Francis Dhevan Drake
Corvonero - Mago Adulto - Hogwarts
Narrato / "Parlato" / *Pensato*
Fumo. Solo fumo. Nient’altro che fumo. Le mie pupille, contratte in miosi, vagavano alla ricerca di un segno, di un simbolo, di un significato. Ma non vi era nulla se non fumo. Un miasma di spire vorticose. Trame intrecciate in bianco e nero di una pellicola bruciata di cui non se ne intravede il film. Volevo vedere. Lo desideravo con tutto me stesso. Eppure in quelle spire aleggiava bruciante la frustrazione, faceva capolino prima nella mente e poi nel corpo. Se tutto ciò che vedevo nella sfera erano sfumature nuvolose monocrome, dentro di me i colori si rincorrevano senza sosta in una maratona di emozioni che dal rosso della rabbia abbracciavano l’ansia di un blu cupo e spento. Midriasi. Sapevo bene che avrei votato la mia vita alle arti divinatorie. Era stato deciso fin prima che mettessi piede ad Hogwarts. Con le carte mi veniva semplice, com’è semplice respirare. Lo scrying, invece, era come annaspare in un oceano di nuvole fitte e pesanti, di piombo.
“Prof. Vedo solo fumo…”
Ripetevo in una lamentevole litania di chi inizia a provare il gusto della sconfitta ma senza arrendersi al suo sapore. Il tono di uno studente dedito che nella sua dedizione non perde le speranze, tuttavia non comprende, non trova l’appiglio che potrebbe permettergli di scalare il muro roccioso sul quale si è abbarbicato incespicante.
“Drake, anche il fumo è un segno. Ricorda: ciò che vedi sulla superficie non è che un riflesso di ciò che porti dentro. Forse sei solo fumo… adesso.”
“Ma Professore… Io voglio vedere, vedere sul serio. Ci sto provando…”
“Non devi provarci. Devi riuscirci. Radicati Drake, radicati e vedrai”
Forse era quello l’appiglio: radicarsi. Forse per scalare non avevo bisogno di appigli veri e propri, ma di radici. Radici tanto forti e possenti da permettermi di scalare a mani nude quella rupe che mi lasciava col respiro corto. Forse avevo perso così tanto tempo alla ricerca della più minuscola pietra, del più piccolo dettaglio sporgente, da dimenticare che ciò che porta lo scalatore sulla vetta della montagna non sono le rocce, ma la sua stessa volontà. Diventa parte di quella montagna, è terra e roccia. Si fonde. Si ancora. È saldo. Non importa la condizione atmosferica che lo attanaglia interiormente, deve domare la tempesta per evitare la propria disfatta. La caduta nel vuoto. Un lampo squarciò le nuvole che annebbiavano tanto la sfera quanto la mia mente. Era proprio vero. Ero fumo in quel momento. Dovevo centrarmi, ricalibrare e ripartire. Chiusi gli occhi. Respirai. Immaginai di trovarmi in uno spiazzo erboso, intorno a me una solitaria ma solare radura. Un ruscello in lontananza accompagnava con il suo scrosciare il fruscio del vento che accarezzava la mia chioma arborea. La mente vacillò solo per un attimo, in cui pensai di essere pazzo ma non le diedi modo di prendere il controllo. Mi ero fatto albero, ed albero sarei rimasto. Coccolato dai suoni silvestri avevo le radici ben piantate nel terreno e il mio tronco composto da lignee trecce si innalzava, cresceva, anelando con le sue foglie e i suoi rami la luce della stella madre.
Aprii gli occhi.
Il quarzo di cui era fatta la sfera non era più un concentrato di nuvolosità. C’era una scintilla. Una fiaccola. Una piccola luce in fondo ad un tunnel. La fiamma di una torcia. Lo sguardo si riempì di soddisfazione e, puntando alla cattedra, ricercò gli occhi del Professore di divinazione. Non servì che gli spiegassi.
“Era questo che intendevo Drake. Ben fatto.”
***
Lucille e Mr. Rickford erano piombati in un silenzio degno di una poesia cimiteriale. Erano impressionati o sconvolti? Delusi o ammirati? I silenzi nelle discussioni non mi sono mai piaciuti più di tanto, soprattutto in quelle fasi iniziali che marcano la conoscenza di chi ti trovi davanti. Ci sono silenzi e silenzi e quel silenzio mi portò ad un solo pensiero: continuare a farcire le loro menti con qualsiasi nozione fosse in mio possesso delle arti divinatorie. Forse parlando e parlando avrei potuto ottenere la cattedra per mera disperazione dei miei stessi ascoltatori. Poteva essere una buona tattica, in effetti. Una parte di me rimase delusa dall’uomo che mi sedeva accanto ammutolito. Come poteva restare fermo di fronte ad una tazza di tè? Come poteva non riserbare alcun commento, pensiero, parola riguardo tutto quel discorso che avevo appena fatto? Che fosse la mia passione per la divinazione fin troppo febbricitante e incontenibile?
Le domande che mi ponevo vennero spazzate via dal sorriso della segretaria. Sembrò un sorriso diverso da quei pochi altri che aveva elargito. Era soddisfazione? Mi disse che sarebbe stata al mio gioco. Ma quale gioco? Non capii realmente a cosa si stesse riferendo ma mi parve ben più saggio annuire e lasciarmi andare ad un’espressione di chi sa quello che fa. Poi, quando lei preparò nuovamente la sua tazza, versando il contenuto della bustina, bevendo e posizionando il tutto sulla scrivania, ebbi quantomeno la conferma che aveva ascoltato attentamente i miei discorsi. E non solo: ero riuscito, in qualche modo, a stuzzicare il suo interesse.
“Prego, mi faccia vedere, mi parli dello scrying e della funzione del numero tre in maniera più approfondita. Sono qui per questo.”
Breve, concisa. Interessata lei, compiaciuto io. Rickford fissava un punto indefinito. Un punto a cui non seppi dare una precisa traiettoria. Lì era, lì era rimasto. Avrei gradito se quello fosse stato più uno scambio di idee, nozioni ed opinioni anziché un mero monologo. Ma se era un monologo la chiave per l’ufficio nella Torre di Divinazione, non avrei certo opposto resistenza.
*Che Monologo Sia!*
“Certamente… scrying, numero tre e lettura della tazza quindi…”
Pensai ad alta voce come per fissare a mente gli argomenti. Un escamotage personale per creare il giusto spazio mentale. Per costruire uno schema logico di tutte quelle informazioni e nozioni che negli anni avevo assorbito dai libri e dalle esperienze di viaggio. Quando si trattava di divinazione, le cose per me si facevano serie. Molto serie. Pur sempre con il solito tocco da Francis. La mano incagliata, in stato di concentrazione, al mento ricadde in un gesto drammatico disegnando un mezzo cerchio nell’aria finché un indice non ne fermò il movimento. L’ispirazione era giunta e la mano prese a gesticolare al dischiudersi delle mie labbra.
“Lo scrying è un pratica particolarmente… ostica. Almeno, per me lo è stata in passato. Sarà che ho da sempre avuto particolare affinità con i tarocchi, più delle altre mantiche. Tuttavia, lo scrying, è ciò che mi ha aiutato di più ad approcciarmi ad altri tipi di divinazione ed ha gettato le basi per quello che è il mio personale metodo di divinare. La preparazione mentale e fisica che questa pratica ha richiesto da me, durante i miei anni ad Hogwarts, mi è tornata utile in svariati contesti… Lo scrying è uno specchio diretto sulla propria anima, e non solo. Spesso gli studenti sottovalutano le implicazioni e i pericoli che si celano dietro quest’arte il cui strumento più noto è la celeberrima sfera di cristallo. Pensi che nel mondo babbano c’è gente che crede di scherzare quando, davanti ad uno specchio, invoca per tre volte il nome di Maria la Sanguinaria. Lo scrying, non è solo l’arte di leggere il futuro su di una superficie. È una porta aperta sul proprio io interiore ma anche su mondi altri, realtà parallele… l’aldilà. Approcciarsi ad una pratica come questa, senza la dovuta preparazione, potrebbe comportare gravi rischi, per questo è necessario tramandarla con particolare serietà e con le dovute premesse.”
Le parole risuonarono grevi. Il pensiero andò a tutti quegli studenti che, non seguiti dovutamente, sarebbero potuti rimanere per sempre incastrati tra un mondo ed un altro o, ancor peggio, per sempre immobili nella propria mente. Per non parlare degli spiriti malevoli che avrebbero potuto fare uso dei loro corpi. Fui grato degli insegnamenti ricevuti in passato. Fece un bel lavoro il mio professore di divinazione, insegnando le tecniche di radicamento che ci avrebbero permesso di rimanere costantemente legati al momento presente, in quello stato di trance meditativa necessario alla lettura di qualsiasi mezzo divinatorio. Superfici in particolare.
“Anche questa è un’arte antica… in passato veniva utilizzata la semplice acqua, spesso versata in scure bacinelle. Nel tempo l’uso dell’acqua è stato soppiantato da quello degli specchi e poi dalla sfera di cristallo che ne è diventato l’emblema per eccellenza. Nelle alte terre di Scozia streghe e stregoni utilizzavano il berillo, vantandone la trasparente qualità come ottima a fini divinatori. Egizi, Greci e Celti, la pratica si è mossa fluida attraverso diversi tipi di elementi e oggetti dalla superficie trasparente o riflettente. Lo scrying ha molti usi: contattare gli spiriti, ottenere visioni sul passato, il presente o il futuro, acquietare le visioni confuse di divinatori inesperti e, come le accennavo precedentemente, affacciarsi su mondi altri, astrali e non. Spiegare ulteriormente ci farebbe inoltrare in un’altra mantica… Quella della Negromanzia!”
Mi lasciai sfuggire un tetro e muto ghigno. Drammatizzare mi veniva sempre bene quando nel parlare concitato mi immergevo in suggestive immagini. Poi, ho sempre amato creare pathos utile allo sviluppo della curiosità nell’ascoltatore. Mi sembrò di aver dato la luce a mille ed ulteriori spunti di conversazione. Cosa avrebbe scelto Lucille di tutte le cose citate solo in parte di cui avrei continuato a rimpinzare i miei discorsi?
“Meglio gettare le nostre ancore nei lidi della numerologia o, se vogliamo, aritmanzia… Con la funzione e il significato del numero tre. Come detto poco fa, nel trattare di tasseomanzia, il numero tre ha un forte significato esoterico che permea non solo la pratica da cui deriva, appunto la numerologia stessa, ma anche molte altre mantiche. Il tre è il primo passo verso la creazione di un progetto, è l’unione di due che dà vita all’uno, creando un terzo. In Aritmanzia indica le qualità di un animo fantasioso e creativo che nelle sue qualità più negative si fa instabile e superficiale. Nei tarocchi, il tre rappresenta la comunità, il gruppo che si unisce per un obbiettivo comune, la crescita attraverso uno sforzo creativo, pratico, intellettuale, emotivo. Nel mondo religioso esprime un ordine spirituale che si manifesta attraverso la trinità. In India, ad esempio, abbiamo la cosiddetta trimurti composta da Brahma, Vishnu e Shiva, le principali divinità venerate. Il numero 3 non solo rappresenta questa trinità, ma è anche il preferito di una delle divinità che la compone: Shiva. Dotato di tre occhi che vedono nella verità, nella coscienza e nella gioia. Nella sua forma scritta il tre ricorda quella della sillaba sacra Om associata al sesto chakra, quello più rilevante per chi, come me e Mr. Rickford, si approccia al mondo della divinazione: il terzo occhio. E non basterebbe tutto questo per rappresentare il grande valore simbolico del numero preso in esame…”
Le dita si estesero davanti a me in cerca della tazza di Lucille, come se quel movimento fosse un tutt’uno con le parole appena pronunciate. Come se la lettura della tazza che mi accingevo a prendere fosse il normale e logico fluire di quel discorso. Le parole del professore di divinazione risuonarono nella mia testa “Radicati, Drake. Radicati.”
Chiusi gli occhi, facendo mia quella tazza ancora capovolta. Stringendola tra le dita, l’anulare ed il medio della destra nell’arco creato dal manico.
“Prima di iniziare la lettura della sua tazza, vorrei fare una premessa: tutto quello che le dirò non è monolitico. Le arti divinatorie ci danno messaggi e indicazioni sulla base delle energie e le situazioni che circondano il consultante al momento della lettura. Molti tendono a pensare che le risposte alle proprie domande risiedano nel divinatore o che il destino sia un muro impossibile da abbattere composto da eventi e schemi precisi. Se così fosse, non esisterebbe il libero arbitrio. Non esprimo il mio giudizio su chi, nel mondo della divinazione, si fa portatore di verità assolute. Tuttavia, per quanto mi riguarda, preferisco che chi si interfaccia a me e alle mie letture rimanga sempre in potere, libero. Ci tengo che sappia di non essere vittima del destino ma co-creatore della propria fortuna. Certo… ci sono anche eventi che vanno fuori dal nostro controllo, però sta a noi, alla fine, decidere come reagire a tali eventi. Perfino una profezia, la più potente delle visioni, è soggetta a cambiamenti e può essere ribaltata… Tornando invece alla sua tazza, per questa volta mi approccerò ad essa in termini di passato, presente e futuro. Esistono comunque altri schemi di lettura, schemi che possono darci indicazioni e messaggi diversi e che variano in base a chi si approccia all’arte, così come esistono mille significati e correlazioni ai simboli che il lettore intravede. Ma veniamo a noi, gentile Lucille…”
Tirai su la tazza senza nessun ostacolo o problema. Molto bene, era un segno che la lettura poteva avvenire. Diedi uno sguardo al piattino. Un rivolo di tè, sceso fluido dai bordi, aveva creato un cerchio incompleto. Al suo centro, si erano accumulati quelli che sembrarono essere la maggior parte dei residui di tè.
“Il piattino è una parte fondamentale della tasseomanzia, va letto insieme alla tazza e ci può donare delle indicazioni generali rispetto il tema e le occorrenze che vedremo in essa. Nel suo caso questo cerchio incompleto indicherebbe che vi è la possibilità di un’offerta in arrivo. Non è certa o definita e pare che serva ancora tempo prima che tale offerta o contrattazione possa ritenersi conclusa. È particolare, però, che la maggior parte dei sedimenti si ritrovi sul piattino lasciandomi pensare che una volta raggiunta una conclusione avrà motivo di gioire… Pare che le sue preoccupazioni riguardo ciò che circonda la proposta, a lei capire quale sia, andranno a dissiparsi. Proviamo a vedere la sua tazza e trovare il legame con quanto visto finora.”
Con delicatezza riposi il piattino sulla scrivania. Mentre con la destra tenevo la tazza da un lato, col manico diretto verso di me, la sinistra si muoveva nell’aria come se le mie dita stessero suonando un immaginario pianoforte. Un’abitudine che mi permetteva di centrarmi e concentrarmi. I simboli, dapprima confusi e disordinati, iniziarono a prendere forma così come i loro significati. Chiunque si fosse approcciato alle arti divinatorie avrebbe saputo che non bastava lo studio metodico di un libro per imparare il significato di un’immagine, serviva l’esperienza. Un’esperienza fatta di congetture, tentativi e prove che, a lungo termine, avrebbe portato alla creazione di un personale sistema interpretativo dei segni.

“Ecco, la presenza di questa stella nel fondo con vicino delle rocce che si estendono nel presente, così come questo nuvolone fitto, mi lascia pensare che nel suo passato ci sia stato un successo ostacolato, da qualcosa o qualcuno. Sembra essere un cambio di rotta da un’idea originaria, quello a cui ambiva ha subito un cambiamento che pare lasciarla ancora in dubbio. Vedo ostacoli e problematiche cui lei ha dovuto far fronte per riallineare il suo cammino e la sua scalata verso la situazione presente, quella in cui si trova ora. Aveva forse il sogno di avere un’occupazione diversa? In ogni caso, la croce evidenziata dai puntini di tè sparsi nella sezione relativa al passato e le cui linee toccano e percorrono il presente, dimostrano che nonostante tale deragliamento tutto ciò che lei ha ottenuto è arrivato attraverso il duro lavoro ed un impegno costante. Pare proprio sia una grande lottatrice! Tra questi sedimenti ho già notato due simboli che mi piacciono molto e che mi danno modo di mostrarle la mia attitudine alle arti divinatorie. Parlo di algiz sovrastato da un cerchietto nero e della linea che potrebbe rappresentare anche isa. Già. Sono rune. Spesso le nozioni di un divinatore possono essere combinate, non è un caso che spesso utilizzi tarocchi e rune congiuntamente. Ad ogni modo, la runa algiz rappresenta che nel presente lei gode di protezione, a lei decidere se sia da un capo, dal divino o dall’universo, in base alle sue credenze. Un volatile ad ali dispiegate vola verso sinistra, questo potrebbe indicare che le sono arrivate, o stanno per arrivare, delle comunicazioni importanti per qualcosa che attendeva speranzosa… L’uccello è rivolto verso dei sedimenti perlopiù rappresentanti quadrati e rettangoli. Qualsiasi cosa stia aspettando, sembra possa avere a che fare con lettere o pacchi. Tre di questi sono in arrivo, un altro pare subirà dei ritardi. Inoltriamoci quindi nelle possibilità del futuro. Il manico ha grande importanza in questa sezione, poiché più ci allontaniamo da esso, in senso orario, più nel futuro si troveranno gli eventi rappresentati dai simboli. Ecco, nel futuro vedo una situazione cui le consiglio di prestare attenzione. La combinazione di questa linea, se considerata come Isa, in concomitanza con il triangolo capovolto evidenziato dall’unione dei tre puntini, rappresenta la possibilità d’incappare in circostanze nelle quali potrebbe scivolare. Isa è la runa del ghiaccio, su di esso si può scivolare cadendo o esibirsi in leggiadre danze acrobatiche. Il consiglio è quello di rimandare decisioni importanti perché potrebbero risultare affrettate… Proprio a riguardo, troviamo qui il collegamento con quanto visto nel suo piattino, quella che sembrava essere un’offerta. Queste figure indistinte tra presente e futuro mi fanno credere che tra circa sette mesi potrebbe ricevere una richiesta e sembra che la persona coinvolta sia parte del suo presente. È qualcuno che lei conosce, probabilmente sa anche già quale sarà la sua richiesta o la sua offerta. Dall’immagine che vedo nella tazza è come se questa persona le stesse porgendo un dono, una sorta di token… Le richiede la sua attenzione? Vuole un favore? Sembra quasi che la stia pregando… Ha idea di chi possa essere? La invito a pensarci su e, qualora tutto ciò dovesse accadere, di ponderare bene la sua risposta. Tutto dipenderà da lei… “
Lasciai che anche la tazza prendesse il suo posto sulla scrivania di Lucille, era giunto il momento di farla finalmente riposare dalla presa calda della mia mano stretta attorno ad essa. Una lieve secchezza si fece largo nella gola. Per quanto avevo parlato? Le mie pupille saltarono dapprima su Lucille e poi su Mr. Rickford. Chissà cosa stessero pensando. Nuovamente puntai lo sguardo sulla segretaria.
“Se volesse chiedere conferme o approfondimenti rispetto una qualsiasi tra le cose dette nella sua lettura, non esiti a chiederlo… Potrei estrarre qualche carta dal mio mazzo per mostrarle come le mantiche possano essere combinate tra loro per darci la soddisfazione di dettagli, consigli e vie alternative per districarci al meglio nelle situazioni che ci si presentano innanzi!”
{ Solo la follia può prolungare la giovinezza e tenere lontana la vecchiaia. }
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Mi sono permesso di aggiungere la posizione del manico e la configurazione del piattino per la tasseomanzia, spero non sia un problema e che sia gradita l'immagine con i simboli.