Giornate velenose, Privata

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Narcissa Miller
view post Posted on 15/11/2020, 09:37




Narcissa Elodie
Miller
«O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori, quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!»

► Mood: Happy► Età: 11 anni ► Ruolo: Studentessa► Outfit: Divisa di Serpeverde

Q
uel giorno la lezione di pozioni s'era rivelata più interessante che mai: in aula, infatti, il professor White aveva spiegato loro l'uso di veleni e antidoti e, di tanto in tanto, nella mente di Narcissa era frullata la malsana idea di testare qualche veleno su qualche studente ignaro. In fondo, si disse, per verificare il talento di un mago nelle pozioni occorreva una buona cavia, no? Ghignò tra sé e sé, ringraziando il cielo che tra gli studenti del primo anno nessuno fosse ancora in grado di usare la legilimanzia. Come avrebbe fatto altrimenti a giustificare quei pensieri non propriamente a norma di legge?
Narcissa con un tonfo sordo richiuse il tomo di pozioni che aveva tenuto aperto sul banco sino a pochi attimi primi. White non aveva fatto in tempo a congedarsi dalla lezione, che gran parte degli studenti s'era fiondata fuori dall'aula a passo svelto. Sembrava che tutti fossero smaniosi di raggiungere l'aula di incantesimi, prossima lezione che, secondo il piano stilato per il primo anno, avrebbero dovuto seguire. Narcissa lasciò scivolare il manuale di pozioni all'interno della sua borsa a tracolla con una lentezza estenuante, seguendo con lo sguardo gli studenti uscire dalla porta. Quel giorno Maxine, la sua fidata compare di Serpeverde, l'aveva lasciata andare da sola "al patibolo", ciò nonostante la cosa non le era dispiaciuta: in fondo pozioni restava pur sempre la sua materia preferita, seguita a ruota da trasfigurazione, e non se la sarebbe persa per nessuna ragione al mondo. Anche erbologia non le dispiaceva particolarmente, ma soltanto perché per diventare un'esperta pozionista le occorreva conoscere le diverse specie di piante e sapere come trattarle; per il resto, lungi da lei l'idea di trapiantare qualche giunchiglia strombazzante da usare come decoro della sua camera da letto.

La classe s'era ormai svuotata quasi completamente: nessuno, a parte lei e un altro paio di studenti, era ancora seduto al banco. Narcissa, allora, decise di alzarsi per cominciare ad avviarsi verso il primo piano, consapevole che se fosse arrivata in ritardo la professoressa McLinder avrebbe potuto decurtare alcuni punti a Serpeverde. E dato che non voleva contribuire a farsi artefice della sconfitta, aveva pensato di potersi dare una sbrigata: in fondo, ormai, tutti erano usciti e il rischio di prendere qualche gomitata s'era decisamente diradato.
Narcissa s'alzò dalla seggiola e si pose in spalla la sua tracolla, spostando i biondissimi capelli lunghi affinché non andassero a impigliarsi nella fibbia di cuoio. Si guardò attorno un'ultima volta e poi fece per avviarsi verso l'uscita dell'aula, diretta in corridoio.





Camille Donovan eccomi!
 
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view post Posted on 15/11/2020, 10:16
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Camille Donovan
Quella mattina la giovane tassina si era alzata smaniosa di partecipare alla lezione di pozioni, la materia si stava facendo sempre più interessante mano a mano che andavano avanti con il programma.
Sua madre, coltivando erbe e piante magiche, non solo le aveva dato nozioni base di Erbologia, ma le aveva spiegato anche come alcune venivano utilizzate per creare pozioni, dalle più innocue ai veleni, argomento della lezione del giorno.
Finita la spiegazione il professor White, che a quanto aveva sentito in giro era l'idolo delle giovani studentesse, assegnò i compiti da portare la volta successiva e lasciò che gli studenti si congedassero.
Camille iniziò a riporre le proprie cose nella tracolla e, prima di uscire dall'aula, controllò l'orario per vedere quale lezione avrebbe avuto da lì a poco.
*Incantesimi, mmm....speriamo di ricordare dove si trova l'aula. Complimenti per il tuo pessimo senso dell'orientamento Camille* si rimproverò la tassina tra se e se.
Uscendo dall'aula si accorse che in corridoio c'era ancora una studentessa che si era attardata, così per sicurezza decise di avvicinarsi e chiedere aiuto a lei; sempre se era così fortunata da andare nella sua stessa direzione.
-Ciao, scusa anche tu stai andando alla lezione di incantesimi? Sono nuova qua e non non so ancora orientarmi bene con le aule. Ti spiace se andiamo insieme?-

*Complimenti per il tatto, almeno presentati prima Camille*, si disse la tassina tra se e se.
-Scusa per la maleducazione. Piacere, io sono Camille.- disse la giovane streghetta porgendo la mano e sfoderando il suo sorriso migliore.


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Narcissa Miller
view post Posted on 15/11/2020, 10:44




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O
rmai sul punto di uscire, Narcissa si rese conto che temporeggiare ed aspettare non avrebbe portato ad altro se non ad accumulare ulteriori minuti di ritardo. Sebbene l'istinto le stesse urlando di tornare in Sala Comune e darsi per malata, vista la stanchezza che si stava portando addosso in quei giorni, il buonsenso e il senso di dovere verso la sua Casa d'adozione, Serpeverde, la costrinsero a prendere la direzione opposta. Aveva appena varcato la soglia dell'aula, quando una ragazzina la fermò. Narcissa arrestò il proprio avanzare e la squadrò a capo a piedi, indugiando sullo stemma di Tassorosso che la bimba portava sulla sua divisa. Senza nemmeno presentarsi, quest'ultima le rivolse sbrigativamente una domanda. Sembrava disorientata, tanto che nel giro di pochi istanti palesò a Narcissa la sua totale incapacità di orientarsi all'interno del castello, adducendo la colpa al fatto d'essere "arrivata da poco". A quel punto, la bionda Serpeverde arricciò il naso e inarcò un sopracciglio con scetticismo.
"Sei messa bene se ancora non sai orientarti per il castello" commentò con pungente ironia, prima di aggiungere, con altrettanto sarcasmo: "Tanto piacere, straniera, sono Narcissa".
Solo a quel punto la timida Tassorosso sembrò ricordarsi di non aver rivelato la sua identità. In verità, Narcissa aveva sentito fare il suo nome da alcuni compagni all'inizio della lezione, però, vista la sua sensibilità verso le identità altrui, se l'era già dimenticato. Figurarsi se riusciva a ricordarsi a primo impatto il nome di qualcuno... nemmeno coi Serpeverde le riusciva!
La Tassorosso di nome Camille a quel punto stava sorridendo. Sembrava fare un passo in avanti verso di lei, ma Narcissa restò ferma e impassibile nella posizione che aveva assunto.

"Sono nuova anch'io, ma dove sia l'aula di incantesimi ormai l'ho imparato." commentò prima di avere un'intuizione geniale. Aveva un certo gorgoglio allo stomaco e in quel momento avrebbe desiderato più di qualsiasi altra cosa al mondo un pezzo di cioccolato. Chissà che non avesse avuto fortuna e la ragazza non avesse avuto con sé una Cioccorana? Sul viso di Narcissa comparve un sorrisetto beffardo.
"Una Cioccorana e ti accompagno."
 
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view post Posted on 15/11/2020, 11:19
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La ragazza che aveva fermato, una studentessa di Serpeverde come notò in un secondo momento dallo stemma sulla divisa, sembrava di fretta e al momento non molto incline ad aiutarla; tant'è che la tassina rimase con la mano sospesa senza essere ricambiata.
*Ecco, lo sapevo, l'ho offesa. Brava, davvero brava, ma perché non conto fino a dieci prima parlare e rivolgermi agli altri.*
La ragazza però, nonostante la pessima figura della tassina, si presentò come Narcissa; insieme alla presentazione, anche se con sarcasmo, arrivò anche il rimprovero.
*Ok, me lo merito, così la prossima volta imparo, non solo a pormi meglio, ma anche ad orientarmi* si riproverò Camille.
Mentre Camille rimuginava sul suo comportamento vide il volto di Narcissa illuminarsi, come se avesse avuto un'intuizione. Un'istante dopo le propose una cioccorana in cambio dell'aiuto.
*Una cioccorana, cavolo non ne ho. Però forse le potrebbe andare bene anche un fagottino alla burrobirra* pensò.
Ne aveva presi un paio la sera prima durante la festa in sala comune da portare come spuntino.
-Purtroppo non ho cioccorane, però ho un fagottino alla burrobirra, va bene lo stesso?- chiese speranzosa Camille.



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Narcissa Miller
view post Posted on 15/11/2020, 11:33




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L
a ragazza, nonostante la sua apparente timidezza, sembrava invece un vulcano di energia. Nonostante la velenosità delle parole di Narcissa, pareva non essersi intimorita, né aver avuto nemmeno per un istante l'idea che la ragazzina di Serpeverde potesse essere in realtà più sgradevole di quanto non si stava rivelando.
Narcissa si ammutolì, fermandosi a riflettere qualche istante sulla proposta di Camille: un fagottino alla Burrobirra, vista la voragine nello stomaco, poteva essere un buon ripiego, ma non era ciò che le sue papille gustative desideravano in quel momento, per cui declinò l'offerta accompagnando le sue parole con un plateale gesto della mano.

"No, ti ringrazio, la Burrobirra a quest'ora del mattino non è di mio gradimento"
Immediatamente si strinse nelle spalle, di Burrobirra, lavorando ai Tre Manici di Scopa, ne vedeva sin troppa ed era arrivata al punto di non apprezzarla o bramarla come invece accadeva agli altri studenti. Contemporaneamente, si maledisse mentalmente per non aver portato con sé nemmeno una dannatissima tavoletta di cioccolato. Nel rientrare al castello, avrebbe potuto fare una misera tappa a Mielandia per fare rifornimento... invece no, s'era talmente affrettata, che il suo cervello aveva partorito quell'idea soltanto in un secondo momento, quando ormai, ovviamente, era troppo tardi per tornare indietro.
Narcissa si guardò attorno, mentre attorno a loro la folla di studenti s'era ormai completamente diradata: tutti sembravano essersi indirizzati verso la lezione del giorno, ma a lei ancora la voglia di incamminarsi mancava. Inclinò appena il capo verso destra, stringendo leggermente gli occhi e focalizzando la sua attenzione su Camille. D'un tratto, una leggera cicatrice sul labbro superiore della Tassorosso calamitò l'attenzione di Narcissa. Anche lei ne aveva una, dovuta a un piccolo incidente domestico che aveva avuto diversi anni prima, ma fortunatamente non era visibile se non in estate, quando i vestiti andavano restringendosi e le parti del corpo spuntavano furtive dietro mini abiti e pantaloncini corti.

"Cos'hai fatto sul labbro?" domandò, spinta da sincera curiosità.
Forse sarebbe risultato invadente il suo comportamento, forse anche antipatico. Chissà... eppure quella cicatrice aveva attirato la sua attenzione, al punto che non era riuscita ad esimersi dal ficcanasare nella vita della giovane Tassina.



 
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view post Posted on 15/11/2020, 11:58
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Narcissa sembrò riflettere sull'offerta, che poi declinò, non sembrava gradire la burrobirra al momento.
Poi rivolse alla tassina una domanda inaspettata.
-La mia cicatrice?-
Lì per lì Camille rimase spiazzata, non perché fosse una domanda invadente, non la metteva a disagio parlare di sé, ma perché il solo ricordo la faceva ancora ribollire di rabbia.
-Una rissa, se così possiamo defirla. Quando avevo sette anni un bulletto aggredì me e il mio migliore amico per rubarci la palla con cui stavamo giocando.-
Il solo ricordo di Martin, il bulletto che terrorizzava i bambini solo per puro divertimento, per credersi "superiore", le faceva salire un odio che non era solito comparire sul viso della tassina.
-Aveva spintonato violentemente a terra il mio amico e io provai ad atterrarlo a mia volta, ma sfortunatamente finii io faccia a terra ferendomi- disse Camille, con del rancore represso nella voce.
Da quel momento aveva giurato di farla pagare a Martin e chiunque si comportasse così con i più deboli e con i suoi amici e familiari.



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Narcissa Miller
view post Posted on 15/11/2020, 12:19




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er quanto la domanda potesse risultare inopportuna e invadente, soprattutto perché posta da una persona con la quale non aveva mai avuto a che fare in precedenza e della quale non sapeva altro se non il nome e la Casa d'appartenenza, Camille, con sorpresa di Narcissa, rispose alla domanda, arricchendo anche di dettagli. Sembrava infervorata, come se rivivere quel momento le avesse fatto riaffiorare un gran dolore emotivo. La Serpeverde restò in silenzio qualche attimo, poiché il racconto dal punto di vista di Camille poteva sembrare il resoconto di una delle sue vittime: prima di diventare una "bimba-scudo", ossia prima di imparare a lasciarsi rimbalzare addosso le offese ed afferrarle per rilanciarle con maggior cattiveria, Narcissa per un lungo periodo della sua vita aveva subito angherie e discriminazioni da parte dei figli di babbani, che non riuscivano a comprendere la sua "stranezza"; in fondo, per quanto suo padre fosse un nato babbano e i suoi nonni fossero, per l'appunto, semplici ed ingenui babbani, dalla parte di sua madre aveva acquisito poteri magici che non era mai stata in grado di governare, se non soltanto dopo il suo arrivo a Hogwarts. Quelle sue potenzialità, che nonna Elodie tanto elogiava, erano state fonte di discriminazione e di emarginazione per lei. Ne aveva tanto sofferto al punto che spesso e volentieri s'era trincerata dietro un muro di cattiveria gratuita pur di uscirne indenne e non rischiare di ritrovarsi invischiata in situazioni dove avrebbe prevalso il più forte sul più debole.
A fronte delle parole di Camille, la Serpeverde alzò gli occhi e li fissò in quelli della Tassorosso.

"Un bullo?" domandò con perplessità, passandosi una mano nei capelli.
L'intensità con cui si concentrò su Camille divenne ancor più grande; la bimba avrebbe accettato la sua natura, nonostante tutto?

"Nessuno può essere un bullo, se si diventa più forte di lui" dichiarò con convinzione.
Si arrestò qualche attimo, prima di ritrovarsi di fronte una delle prime ragazzine a cui aveva fatto versare lacrime amare. Quella sciagurata aveva osato chiamarla "bambina strana e pazza" davanti a tutti e lei cos'aveva fatto? Dalla rabbia l'aveva picchiata, con violenza. Aveva smesso in quell'istante d'essere la Narcissa timida e introversa, per diventare una ragazzina accecata dall'odio e dalla prepotenza.

"Dovresti allenarti e diventare più forte di lui e poi sfidarlo ancora, schiacciandolo" dichiarò fermamente convinta.


 
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view post Posted on 15/11/2020, 12:49
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Narcissa gurdò la tassina come se le sue parole avessero risvegliato in lei un ricordo altrettanto poco piacevole.
*Forse non siamo così diverse dopo tutto* pensò, non che avesse mai avuto pregiudizi sugli altri.
Dopo essere rimasta in silenzio ad assimilare le parole di Camille, Narcissa la incoraggiò a rafforzarsi per affrontare nuovamente Martin, o chiunque avesse provato a comportarsi nuovamente così con lei e i suoi amici.
*Come darle torto, in fondo la sua speranza era quella di apprendere il più possibile, di affinare le sue doti magiche per riuscire, in futuro, a proteggere se stessa e gli altri, maghi o babbani, da persone come Martin* pensò la tassina.
-Hai ragione sai-esordì la tassina dando voce ai suoi pensieri.
-Quello che voglio fare una volta finti gli studi è diventare un Auror. Sicuramente sarà un percorso lungo, ma alla fine sono sicura che in questo modo riuscirò ad affrontare nuovamente Martin o persone, maghi o babbani, che come lui proveranno a minacciare me o i miei amici e familiari-
Se c'è una cosa che Camille tutt'oggi odia sono le persone che se la prendono con i più deboli, un giorno spera davvero di riuscire a difendere come si deve se stessa e gli altri da questi soggetti, babbani, maghi o creature oscure che siano.



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Narcissa Miller
view post Posted on 15/11/2020, 13:36




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S
embrava quasi che la ragazzina fosse sul piede di guerra con quel fantomatico ragazzo di nome Martin. Il tutto per, a quanto pareva, una palla. Un'assurda palla. Narcissa inarcò nuovamente un sopracciglio, scetticismo che si ritrovò accentuato nel momento in cui Camille Donovan accennò alla sua aspirazione di diventare Auror. Quale nesso intercorreva tra l'essere Auror e il vendicarsi su Martin? non sarebbe stato più divertente usare un incantesimo Vomitalumache o farlo levitare a mezz'aria con un Levicorpus per poi farlo passare per un pazzo furioso che ha le visioni su cose impossibili?
"E tu vorresti diventare Auror solo per vendicarti di una stupida palla?" domandò Narcissa, decisamente incredula.
"Io sfrutterei un bell'Engorgio per farlo strozzare con la sua stessa lingua. O delle lumache... vomitare lumache, sai che meraviglia? Un piccolo e bavoso Martin... uno spettacolo" commentò, riservando un certo disprezzo nei confronti del ragazzino che aveva fatto rissa con Camille e il suo amico.
Poi Narcissa si passò nuovamente la mano nei capelli, segno che la sua mente stava ancora febbrilmente lavorando e macchinando qualcosa. Di sordido, di subdolo? Chissà, ciò nonostante il pensiero galoppava furiosamente.

"E poi, sai... i bulli sanno con chi prendersela. Bisogna evitare di dar loro il pretesto per attaccare bottone" concluse, con il tono di chi la sapeva lunga. Fingeva d'avere una certa esperienza, e forse l'aveva anche. Eppure, ciò nonostante, Narcissa aveva deciso che la sua strada era schiacciare chi l'aveva fatta soffrire e, soprattutto, diversi a discapito di chi risultava palesemente indifeso.

 
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view post Posted on 15/11/2020, 14:23
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Narcissa sembrava un po' confusa e incredula dalle affermazioni della tassina.
-Non è tanto per la palla, che tra l'altro sono convinta fosse una scusa per far rissa, ma per quello che ha fatto per averla. Era disposto a fare male seriamente a me al mio amico se non fosse intervenuta mia madre. Tra l'altro mentre stavo tentando di mandarlo nuovamente a terra.- spiegò la tassina.
-Quel ragazzino si è sempre sfogato in questo modo su maghi e streghe più piccoli per essere nato magonò, anche se questi ovviamente non glielo facevano pesare.- disse dopo una breve pausa.
Camille stava riflettendo su quello che Narcissa le aveva detto su come vendicarsi, sinceramente era sempre sembrata la via più semplice anche a lei.
-Magari bastasse usare un solo incantesimo contro certe persone. Stavo pure per usarla la magia, ma ovviamente mi è sempre stato vietato perché davanti ai babbani è proebito ai minorenni.- disse dando voce ai suoi pensieri.
Anche se dentro di sé Camille era ancora pentita di non aver scagliato lontano quel bulletto, dopotutto sarebbe stato piu facile.
-E comunque diventare un Auror mi è sempre sembrata la soluzione migliore per farmi rispettare come autorità e cercare di difendere me e gli altri da soggetti come Martin, se non peggiori lui.-.
Non era sicura di essere compresa fino in fondo, ma sicuramente le scorciatoie per risolvere i problemi non erano mai state nel suo stile. La rissa con Martin è stata solo la miccia che ha acceso in lei la voglia di raggiungere un obiettivo più grande.



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Narcissa Miller
view post Posted on 15/11/2020, 14:45




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iù parlava con la Tassorosso e più ritrovava vecchi ricordi relativi alla sua vita passata prima di cambiare radicalmente; ricordava in particolare un nome, Carl. Carl era figlio di maghi, ma aveva una perfidia inaudita addosso e soltanto successivamente Narcissa era venuta a sapere da sua nonna Elodie che, nella loro malsana convinzione di riequilibrare i paradossi provocati dal suo status di mezzosangue, avrebbe dovuto sposarlo da grande. Matrimonio combinato. No, per nulla. Narcissa detestava Carl, odiava il suo modo di essere e di porsi. Non lo sopportava per nessuna ragione al mondo, figurarsi se l'avrebbe sposato. Anzi, appena ne aveva avuto l'occasione gli aveva restituito tutte le brutte parole che aveva speso nel corso del tempo nei suoi confronti.
"Lo facevano anche con me" esordì Narcissa con tono pratico. "I babbani, soprattutto, ma anche i maghi purosangue. Senza distinzione, quando uno si crede chissà chi, lo crede e basta. Poi ho capito che nessuno poteva mettermi i piedi in testa, da allora li ho schiacciati tutti, uno ad uno. Uno di loro frequenta Hogwarts e ha persino paura a passare dove sono io".
Carl. Già, Carl frequentava Hogwarts. Il figlio degli amici di sua nonna era stato smistato a Corvonero, motivo per cui Narcissa nutriva meno stima per i Corvonero rispetto ad altri membri delle case di Hogwarts. Sospirò appena, incurante di aver appena ammesso di essere a sua volta particolarmente aggressiva nei confronti di chi non le andava a genio. Ed effettivamente, se ripensava al comportamento che aveva assunto contro alcuni suoi compagni, tra cui la malcapitata Delta, che s'era dovuta sorbire le sue rispostacce e i suoi soprusi. E Rubina, pure lei, aveva avuto un benvenuto non tra i migliori da ricordare...
"Lo so che è proibito ai minorenni fare magie, però se nessuno ti vede..." ribatté, anche se non ne era pienamente sicura. Qualcuno avrebbe percepito l'uso della magia in maniera così imprudente? O sarebbe passato inosservato? Dal Ministero come facevano a controllare ogni singola bacchetta esistente?
"Cioè, io penso che se dovessero tenere sotto controllo ogni singola bacchetta, al Ministero non lavorerebbero più, no?" aggiunse, giusto per avvalorare ulteriormente la sua tesi e dare maggior consistenza alla sua becera convinzione.
"In qualsiasi caso, se vuoi diventare Auror, dovrei cominciare a preoccuparti di non far attendere troppo la McLinder, sai com'è" concluse poi, in riferimento al fatto che ormai s'era fatto tardi per presentarsi a lezione.
Che fare? Prendersi una lavata di testa o inventarsi una qualche scusa? Avevano temporeggiato un po' troppo e adesso era opportuno rimediare senza che Serpeverde potesse cacciarsi nei guai per colpa sua.

"Per esempio, un Auror non arriverebbe mai in ritardo a lezione" la stuzzicò.
 
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view post Posted on 15/11/2020, 15:22
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Narcissa sorprese Camille quando le raccontò che anche lei aveva subito un'esperienza simile, tra l'altro con un ragazzo che attualmente frequenta Hogwarts; si sentì capita in un certo senso.
-Si, in effetti non so quanto efficacemente controllino l'uso delle bacchette al ministero- disse pensierosa.
-Un pensierino sull'usare alcuni incantesimi innocui potrei farlo- riflettè la tassina sogghignando all'idea di veder vomitare lumache a Martin.
Forse la prossima volta non sarebbe stata tanto clemente.
Narcissa la riscosse dai suoi pensieri facendole notare che in effetti erano in ritardo per la lezione di incantesimi.
-Cavolo, hai ragione, meglio sbrigarci.- disse Camille.
-Tra l'altro la professoressa McLinder è pure la mia capocasa, sia mai mi faccia togliere dei punti proprio da lei.- disse la tassina con un certo allarmismo.




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view post Posted on 15/11/2020, 15:50




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er quanto il suo pensiero sulle bacchette e sul loro controllo potesse essere assurdamente discutibile, Camille sembrò invece approvare la sua fantasiosa teoria. Chissà se presto o tardi il Ministero avrebbe scoperto l'uso di un incanto contro un'altra persona? Ma soprattutto, quale Ministero avrebbe perso tempo e risorse economiche per punire una ragazzina che stava vendicandosi dei soprusi e delle angherie subite durante l'infanzia? Sorrise tra sé e sé Narcissa, pensando che forse su Carl avrebbe potuto vendicarsi tra le mura della scuola: lì non c'erano babbani che avrebbero potuto intercettare la magia e soprattutto gli unici ad avere potere e giurisdizione restavano gli insegnanti. Al massimo le sarebbe toccata una punizione o la decurtazione di qualche punto della Casa, null'altro.
Fu però quando Camille disse di sbrigarsi per la lezione che Narcissa scoppiò a ridere. Una risata cristallina, sincera e ingenua. Davvero credeva che la McLinder non le avrebbe punite? Ormai, Narcissa n'era certa, la donna era già nel bel mezzo di qualche dimostrazione e interromperla non sarebbe stata un'idea esilarante. Almeno, lei non ci avrebbe nemmeno provato e per quel giorno avrebbe disertato, rifilando alla docente una qualche scusa logica e limitandosi a consegnare i compiti assegnati.

"Siamo oneste, se andiamo in aula adesso la McLinder ci punirà. L'unica è inventarsi una scusa plausibile per aver disertato, come ad esempio dire che tu sia stata male e che io abbia dovuto assisterti" dichiarò Narcissa piuttosto convinta delle sue parole.
In fondo, si disse, era "colpa" di Camille se avevano tardato. Poco importava se poi lei avesse speso del tempo a darle corda e a indagare sulla sua cicatrice, perdendo così minuti preziosi. La colpa era sempre meglio scaricarla. Sul viso di Narcissa comparve un ghigno beffardo.

"A meno che tu non voglia vedere colare a picco quei pochi punti che avete" aggiunse, cercando di persuaderla a disertare la lezione.


 
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view post Posted on 15/11/2020, 16:16
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Narcissa scoppiò a ridere, ma lì per lì la tassina non capì perché.
Poi la Serpeverde le propose di saltare la lezione, perché a quanto pare rischiavano di essere punite per il presunto ritardo.
A Camille non sembrava fosse passato così tanto tempo, saranno stati cinque minuti massimo.
Una bella corsa avrebbe colmato il ritardo tranquillamente.
-Ma no dai, non siamo così in ritardo, sicuramente ce la facciamo.- disse per convincere se stessa e l'altra studentessa.
-Dopotutto se non ricordo male sono solo una rampa di scale o due, se corriamo sicuramente ce la facciamo- disse con ancora più convinzione la tassina.
-Poi per un paio di minuti sicuramente la prof. sarà comprensiva-
In effetti la professoressa McLinder era una persona molto dolce e comprensiva, anche se ovviamente meglio non approfittarsi di lei.



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Narcissa Miller
view post Posted on 15/11/2020, 17:03




Narcissa Elodie
Miller
«O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori, quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!»

► Mood: Happy► Età: 11 anni ► Ruolo: Studentessa► Outfit: Divisa di Serpeverde

S
orrise appena. La fame ormai stava vincendo sul buonsenso e per una bulimica come lei lasciare arrovellare lo stomaco tra gorgoglii e borbottii non era la soluzione ottimale. Lanciò un'occhiata a Camille, accompagnandola con un'alzata di spalle, quasi a voler dire 'vedi tu, fa' come credi'.
Narcissa spostò nuovamente i capelli, amava giocare col ciuffo biondo e portarselo dietro l'orecchio anche quando non ne aveva motivo. Sovente accadeva persino che lo andasse a stuzzicare appositamente per mandarlo fuori fase e farlo poi tornare appositamente al suo legittimo posto.

"Come credi. Ma ricorda..."
La bimba interruppe bruscamente le sue parole con l'intento di lasciare col fiato sospeso anche la Tassina. Chissà se l'avrebbe seguita o se alla fine invece avrebbe comunque seguito la via che l'avrebbe condotta al primo piano.
"...alle scale piace cambiare"
Gongolante spostò lo sguardo verso il fondo del buio corridoio del sotterraneo, dove la scalinata a chiocciola che conduceva al piano terra era fiocamente illuminata da alcune torce. Forse era l'unica scala, o comunque una delle poche, che non aveva problemi di movimento.
 
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27 replies since 15/11/2020, 09:37   227 views
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