Alice era abituata a correre, lo faceva ogni mattina prima di scendere giù nella sala grande e divorarsi metà buffet. Quel tipo di corsa però era totalmente diversa da un semplice allenamento. Sebbene non fosse fisicamente stanca, psicologicamente era distrutta. Non riusciva ancora a pensarci, le sembrava ancora di star catalogando gli eventi che si erano succeduti e cercar di trovar loro un senso logico. Aveva le pulsazioni a mille e un senso di angoscia che le premeva sul petto. Il problema principale era sentirsi completamente inutile, non aveva idea di chi fosse il suo nemico, né come combatterlo. Non era una fan dei film horror o zombie sebbene fosse di origine babbana, per cui non aveva idea di cosa usare per contrastarli. Mentre correvano notò l'espressione del ragazzo, preoccupata e angosciata come la sua. Ora che ci pensava le pareva di averlo visto da qualche parte ad Hogwarts, anche se non riusciva a ricordarsi bene dove. Sicuramente era uno studente e quasi sicuramente era un serpeverde, poteva forse essere....l'amico di Casey che aveva visto al ballo? Purtroppo l'occasione del ballo fu una delle più irritanti dell'intero anno scolastico per colpa della perfida Narcissa che aveva totalmente rovinato l'umore a tutti, per questo motivo le era riuscito abbastanza difficile anche parlarci. In realtà sospettava fosse un tipo piuttosto taciturno, che preferiva starsene per i fatti suoi, cosa che cozzava totalmente con il suo carattere esuberante. Erano due persone diversissime che si erano ritrovate in una situazione assurda e per qualche motivo, nonostante non si conoscessero minimamente né provassero alcun tipo di simpatia per l'altro (anzi solo per essere una serpe Alice gli avrebbe sottratto dall'inizio dei punti amicizia) sembravano trovare conforto nella presenza dell'altro. Alice si guardò alle spalle per qualche secondo, mentre l'altro si accasciava a terra scavando come un matto. Le parole del ragazzo suonavano chiare nella sua mente, ma in qualche modo il suo corpo sembrava non rispondere immediatamente agli impulsi che la ragazzina cercava di mandargli. Non era stata abbastanza lucida da pensare alla soluzione migliore, l'unica idea che le era venuta in mente era di prendere a sberle quelle carcasse di mangia cervelli. Ovviamente Alice non era una tipa che rifletteva troppo, era troppo impulsiva e questo spesso finiva per avere conseguenze spiacevoli, però l'idea di mimetizzarsi le sembrava decente. Dopo qualche secondo di confusione prese a spalmarsi la melma sulla faccia e sulle braccia, quasi meccanicamente, come se nemmeno lei stesse esattamente capendo cosa stesse facendo. Poteva sentire i suoni inquietanti che gli zombi emettevano avvicinarsi e in qualche modo il battito del suo cuore stava raddoppiando. Sperava solo di non dover vedere altra gente morta o meglio, squartata da quei cosi. Era coraggiosa, ma senza la bacchetta si sentiva persa, certo era brava a prendere a sberle i bulli della sua classe ma con delle creature del genere temeva non sarebbero bastati.
Stavano correndo da un bel po' e il fatto di aver trovato una casetta per metà diroccata era stata come una manna dal cielo. Alice annuì nella direzione di Draven e corse velocemente verso l'edificio chiudendosi, una volta dentro, la porta alle spalle. Potevano prendersi un secondo per prendere fiato, l'ossigeno sembrava così rinfrescante. L'ambiente all'interno era piuttosto buio, non c'erano luci, sebbene qualche raggio solare riuscisse a penetrare tra i buchi tappezzati delle finestre. Parte delle pareti erano ricoperte di erbaccia e assi di legno inchiodate, quasi come se qualcuno avesse voluto nascondersi al mondo, un forte tanfo di acqua putrida sembrava dominare l'aria. Alice cercò di riprendere fiato e per diversi minuti non disse assolutamente nulla, l'unica cosa che riusciva a sentire era il rumore del petto alzarsi e abbassarsi e il battito rumoroso del suo cuore. Draven le stava a poca distanza e nonostante la penombra riusciva a riconoscerne i tratti del viso, anche se ricoperti dalla terra. L'odore di terra le ricordava casa, quindi non le dispiaceva esserne ricoperta. Si accovacciò prendendosi le gambe tra le braccia e lasciando i capelli appicciarsi in parte sul volto. La voce che proruppe nel silenzio totale era bassa e sussurrata quasi da non sembrare nemmeno la sua << Stai....stai bene?>> c'erano tante altre cose che avrebbe voluto chiedergli, tipo come facesse a trovarsi lì, se anche lui era stato trasportato magicamente in questo scenario, se aveva la bacchetta dietro o conosceva qualcun altro, ma invece continuò dicendo << Io sono Alice. Alice Wagner.>> Forse scambiarsi i nomi poteva essere utile nel caso si fossero persi o in caso di pericolo, non sapeva bene perché ma umanamente era la prima cosa che le era venuta in mente. Era strano ritrovarsi in una situazione del genere così all'improvviso ma stare uniti le sembrava l'idea migliore per non morire. In tutti i film horror (non molti) che aveva visto quelli che si separavano finivano per crepare malissimamente.
Le sembravano passati attimi infiniti mentre rimaneva lì ferma, quasi immobile, ad ascoltare i suoni esterni. Passi cadenzati sembravano allontanarsi e in qualche modo si convinse che l'orda fosse passata. Ora avevano bisogno di un piano. Si alzò lentamente in piedi e provò a fare qualche passo verso il centro di quella stanza. Ora che metteva a fuoco pareva si trattasse di un soggiorno. Appeso ad una delle pareti c'erano quello che sembravano delle corna di cervo, sul pavimento una pelliccia di orso piuttosto consumata. Sembrava la casa di un cacciatore, poteva dirlo per esperienza dato che suo padre ne era uno. Assurdamente proprio per questo aveva deciso di diventare vegetariana. Un vecchio divano era buttato nell'angolo destro, era piuttosto rovinato e avvicinandosi si poteva avvertire un altro tipo di puzza. Grosse macchie di sangue infatti macchiavano i braccioli e proseguivano più in avanti, Alice provò a sfiorarne la superficie e la macchia finì per colorarle la punta delle dita. Un'espressione schifata le comparve sul viso, quelle macchie erano fresche.
L'odore del sangue sembrava ora diventare ancora più forte. Alice trattenne un conato, avrebbero sicuramente trovato il corpo di qualcosa, ma magari insieme ad esso potevano esserci delle armi? Non sperava in pistole o fucili, una balestra o un arco avrebbe fatto al caso suo. Forse avrebbe potuto provare a creare una fionda, era brava a costruire oggetti piccoli ma non di certo a riprodurre un arco. Nonostante la nausea immediata, la ragazzina rimase in piedi, quasi pronta a scoprire il resto della storia, si voltò verso Draven interrogativa come a dire "vieni anche tu?" Per qualche motivo avere compagnia le alleggeriva il peso della situazione in cui si trovava. E poi non voleva accadesse qualcosa mentre lei cercava di andare verso la rampa di scale pericolante, non avrebbe di certo potuto aiutarlo in caso di attacco zombie. Era difficile riuscire a vedere dove mettere bene i piedi ma la rossa era convinta nel voler andare avanti, forse quella poteva essere l'unica occasione per trovare qualcosa di utile. |