'energia ectoplasmatica potrebbe essere in grado, tramite un rito ben orchestrato con una benedizione finale - pronunciò queste parole con una forte nota di ironia - di direzionare al meglio le proprietà della gomma verso la capacità del cervello, e poi del corpo, di rendersi "etereo". I fantasmi infatti riescono a rimanere ancorati al piano materiale e a sfuggire all'Oblio quando hanno "qualcosa in sospeso". E' chiaro che è impossibile che la materia si dilegui di punto in bianco per poi tornare dopo tre ore. Dunque questa acquisisce l'unica caratteristica simile a quelle di uno Spirito di cui potrebbe mai vestirsi: l'invisibilità.»
Solo supposizioni, pura teoria senza un riscontro pratico. Casey si ancorava alle certezze del mondo scientifico come un fantasma al mondo terreno. Probabilmente possedeva una mente brillante, ma questa era racchiusa nel corpo di una bambina incapace di accettare le mille sfumature della realtà.
«Tuttavia ho bisogno del suo aiuto per dimostrare la mia ipotesi, professore. Da sola non posso farcela» disse, e attese col cuore in gola le riflessioni del docente.

 
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view post Posted on 18/12/2020, 10:05
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SIRIUS WHITE | DOCENTE • 30 ANNI • EX-GRIFONDORO

Timida, a tratti insicura. Se avesse potuto fare una descrizione precisa di quella fanciulla che aveva dinanzi probabilmente Sirius avrebbe sicuramente riempito più di un rotolo di pergamena e comunque non sarebbe riuscito a svelarne tutte le caratteristiche principali. Era sorprendente ai suoi occhi come una tale sicurezza e padronanza degli argomenti accademici si scontrasse con una timidezza e una insicurezza che lui pensava di poter attribuire solo alla giovane età. Non conosceva la storia di Casey, non poteva immaginare il contenuto o le pene della sua vita prima della scuola ma quel modo di fare, quell’irrigidirsi dinanzi a un complimento, l’impallidire delle mani alla morsa del nervosismo, denunciavano più di quanto desse a vedere e quindi non poté far altro che sentirsi trascinato in un modo di affetto verso di lei. Non era la prima volta certo, quando Oliver si era aperto completamente con lui, ne era venuta fuori una bellissima amicizia ma in quel momento il fatto che non si conoscessero affatto al di fuori dell’aula di pozioni contribuì ad arrestare il suo trasporto solo a quelle prime impressioni. In qualità di docente non poteva che essere soddisfatto e compiaciuto di una tale conoscenza in una strega così giovane e questo sarebbe stato sufficiente a spiegare il sorriso che in quel momento gli incorniciava il viso.
<< Molto bene. Siamo quindi ben oltre lo studio delle singole proprietà degli elementi che entrano in gioco nella preparazione delle pozioni. Qui stiamo entrando nel campo della ricerca scientifica. E sia… >>
disse assecondando le parole di Casey e prendendo un altro sorso della sua tisana..
Le pozioni che modificavano uno stato si ponevano a tutti gli effetti come le pozioni più complicate da studiare e preparare. Per Casey inoltre non si trattava solo di apprendere come combinare gli ingredienti per ottenere un risultato. Si trattava di comprendere il motivo per il quale accadevano alcune cose, sugli effetti che ogni singolo ingrediente avevano sul corpo fisico, sulla natura degli elementi di contorno, delle variabili confidenti e di quelle invece determinanti.
Sbalorditivo * si sarebbe ripetuto ma come poteva fare a meno di pensarlo di fronte a tutto questo ?
<< Credo di comprendere il suo disappunto e come docente, le confido, lo condivido. Seguirò il suo ragionamento fino alla fine. Vediamo dove ci condurrà, ok? >>
Si era messo a sedere comodo giacché l’approfondirsi di quella conversazione avrebbe sicuramente richiesto tempo. Rammentò quando si trovava al posto di quella fanciulla, il suo modo di ragionare, di approcciarsi alla magia e alle pozioni e non poté fare a meno di immedesimarvisi.
<< Bene quando dice che l’azione combinata della pulsatilla e della gomma adragante contribuiscono a portare l’individuo in una sorta di stato onirico o per meglio dire di pacata serenità, come una sorta di stato meditativo ma non dimentichiamo anche le capacità meramente addensanti e stabilizzanti di quest’ultimo preparato. Eppure come lei stessa dice tutto questo non basta se non riusciamo a ottenere un aiuto esterno, nel caso di specie, la benedizione di un fantasma. >>
Ed era proprio a tal riguardo che entravano in gioco le caratteristiche più importanti di tutte le pozioni in grado di modificare uno stato.
<< Sarebbe quindi come dire che qualcosa di estraneo alla fisica e/o alla chimica interviene affinchè si modifichi uno stato fisico. E’ possibile? L’interrogativo è più che lecito ma le voglio rigirare la domanda. Qualcosa del genere o quanto meno un interrogativo simile non è stato forse già posto alla sua attenzione durante il corso degli anni passati? La soggettività che entra nel mondo dell’oggettivo? Un elemento non fisico che si introduce in una scienza che sembra studiata per poter quasi essere appresa da qualsiasi individuo? A quell’epoca aveva sciolto il bandolo della matassa senza alcuna difficoltà? >>
Avrebbe dovuto fare qualche sforzo di memoria ma confidava che Casey vi giungesse da sola. Il docente stava parlando di una pozione che si apprendeva durante i primi anni ma che in qualche modo metteva già in risalto una problematica simile. Gli ingredienti che si usavano erano fissi eppure quella stessa pozione in prossimità di un individuo o di un altro faceva scaturire impressioni differenti? Come era possibile? L’interrogativo non era semplice d’altronde non lo era neanche la richiesta che Casey gli stava facendo. Quel che chiedeva era di accedere a una pozione che un normale studente apprendeva alla fine del suo percorso di studi e per di più di appropriarsi di un ingrediente proibito il cui utilizzo specie se destinato a una ricerca tutta accademica poteva rivelarsi anche fatale se non usato con la giusta cautela. Doveva sudarselo quel permesso insomma. I fari erano già puntati su di lui e dopo le vicende con Talia, non poteva permettersi di essere avventato.
<< Rammenti che molti magonò pur non possedendo il dono della magia spesso si rivelano abili pozionisti e non dubito che finanche un babbano se messo a conoscenza delle proprietà degli ingredienti sarebbe in grado di preparare un ottimo antidoto o qualsiasi altro preparato di base. E’ dunque il cervello o il corpo di un mago a fare la differenza? E’ forse la magia di cui esso è intriso? Inoltre ha mai sentito parlare di incantesimi dell’invisibilità? Non ci sono ingredienti. Solo una bacchetta e un corpo fisico sul quale agire. Cosa ritiene che accada in quel momento? Non è forse la stessa cosa? >>
Un gran numero di interrogativo ma a streghe straordinarie quesiti straordinari. Era proprio curioso di scoprire dove il ragionamento li avrebbe condotti.
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view post Posted on 2/2/2021, 16:33
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CASEY BELL | PREFETTO • 16 ANNI • GRIFONDOROIl Tempo scorreva e lei non se ne rendeva conto. Per qualche breve stralcio, durante la sua digressione sulle proprietà della gomma adragante, ne aveva perso coscienza tradendo un'estrema partecipazione emotiva e intellettuale nello scambio col docente. Con nessuno prima di allora poté avviare un simile confronto di idee. La maggior parte degli studenti si concentravano sull'ottenere un Oltre Ogni Previsione nella materia, cosa a cui anche lei mirava, ma non si erano mai lasciati trascinare dentro i cavilli delle fascinazioni più astruse.
Sotto un certo punto di vista, tutta quella timidezza e incertezza che Casey palesava nella mimica facciale e nel gesticolare era il suo modo per fare intendere all'interlocutore che nella sua esposizione vi era un principio di senso di colpa. Non desiderava pavoneggiarsi delle proprie idee né disegnarsi come una mente superiore rispetto alle moltitudini di studenti di Hogwarts. O forse sì? Negare quel po' di soddisfazione tratta dal riscontro positivo ottenuto dal prof l'avrebbe resa una bugiarda, ma era proprio questo a farla sentire in quel modo: superba, arrogante, infima, come Suor Maria Orsola le diceva per poi mandarla a recitare il rosario. Che il suo sfoggio di abilità deduttive servisse per portare Sirius a darle la chiave per la vetrina degli ingredienti proibiti non implicava che ad una mente eclettica e sveglia si dovessero tarpare le ali. Ciononostante, il colloquio con lui le rese un'immensa gioia in grado di trascendere ogni autocritica e critica della suora, tanto che Casey giunse a realizzare che forse il suo cervello si era sovraccaricato di pensieri e problemi che in realtà non avevano ragione di esistere. Ma ricordando l'origine oscura da cui era sorta la necessità del permesso tornò ad incollarsi mogia alla sedia. E no, non si trattava della Pozione dell'Invisibilità. Non volle pensarci.
«Ok.» Annuì, curiosa di ascoltare i ragionamenti del docente.

Si dimostrò difficile ricordare il discorso senza riporlo con l'inchiostro su un blocco di appunti. Chiuse gli occhi, chinò la testa e il volto si contrasse per lo sforzo di collegare cause ed effetti tra loro, i passaggi agli ingredienti e alle loro molteplici proprietà. *La gomma adragante ha proprietà addensanti. E' vero.* Alla prima pausa della spiegazione di Sirius, contribuì con la sua. «Dunque la gomma adragante rappresenta la solidità del corpo umano tramite la densità del preparato. Ciò non toglie che al suo interno non esista il principio di droga, paragonata all'essenza eterea che anima gli esseri. Questo principio quindi necessita di una scintilla, la benedizione del Fantasma, per innescare il processo di sopravvento dell'etereo sulla materia organica.» Un passo dopo l'altro, frase dopo frase, il docente donò qualcosa in più ai ragionamenti della Grifondoro. Ma ciò che le venne chiesto dopo la mandò in totale stato confusionale.
Aprì gli occhi, fissò il professor White nei suoi e poi la porzione di scrivania sotto di sé mentre si accasciava allo schienale. Le sopracciglia si contrassero generando un'espressione preoccupata, non tanto per il raggiungimento del suo obiettivo, ma perché la soluzione del discorso le sfuggiva.
Di che pozione stava parlando il professore? Cosa prevedeva un agente esterno in grado di rendere soggettivo l'esito di qualcosa di altamente oggettivo? Un bagliore, in fondo al pozzo in cui stava cadendo, si manifestò e non mancò di stringerle il cuore.
«Sta parlando dell'Elisir d'Amore?» chiese, anche se poteva reputarsi certa. «Perché il suo profumo cambia in base ad ognuno di noi.»
Non vi aveva mai riflettuto. Dapprima si interrogò sul perché della sua negligenza, considerata la passione generale che aveva nei confronti della Pozionistica, poi si ricordò del rifiuto che provò nei confronti di quella particolare ricetta per via dello stesso profumo che scaturì dal suo preparato. Non le aveva rievocato ciò che avrebbe dovuto.
Le ci volle un attimo per scostarsi da quella memoria e per mettere in piedi una risposta adeguata. Tuttavia le parole non l'abbandonarono e impartì le sue deduzioni al docente.
«Oltre agli ingredienti normali - si intendono le erbe comuni, il sangue di Fata e le lacrime di passero - ve ne sono due molto particolari: un capello appartenente a chi fa la pozione, o molte semplicemente alla persona di cui chi la beve dovrebbe infatuarsi, e un ingrediente a piacere, variabile in base al gradimento di quest'ultima persona. Può trattarsi di una qualsiasi cosa, anche se è consigliabile utilizzare un ingrediente commestibile e che non abbia proprietà in grado di interferire con quelle degli altri ingredienti della pozione, nonostante questa sia sviluppata in modo tale da non avere antagonisti.» Fece una pausa. Distese le braccia sui braccioli della sedia per assumere una posizione più confortevole, anche se la tensione era tale che la serenità non poteva essere ritrovata da alcuna parte. «L'elemento non fisico che lei ha citato sarebbe l'amore, se non sbaglio. Eppure l'Amortentia non è in grado di suscitarne uno vero e intenso come quello che può nascere solo nel cuore di un essere umano. Evoca uno stato fittizio di ossessione e infatuazione, un'eco di questo sentimento. E si avvale di trigger per farlo. Questi sono: la verbena, pianta nota sin dai primi maghi greci come simbolo dell'estasi e donatrice dell'ispirazione poetica; il sangue di fata, una creatura vanitosa, ossessionata dal desiderio di ottenere l'attenzione di un particolare essere o uomo che entra nelle sue grazie, la damiana, potente afrodisiaco;» abbassò involontariamente gli occhi, per non incontrare quelli del professore «le lacrime di passero, noto animale simbolo di Afrodite e totem di gioia e spensieratezza.» Mancavano gli ultimi due, i più difficili da spiegare. «Sostanzialmente qui si tratta di ingannare il cervello, lasciando dissolvere il riconoscimento e le caratteristiche piacevoli secondo il soggetto dell'ingrediente "amato" in sé nella pozione per traslarlo sul capello della persona verso cui questo dovrà provare l'ossessione. E' facile far abbassare le resistenze di qualcuno, fargli perdere le inibizioni sotto stimolo quando gli si fa credere di essere all'interno della sua comfort zone. Non credo si tratti di nulla di sovrannaturale, così come non lo credo per la Benedizione del Fantasma. Molto semplicemente, i profumi sentiti dal soggetto sono il riflesso di quest'inganno subito dal suo cervello.»
Fredda come il ghiaccio nei suoi ragionamenti, non dava spazio a tutto ciò che ambiva a rimanere senza risposta. Probabilmente non era così semplice come lo disegnava lei e c'era qualcosa di più, che andava oltre le definizioni e la logica. Lo percepiva ella stessa ma non voleva ammetterlo. Lo rifiutava come se si trattasse della sfortuna più grande che potesse cadere sulle spalle dell'uomo. E anche se quelle definizioni fossero state corrette e meritevoli di elogi, quei sentimenti, quell'intangibile tocco dell'etere da parte di una creatura senziente e per metà viva, così come l'insinuarsi fra i granelli della clessidra del mondo di un Veggente che lei tanto aborriva, non erano falsi.
«Dunque, la ringrazio. Effettivamente il collegamento con l'Amortentia mi è servito per consolidare la mia ipotesi. Il cervello può essere ingannato oppure stimolato con un trigger, quale una pozione ad esempio, per mettere in pratica processi fisiologici che altrimenti esso crederebbe persino impossibili. Anche quello di un babbano potrebbe rispondervi, d'altronde siamo tutti fatti della stessa materia. E anche se loro non sono in grado di richiamare la magia a sé non vuol dire che non possano subirne gli effetti.» Prese fiato e continuò, rispondendo all'ultima domanda. «A questo punto dovrebbe essere semplice riuscire a distinguere le caratteristiche del Seocculto da quelle della Pozione dell'Invisibilità. Il Seocculto permette al mago che lo subisce di rendersi invisibile solo agli occhi di chi ha una mente, potremmo dire, meno "potente" della sua. Il contrario non avviene, e comunque richiamando l'attenzione di chi ha attorno l'incantesimo svanisce ai loro occhi. La Pozione, invece, rende invisibili a tutti e per un tot di ore, ed è di un livello magico decisamente superiore rispetto a questo incantesimo. Sappiamo benissimo, grazie alla Trasfigurazione e alle leggi della magia in generale, che un qualsiasi corpo, animato e non, è in grado di mutare. Allora verrà semplice dire che, i maghi e le streghe, sono dotati della capacità di diventare invisibili a priori, perché sono in estremo contatto con la magia sin dal primo battito del loro cuore, e se con Seocculto riescono a diventarlo in parte, con degli stimoli extra e ben più potenti possono diventarlo del tutto. Un babbano non potrà mai castarsi addosso un Seocculto da solo, probabilmente perché il suo corpo o la sua mente - o quello che è - non è in grado di risuonare come un qualsiasi catalizzatore con la magia - cosa che invece un mago è - che sostanzialmente, come viene scritto in ogni libro di teoria, permea ogni cosa, dagli atomi all'intero universo. Magari la vita stessa è magia e loro possiedono al loro interno un soffio di magia, ma non sono fatti per trasmetterla all'esterno.»
Pareva parlare più con se stessa che col docente. Casey si era persa nelle sue congetture e ragionava ad alta voce. La cosa strana, però, fu che i suoi stessi ragionamenti la portavano sempre alla stessa soluzione, quella che lei sempre rifiutava: vi era qualcosa in più, vita, magia, morte, amore che fosse. Terminò il discorso e rimase ad osservare una venatura del legno della scrivania, un po' confusa e un po' stanca, ma consapevole delle piccole ma grandi evoluzioni che quel colloquio la stava portando a fare. Le avrebbe accettate?

 
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view post Posted on 12/2/2021, 19:15
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SIRIUS WHITE | DOCENTE • 30 ANNI • EX-GRIFONDORO

Il docente di pozioni era rimasto in attesa, curioso di vedere la reazione che la sua domanda aveva suscitato nella giovane fanciulla che aveva avuto l’ardito di addentrarsi così profondamente negli oscuri anfratti della sua materia. L’aveva scrutata, spesso andando ben oltre il giustificabile ma solo nella speranza di esserle da sprono, dopotutto era anche e sopratutto quello il suo compito. Inoltre non era certo una cosa di poco conto ciò che Casey gli chiedeva. Non si trattava di trafficare con un incantesimo nuovo o proibito ma di armarsi di ingredienti magici altamente pericolosi e del suo amatissimo laboratorio di cui avrebbe potuto leggere dell’esplosione su tutti i giornali se l’esercitazione non fosse andata come la grifondoro sperava. Passare alla storia come il docente che aveva accontentato e facilitato il trapasso di una studentessa non gli avrebbe sicuramente consentivo alcun avanzamento di carriera.
Anzi.
L’ascolto dunque senza distogliere l’attenzione mentre dove considerazioni ai aggiungevano alle altre costruendo una argomentazione sicuramente ben ponderata e studiata.
<< Esattamente >>
si permise di dire interrompendo momentaneamente la dissertazione mentre abbozzava un sorriso. Si trattava proprio dell’Elisir dell’amore. Erano giunti al nocciolo della questione e senza grossi impedimenti. Sirius White era decisamente soddisfatto.
<< Alcune pozioni sembrano, come dire, in grado di realizzare effetti differenti a secondo del soggetto in cui entra in contatto. Questo perché, come lei può ben immaginare, esiste una certo grado di variabilità interindividuale che non possiamo affatto trascurare >>
aggiunse rammentando come quegli aspetti ben si integrassero con altre scienze con cui aveva avuto modo di interfacciarsi.
<< In pozioni così come nella medicina il soggetto su cui si esplicita l’effetto che andiamo cercando è pur sempre un organismo fisico con le sue complicate e intricate interazioni cellulare. Il sistema umano non è così semplice come si può pensare. Definiamo pozioni come una scienza esatta ma questo non è sempre vero. >>
SI stavano spingendo oltre giungendo finanche a contraddire le basi di una intera disciplina ma con Casey, benché fosse così giovane, Sirius White si convinse di poterlo fare senza rischi.
<< Sarà una scienza esatta per buona parte dei nostri bersagli ma in una sparuta percentuale di individui alcune pozioni potranno realizzare effetti più o meno forti ed intensi o non realizzarne alcuni. Due più due non fa sempre quattro ma trovo che sia proprio questo il bello della disciplina. Si può studiare, si può sperimentare fino all’infinito. Provare, riprovare e scoprire sempre nuove opportunità. La mente umana, le sue interazioni con il mondo fisico e ancora più con gli ingredienti magici ci sono in buona parte sconosciute. Chi lo sa, se lei, vorrà o potrà aiutarci a capirne qualcosa di più! >>
disse guardandola ora per bene negli occhi, il viso pieno di aspettative per poi aprire un cassetto della sua scrivania e trarne fuori una carta di pergamena con il logo della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
<< Che dire…lei mi ha convinto. Ma mi raccomando. Utilizzi cautela. Pozioni non è una disciplina semplice e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo >>
Nessuno gli aveva ancora chiesto una autorizzazione simile ed era strano che proprio lui la stessa concedendo fidandosi di una giovane studentessa.
<< Questo permesso è suo >>
e nel porgerlo a Casey.
<< Spero che le consenta di scoprire ciò che desiderava. Complimenti signorina. Non lo dico spesso ma sospetto proprio che lei avrà una brillante carriera. Mi aspetterò molto di più da lei da questo momento in poi. Lo tenga ben in conto. >>
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CASEY BELL | PREFETTO • 16 ANNI • GRIFONDOROLo sguardo fisso di White su di sé intimidiva non poco. Nemmeno durante gli esami si era sentita messa così a dura prova, recitando risposte standard a domande standard, mettendo crocette con la sua piuma d'aquila e sintetizzando in poche righe concetti ardui da carpire. Casey stava cercando di andare oltre le semplici lezioni ed interrogazioni, ed era giusto, d'altronde, che un docente volesse conoscere i motivi che risiedevano in tali interessi e comprendere se sarebbe stata in grado di gestire eventuali novità. Sciorinare le proprie competenze e ragionamenti accumulati e generati in quegli anni si rivelò infatti il metodo migliore per meritarsi la fiducia di Sirius. Glielo diceva la sua partecipazione al discorso, il modo in cui manteneva uno sguardo attento su di lei, come per studiarne le impercettibili esitazioni captabili dalle contratture del volto.
Il volto si contrasse, però, con la chiusura che fece lui col suo discorso. Casey, incredula ad ogni parola in più, si sentì tremare all'idea di accettare la Pozionistica come scienza non esatta. Fantoccio di un mondo interiore fatto di insicurezze, ogni paura declinabile dal suo Io si annullava, priva di potere, posta accanto alla singolare rassicurazione di qualcosa di così certo, come la raffigurazione che lei si era fatta di quella materia. Comprese in parte le parole del docente, in parte no, e sentiva il proprio cervello stanco e pronto solamente a fuggire di fronte all'ordine di compiere un nuovo grande sforzo dopo essere stato spremuto come un limone secco fino a quel momento, soprattutto se si trattava di elaborare qualcosa a cui non era ancora pronto. Ma tutto ciò le sarebbe rimasto in mente, seppur la paura le avrebbe imposto di rinchiuderlo a fatica dentro un armadio senza serratura. Presto sarebbe saltato fuori, assieme alla voce dell'intuizione tanto odiata che le faceva affondare le mani fra i granelli del Tempo.
Ma quando Sirius aprì il cassetto per prendere il permesso il suo cuore perse un battito. Si rizzò sulla sedia, schiuse le labbra e guardò l'uomo negli occhi. Vibrava di emozione, incredula di esserci riuscita. Annuì alle sue raccomandazioni, mentre quel senso di colpa combatteva con le unghie e coi denti dall'interno per non farsi sopprimere dall'estasi della vittoria.
«Grazie, professore» disse con la voce fattasi acuta per l'eccitazione. «Starò attenta, promesso.»
E mentre le mani cingevano il sottile foglio di carta con lo stemma del castello, dal petto fino alle guance sudate salì quel malessere. Per aver sfruttato il sapere, per colpire Sirius, per aver desiderato di spianarsi la strada con quel colloquio e quella pozione per altro, qualcosa di pratico e illecito che paure, odio e dolore le avevano fatto credere di dover mettersi come obiettivo. Ottenuti complimenti e permessi, ottenute fiducia e una provetta di invisibilità fluidificata, sarebbe stato molto più semplice farsi aprire le porte del reparto proibito per accedere a un tipo di conoscenza che in una società che ne condannava l'utilizzo di rado veniva concessa a scuola. Ma lei la bramava dopo averne sentito parlare dagli studenti degli ultimi anni, e non vi erano interessi intellettuali verso la ricetta in questione: l'unica cosa che desiderava era la verità, nuda e cruda, da Ekaterina e da Suor Maria Orsola.
«Professore...» esordì pensosa. L'eccitazione si arrestò con il turbine in cui la faceva vorticare. Sirius White era un uomo buono, almeno a seconda di come le si era palesato in quel frangente e a lezione. Dispensava lodi per lei, credeva in lei e si aspettava molto da lei. Rimasta di ghiaccio di fronte alla speranza che le diede per puntare più in alto di quanto pessimismo e autocommiserazione le aveva sempre concesso, avrebbe mai potuto ripagarlo in tal maniera? Si disse che mai si sarebbe permessa di trascinare lui, come nessun altro, nelle proprie necessità più oscure. Avrebbe trovato altri modi, più complessi forse, per ottenere ciò che voleva.
«La ringrazio infinitamente. Le farò sapere l'esito dei miei esperimenti» continuò dunque. «E' tutto.»
Gli porse la mano per stringerla alzandosi dalla sedia.

 
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