Nient'altro che del bianco a cui badare, Privata

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view post Posted on 18/12/2020, 14:06
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La tanto attesa neve aveva fatto il suo debutto, ricoprendo il paesaggio del morbido e freddo tappeto tipico di quel periodo dell'anno. Pochi erano gli studenti non impegnati a sistemare le valigie per le vacanze di Natale e la maggior parte, contabile sulle dita di un paio di mani, era lì in giardino a giocare con la neve.
Una sola Tassorosso, coi capelli scuri coperti da un cappello con un grosso pon pon in cima, era seduta su di una panchina immersa nei suoi pensieri. Stringeva una ricordella in una mano, coperta da un guanto di lana, ed osservava il fumo bianco muoversi al suo interno, mentre nell'altra una pergamena scarabocchiata riportava alcuni di quegli ingarbugliamenti mentali, trascritti con foga, unendo insieme emozioni opposte di rancore, tristezza, gioia. Era quindi difficile decifrarne il contenuto, solamente l'autrice avrebbe potuto mettere ordine fra quelle parole, ma risultava impossibile persino a lei.
In cima a tutto spiccava un Cara Cordelia, sotto il quale erano cancellate e scarabocchiate diverse parole; scusami se ci ho messo tanto tempo per rispondere alla tua lettera erano pure ben chiare, mentre tra le barre dell'inchiostro si poteva dedurre che ci fosse scritto qualcosa come la tua decisione improvvisa mi ha sconvolta. Avevo deciso di fare l'opposto di quello che mi avevi chiesto: dimenticarti denotando che erano pensieri che non avrebbe voluto che raggiungessero la destinazione prefissata.
Provava quella sensazione fastidiosa nel petto e nello stomaco, in grado di far rendere conto che c'è qualcosa che non va, senza però spiegare cosa sia né come riuscire a risolverla. Non è fame, inutile mangiare; e non è nemmeno costipazione o indigestione, inutile quindi vomitare.
Sono felice per la scelta che hai fatto era un'altra frase leggibile, con un davvero evidentemente aggiunto successivamente, mediante una freccia subito dopo la prima parola. Una cosa che, forse, aiuterebbe in questi casi, sarebbe quella di tirare fuori tutto, in un modo semplice, banale ed infantile: ogni bambino è in grado di farlo, fin da appena nato. Ma non sarebbe comunque servito a fermare per sempre quel senso di abbandono costante, l'avrebbe placato per qualche minuto, forse ore, ma sarebbe tornato. Consapevole, Gwen rimaneva ad osservare l'oggetto di vetro nella sua mano, sperando che il fumo bianco diventasse improvvisamente rosso per costringerla a fare qualcosa che aveva dimenticato, rimandando così per l'ennesima volta la stesura di quella lettera.
Sono certa che adesso, che stai facendo qualcosa che ti piace davvero, tu sia veramente soddisfatta e soprattutto felice. È questa la cosa più importante.
Il motivo per il quale non riusciva ancora a decidersi era perché, come evidente da quel foglio che stringeva nella mano, non trovava le parole giuste. Nulla di quello che aveva scritto le andava bene, nulla era in grado di sorreggere il peso dello sgomento, per un addio così repentino, compensato dal peso della gioia per la felicità di quella sua vecchia amica. Non era facile trasformare in testo quelle emozioni, per Gwen era sicuramente più semplice distrarsi e rimandare ad un momento in cui i suoi sentimenti si fossero dati una regolata. Forse proprio per questo motivo si era recata in giardino anche con quel freddo: guardare gli altri studenti spensierati fra la neve era in grado di rilassarla e concederle di fare ordine nella sua mente.
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view post Posted on 29/5/2021, 14:03
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Quella mattina Emma si era svegliata presto per colpa del suo gatto. Il braccio destro penzolava dal letto quando la Grifondoro aprì solo l'occhio destro guardando Snooty che era tutto concentrato a dare colpetti con la piccola zampa alla sua mano, come se lei l'avesse messa lì apposta per farlo giocare. Il micio la guardò con sdegno quando la strega lo spinse via. I due ormai non si sopportavano, quel gatto viveva per farle i dispetti, anche un bambino lo avrebbe capito subito. Quel pomeriggio sarebbe dovuta tornare a casa per le vacanze di Natale, non aveva ancora iniziato a fare le valigie, ma non se ne preoccupava, avrebbe messo la sua roba così, alla rinfusa, come faceva tutte le volte e in cinque minuti il bagaglio sarebbe stato più che pronto. Dove aver fatto la doccia ed essersi vestita, cominciò a prendere qualche maglione e a gettarlo nella valigia senza piegarlo, poi fu il turno di un paio di jeans e una manciata di calzini senza nemmeno controllare se fossero appaiati: Snooty non faceva altro che metterli in disordine, quel gattaccio ingrato. Lei aveva perso la voglia di riordinarli ogni volta, così l'unica cosa a cui teneva fosse in ordine (i calzini) ormai, era anch'essa in disordine come il resto della sua roba stropicciata: già immaginava Mitchell rimproverarla per questo. Ecco fatto! esclamò dopo aver chiuso il bagaglio. Nel frattempo Snooty era sparito, non sarebbe andata a cercarlo se non avesse avuto voglia di fare una passeggiata tra la neve, così si incappucciò per bene e uscì fuori. Amava il freddo. Il giardino era quasi deserto e di Snooty non c'era alcuna traccia, forse era rimasto all'interno della scuola, ma non le importava, in fondo non era uscita davvero per cercarlo, sarebbe tornato da solo quando ne avrebbe avuto abbastanza di stare nascosto chissà dove, non era la prima volta che capitava, non sarebbe stata nemmeno l'ultima. Emma in lontananza notò una figura seduta su una panchina. Decise di andare in quella direzione, magari era qualcuno che conosceva. Quando fu vicina si rese conto che non era così, eppure quella ragazza aveva un'aria familiare, avrebbe giurato potesse essere uno dei Prefetti dei Tassorosso. Stava per dire qualcosa, ma poi esitò. La ragazza non sembrò essersi accorta della sua presenza, aveva un'aria decisamente triste e malinconica. In una mano teneva stretta qualcosa che Emma non riuscì a riconoscere, forse una Ricordella, mentre nell'altra una pergamena: la strega immaginò fosse una lettera e che magari fosse triste per il suo contenuto. Che il suo innamorato l'avesse lasciata? Beh, ad Emma in quel momento venne voglia di tirarle su il morale, qualsiasi fosse il motivo della sua tristezza avrebbe cercato di farla ridere. Si accoccolò a terra e raccolse tra le mani una quantità di neve pari alla grandezza di un tazzone e la modellò rendendola una palla. Chissà con quale criterio pensò che lanciarla addosso alla studentessa imbronciata sarebbe stata una bella mossa. Ormai la palla di neve aveva raggiunto la testa dell'altra strega, era decisamente troppo tardi per ripensarci.
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view post Posted on 22/8/2021, 15:25
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La Tassorosso continuava a guardare il fumo bianco all'interno della Ricordella, un oggetto per il quale non capiva più quale emozione provare: rabbia? Affetto? Forse nostalgia. Sospirò pensando che avrebbe ridotto anche quella pergamena in una palla di carta inservibile, per poi distogliere lo sguardo dall'oggetto di vetro che aveva tra le mani. Le emozioni si erano aggrovigliate e stava diventando davvero difficile cercare di metterle in ordine per riuscire a capirle. Alzò la testa verso il cortile, dove il bianco della neve avrebbe potuto contribuire a schiarire ogni pensiero e così accadde, letteralmente: una palla di neve, probabilmente compressa a mano, stava viaggiando nella sua direzione. I riflessi della Tassorosso non erano molto sviluppati, figuriamoci se si trattava di qualcosa di improvviso ed inaspettato, dopo un momento di totale smarrimento mentale. Più che sussultare chiudendo gli occhi e trattenendo il respiro, non riuscì a fare nient'altro e quella morbida sfera bianca si spalmò in pieno sulla sua faccia. Era fredda, ovviamente; tanto fredda da contribuire davvero a modificare le sue emozioni. Rapidamente tentò di rimuovere il gelo dal suo volto, spostandolo con difficoltà. Probabilmente la goffagine con cui aveva compiuto quel gesto aveva lasciato dei residui di neve tra le ciglia, che non permisero ai suoi occhi di riaprirsi subito e capire cosa fosse successo. Di certo le palle di neve non volavano in giro come per magia, ma ad Hogwarts era tutto possibile e la curiosità di scoprire che qualcosa di magico lanciasse neve qua e là si fece largo tra quei pensieri malinconici. Bisognava ammettere che stava già funzionando? Occupare la mente con qualcos'altro è un metodo davvero efficace per aiutarla a ricomporsi, ritrovare una linea da seguire per mettere in riga tutto il resto. Non poteva però dimenticare: la Ricordella infatti, mostrava ancora del fumo bianco.
Quando finalmente la Tassorosso riprese a mettere a fuoco i dintorni, notò una figura minuta con un cappuccio sulla testa, che fosse il colpevole del lancio della neve? O forse aveva visto la vera causa. La studentessa non ci pensò due volte, ripose la sfera trasparente nelle sue tasche insieme alla pergamena accartocciata, e si alzò dalla panchina per muoversi in direzione di quella figura sconosciuta. Cercava di camminare con decisione, ma l'equilibrio sulla neve era ben diverso e dall'esterno la sua camminata era sicuramente più impacciata; senza contare che cercava ancora di pulirsi la faccia dagli ultimi residui di gelo, con l'intenzione di aiutarla ad ottenere una temperatura più alta. Si fermò a pochi passi da quella figura, che adesso riconobbe come una studentessa, anche se non possedeva un volto a lei noto.
«Hai lanciato tu quella palla di neve?» Il tono era tranquillo e la voce alta al punto da potersi fare udire dalla sua interlocutrice, forse poteva notarsi quel pizzico di indecisione dovuta al fatto che non era certa di cosa dirle; probabilmente aveva lanciato lei quella palla di neve, non esisteva nulla di magico che lo facesse al posto delle persone, vero?
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view post Posted on 28/12/2021, 09:55
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Lanciare della neve ad una persona con la quale non hai nemmeno confidenza non è di certo una bella mossa, ammettiamolo. La Grifondoro si era pentita di averlo fatto appena la palla di neve si era sfaldata sulla faccia dell'altra ragazza che in un primo momento cercò di pulirsi il viso non riuscendoci molto bene. Emma era combattuta: avrebbe voluto chiederle scusa per il suo gesto inopportuno e forse anche maleducato, ma allo stesso tempo le scappava da ridere, così si morse il labbro per cercare di trattenersi. La ragazza si mise in tasca qualcosa e guardò nella sua direzione e fu proprio in quel momento che riconobbe il suo volto: era uno dei prefetti Tassorosso! Cavolo… aveva lanciato una palla di neve dritta in faccia ad un Prefetto. La giovane strega temette seriamente che questo suo gesto avrebbe fatto perdere dei punti ai Grifondoro. Immaginò già Casey che la rimproverava… e tutti i suoi compagni ce l'avrebbero avuta con lei: doveva rimediare a tutti i costi, o almeno doveva provarci. La Tassorosso andò verso di lei facendo fatica a camminare sulla neve, il ché l'avrebbe divertita se non fosse stata preoccupata per i punti. Potevano anche sospenderla per una cosa così? Emma non era ansiosa di scoprirlo. Non aveva mai subito interventi disciplinari prima di quel momento e non aveva mai causato la perdita di punti per i Grifondoro, non avrebbe di certo voluto interrompere quella striscia positiva. Il tono della strega di fronte a lei non sembrava arrabbiato quando le aveva fatto la fatidica domanda ed Emma pensò che sarebbe stato meglio non mentire - Ecco… vedi… in realtà si, sono stata io - ammise senza abbassare lo sguardo - Non l'ho fatto con cattiveria… ti ho vista tutta sola e mi sei sembrata triste…. Così ho pensato che giocare con la neve ti avrebbe tirato su il morale - ammise - adesso che l'ho detto ad alta voce questa idea mi sembra davvero stupida… scusami tanto!. Emma sperò che la sua sincerità e le sue scusa sarebbero bastate per passarla liscia. Comunque sia quella ragazza non incuteva timore come altri prefetti che conosceva.
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view post Posted on 25/1/2022, 19:10
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La risposta alla domanda del Prefetto venne esposta senza troppe esitazioni, con l'ammissione di una colpa apparentemente più grande di quello che era in realtà. Frenò la mano che, per mettere meglio a fuoco il volto della sua interlocutrice, tentava di pulirsi il volto ancora una volta: non voleva farle credere che fosse così fastidioso. «Non preoccuparti» Ammise poco dopo, rendendosi conto che probabilmente il suo umore era paradossalmente così sottoterra da essere visibile fino all'esterno. «Non era una cattiva idea, anzi..» Tentò di incoraggiare lo spirito positivo, seppure azzardato; in fin dei conti è il pensiero che conta. Solo che proprio non riusciva a sorridere per evidenziare che non fosse accaduto nulla di grave. Non era colpa della palla di neve, sia chiaro, quella era una piccola distrazione che avrebbe potuto cambiare davvero l'umore della Tassorosso. Il problema era altrove, difficile da dimenticare.
Una parte di lei avrebbe voluto sfogarsi, urlare contro un volto sconosciuto per dargli la colpa del male che stava provando. Sarebbe stato facile, prendersela per una palla di neve lanciata all'improvviso, ma a cosa sarebbe servito? Si limitò quindi ad inspirare profondamente, non riuscendo a frenare quell'emozione nostalgica come aveva fatto con la sua mano poco prima. Avrebbe però fatto qualsiasi cosa affinché le sue emozioni non trasparissero, a maggior ragione per evitare di doverle spiegare. Doveva assolutamente fare qualcosa per cambiare argomento, per cambiare pensieri. Spostare lo sguardo, anche solo di pochi centimetri, permetteva la vista di tutto il bianco che il giardino aveva raccolto: la neve faceva da padrone a quel panorama che con gli anni era diventato sempre più prezioso per lei. Aveva passato già diverse avventure ed ognuna di esse l'aveva portata a consapevolezze maggiori. Certo, aveva ancora tanto da imparare e non vedeva l'ora di farlo, e tra le cognizioni da apprendere c'era sicuramente l'accettazione dell'abbandono. Probabilmente una parola troppo forte per la situazione con Cordelia; l'amica non l'aveva abbandonata, anche se la tristezza che la Tassorosso stava provando sembrava vertere proprio su tali sentimenti. Se ci rifletteva bene, infatti, Cordelia aveva solo trovato la sua strada e deciso di percorrerla. Era sicuramente felice e per questo doveva esserlo anche lei.
Eppure c'era ancora qualcosa che premeva sulla sua coscienza in maniera insistente.
«Ti va una partita a palle di neve?» Disse improvvisamente, parlando con naturalezza. Non voleva rimuginare oltre, voleva tornare ad essere la ragazzina spensierata che aveva scoperto di poter usare la magia.
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Lo so che ormai è tardissimo per le candele :cry: ti chiedo nuovamente scusa..mi farò perdonare per bene!
 
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view post Posted on 29/7/2022, 13:40
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Emma restò davvero sorpresa dalla reazione della strega di fronte a lei: il Prefetto Tassorosso non sembrava per niente irritata dal comportamento decisamente poco maturo della Grifondoro. Anche se Emma le aveva lanciato la palla di neve con tutte le buone intenzioni del mondo, questo non significava che il suo gesto era da apprezzare, anzi, probabilmente chiunque altro le avrebbe dato della pazza come minimo.
Non era una cattiva idea.
Le parole della Tassorosso la colpirono senza nuocerle, come quando ti lanciano dell'acqua addosso: per istinto vorresti scansarti, ma alla fine è soltanto acqua, che male può fare?
Davvero non sei arrabbiata? Nemmeno un pochino? - stranamente le parole della strega giallo-nera non la rassicurarono al cento per cento. Aveva detto che non era stata una cattiva idea, eppure il suo viso - ancora sporco di neve per colpa sua - rimase pressoché imbronciato. Emma fece un paio di passi in avanti, i piedi muniti di stivaletti foderati di pelliccia sprofondarono dolcemente in quel bianco ancora una volta. Scrutò il Prefetto cercando nella sua espressione un qualcosa che le facesse capire cosa dire o cosa fare, senza magari peggiorare la situazione di imbarazzo che si era venuta a creare tra loro due proprio per colpa della strega Grifondoro. E poi la sua interlocutrice parlò nuovamente, prendendola alla sprovvista ancora una volta.
Una partita a palle di neve, eh?
Era questo che il Prefetto Tassorosso voleva?
Il viso pallido di Emma fece spazio ad un ampio sorriso, uno di quelli spontanei che sopraggiungono quando qualcuno ti sorprende in maniera positiva, dopo che nella tua testa avevi immaginato scenari peggiori come quello di una sospensione.
Sai, pensavo che i Grifondoro avrebbero perso dei punti per colpa mia, o peggio… che mi avresti fatto sospendere - ammise - ma è una partita a palla di neve quello che vuoi e beh… io ci sto!. Si piegò in avanti e prese con entrambe le mani una manciata di neve soffice e immacolata, cercò di modellarla velocemente affinché assomigliasse a una piccola palla - forza, fatti sotto! - disse lanciando la neve contro Gwen - vediamo chi si arrende per prima, Tassorosso!.
Le sue risate echeggiarono nel grande giardino del castello, arrivando alle orecchie di un gruppetto di studenti che se ne stavano buoni a mettere in piedi un pupazzo di neve. Dovevano essere arrivati da poco perché Emma non li aveva notati quando era arrivata lì.
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Edited by Miss Effe - 29/7/2022, 15:36
 
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view post Posted on 17/8/2022, 13:48
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Non era arrabbiata. Doveva esserlo? Forse a causa dell'orgoglio ferito, dei pensieri distolti o del fastidio provocato dall'improvviso gelo sulla faccia, ma non ce l'aveva con la Grifondoro, che si era presentata come membro di quella Casa per la paura di far perdere punti. Di orgoglio la Tassorosso ne aveva poco, quindi era una ferita trascurabile; i pensieri distolti erano solo un bene, almeno adesso poteva concentrarsi su qualcosa di meno malinconico; il fastidio provocato dal freddo, be' quello invece, «Di certo hai un'ottima mira e se proprio ci tieni, mi arrabbierei per avermi tirato una palla di neve inattesa. È stato come colpire qualcuno alle spalle! Per rispetto di un duellante, praticamente...è amorale!» Rispose mostrando finalmente un leggero sorriso, incapace di avere un'espressione irritata o quantomeno offesa. «Sei una Grifondoro quindi? Nessuna resa in Tassorosso, vediamo se sei in grado di rimanere nel lato di chi non perderà dei punti!» Provocò a sua volta la strega, riponendo la ricordella in una delle tasche del cappotto. Era felice che la strega avesse accettato la sua proposta, senza pensare che fosse fuori di testa.
La Tassorosso iniziò a correre per trovare un punto strategico dove potersi rifugiare mentre preparava le sue palle di neve, ma già un nuovo colpo la prese in pieno sul braccio. «Accidenti!» Mormorò tra sé, fermandosi per abbassarsi e lanciare qualcosa a sua volta. Era molto più lenta della Grifondoro, chiunque nei dintorni l'avrebbe notato, ma non si dava per vinta e correva per cercare di scansare i colpi della sua avversaria. Provava a scagliare la neve senza prendere troppo la mira, in un futile tentativo di guadagnare qualche secondo. Pensava che la quantità in quel caso fosse migliore della precisione. Ciò che considerava assolutamente rilevante era la qualità: una palla di neve ben compattata percorreva distanze più lunghe. Mentre correva per evitare che venisse colpita dalla Grifondoro, schiacciava con quanta più cura possibile la neve tra le mani, in modo da renderla più solida. Gli altri ragazzini nei dintorni, vista la battaglia iniziata, lasciarono perdere il pupazzo per unirsi al lancio di palle di neve. Non c'erano regole o squadre ben precise, c'era solo l'idea di doversi divertire ed era inutile nasconderlo, la Tassorosso ci stava prendendo gusto. Non era importante quante volte riusciva a prendere la sua avversaria o quanti colpi evitava, desiderava solo concentrarsi sul gioco.
I suoi guanti di lana si stavano pian piano bagnando, inumiditi dalla neve che con il calore delle mani, tornava inevitabilmente ad essere acqua fredda. Mentre l'ennesimo cumulo veniva compattato in un'arma sferica, qualcosa incontrò le gambe della Nieranth. Non era chiaro se ci fosse un solido sotto quel manto bianco che ricopriva il terreno, oppure se lo stesso manto avesse impedito i movimenti già impacciati della ragazzina, fatto sta che si ritrovò a dover allungare le braccia in avanti per evitare di finire di faccia nella neve.
Il risultato fu una Tassorosso sconcertata dall'ennesima bella figura compiuta!
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view post Posted on 13/9/2022, 07:30
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Tutta quella distesa di neve era così candida e soffice che sarebbe stato davvero uno spreco non usufruire di quella meraviglia per giocare. Alla Grifondoro per un istante venne in mente quando da piccola, dopo una bella nevicata, si dirigeva fuori casa sua a mangiare la neve: si divertiva a fare finta che quest'ultima fosse una vasta distesa di sorbetto al limone, e anche se il gusto di quel frutto dal sapore pungente non riusciva proprio a sentirlo, l'immaginazione di certo non le mancava.
Vediamo se sei in grado di rimanere nel lato di chi non perderà dei punti.
Alle orecchie di Emma quelle parole erano sembrate una specie di minaccia. La Tassorosso stava dicendo che nel caso la Grifondoro si fosse fatta battere da lei, alla fine le avrebbe sottratto dei punti Casa?
Per un breve istante Emma si sentì in bilico, la situazione avrebbe potuto degenerare, ma di certo c'era dentro fino al collo per potersi tirare indietro… e in fin dei conti aveva cominciato lei, no?
La sfida era cominciata da un po' ormai. La strega rosso-oro continuava a lanciare palle senza sosta verso Gwen: non le dava quasi il tempo di rispondere al fuoco che già una nuova polpetta di neve arrivava a colpirla in un punto a caso del corpo. Emma aveva cercato per tutto il tempo di non mirare al viso pensando sarebbe stato troppo scortese da parte sua nei confronti dell'altra studentessa: non perché quest'ultima fosse un Prefetto, ma semplicemente perché Gwen le era sembrata così impacciata e delicata in quel momento che la Grifondoro non voleva esagerare, anche se dopotutto era un gioco, la Tassorosso stessa glielo aveva proposto: forse Emma non avrebbe dovuto farsi tutte quelle paranoie. Una palla di neve la raggiunse sulla spalla, un'altra in pieno petto mentre si prestava ad appallottolare l'ennesima manciata di neve, e quando stava per lanciarla a Gwen quest'ultima perse l'equilibrio cadendo in avanti sulla distesa bianca e soffice che stava facendo loro sia da campo di battaglia che da arma. La Grifondoro raggiunse l'altra strega affondando con i piedi nel candido bianco - Tutto bene? - chiese cercando di non ridere, stranamente non le fu difficile questa volta. Tese il braccio sinistro alla Tassorosso porgendole la mano guantata - forza, ti aiuto a tirarti su.
Un gruppetto di ragazzini poco distante da loro aveva assistito a tutta la scena e avevano cominciato a ridacchiare indicando le due giovani streghe - Ehi voi, cercate rogne per caso? - chiese sfoderando il suo catalizzatore di cipresso - andate a largo altrimenti vi faccio scoprire che sapore hanno le lumache - minacciò. Il tono di voce non era stato aggressivo, ma ammonitorio. Era il tipo di comportamento che le veniva spontaneo usare quando c'era da difendere qualche suo amico, anche se lei e Gwen in realtà non lo erano.
O almeno non ancora.
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view post Posted on 11/10/2022, 08:39
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La neve era davvero fredda. Una constatazione poco originale, ma che in quel momento occupava ogni molecola del corpo della Tassorosso, mente compresa. Riuscì a sollevarsi grazie alla Grifondoro, che si era avvicinata a lei per aiutarla.
«S-sono proprio una frana!» Disse ironica rispondendo alle premure appena ricevute, «Grazie» Aggiunse poi, accettando la forza che le era stata offerta per alzarsi. Probabilmente questa era la volta buona in cui l'insignificante orgoglio della Tassorosso risentisse di qualcosa, vista la figura appena compiuta; in realtà era l'imbarazzo che dominava al pari del gelo sotto i guanti di lana, ormai quasi del tutto bagnati. Ma quello non era l'unico problema: la caviglia sinistra le faceva un male assurdo. L'orgoglio, ancora una volta, si fece da parte.
Restò aggrappata alla Grifondoro rendendosi conto che, se avesse lasciato la presa, sarebbe finita nuovamente nella neve. «Credo di essermi fatta davvero male» La rivelazione fu esposta come se fosse una colpa alla quale non si poteva rimediare in nessun modo. «Ti dispiacerebbe aiutarmi a raggiungere la panchina?» Aggiunse poi cercando di fare meno leva possibile sul corpo della ragazza della quale, si rendeva conto solamente ora, non ne conosceva nemmeno il nome. Era letteralmente diventata un peso in quel momento, ovvio che i suoi sensi di colpa, già di per sé suscettibili, si sentivano presi in causa. «Mi dispiace» Disse poi mantenendo sempre lo stesso tono. Aveva rovinato una bella partita, si stavano divertendo così tanto! E a quella vista, gli altri partecipanti ne avrebbero probabilmente approfittato, invece si erano dati alla macchia dopo che la Grifondoro gli aveva urlato contro un'intimidazione. Probabilmente i fuggitivi non avevano nemmeno dato peso alle parole di una matricola, per quanto minaccioso potesse essere un mangialumache, ma era difficile non far emergere un'emozione familiare alla vista di quegli eventi. La Tassorosso non riuscì a non pensarci e frattanto si realizzava quel trasporto improvvisato verso una salvifica seduta, cercò di resistere al dolore pressante della caviglia parlando: «Io comunque sono Gwen..» Invitava la Grifondoro a rivelare il suo nome, se avesse voluto, perché dal suo punto di vista era sempre e stranamente complicato.

Raggiunta la panchina, in un modo o nell'altro, si sarebbe seduta con appagamento e la prima cosa che le venne in mente fu quella di disfarsi dei guanti di lana zuppi: erano così freddi che non riusciva più a percepire le mani. «Grazie!» Non sarebbe comunque riuscita a smettere di ringraziare e di scusarsi per ciò che era successo, frattanto cercava di liberare le mani dalla presa gelante, «Sono così bagnati che non me le sento più!» Parlò ancora con tono sarcastico, cercando di distogliere l'attenzione dalla sua caviglia per evitare che la Grifondoro si preoccupasse, anche se probabilmente gli occhi della Tassorosso iniziavano ad assumere una lucidità ben conosciuta. Quando finalmente riuscì a disfarsi dei guanti, li abbandonò sugli assi di legno, portandosi finalmente le mani a cono verso naso e bocca, in modo che il suo stesso respiro vi portasse un po' di sollievo. Pochi attimi, necessari ad un paio di soffi, poi si decise ad estrarre la bacchetta. La puntò verso la caviglia ma non fece nulla: era troppo insicura sul da farsi ed era consapevole del fatto che quell'emozione avrebbe potuto sortire l'effetto contrario. Quindi sollevò lo sguardo verso la ragazza, testimone della sua sventura, parlando con sincerità: «Scusami, forse è meglio che io vada in infermeria..» Quei tentativi di nascondere il disagio erano diventati inutili, se già prima non era riuscita a nasconderlo figuriamoci adesso. Quindi, se la Grifondoro fosse stata così gentile da aiutarla a raggiungere il secondo piano del Castello, la Tassorosso sarebbe stata in debito con lei. Il fumo rosso nella ricordella si sarebbe affievolito: forse Gwen non avrebbe mai spedito quella lettera, ma si sarebbe sempre ricordata a chi fosse indirizzata.

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Come già ti avevo anticipato, questo è il mio ultimo post, d'altronde i colori denotano ormai il calar della sera :secret: a te le ultime interazioni!

E...Chiuso un capitolo, ne inizia un altro :ue:
 
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