Come per incanto, uscirono dalla segreteria per partire alla volta di non so dove.
In quel breve tragitto, Daddy, potè riassaporare finalmente un po’ di quella scuola, della sua scuola.
Era cambiata? Aveva subito a qualche mutamento?
A primo impatto, all’osservare le solide mura, sembrava esser rimasto tutto intatto, immutato, come se nulla e nessuno potesse scalfire quella roccia dalla sicurezza che poteva emanare.
Rimase in silenzio, senza proferire parola. Se da un lato, quel suo atteggiamento poteva far sembrare ci fosse tensione in lui, dall’altra, quel suo rimanere nel suo corpo gli permetteva di studiare meglio le mosse da effettuare per poter portare dalla sua la segretaria.
Di primo impatto sentiva di non piacere molto alla Darmont, tuttavia sentiva anche di non voler forzare la mano per paura di sembrare una persona fin troppo sicura delle sue capacità o esagerata nei modi di fare. Il silenzio poteva risultare un arma a suo favore, un vapore che gli permetteva di restare nascosto nel mistero mentre si dava da fare.
Quando arrivarono all’Aula di Difesa contro le Arti Oscure, iniziò a percepirne la sua essenza.
Quello era il luogo dove ogni Mago desiderava accedere, il posto dove ogni studente sentiva di poter mettere in mostra la sua essenza, manifestando i propri poteri.
Osservò l’aula spoglia, mentre la sua memoria riempiva quelle mura negli stili e nelle forme dei precedenti docenti che lo avevano portato ad essere quello che ora era.
Quanto tempo aveva passato in quel luogo? Non era in grado di definirlo, anzi, sapeva solamente che in quella stanza aveva avuto modo di andare avanti, di crescere e prendersi le proprie responsabilità.
Mentre il luogo si riempiva grazie alla sua immaginazione, gli occhi andarono a centrare la figura minuta davanti a lui.
Quello studente dal volto biancastro sembrava essere di qualche famiglia nobile, un personaggio a cui era sempre andato tutto a gonfie vele.
Sorridendogli beffardo a mo’ di saluto, girandosi verso l’esaminatrice disse:
- Non ci sono assolutamente problemi! Posso dare tranquillamente una mano io al Signorino Writingham -
Senza perder troppo tempo, proprio mentre vedeva Lucille allontanarsi e il ragazzo lamentarsi della sua bacchetta dichiarando che non funzionasse, sfilò la sua dall’interno del suo pantalone.
Se solo avesse avuto sotto mira la bacchetta del ragazzo, l’avrebbe fatta saltare in aria con un deciso Expelliarmus per poi sfruttare la sua reazione per fargli eseguire correttamente qualche incantesimo, ma dato che non ne aveva avuto la possibilità, usò con lui un approccio più soft.
Avvicinandosi a lui da buon mentore, osservando le chiazze rossastre dovute alle affermazioni della donna disse a bassa voce:
-Senti, facciamogliela vedere a quella vecchiaccia.
Tieni la bacchetta forte nel pugno, incanala la tua rabbia nel legno che stringi quindi ruota il polso tre volte in senso orario ed enuncia “Flipendo”. Guarda, in questo modo. -
Mostrandogli con attenzione la presa da effettuare sulla bacchetta, il modo di girare il polso e ripetendogli con cura la pronuncia dell’incantesimo aggiunse:
- E’ un incantesimo semplice, basta che segui quanto ti ho spiegato e vedrai che andrà benone, l’importante è credere ardentemente in quello che stai facendo…Ah, mi raccomando...quando lo esegui, pensa a lei, come se la dovessi colpire. Vedrai, avrai ottimi risultati! -
Facendogli un occhiolino, si allontanò da lui per poi osservare la donna. Non restava molto da fare o dire, lo studente sarebbe riuscito nel suo intento.
- Quando vuole siamo pronti. -