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PHOEBE HALLIWELL - RAVENCLAW PREFECTL'osservazione esternata da Esmeralda riportò l'attenzione della Corvonero su qualcosa su cui - ad esser onesti - non aveva riflettuto. Stava accelerando i tempi. Stava correndo troppo. Stava lasciando che la curiosità arrivasse a scivolare libera, senza alcun freno. Fu a quel punto che si ritrovò ad irrigidirsi. Le parole della donna l'avevano un po' indispettita - e non tanto perché avevano portato a galla una questione alquanto ovvia ed evidente, quanto piuttosto perché erano state pronunciate in una maniera che - nel suo essere divertita - era fastidiosa. Almeno fu questa la sua percezione. Così si fece sentire la sensazione di aver appena perso il controllo della situazione. Se fino a poco prima aveva creduto che ciò che stava accadendo all'interno del tendone fosse sotto il suo potere, in quel momento questa certezza parve non essere più tanto stabile. S'era imposta di restare vigile e attenta - così da riuscire a reagire al meglio nel caso in cui tutto avesse comportato alcune complicanze. Eppure per un istante le barriere in qualche modo erano crollate. Era sempre stata una persona spontanea che si muoveva senza valutare le conseguenze. Una persona che in genere agiva d'istinto. Con il tempo un profondo senso di responsabilità aveva preso a mitigare questa sua tendenza impulsiva e istintiva. Da quando era diventata Prefetto, la Corvonero aveva imparato a dare sempre più ascolto alla coscienza. Questa esperienza le aveva insegnato a trovare un equilibrio. O forse si trattava di un qualcosa che possedeva già in potenza? Un qualcosa che aveva cominciato a rendersi visibile in particolare quando le avevano affidato la carica da Prefetto? Un qualcosa che la stava aiutando nello svolgimento del suo incarico? Non poteva negare di aver avuto diverse occasioni per maturare - restando tuttavia sempre fedele a se stessa, a ciò che lei era veramente. Per quanto a volte potesse apparire una ragazza con la testa fra le nuvole, in verità le persone che la conoscevano davvero sapevano di poter contare sempre su di lei. C'era sempre per un aiuto o un consiglio. Sembrava avere sempre le idee chiare su qualunque cosa - o giù di lì. Tendeva sempre ad essere coerente, a non cambiare mai parere. Se si faceva un'opinione su qualcuno o qualcosa, difficilmente la cambiava. Naturalmente nel caso in cui era necessario un cambiamento di rotta, non si rifiutava certo di percorrere un'altra strada, purché convinta della giustizia di questa decisione. La giustizia era ciò che guidava ogni sua azione. Diceva sempre quello che pensava davvero: non era ipocrita e non agiva mai per convenienza. Detestava con tutto il cuore chi lo faceva, chi non era sincero, chi mentiva, chi cambiava idea, o capovolgeva la realtà per un proprio tornaconto personale. Esmeralda tirò fuori da un sacchetto un mazzo di carte usurate. Erano i tarocchi? Malgrado gli effetti del tempo trascorso e dei diversi maneggiamenti fossero ben visibili su di loro, questi mantenevano ancora una certa bellezza. Mentre venivano stesi sul tavolo, con il dorso rivolto verso l'alto, l'Adepta di Priscilla decise di portare a termine ciò per cui si trovava lì. La reazione della donna l'aveva infastidita e aveva cominciato in realtà a spingerla ad essere, in maniera più decisa, guardinga e sospettosa. Il dubbio sulle capacità di Esmeralda di leggere il futuro s'insinuò nell'animo della Corvonero. La donna possedeva realmente le competenze che andava professando? Dal canto suo, la Halliwell aveva dato per scontato che, le due donne appena incontrate, fossero streghe. Dopotutto - nella sua visione delle cose - era veramente molto bassa, se non inesistente, la possibilità di incappare in qualcuno privo di poteri magici, in un Villaggio di soli maghi come Hogsmeade. Quindi la probabilità - sempre secondo lei - che anche Esmeralda fosse davvero una strega era piuttosto elevata. Sulle reali abilità nel predire il futuro di quest'ultima, invece, aveva iniziato nel frattempo a nutrire qualche dubbio. Da un lato, non ne era certa. Dall'altro, si sentiva per qualche oscura ragione curiosa di scoprire se era tutto vero o meno, se il futuro si sarebbe rivelato attraverso quel mazzo di carte. La musica leggera e l'odore di incenso e di spezie, rendevano l'atmosfera totalmente immersiva. Non era affatto difficile sprofondare in quel clima. La Corvonero, dal canto suo, non poté fare a meno di restarne di nuovo avvolta. Ascoltò le parole successive della donna. Doveva pensare intensamente a quello che avrebbe voluto chiedere. Ma quale - tra le tante che frullavano nella sua testa - aveva la precedenza? Le premeva di sapere più di ogni altra? Il pensiero corse alla sua famiglia - dalla nonna alle sue sorelle. Malgrado fosse quella più piccola sotto il punto di vista anagrafico, non poteva fare a meno di preoccuparsi per loro, chiedersi in ogni momento come stessero. In genere non era quel tipo di persona che pensava al peggio, anzi era l'esatto opposto. Eppure, le capitava spesso di sentirsi preoccupata quando si trattava della sua famiglia. E fu proprio questo a portare la sua mente ad avere chiaro cosa aveva più importanza. Inizialmente la Halliwell esitò. Poi il pensiero cadde sul quesito che spingeva per ottenere una risposta. Dopotutto se si fosse scoperto che Esmeralda era in realtà una ciarlatana, si sarebbe in seguito mossa di conseguenza. Il nocciolo della questione era che... la donna avrebbe potuto essere davvero un'esperta delle arti divinatorie. Nonostante la curiosità fosse sempre presente, la Corvonero sentiva una parte di lei invitarla ancora a muoversi con cautela. *Non accadrà nulla di male alla mia famiglia?* A quel punto, la mente tornò alla domanda e la richiesta divenne più pressante. La cosa che la Corvonero temeva di più era che potesse accadere qualcosa alla nonna e alle sue sorelle. Quanto era successo a sua madre l'aveva segnata nel profondo. E a causa di quel particolare evento non aveva neanche un ricordo di lei, ma ancora ignorava cosa fosse avvenuto esattamente. Era spaventata all'idea di poter arrivare a conoscerne ogni anfratto, ma sentiva di averne bisogno. Sentiva che questo per certi versi l'avrebbe aiutata. Sentiva la paura di perdere anche il resto della sua famiglia. Con tutto questo turbinio, pescò una delle carte disposte sul tavolo, quella che, per qualche oscura ragione, sembrava volerla chiamare. Era il momento.
Chiedo scusa, Master, se non sono riuscita a postare prima! Comunque ecco i numeri che scelgo: 3, 10 e 14!
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