Non un (drink) di meno.

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view post Posted on 23/2/2021, 01:34
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You are not saving this world, you are preparing it for me.

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MAURIZIO PISCIOTTUsquadra antimago ✧ 28 anni ✧ Chug Chug Chug
Ci sono quelle persone che per prepararsi ad un serata alcolica mangiano abbondante prima di recarsi al locale (che probabilmente chiuderà per un paio di settimane dopo il suo passaggio) per reggere di più per evitare di vomitare per resistere fino alla fine e sopravvivere alla comitiva.
Poi ci sono io. Che mi sono scordato di cenare, che sono arrivato alla testa di porco un'ora prima e che, per puro caso, si ritrova ad avere anche Ariel affianco a se nel locale con bicchieri che vanno e vengono come nuvole in autunno.
Non so nemmeno da quanto tempo ho smesso di percepire il tempo.
"E quhindih ti dicevo che questo è il motivo per cui ho deciso che fumare è l'unico modo per combattere un possibile assalto di draghi qui ad Hogsmeade...a proposito."
Cerco nelle tasche il pacchetto di sigarette ma tuto ciò che trovo...è calore! Questo non è mai stato mio!
Mi volto in cerca di Ariel e quando ne intravedo la sagoma le mando un bacio, non riesco nemmeno a tenere gli occhi bene aperti, la saluto e le indico me stesso e le sigarette, poi mi ricordo del motivo per cui la stavo cercando e le indico il cappotto. Non riesco nemmeno a capire quale sia la sua reazione. Vado a prendere la mia giacca di pelle da cui estraggo il pacchetto.

...dopo un tempo abbastanza imprecisato, che ne so...dieci minuti? trenta? un'ora? Ma quanto ci mette questo?

"...Ti dicevo! Una storia fantastica, pomodora! L'ho salvata da un mago cattivo che aveva intenzione di farci una pozione per il suo mal di piedi, una storia incredibile."
Le do pure un buffetto sul collo, oramai siamo inseparabili io e...MA NON LE HO DATO UN NOME!
"Potrei chiamarla Ariel! Ma...è una femmina? Hey! Hey Ariel! Secondo te è una femmina."
Oramai non ha senso ripeterlo ma, senza rendermene conto mi sono ritrovato con un piccolo agnellino al guinzaglio, la sigaretta nell'altra mano mentre sto parlando con una sagoma disegnata di una donna contro il muro della casa di fronte alla Testa di Porco. E la serata non è ancora iniziata.

@ CODE BY SERENITY

 
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view post Posted on 23/2/2021, 03:03
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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Ariel Vinstav
outfit
Sobriety is not in my vodkabulary

A
riel e Maurizio erano quei tipi di amici che nella comitiva si sarebbero potuti descrivere come "quelli che sono esattamente quello che non dovrebbero essere".
In che senso vi starete chiedendo? Quando incontrate qualcuno tendete sempre a farvi un'opinione di questa, un'immagine alla quale attenervi per sapere come comportarvi e approcciarvi a loro in una conversazione. Prendiamo Maurizio, uomo della legge, braccio armato della giustizia del Ministero, o altresì Ariel giornalista e fotografa per una testata di tutto rispetto in Gran Bretagna. Ci si aspetterebbe qualcosa di (almeno) dignitoso, quel "tanto di cappello" alla classe alta della società magica fatta di bei lavori e famiglie rispettabili, carriere di successo e sorrisi freschi per la stampa.
«ANGELOOO. ANGELOOO.»
Era fra le urla di Ariel che la magia dell'immaginazione si perdeva, mostrando l'imbarazzante realtà della giovane Vinstav e il suo sbronzissimo amico.
Superato il portone scuro della Testa di Porco, la giornalista fece capolino qualche metro di distanza dall'antimago, abbigliata come nessuna persona sana di mente penserebbe di vestirsi in Scozia in una sera di Febbraio: un crop top bianco riportante la stampa in bianco e nero di un uomo riverso per strada, bratelle grigie agganciate ai passanti di un paio di jeans blu scuro con sneakers alte accordate nel colore.
Il cappotto l'aveva abbandonato alla testa di porco, sia perché teneva i soldi con sé nelle tasche abbottonate dei pantaloni, sia perché l'alcool in corpo la faceva sentire fin troppo accaldata per dare peso alla corrente gelida che la investì in pieno appena uscita dal locale.
«ANGELUUZZOO» Pronunciare l'italiano le veniva ancora male e la cadenza francese rendeva ancora più ridicolo il tentativo, specialmente quando accordato ad una voce che via via che beveva si era fatta sempre meno fluida nell'esecuzione delle parole.
«AHAHAHAHAH.» Le ci volle un po' per mettere a fuoco Maurizio, troppo sbronzo per capire di stare parlando con un graffito e non con lei, sia capire come l'amico stesse reggendo fra le braccia un ... agnellino?
«MA CHE BELLINO CICCIPICCINO CHE SI FA DARE I BACINI DA MAURIZIO.»
Urlava, ma gli Dei soltanto sapevano perché. Corse verso di lui, rischiando di incespicare sui suoi passi dopo i primi due movimenti, finendo col crollare di petto contro il braccio altrui.
L'impatto, decisamente facile da sostenere, verrebbe accompagnato successivamente da un abbraccio goffo, intenzionato a circondargli il collo e approfittarne per scoccargli un bacio contro la guacia.
«Per me è un maschio.» Borbottò, sporgendosi in punta di piedi nel tentativo di guardare meglio l'animale oltre il braccio dell'altro.
Aveva il fiato che odorava di erbe aromatiche e alcool; l'amaro montenegro con cui Maurizio era ossessionato era diventato un ordine certo anche per lei. Le guance rosse in pieno contrasto con la carnagione pallida, poi, erano il chiaro segnale di come anche lei non fosse al massimo della lucidità.
«Possiamo ordinare del latte per lui? E io e te ci prendiamo della Goblingrappa? Ho visto una ragazza dentro che secondo me è il tuo tipo.» E avrebbe cercato di scuoterlo nel parlare, come a voler dire col linguaggio del corpo un ossessivo "dai dai dai".
«Chiamiamolo con un nome italiano: PIZZETTA.»
"Pizzetta" nome proprio tipicamente italiano. «Rosso. Blu.» Parole a caso imparate in italiano da Maurizio: check √
«Umberto?» E vabbuò. «Anzi! TIZIANO FERRO.»
Maurizio e le discussioni sulla pop culture e la letteratura italiana: cose da non dover mai trasmettere ad Ariel.
role code by »ANNAH.BELLE« don't copy
 
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view post Posted on 24/2/2021, 14:23
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Poetry on your body, You got it in every way. And can’t you see it’s you, I am watchin’, I am hot for you in every way. And turn around, let me see you, Wanna free you with my rhythm. I know you can’t get enough, I’ma turn up with my rhythm! Your body’s poetry, speak to me, Won’t you let me be the rhythm tonight. Move your body, move your body.
25 y.o.
guardiacaccia
Nonna Amaltea era famosa per due cose: le sue stramberie e l'amore viscerale che nutriva per i suoi nipoti; al punto da destinargli ogni Natale regali di dubbio gusto come i golfini natalizi realizzati con le sue mani grinzose e chicaglierie acquistate durante i numerosi viaggi per il mondo. Ma quell'anno non si era fermata a Natale.
A San Valentino aveva fatto recapitare alle Poste di Hogsmeade per Lucien un copricapo dall'aspetto di un pollo nudo come un Vermicolo, incantato affinché tremasse convulsamente quando il proprietario - e nessun altro - posava le labbra in un punto specifico o lo solleticava con la barba incolta. A fare da collante a quell'improbabile dono, una pergamena musicale che gracchiava ♪ Lulù sei il mio nipote del cuore, Lulù con te mi canno anche al sole, attraversiamo l'arcobalenoooo ooo oOH, Lulù, Lulù sei tuuu!!!! ♬ Sentendosi trapanare i timpani da quel suono micidiale, Lucien strappò la pergamena con la grazia di un Erumpent alla carica.
Se già lui e Jolene non si fossero sufficientemente corrosi la dignità per quella sera, il dono della nonna fu la ciliegina sulla torta. O la punta di un iceberg non ancora scoperto. Si erano dati appuntamento alla sua capanna per staccare la spina, dimenticare le responsabilità ed i molteplici impegni lavorativi che in quel periodo li aveva travolti come un'onda inarrestabile e godere di chiacchiere distensive. Oltre a farsi portare la cena direttamente a casa, indice di quanto fosse messo male il Guardiacaccia in quel periodo di impegni lavorativi. Tra una chiacchiera e l'altra, qualche tiro di Euphoria - uno dei cavalli di battaglia di Lucien sin dai tempi della scuola - e tanti gioiosi ricordi guidati dalle melodie trasmesse dal grammofono, i due amici erano stati interrotti dall'arrivo di un gufo d'urgenza (?) che li aveva sospinti fino al villaggio magico.
In verità già i loro piani li avrebbero condotti da quelle parti ma per occupazioni più distensive di quelle che li attendevano. La bottiglia di Ogden Stravecchio si era esaurita tra un passaggio di mano all'altra ancor prima che i loro sguardi luminosi intravedessero i contorni nebulosi di Hogsmeade.
«Tieniiii, scalda un po' la pollastra!» biascicò il Guardiacaccia piazzando il copricapo tra le braccia dell'infermiera. Povera crista, ignuda a contatto col gelo notturno a tremare per colpa del nuovo proprietario che non le dava tregua un secondo. «Te l'ho...te l'ho mai detto che la signoranonna è stata una Magizoologa? Ha una specie di zoo nella sua tenuta vicino Loch Ness. E... quando da bambino facevo una marachella, mi minacciava di sommergermi di bava di Streeler!» Era molto convincente nonna Amaltea; grottesca, il più delle volte, ma unica nel suo genere.
In lontananza, di fronte all'ingresso della Testa di Porco (la loro meta) il Guardiacaccia scorse due figure, una delle quali ben nota. L'interno della locanda avrebbe probabilmente ammassato maghi e streghe di ogni tipo capace di tagliarlo nettamente in due come il grissino con il tonno rio mare, esibendosi in urla intrise di cattiveria allo stato puro e violenza inaudita. Nota per le frequentazioni poco raccomandabili, non ci si sarebbe aspettati molto di meglio.
I lividi sulle ginocchia gli stavano bestemmiando dietro ma, eroicamente, barcollò con lo sguardo annebbiato dal whiskey che lo faceva sentire anche lui invecchiato in botte di rovere per 100 anni, fino a raggiungere Ariel. Una mano sulla sua spalla piovve pesantemente per attirare la sua attenzione.
«Alohomora! Apri le gambe, Ariel!» biascicò con la bocca sporca di peccato, impastata di alcolici ed erbe fumate con perizia tailandese, mentre cercava di chinarsi per prendere la fotoreporter e piazzarsela sulle spalle così da farle toccare le stelle con un dito sfruttando la sua altezza. Tsè. Chi lo conosceva bene, sapeva quanto il self control del francese venisse meno sotto l'effetto dell'alcool e di quanto potesse diventare molesto ed inopportuno se ne faceva uso smodato.
Oltre che da un improvviso senso di vertigine, il gesto fu bloccato dalla vista di un piccolo agnellino al guinzaglio.
Le fessure verticali lo fissarono miti, mentre gli occhi iniettati di schifo di Lucien si spalancarono per la sorpresa, mentre di abbandonava ad una risata scomposta e rovesciava il capo all'indietro vedendo finalmente le stelle - in senso figurato.
Rivolse dunque la parola allo sconosciuto. «Ehiiii! Carino il coso, se farà gli occhi dolci al barista forse otterremo un giro di alcool ggggratisshhh!» Ma ce n'era davvero bisogno, mi domando? «Piacere, io sono... chi sono? Uh, si: guardiacaccia di Hogwarts» o quel che ne resta «Lucien Cravenmoore, al vostro servizio.» ecco che con un rutto scadente (bonjour finesse) Lucien spalmò il palmo sinistro a pochi centimetri dallo sconosciuto. Meglio non avvicinarsi troppo che con la fiatella che si ritrovava avrebbe potuto stendere i presenti, agnello compreso, e allora addio speranze di risparmio.

la testa di porco
reunion
 
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view post Posted on 28/2/2021, 18:00
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La serata doveva ancora iniziare, e già Jolene non ci capiva più un bubotubero. Quando si era messa d'accordo con Lucien per trascorrere insieme la loro sera libera, si era aspettata una cosa tranquilla – qualche chiacchierata alla capanna, e poi uno o due bicchieri di vino elfico ai Tre Manici di Scopa. Invece, prima ancora che raggiungessero Hogsmeade, ogni cosa suggeriva che avrebbero perso la dignità e la mattina dopo non se lo sarebbero nemmeno ricordati. Cosa si può dire in difesa di due che si dirigono al bar già mezzi barcollanti? Niente, assolutamente niente.
Jolene sghignazzava senza ritegno nell'ascoltare gli aneddoti spaventosi sulla nonna di Lucien. «Certo che comunque le minacce non sono servite a molto, névvero?» Continuò a ridacchiare come se avesse detto una cosa divertentissima, ma la verità era che già connetteva solo a sprazzi. La combo Ogden Stravecchio e sigarette fatte in casa aveva bruciato ogni traccia di pensiero coerente.
Jolene si teneva il pollo di Lucien, usandolo come scudo contro all'aria della serata, abbastanza fredda da pungere anche sotto al cappotto; ma lo teneva soprattutto perché era morbido e comodo da stringere al petto. Tuttavia, doveva ammettere di essere un po' gelosa. «Perché con me non funzionaaa» si lamentò dopo aver tuffato la testa nel punto che avrebbe dovuto attivare le convulsioni del copricapo, tutto inutilmente. «Mi arrendo, vuole bene solo a te. Pollo maledetto.» Aveva tutta l'aria di chi la stesse prendendo sul personale.
Tuttavia Pollo era ancora tra le sue braccia quando giunsero davanti al Testa di Porco. Jolene visse qualche istante di smarrimento quando Lucien sparì dal suo fianco, poi si accorse che aveva solo fatto uno sprint verso una coppia che conosceva anche lei.
«Ragazzi ciaaao!» Avrebbe strascicato le parole per tutta la serata? Avrebbe sorriso come un'ebete dall'orecchio sinistro al destro per tutta la serata? La risposta rischiava di essere ad entrambe le domande.
«Oh Ariel come sei carina!» Se a quel punto la giornalista non fosse già stata reclamata completamente da Lucien, Jolene le avrebbe gettato le braccia al collo. Pollo, ancorato alla sua mano sinistra, puntò verso le stelle. Era sempre affettuosa in quelle condizioni, al limite dello sdolcinato addirittura, tanto che quando alzò gli occhi su Maurizio si sentì in colpa per non aver subito fatto i complimenti anche a lui. «Anche tu sei carino, Maurizio. Non badate a Luce, lui è sempre molesto da ubriaco.» Sì, lui era molesto. «È sempre così, tranquillo come un agnellino ma poi un po' di Ogden e... Ehi.» Finalmente mise a fuoco l'inaspettata aggiunta alla compagnia.
Subito si abbassò fino a giungere più o meno alla stessa altezza della bestiola, allungando lentamente la mano destra verso il suo muso per permettergli di annusarla. «Ma come sei adorabile! Come si chiama? Che ci fa qui? Potrebbe fare amicizia col pollo di Luce.» Detto fatto, tenne il copricapo con entrambe le mani e lo sollevò verso l'agnellino – c'era qualcosa di solenne in tutto ciò, come durante un'offerta di pace volta ad ingraziarsi la benevolenza di Tiziano Ferro Manuel Agnelli Agnello.

infermiera | 21 anni | outfit
let the evening be gin.

 
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view post Posted on 7/3/2021, 21:40
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Uno shot, due shot, tre shot.
Quanti shot si possono bere in solitudine?
E bevi e prendi, e prendi e bevi; il barista lo stava guardando in maniera molesta, ma insomma era inevitabile.
Si avvicinò con la mano tremante verso il volto di lui, come se volesse sugellare il patto con un bacio che non sarebbe mai arrivato.
Ci stava della Tequila? Era possibile avere della Tequila?
E mentre il giovane cercava della Tequila per il suo fetido cliente, il cliente si girava ad osservare i banchettanti vedendo quello che sembrava essere un pollo.


*Ok ho bevuto troppo*

Pensò Daddy, mentre si buttava sulla camicia oltre che sulla mano un po' di sale ed osservava quei ragazzi senza capirci una ceppa di niente.
Un piccolo rigurgito al gusto di nachos arrivò alla sua bocca, mentre sentiva di fare schifo più di quanto potesse essere possibile.
Preso il sale e la tequila, si gira velocemente verso il barista; mancava qualcosa di necessario all'appello.


- BARISTAAAAAA I LIMONI... BARISTAAAAAAA -

Niente di niente, nessuna risposta.
E si sa che quando non ti danno risposte vuol dire che fai veramente schifo e sei arrivato ad un livello di pena tale che nessuno ti vuole parlare.
Avvicinando quello che aveva tra le mani vicino alla bocca, diede una leccata al sale e una nuova bevuta.
Ma quanto faceva schifo tutto quell’essere etilico in lui? Possibile che quello che stava facendo avrebbe potuto avere una qualche incidenza sull’allargamento del buco dell’ozono?

Osservò nuovamente i giovani adulti, ben più felici di lui, lontani ma vicini. Con le gambe leggermente tremanti, si avviò a loro svolgendo un movimento di anca e bacino che solo coloro che erano coraggiosi sarebbero riusciti a fare.
Un passo a sinistra, uno a destra. Un movimento con la mano e uno con il sedere e levateve che Twerko meglio io di qualsiasi altro.


- Salve -

Il tono era serio, ma la faccia era quella di un idiota che ballava mentre gli parlava.
Notando che il movimento sembrava essere perpetuo, cercò di fermarsi, ma nella realtà dei fatti rallentò soltanto.
Sorridendo in maniera inquietante, additando quanto aveva visto prima , domandò:


- Ma posso toccare il Pollo? Ma è vivo? -

E niente.
Se prima era convinto di non farsi sgamare sul fatto che era ubriaco ora poteva solamente rassegnarsi.
Era ubriaco.




O.t: Scusatemi ma dovevo accollarmi. E’ necessario conoscere gli adulti!
 
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view post Posted on 7/3/2021, 23:05
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
Auror | 28 y.o. | Irlandese

Sorrise e affondò maggiormente, senza alcuna prepotenza, le mani tra le candide piume alla base del collo di Sir Gawain, nonché le ultime che facevano da confine tra la colorazione del capo e quella del resto del corpo. Come aveva promesso alla Candle, Aiden si mantenne ben controllato e posato durante i momenti che spendeva assieme al proprio Ippogrifo, consapevole di dover consolidare quel loro rapporto con passi ben misurati e mai più lunghi della gamba; se non altro - con lo scorrere dei giorni, delle settimane, fino a qualche mese - i due promettenti amici erano riusciti a sviluppare un rapporto di fiducia più genuino e forte, quantomeno da riuscire ad affrontare i voli più semplici e non troppo distanti dalla Tana della Volpe. E quel giorno Aiden e Gawain si erano concessi un piccolo volo sopra Hogsmeade, incuranti di attirare o meno gli sguardi dei Maghi e delle Streghe del Villaggio, come un’unica ombra che si stagliava lungo il lastricato della via principale, fino a virare verso la pianura esterna.
Benché i cambi d’aria riempirono le orecchie dell’Auror, tanto quanto ne sconvolsero i capelli e la barba, riuscì ad udire per mera fortuna una voce chiamarlo dall’oggetto che teneva nella tasca della propria giacca. Estratto lo Specchio comunicante che lo legava a Jolene White, l’Irlandese si sorprese di vederla in atteggiamenti alquanto bizzarri, per non dire ambigui, con la carnagione solitamente pallida e ora tinteggiata di rosso, mentre biascicava parole come “Testa di Porco”, “prima possibile” e “bere”. Ciò strappò all’uomo un genuino verso confuso e poco convinto, quanto assai stridulo. «EHHHH???» Non ci aveva capito una mazza, se non quelle tre parole che ben presto iniziò a metterne in dubbio la veridicità.
Ciò nonostante la reazione del rosso strappò all’Ippogrifo un verso pieno di sdegno, carico di un nervosismo di cui non seppe spiegarsi, tant’è che prese ad agitarsi e in volo non era il massimo della sicurezza. Dovette contrarre le gambe contemporaneamente e protendersi in avanti gradualmente per far comprendere a Gawain che doveva perdere quota, fino ad atterrare poco fuori il villaggio, prendendosi tutto il tempo necessario per calmarsi. «Da bravo, Gawain, adesso scendiamo e ci prendiamo un break, ok? Va’ tutto bene, amico. Non è successo niente, tranquillo. Era solo Jolene, un’amica.» disse in tono cortese, nella speranza di ammansirlo con la dovuta gentilezza. Si domandò, per un attimo, se ad infastidirlo fosse stato davvero il verso che aveva prodotto o il fatto che udire la voce dell’Infermiera di Hogwarts l’avesse, in un qualche modo, indotto ad ingelosirsi. Possibile che si sentisse minacciato da un altro essere umano nella contesa dell’affetto del suo compagno?
L’atterraggio non fu dei migliori e per poco Aiden non venne sbalzato via, tant’è che dovette scendere quasi di volata per non rischiare di essere spontaneamente disarcionato. Tutto quello che poté e dovette fare, fu accertarsi che Gawain lo avesse sempre sotto il proprio campo visivo e che gli sarebbe stato concesso una quantità di spazio necessaria a non sentirsi soffocato dall’uomo, oltre potersi calmare gradualmente e da sé.
«Scusami, Gawain, non volevo infastidirti. Adesso ti prendi il tempo che ti serve, poi torniamo a casa. Ok?»
La gentilezza della sua voce sembrò placarlo un poco, ma come l’Ippogrifo si rese conto della presenza di un estraneo sempre più vicino alla loro zona, prese a pestare le zampe posteriori in un chiaro segno di avvertimento e gli occhi ambrati si ridussero a due fessure. Aiden, a quel punto, si rese conto che ad essersi avvicinato era stato Romeo Murphy, il Mago che aveva conosciuto alla Testa di Porco in compagnia di Thomas Emerald. Ovviamente non seppe spiegarsi il come e il perché fosse giunto fin lì, ma si sentì in dovere di metterlo in guardia prima che Gawain giungesse a dei livelli di nervosismo più elevati ed ingestibili rispetto a quelli che aveva già avuto modo di conoscere.
«Romeo, no. Non ti avvicinare, resta dove sei. Gawain ha bisogno di calmarsi da solo.» mormorò, cercando di non urlare per evitare di peggiorare la condizione dell’Ippogrifo, allungando una mano in direzione dell’uomo per fargli capire di non procedere oltre. Indietreggiò a sua volta, tenendo d’occhio il suo amico piumato, mentre faceva schioccare il becco verso Romeo. «E’ un esemplare particolare, non ha avuto un’esistenza particolarmente piacevole prima che giungesse a me. E costruire un rapporto di fiducia con lui è una cosa a cui stiamo ancora lavorando, gradualmente, senza pressarci a vicenda.» spiegò.
Nel tempo che trascorse affinché l’Ippogrifo ritrovasse la propria serenità e permettesse quantomeno ad Aiden di avvicinarsi nuovamente a lui, l’Auror raccontò a Romeo di come era stato straziante venire a conoscenza del problema che affliggeva la propria creatura, di come avesse rifiutato il suo cibo la prima volta e di come aveva dovuto imparare ad ingranare il giusto approccio onde evitare di innescare i ricordi traumatici che aveva segnato l’animo del povero Gawain.
«Siamo due creature affini, più di quanto avremmo potuto pensare al nostro primo incontro.» mormorò, infine, fissando l’uomo. «Non posso farti avvicinare a lui, oggi. Ma ti ha visto, sicuramente la prossima volta sarà - forse - un pochino più propenso a lasciarsi accarezzare.» Diede una pacca sulla spalla dell’amico acquisito di recente. «Piuttosto… Una mia amica mi ha contattato mentre ero in volo.» E gli mostrò lo Specchio comunicante. «Se una delle poche cose che ho capito è vera, allora starà andando alla Testa di Porco per bere. Che ne dici? Altro giro di sbronza? Ovviamente prima riporto Gawain a casa, ma diciamo che ci becchiamo all’ingresso, ok?»
Mentre attendeva una risposta, il rosso eseguì un profondo ed elegante inchino a Gawain, nella speranza che l’altro ricambiasse e gli permettesse di raggiungerlo. Ovviamente l’Ippogrifo esitò un breve istante, il tempo per accertarsi che anche l’altro essere umano non imitasse il proprio compagno con l’intento di ingraziarselo, perché non sarebbe stato propenso a farlo, per poi abbassare il muscoloso collo in un inchino di rimando. Aiden sorrise e riempì lo spazio che lo sperava da Gawain con passo morbido e misurato, per nulla affrettato, per poi allungare la mano e percorre l’intero profilo del capo della creatura con una sinuosa e delicata carezza.
«Andiamo, bello. C’è sicuramente una gustosa razione di insetti tutta per te.» E salì in groppa con la dovuta calma, concedendo un cenno d’intesa a Romeo prima di spiccare il volo.

Giunse diversi minuti più tardi davanti all’ingresso della Testa di Porco, dove immaginò esserci Romeo in attesa del suo arrivo. Sperò, ovviamente, che non se la fosse presa troppo a male per la questione di Gawain, né che fosse in attesa da un po’ visto che si era preso cinque minuti in più, prima di Smaterializzarsi, per cambiarsi d’abito. Si presentò infatti in abiti a dir poco casual, con i jeans strappati poco sopra al ginocchio e con una maglietta dei Ramones che suo fratello gli aveva regalato per Natale, oltre alla classica giacca di pelle e gli anfibi. A guastare la bella visione, probabilmente, fu la presenza di una sportina dalla quale si poteva intravvedere l’indubbia presenza di un ananas.
Un ananas si chiederanno i lettori? Ebbene sì, Aiden Weiss si presentò nell’apice della propria gnoccolaggine con un ananas che stava mezzo massacrando la busta. Eh, metti caso che parte la voglia di Piña Colada. Almeno l’ananas c’è, eh!, si era detto.
«Oggi rutto libero, Romy, non trattenerti. Anche se la mia amica è rossa non avrà di che lamentarsi se le facciamo qualche colpo di luce aggratis!» esclamò, dopo aver concesso all’amico una strizzata d’occhio alquanto complice, per poi imboccare l’ingresso.
Come oltrepassò la soglia di quella bettola porcellosa, l’Auror scorse due facce a lui note oltre a quella di Jolene, ovvero quelle di Maurizio e Lucien, il Guardiacaccia conosciuto al Ballo di Natale ad Hogwarts. La biondina ossigenata (Ariel) aveva un vago sentore di averla già vista da qualche parte, forse alla festa di Halloween da Zarathustra, intenta a sciabolare l’aria con pantofole di dubbia entità e a pipistrellare in giro con cibarie di vario genere che - se avesse potuto - le avrebbe sequestrato per ripagarlo del goccetto perduto chissà dove.
«Per i tentacoli di Cthulhu, Sweetie!» esclamò, nel vedere in che condizioni si trovava Jolene. «Inizi senza di me?» Scosse la testa, fingendosi offeso. «Che befana!» E scoppiò a ridere.
Quando poi fissò lo sguardo su quel cane pazzo di Maurizio, il quale non lo vedeva da diverso tempo, spalancò le braccia e lo avvolse in un abbraccio caloroso, ma non prima di avergli tirato, accidentalmente, l’ananas sulla schiena. «Ma cosa diavolo...» Non riuscì a dire altro, che una strana linguetta aveva preso a leccargli il ginocchio, tant’è che dovette abbassare lo sguardo per capire che… «UN AGNELLINO?» Serio, Maurizio? Un agnellino al guinzaglio? pensò, all’inizio, per poi scrollare le spalle e pensare: Devo sbrigarmi a raggiungere il Nirvana, qui sono a buon punto. Dannazione!
E niente. Partì alla ricerca della Valle Incantata, indipendentemente da quale tipo di alcolico lo avrebbe aiutato in tale impresa.



Azioni concordate con Romeo e Joline.
Da un inizio pieno di pathos al disagio più totale.
 
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view post Posted on 8/3/2021, 20:56
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Jane Read

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La cena con Isabel e Michael era stata meno smielata del previsto: la sola idea di fare il terzo incomodo per tutta la serata era stata sufficiente affinché Jane provasse a rifiutare l’invito, ma il fidanzato di sua cugina era stato irremovibile. Era invitata a cena con loro per festeggiare il fidanzamento prima di annunciarlo al resto della famiglia e soprattutto come ringraziamento per l’aiuto nella preparazione della proposta: più che di un aiuto si era trattato semplicemente di fare alcuni acquisti da Madama Piediburro, e tutto sommato era sopravvissuta senza troppi traumi alla gita nel locale durante la festa di San Valentino, ma Michael sembrava davvero tenerci tanto alla sua presenza e alla fine si era lasciata convincere.
Avevano cenato in un ristorantino francese ad Hogsmeade, sconosciuto alla maggior parte degli studenti perché nascosto in una via laterale: il menù era piccolo ma ricco di pietanze tipiche e gustose, e la carta dei vini era la ciliegina sulla torta del locale. Vini che il trio aveva ordinato e assaggiato senza alcun freno con la scusa di “festeggiare”, e quando la porta del locale si chiuse alle sue spalle Jane si chiese se forse avrebbe preoccuparsi di contare i bicchieri di Bordeaux che aveva bevuto quella sera, visto che aveva davanti a sé solo l’indomani mattina per riprendersi dalla serata e di certo non voleva iniziare il turno pomeridiano con una ramanzina da parte di Paul Dwight per essersi presentata al lavoro ancora con in post sbornia.

Con la mente ancora concentrata sull’idea del direttore del San Mungo che le urlava contro – che in un certo senso era quasi divertente, almeno secondo quello che il vino le mormorava nella testa - si allontanò dal ristorante, diretta dall’altra parte del villaggio: qualche giorno prima Francis Drake, il mago simpatico e gentile che aveva conosciuto all’evento di beneficienza di Capodanno a favore del PURR, le aveva inviato un gufo invitandola ad uscire quella sera per festeggiare la sua assunzione ad Hogwarts come docente di Divinazione. Jane aveva risposto con entusiasmo all’invito, sia per il lavoro ottenuto dall’uomo sia perché, a conti fatti, da quando aveva iniziato a lavorare al San Mungo la sua cerchia di amicizie si stava limitando quasi esclusivamente ai suo colleghi: si erano dati appuntamento davanti all’ingresso della Testa di Porco – una scelta discutibile, ma di sicuro il posto giusto per festeggiare - e la ragazza approfittò dell’aria fresca di fine inverno per fare dei bei respiri profondi camminando e cercare così di allontanare la nebbia che cercava di invadere la sua mente grazie al vino bevuto poco prima.
Era a pochi passi dal locale quando notò Francis arrivare dalla direzione opposta, in compagnia di un uomo: alzò una mano accennando un saluto, e ricoprì di fretta i pochi passi che la separavano dai due.

« Francis! Ciao! » si avvicinò per abbracciare il mago, dandogli un leggero bacio sulla guancia prima di allontanarsi: un gesto un po’ azzardato per un animo timido come il suo, ma probabilmente era il vino francese il suggeritore di quella serata, « Come stai? Ti trovo bene! »

Fu solo in quel momento che riconobbe il mago che accompagnava Francis, e le sue guance, già leggermente arrossate per l’alcool bevuto a cena, si tinsero di rosa scuro: era lo sconosciuto che aveva abbracciato durante l’evento al Serraglio Stregato un paio di settimane prima.

« Uhm, mi sa che non ci conosciamo, vero? » allungò la mano, pronta a presentarsi, « Sono Jane, piacere di conoscerti! Wow, ma questi sono… meravigliosi! » sorrise poi indicando i boa di piume che entrambi indossavano, lo sguardo illuminato dall’alcool « Non sapevo ci fosse un dress code per la serata! Mannaggia, mi sarei organizzata! »

Era definitivo: la timidezza che di solito la bloccava, frenando la sua lingua e dandole un po’ di ritegno la stava abbandonando per quella serata, e il giorno dopo sicuramente avrebbe passato la mattinata a maledire i francesi e il loro Bordeaux. Ma la serata era solo all’inizio e probabilmente non era la scomparsa della timidezza che avrebbe dovuto rimpiangere l’indomani.

« Che dite, entriamo? » in un improvviso slancio di entusiasmo, la ragazza fece strada ai due maghi, aprendo la porta del locale per farli entrare dopo di lei: stava ancora stringendo la maniglia tra le mani – totalmente dimentica della mancanza di igiene di quel luogo – quando qualcosa, o meglio, qualcuno attirò la sua attenzione.

Sbattè gli occhi un paio di volte, confusa dalla vista del bianco agnello che si trovava nelle vicinanze del bancone circondato da giovani streghe e maghi: si voltò verso Francis, lo sguardo sorpreso.

« Vedi anche tu quello che vedo io o ho le allucinazioni? » alzò la mano per indicare l’animale, mentre il vino le suggeriva che forse era il caso di avvicinarsi per constatarlo di persona, e fu in quel momento che notò il pollo stretto tra le braccia di una strega parte del gruppo, facendola sorridere, « E quello è un pollo o sbaglio? Io direi di andare a vedere più da vicino, che dite? »

Si sarebbe rivelata l’idea peggiore del secolo o il miglior inizio di serata possibile?

A nome di tutto il gruppo di disgraziati volevo avvisare Lyvie e Amelia che quando l'ultimo avrà postato sarà sua premura avvisarvi che siamo pronti ad ordinare 🌻
 
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view post Posted on 8/3/2021, 23:34
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LA MANGIAMORTE

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Il bagno era in condizioni pessime, come il resto del locale d’altronde ma lei non ci fece caso. Si sollevò, lasciando andare la sottana che fino a quel momento aveva stretto nelle mani per poi voltarsi goffamente, rimirando l’opera d’arte appena creata. Che fosse un Garpez? Probabile, la forma e l’essenza erano quelle. Gettò la carta igienica nel water e infine si aggrappò alla catenella lasciando che l’acqua portasse via ogni ricordo della sua venuta in quel cubicolo. Usci dunque, dirigendosi verso il lavandino e lavandosi le mani, rimirando la sua figura nello specchio e facendo apprezzamenti verso se stessa anche se in realtà si era presentata al mondo in condizioni ben migliori. Gli occhi erano straordinariamente ridotti a due fessure, la palpebra pesanti, le labbra tinte di violetto a causa del troppo vino che ora le circolava allegro in corpo. Non era sua la colpa di quelle condizioni, il suo bel olandese dai capelli lunghi e che sembrava un incrocio tra un pirata e una rockstar, l’aveva fatta bere e ora l’aspettava al tavolo, prima di dirigersi a casa di lei e tentare di fare chissà che, sempre se non si fosse addormentato prima. Si asciugò le mani alla meno peggio sul proprio abito, chiudendo infine il rubinetto con un sforzo disumano, tanto da strappargli un

-Gnnnn-

Per poi tornare in sala. Gettò un occhiata al tavolo dove il suo compare di bevute se ne stava steso seduto sulla sedia ma steso sul tavolo, un braccio lungo e l’altro rannicchiato come ad offrirgli un morbido giaciglio. L’avrebbe anche raggiunto e scosso dal suo torpore se gli occhi vacui, non avessero inquadrato due persone che per nulla al mondo poteva dimenticare: Jolene e Ariel.

-Uhhhhhhhhh!-

Si portò le mani ad altezza del petto battendole tra loro in un lieve applauso, decisa ora a raggiungerle cercando però di spuntare alle loro spalle con la bislacca idea di spaventarle. Si mosse quindi, provando, quanto fosse possibile per un ubriaca, camminare lievemente. Quando fu oramai loro prossima, incurante del fatto che fosse o meno stata scoperta, si lasciò andare in un

-BHUUUUUUWWWAHHHH!-

Che divenne presto un grido quando l’agnello, spaventato se chissà dal copricapo o dal suo urlo, iniziò a ballare di terrore cercando di scalciare e svincolarsi ferocemente da chi in quel momento lo tratteneva in mano.

-Una capra!!!-

biascicò Rowena, arretrando di qualche passo e puntando il dito verso l’animale. Non si era nemmeno accorta degli altri presenti al momento, tanto tutte le sue attenzioni erano ora per l’animale che no, non era una capra.






 
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view post Posted on 9/3/2021, 20:41
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Le parole di Lucille rimbombavano ancora nella testa “Mr. Drake, da oggi lei è il nuovo docente di Divinazione”. Ancora stentavo a crederci di avercela fatta. Tra tutte quelle scale, quei tranelli, gli sguardi penetranti della segretaria… Era stato tutto un susseguirsi di colpi di scena - e retroscena se penso al povero PelatoRickford - che nemmeno quella serie babbana con la madre dei draghi e la bambina assassina. Eppure eccomi, felice come non mai. Con un obbiettivo realizzato nella mia tasca da boy scout. Sì. Avevo deciso che quella sarebbe stata una buona occasione per festeggiare, così avevo mandato una cricca di gufi a spedire messaggi a vari amici tra cui la dolce Jane Reed e la succinta Mìreen Fiachran, anche lei neo-docente di Erbologia ad Hogwarts. Solo Thomas non ebbe bisogno di un gufo perché subito dopo il colloquio ero corso da lui costringendolo a partecipare ai festeggiamenti. Poi, c’erano molte cose da raccontargli. In effetti non fu solo l’esito positivo del colloquio a ravvivare quella giornata perché un altro tassello era stato messo al suo posto nel puzzle della mia vita: Romeo. Certo. Molte cose con lui erano ancora da chiarire e inquadrare, ma quantomeno avevamo avuto la possibilità di sistemare i cocci rimasti del nostro rapporto. Se rapporto poteva chiamarsi.

Il cappello da giovane marmotta che indossavo provocava un leggero prurito alla testa, acuito dal fatto che avessi già bevuto qualche bicchiere di rum invecchiato rubato a Tommy. Che fosse per l’alcol o per la felicità, ero decisamente più esuberante del solito e questo poteva essere tanto un bene quanto un male. Soprattutto per chi avevo intorno. Se poi eravamo diretti al pub Testa di Porco, gaffe e figuracce erano una promessa garantita. L’ultima volta avevo improvvisato una scena degna dei migliori musical di Broadway ballando con la garzona e finendo dritto dritto sulla strada cosparsa di foglie autunnali. Dove, tra l’altro, mi ero risvegliato con una forte emicrania post-sbornia. Mancava poco al nostro arrivo davanti il locale ed un pensiero arrivò come un lampo alla mia mente: quella era l’occasione giusta per superare una delle prove mancanti delle prove dell’amore indetta da Madama Piediburro. Nello specifico quella di regalare un mazzo di fiori.

Di fiori non ne avevo in casa e ancora la docenza non aveva fruttato i giusti dindi per potermi permettere costosi mazzi floreali. Per questo motivo, tra l’ebbrezza e la genialità, decisi di raccogliere qualsiasi fiore, fiorellino, erba ed erbetta da alberi, piante e cespugli dai giardini delle villette di Hogsmeade. Che fosse per una grazia della fortuna o meno, nessuno si accorse del mio evidente atto di vandalismo. Chissà cosa avrebbe pensato di me Lucille, ora. Vestito da boy scout, mezzo ubriaco, a raccogliere erbacce e fiori da case altrui. Raccolto il giusto gruzzolo di piantacce, legai il tutto con un nastro - preso da chissà dove lungo la via - e osservai compiaciuto la mia composizione artistica. Un grandioso mazzo degno di una mostra d’arte contemporanea. Se non fossi stato già alticcio mi sarei probabilmente accorto che, qui e lì, alcuni vermiciattoli brucavano le foglie e dei grumi di terriccio ricadevano alle mie spalle lasciando una facilmente equivocabile scia marroncina.

In un batter di ciglia e tra un barcollare e l’altro, io e Thomas eravamo giunti al luogo d’incontro. Jane non tardò ad arrivare. Vederla mi fece illuminare genuinamente in volto. Era davvero una ragazza speciale e mi rese felice il fatto che - pur conoscendosi da poco - avesse a cuore il festeggiamento della carica appena ottenuta. Disse che mi trovava bene, il ché mi fece pensare che probabilmente non mi aveva osservato benissimo. Oppure era la luce fioca della sera che rendeva poco visibile il mio stato?

La osservai, assottigliando gli occhi. Mancava qualcosa in lei. Così, tenendo il mazzo in una mano, divincolai il mio collo dal boa rosa che lo contornava e lo appioppai alla giovane ragazza senza ammettere repliche.

”Ora sei perfetta Jane!”

Ed entrammo.

Il pub Testa di Porco era al solito gremito di gente e gentaglia. Il rumore assordante mi fece trasalire solo per un attimo, giusto il tempo di ricordarmi che ero già più che brillo. Gli occhi furono da subito colpiti da un gruppo di maghi adulti e probabilmente più alticci del sottoscritto. Cercai di metterli a fuoco, per capire se potessi conoscere qualcuno in modo da accollarmi col mio gruppo e fare gran baldoria in quella serata che tanto bramava pazzie ed alcolismo. Mi parve di vedere la tipa piperina incontrata al ballo delle fate ma non ne ero totalmente sicuro. Non mi servì raccogliere il coraggio per catapultarmi in grandi balzi marmottosi verso il gruppetto e finii per ritrovarmi davanti ad un uomo che nell’ebbrezza mi sembrò possente e ben piazzato. Accanto a lui vi era una… capra? Per un istante parve mi stesse guardando come a scrutarmi e capire chi fossi. Era così? Guardava me? Il mio cappello? Thomas che non so dove fosse finito? Il mio mazzo? Ah già, il mio fantastico mazzo. In un lampo feci la prima cosa che mi balenò in testa: presi il mazzo a due mani e lo piantai dritto di fronte quell’uomo.

“Un regalo per te, possente uomo!”

Biascicai a fior di labbra tendendo il mazzo verso di lui.

Fu solo in un secondo momento che mi resi conto che il capretto che aveva accanto sembrava gradire quel regalo più di lui e, silenziosamente, pareva strappare a piccoli morsi la mia fantastica composizione. Vermiciattoli e terriccio inclusi.





Interazioni con: Thomas, Jane, Maurizio

Considero svolta la prova dell'amore relativa al regalare un mazzo di fiori.
 
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Martian
view post Posted on 9/3/2021, 22:09




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QZoDQFZ
Dopo un po' di tempo lontani e varie disavventure nel mezzo, Thomas e Francis si erano ritrovati e sciolti in un abbraccio. Gli era mancato quel tepore di "casa" che solo il suo migliore amico era riuscito a trasmettergli. Vennero subito colti dal bisogno di lasciarsi andare ai racconti ed un flusso straripante di novità li sommerse. Francis aveva ottenuto la cattedra dei suoi sogni, e non poteva esserne più felice. Tra una risata e una buffa imitazione di se stesso intento a fare stretching davanti all'austera, ma modo suo cara, segreteria, Francis gli aveva raccontato di Romeo. Era da molto tempo che dalla sua - sempre sorridente - bocca non veniva pronunciato quel nome. Fu lieto, però, di sapere che tra i due fosse andata bene, e che sballottolare l'altra vecchia serpe era servito a qualcosa. O meglio, più di qualcosa. Tra Romeo e Thomas quel giorno (ri)nacque un'amicizia. Spingerlo a superare le sue barriere emotive non era servito soltanto a riavvicinarlo a Francis, ma a fidarsi anche di lui. E per questo, colse l'occasione di inviare un gufo al suo ex compagno di casata. Raccontandogli che quella sera lui e Pixie sarebbero stati al Testa di Porco a festeggiare la sua assunzione, e che era obbligato a prendervi parte. Ma ovviamente, Thomas non si smentì, perché oltre a questo, si inventò che si trattasse di una festa a tema Scozia e che sarebbero dovuti andarci in kilt.
"Mi raccomando, Scotland. Il kilt."
aveva terminato così la lettera, con una sorta di minaccia velata durante la quale aveva ridacchiato di gusto, nello scriverla. In realtà non voleva mettere in ridicolo l'amico, voleva solamente un compagno di kilt. Dato che, lo avrebbe indossato anche lui, abbinato al suo fedele cappottone di pelle e i suoi massicci anfibi. Decise che non si sarebbe portato nient'altro se non un boa piumato e un paio di fiaschette di rhum, per riscaldarsi e arrivare già carico per i festeggiamenti. Uscì da casa con la sua fedele sigaretta in una mano e una fiaschetta dell'altra. Il kilt che svolazzava appena nella leggera brezza di quella sera. Quell'alcolico era talmente scadente che gli aveva già dato alla testa. Si diresse al punto d'incontro indicatogli dal suo Pixie, stranamente puntuale. Se fosse stato proprio quel rhum scadente a non farlo tardare com'era di consueto, avrebbe considerato la possibilità di berlo prima di ogni appuntamento.
"Sei sempre più bello di me, com'è possibile??" disse a Francis con un fare teatrale che l'alcol aveva reso buffo, trovando fantastico e degno di lui, l'outfit che aveva scelto. Condivisero subito la fiaschetta e dopo pochi istanti si ritrovarono a camminare mano nella mano, rubando fiori qua e là. Arrivarono al Testa di Porco col fiatone, poiché il padrone dell'ultima casa da cui Francis aveva preso i fiori, si era messo a sbraitare contro di loro. La dolce Jane era lì ad aspettarli. Si ricordò di lei per l'abbraccio al Serraglio e la salutò con fare da gentiluomo, prendendole la mano e avvicinando appena le labbra. Chissà cosa pensò di lui in quel momento. Probabilmente si sarebbe chiesta se lo avrebbe mai visto sobrio. Dall'esterno si sentiva un forte vociferare di gente, musica e risate. E mentre Francis cedeva il suo boa a Jane, entrarono ritrovandosi davanti una folla di maghi e streghe intente a divertirsi e a bere a più non posso. Capre, ananas... si guardò attorno cercando di focalizzare qualche volto. Intravide Aiden da lontano, già ubriaco. E forse anche Rowena? Non ne era sicuro, era già bello che partito. Vi erano tantissimi volti nuovi quella sera. E ne conosceva davvero pochissimi. Alcuni li aveva intravisti qua e là, tra Hogsmeade e Diagon Alley. Continuando poi a guardarsi intorno, scorse qualcuno che lo fissava malissimo, Romeo, in un angolo. Alla fine aveva davvero creduto alla sua balla e aveva indossato il kilt con un patriottismo degno di un Murphy. Strinse forte le labbra, trattenendo una risata. Gli si avvicinò guardandolo dalla testa ai piedi. Conoscendolo, avrebbe voluto ammazzarlo in quel momento.
"Le belle ragazze sono tutte così in Scozia?" rise e si affiancò a lui, avvolgendogli una parte del boa attorno al collo.
 
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view post Posted on 12/3/2021, 01:44
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◆ ◆
MìREEN FIACHRAN
role-alcolica-adultirole-alcolica-adulti3
25anni ◆Doc. Erbologia ◆Sangue Banshee
F
elicità. Ecco cosa provava Mìreen nel venire a sapere che anche il suo amico Francis aveva passato il colloquio per diventare docente di Divinazione. Ora erano entrambi ad Hogwarts e non poteva desiderare di meglio, aveva vicine due persone divenute tanto importanti nella sua vita da renderla felice alla sola vista.
Subito aveva mandato un gufo all'amico pretendendo di organizzarsi per festeggiare e lui le aveva risposto con un luogo, un orario e una nota alquanto singolare: "Vestiti stravagante".
Cosa voleva dire una simile frase? E cosa intendeva con "stravagante"?
Considerando la persona che glielo chiedeva, sarebbe dovuta andare vestita da unicorno. L'idea l'allettava parecchio, ma optò per qualcosa di meno "appariscente", tra l'esser simpatici e il ridicolo era breve il passo.
Per quella serata, non era stata a ricolorare i capelli, li aveva lasciati celesti ma con le radici nere del suo vero colore.
Aveva scelto una sottana corta, svolazzante, nera come il tacco basso, insieme ad un nastrino legato al collo del medesimo colore. Davano un tocco elegante e sbarazzino al look, effetto spezzato dalla maglietta quasi fanciullesca che cozzava col resto, ma era troppo perfetta: "FUNNYDAY". Non poteva non metterla, soprattutto perchè si preannunciava un incontro all'insegna delle risate - con Francis come poteva esser diversamente? - e considerato il luogo dell'incontro, anche tanto alcool a basso costo.
Forse la sottana era troppo corta, ma cosa le importava?
Con il suo divinatore personale non correva rischi e se alla fine avessero deciso per andare a ballare, aveva sempre i tacchi da piantare nei piedi degli sventurati marpioni.
Per non morire di freddo, si era portata una giacchina nera da infilare poi nella borsetta, già incantata per diventare più spaziosa, evitando così di dimenticarsi roba ingiro.
Stava per uscire dal proprio alloggio ad Hogwarts, borsetta a tracolla rosa come la scritta sulla maglietta già pronta col necessario, bacchetta compresa, quando le venne un'idea per aggiungere un ulteriore tocco "funny". Recuperò la boccetta per fare le bolle di sapone dagli oggetti requisiti ad una combricola di studenti che il giorno prima, durante la lezione, cercavano di infastidire i suoi gerani zannuti soffiandogli contro le bolle... le povere piante, acchiappandole con la loro "bocca", erano finite per lo stare "letteralmente male".

Arrivò al Testa di Porco nel momento esatto in cui un fornito gruppo di persone e quello che le parve forse il sedere di un cane, stavano entrando dentro il locale, ma ancora troppo lontana non riconobbe nessuno.

Non vedendo l'amico fuori, pensò di aspettarlo al caldo, ma appena varcata la porta, non potè certo immaginare quale sorpresa l'attendeva: il locale era pieno di gente che conosceva, chi più di altri, ma erano bene o male tutti volti conosciuti (a parte forse 1 o 2 a lei non molto noti).
Tra la gente individuò subito un adorabile boyscout con tanto di procione morto in testa: il suo Francis non la deludeva mai.
Come una saetta lo raggiunse e quasi gli saltò in braccio:
<< Francis!!!! Hai organizzato te questa reunion o ci sei solo finito dentro trascinandomi con te? Guarda, non m'interessa, hai fatto benissimo ad invitarmi! COMPLIMENTI per l'assunzione! Ora siamo colleghiiiii!!!>> probabilmente gli aveva appena forato un timpano ma era troppo contenta per abbassare la voce e con impeto gli schiaffò un mega bacio sulla guancia come per sottilinare quanto fosse orgogliosa di lui.
Si sciolse dall'abbraccio, più un assalto in verità, e si guardò intorno...
Riconobbe vicino all'amico, il ragazzo che aveva abbracciato all'inaugurazione del Serraglio stregato, un sorrisone comparve sul suo volto:
<< Ehiii sei il ragazzo del cartello "Free Hugs", all'evento del Serraglio! Thomas, vero? Felice di rivederti! Alla fine lo prenderemo quel drink di cui parlavo. Oddio ma è un kilt! Ahahahah! Lo adoro!>>
Continuando a guardare chi ci fosse nel gruppetto di alulti, vide con sua sorpresa Aiden , gli fece un semplice cenno di saluto, dall'attentato di Hogsmeade non lo aveva più rivisto e la cosa, per suo sollievo, non l'aveva rattristata. Aveva finalmente superato i suoi sentimenti per lui e si sentiva completamente libera e leggera da un peso portato per fin troppo tempo sul cuore.
Salutò Ariel agitando la mano in aria, felice di rivederla dopo averla conosciuta al ballo delle fate (peccato che non avesse portato il suo adorabile serpentello) e lo stesso fece con Lucien che invece lo aveva visto decisamente più di recente essendo guardiacaccia ad Hogwarts.
Un gesto più trattenuto ed educato lo rivolse alla ragazza incontrata per la prima volta al gala del PURR (Jane).
Appena il suo occhio notò di sfuggita una chioma rossa a lei ben nota, si girò completamente verso quella figura dai bei lineamenti, avvolti in un tessuto nero in pizzo. Il volto le si illuminò di ancora più gioia.
<< Signori, vi devo un attimo lasciare per salutare una mia carissima amica.>> e come attratta da quella persona, si avvicinò di soppiatto e poggiandole con delicatezza le mani sugli zigomi, ben attenta a non toccare gli occhi per non rovinarle il trucco, le disse con voce dolce:
<< Indovina chi sono, mia bella infermierina...>> attese poco, prima di fare il passo che l'avrebbe portata davanti agli occhi della giovane.
<< Ciao Jolina! Mi sei mancata!!! - e dopo un'occhiata un poco confusa al pollo all'arrosto a cui la ragazza era già stretta, divertita fece un'alzata di spalle, per poi abbracciarla col morbido gioco (?) rimasto in mezzo - Mi dispiace non esser ancora riuscita a liberarmi!
Ehm cosa ci fai con questo "pollo-copricapo"? Comunque le serre erano ridotte malissimo dopo tutti quei supplenti e la cattedra vacante da anni... un inferno l'inventario e la riorganizzazione!
La cattedra maledetta l'hanno chiamata in un articolo della Gazzetta! >>
il suo tono di voce con cui aveva detto quell'ultima frase era un poco sconvolto, più incerto che divertito... Forse non era completamente sicura si trattasse di una presa in giro la storia della "cattedra maledetta", ma chi poteva proporsi per quella materia, meglio di una strega maledetta? Muìryn...
Ok, se ora iniziava a fare pensieri deprimenti era veramente messa male.
DOVEVA assolutamente bere... e a giudicare dall'espressioni vacue, le urlate no-sense e i deliri qua e là, li dentro avevano già iniziato da parecchio. Doveva recuperare!
<< Vado a prendermi da bere, tanto bere! Torno subito.>> fece per dirigersi verso il bancone, ma chi mai poteva comparire a sorpresa dai bagni se non la sua nemesi: Rowena Abyss?
Con un sorrisino di chi si pregustava un divertente scambio di battute acide e letali, rallentò fino a fermarsi esattamente a lato della bella e pericolosa donna.
<< Ma CIAO cara Rowena! Da quanto tempo non ci vediamo?
Dal gala al PURR mi pare... Eri adorabile in argento, un sferzata fresca al tuo solito nero, nero... e ancora nero. Ah no, aspetta, forse ti ho vista una volta in rosso... mi pare.>>

Non sembrava, ma Mìreen era veramente sincera, la strega dai capelli neri come i suoi stava veramente bene nel vestito indossato all'evento di quel Capodanno e non vi era motivo per non ammetterlo.
<< Allora, quale simpatico articolo stai scrivendo? Qualcosa di allegro e coccoloso, infondo c'è stato da poco San Valentino... avrai pensato a qualcosa di romantico per far battere il cuore dei tuoi lettori vero?>> ora era ironica.
C'erano più probabilità che scrivesse "1000 modi per strappare il cuore a chi ti sta sul c***o" - e tra questi ce n'era sicuramente uno che implicava l'uso di un cucchiaino - piuttosto che qualcosa di dolce e sentimentale.
Quando urlò un "Capra" verso un punto in basso, a lato di Mìreen, la giovane la guardò stranita.
<< Rowena, con chi stai parlando? Non fare la cafona col dare della capra ad un povero malcapitato... - in quel momento abbassò lo sguardo e lo rivolse verso il punto dove Rowena stava guardando e la frase le si bloccò in gola - ...agnello. Oh Dea Madre santissima! Cosa ci fa un agnello al Testa di Porco?!>>
Eppure non aveva ancora bevuto e sicuro non si era fumata nessuna delle piantine della serra prima di venire al locale!
<< DEVO BERE!>> e senza rivolgere altre attenzioni ne alla malvagia strega ne ad un animale che non dove esser certo lì dentro, si diresse decisa e veloce dal barista.
Aveva appena raggiunto il bancone quando un ragazzo sconosciuto (Daddy) urlò "BARISTAAAAAA I LIMONI... BARISTAAAAAAA " facendole venire letteralmente un infarto.
Guardò nella sua direzione, sapendo già la risposta alla domanda che le balenò nella mente: Era ubriaco? Porca vacca se lo era, soprattutto dopo che, con un impacciato ballare, si avvicinò a Jolene chiedendole se il pollo era vivo.
Allora si girò nuovamente verso chiunque si stesse occupando di servire gli alcolici e decisa gli disse:
<< Preparami quello che ha chiesto lui... - e indicò il ragazzo che twerkava(?) -...e fallo doppio.. anzi triplo! E non dimenticare i limoni!
Magari anche qualcosa che mi faccia dimenticare pure come mi chiamo, questa sera voglio divertirmi e non pensare a NIENTE!>>

Se Muìryn avesse deciso di farle visita nella sua testa, l'avrebbe trovata in completo blackout.
Era in attesa di esser servita quando riconobbe subito il bell'uomo poco distante...
<< Ma guarda un po' chi si vede... Il mio EX-collega antimago Maurizio!
Non so perchè, ma l'istinto mi dice che te centri qualcosa con quell'agnello...
Vieni subito qui a bere con me! Vuoi sfidare la tempra Irlandese?>>
e lo sfidò con voce sicura e un pizzico provocante, quasi a mettere in dubbio la sua mascolinità.

codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


// Ho sottolineato le persone con cui interagisce (bene o male tutti chi più chi meno a seconda di quanto li conosce).

La frase BIG serve a dare un senso ai vostri post poichè stavate interagendo tutti tra di voi, ma rileggendo i post una parte era ancora di fuori, mentre un'altra dentro.
ORA siamo TUTTI DENTRO!


Prova dell'AMORE n. 1 (ho dato un bacio a Francis sulla guancia appena l'ho visto) --> :ok:



Edited by LadyShamy - 20/3/2021, 15:17
 
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view post Posted on 14/3/2021, 16:07
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La sbornia
@ Viciously
Romeo Murphy
Aveva avuto bisogno di mettere in ordine i propri pensieri, per questo aveva deciso di farsi una camminata. Quando un rumore attirò la sua attenzione, scoprì non solo che provenisse da un ippogrifo in atterraggio, ma che la creatura non era sola. Con sua sorpresa scoprì che vi era anche Aiden, l'auror che aveva conosciuto poco tempo prima alla Testa di Porco.
Si era avvicinato con il massimo della cautela, conoscendo il temperamento degli ippogrifi, scelta che in quel caso si rivelò più che vincente considerato quello che poi gli riferì Aiden. L'ex Serpeverde ovviamente non fece nulla per provocare l'animale, si limitò a tenersi a distanza mentre ascoltava Aiden, facendo scivolare lo sguardo dalla creatura fino all'uomo.
CITAZIONE
Non posso farti avvicinare a lui, oggi. Ma ti ha visto, sicuramente la prossima volta sarà - forse - un pochino più propenso a lasciarsi accarezzare.

Aveva portato avanti un palmo della mano disteso, come per dire che non vi era alcun problema.
Beh, sono sicuro che sarà in grado di sorprenderci
Aveva detto ai suoi nuovi amici, guardando prima Gawain e poi l'auror, nelle sue solite poche parole che celavano un mondo. Quello che intendeva Romeo era che sapeva quanto fosse difficoltoso riabilitare una creatura come quella, ma non essendo impossibile ogni segno di miglioramento, era una sorpresa. Per tutti, era stato un augurio sincero il suo che era affiorato spontaneamente con un sorriso di incoraggiamento.
CITAZIONE
Che ne dici? Altro giro di sbronza? Ovviamente prima riporto Gawain a casa, ma diciamo che ci becchiamo all’ingresso, ok?

Ci becchiamo lì!
Aveva riferito prima di smaterializzarsi, non avrebbe di certo iniziato quel giorno a rifiutare un invito a una bevuta.

🍸🍸🍸


Aveva deciso di passare da casa prima di di andare al luogo che gli era stato detto, aveva accolto un gufo con interesse, non riuscendo davvero a prevedere chi potesse scrivergli. Mi raccomando, Scotland. Il kilt la sfida di Thomas era stata talmente spudorata da non lasciargli alcun margine di manovra, se non assecondarlo.
Per un secondo aveva davvero pensato di indossare tutto il vestiario tradizionale, ma poi considerato il tipo di serata che si preannunciava, aveva deciso per un approccio più soft. Per cui optò per il kilt con i colori della suo clan, abbinato a elementi non tradizionali come una maglietta a maniche lunghe nera che riportava uno modo di dire scozzese celebre: Se non puoi mordere è inutile che mostri i denti. Così conciato, convinto di aver trovato un buon connubio tra tradizione e modernità, si era diretto verso la testa di porco. Si era fumato una sigaretta, mentre aspettava Aiden nel frattempo aveva osservato alcuni clienti al di fuori, che sembravano sicuramente star godendo di quelle celebrazioni, anche l'agnello sembrava piuttosto euforico.
O forse era già lo spirito che aveva in corpo, a fargli pensare ciò. Pensando che fosse una celebrazione scozzese, non era arrivato al locale sobrio.
CITAZIONE
Oggi rutto libero, Romy, non trattenerti. Anche se la mia amica è rossa non avrà di che lamentarsi se le facciamo qualche colpo di luce aggratis

Aveva ridacchiato, dopo aver salutato l'amico e con un gesto della mano aveva anche salutato coloro che non aveva ancora avuto l'onore di conoscere.
Ma vi era qualcosa che non gli tornava e per questo aveva deciso di entrare nel locale, nel momento in cui era entrato si era reso conto di essere stato preso in giro...Forse il modo di dire scozzese che aveva stampato sulla sua maglietta, quella sera, avrebbe preso una valenza diversa.
CITAZIONE
Le belle ragazze sono tutte così in Scozia?

Se lo era aspettato, se l'era aspetta quella entrata in scena in quel modo. Si era girato lentamente guardandolo dalla testa ai piedi con quello sguardo altero che produceva solo quando qualcosa lo infastidiva veramente. Vi mise più convinzione di quanto volesse, non avendo il totale controllo delle sue capacità. Quello che tradiva quel modo di porsi minaccioso fu il fatto che il boa che gli era stato posato sulle spalle, con un movimento della mano lo aveva reclamato come proprio avvolgendoselo al collo come se fosse una sciarpa.
Le moine lasciale ai norvegesi...Fatti perdonare và, dammi la tua fiaschetta quella buona, Emerald!
La parole che cominciavano ad essere sbiascicate, ma conosceva l'altro di conseguenza puntò direttamente a ciò che gli interessava in quel momento: la seconda fiaschetta di Thomas che portava con sé solo in occasioni speciali.
Aveva poi lanciato uno sguardo al locale, era stato deluso del fatto che non vi fosse una reale celebrazione scozzese...Ma perché non crearla?
Visto che volevi una festa scozzese...
Esordì guardando prima Thomas con un sopracciglio alzato con la tipica espressione di chi credeva di saperne lunga, si alzò per poi rivolgere un ultimo sguardo all'altro come per dirgli: guarda che ti combino.
Aveva visto Francis, lo aveva dunque raggiunto e con un tono di miele aveva chiesto quello che gli serviva per il piano che aveva in mente:
Ciao stellina, mi presti il tuo mazzo di tarocchi?
Un occhiolino prima di rimuoversi all'interno del locale, una volta identificati i tavoli necessari non aveva perso tempo a richiamare l'attenzione di tutti.
RrRrRAGAZZI VENITE A GIOCARrRrRE
Ormai totalmente disinibito, aveva urlato con un tono di voce rauco che nemmeno la migliore Maria de Filippi era in grado di produrre. In quel modo aveva annunciato l'intenzione di voler fare un gioco senza però rivelarne lo svolgimento, la priorità in quel momento era creare il tavolo di gioco.
Si era messo a spostare i tavoli, facendo cenno a chi si mostrava interessato ad aiutarlo in quell'operazione.
Mentre creava il campo da gioco non si risparmiò a intonare una canzone:
Eeeeeeeeeee
trinca, trinca, trinca
buttalo giu’ con una spinta
e vedraaaaai
che bella fe-esta.

Una volta sistemato tutto fece cenno di accomodarsi a chiunque aveva raccolto quel suo invito, distese i tarocchi in modo che rimanessero coperti, posizionandoli nel centro del tavolo creando un cerchio.
Il gioco è Ring of Whiskeyfire
Annunciò con tutta l'esaltazione di un cerimoniere, osservando tutti i presenti e soprattutto cercando di capire chi conosceva già il gioco e chi meno, o chi consapevolmente aveva deciso di giocarsi la dignità insieme al fegato.
Quella sera il Murphy era la dimostrazione vivente di quanto l'alcool potesse rendere disinibito un introverso, ma soprattutto che un Serpeverde non andava mai provocato.

Riassunto: Romeo incontra prima Aiden che lo invita alla serata, arrivato al locale saluta con un cenno della mano tutti quelli che sono al di fuori per poi entrare e parlare con Thomas.
Si rivolge poi a Francis, a quel punto annuncia di voler fare un gioco e inizia a sistemare i tavoli facendo cenno a chi vuole aiutarlo. Finita questa operazione, sistema i tarocchi sul tavolo e annuncia il nome del gioco osservando le reazioni dei presenti.

Azioni concordate con i rispettivi player :<31:
 
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view post Posted on 16/3/2021, 09:54
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Di sole e di gatti

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Amelia Gin Moonword

studentessa - garzone |12 anni | I anno | Corvonero | Outfit: casual con grembiule garzone









Era già passato un po' di tempo dal Ballo delle Fate e Gin ancora non ricordava cosa fosse successo esattamente. Ricordava perfettamente che si era scolata uno strano drink (gustoso a dire il vero) e che aveva iniziato a volteggiare in modo improbabile per la pista da ballo. Il problema era che, a parte quello, non ricordava molto altro. Eppure il drink che aveva bevuto non era alcolico. La sua infanzia babbana non l'aveva probabilmente preparata agli intrugli magici, analcolici che fossero. Ricordava che ad un certo punto il preside aveva preso la parola, che c'era stata una ovazione da parte di una qualche casata, che aveva vinto la Coppa (Grifondoro le avevano detto poi) e che lei aveva continuato a ballare imperterrita, come se fosse sola nel mondo di Fairy, e il tempo lì scorresse in un modo diverso. Ricordava perfettamente che le sembrava di osservarsi dall'esterno, dall'alto per la precisione, mentre danzava senza ritmo e il mondo intorno a lei scorreva.

Anche quella sera, al turno alla Testa di Porco, stava rimuginando su quegli eventi, cercando di mettere ordine e di capire cosa le fosse successo. Il pub era pieno e lei continuava a dimenticare le cose che le ordinavano, a sbagliare i conti e a perdersi nei suoi pensieri. Tanto che aveva subìto un richiamo ufficiale, sotto forma di lancio di un forcone accompagnato da uno spaventoso brontolio. Doveva riprendere in mano la serata, altrimenti l'avrebbero senz'altro licenziata.

«Limoniiiii, barista, limoniiiiiii»

Qualcuno al bancone urlava e il barista, che in quel momento stava preparando una grande quantità di cocktail, lo stava ignorando completamente. Ok era il momento di prendere in mano la situazione.

Si fiondò in cucina, si cambiò il grembiule, prendendone uno pulito dalla sua borsa personale (ne aveva confezionati 2 da sè perché quello che gli aveva fornito il locale era a dir poco schifoso), prese il taccuino, le due ciotole piene di quartini di limone tagliati (il folletto pareva non aver gradito l'urlo alticcio dell'avventore e ne aveva preparate due montagne), tornò in sala, giusto in tempo per vedere un nutrito gruppo di persone entrare nel locale. Quanti erano? 5,6? Sicuramente sembravano 20 e.... avevano strani animali con loro che Gin non sapeva se fossero veri o finti. A guardare bene sapeva chi erano alcuni di loro, non li conosceva ma riconosceva senz'altro la professoressa di Erbologia e altri maghi di cui aveva sentito parlare. Sembravano tutti un po' alticci, per non dire che alcuni erano completamente ubriachi.

Si avvicinò al bancone, lasciò lì le due ciotole piene di quartini di limone e velocemente scrisse "Servitevi pure!" su un cartoncino che pose davanti ai contenitori. Quindi si avvicinò prontamente al tavolo dove si era seduto il gruppo. Un mago aveva tirato fuori quello che sembrava un mazzo di carte, Gin sperava di non disturbarli, ma in quel pub aveva imparato a non farsi troppi scrupoli. Insomma se erano lì volevano senz'altro bere.


«Buonasera» disse «cosa vi posso portare?»







PS: 103 | PM: 51 | PC: 51 | EXP: 1.5




© Gaelle





Lyvie mi dice che l'avete avvertita che siete pronti
 
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view post Posted on 17/3/2021, 22:13
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SmokingBoots

Tutto era cominciato con una salutare passeggiata nella brughiera. I soliti brutti pensieri, poi, avevano fatto il resto ed Elizabeth aveva concluso la scampagnata con le chiappe su un lurido sgabello, i gomiti su un tavolo ancora più lurido e le mani saldamente strette intorno ad un bicchiere. Buttò giù quel che rimaneva di quello che si sarebbe potuto chiamare un digestivo, se solo lei non fosse stata a digiuno. A meno, certo, di considerare una cena le numerose birre bevute prima. Si leccò le labbra, quindi sprigionò un sonoro rutto. Mollò con poca grazia il bicchiere sul tavolo e cominciò a tastare con impegno il proprio mantello. Dove aveva cacciato le sigarette? Sbuffò. Era un po' sbronza, va bene, ma sicuramente il baccano infernale che regnava tutto intorno non aiutava. Da quando il Testa di Porco era così frequentato? La strega si voltò, a metà tra l'infastidito e il perplesso, verso la fonte di un lungo urlo belluino. Proprio mentre la sua mano sinistra trovava finalmente la rigida scatolina rettangolare, Elizabeth constatò che la fonte in questione altri non era che Rowena, momentaneamente impegnata a incespicare all'indietro e indicare un... Un? Senza smettere di osservare la scena, portò alle labbra l'agognata sigaretta e l'accese: al vecchio Aberforth, tanto, non importava un bubotubero di quel che si faceva nel suo locale, purché non si scassassero le pluffe a lui. Fumò con insolita calma, osservando il progressivo rimpinguarsi del pittoresco e rumoroso gruppetto. Arrivata a circa metà sigaretta era riuscita ad identificare nel mucchio qualche altro collega della Gazzetta, un pollo spennato e un agnello chiaramente a disagio. Una boccata di fumo dopo l'altra, li vide avvicinarsi, sistemare alcuni tavoli proprio accanto a lei e accomodarsi, pollo e ovino compresi. Si avvide a quel punto che, dati la vicinanza, il numero di persone coinvolte e l'evidente delirio alcolico, lei e il suo sgabello avevano finito per essere parte del cerchio. E che, com'era prevedibile, era stata notata da almeno qualcuno dei suoi conoscenti. «Ehilà» salutò debolmente. «Bel serraglio». Si grattò il naso e batté nervosamente un piede a terra. Ma in fondo, perché no? Oltretutto, la cameriera si stava giusto avvicinando e in mezzo a quel carnaio Elizabeth, nel suo angolino, doveva risultare pressoché invisibile: la sua migliore chance di avere un altro drink in tempi brevi era unirsi al gruppo. Gettò nel bicchiere vuoto la sigaretta ormai spenta, ruotò su se stessa e piantò i gomiti sul tavolo, sudicio quanto il vecchio, proprio mentre veniva annunciato l'imminente gioco. «Merlino cane» commentò elegantemente, memore di precedenti disastrose esperienze. Alzò lo sguardo sulla cameriera ormai giunta a destinazione: «Vodka delle Ebridi, per favore. Oh, sai cosa? Falla doppia.»



Un bicchiere di vodka delle Ebridi qui, grazie!
 
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view post Posted on 17/3/2021, 23:12
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24 hours in a day. 24 beers in a case. Coincidence? I think not.
03QCnRB
Quando il viso di Fitzberg il fetente era affiorato all’improvviso da dietro la sua postazione di lavoro, in modo del tutto inaspettato, annunciando una bomba di mercato relativa alla cronaca sportiva del Quidditch, Lucas si era rifiutato di crederci, arrivando a patteggiare una sorta di penitenza imbarazzante per tenere in disparte le certezze di quel piccolo ciarlatano da quattro soldi.
Giorni frenetici fatti di sussurri e segreti accompagnarono la triste notizia relativa alla squadra dei Falmouth Falcons, decretando una duplice sconfitta nell’animo tifoso e professionistico di Lucas.
Un po’ di malessere, doveva essere totalmente onesto, lo provava davvero per la sua squadra del cuore, però, pensando alla punizione che Fitzberg alito puzzolente gli avrebbe potuto infliggere, cominciò a canalizzare le sue ansie verso orizzonti più lontani.
Già si immaginava tutti quei sotterfugi e le risate annesse dei colleghi nel vederlo sgobbare sul posto di lavoro come il più stupido dei giornalisti. Prefigurava la sua figura esile a trasportare faldoni di carta da un piano all’altro della redazione, fingendo che non gli importasse di apparire come un inserviente sotto le dipendenze di qualcuno.
Eppure, il conto da pagare era di ben altro genere, un paio di pantofole a forma di pollo e un buono sconto da utilizzare alla Testa di Porco lo attendevano per quella sera.

Si era avviato da solo alla Testa di Porco, certo di poter scontare la propria penitenza senza dare troppo nell’occhio.
L’atmosfera di quel locale avrebbe potuto giocare a suo favore, gente di ogni età che riversava i dispiaceri della propria misera esistenza nell’alcool, non avrebbe badato troppo alla presenza di un ragazzo in completo elegante con addosso ai piedi delle ridicole pantofole a forma di pollo.
Varcata la soglia della taverna, si limitò a soffocare tutti gli schiamazzi di un gruppo di adulti che urlavano e ridevano nei loro atteggiamenti piuttosto alticci, privi di pensieri in qualche modo interessanti, sembravano tutti palesemente ubriachi *FANTASTICO; DAVVERO FANTASTICO*.
Con passo freddo e distaccato, ciaspolando con le ali di pollo ai piedi con la stessa rapidità di un gatto, il giornalista cercò di attraversare la sala principale senza attirare sguardi curiosi. Pensieri imbarazzanti che sembrarono scomparire nel momento stesso in cui poggio entrambe le chiappe sopra la base dello sgabello a ridosso del bancone.
Una condizione delle cose che cambiò radicalmente non appena lo sguardo di Lucas riuscì a scorgere in quel caos generale alcune personalità a lui note, Rowena, Jane, Maurizio, un pollo arruffato e un piccolo agnello *MA CHE CAZZZ… * dall’aria rintronata.
Un sorriso carico di nervi si apriva spontaneamente sul volto di Lucas, sembrava quasi di essere al cospetto di uno scherzo beffardo organizzato da una qualche entità suprema, TUTTE le persone che maggiormente detestava erano lì presenti all’interno di quel putrido locale con lui conciato in versione pollo a metà.
Incline al semplice pensiero di fuggire il più lontano possibile, la logica di Lucas si risvegliò altrettanto di scatto, mantenendolo ancorato alla sua postazione. Sentì un pizzicore sulla pelle, come il morso di un’ape di passaggio, l’imbarazzo di poter essere visto in quelle condizioni era tanta.
Agli occhi aperti o meno che fossero stati, la visuale d’insieme sarebbe dovuta apparire ben presto sfocata, la sua mente necessitava di alcool e subito. Non avrebbe mai vinto quella guerra di nervi da solo.
Lo sguardo disperato che cercava di attirare l'attenzione del garzone di turno per procedere con la sua richiesta di soccorso immediato.
Una bottiglia di Goblingrappa qui, per cortesia!
Certo che di tanto in tanto, specialmente durante le occasioni meno opportune, il destino sapeva come divertirsi.
Lucas Scott - 23 anni - Giornalista
 
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22 replies since 23/2/2021, 01:34   1128 views
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