Emma C. Green Ma pensa un po' che stronzo... disse girando la pagina del romanzo che aveva tra le mani. Si trattava di "Orgoglio e pregiudizio", la giovane Grifondoro lo aveva avuto in regalo dalla sorella di Mitchell per il suo compleanno, quella donna sapeva quanto ad Emma piacesse leggere. Il suo commento era riferito al Signor Darcy, il più noto personaggio di quel romanzo. Rappresenta un archetipo dell'eroe romantico, altero e introverso... e spesso stronzo, appunto. ...fossi stata in te, Elizabeth, un bel ceffone non glielo avrei sicuramente negato. Emma continuò a leggere ancora e ancora, si era svegliata presto quella mattina, non si era resa conto di quanto tempo fosse passato, gli occhi cominciavano a reagire a quello stress, aveva dimenticato gli occhiali da lettura in camera, così decise che magari era meglio fermarsi, i suoi occhi meritavano sicuramente un po' di riposo e lei meritava sicuramente qualcosa di dolce da mettere sotto i denti: si ricordò della ciambella glassata che aveva in camera, ne avrebbe approfittato per prendere due piccioni con una fava, occhiali e ciambella. Raggiunto il dormitorio notò che alcune delle sue compagne dormivano ancora mentre alcune non c'erano e lei non aveva idea di dove fossero andate, ne approfittò per peccare di gola e mangiare tutta da sola quella bella ciambella, avrebbe letto anche un altro capitolo se i suoi occhi, con l'aiuto degli occhiali da riposo, glielo avrebbero permesso. Mezz'ora dopo, pensò fosse meglio andare a fare un giro, le sue gambe avevano bisogno di sgranchirsi così si incamminò tra i corridoi e le scale di Hogwarts senza una vera meta, probabilmente avrebbe trovato qualcos'altro da fare e come un pezzo di pizza davanti ad un bel film comparve Camille: quella ragazza compariva sempre nei momenti più opportuni, Emma fu felice di quell'incontro. Ciao Cami! Tutto bene...e tu come stai? rispose alla Tassorosso In realtà sono sveglia da un bel po'... avevo voglia di continuare a leggere il mio libro... fece spallucce adesso ero in cerca di qualcos'altro da fare... idee? la guardò attentamente e le sembrò in difficoltà Ti serve una mano? Dai qua... disse allungando le braccia verso di lei per toglierle il peso di qualche libro.
Emma C. Green Ah… è di compiti che si tratta? Emma sapeva bene quanto Camille fosse dedita allo studio, forse anche più di lei, ma era sicura che non si sarebbe tirata indietro se le avesse proposto di fare qualcosa di divertente: riguardo a questo erano molto simili, ed Emma da quando l'aveva conosciuta aveva pensato spesso che sarebbe stata una degna Grifondoro, ma il cappello non l'aveva pensata come lei; d'altronde la strega Grifondoro era convinta che Camille fosse orgogliosa della sua Casata, esattamente come lei stessa era orgogliosa della sua. Ti riferisci a questo? Aveva chiesto sventolando Cime tempestose ...si, mi piace un sacco leggere, un'altra cosa che abbiamo in comune... Sorrise alla Tassorosso, le piaceva sempre di più. Emma prese dalle braccia della povera streghetta un po' di libri per aiutarla Ecco, così almeno riesci a guardare dove vai... scherzò Mi chiedo con quale forza tu sia riuscita a portare tutti questi libri fino a qui da sola... Emma ne aveva preso in braccio la metà e le sembrava già difficile così. Dopo aver sentito l'odore invitante che proveniva molto probabilmente dalla cucina, a Camille venne una bella idea. Bellissima. Proprio in quel momento il suo stomaco brontolò in tutta risposta. In effetti sarebbe grandioso… ho un certo languorino... La strega Grifondoro seguì Camille lungo le scale a chiocciola che portavano ai sotterranei, avrebbero lasciato quei pesantissimi libri e si sarebbero dirette alla cucine, sperando di non far arrabbiare gli elfi. In realtà se si fossero arrabbiati, forse sarebbe stato più divertente.
Emma C. Green Mamma mia che profumino invitante! - la Grifondoro si portò una mano allo stomaco avvertendo un brontolio. La strega non sapeva bene come si potesse accedere alle cucine, ma per fortuna l'amica Tassorosso aveva avuto delle istruzioni da un suo concasato, restava solo da scoprire se erano giuste o sbagliate. Seguì Camille che esaminava i quadri appesi alla parete, sapeva per certo che avrebbe trovato quello giusto, quando Camille si metteva in testa una cosa ci provava finché non ci riusciva: molte volte la strega aveva pensato che non si sarebbe trovata male tra i Grifondoro. Emma guardò l'amica solleticare una pera raffigurata su uno dei quadri - Spero che quella pera non soffra il solletico. - scherzò - ...per tutte le bacchette... ha funzionato! - esultò entusiasta dopo aver visto comparire una maniglia. Dopo la domanda di Camille inspirò a fondo per riuscire a captare meglio gli odori - Secondo me brioche di zucca... si, sicuro... sento anche odore di ciliegie... - lo stomaco della strega brontolò nuovamente - Spero non ci caccino via... - seguì Camille senza esitare ritrovandosi davanti almeno un centinaio di elfi domestici, ognuno concentrato a fare il proprio lavoro - Ne sono davvero tanti...riusciresti a contarli? - La strega Grifondoro continuò a seguire Camille fino a quando alcuni degli Elfi alzarono lo sguardo e le videro - Buongiorno... - si affrettò a dire Emma - ...non vogliamo disturbarvi... insomma... possiamo mangiare qualcosa? Abbiamo tanta fame! - Cercò di fare la voce da vittima sperando che gli elfi non le mandassero via. Guardò Camille cercando aiuto con lo sguardo: se c'era una persona che poteva convincere gli elfi a farle accomodare, quella era sicuramente l'amica Tassorosso.