Draw me like one of your French girl

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Martian
view post Posted on 2/3/2021, 20:28




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Era una delle solite mattine piovose, tipiche di Londra. Era presto. La luce del sole illuminava a malapena, quanto bastava per non definirsi più buio. Per assurdo, la città prendeva vita proprio in quegli istanti di transizione da notte a giorno. Un fiume straripante di gente attribuiva una diversa tonalità al plumbeo cielo che aveva sempre contraddistinto la capitale. Anche quella notte, Thomas aveva dormito massimo tre ore, non filate. Si era stancato di rigirarsi nel letto e sentire il ticchettio dei suoi pensieri. Così, dopo essersi dato una sistemata, uscì da casa. Non aveva una vera e propria meta; si lasciò guidare dall'istinto delle sue gambe. Accese una sigaretta e concentrò la sua attenzione sulla melodia che la città gli stava offrendo: il rumore dei passi; il brusio della gente che si affrettava a dirigersi a lavoro; la pioggia che sbatteva sul cemento. Non fece caso al fatto che fosse già zuppo come una spugna. Non aveva mai posseduto un ombrello. Il solletico delle gocce che gli scivolano sulla pelle, era sempre stata una sensazione piacevole per lui. Ma quelle di quel giorno erano forti, irruente. Colpivano come tante frecce. Deviò all'improvviso e si rifugiò nel Cafè di Florian Fortebraccio. Si era bagnato dalla testa ai piedi. Sui capelli e sulla barba era poggiata la rugiada e si lasciava scivolare sulle curve di quei fili spessi. Si arruffò le onde castane con una mano, scrollandosi l'acqua di dosso; nella speranza di non farsi cogliere da un raffreddore. Salutò con un cenno della mano il garzone al bancone e si addentrò nel labirinto di tavolini e sedie. Scelse un posto che fosse al centro, e che potesse offrigli una visuale completa del palcoscenico sul quale la vita stava improvvisando. Si accomodò di fronte alla vetrata che pareva improvvisarsi cornice, e la veduta esterna faceva da dipinto. Nell'attesa di ordinare qualcosa, tirò fuori dalla tracolla il suo fedele taccuino e una matita ormai fin troppo consumata. Era stata temperata oltre l'inverosimile e sull'estremità presentava dei segni scavati, come dei morsi. Morsi che il mago aveva dato durante un momento di nervosismo, nel vano tentativo di calmarsi facendo ciò che più amava: disegnare. Strinse l'esile pezzo di legno magico tra le dita e cominciò a ritrarre lo scenario di fronte a sé. Con movimenti repentini ma leggeri, cominciò a comporre delle linee. E una dopo l'altra lo scenario passava da fisico a cartaceo, come per magia. Assorto totalmente in quei gesti, mise la mente in standby e lasciò che a guidare la mano fossero i suoi occhi. Ciò che essi vedevano, veniva tramutato in grafite. La palazzina di fronte, il lampione, l'uomo vestito di tutto punto che si ritrovava a passare, e d'improvviso, una figura si posizionò proprio al centro della tela, di fronte al mago. E inconsciamente, la grafite modellò anch'essa. Prima che Thomas se ne rendesse conto, avvenne qualcosa di inaspettato.


Edited by Martian - 3/3/2021, 23:41
 
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view post Posted on 18/3/2021, 22:58
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« Bene Amy, se non c’è altro io andrei a casa. » era ferma davanti al bancone dell’accettazione, in una mano le cartelle degli ultimi pazienti visitati pronte per essere lasciate alla collega, nell’altra la borsa, « Ci vediamo stasera? Buon lavoro! »

Un cenno di saluto, un sorriso ai colleghi che stavano per iniziare il turno, pochi passi ed era fuori all’aria fresca: si accorse solo dopo qualche secondo che la pioggia che le aveva fatto compagnia per tutta la notte ancora non se n’era andata, continuando a scendere su Londra senza mai fermarsi. Sorrise, alzando lo sguardo al cielo e lasciando che qualche goccia le bagnasse il viso prima di fare retromarcia e ripararsi sotto la tettoia dell’ingresso del pronto soccorso. Adorava la pioggia, trovava il suo scrosciare uno dei suoni più rilassanti che potesse esistere: sorrise, consapevole che davanti a sé l’aspettava qualche ora di sonno accompagnata da quel rumore delicato e che la tazza di the al suo risveglio avrebbe avuto un sapore migliore… sempre se si fosse decisa a tornare a casa prima o poi.
Si guardò intorno, alla ricerca di un ombrello che sicuramente era stato dimenticato nella rastrelliera dal suo padrone, e una volta che ne ebbe individuato uno che appariva abbastanza abbandonato lo afferrò con sicurezza, facendo schioccare il meccanismo d’apertura. Un ultimo respiro profondo, e si immerse nella folla di londinesi in cammino ciascuno verso il proprio luogo di lavoro.
Si soffermò per qualche istante ad ammirare affascinata gli stivali gialli di gomma indossati da una bambina che camminava davanti a lei, perfettamente abbinati all’impermeabile del medesimo colore e all’ombrello – a forma d’ape – che stringeva con forza tra le mani: era talmente presa dai colori sgargianti che spiccavano nel grigiore della folla che quasi non si accorse del semaforo diventato rosso per i pedoni e avrebbe seriamente rischiato di venire investita se una donna non l’avesse fermata afferrandola per il braccio. Sorpresa, la ringraziò calorosamente, cercando di trattenere lo sbadiglio che cercava di farsi strada sulle sue labbra: forse era il caso di darsi una mossa e tornare a casa, ma quando riprese a camminare e passò davanti alla vetrina di una caffetteria un’idea le balenò nella mente, facendole dimenticare per un momento l’intera nottata trascorsa a lavorare al San Mungo.

Dopo il suo primo turno di notte, mesi prima, sua cugina Isabel si era fatta trovare fuori dall’ingresso dell’ospedale e l’aveva letteralmente trascinata da Florian Fortebraccio a mangiare una fetta di torta talmente buona che difficilmente si sarebbe dimenticata. Era forse quello il giorno giusto per tornare nel locale e concedersene un’altra?
Non aveva ancora finito di valutare i pro e i contro – e la stanchezza che provava stava vincendo a mano bassa nella lista dei contro – che quasi non si accorse di essere già in cammino in direzione di Diagon Alley: trattenendosi dall’impulso di una fermata al Ghirigoro, conscia che il richiamo del caffè fosse maggiore di quello dei libri, si fece strada tra i maghi e le streghe che camminavano lungo la via principale fino a raggiungere la gelateria. Uno sguardo distratto alla vetrina le fece notare il pallore della propria pelle e le leggere occhiaie che segnavano violacee i suoi occhi: nulla di nuovo, i classici regali che i turni di notte lasciavano sul suo volto. Lo scontro contro una strega che stava uscendo dal locale proprio in quel momento fu l’ennesimo segnale del bisogno di una tazza di caffè, così dopo essersi scusata si affrettò ad entrare.
Salutò con un sorriso uno dei dipendenti prima di urtare una sedia, arrossendo di conseguenza e abbassando lo sguardo, per poi accelerare il passo per andare a sedersi nel primo posto libero senza fare troppo caso a chi le stava intorno: estrasse dalla borsa uno dei libri che aveva iniziato a leggere qualche giorno prima, e dopo averlo aperto posato sul tavolo si immerse nella lettura prima di combinare altri guai.
La stanchezza combinata all’imbarazzo con la giusta dose di distrazione però non le avevano fatto notare un particolare: quel tavolo era già occupato.
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Prima che Jane combini altri danni o decida di schiacciare un pisolino, volevo avvisare che siamo pronti ad ordinare un ettolitro di caffè 🌻
 
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Martian
view post Posted on 19/3/2021, 01:25




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Non si era reso conto di ciò che stava accadendo attorno a sé, Thomas. Non fece caso ai passi, alla porta dell'ingresso che si apriva. Al rumore della piccola campanella che tintinnava ogniqualvolta qualcuno si prestasse ad entrare. Non fece caso al rumore di quella sedia che veniva urtata, né tantomeno alla figura che gli si era seduta di fronte. Era sempre così. Disegnare per Thomas era catartico. Vi si immergeva completamente, isolandosi dal resto del mondo. Quello era il suo modo di affrontare la sua interiorità. Incanalava le emozioni nella mano, trasmettendole alla matita. I suoi disegni, non erano che il risultato di ciò che provava. In quel momento, era quieto. La sua mano continuò a danzare soave su quel foglio. Era possibile percepire la sua tranquillità attraverso i movimenti morbidi che la sua mano stava compiendo, in quel momento. Era quasi paradossale che una mano tanto pesante, fosse in grado di effettuare movimenti tanto aggraziati. Disegnò la delicata curva del viso di colei che aveva interrotto la quiete di quello scenario monotono, arricchendone la varietà. Il piccolo naso alla francese, i grandi occhi scuri. Tutto ciò si tramutò in un armonioso tratto scuro, rivelandone l'identità. Si arrestò all'improvviso, realizzando ciò che aveva appena fatto. Aggrottò le sopracciglia, confuso. Era partito con l'idea di scarabocchiare un po' il paesaggio londinese, ma aveva finito per ritrarre una bella sconosciuta. Era sempre sorpreso di rendersi conto quanto profondamente si cimentasse in ciò che faceva. La maggior parte dei suoi disegni erano sempre il risultato di ciò che era la mente a vedere, piuttosto che gli occhi. Alzò lentamente lo sguardo, realizzando finalmente, di non essere più solo a quel tavolo. Ma soprattutto, che il volto che aveva appena ritratto, era proprio di quella ragazza.
"Oh.. ciao. Non ricordavo di stare aspettando qualcuno." esordì l'uomo, accennando una lieve risata. Ricordava vagamente il viso di quella ragazza, ma era sicuro di averla vista da qualche parte. La timidezza di quello sguardo, in realtà, non gli era nuova. Le porse il disegno, lasciandoglielo sul tavolo, di fronte.
"E' uno stupido scarabocchio. Volevo disegnare la monotonia londinese ma mi è andata meglio."
Cercò di focalizzare il suo viso. Piegò lievemente la testa di lato, tentando di scavare nei suoi ricordi e cercare di collocarla. Poi finalmente la memoria lo assistette. Quel giorno, Francis lo aveva accompagnato ad un evento al Serraglio, ma finì per abbracciare sconosciuti per tutto il giorno. E dovette bere molto rhum per potersi spingere così tanto oltre. Infatti, era un po' ubriaco, perciò fece fatica a ricordarsi di lei, Jane.
"Mi ricordo di te! Al Serraglio! Io sono lo scemo alticcio col cartello Free hugs.." continuò, ridendo e scuotendo la testa un po' imbarazzato. Sì, la timidezza di quella ragazza lo aveva colpito. Proprio perché era riuscita ad abbattere quella sua stessa barriera e ad abbracciare uno sconosciuto. Uno sconosciuto come quello, poi, richiedeva del coraggio. Quel giorno però, Thomas si era reso conto che lo stigma del pregiudizio era ormai suo come problema. Era lui a partire prevenuto sul fatto che il suo interlocutore lo avrebbe giudicato, piuttosto che il contrario. Fu contento di ricredersi, quel giorno. E fu contento di riaver avuto occasione di potersi presentare alla coraggiosa ragazza timida.
"Mi chiamo Thomas Emerald, comunque, piacere"


Pronti per ordinare :<31:
 
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view post Posted on 25/3/2021, 16:49
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Distratta. Quel giorno, o per meglio dire quel mese, Helen era completamente distratta, con la testa totalmente immersa nei suoi pensieri, rivolta agli ultimi eventi accaduti recentemente nella sua vita. Ma non poteva concedersi quel lusso in quel momento. Doveva lavorare.
Il signor Fortebraccio le aveva indicato un tavolo che si era appena liberato. Helen, si schiaffeggiò le guance per ritornare alla realtà, dopodiché si affrettò a raccogliere tazzine e piattini lasciati sul tavolo, e con un colpo di bacchetta diede una pulita alla superficie.
Mentre riportava tutto in cucina, sentì il rumore di qualcuno che urtava una sedia. Si voltò e notò una giovane donna che aveva appena avuto una piccola discussione con una sedia; la seguì con lo sguardo, notò che era in compagnia di un giovane uomo. Helen si sbrigò a posare in cucina quanto aveva in mano, poi afferrò un paio di menù e si diresse verso il tavolo occupato dai due.
Cercò di sfoggiare il miglior sorriso che avesse. - Buongiorno!! Benvenuti alla gelateria di Fortebraccio. - Porse il menù prima alla donna, poi all'uomo. Erano totalmente sconosciuti ad Helen, cosa normale dato che era solo una ragazzina di 14 anni e loro probabilmente avevano il doppio dei suoi anni.
-Abbiamo sia bevande calde che fredde, e diverse torte, anche quelle con effetti magici. Posso consigliarvi una fetta della torta della fortuna, se volete che la sorte vi sia amica per qualche momento - volse per un momento lo sguardo verso la donna, ad Helen era sembrata un po' in ansia,preoccupata che qualcosa potesse andare storto, visto anche lo scontro avuto poco prima con la sedia - Oppure una bella coppa gelato che con queste giornate primaverili sono l'ideale - aggiunse poi puntando lo sguardo su entrambi.
Con un taccuino in mano, Helen rimase in attesa delle ordinazioni.




Prego, fate le vostre ordinazioni, e scusate l'attesa
 
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view post Posted on 12/4/2021, 13:09
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Quando era immersa nelle pagine di un libro Jane si estraniava completamente dal mondo che la circondava: già dai tempi in cui era una studentessa ad Hogwarts non era insolito che saltasse i pasti in Sala Grande perché non si accorgeva dell’ora mentre leggeva, e più di una volta Isabel nei mesi di convivenza a Londra l’aveva presa in giro per questa sua completa assenza di contatto con il mondo esterno, affermando con una lieve nota di scherno che probabilmente nemmeno un Bombarda castato sotto il suo naso sarebbe riuscita a staccarla delle parole stampate su carta. Ma la giovane non poteva farci niente, era come se questa abitudine si fosse insinuata sotto la sua pelle e avesse preso posto dentro di lei. Ogni volta che apriva un libro nonostante la stanchezza, nonostante la situazione, era come se una bolla leggera prendesse forma e la avviluppasse al suo interno, offrendole un rifugio sicuro e calmo: non c’era nulla di più tranquillizzante per l’ex corvonero di prendere un libro in mano e isolarsi dal resto del mondo per qualche ora.

Più di una volta però questa suo vizio aveva comportato qualche gaffe in pubblico e sembrava che quel giorno ne avrebbe aggiunto un’altra alla sua ampia collezione: era nel mezzo di un monologo memorabile del personaggio principale del romanzo che stava leggendo, talmente concentrata e coinvolta da essersi quasi dimenticata il peso del turno di notte sulle sue spalle, quando la voce di un uomo la riportò alla realtà.

« Oh… ciao. Non ricordavo di stare aspettando qualcuno. »

Alzò lo sguardo, lievemente confusa, e ci mise qualche secondo a mettere a fuoco la situazione nei minimi dettagli, arrossendo piano piano mentre si accorgeva che si era seduta ad un tavolo già occupato da un altro cliente. Spaventata, si chiese come avesse fatto a non accorgersene prima, le scuse già pronte ad affiorare dalle sue labbra nonostante la leggera risata accennata dall’uomo. Ma quando quest’ultimo le posò davanti agli occhi un foglio di carta, e abbassando lo sguardo si riconobbe nei tratti precisi e delicati, il rosa scuro che aveva colorato la cute pallida del suo volto virò bruscamente al rosso ciliegia, rendendole difficile persino parlare. Osservò i propri lineamenti riprodotti con precisione e abilità dal mago, affascinata nonostante l’imbarazzo che le teneva lo sguardo ancorato sul tavolo: era la prima volta che qualcuno la ritraeva e cercò di sforzarsi di dire qualcosa, qualsiasi cosa pur di non apparire completamente sbadata agli occhi del mago.

« Oh… è bellissimo! » la voce era bassa, un po’ debole, fece quindi un respiro profondo per cercare di prendere un po’ di coraggio, alzando finalmente lo sguardo per guardare in volto l’uomo, « Mi dispiace per il posto, non me ne ero accorta. »

Sorrise, cercando di non arrossire ancora di più vedendo che l’uomo la stava osservando con attenzione, ma ci vollero pochi attimi per scoprirne il motivo: l’evento al Serraglio Stregato! Voleva ammettere di essersi scordata quella giornata, ma era stata un turbinio di emozioni - tra l’euforia di Isabel, la presentazione del libro delle sorelle Harvey, l’acquisto di Persefone ormai compagna inseparabile delle serate a leggere sul divano - e sicuramente la prova dell’amore che aveva coinvolto proprio il mago seduto di fronte a lei era rimasta ben impressa nella sua mente. L’iniziativa per San Valentino di Madama Piediburro sicuramente era stata una vera e propria sfida per una persona timida come lei e l’aveva spinta a provare ad uscire dalla sua comfort zone: una su tutte la prova che prevedeva di abbracciare uno sconosciuto, e fatalità quella persona ora sedeva proprio davanti a lei. Cercò di non arrossire ancora di più, come se fosse possibile andare oltre il rosso ciliegia, all’idea di quello che il mago potesse aver pensato di lei, ma del resto non era lui stesso che stava reggendo un cartello con scritto “Free Hugs” all’evento?

« Ah, sì! L’inaugurazione al Serraglio. Eri vicino Francis, vero? » si ricordò improvvisamente dell’altro mago in sua compagnia, « Sono Jane Read, il piacere è mio. »

Le presentazioni vennero interrotte dall’arrivo di una delle dipendenti del locale, una ragazza giovane che sicuramente stava ancora studiando ad Hogwarts: Jane sperò che non si fosse accorta della sua precedente lotta con la sedia all’ingresso, e ascoltò con attenzione le varie alternative che stava proponendo con precisione anche se sapeva già di cosa avesse bisogno in quell’istante.

« Ciao! Io ordinerei un caffè, magari doppio se possibile. » la gaffe di poco prima era sicuramente il risultato anche del sonno, e voleva evitare di fare ulteriori danni, « Poi prenderei un muffin al caffè, » perché il caffè non era mai abbastanza, « …e a questo punto direi di provare anche una fetta di torta della fortuna. Anzi, facciamo due, una per me e una per Thomas. » sorrise al mago seduto di fronte a lei, « Per farmi perdonare per l’intrusione! »
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Jane ordina un caffè triplo doppio, un muffin al caffè, e due fette di Torta della Fortuna, una per sé e una per Thomas. Considera pure anche 2 Galeoni di mancia, grazie :flower:
 
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Martian
view post Posted on 12/4/2021, 23:22




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"Non c'è alcun problema, davvero."
le rispose Thomas, con tono tranquillo. D'altronde, era capitata ad entrambi la stessa cosa, anche se in maniere differenti. In un certo senso, anche a Thomas capitava spesso di perdersi nella lettura. Era una delle cose che apprezzava di più fare, quando sentiva la necessità di evadere dai suoi problemi. Era come rifugiarsi nella vita di qualcun altro, per alcuni istanti. Tuttavia, col disegno era diverso. Se coi libri prendeva altre sembianze, quando disegnava, entrava in sintonia con se stesso perdendosi totalmente tra le fibre della carta sulla quale agiva. Probabilmente nella situazione contraria, gli sarebbe capitata la stessa cosa e avrebbe finito per spaventare i commensali del tavolo già occupato. A lui però non dispiacque. In realtà, Jane lo aveva colpito, e lo dimostrava il fatto che con un gesto quasi involontario l'aveva ritratta senza nemmeno rendersene conto.
« Sono Jane Read, il piacere è mio. »
stava per risponderle quando poi una giovane ragazza si avvicinò a loro per prendere i loro ordini. Lasciò a Jane la precedenza, quando poi quest'ultima si offrì di dividere un pezzo di torta con lui, per scusarsi un disturbo che non fu affatto tale.
"Non era affatto necessario, davvero. Non mi hai arrecato alcun disturbo, anzi, mi hai dato una mano con l'ispirazione artistica."
sorrise nel pronunciare quella frase. Non era mai stato tipo da esternare così facilmente le sue sensazioni, eppure sentiva che quello fosse il momento giusto per farlo. Voleva rassicurarla in qualche modo, farla sentire a suo agio. Non sempre ne era in grado, un po' per via della sua innata diffidenza, un po' perché non si era mai trattenuto abbastanza nello stesso posto per instaurare dei rapporti duraturi. In quell'occasione volle però pensare che fosse arrivato il momento di cominciare. Era tornato a Londra per rimanerci, e chissà, magari quella ragazza dai tratti gentili sarebbe stata la prima col quale creare un legame di amicizia che potesse durare nel tempo. Le modalità erano state certamente singolari, e valeva la pena tentare.
"Cosa stavi leggendo? Sembra interessante. Sai, capita anche a me di perdermi un po', quando leggo. Una volta mi capitò di sbattere la faccia contro un gufo che consegnava la posta, ad Hogwarts." rise lievemente nel ricordare quell'episodio "Se non ricordo male... stavo leggendo una raccolta di leggenda sui Cavalli Alati. Per fortuna che fu un gufo quello con cui mi scontrai. Probabilmente un Abraxas mi avrebbe preso a calci."


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Un ringraziamento speciale a Jane per il dolcetto offerto a Thomas! Per ricambiare la gentilezza vorremmo acquistare una scatola di cioccolati media da regalare a Jane :<31:
 
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view post Posted on 19/6/2021, 17:34
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Alle parole dell’uomo circa l’ispirazione artistica Jane si sforzò di non diventare ancora più rossa in volto di quanto già non lo fosse e si sforzò di concentrarsi sul caffè che avrebbe bevuto di lì a qualche istante e che era certa l’avrebbe aiutata ad affrontare la conversazione con il mago senza ulteriori gaffe.
Osservò la ragazza allontanarsi dopo aver appuntato con cura le loro ordinazioni, mentre nella sua mente ormai aveva preso con insistenza spazio la necessità del liquido scuro che aveva ordinato: forse non tornare immediatamente a casa dopo il turno di notte non si stava rivelando la migliore delle idee, ma in realtà ciò che più la preoccupava al momento era riuscire a rimanere concentrata e dare la giusta importanza che il mago seduto di fronte a lei meritava. Del resto, era stata proprio lei a sedersi in un tavolo già occupato e le sembrava il minimo dell’educazione mantenere un livello consono di conversazione con il suo occupante.

Probabilmente Thomas doveva essersi reso conto del suo imbarazzo, perché con una gentilezza quasi inaspettata da parte di un estraneo aveva ripreso parola, chiedendole cosa stesse leggendo: la ragazza non riuscì a trattenere un sorriso ascoltando l’aneddoto dei tempi di Hogwarts, riconoscendosi nella “disavventura” del mago e di conseguenza sentendosi un po’ di più a suo agio nella conversazione.
« Oh, non hai idea di quanto ti capisca! C’è voluto uno scontro con il docente di Pozioni quando ero al secondo anno per farmi capire che ad Hogwarts bisogna scegliere con cura i posti dove leggere. Il quinto piano era perfetto, così silenzioso… non trovi? » rise, piano, al ricordo dello spiacevole incidente e soprattutto delle minacce da parte del mago di farle pulire tutti i calderoni senza magia se fosse successo nuovamente, « Da quel momento ho cercato di fare più attenzione ma a quanto pare nonostante gli anni certe abitudini sono difficili da eradicare… soprattutto se sto leggendo qualcosa di Meredith McAnderson. »
Chiuse con delicatezza il libro che aveva estratto dalla borsa qualche istante prima, porgendolo al suo interlocutore: il titolo dell’opera, “Sul fondo del lago”, si mimetizzava argenteo con i colori dell’acquarello in copertina, che ad uno sguardo più attento rivelava la sua natura magica, muovendosi quasi impercettibilmente. « I gialli non sono sempre stati il mio genere favorito e non avevo mai sentito parlare di questa autrice prima che mia cugina mi regalasse questo libro di ritorno dalla Bulgaria. » si interruppe, rendendosi conto di aver parlato forse a sproposito e che probabilmente a Thomas non interessava tutta la storia, e riprendendo colore sulle gote di conseguenza, « Ma direi che questo va ben oltre la tua domanda, scusami. »

Abbassò lo sguardo sul tavolo, lievemente in imbarazzo, e nuovamente i suoi occhi catturarono la precisione e la cura con cui il mago aveva disegnato il suo volto: totalmente incapace di tenere in mano una matita se non per scrivere, la ragazza aveva sempre provato ammirazione per chi possedeva l’abilità di trasportare su carta i paesaggi e i volti che la circondavano, e Thomas era così bravo che le venne spontaneo chiedersi se non fosse un’attività che occupava stabilmente le sue giornate.
« Questo disegno è veramente bellissimo, » avvicinò maggiormente a sé il foglio, osservando attentamente il ritratto, « sei un’artista, quindi? » La domanda sfuggì dalle sue labbra prima che se ne rendesse conto, rendendo ancora più palese la necessità di bere un caffè per ricordarsi il modo adeguato di comportarsi con le persone: spalancò gli occhi, sorpresa e al tempo stesso preoccupata di essere stata scortese. « Oh, scusami, non volevo… è che sei talmente bravo che mi è venuto spontaneo dedurre che tu lo faccia per lavoro. »

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In ritardo non imbarazzante, di più, scusami 🌻
 
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6 replies since 2/3/2021, 20:28   208 views
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