Birra babbana, x Narcissa

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view post Posted on 5/1/2021, 21:29
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LA MANGIAMORTE

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Un vento freddo sferzava sul villaggio di Hogsmede che la donna aveva raggiunto per poter approfittare dei bellissimi regali di Natale di Zonko. Sapeva già a chi doveva mandarli e ora il suo sacchetto con gli acquisti era finito nella piccola borsa a tracolla, logora e consunta, che si portava dietro. Dentro c’erano pergamene intonse, blocchi d’appunti scribacchiati e una penna dedita a trascrivere ogni sua parola che aveva acquistato oramai anni prima da Mondomago; purtroppo non funzionava più a dovere e iniziava a fare alcuni errori d’ortografia. Si doveva ricordare di comprare una nuova prima di andare alla serata del Purr. Mosse alcuni passi goffamente verso l’ingresso con l’intenzione d'entrare nel locale ma una coppia di giovani aprí la porta al posto suo, lasciandola passare con un enorme sorriso stampato tra le labbra: tutti sembravano particolarmente felici ora che si stava avvicinando il Natale eppure lei, non riusciva a trovare traccia di quella felicità dentro di se, oramai le volte che poteva dirsi gioiosa si potevano contare sulle dita di duna mano. Tuttavia sorrise di rimando ma senza troppo entusiasmo, muovendo pochi passi lontana dall’uscio, per non essere d’intralcio, scrollandosi il freddo di dosso con un movimento delle spalle intirizzite. Si guardò attorno, era molto tempo che non metteva piede lí dentro, preferendo l’ambiente più intimo, riservato ed ombroso del Testa di Porco. Un bell’albero svettava in un angolo ricolmo di addobbi, alcuni dei quali si muovevano animati dalla magia, mentre ghirlande, vischio e enormi nastri rossi comparivano qui e là rendendo il luogo ancora più caldo e vivo. Non era colmo come poteva essere durante il weekend, quando gli studenti di Hogwarts scendevano dal castello, tuttavia vi erano dei tavoli gioiosi e qualche solitario avventuriere al bancone. Volse lo sguardo in giro, soffermandosi sul bel fuoco schioppettate nel camino, che sembrava promettere di riuscire a sciogliere anche il cuore più duro, e chissà, forse anche il suo. Si avvicinò ad uno sgabello, liberando il nodo al collo dalla sua vecchia sciarpa serpeverde, accomodandosi. Andò a posare la sciarpa sul bancone, mentre il mantello e la borsa vennero gettati su di un gancio del banco, proprio accanto a lei. Indossava una tunica lunga fino alle ginocchia ampia e di colore nero, stretta in vita da una cintura dove dimorava a destra, un sacchetto con pochi denari, mentre a sinistra, la fondina con la bacchetta. Sotto di essa indossava un maglione a collo alto di lana color oliva, mentre le gambe erano fasciate da calze termiche nere e infine ai piedi, comodi stivali in pelle di drago. Intrecciò le mani sui banco, infossando un poco la figura nelle spalle e attendendo che il garzone di turno, dato che Rosmerta era impegnata a servire dei clienti al tavolo, la servisse. Aveva voglia di bere una di quelle birre babbane scure e forti, sapendo che quel posto era l’unico dove poterla trovare senza mischiarsi al becerume che circolava al di fuori del mondo magico.





pronta per essere servita

 
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Narcissa Miller
view post Posted on 6/1/2021, 09:57




Narcissa Elodie
Miller
«O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori, quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!»

► Mood: Happy ► Età: 12 anni ► Serpeverde, II anno ► Ruolo: Studentessa► Outfit: Divisa di Serpeverde

M
adama Rosmerta glielo aveva detto chiaro e tondo: "Narcissa, lavorare ai Tre Manici di Scopa sotto Natale può essere davvero stressante. Credi di starci dietro con la gran mole di compiti che in quel periodo vi danno a scuola?". Lei, ovviamente, aveva annuito energicamente e non aveva voluto sentire scuse: le piaceva lavorare al locale, nonostante avesse ancora tanto da imparare.
Come previsto, l'atmosfera natalizia aveva risvegliato il cuore di diverse persone, che, infreddolite dal clima dicembrino, avevano optato per bersi una Burrobirra fumante. Rosmerta, in fondo, era famosa per le sue Burrobirre e qualcosa l'aveva da sempre portata a credere che oltre Manica qualche locale francese, invidioso del suo gran successo, stesse tentando di copiarle spudoratamente la ricetta originale. Succedeva sempre così quando un prodotto aveva successo, glielo aveva raccontato suo padre quando, durante un viaggio di piacere, aveva scoperto che in Belgio avevano copiato una delle sue porte in legno con animazioni.
Tornando al locale, il vento esterno aveva indotto diverse persone a trovare ristoro all'interno, dove all'angolo un vecchio focolare scoppiettava placido e rendeva ancor più suggestiva l'atmosfera natalizia, che Madama Rosmerta aveva suggellato con un mastodontico e coloratissimo albero di Natale e con una serie di decorazioni nelle classiche sfumature del rosso.
Il campanello dell'ingresso tintinnò, annunciando l'ingresso di nuovi clienti. Narcissa alzò lo sguardo e poté notare la presenza di una donna che s'era arrestata sull'uscio, lasciando spazio a una coppia di giovani studenti che si tenevano per mano. Avevano l'aria di essere innamorati, cosa che fece arricciare vistosamente il naso a Narcissa la quale, da quando lavorava ai Tre Manici di Scopa, aveva visto coppiette scambiarsi baci ed effusioni al punto d'aver sviluppato una latente forma di diabete precoce.
"Benvenuti ai Tre Manici di Scopa" esordì Narcissa, mostrando il solito entusiasmo che richiedeva la sua figura lavorativa.
I giovani però non la calcolarono di striscio. Si sedettero al tavolo e cominciarono a scambiarsi baci a fior di labbra, cosa che fece rabbrividire Narcissa, la cui età ancora la faceva restare ampiamente distante da tutte quelle smancerie. L'idea di ritrovarsi con le labbra appiccicate a quelle di qualcun altro la mandava fuori di testa. E poi chissà quanti germi!
Per fortuna, fu Madama Rosmerta ad occuparsi di loro. L'esperienza e la sua proverbiale pazienza furono un toccasana per la coppietta che, invece, Narcissa avrebbe sicuramente mandato a quel paese se non si fossero curati d'ascoltarla per scambiarsi l'ennesimo bacio.
L'attenzione della piccola Serpeverde invece fu tutta dedicata alla donna che aveva consentito alla coppietta di innamorati di varcare la soglia del locale. Silenziosa s'avvicinò al bancone e si accomodò su uno sgabello. Indossava una lunga tunica nera, che richiamava il corvino dei suoi capelli, e una cintura spessa le cingeva la vita, sottolineandone il fisico asciutto e slanciato. Narcissa indugiò un paio di secondi sulla sua figura, domandandosi chi fosse. Era la prima volta da quando lavorava al locale che s'imbatteva in lei. La sorpresa più grande però la ebbe nel momento in cui la donna si tolse la sciarpa che aveva al collo e la posizionò sul bancone in bella vista. Narcissa la scrutò con attenzione, le era tanto familiare che per un momento s'era persino domandata se non avesse visto male. Eppure non era così: lo stemma di Serpeverde troneggiava sulla lana verde-argento. A quel punto, senza nemmeno pensarci troppo, la lingua le si sciolse.
"Serpeverde?" domandò retoricamente, accennando alla sciarpa con un lieve movimento del capo e un sorrisetto d'assenso.
Nel mentre, tra le mani teneva uno strofinaccio e un grosso boccale di birra che aveva appena finito di lavare e disinfettare sotto l'acqua corrente. Quelli erano i momenti che lei definiva "elfici", perché le ricordavano le volte in cui Bill, l'elfo domestico di sua madre, asciugava con meticolosa attenzione i bicchieri, scrutandola dal basso con i suoi occhietti acquosi, mentre Helena Cooper troneggiava su di lui assicurandosi che non ne rompesse mezzo.
Appese il boccale su uno dei ganci posizionati sopra al massiccio bancone di legno e, quando sollevò lo sguardo, si ritrovò faccia a faccia con la ragazza che s'era tolta la sciarpa Serpeverde. I loro occhi si incontrarono.
"Gradisce qualcosa da bere?" domandò Narcissa, stupendosi della stupidità di quella domanda.
Era logico che fosse venuta per bere: cosa ci facevano dei clienti in un locale se non per dissetarsi?

 
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view post Posted on 20/1/2021, 23:25
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LA MANGIAMORTE

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La sua attenzione era tutta per la ragazzina che se ne stava dietro al banco e che probabilmente, se non fosse stata per la pedana sulla quale camminava, a stento sarebbe arrivata con le mani oltre il bancone. Doveva essere giovanissima, forse al massimo terzo anno di Hogwarts, aveva un viso come quello di tanti altri studenti che aveva visto, gli occhi color ghiaccio curiosi di quell’età. Aveva sempre disapprovato la presenza di studenti così giovani in luoghi che servivano da bere, non tanto per una questione di etica _servire alcolici non era il massimo per una persona così acerba- , quanto per il fatto che era difficile per lei, in mancanza di compagnia, scambiarci qualche parole. Le veniva naturale quasi deridere la loro innocenza e la loro inesperienza con il mondo. Colse tuttavia quella parola accompagnata da un cenno del capo al quale rispose a sua volte con un gesto d’assenso della testa.

-Un ricordo…-

Disse senza trasporto, appoggiando una mano sulla lana infeltrita e consunta. Quella sciarpa la portava con se dai tempi della scuola e si ostinava, nonostante i colori si fossero un po’ spenti e la lana era diventata ruvida, ad indossarla come se con quella si potesse distinguere dalla massa, elevare al di sopra delle altre persone in un mero vezzo egocentrico e superbo. Era una stupidaggine, ma a lei andava bene così.

-Una pinta di guinnes grazie.-

Fece con un tono di voce monocorde. Che domanda bislacca, certo che era venuta per bere e che fare sennò, guardare la sua faccia? Se la sua richiesta avesse messo in moto le gambette della garzona, Rowena non le avrebbe staccato gli occhi di dosso, assicurandosi che la ragazza sapesse il fatto suo su cosa volesse dire una pinta di Guinness.





 
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Narcissa Miller
view post Posted on 22/1/2021, 18:53




Narcissa Elodie
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«O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori, quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!»

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L
a risposta stringata ma eloquente lasciò intuire a Narcissa che aveva forse invaso un po' troppo la sfera personale della sua cliente. Rosmerta s'era più volte raccomandata di non comportarsi da invadente o, peggio ancora, da impicciona, tuttavia a soli dodici anni non era impresa semplice accostarsi al mondo adulto senza risultare banale e spesso ridicola. E poi il fatto che una ex studentessa ancora fosse affezionata a Hogwarts avrebbe incuriosito qualsiasi studente dodicenne.
"Credo che tra un po' di anni allora condivideremo lo stesso ricordo. Per ora la mia è ancora relativamente nuova" si limitò a commentare, indicando il gancio alle sue spalle dove aveva appeso la sua tracolla nera, il mantello da viaggio e la sciarpa che si distingueva per presentare gli stessi colori di quella della cliente.
Stava per aggiungere altro, ma le fu vietato dal tentativo maldestro di un cliente di svignarsela senza pagare. Narcissa l'aveva pizzicato già un paio di volte occhieggiare furtivamente verso il bancone e nel suo attimo di distrazione in cui s'era rivolta alla ragazza lui aveva colto la palla al balzo. Lesto come un Doxy s'era alzato dal suo tavolo e aveva provato a darsi alla macchia. La Serpeverde sgranò gli occhi incredula. Mai e poi mai gli avrebbe permesso di fuggire senza saldare il conto, avrebbe rischiato non solo di perdere il posto di lavoro, ma anche e soprattutto la sua credibilità nella mansione per la quale s'era proposta spontaneamente pochi mesi prima.
"Mi perdoni un istante" disse sbrigativa alla donna per poi lanciarsi alla rincorsa del cliente. Senza pensarci due volte, puntò la bacchetta ai piedi dell'uomo e diede una stoccata decisa dall'interno all'esterno col polso, pronunciando con chiarezza 'Lapsus'. Nel mentre, Rosmerta s'accorse del trambusto e si avvicinò rapida per capire cosa stesse succedendo. Nel sentire la formula di Narcissa, però, si arrestò prima di rischiare di fare uno scivolone degno del cliente malfidato.
"Madama Rosmerta, quel tizio pensava di uscire di qui senza pagare" dichiarò Narcissa alla sua titolare, indicando spregiativamente l'uomo con l'indice e arricciando il naso in segno di disgusto e disappunto. L'uomo, che ormai stava misurando con il suo naso adunco il pavimento, non smetteva un istante di imprecare rumorosamente.
"Lo affido a te, che sei la padrona del locale" si limitò a dire Narcissa, prima di voltare le spalle alla scenetta e tornare dietro al bancone per occuparsi delle sue mansioni. Era cosciente di non aver gli strumenti per affrontare quell'uomo semmai avesse provato a reagire, per questo aveva preferito che a sbrigarsela fosse Rosmerta.
L'attenzione tornò a posarsi sulla donna che aveva liquidato pochi attimi prima per guadagnarsi il suo istante di gloria salvando il locale dal furto.
Narcissa lanciò un'altra occhiata alla ex Serpeverde, quando questa ruppe il silenzio ordinando una pinta di Guinness.
"Mi perdoni, ma non mi piace che facciano i furbi quando sono in servizio io" si giustificò, appoggiandosi al bancone con entrambi i dorsi delle mani. Narcissa indugiò qualche istante, notando lo sguardo della donna su di lei. Sembrava quasi stesse mettendola alla prova. Per un istante fu tentata di risponderle a tono, sfornando un qualcosa di molto simile a un 'ma che problemi hai?' o 'cosa ti guardi?', ma poi il buonsenso tornò a farla ragionare lucidamente e a farle constatare che, al pari dell'altro soggetto che aveva steso poco prima al pavimento, anche in quel caso non sarebbe stato molto saggio mettere alla prova le capacità magiche di una strega adulta. Soprattutto se quest'ultima aveva studiato a Serpeverde, patria dell'ambizione e delle grandi imprese magiche.
"Immagino che lei stia pensando che io non sappia cosa sia una pinta di Guinness" esordì Narcissa con un leggero sorrisetto sulla faccia. Senza distogliere lo sguardo dalla donna, allungò il braccio e afferrò un boccale medio di quelli che generalmente riempiva di Burrobirra per i romantici e melensi studentelli di Hogwarts in cerca di coccole e amore e lo mostrò alla cliente.
"Direi che il boccale di Burrobirra non sia l'ideale per questa tipologia di bevanda, quindi..."
Si interruppe e appoggiò il boccale sull'angolo destro del bancone, afferrando un bicchiere di vetro a cono.
"Meglio questo, sì. Devo dire che Madama Rosmerta è sempre sul pezzo" concluse, aggiungendo l'ultima parte in modo più sommesso, quasi stesse rivolgendosi a sé stessa soltanto; si fermò un istante ancora, osservando con meticolosa attenzione il bicchiere per controllare che fosse pulito, poi si avvicinò allo spillatore, inclinando il contenitore di 45 gradi. La birra cominciò a scorrere lenta e corposa e, man mano che il bicchiere si andava riempiendo, Narcissa adattava l'inclinazione per far sì che la bevanda fosse al 90% birra e al 10% schiuma.
"Ottimo, direi che ci siamo" concluse, porgendo il bicchiere colmo sul bancone e attendendo il responso della donna.
"Era così che la gradiva?" concluse infine, distaccandosi dal bancone e appoggiandosi con la schiena alla parete retrostante, palleggiando gli occhi grigio ghiaccio tra il viso dell'anonima ex Serpeverde e il boccale di Guinness.


Rowena: 1 falce e 20 zellini
Narcissa: 2 Galeoni di guadagno
 
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view post Posted on 2/2/2021, 22:00
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LA MANGIAMORTE

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Seguí con lo sguardo quanto la ragazzina le stava indicando sorridendo flebilmente quando intravide gli stessi colori che a sua volta, Rowena ostinava orgogliosamente portarsi appresso. Non avrebbe avuto nulla d’aggiungere a riguardo, era venuta lì solo per la birra quando accadde l’inaspettato. Il soldo di cacio che stava dietro al bancone corse rapidamente oltre a questo e afferrata lesta la bacchetta, fece cadere per terra un cliente che apparentemente, stava uscendo senza pagare. Si unì alle risa che si levarono nel locale, ma al contrario di altri, non smise di ridere nemmeno quando la giovane, con aria supponente e orgogliosa, ostentò tutto il suo orgoglio con un aria da dura. Era credibile quanto una puffola pigmea agli occhi della donna. Solo quando ebbe ritrovata una certa compostezza, proprio mentre la giovane aveva cambiato discorso discutendo della birra, parlò.

-È stato divertente ma se tu avessi provato a fare qualcosa di simile a me ti avrei probabilmente fatta licenziare all’istante…-

pigolò con un sorriso beffardo sul volto. Aveva appoggiato il gomito al bancone e accolto il viso nell’incavo della mano, puntellando il suo sguardo quasi a sfida. Adorava ai tempi in cui era insegnante rimettere in riga i giovani studenti con punizioni dimostrando quanto erano patetici con le loro convinzioni, e la cosa non l’era passata nemmeno una volta che aveva messo i piedi fuori dal castello.

-Come potevi essere sicura che il tizio stava andando via senza pagare? E se doveva usare il bagno? O uscire per chiamare un amico? In altri luoghi oltre a perdere il lavoro avresti perso anche altro sai?-

Le disse, lasciando intendere qualcosa di oscuro e minaccioso, mentre continuava ad osservarla spillarle la birra. Forse per colpa delle proprie parole, o per quanto avvenuto, Narcissa non riuscì nel suo intento. Stette in silenzio per tutto il tempo e solo quando il bicchiere fu colmo e venne posizionato davanti a lei, fece il gravoso annuncio che avrebbe probabilmente mandato su tutte le furie la giovane ragazza.

-Hai sbagliato. La Guinness non si spina così. Rifammela.-

Si resse sulla schiena e allungando leggermente la mano verso il bicchiere, lo spinse lontano da se. Quello che aveva sbagliato Narcissa era, oltre all’inclinazione, la fretta nel servirla. La birra scura irlandese infatti prevedeva che il bicchiere venisse reclinata solo all’inizio e man mano che si riempiva, si doveva raddrizzarlo. Poi si doveva far riposare quel brioso liquido ambrato fin tanto che la schiuma si compattava ed infine, riempire nuovamente il bicchiere raggiungendo quell’effetto cappuccino incredibilmente buono e gustoso al palato. Rowena ovviamente non si azzardò a spiegarglielo, troppo divertita da tutta la situazione.





 
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Narcissa Miller
view post Posted on 3/2/2021, 17:54




Narcissa Elodie
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A
veva sicuramente salvato le sorti del locale, ne era pienamente convinta, anche se la misteriosa ed esigente cliente che si era ritrovata a dover servire sembrava pensare il contrario. Narcissa la guardò per un istante in cagnesco, forse un po' troppo incautamente: l'aspetto sicuro e deciso della donna avrebbe dovuto suggerirle di non assumere prese di posizione troppo marcate, ma lei era sin troppo impulsiva e tendeva prima ad agire poi a riflettere, esattamente come aveva fatto anche nel momento in cui aveva deciso di fermare il cliente che si stava dirigendo fuori dalla porta con fare circospetto.
"Dubito Madama Rosmerta licenzi per così poco. Ho salvato la dignità del suo locale e dimostrato lealtà a lei. Se così fosse invece che sistemare per le feste quello squinternato, l'avrebbe lasciato andare immediatamente e si sarebbe precipitata a farmi la paternale" replicò piccata Narcissa, puntando gli occhi color del ghiaccio in quelli scuri della cliente. "E mi creda, Madama Rosmerta non ha mezze misure, non è tipa da lasciarmela filare liscia se sbaglio. Non sarebbe la prima volta che rimbecca qualcuno di noi nel bel mezzo del servizio" aggiunse, del tutto incurante dell'opinione della donna. Era sicura di aver agito per il meglio, anche perché i servizi igienici si trovavano all'interno della struttura, l'uomo non avrebbe avuto alcun bisogno di uscire dalla porta d'ingresso e di tenere d'occhio il bancone se avesse avuto la coscienza pulita. L'avrebbe anche specificato, se solo la sua coscienza professionale non le avesse suggerito che quella donna non necessitava di ulteriori spiegazioni. Non era il suo capo, non era un docente di Hogwarts, ma soprattutto non era nessuno per lei. E lei non dava spiegazioni agli sconosciuti.
Le servì la birra e tornò a occuparsi dei bicchieri bagnati poco distanti, quando la lamentela della donna arrivò distinta e cristallina alle sue orecchie. Mordendosi la lingua per non rispondere sgarbatamente, Narcissa tornò a occuparsi di lei e delle sue pretenziose richieste. Era fortunata di averla trovata in servizio e che in quelle vesti non aveva il potere di replicare in maniera antipatica come avrebbe fatto in altre circostanze. Le orecchie di Rosmerta erano a tiro di sasso e qualsiasi parola caustica avrebbe potuto essere percepita senza troppo sforzo.
Narcissa abbozzò un sorriso tirato. Lo strofinaccio umido che stringeva tra le dita ricadde sul bancone e lei tornò ad avvicinarsi al punto in cui la donna adesso s'era seduta tenendosi il viso tra le mani. Sembrava scocciata, ma anche divertita del fatto che la stesse mettendo in difficoltà. Forse il suo obiettivo era farle saltare i nervi?
"Mi scusi se non è di suo gradimento" disse, ostentando un tono gentile e riprendendo la birra babbana, che andò a finire direttamente nel lavandino ubicato dietro al bancone. Il bicchiere, sul quale erano rimaste tracce di schiuma, adesso giaceva scomposto sul fondo del lavello, insieme ad alcuni piattini e tazzine ancora da lavare. A loro avrebbe riservato un Gratta e Netta non appena l'ex Serpeverde avesse smesso di fare la difficile.
"Vedrò di soddisfare al meglio la sua richiesta" replicò senza espressione.
Con un gesto meccanico afferrò un'altra pinta, mentre la sua mente lavorava febbrile al come sgravarsi il peso di quella donna così pretenziosa e pesante. Detestava i clienti difficili, non aveva la pazienza di Phoebe, né l'esperienza della padrona di casa, che svolgeva quel mestiere ormai da tempo immemore. Era conscia della sua inesperienza, ma detestava che una cliente gliel'avesse sbattuta così in faccia, servendogliela con la stessa lestezza con cui lei posizionava boccali di burrobirra sotto al naso dei suoi esigentissimi clienti. A quel punto, però, si rese conto che se avesse sbagliato una seconda volta non avrebbe esitato a mandare al diavolo quella donna, che la fissava con aria strafottente da dietro il bancone. Sembrava divertita dall'averla messa in difficoltà. Narcissa la scrutò storto per un istante, prima di trovare il modo di ribaltare quella situazione e sgusciare via da quella posizione così scomoda per la sua persona.
"Anzi, non sia mai che vossignoria si ritrovi nuovamente scontenta. Lasci fare a me."
Con un sorrisetto beffardo, abbandonò temporaneamente il boccale sul bancone e si avvicinò a Madama Rosmerta, che aveva ormai sistemato la questione con il cliente malandrino e stava avvicinandosi di nuovo al banco.
"Madama Rosmerta, mi perdoni" esordì Narcissa con l'aria avvilita. "La cliente laggiù" ed indicò con un cenno del capo la donna poco distante, ancora appoggiata al bancone in attesa d'essere servita "non è soddisfatta del mio servizio e ha rimandato indietro la birra che ha ordinato, sostenendo che io sia incapace di spillarla. Non vorrei deluderla ulteriormente, pertanto gradirei la servisse lei" concluse.
Era certa che facendo leva su Rosmerta e sul suo timore di poter perdere una cliente - con il conseguente rischio di far abbassare la qualità del servizio del suo locale e il prestigio di cui godeva agli occhi dell'intera comunità magica - si sarebbe liberata dal peso di doverla servire. E dal rischio di mandarla a farsi benedire e - forse - di prendersi anche uno schiantesimo in piena schiena mentre era voltata di spalle a sistemare i bicchieri puliti.
Tornò al bancone, pronta a riferire la notizia alla cliente.
"A breve Madama Rosmerta le spillerà una birra con la dovuta maestria, non sia mai che esca da qui scontenta" commentò con pungente sarcasmo, prima di tornare a dedicarsi ai bicchieri e ignorare di peso la donna seduta al bancone.


// lascio a te la patata bollente: scegli come orientare il tutto, Narcissa ha dovuto mantenere il contegno per non esplodere durante il servizio, dato che le erano saliti istinti omicidi, salvo poi rendersi conto che non aveva di fronte un'inoffensiva studentessa di Hogwarts :ihih:
ps: l'incapacità di spillare birre deriva da me. Ho lavorato spesso come barista, ma con le birre non vado l'accordo :look:
 
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view post Posted on 12/2/2021, 23:00
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LA MANGIAMORTE

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Sogghignò a quel sorriso tirato, alle movenze della ragazzina conscia di averla punta nell’orgoglio. Rowena crogiolava nel vedere gli altri tediarsi e sapere che era lei la causa di quel tedio, la divertiva ancora di più. Osservò quindi la ragazzina muoversi dietro al bancone, afferrare un bicchiere intonso per provare a darle quello che aveva richiesto. Tuttavia si fermò, la mano sulla spina e l’altra nel bicchiere, facendo funzionare, secondo Rowena almeno, quel criceto che aveva nel cervello. La informò dunque che Madame Rosmerta avrebbe soddisfatto il suo ordine e Rowena non ebbe nulla da obbiettare a riguardo, facendo spallucce e perdendo lo sguardo altrove mentre la garzona tentava scaltramente di venire a capo di tutta la faccenda. Rosmerta adocchiò Rowena, seduta ad uno sgabello, e con un cenno di capo annuí a Narcissa, anche se l’ammonì del fatto che, dopo mesi di servizio, ancora non sapeva spinare una Guinness come si deve. Le due tornarono da Rowena proprio mentre la proprietaria dei Tre Manici di Scopa, borbottava qualcosa a denti stretti verso la giovane serpeverde

-…questa però è l’ultima volta che ti faccio vedere come si fa, ho altre cose da fare!-

La donna, quando fu finalmente dietro il bancone, approcciò Rowena con un magnifico sorriso, palesando tutta la sua professionalità ed esperienza a gestire anche i clienti più difficili.

-Che birra aveva chiesto mia cara?-

-Una pinta di Guinness, grazie…-

Fece in tutta risposta la giornalista che seguì ogni movenza delle due fino a che, ebbe il risultato desiderato. La birra scura venne posta davanti alla sua figura e soddisfatta, prese dalla saccoccia che teneva alla vita i soldi sufficienti per pagare enunciando anche

-Oh, questa è una Guinness…imparato ragazzina?-

Il tono di voce pacato e tranquillo.






 
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Narcissa Miller
view post Posted on 14/2/2021, 13:27




Narcissa Elodie
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P
er quanto da un lato la trovasse affascinante e misteriosa, dall'altro quella cliente stava mettendo a dura prova la sua pazienza. Spillare birre babbane non era certo una mansione adatta a una come lei, cresciuta da una nonna materna che non aveva fatto altro che inculcarle, nell'ultimo anno, un odio viscerale nei confronti di chiunque non fosse in grado di praticare la magia. Sospirò e si ritrovò al cospetto di una Madama Rosmerta alquanto indispettita. Per certi versi la capiva, d'altronde se aveva maturato la decisione di assumere dei garzoni era perché da sola non poteva farcela a gestire a tutto tondo il locale. Quando l'aveva assunta Madama Rosmerta era stata chiara e concisa: le faccende più banali potevano venire espletate da lei e da Phoebe, e tra queste rientrava anche lo spillare birre. Bevanda che, peraltro, andava poco di moda ai Tre Manici di Scopa. La gente veniva lì per bere burrobirra, non Guinness. Sospirò di fronte al rimprovero di Madama Rosmerta. La sua posizione la costringeva a rimandare in gola il rospo che stava tentando di sputare, ma ne sarebbe andato del suo lavoro. Così strinse i pugni e si limitò ad annuire.
"Lo so, ma giuro che questa volta l'avevo spillata correttamente" tentò di giustificarsi in un sibilo. Nel mentre si pentì d'aver svuotato il boccale prima che la titolare avesse potuto vederlo. Sarebbe stato sufficiente a dimostrare che lei s'era impegnata e che era la cliente ad essere un'autentica spina nel fianco.
Narcissa osservò lo scambio di battute tra la titolare del locale e la cliente, alla quale riservò una rancorosa occhiata carica di risentimento. Non sopportava quando per colpa di clienti rompiscatole doveva chiedere l'aiuto di Rosmerta, né che quest'ultima se la prendesse con lei per via dell'inettitudine manifestata da chi aveva una vita troppo frustrata e infelice per smetterla di prendersela con il primo soggetto che capitasse a tiro.
Il boccale di birra venne presto posizionato sotto il naso della misteriosa donna. Sembrava soddisfatta e la cosa infastidì ulteriormente Narcissa, che involontariamente si ritrovò a storcere il naso in un'evidente manifestazione di disappunto, tanto che quando la voce di lei pervenne alle sue orecchie, scelse la via migliore: ignorarla.
*Niente fa più male che ignorare qualcuno che ci provoca, Narcissa*.
Era la voce di sua madre a echeggiare nella sua testa e le stava dando la forza di non riversare a male parole tutto il livore che provava nei confronti di quello strano personaggio. Lasciò anche che il commento, per quanto fosse stato formulato dalla donna in modo pacato e tranquillo, le scivolasse di dosso. Senza degnarla d'attenzione, Narcissa tornò alla sua occupazione principale: asciugare i bicchieri e riporli al loro posto. Non avrebbe dato alla cliente la soddisfazione di rispondere alle sue provocazioni. Ripensò per un breve istante a come sua nonna si sarebbe comportata in quel frangente se fosse stata al posto suo. Avrebbe manifestato impazienza? Sarcasmo? Diffidenza? O l'avrebbe ignorata, come lei aveva scelto di fare?
Lo strofinaccio corse su alcuni boccali, che Narcissa controllò in controluce per sincerarsi che non vi fossero goccioline. Poi, per precauzione, certa che la cliente avrebbe potuto trovare da ridire anche in quel caso, estrasse dal grembiule la sua fidata bacchetta di ebano, per lei fonte di orgoglio. Persino nonna Elodie gliel'aveva elogiata il giorno in cui da Olivander l'aveva scelta. Una stoccata rapida, accompagnata da un movimento rotatorio del polso in senso antiorario, seguì a un movimento dall'alto al basso del catalizzatore. Si curò con maestria di non toccare i bicchieri, sapeva che gli oggetti da detergere non andavano sfiorati. E sapeva che la cliente non avrebbe esitato a farglielo notare se l'avesse scorta fallire.
"Gratta e netta" borbottò, finendo di pulire in via definitiva la batteria di boccali e bicchieri.
Sotto alla luce del sole che solitamente filtrava dalle vetrate del locale avrebbero brillato. Peccato che quel giorno anche il sole sembrava volersi fare beffe di lei e aveva scelto di restare nascosto dietro una spessa coltre di nubi e nebbia.
*Spero ti vada per traverso la tua birra babbana* si augurò mentalmente. Sperava di sentirla tossire una volta che avesse portato alle labbra il boccale.
*Te lo meriti, antipatica*
 
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