Freedom, Colloquio Lucien Cravenmoore

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 10/11/2020, 19:57
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,185

Status:




Hogwarts,
Le prime luci dell'alba si facevano intravedere tra i folti rami della Foresta Proibita.
Animali di piccola taglia, si muovevano freneticamente alla ricerca di qualche bacca utile per sfamare loro e i propri simili e portare le generazioni avanti nel tempo, salvaguardando la specie.
Era da tempo che dovevano lottare da soli con le unghie e con i denti per restare in vita in quel luogo, in quel pericoloso posto dove fino a poco tempo prima vi era stato un Guardiacaccia a difenderli.

Il sentiero che portava ad Hogwarts era sterrato e poteva essere intrapreso in diversi modi, volendo anche a piedi, ma sicuramente la soluzione più semplice da adottare era utilizzare le carrozze guidate dagli evanescenti Thestral, creature fantastiche dalle robuste caratteristiche fisiche.
Era un sentiero semplice da percorrere, ma lungo alcuni kilometri, che passava tra delle secolari querce fino ad arrivare a ridosso del Lago Nero, per poi procedere al giardino fino ad arrivare al cortile principale, dove un maestoso e gigantesco portone designava l'entrata per la Scuola di Magia del Regno Unito.

Un qualsiasi visitatore, varcata quella soglia sarebbe stato fermato dal custode il quale, con aria burbera lo avrebbe indirizzato dove fosse necessario.
Nel caso particolare del ragazzo che stava per affrontare il suo colloquio per l'importante carica scolastica, sarebbe stato mandato a sinistra della prima rampa di scale per poi proseguire lungo un corridoio fatto di mura vive molto luminoso, da cui si poteva intravedere uno dei diversi cortili interni presenti nella scuola.
Alla fine di quel tragitto vi era una porta non troppo grande, ma di un legno curato, su cui sopra vi era stata affissa una targhetta dorata dal titolo "Segreteria Scolastica".
Era proprio lì che il giovane Lucien Cravenmoore doveva andare; era lì che avrebbe incontrato il suo interlocutore e il suo destino.


 
Web  Top
view post Posted on 11/11/2020, 07:23
Avatar

Group:
Mago
Posts:
1,245
Location:
Francia

Status:


Lucien Cravenmoore | 25 anni | colloquio di lavoro | Hogwartsscheda
17a384a0318271a887340ef313c6fdf1fc183287
Ogni volta che il sole stiracchiava i propri raggi dorati sul mondo, ogni cosa doveva ancora iniziare ed ogni giornata si presentava ricca di infinite possibilità, nel bene e nel male. Appena possibile, alle prime luci dell’alba Lucien Cravenmoore usciva di casa per ammirare com'era diverso il mondo, godendo del silenzio e della quiete, respirando l’aria fredda del mattino, abituando le iridi cristalline alla nuova luce, in attesa che le ore passassero e la cittadina scozzese di risvegliasse, ripopolandosi di individui che freneticamente inseguivano i propri impegni quotidiani.
Da creatura notturna qual'era, era abituato a dormire poco e trovarsi sveglio quando la maggior parte degli individui ancora sognava sotto tiepide lenzuola.
Quello era un giorno speciale per il mago, un'occasione che avrebbe dovuto sfruttare al meglio delle proprie possibilità. Era riuscito ad ottenere un colloquio per un lavoro al quale aveva iniziato a rimuginare da mesi, soppesandone i pro e i contro e cercando di capire se potesse essere idoneo a ricoprire quella carica; ma non stava a lui giudicarlo, poteva solo fare supposizioni personali ed affidarsi a chi avrebbe intrattenuto il colloquio con lui quella mattina.
Non potendosi materializzare entro le mura di Hogwarts, avrebbe potuto farlo ad Hogsmeade e calcare a piedi il percorso che conduceva ogni fine settimana gli studenti dal castello al villaggio magico e che, anni addietro, aveva percorso innumerevoli volte. Ma alla fine egli aveva optato per le comode carrozze trainate dai Thestral che, sui malgrado, era in grado di vedere nella loro scheketrica e macabra silhouette.
Il tragitto, oltre a garantirgli comodità, gli permise di lasciarsi investire dai ricordi, stupendisi di quanto le cose apparissero immutate nonostante fossero trascorsi anni dall'ultima volta che era stato da quelle parti, cullato dal ticchettio degli zoccoli delle creature.
Tra le fronde degli alberi che pullulavano nella foresta proibita era possibile udire i versi e rumori generati dagli animali e dalle creature magiche più disparate che si affacciavano al nuovo giorno. E mentre Lucien si lasciava catturare con lo spirito dalla natura incontrastata, il suo campo visivo incontrò il disco in apparenza impietrito del lago nero, custode di altri profondi segreti.
Il percorso della carrozza lo condusse, infine, nel cortile principale del castello, frontale alle enormi porte d'ingresso in rovere che si affacciavano a Ovest.
*Bentornato a casa* pensò il venticinquenne con uno sguardo reverenziale rivolto agli intarsi lignei.
Introdottosi all'interno dell'edificio, fu accolto - o sarebbe più corretto dire: bloccato - dall'accigliato custode, che gli fornì le indicazioni necessarie per raggiungere la sua meta. Lucien lo ringraziò cordiale, dando segno di non volerlo sottrarre ulteriormente ai propri impegni ed augurandosi intamente, qualora fosse riuscito ad ottenere la carica, di riuscire ad interfacciarsi col burbero custode sul piano lavorativo e umano in maniera distesa e collaborativa.
Seguì le indicazioni portandosi a sinistra della prima rampa di scale per poi percorrere un corridoio iridescente le cui mura erano tappezzate di quadri incantati. Dalle ampie finestre ad arco era possibile scorgere uno dei cortili interni e, sebbene sprovvisto del nutrito grappolo di studenti ed insegnanti che solitamente vi passeggiava o sostava in giornata, vista l'ora, la sola visione riportò alla memoria del mago numerosi ricordi legati al suo periodo di studi.
Lucien giunse così di fronte all'ingresso della Segreteria Scolastica e, senza indugi, bussò sulla superficie lignea per annunciare il proprio arrivo. Tre battiti di media intensità e scanditi da piccoli intervalli gli uni dagli altri, per lasciar intendere a chi si fosse trovato oltre la porta, che non desiderava risultare frettoloso o insistente. A quel punto non gli restò che attendere un responso.

 
Top
view post Posted on 11/11/2020, 20:08
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,185

Status:




Allo scoccare del terzo colpo, la porta venne ritratta all'indietro.
Sembrava che quel momento non volesse farsi attendere, impaziente di voler essere vissuto per compiere un destino tutto suo, sicuramente particolare.
Non appena lo spostamento d'aria avvenne, un volto particolare apparve dinanzi al giovane ragazzo.
Una donna di circa cinquant'anni, alta all'incirca un metro e sessanta e dall'aria sbalordita apparve a lui in tutta la sua curiosità.
Il silenzio venne subito a presenziare tra i due mentre la donna, dai capelli biondi corti ed estremamente ricci e gli occhi color cobalto, cercava di scrutare con insana curiosità quanto stava accadendo.
Sapeva bene chi aveva davanti, non era necessario che lo dicesse al ragazzo; i suoi occhi sembravano già esprimere tutto ciò che era necessario dire.
Un sorriso, un movimento di bacchetta e fece in modo che la sedia di fronte alla scrivania si tirasse all'indietro, come a voler far accomodare il giovane.

- Prego, si sieda pure.-


Disse l'anziana donna, avviandosi verso il suo posto, quello che oramai occupava da secoli all'interno della scuola.
Se Lucien avesse fatto caso ai dettagli di quell'ufficio lo avrebbe trovato sicuramente strano, per quanto fosse pulito e luminoso, era impossibile non fare caso al quantitativo di scale che erano appese su tutte le pareti.
Le trovava affisse come quadri sulle pareti, all'interno di ogni singolo quadro che viveva in quel posto, perfino come porta matite verticale al lato destra della scrivania.
Il tutto era assurdo, ai limiti del normale, tant'è che se avesse fatto attenzione anche a dove era seduto, si sarebbe accorto che addirittura la base della sedia dove era seduto era anch'essa una scala.
Osservandolo divertito, la signora che ancora non si era esposta sulla sua persona, disse:

- Immagino che sia qui per il colloquio.-

Affermazione ovvia.

-Sono Lucille Darmont, segretaria scolastica.-

Gli occhietti luminosi, ben più piccoli della sua spessa faccia, facevano ben intendere che avesse qualcosa in mente, qualche inganno da trarre. Era di certo la classica persona vipera consapevole di esserlo.

- Prego, mi parli di lei e del perchè vorrebbe essere il nostro Guardiacaccia.-

Non aggiunse altro, formando un sorriso malizioso.
C'era qualcosa che non quadrava in quel posto e in quella donna, ma di certo non era il momento di preoccuparsene.
Ora era necessario che lui mostrasse il suo reale interesse per quel luogo e posto di lavoro.


 
Web  Top
view post Posted on 12/11/2020, 14:08
Avatar

Group:
Mago
Posts:
1,245
Location:
Francia

Status:


Lucien Cravenmoore | 25 anni | colloquio di lavoro | Hogwarts | scheda
17a384a0318271a887340ef313c6fdf1fc183287
Il mago non dovette attendere che la porta venne aperta, rivelandogli ciò che custodiva attraverso un'immediatezza che, per un attimo, lo indusse a credere che la strega che gli si parò di fronte avesse percepito o previsto in qualche modo il suo arrivo.
La figura singolare fu educatamente osservata attraverso i circa venti centimetri di altezza che divideva i due individui.

«Buongiorno» la salutò educatamente mentre s'immetteva nella stanza e prendeva posto sulla sedia assegnatagli. Questa scricchiolò appena sotto il suo peso, ma lo sostenne con fierezza; aveva una forma decisamente inusuale ma solo in un secondo momento Lucien l'avrebbe collegata al resto dell'arredo. Lanciò infatti un rapido sguardo alla stanza avido di dettagli di interesse; si trattò di pochi secondi perché tornò poi a posare lo sguardo mite sulla sua interlocutrice. Furono comunque abbastanza affinché non risultasse scortese ed al contempo potesse scorgere almeno una fetta dei riferimenti alle scale che lo attorniava. *Bizzarra fissa della donna che mi sta di fronte o qualcosa di più?* si domandò umettendosi le labbra con la punta della lingua, un gesto che denotava una riflessione non condivisibile.
Annuì squassando appena la fitta capigliatura messa a bada per l'occasione, in risposta alla considerazione femminile.

«È un piacere conoscerla, Miss Darmont. Sono Lucien Cravenmoore.»
Il "miss" evitava sempre possibili cantonate sullo stato civile altrui che, spesso, induceva le streghe a mostrarsi parecchio suscettibili a riguardo.
Ogni parola ed ogni gesto erano calibrati, seppur vestiti di scioltezza e naturalezza atte a mascherarle. Trattandosi di un colloquio urgeva la massima attenzione ai dettagli.
A discapito dell'aria sbalordita che aveva colorato il volto segnato dall'età della segretaria quando gli aveva aperto (forse stupitasi della sua altezza?), Lucien suppose fosse stata messa al corrente del suo arrivo, del motivo e delle sue generalità, come infatti diede riprova orale nella seconda frase che gli rivolse.
Perciò, pur legato ad una formale educazione, anche Lucien le aveva appena detto un'ovvietà. Doveva già conoscere il suo nome e cognome, e.. cos'altro?
In generale, dal curioso arredamento dell'ufficio, ai modi lievemente contraddittori della donna, non si poteva asserire che Lucien si fosse fatto guardingo riguardo alla situazione in cui si trovava, ma di certo ne era un poco stranito. Pur sottraendosi dall'evidenziarlo.

«Ho avuto l'onore di iniziare il mio percorso di studi magici in questa scuola e più gli anni passavano, maggiore era l'affezione che nutrivo per queste mura, per gli scenari che abbracciavano il castello, le dinamiche sempre nuove che animavano le giornate, le possibilità di crescita a dir poco sconfinate anche per chi non viveva più la scuola da studente. Hogwarts ha lasciato impresso nel mio cuore qualcosa, Miss Darmont, che ho cercato di ignorare negli anni posteriori al mio percorso di studi ma che, come un richiamo, mi ha riportato qui.»
Tacque per una manciata di secondi, osservando intensamente la segretaria. Il contatto visivo, così come quello fisico, per lui erano perni fondamentali di interazione con il prossimo.
«Ho conseguito cinque M.A.G.O. con giudizi O ed E in: Cura delle Creature Magiche, Divinazione, Difesa Contro le Arti Oscure, Pozioni ed Erbologia. Converrà che talune si prestano per la professione di Guardiacaccia, ma ai tempi ero indirizzato, per inclinazione ed opportunità famigliari, verso altri impieghi. Difatti ho lavorato come apprendista Erbologo e successivamente come Pozionista indipendente, affinando le conoscenze acquisite ed apprendendone di nuove. Ambedue lavori stimolanti, indubbio, eppure mi mancava qualcosa...ho capito cosa fosse qualche mese fa e da allora il pensiero non mi ha più lasciato. Era una casa, questa casa, come mi aveva fatto sentire e la possibilità che ancora poteva darmi di crescere individualmente e professionalmente, in una veste nuova, con nuove sfide, rapportandomi in maniera diversa agli altri abitanti del castello, imparando da loro ed offrendo le mie competenze a mia volta.»
In tutto il discorso, la gestualità del mago era andata di pari passo al lemma, mimandone la scioltezza che gli si cuciva addosso anche nelle situazioni di potenziale stress mentale, come poteva essere un colloquio di lavoro.
«Ho una buona resistenza fisica, utile nei momenti in cui la magia non può affiancarmi, un carattere paziente, godo di ottime abilità di problem solving, sono serio e fortemente motivato.»
L'inclinazione solitaria avrebbe, eventualmente, aiutato nell'ottica di dover mettere radici nella capanna che, ai tempi dei suoi studi, era stata occupata dal guardiacaccia precedente.
 
Top
view post Posted on 14/11/2020, 20:27
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,185

Status:



- Davvero commovente.-

Disse l'anziana donna alla fine del discorso del ragazzo.
C'erano alcuni aspetti che le piacevano, primo tra tutti la gentilezza, cosa non di poco conto in quel castello, altri, che doveva sicuramente tastare ulteriormente in maniera tale da capire chi aveva davanti.

Infatti in molti sapevano che Lucille era un segugio in questo. Non si fermava alle apparenze, non gli bastavano; doveva capire nel miglior modo possibile con che persona avesse a che fare.
Sorridendo in modo serafico, senza stare troppo a pensare sul cosa domandare al ragazzo disse:

- Avrei una serie di domande da farle, prima tra tutte una in particolare: perché il ruolo di Guardiacaccia?-

Se fosse stata considerata come una scala, Miss Darmont, poteva venir paragonata ad una a scala a chiocciola, stretta e con degli scalini minuscoli, difficile da scalare.

- È abbastanza evidente che lei abbia tutti i requisiti necessari per poter ottenere questo ruolo, un curriculum più che interessante che le permetterebbe di richiedere qualsiasi lavoro, per non parlare che è un ex Corvonero, sicuramente una persona molto intelligente.-

Gli occhietti si illuminarono più del dovuto, traendola forse per la prima volta in inganno.

- Ma perché Guardiacaccia? Solo per il fatto che considera Hogwarts la sua casa o c'è altro? È un lavoro faticoso, che la porterebbe a muoversi in tutta la zona esterna del castello; un lavoro pericoloso, se si considera che dovrebbe accedere occasionalmente nella Foresta Proibita.-

Rimase in attesa di risposte, di ulteriori parole.
Quello che voleva da lui era onestà, uno snocciolamento di idee tale che gli avrebbe fatto capire se era la persona adatta a quel ruolo.


 
Web  Top
view post Posted on 14/11/2020, 22:58
Avatar

Group:
Mago
Posts:
1,245
Location:
Francia

Status:


Lucien Cravenmoore | 25 anni | colloquio di lavoro | Hogwarts | scheda
17a384a0318271a887340ef313c6fdf1fc183287
Studiare il prossimo era un'occupazione affascinante, ma insidiosa. Se non lo si faceva con le dovute accortezze si poteva passare per indiscreti, invadenti, nella peggiore delle ipotesi spiacevoli. Era per questo che Lucien cercava di farlo con discernimento tuttavia non sempre gli riusciva. Un'alzata di palpebre, infatti, rivelò la sua sorpresa nell'udire quel "davvero commuovente"; riuscì per un sibilo di basilisco, a celare una nota di stizza. *È ironica?* si domandò a labbra serrate. Riprese il suo studio silenzioso, curioso di apprendere la prossima mossa della strega.
Una silurata di domande era giusto ciò che ci si sarebbe dovuti aspettare da un colloquio di lavoro e, trattandosi della prestigiosa Hogwarts, forse avrebbero bypassato la parte in cui l'ipotetico datore di lavoro si presentava e ai vendeva nel migliore dei modi. Sarebbe stato lui a dover cercare di farlo come meglio poteva.
Staccò appena le labbra, ma i suoni che troppo frettolosamente avrebbe lasciato spirare da esse furono bloccati da una ripresa orale della strega.
Pareva bramare la sua risposta, era diretta e le sue argomentazioni parevano inoppugnabili.
Lucien era pienamente cosciente di poter ambire ad una carriera più prestigiosa e meno faticosa, come in molti si sarebbero aspettati da lui, ma sarebbe andato contro ai propri desideri.

«Non solo per questo.» ammise con una nota complice nello sguardo. Si prese un attimo per poter ponderare la risposta, capire cosa poteva lasciar trapelare e cose fosse meglio celare.
«La fatica non mi spaventa, piuttosto mi motiva. Sono il tipo di persona proattiva a cui piace avere tante cose da fare e che agogna le sfide, anche fisiche, perché no. Rifuggo la monotonia e la ripetitività, amo le attività all'aperto e stare a contatto con la natura, gli animali e le creature magiche.»
Fin qui tutte componenti personali già sufficienti a garantirgli delle motivazioni, ma non le uniche.
«Forse non le tornerà nuovo il nome Safia Cravenmoore. Come il cognome suggerisce è una mia parente; mia sorella minore, per la precisione. Mi è giunta voce che il suo carattere vivace l'ha resa protagonista di numerose bravate alle quali sono state assegnate le giuste punizioni. Nutro la speranza, essendo molto legati, che la possibilità di trascorrere più tempo insieme delle mete festività possa farle capire che il suo potenziale viene sprecato fintanto che si ostina a comportarsi così. Tenerla d'occhio, riassumerebbe la cosa.»
Scorse lo shining nello sguardo femmineo, ma non riuscì a ricondurlo a qualcosa di specifico, troppo preso dal discorso.
La presenza ossessiva delle scale in quella stanza lo inquietava; qualcosa non gli tornava e, per un attimo, il mago si aspettò di riscontrarlo frutto di un'illusione ben calibrata, oltre che di un possibile trabocchetto per testarlo in qualche modo.

«Hogwarts è gravida di segreti, Miss. L'attrattiva di poter riprendere a scoprirne alcuni è...stimolante.»
Passò lo sguardo sul portamatite verticale a forma di scala al lato destra della scrivania e rimembrò una cosa appartenente al suo passato e al suo presente.
Alle scale piace cambiare.

 
Top
view post Posted on 15/11/2020, 14:54
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,185

Status:



Alle scale piace cambiare e alle porte non aprirsi.
Chiunque fosse stato un Corvonero, doveva avere bene a mente quelle caratteristiche dato che Priscilla le aveva portate nel castello per dare a tutti gli studenti una lezione.
Tutto sommato, se alle scale piace cambiare e alle porte non aprirsi non è poi un dramma, anzi, fa capire bene che una scappatoia a tutto c'è sempre; un obiettivo può essere raggiunto spostandosi anche altrove.
Il concetto era pressoché identico a quello presente nel detto babbano "chiusa una porta, si apre un portone" che può portare chiunque a pensare che "presa una scala si raggiunge il piano da altrove" forse in una maniera ben più stimolante.

Osservando il ragazzo divertita dalla sua reazione, probabilmente motivato a dare risposte conseguentemente alle sue provocazioni, disse:

- Ex Corvonero, ex apprendista erbologo, ex pozionista indipendente, fratello maggiore, amante della natura, degli animali e delle creature magiche...-

Non appena venne osservato, il porta matite, si spostò con lentezza in maniera autonoma, avvicinandosi alla sua proprietaria, consapevole di quanto stesse succedendo.

- ...Tanti bei appelativi. Ma chi sei? CHI È Lucien Cravenmoore?-

Enfatizzò la parte finale del suo discorso per capire ulteriormente con chi stesse parlando.
Avevano discusso sulle sue motivazioni, ora era giusto capire chi fosse quella persona, chi era realmente quel ragazzo.
Gli occhi erano divertiti, esaltati da quanto stava succedendo.

- Quali segreti vorrebbe scoprire nel castello?-

Si stavano avvicinando al nocciolo della questione, al far cadere quel velo trasparente dinanzi a loro.
La propositivitá, la gentilezza erano delle belle doti, ma alla Darmont serviva ancora di più.


 
Web  Top
view post Posted on 15/11/2020, 22:12
Avatar

Group:
Mago
Posts:
1,245
Location:
Francia

Status:


Lucien Cravenmoore | 25 anni | colloquio di lavoro | Hogwarts | scheda
17a384a0318271a887340ef313c6fdf1fc183287
Alcune persone potevano essere definite enigmi indecifrabili, per le quali si poteva spendere ore ed ore a fare ipotesi, consci del fatto che non si sarebbe mai potuta raggiungere la verità a riguardo. Peculiarità che le rendevano intriganti o snervanti a seconda dei casi, rompicapi viventi, misteri insoluti.
Come l'anziana strega che gli stava di fronte.
E le cianfrusaglie che adornavano il suo ufficio. Quasi fosse stato animato di vita propria, l'insolito portamatite si mosse lentamente verso la sua proprietaria; similmente ad un cagnolino col suo padrone o a suggerirgli che tutto era riconducibile a lei.

«Non sono qui ad autoproclamarmi ciò che non sono. Non sono perfetto, come chiunque viva in questo mondo. È naturale che le abbia elencato le qualità che maggiormente potrebbero giocare a mio favore nell'ottenimento del posto di lavoro.»
Era un colloquio come molti altri, ci si vendeva come i candidati ideali e stava a chi li valutava capire se lo fossero davvero. Lucien era forte delle proprie asserzioni, ma non per questo riteneva di star calpestando un terreno facile. Ostacoli e cadute erano sempre dietro l'angolo e dare le cose per scontate non era nella sua natura.
«Sono pedante, pignolo, ossessivo. Ho equamente, credo, pregi e difetti, ma sarebbe mia premura cercare di spingere i primi in favore di tutti coloro che potrebbero interfacciarsi con me qui al castello.»
Cosa sarebbe risultato sufficiente per colei che stava dall'altra parte della scrivania? Dava l'impressione di essere un osso duro e se per quello lo era anche Lucien.
«Non sono il mago più brillante che incontrerà nella vita, nè il più qualificato, ma spero che quanto è emerso ed emergerà da questo incontro la sproni a indicarmi a chi di dovere affinché mi venga accordato il posto.»
Notò una curiosa eccitazione sul volto di Lucille Darmont, come se quell'incontro fosse la novità in un lavoro forse ripetitivo o diverso da come se lo era immaginato. O, chissà, poteva celare ben altro quel comportamento.
Poi sopraggiunse una domanda attesa che segnava terra fertile per uno stratega.
Lucien non si sarebbe sbottonato su quel frangente, selezionava accuratamente ciò che era disposto a rivelare di sè e quella questione sarebbe rimasta generica così come l'aveva presentata.

«Oh, beh vede al mio primo anno sapevo che le 142 rampe di scale variavano per forma e dimensione, ma non per destinazione. Nessuno me lo aveva mai detto prima che mettessi piede per la prima volta in questa scuola e lo scoprii con gli occhi sgranati e un tuffo al cuore. Un segreto che si srotolava di fronte ad un bambino emozionato, qualcosa che lasciava il segno. È con la stessa emozione di allora, Miss, che ho rimesso piede qui oggi dopo anni e auspico che Hogwarts mi riesca a stupire come fece quel giorno con il segreto delle scale.»
L'indice scattò indicando diversi oggetti dalla forma di scala disposti nella stanza, con un sorriso obliquo dipinto in volto.

 
Top
view post Posted on 20/11/2020, 21:24
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,185

Status:


Lucille sorrise con fare mesto, all’ultima affermazione del ragazzo.
Non lo aveva messo in crisi, non abbastanza e questo le portava un po’ di sconforto; un po’ di quella repressione che era in lei non veniva soddisfatta a pieno e non pompava il suo ego.
Certo c’era da dire che Lucien era una persona acuta e riusciva a capire bene i suoi tranelli, specialmente non si faceva troppo intimorire dalle sue stilettate, agendo in modo sincero, un modo che – alla fine della rampa – le piaceva.
Prendendo una matita dal suo portamatite, la girò lentamente tra le mani, per poi dire.

- Mi sembra molto sicuro delle sue qualità. Sa dosare i suoi pregi e difetti e ciò può anche non essere un male.-

Rivolgendo la punta della matita verso la scrivania, le fece toccare con delicatezza il legno.

- Certo mi fa piacere notare che tutti i difetti che ha sono ottimi per la posizione. Una fortunata coincidenza. -

Aggiunse.
Pensava che non lo avesse capito? Credeva veramente che il mettere in mostra l’essere pedante, pignolo e ossessivo potesse bastarle?
Ritirando la matita a sé, fece in modo che la punta arrivasse al centro del palmo sinistro.
Essere ossessivo, pedante e pignolo, non era un male, specialmente per quella posizione e il continuo scorrazzare degli studenti verso i confini della foresta.

- Facciamo in questo modo. Mi dica un difetto che potrebbe portarle difficoltà nell’affrontare questo lavoro e…-

Sorrise felicemente.

- Mi dica cos’altro ha scoperto qui oltre alle mie scale.-


 
Web  Top
view post Posted on 22/11/2020, 15:10
Avatar

Group:
Mago
Posts:
1,245
Location:
Francia

Status:


Lucien Cravenmoore | 25 anni | colloquio di lavoro | Hogwarts | scheda
17a384a0318271a887340ef313c6fdf1fc183287
Più trascorreva il tempo, più appariva evidente a Lucien Cravenmoore di aver a che fare con un osso duro. L'anziana strega pareva restia a concedergli l'ambito posto di lavoro, sebbene per sua stessa ammissione apparisse come il candidato ideale a ricoprirlo. Non che si fosse presentato con la convinzione di poterlo ottenere ad occhi chiusi e nemmeno si era posto il dubbio di poter essere così "ideale" come era stato designato, dunque tradusse quelle insistenze in un personale giochino che la strega si divertiva a fare con lui. Forse per snervarlo, tenerlo sulle spine più del previsto, mettergli i nargilli tra le gambe o qualsivoglia motivo si celasse dietro quel comportamento.
Ma il mago era un testa dura e non avrebbe abbandonato quelle mura senza un motivo insindacabile.

«Forse tale consapevolezza si aggiunge al bagaglio di conoscenze che un individuo apprende di sé maturando nel corso del tempo.» arricciò il naso, sicuro che se avesse preso strade diverse, ai tempi, nè la maturazione nè la conseguente consapevolezza che oltre a pregi che un ragazzino sbarbato millantava doveva avere necessariamente anche dei difetti (per quanto fosse una conoscenza scomoda) sarebbero arrivate. Avrebbe potuto rimanere in eterno il brillante studente Corvonero che nessun adulto del castello ricordava per particolari meriti, ad eccezione di un'ottima media scolastica, propensione per alcune materie e vincita qua e là; aveva visto alcuni coetanei rimanere ancorati alle proprie fantasie adolescenziali, restii a prendersi impegni, diffidenti dall'uscire dalla propria comfort zone, refrattari a fare quelle scelte difficili che permettevano di crescere.
«Curioso, non ci avevo fatto caso.» ammise scrollando le spalle nerborute. Quelli menzionati erano i difetti che riteneva spiccassero maggiormente nel suo carattere, ma naturalmente non gli unici. In diverse sfaccettature, riteneva che ogni essere umano ne avesse tante quante erano le cose di cui poter andar fieri e talune erano talmente glissate nella penombra da non poter essere individuabili in una vita intera. Nella definizione e consapevolezza delle stesse, indubbiamente chi si interfacciava con lui aveva un potere di individuazione più marcato del suo, per natura più propenso a cogliere gli aspetti positivi di sé stesso e del prossimo.
Si risistemò sulla sedia facendola nuovamente cigolare sotto il suo peso, distendendo ulteriormente la colonna vertebrale. Anche da seduto, avrebbe giurato di apparire più alto della simpatica vegliarda.
Quell'insistenza sui propri difetti non gli era gradita, come a chiunque altro si fosse trovato nella sua posizione, probabilmente. Ma non lo diede a vedere, nè si mostrò irrispettoso - se si fosse trovato in un contesto differente, con ogni probabilità le avrebbe risposto in ben altri toni.
Riservò un sorriso di sbieco alla segretaria, pronto a scoccare la freccia.

«Pecco di scarsa pazienza.»
Se vi fosse una nota derisoria in quell'ammissione non sarebbe stato facile coglierlo. Non aggiunse altro sull'argomento, ritenendo sufficiente quanto detto sia in relazione ad ipotetiche dinamiche svoltesi al castello e con i suoi occupanti, quindi alla domanda postagli, che con l'insistenza paventata dalla strega. Quello era uno dei motivi per cui aveva scartato la carriera come insegnante: avrebbe avuto abbastanza pazienza per gestire orde di adolescenti in preda agli ormoni e all'impazienza, se non occasionalmente?
«La vedo determinata a scucire i miei di segreti, Miss. Ebbene, ormai sono trascorsi molti anni, ma ad esempio ricordo una sera di Natale, durante la quale io ed alcuni concasati eravamo diretti in Sala Grande per il celeberrimo banchetto. Scoprimmo per caso un passaggio segreto nascosto dietro un arazzo vicino alla stanza dei trofei..» fece una pausa, attento ad omettere il passaggio in cui "lacerarono il suddetto tessuto" «...ci ritrovammo in un passaggio nascosto, lo percorremmo a precipizio e sbucammo vicino all’aula di Incantesimi, che sapevamo essere lontana mille miglia dalla sala dei trofei.»
Con gli occhi della mente, il mago rivisse ad occhi aperti quella breve avventura scolastica rimembrando certi discorsi, gli sguardi gai dei suoi amici, la promessa di tenere la scoperta per loro fintanto che divulgarla avrebbe potuto nuocere alla loro carriera scolastica. Tornò ad osservare con muta curiosità la sua interlocutrice, studiandola a sua volta. La punta della matita convergeva nel centro del palmo dal quale si diramavano vene bluastre in rilievo.
«Sa, mi sta simpatica, perciò ho deciso di offrirle il segreto più incredibile che scoprii durante quegli anni.» Il gomito trovò solido sostegno sul bracciolo della sedia mentre l'aspirante guardiacaccia poggiava il mento affilato sul palmo della mancina. Kira...ripensare a lei gli produsse un leggero pizzicore all'altezza dello stomaco, come sempre accadeva quando tornava con la mente al periodo trascorso assieme. «Anche qui si tratta di un episodio condiviso. Con la mia ragazza di allora, per l'esattezza. Diciamo che quel giorno avevamo una certa necessità, quei chiodi fissi di cui non ti liberi finchè non li hai ottenuti, sicuramente nulla di nuovo alle sue orecchie.» Gli occhi di ghiaccio si spalancarono per una frazione di secondo, berneschi. «Girovagammo in lungo e in largo per il castello senza trovare ciò che stavamo cercando così, amareggiati, decidemmo di fare una passeggiata all'aria aperta per calpestare la neve appena caduta e placare i bollenti spiriti. Ci rincorremmo lanciandoci palle di neve, finendo vicino al Platano Picchiatore e disturbando inavvertitamente il suo riposo. Nel cercare di sviare i colpi degli arbusti impennati, lei pigiò un nodo che si trovava nelle radici e finimmo in un sottopassaggio interno che conduceva alla Stamberga Strillante.» una sfumatura di malizia gli appannò lo sguardo. «Alla fine quel giorno trovammo ugualmente un luogo tranquillo dove scaldarci.» A discapito della leggerezza del racconto e dall'espressione molesta che per un attimo gli attraversò le iridi al ricordo, egli credeva di non starle raccontando nulla di trascendentale, per le sue orecchie vetuste.
Quello, oltretutto, nemmeno era certo che fosse chissà quale segreto, visto che al negozio Tiri vispi Weasley era in vendita la mappa che segnalava anche quel passaggio, che allora però i due studenti non conoscevano.
Non era nei suoi interessi stupire chi le stava di fronte narrando di segreti dei quali forse ella era già a conoscenza; ai tempi essi avevano stupito lui, semmai.
Dopotutto, a ciascuno i propri segreti.

«Hogwarts stessa è un segreto. Scrigno di arcani per qualunque mago non vi abbia ancora messo piede, segreta alla conoscenza dei babbani. Difatti, se uno di loro dovesse capitare da queste parti e si trovasse a fissare il castello, non vedrebbe altro che un ammasso di rovine ed un cartello riportante l'avviso "Attenzione, non entrare, pericolo.”» sogghignò, immaginando la scena come se si fosse trovato a spiare l'ignaro babbano, sapendosi invisibile ai suoi occhi.
 
Top
view post Posted on 28/11/2020, 16:20
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,185

Status:


Era una situazione intricata quella che si stava creando dinanzi gli occhi di Lucien.
Una di quelle situazioni difficili, che in pochi riuscivano a contrastare e che in tanti avrebbero rifiutato di fronteggiare.
Lucille, la strega arcigna, puntava a spazientire i suoi interlocutori. Li pungolava tanto, fino allo stremo, al punto di esasperarli.
Fu per tale motivo che quando il ragazzo ammise il suo nuovo difetto lei sorrise.
Che glielo stesse dicendo con le buone? Che la stesse avvisando che aveva quasi raggiunto il limite?
Soddisfatta, poggiò la matita in orizzontale sulla scrivania per poi farla muovere schiacciandola con il palmo della mano.
Era suo, c’era quasi. Lo aveva attratto nella sua morsa e avrebbe continuato a stritolarlo.

Proprio quando sentiva di essere pronta a metterlo KO, dandogli il colpo di grazia, il candidato, agì in maniera del tutto inaspettata.
Al contrario di quanto si aspettava succedesse, proseguì nei suoi discorsi come nulla fosse, raccontandogli parte dei segreti che conosceva del castello e dei dintorni.
Rimase di stucco.
Erano poche le persone che resistevano alle sue insinuazioni, pochi quelli che non cedevano ai suoi attacchi.
Sorridendo e annuendo disse:

- Sai il passaggio del Platano è noto anche a me, ma il passaggio segreto vicino alla stanza dei trofei proprio non lo conoscevo!-

Nel bene o nel male, quel ragazzo gli piaceva. Era un tipo schivo, che sapeva dosare le parole, decisamente equilibrato. Poteva essere un’ottima risorsa.
Prendendo nuovamente la matita tra le mani, dopo alcuni istanti di silenzio disse:

- Parliamo di altro. -

Il volto era meno sorridente del solito, sicuramente meno sadico. Che stesse per mollare la presa? Tutto era possibile, certo tutto dipendeva dalle risposte che gli sarebbero state date.

- Dimmi quale sarebbe la tua giornata tipo se fossi il guardiacaccia e…-

Puntando la matita verso di lui come fosse una bacchetta aggiunse:

- Dimmi come ti comporteresti se un gruppo di studenti entrasse di nascosto di notte dentro la foresta proibita, e tu fossi l'unico a conoscenza di questa situazione.-

A quel punto dell’incontro, Lucien doveva pesare ogni singola parola che pronunciava.
Il rischio di sbagliare era alto e doveva rendersene conto.



 
Web  Top
view post Posted on 28/11/2020, 22:24
Avatar

Group:
Mago
Posts:
1,245
Location:
Francia

Status:


Lucien Cravenmoore | 25 anni | colloquio di lavoro | Hogwarts | scheda
17a384a0318271a887340ef313c6fdf1fc183287
La vita si configurava in dettagli. Spessi, sottili, capaci o meno di far virare un cammino seguendo una specifica direzione o di far perdere completamente la rotta. A quel punto del colloquio, Lucien aveva racimolato molteplici dettagli della situazione in cui si era invischiato, dettagli che s'inerpicavano come le scale riprodotte ovunque intorno a loro.
Mettendoli insieme come un puzzle incantato, i pezzi tendevano a scivolargli di mano, andando ad incastrarsi autonomamente nei punti più imprevisti e indesiderati. Il mago amava le sfide, sebbene l'anziana strega stesse tirando la corda più del normale consentito, per com'era fatto, ma desiderava troppo quel lavoro per cedere come ragazzino alle prime difficoltà.
O per dargliela vinta.
A frapporsi tra i silenzi intercorsi tra una battuta e l'altra, lo snervante rumore generato dalla matita rigirata per infastidirlo, a livello visivo ed uditivo. Senza dubbio la strega si stava impegnando a metterlo in difficoltà, per sadismo o specifiche direttive.

«Ah. Ma davvero...?»
Addentò con lentezza straziante il labbro inferiore, frattanto che le folte sopracciglia si inarcarono in una mordace sorpresa. Posto che il tempo non fosse intervenuto in modo clemente, egli dubitava che i tratti fisici, così come il caratterino che si ritrovava, avessero offerto ad una Lucille studentessa un motivo pratico per essere a conoscenza del passaggio segreto del Platano e soprattutto dell'utilizzo su larga scala del luogo cui conduceva. Sempre ammesso che avesse studiato tra quelle mura e che l'informazione non le fosse dunque giunta in un più recente presente.
Indecifrabile quel volto solcato da piccole rughe: se davvero non fosse stata a conoscenza del passaggio segreto vicino alla stanza dei trofei o se lo stesse schernendo a sua volta, se l'avesse colta di sorpresa con le proprie confidenze sincere o se se le fosse aspettate, l'aspirante guardiacaccia si sarebbe guardato dal giurarlo.
Alla prima, nuova, ennesima domanda, fece finta di rimuginare a lungo quando invece era forse l'unica che si sarebbe aspettato da quel colloquio.

«La prima cosa che farei una volta alzato, a parte una corretta igiene personale e indossare abiti adatti al ruolo ricoperto (debitamente equipaggiato), sarebbe assicurarmi
che le chiavi di Hogwarts di cui sarei custode siano esattamente dove le avrei lasciate la sera precedente. Al sicuro.»
principò senza specificare dove avrebbe avuto intenzione di custodirle. «A quel punto controllerei che l'orto delle zucche sia integro e che fieno e legna siano in numero sufficiente per qualsiasi evenienza o richiesta.»
Rientrava nelle sue speranze poter ritagliare una fetta di orto per la coltivazione di alcune piante per una fruttuosa e sperata collaborazione con il/la docente di Erbologia ed uso personale. Nel tempo libero non avrebbe mancato di cercare di dedicarsi alle sue passioni nonché ex occupazioni: le piante e le pozioni. «Poi passerei a verificare che la sicurezza alberghi nei territori esterni al castello, di mia competenza come gli interni lo sono del Custode. Quindi principalmente nella foresta proibita: verificando che non vi siano anomalie e che le creature che vi abitano coesistano secondo la pacifica selezione naturale, che non escano dalla foresta, divenendo così una possibile minaccia per l'apparato studentesco e lavorativo di Hogwarts e, in ultimo, occupandomi dell'alimentazione di coloro che non hanno modo di cibarsi autonomamente, come i Threstal che trainano le carrozze - onnivori che se liberi caccerebbero autonomamente piccoli mammiferi e uccelli, ma che per nostra fortuna sono anche spazzini e non esitano a mangiare le carogne o i rifiuti dei pasti degli occupanti del castello che mi auguro potrebbero darmi gli elfi delle cucine. Poi passerei ad un controllo del lago nero, nel caso la Piovra crei problemi, così come i Maridi e gli Avvincini. Strutturerei le giornate in modo tale che vi sia un arco temporale di una, massimo due ore, durante le quali studenti, docenti e chiunque lavori al castello ed abbia necessità o piacere di interfacciarsi con me, sappia dove e quando trovarmi. Ragion per cui estenderei una comunicazione scritta e mi farei trovare nella capanna all'orario stabilito.» il naso vistoso di Lucien si arricciò, mentre veniva colto da un dubbio e si azzardava per la prima volta a porre lui un quesito. «Il Guardiacaccia vivrebbe sempre nella capanna dove ricordo dimorava il predecessore quando studiavo qui, giusto?»
In caso contrario, e con sommo rammarico, in caso di risposta negativa il mago avrebbe dovuto rivedere la propria metodica organizzazione.
La seconda domanda era sibillina, necessitava da parte sua di mostrarsi avveduto e preparato, ma un pensiero lo colse come un fulmine *Non starei a grattarmi i boccini, nonnina.*
Stavolta Lucien si prese qualche attimo prima di risponderle, intrecciando le lunghe dita inanellate.

«Chiamerei le Acromantule per castigarli a dovere.»
Le dita scricchiolarono, ancora saldamente intrecciate. Uno sbuffo simile ad una risata trattenuta seguitò le parole e l'espressione del mago si indurì all'improvviso, dopo quel mite tentativo di stemperare la tensione.
«Li raggiungerei e verificherei le loro condizioni di salute. Dopodiché mi assicurerei di riportarli incolumi al castello (ad animare la foresta ci sono creature che non desidererei incrociare nemmeno di giorno); a quel punto, senza perdere di vista i birbanti, cercherei il Custode o chi mi possa mettere in contatto con i Capocasa - a seconda delle Case alle quali gli studenti apparterrebbero.»
Quando tacque, il suo volto era una maschera di attesa, teso quanto la corda del violino che soleva suonare nelle giornate di pioggia, pronto ad accogliere la prossima mossa della segreteria.
 
Top
view post Posted on 30/11/2020, 19:46
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,185

Status:


Sarebbe stato interessante valutare quella conversazione dall'esterno.
Quei due personaggi, ben distanti tra di loro, colloquiavano con fare cordiale, anche se, nella realtà dei fatti si colpivano a suon di provocazioni.
Quello che doveva capire Lucien era però un punto importante; Lucille era un animale e come tale, mordeva.

- Direi che se l'ipotetico futuro guardiacaccia si lavasse e non fosse sbadato sarebbe un passo in avanti.-

Disse osservandosi il palmo della mano, al cui centro c'era il segno di matita fatto poco prima.

- L'importante è che le chiavi non si perdino per l'abuso di alcolici o l'uso di particolari pozioni. Per caso lei ha fatto uso di queste sostanze?-

Domandò con finta curiosità. All'effettivo lei teneva più a pungolarlo e dargli dell'alcolizzato per vedere la sua reazione piuttosto che proseguire nel discorso.
A vedere da fuori quella situazione sembrava essere priva di senso, ma in realtà aveva la sua logica. Lucille stava valutando la personalità del candidato.
Sentendolo parlare della sua routine e assaporando nuovamente la sua ironia, la donna, osservandolo con fare sadico disse alla conclusione del discorso del ragazzo:

- Mi sta per caso dicendo che se fosse l'unico a conoscenza dei fuggiaschi non chiederebbe aiuto a nessuno per la ricerca? Nemmeno al preside? La collaborazione è fondamentale nel ruolo per il quale si è candidato.-

Disse divertita, senza aggiungere altro.
Gli aveva messo delle parola in bocca che non aveva mai detto, lo stava portando nuovamente allo stremo, al limite della sopportazione e tutto questo per capire di che pasta fosse fatto e se fosse in grado di svicolare da quella ennesima situazione.
Facendo avanzare un ghigno sadico sul volto, aspettò la reazione, la stoccata dell'avversario.
Il colloquio stava volgendo al termine, ma poteva ancora trovare qualche nervo scoperto in Lucien Cravenmoore.


 
Web  Top
view post Posted on 1/12/2020, 15:35
Avatar

Group:
Mago
Posts:
1,245
Location:
Francia

Status:


Lucien Cravenmoore | 25 anni | colloquio di lavoro | Hogwarts | scheda
17a384a0318271a887340ef313c6fdf1fc183287
Non lo avrebbe mai esposto ad alta voce, ma sotto sotto quella vecchia strega gli piaceva. Una bella gatta da pelare, quello era fuori discussione, ma con un carattere deciso ed incalzante. Comunque fossero andate le cose quel colloquio lo aveva stuzzicato più del previsto, e continuava a farlo; non fosse stata per l'intima smania di conoscerne l'esito, avrebbe volentieri speso altro tempo a stuzzicarla e lasciarsi torchiare punzecchiare.
Lucien si grattò la punta del naso strofinandovi le nocche ossute, offrendo una mezzaluna a denti occultati poiché divertito dalla femminea osservazione.
Lucille Darmont: di sicuro non avrebbe dimenticato tanto presto quel nome e, chissà, magari in futuro avrebbe avuto qualche scusante per omaggiarla nuovamente con il suo caratteraccio da ex Corvonero fatto e finito.
Ed arrivano a saggiare anche tematiche per le quali sarebbe stato quantomeno incauto rispondere con sincerità, ben più che segnalare i segreti scoperti nel castello. La mascella del mago s'indurì e le pupille saettarono sulla superficie della scrivania, ma a parte quelle microespressioni egli non diede segno di essere rimasto molto toccato dalla domanda. Ad ogni modo, non se l'aspettava.

«Ne ho fatto uso, certamente, e non mi accontento di una Burrobirra da quando ero minorenne, ma qui si tratta di qualcosa di personale che trascende il motivo per il quale mi trovo qui ora, visto che non abuso di niente e non mi sognerei di fare nulla che possa minare la sicurezza e la salute di chi dimora tra queste mura, oltre che la mia. Per non parlare di compromettere una carica che, mi sembra lampante, mi sarei sudato.»
Il suo tono di voce era calmo sebbene fosse conscio di star percorrendo una strada stretta sospesa nel vuoto; il minimo passo falso e sarebbe potuto cadere, vanificando quanto fatto fino a quel momento.
Ciò che faceva nel privato non aveva mai intaccato la sua carriera, anzi, per certi aspetti essa ne aveva solo beneficiato. Ma sarebbe stato lungo da spiegare a Lucille, senza contare che si trattava di questioni strettamente personali che non intendeva condividere con un'estranea.

«Che per me la collaborazione e l'aiuto reciproco siano componenti fondamentali sul lavoro pensavo di averlo già evidenziato quando ho risposto alla sua domanda riguardo un'ipotetica giornata tipo.» nello specifico riteneva fosse palese che se aveva esposto il suo interesse nel mettersi a disposizione di studenti, docenti ed altri lavoratori di Hogwarts implicasse una collaborazione, differente a seconda dei casi, altrimenti si sarebbe detto votato all'eremitaggio. «Ma devo porgerle le mie scuse, Miss poiché forse ho erroneamente interpretato la sua ultima domanda.» in realtà l'aveva ritenuta talmente sibillina da credere che fosse stata posta volutamente in quel modo per coglierlo in fallo, ma si guardò bene dal sottolinearlo. «Credevo si riferisse all'ipotesi di vedere gli studenti avventurarsi nella foresta in piena notte. Se così fosse, la logica vorrebbe che li raggiungessi subito per arrestarne l'avanzata, così da evitare che vi si addentrino e corrano rischi o, nel caso in cui li raggiungessi che sono appena entrati, sarebbero comunque ancora sul limitare. Se invece perdessi tempo a cercare persone che mi aiutino, nel frattempo quei poveri ragazzi (che nel mentre si sarebbero inoltrati sempre più nel cuore della foresta) potrebbero essere morti o feriti in modo tale da non potersi far individuare e a quel punto sarei io con il potenziale aiuto di altri maghi a brancolare alla cieca, perdendo tempo prezioso nel disperato tentativo di ritrovarli. E nella foresta spesso ogni secondo è prezioso per la propria sopravvivenza.» non era possibile materializzarsi o smaterializzarsi all'interno della scuola e dei confini di Hogwarts, pertanto qualsiasi suo spostamento alla ricerca di aiuto gli avrebbe solo fatto perdere l'occasione di impedire che gli studenti compissero un'azione estremamente rischiosa.
«Se invece intendeva che potrei venire a conoscenza dei loro piani attraverso voci di corridoio, per esempio, piuttosto che leggendo una pergamena finita per caso nelle mani "sbagliate" (le mie) senza dunque beccarli nel momento preciso in cui si apprestano a trasgredire le regole, allora si, certamente, in quel caso chiederei aiuto a chi di dovere per scongiurare per tempo qualcosa che arrecherebbe danni a chiunque ne fosse coinvolto.» trapelava dal suo tono quanto una situazione di quel tipo avrebbe attratto il suo totale interesse e cuore. «O, se non fosse possibile scongiurarla perché l'apprenderei quando questi si sono già intrufolati nella foresta da un po', allora tanto più torniamo all'ipotesi precedente per cui andare da solo non mi porterebbe alcun beneficio, quindi sarei ancora più spronato a farmi aiutare.»
Quello che Lucien stava percorrendo non era un cammino tranquillo ed inconsapevole della presenza di un burrone.
Era tutto meno che quello.

 
Top
view post Posted on 7/12/2020, 21:44
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,185

Status:


Osservando il ragazzo con estrema attenzione, Lucille, non diceva nulla.
Nella realtà dei fatti non capiva come quel ragazzo, estremamente educato e acuto, ambisse a quel posto, dove spesso si palesavano a lei candidati rozzi e altamente bigotti.
Nel suo silenzio, la donna cercava di pensare se quell'uomo potesse essere la soluzione migliore.
Che fosse il cambio di direzione necessario per rendere la scuola un posto migliore? Oppure vi era il rischio che quelle sue caratterstiche fossero tutt'altro che utili per quel ruolo e potesse essere un buco nell'acqua?
In quel momento la donna, per quanto fosse velenosa, non sapeva che fare, in quanto si trovava contro una disarmonia tale che la metteva a disagio, ma che, allo stesso, tempo la confortava.

- Mi sta dicendo quindi che, se dei ragazzi si intrufolassero da soli dentro una foresta e lei fosse l'unico a sapere di questa follia, non contatterebbe nessuno?
Non manderebbe nemmeno un gufo al Preside? Insomma la foresta proibita dovrebbe essere un posto pericoloso anche per lei.-


Osservandolo in silenzio per alcuni secondi, fregandosene altamente del rischio di sembrare inquietante, la donna, con fare sincero disse:

- Lei è certo di voler svolgere questo ruolo? Capisco che le piacciono i segreti di Hogwarts, che ama le creature e sua sorella, ma non pensa di sentirsi stretto in questa posizione? Da buon ex Corvonero quale è non pensa di non avere alcuna possibilità di raggiungere la conoscenza con questa mansione?-

Al contrario delle precedenti domande fatte, questa risultò nei toni diversa.
Per quanto potesse sembrare assurdo, la donna voleva capire se il suo essere stato un Corvonero e quindi un ambizioso e amante della conoscenza potesse in qualche modo incidere con quel lavoro, con quel ricercare nuovi stimoli, sempre e comunque.
In altre parole, anche se in vie traverse, la donna per un ultima volta si voleva accertare delle volontà di Lucien. Per quanto i passi successivi fossero pericolosi, il burrone stava per essere valicato, lasciando a lui la possibilità di passeggiare in pianura. Doveva solo essere sincero con lei e forse tutto quel trambusto si sarebbe concluso.


 
Web  Top
17 replies since 10/11/2020, 19:57   606 views
  Share