See You Again, Colloquio Lucien Cravenmoore

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view post Posted on 6/3/2021, 12:05
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Il Fato

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Hogwarts, di nuovo.
Le tinte e i colori del posto iniziavano a raggiungere il loro massimo splendore.
La neve si stava sciogliendo del tutto, permettendo al giardino del castello di avere delle tonalità di verde accesso dappertutto, contornate da colori sgargianti date dai fiori delle diverse piante e alberi.
La primavera stava arrivando. Lo sapeva chiunque, ma nessuno ne parlava, forse per paura di farla scappare via.
Lucille, in preda alla disperazione, si trovava nel suo ufficio intenta a sistemare tutti i quadri. Odiava quando questi si sbilanciavano di più su di un determinato lato, non lo accettava e pertanto scandagliava costantemente la sua zona in modo da sistemarli nel miglior modo possibile, così da assecondare la sua mania del controllo.
Dopo aver svolto quel lavoro, che gli aveva richiesto la prima parte della giornata, si poggiò sulla sua scrivania osservando un gioco che gli era stato regalato.
Sapeva che quel giorno sarebbe venuta a trovarla un vecchio amico. Doveva tenersi pronta a farlo accomodare.





Lucien il tuo colloquio è stato aperto. Buona fortuna.
 
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view post Posted on 6/3/2021, 22:14
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colloquio
Morbidi boccioli tempestavano gli alberi disseminati lungo gli esterni del castello, a testimonianza di una natura che si scrollava di dosso il torpore invernale cui era stata sottoposta per mesi, in favore di un nuovo cambiamento.
Il cerchio di pietre appena fuori dal ponte di legno, dalla forma di una meridiana, sembrava osservare austero l'incedere del Guardiacaccia e lo specchio argenteo del Lago Nero gli regalava fulgide frecce luminose in una compagnia celata al suo sguardo, ma presente.
Alla primavera veniva riconosciuto un temperamento instabile ed imprevedibile, specialmente nel mese corrente, schernito con l'aggettivo pazzo. L'alternanza delle prime giornate di tiepido sole si miscelava ad altre di pioggia copiosa e vento sferzante, caldo e freddo si scambiavano improvvisamente la scena e nulla era destinato a perdurare come nella sua primaria manifestazione.
Il polso sinistro di Lucien scricchiolava ritmicamente mentre lo sottoponeva a scatti improvvisi, le lunghe dita affusolate trattenevano quelli che ad uno sguardo disattento sarebbero potuti apparire steli smeraldini.
Lucien si accorse di star credendo fermamente ad un’illusione sensoriale offerta dalla Natura che si adeguava alla matrice umana man mano che i contorni del castello si facevano più vicini. Di tanto in tanto il francese sbuffava, immergendo la mano libera in una delle ampie tasche del pastrano, restio ad abbandonare l'esplosione della Natura per immettersi tra le mura di Hogwarts.
Mappò il medesimo percorso che mesi addietro lo aveva condotto dinanzi all'ufficio della segretaria scolastica, solo che stavolta il tratto da percorrere fu decisamente più breve.
Nella mente del mago turbinavano una sequela di immagini, tra cui pulsava come una vena dominante quella del timbro a forma di scala raffigurato nella pergamena pervenutagli. Durante quel primo ed unico confronto, una delle peculiarità di maggior rilievo emersa era stata la pericolosità di Lucille Darmont e la scalata psicologica ed emotiva aveva prosciugato ogni stilla della sua pazienza. Lucien aveva riletto la missiva più volte e, come un indovinello che si srotolava sotto ad occhi esterrefatti, nuove chiavi di lettura erano emerse, una più insidiosa dell'altra (tra cui l'insulto velato del fai un mestiere da caproni).
Quando la porta dell'ufficio rimase l'unico elemento materiale a separare i due vecchi amici, Lucien si sentì soffocare.
Come aveva esternato pochi giorni prima alle amiche Ariel e Jolene, mai avrebbe desiderato rimettere piede in quella stanza opprimente.
Pur rilevando molteplici analogie tra l'arredo e la personalità di colei a cui era stato destinato l'ufficio, comprendeva che parlare della questione di rilievo (qualunque essa fosse) in un altro ambiente, avrebbe potuto dare adito a scomodi pettegolezzi.
E poiché Lucien sguazzava in quel torbido mare, chi lo aveva visto trottare verso l'ufficio di Lucille Darmont non avrebbe potuto non aggrottare la fronte.
Perché - dopo i canonici tre battiti sulla porta che avrebbero annunciato il suo arrivo - quando Lucille l'avrebbe aperta, gli occhi color cobalto avrebbero accolto un Lucien dall'aspetto diverso rispetto alla prima volta che si erano visti.
Le mani parevano rivestite da una texture di lividi, graffi ed escoriazioni; gli abiti puliti erano stati sostituiti dal logoro pastrano da lavoro, sul volto lievemente emaciato capeggiavano occhi come lapislazzuli stracchi e provati e tra i capelli rabbuffati spuntavano impertinenti ramoscelli e foglie secche.
Le palpebre tese ed un sorriso mordace a denti scoperti avrebbero completato il quadretto lanciato dal giovane; ma risiedeva nelle parti basse il particolare che gli era valso più di un'occhiata stranita.
Districando l'anfibio dalla pietra su cui giaceva, il mago tese i muscoli della gamba, venendo così a contatto e sconquassando ciò che stringeva nella mancina: un mazzo di piante utili per cucinare, strette da un nastro di seta cilestrino. Al centro del "bouquet" faceva capolino un unico fiore dalle dolci tonalità pastello lilla: l'Ipomea Violacea, pianta piuttosto sconosciuta e nota come morning glory, i cui semi contenevano un principio attivo dalle proprietà allucinogene, in particolare psichedeliche, i cui effetti dipendevano dalla dose assunta.
Lucien ricollocò la spina dorsale con un movimento quasi impercettibile della schiena ed inspirò a pieni polmoni, facendo scricchiolare le vertebre. Era pronto per quell'inaspettato appuntamento, non potendo minimamente spospettare cosa in realtà celasse. Di certo era lieto ed inquieto al tempo stesso di rivedere la cara Lucille e desiderava che quell'incontro principasse col botto.
 
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view post Posted on 7/3/2021, 18:14
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Con i palmi delle mani incollati sulle guance e i gomiti ben poggiati sulla scrivania, Lucille, provava a capire come quel gioco funzionasse.
Non ne aveva capito il reale svolgimento e quale fosse l’obiettivo, ma con interesse cercava di spostare con lo sguardo le pedine cercando di capire come si dovesse muovere.
Doveva raggiungere la vetta o scappare da quell’inferno? Doveva muoversi sulle scale facendo attenzione o provarle a superare con dei tocchi mirati?
Le domande erano tante, ma le risposte non arrivavano e più non arrivavano e più si spazientiva.
Ora che doveva fare? Era meglio buttare quel gioco oppure tenerlo ancora davanti a sé?
Proprio quando quella domanda iniziava a farsi sempre più persistente in lei, sentì dei rintocchi sulla sua porta.
Era chi stava aspettando. Finalmente.
Senza perdere tempo, lasciando il gioco davanti a lei disse:

-Avanti.-

Come al solito, il tono di voce risultò inflessibile, sotto molti aspetti rigido.
Chi si trovava dietro quella porta doveva capire bene come agire. Quel momento era catartico.


 
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view post Posted on 8/3/2021, 18:47
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colloquio
Una nota voce femminile invitò Lucien ad aprire la porta e fu ciò che fece senza un secondo di esitazione. Questa, però, lo accolse non appena i contorni luminosi dell'ufficio si scontrarono con il suo campo visivo, unitamente alle scale di varia misura appese alle pareti. Erano di più rispetto alla prima volta che vi aveva messo piede oppure si trattava di scherzo ottico? O, ancora, l'ansia gli stava giocando un brutto tiro? Ansia di cosa, dopotutto si trattava di un semplice incontro. No, perché con Lucille Darmont nemmeno prendere un Tè poteva considerarsi semplice, di questo Lucien era piuttosto certo.
L'inquietudine covata si svelò appena in un battito di ciglia, nulla di più, mentre la concentrazione del Guardiacaccia si focalizzava sulla silhouette femminile appollaiata alla scrivania. La cara tremenda Lucille, terrore degli aspiranti lavoratori al castello, scassa-boccini per eccellenza, sadica torturatrice di menti provate nonché fonte di speranze infrante. Come quella di un certo Rickford, si vociferava. La tentazione si avviluppò attorno alla lunga lingua di Cravenmoore, ma non strinse abbastanza perché si azzardasse a spezzare il silenzio con un «Lucille, vecchia volpona!»
Però si trattava pur sempre di un invito da parte di quest'ultima perciò, sebbene il rispetto nei suoi riguardi non sarebbe mai mancato da parte sua, poteva avvalersi di modi meno composti, mh?
«Lucille, ma belle!» eccitato come un Erumpent che si preparava ad una scornata, il mago richiuse la porta alle proprie spalle aspettandosi di vedere pure il pomello a forma di scala. Nà, ecco cosa le avrebbe confezionato per Natale! Il pensiero delle iniziali L. S D. incise nel legno gli danzò davanti agli occhi come un boccino sfarfallante. Regnava il menefreghismo in quel cimitero di neuroni, congiunto al desiderio di far felice colei alla quale doveva il proprio stipendio.
«Oh.. ma lo hai tenuto! Credevo fosse finito assieme alla legna da ardere nel camino.» trillò raggiante nel notare il giochino che le aveva destinato tronfio sulla superficie lignea. «Sai sempre come stupirmi.» nel bene e nel male. Con poche falcate Lucien azzerò la distanza che lo separava dall'altro lato della scrivania, troneggiando per pochi istanti mentre cercava di capire a che punto del gioco fosse arrivata.
Ma prima di dedicarsi a quello ed altri giochi, si accomodò sulla scala che gli aveva pressato le chiappe d'oro per tutta la durata del colloquio. Fu una sensazione sgradevole, che non diede a vedere, ma che ugualmente lo attanagliò. Risiedeva tutto nella location poiché era misuratamente certo che si sarebbe sentito meno a disagio a rivederla in un altro ambiente e riusciva pure ad approciarsi a lei con fare sereno e disinvolto nonostante quello che gli aveva fatto passare mesi addietro.
Il tempo cura ogni ferita, non si dice così?
E, comunque, quella strega aveva avuto l'abilità di farlo ammattire stregarlo a dovere e Lucien aveva davvero piacere (per ora) di rivederla. Le pupille dilatate si prostrarono ipnotizzate al disagio, mentre piazzava tra il gioco delle scale e il proprio busto il mazzo di erbe aromatiche per cucina.
«Non ci si presenta mai a mani vuote ad un appuntamento.» Appuntamento, si, col destino. «Sebbene gli elfi siano davvero degli ottimi cuochi, ho pensato che magari nel privato potevi essere un'amante della cucina. In effetti non ti conosco granché, mentre tu conosci addirittura qualche mio piccolo segreto.» Un sorriso a mezzaluna fece capolino sul volto stanco del mago che si era immaginato una goduriosa Lucille intenta ad affettare poveri ortaggi con la stessa perizia di un boia armato di scure con un povero candidato condannato.
La composizione erbacea vantava un discreto gusto cromatico e presentava grappoli di basilico, prezzemolo, erba cipollina e finocchietto. Ed era pure un regalo utile, come resistergli?! Lucien era pronto per il Tè, quattro chiacchiere su chissà quale questione di rilievo (a tal proposito, stemperare gli sembrava sempre una buona idea, laddove possibile) e l'ineffabile leggerezza della compagnia di Lucille Darmont e delle sue scale. Non sospettava minimamente cosa in realtà si celasse dietro a quell'incontro.
 
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view post Posted on 13/3/2021, 18:27
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Se in tutta Hogwarts vi erano i quadri ad osservare gli ospiti del castello, in quella stanza le scale sembravano tener conto di quanto succedesse in quel luogo.
Lente, si muovevano da un piolo all’altro, piene di sé, convinte che sarebbero potute arrivare sempre più in alto, sempre più su, fino a mete ignote.
Lucille, sembrava non preoccuparsene molto, tantomeno sembrava preoccuparsi dell’arrivo di Lucien, tanto era intenta a provare a risolvere quel gioco.
Come era possibile che non riuscisse ad andare avanti? In che strano modo era concepito quel gioco?
Osservando il suo interlocutore particolarmente felice e con un'atteggiamento estremamente seducente che la convinceva sempre di più che fosse infatuato di lei, disse:

-Tu sei certo che questo gioco abbia senso? Più volte ho pensato di lanciarlo contro la parete.-

L’aspetto serafico della donna andava nettamente in contrasto con quanto diceva.
Si sentiva che le parole erano odio puro nei confronti di qualcosa che non riusciva a superare, ma era talmente tanto arcigna che quella repressione la sfoggiava con calma, come se fosse normale.
Restando tranquillamente ad osservare quanto gli si poneva davanti, distolse lo sguardo solamente un secondo per commentare quanto gli era stato portato.
Certo c’era da dire che gli ortaggi erano sempre utili, specialmente quando si cucinava, ma cosa doveva farci lei visto che gli elfi la servivano e riverivano in tutto e per tutto?

-Spero che tu abbia sciacquato tutta questa verdura prima di venire qui. Se anche trovo un solo granello di terra, ti faccio fare incantesimi evanescenti in tutta quanta la sala. -

Sorridendo soddisfatta della prima punzecchiata data , senza perdere tempo in futili momenti di disagio disse:

-Mi spieghi cosa è questa? -

Aprendo il cassetto vicino a lei, la donna piazzò davanti agli occhi dell’uomo la sua candidatura come Docente di Cura delle Creature Magiche.
Gli doveva sicuramente delle spiegazioni. Subito.


 
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view post Posted on 15/3/2021, 17:46
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colloquio
Lucien non era mai stato il tipo che ricercava spasmodicamente l'attenzione altrui, nemmeno da ragazzino. Erano se mai gli altri a porlo su un piedistallo per il carisma che lo contraddistingueva, ma appena poteva egli ricercava la solitudine o la compagnia di radi affetti accuratamente selezionati.
Per tale ragione non aveva mai amato gli sguardi curiosi dei quadri nel castello che controllavano la direzione del suo incedere anche quando li aveva sorvolati; allo stesso modo parevano fare le scale che adornavano l'ufficio della Darmont, con la forma ed il mutismo come uniche differenze. I quadri nemmeno si facevano gli affari propri e per questo Lucien non aveva mai invidiato i Grifondoro, l'ingresso alla cui torre era sorvegliato dalla comara Signora Grassa. Aveva più volte tirato fuori la questione con Kira, elogiando il batacchio incantato a forma d'aquila che, a seguito di una risposta corretta ad una domanda, offriva l'accesso alla Sala Comune dei Corvonero. Qualsiasi cosa stuzzicasse l'intelletto era per lui rimarchevole.
All'evidenza dell'incapacità della segretaria scolastica di capire il senso del gioco, che Lucien aveva dimenticato di segnalare nella pergamena d'accompagnamento, non poté trattenere un ghigno mefistofelico.
«Si, beh, ne avresti ottenuto dell'ottima legna da ardere.» principò, alludendo al legno di cedro - chi era associato a quel legno era una persona sicura di sé, capace di prendere rapidamente decisioni anche importanti, determinata e talvolta scomoda. Fu quasi tentato di non rivelarle il corretto utilizzo, ma poi ci ripensò. «Il gioco si sviluppa in verticale su differenti livelli. Ciascuna scala conduce ad un piano più alto, la riproduzione di Lucille sta al vertice di questa sorta di piramide lignea. I piccoli umanoidi, che possiamo considerare le pedine del gioco, devono riuscire a raggiungerla, ma ad attenderli ad ogni piano troveranno torture insidiose di matrice babbana perciò non mi stupirebbe se non le conoscessi tutte. Devi riuscire a fargli superare ogni ostacolo - perderanno qualche arto e neurone nella scalata ma...dettagli - in modo che la raggiungano lassù ed ottengano il posto di lavoro.» le spiegò cheto con tanto di esempio pratico, celando quanto quel dono altro non fosse che una rappresentazione metaforica di come reputava si sentissero i candidati sottoposti ad un colloquio in sua compagnia, ovviamente in maniera esasperata, grottesca e farsesca, mimando quella che era stata la sua prima esperienza. «Non è detto che i poveretti riusciranno a raggiungere l'obiettivo e dunque che tu riesca a vincere la partita. Ciascuna tortura può portare ad un supplizio di pericolosità equiparata alla tua bravura. Diciamo che potrebbero raggiungere il piano/livello successivo provati o non raggiungerlo affatto, perdendo così la partita.» con uno scatto la pedina rimase imprigionata nella micro riproduzione della Vergine di Norimberga. C'era persino la cosiddetta Culla della Strega. Fu la volta della seconda, che con l'abilità della mente che aveva partorito quella follia sotto l'effetto di qualche innoqua erbetta, riuscì a raggiungere la nodosa "Lucille" e a spodestarla facendola cadere dal trono.
Et voilà. Dopotutto la creatività era una delle prerogative dei Corvonero, così come l'essere un po’ bizzarri.
Bene: era pronto a vedere il gioco davvero frantumato contro il muro, a scheggiare per sbaglio una delle scale durante l'impatto.
L'apparente quiete e mite espressione angelica di Lucille avrebbe fatto ghiacciare il sangue nelle vene a chiunque si fosse trovato al posto del Guardiacaccia, consapevole di cosa la strega potesse celare dietro quell'atteggiamento equivocabile.
Ma infondo si trovava lì per bere del Tè, pensava; cosa mai sarebbe potuto capitargli se non, alla peggio, che questo contenesse veleno?

Alle sue successive parole, Lucien scattò come un soldatino sull'attenti. Avrebbe fatto svanire lei come persona, se solo fosse stato certo che l'incantesimo evanescente funzionasse anche con le persone, a parte animali ed oggetti. E solo per poco perché se anche non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto Veritaserum, quella strega dopotutto gli piaceva. «Si signora, ma se dovessi aver peccato di scarsa accuratezza, oltre alla sala mi offro di far evanescere anche tutte le scale qui presenti. Caso mai un giorno desiderassi un cambio d'arredo.» altamente consigliato, ma qui il mago si pinzò la lingua lunga con i canini. Cosa che, se solo avesse saputo in cosa si stava invischiando, avrebbe evitato di fare anche con il resto della frase.
Fu a quel punto che qualcosa si rivelò di fronte ai suoi occhi e, quando Lucille gli allungò la candidatura come Docente di Cura delle Creature Magiche, per poco non gli venne un coccolone.
Per una frazione di secondo, l'ossigeno smise di fluire nel metro e ottantuno del suo corpo ed il cuore perse un battito.
Il mago rimase ad osservare tirato la pergamena stropicciata, come se stesse cercando di carpire i dettagli di un oggetto misterioso. Quando riprese parola, Lucille non avrebbe potuto scorgere un'incrinatura nella sua voce che, di fatto, non perse il suo usuale controllo.
«Un sogno.» proferì grave. «Che credevo infranto.» Un lungo sospiro abbandonò il naso importante, le narici si dilatarono appena. Il pomo d'Adamo sporgente fece qualche piroetta sulla laringe. «Quando compilai quella candidatura, auspicavo di veder realizzato il sogno più grande che avrei avuto l'ardire di generare in una scuola illustre come questa.»
Sul volto di Lucien la morsa della tristezza si dipanò come una coltre fumogena; appariva tangibile quanto la questione gli stesse a cuore e si era dissolta la vena burlesca che aveva accompagnato il suo arrivo nell'ufficio e che, sino a quel momento, non aveva smesso di esercitare il suo controllo. «Purtroppo, però, appresi che la cattedra allora era occupata, pertanto non godevo di alcuna speranza di poterlo realizzare. Desideravo ardentemente votare la mia vita al castello, come già ti illustrai mesi addietro, pertanto mi trovai nella condizione di dover modificare i miei progetti iniziali. Ne emerse la figura del Guardiacaccia che mi avrebbe permesso di avvalermi ugualmente di alcune peculiarità del lavoro che non potevo ottenere. Come occuparmi delle creature magiche risiedenti a Hogwarts e, nel mio piccolo, insegnare ciò che sapevo di loro agli studenti che, per un motivo o per un altro, venivano a cercarmi e si soffermavano su quelle che dimorano vicino alla mia capanna.» Era successo che alcuni studenti interessati alle sue lezioni d'intaglio si soffermassero ad osservare incuriositi il terrario dove girovagava l'esemplare di Streeler o gli chiedessero informazioni sull'infestazione di Horklump nell'orto delle zucche. Lui aveva sempre risposto ai loro quesiti con dovizia di particolari, manifestando la passione propria di chi desiderava trasmettere le proprie conoscenze sull'argomento a chi manifestava l'interesse di apprenderle. «Credevo di averla riposta nel baule assieme ad altri oggetti, sepolta assieme alle mie speranze spezzate ed alla tristezza derivata. Curioso che sia finita nelle tue mani, Lucille. Forse è l'opera di un Pixie dispettoso, d'altronde è risaputo quanto amino fare scherzi agli esseri umani.» lo spettro di un vago sorriso ad un unico angolo delle labbra fece capolino sul volto provato, ma si nascose un secondo dopo tornando a distendere le membra del mago. Naturalmente non credeva davvero a quella possibilità fantasiosa, ma stemperare la tristezza che lo aveva assalito aveva sortito il suo effetto. Amava il lavoro di Guardiacaccia, per quanto sfiancante potesse essere, ma non era quello che aveva pensato di fare quando aveva deciso di tornare nel territorio che aveva accolto la sua crescita adolescenziale. Gli sarebbe comunque dispiaciuto doversene separare, ed ovviamente non pensava sarebbe successo.
 
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view post Posted on 20/3/2021, 20:50
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Osservando con attenzione il gioco e sentendone la spiegazione, Lucille capì cosa fare con quel passatempo.
Accantonando momentaneamente la giusta idea di Lucien, ossia di buttarlo nel fuoco, riprese la sua pedina appena torturata per poggiarla al piano più basso di quel percorso.

-Sai che il gioco in sé non è male? Non tanto per l’obiettivo, quanto per il percorso, che presenta diverse “gioie” a mio avviso.-

Spostando la sua pedina verso quello che sembrava essere un falegname in miniatura, vide questo spezzare di netto il suo pezzo, il quale si ricompose successivamente.
Osservando quanto era successo con occhi sadici, la segretaria proseguì a parlare:

-Vedi, più che un gioco penso che questa sia una corretta rappresentazione della vita.
Un passo nella direzione giusta ti può condurre verso la vittoria, un passo falso alla disfatta-


Sorridendo, consapevole che l’uomo avesse colto la sua allusione, tirando un riccio dei suoi capelli dietro l’orecchio disse con fare candido.

-Sai cosa è successo all’ultimo studente che ha provato a far sparire le mie scale? E’ finito a lavare tutta quanta la scalinata che porta alla Torre di Divinazione senza l’utilizzo di Incantesimi. Non vorrei dovermi ripetere nel punire in quel modo. -

Senza lasciar margine di risposta, mentre si alzava per andare ad osservare il Tè che stava iniziando a bollire dietro le sue spalle disse:

-Lucy, Lucy, Lucy... -

Quell’appellativo risultava fastidioso a lei e sperava lo fosse anche per lui. L’obiettivo era infastidirlo per testarne ancora la resistenza ai suoi attacchi:

-Sei convinto che una storia strappalacrime mi basti per darti il posto? Sai bene che voglio sapere se hai competenze al riguardo e sai bene che… -

Lasciò in sospensione il discorso per dargli una tazza di Tè Verde.

-Voglio concretamente che tu mi dica che hai inviato questa richiesta di docenza e che mi dica quali sono i motivi che ti hanno portato a candidarti. -

Un sospiro, poi un sorso.
Quella chiacchierata sarebbe stata interessante.



 
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view post Posted on 22/3/2021, 14:12
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colloquio
Il sadismo di Lucille, con ogni probabilità, conosceva i soli limiti delle restrizioni cui veniva serrato dal regolamento della scuola. Lucien si domandò nel privato a che livelli potesse giungere se solo le fossero state servite le pedine più succulenti ma, forse, non desiderava davvero conoscerne la risposta. D'impulso portò il dorso della mancina alla guancia con l'intento di pulire la pelle da un'incrostazione di fango ma, più grattò, più marcata divenì la sensazione di durezza avvertita sotto ai polpastrelli.
Eccola lì, la pedina, così astrattamente simile ad un qualsiasi essere umano eppure, ai suoi occhi, tanto rassomigliante a lui. Poggiava le radici sul punto più basso del gioco, come il tronco di un albero fino, in attesa di intraprendere la sua scalata ma tentennando nella consapevolezza di ciò cui sarebbe andata incontro.
Lucien avrebbe dovuto relegare quell'immagine al passato, al fantomatico primo colloquio, dunque perché non riusciva ad osservarla senza avvertire una sinistra sensazione e a vedere analogie con sé stesso?
Fu il gesto flemmatico di Lucille Darmont ad invogliarne l'avanzata verso il proprio destino, nel mutismo apparente che si scontrava contro la moltitudine di rumori interni al suo essere.
«Lieto di tale approvazione.» bisbigliò infine, aggrappandosi ad un refolo d'aria proveniente da un punto impreciso della stanza. Il mago avvertiva su di sé lo sguardo severo della segreteria scolastica e delle sue variegate amiche spigolose. Incombevano su di lui quasi fosse il loro divertimento prediletto. «Convengo che giungere ad ogni piano possa essere una gratificazione non indifferente.» le concesse, pur supponendo che le "gioie" cui Lucille alludeva fossero di tutt'altra natura e più plasmate sulla propria persona. Gli sembrava una strega dalla piena coscienza di sé, in pace con il suo modo di vivere il mondo attorno e gli altri, che non si preoccupava del giudizio del prossimo e del modo in cui veniva vissuta da chi le stava accanto. Erano peculiarità che incontravano il suo favore, pur trovandola spesso sgradevole nei livelli di esasperazione a cui sapientemente riusciva a condurre.
«Volevo che trasmettesse una piccola parte di me. Tra essi, inserirei anche piccole mosse d'insieme che possano modificare l'esito del percorso, facendo scivolare verso un passo piuttosto che un altro. Le sfumature di grigio tra il bianco ed il nero.» Incrociò il suo sguardo ed annuì; una scusa come un'altra per svicolare lo sguardo dalla pedina similare ad un falegname che l'aveva vista osservare con occhi pericolosi.
Analogamente alle pedine degli scacchi dei maghi, anche queste serbavano la propria dose di cruenza.
Il volto del mago s'incendiò di un barlume di curiosità nell'attimo in cui apprese che qualcun altro, in passato, aveva avuto l'ardire di paventare una piazza pulita dell'arredo preferito di Miss Darmont. Pff bazzecole! Pensò confrontando alcune mansioni del suo attuale impiego che non potevano beneficiare dell'ausilio della magia con la punizione imposta. Naturalmente, però, doveva riconoscere di avere una prestanza fisica differente da quella di un adolescente e che, se si fosse trovato nei panni dello sfortunato cuor di leone che aveva osato tanto, non l'avrebbe pensata allo stesso modo.
Le folte sopracciglia nereggianti scattarono verso la fronte, come se fosse stato colpito dall'affermazione di Lucille. O ironizzasse sul fatto di non esserlo affatto.
«Crudele..» sghignazzò composto e convinto che non l'avrebbe udito mentre si alzava per occuparsi del Tè, intrecciando le mani sgangherate e lieto di poter umettare la gola arsa. L'aroma gli penetrò le narici e per un attimo dimenticò la sgradevole sensazione di trovarsi nuovamente in quell'ufficio. Lucy in the Hell with Stairs, everyone scare as you drift past the Stairs ♪ canticchiò tra sè nel vano tentativo di scacciare l'irritazione del nome di battesimo della strega storpiato in quel modo.
Serrò le palpebre, ma essa non svanì come le immagini che aveva volutamente abbandonato con lo sguardo. Quando le riaprì, però, un'inaspettata allusione gli distese momentaneamente l'animo.
Aveva sentito bene? O lo stava prendendo in giro? Dargli il posto? V'era dunque una piccola possibilità, ora, che ottenesse il posto tanto ambito? Era dunque quella la questione importante di cui voleva parlargli? Era stata Safia a far pervenire di nascosto la sua richiesta a Lucille?
Il cuore perse un battito e finalmente, da quando aveva messo piede nella stanza, si sentì in qualche modo felice.
E, parimenti, spaventato.
Ciò voleva dire che avrebbe dovuto affrontare nuovamente il giudizio e le domande insidiose di Lucille, una cosa che ovviamente non aveva preventivato.
Trasse tra le mani leggermente malferme la tazza offertagli. Lo sguardo colò sulla superficie liquida ed il riflesso fumante si mostrò nebuloso quanto l'esito di quello che aveva creduto essere fino a quel momento un appuntamento tra vecchi amici.
Un lungo ed abissale silenzio attorniò i due e quando finalmente Lucien diede prova che la voce non se l'era filata come una parte di lui avrebbe voluto fare, si mostrò improvvisamente serio. Come allora.
«Prima che le tue speranze sfumino come il vapore sprigionato da questo Tè, naturalmente si, un tentativo lo fai.» principò calmo ma irrigidito come un pezzo di legno. «Ma, come dicevo, giunsi nel posto giusto al momento sbagliato.» Un lungo e protratto sospiro deviò il flusso del vapore, allo stesso modo in cui, tempo addietro, il mago aveva dovuto operare una variazione di intenti.
Sembrava proprio che gli fosse stata offerta la possibilità di realizzare quel sogno ed ora si trovava ancora una volta ad essere artefice del proprio destino.
«Come forse sai, Lucille, il sangue che mi scorre nelle vene appartiene per metà al mondo magico e per metà a quello babbano. Per tutta la mia infanzia ho avuto l'onore di vivere in ambedue i mondi, in modi differenti e nutrendo sempre più il mio bagaglio di conoscenze. Le mie orecchie d'infante udirono strane storie, racconti di affascinanti creature che non avrebbero mai incrociato gli sguardi di chi me le aveva narrate; i miei occhi le scorsero dipinte da artisti che non avevano mai posato occhio su ciò che stavano raffigurando. Informazioni provenienti da tutto il mondo, che mescolavano reale ed immaginario, giunsero a me assieme alla consapevolezza che un giorno avrei potuto incontrare davvero quelle meravigliose creature, contrariamente a tutti i babbani che non avrebbero mai potuto nemmeno sognare una tale fortuna. Un mago che nasce in un contesto magico ha la possibilità di accostarvisi fin da subito, abituandosi alla loro presenza e perdendo, credo, quella fascinazione derivante dal crederle a lungo immaginarie ed inarrivabili che io ho provato sulla mia pelle, divenendo particolarmente sensibile a riguardo.» Le domande si erano srotolate insistenti alle orecchie di suo padre, mosse dalla genuina curiosità di saperne di più e di ottenere certezze. L'attesa si era miscelata al dubbio, alla diffidenza, e poi un giorno tutto ciò che per Lucien era stato un enigma, aveva preso una forma reale di fronte al suo piccolo cuore appagato.
«Puoi dunque immaginare il mio stato d'animo quando ciò avvenne e mi feci la promessa di recuperare il tempo perduto. Tale dono mi indusse a studiare molto, -forse ricorderai che ho ottenuto anche il MAGO in Cura delle Creature Magiche- ad approfondire ogni aspetto della loro realtà, spendendo le estati lontane dal castello in compagnia di mia nonna, magizoologa, alla ricerca di quel contatto intimo, genuino e sincero che ogni creatura ha un modo del tutto personale di donare.» fece una pausa prendendo il primo generoso sorso di Tè da quando le sue mani avevano cinto la tazza bollente. Il liquido torrido gli sgorgò in gola assieme ai pensieri, ai quali cercò di dare una giusta collocazione prima di riprendere parola. Improvvisamente parlare di creature strane, potenti, intelligenti, dotate di capacità in grado di accendere l’immaginazione, gli distese le membra e a discapito della solenne situazione in cui si trovava, al di là delle difficoltà poste dalla strega che gli stava di fronte, Lucien si sentì sereno e felice.
«Naturalmente avrei potuto seguire le orme di mia nonna. La conoscenza delle piante, degli incantesimi curativi e dei rimedi pozionistici avrebbero potuto giocare a mio favore nello studio delle creature magiche. Anche se mi duole ammettere di non essere particolarmente abile a volare in sella alla scopa, pertanto osservare creature volanti o aiutarle in caso di difficoltà con questo mezzo, non mi sarebbe riuscito molto bene. Ma, a frenarmi, vi fu soprattutto la questione della condivisione. Diversi magizoologi diffondono il proprio sapere e le proprie scoperte attraverso la stesura di libri, altri aprendo allevamenti e specializzandosi in specifiche creature, dunque mediante approcci sia diretti che indiretti, con un ventaglio di fruitori di diverse età. Ricordo, però, la sensazione che mi infondevano gli insegnanti quando frequentavo questa scuola. Attraverso l’acquisizione delle competenze che tengono legati i vari aspetti della persona -dai saperi, alle capacità, agli atteggiamenti- funzionali al bene personale dello studente ed al suo apprendimento delle nozioni, erano mossi, oltre che dalla passione, dall'obiettivo di rendere ciascun soggetto capace di muoversi nella vita in modo autonomo, razionale, etico e responsabile.» Tra le righe era facilmente intuibile come tutto ciò non fosse riconducibile ad una professione che non fosse quella cui aspirava. Il docente non era un funzionario da graduare, anche se i titoli e l’esperienza servivano per l’evoluzione della professionalità che nel suo caso
partiva quasi da zero, per la valorizzazione ed il riconoscimento dei meriti. Era molto di più. Era un educatore del processo di costruzione dell’apprendimento e di formazione delle competenze dei propri studenti, i cui insegnamenti avrebbero avuto effetti lungo tutta la loro vita.
«Ritengo che insegnare sia una vocazione oltre che una grande responsabilità, specie con menti giovani e duttili come quelle che animano il castello. Sta a te decidere se ne sia provvisto oppure no, se abbia le conoscenze e competenze per farlo. Nel mio piccolo, posso farmi forte delle lezioni sull'intaglio del legno di cui mi sono fatto carico, con la speranza che coloro che vi hanno preso parte possano spendere qualche buona parola a mio favore.» precisò, giusto per non porsi totalmente a digiuno di esperienze sul campo. Certo, in quel caso alla prova veniva messa la sua capacità di trasmettere conoscenze relegate ad un altro argomento. Si voltò meccanicamente verso la porta e vi puntò l'indice ossuto.
«Da quella porta potrebbero entrare migliaia di candidati con le mie stesse competenze, anche più elevate, ed una maggiore esperienza sul campo.» tornò a puntare lo sguardo sulla segretaria scolastica, cercando di infonderle il trasporto che quel momento lo animava. «Non ho l'arroganza di considerarmi la scelta migliore in tal senso, ma potrei essere la più logica e sicura. Tu mi conosci, hai già avuto modo di vagliare diversi aspetti della mia personalità, di testarmi e mettermi alla prova e, alla fine, hai scelto di darmi fiducia. Fino ad ora mi risulta che non vi siano stati motivi per cui tu ti possa essere pentita della scelta fatta. Mi sono integrato rapidamente nell'organico di Hogwarts, risultando -credo- una presenza, oltre che utile, piacevole ai più, con le dovute eccezioni. Assumere uno sconosciuto comporterebbe invece non pochi rischi, anche se fosse più qualificato di una persona di cui sai di poterti fidare e che ha ripagato la fiducia riposta in lui.» Vi era logica e tattica nelle opere di persuasione, una certa propensione, ma tra tutte ad emergere vi era la convinzione di ciò che si stava asserendo poiché se non vi si credeva in prima persona, non si poteva auspicare che l'altro ne cogliesse la veridicità.
Il domino aveva avuto inizio ed il primo tassello era capitolato, cominciando a rivelare un disegno che avrebbe portato a delineare l'esito di quel curioso colloquio.
 
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view post Posted on 10/4/2021, 16:09
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Il Fato

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Lucille sentì quanto gli venne spiegato da Lucien.
Non si era mai aperto così tanto con lei e tutto sommato gliene fu grata perché gli diede modo di capire di che pasta fosse fatto e quali fossero le sue reali intenzioni.
Stava volando basso con quel discorso; l’umiltà si annusava nell’aria, ma allo stesso tempo si poteva percepire l’ambizione, quella voglia di raggiungere un nuovo risvolto nella carriera scolastica che avrebbe potuto portare maggiori soddisfazioni personali.
Sorridendogli per poi guardarlo con attenzione con i suoi occhietti vispi, la segretaria scolastica iniziò a parlargli con sincerità.
L’uomo si era scoperto nei suoi confronti ed era necessario trattarlo con maggior garbo rispetto a quanto aveva fatto fino a quel momento.

-Sono consapevole dei pro e dei contro nel darti il ruolo da docente, Lucien.
Sei una persona molto profonda, che ho imparato a stimare sin dal primo incontro, quindi sapere che sei in grado di esporti è un piacere.
Sicuramente è necessario avere una certa sensibilità per approcciare con gli studenti, se hai questa dote stai un passo in avanti. -


Cercando di non farlo tranquillizzare troppo, bevendo prima un sorso del suo Tè, disse:

-Certo sai che questa non è l’unica caratteristica che serve. Bisogna essere competenti, conoscere le creature magiche, i modi per allevarle e tenerne cura.
Mi sapresti dare qualche infarinatura al riguardo? Espormi le caratteristiche di due creature magiche a tua scelta? Poi procederemo verso il fulcro della questione.-


Non si addentrò maggiormente nel discorso fatto da lui.
Era necessario che rimanesse attento, che rimanesse concentrato al fine di fare del suo meglio.
Lucille non era capace a fare favoritismi, anche se quella persona gli piaceva. Voleva il meglio per quella scuola e Lucien doveva darglielo.
In un modo o nell’altro.



 
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colloquio
La sensibilità rientrava tra i requisiti che lui ed i suoi concasati, allora, avevano ricercato in chi aveva fatto loro da guida. Una ricerca silente, ma intrapresa da tutti coloro che avevano affrontato il delicato periodo di transizione adolescenziale facendosi forza di una fragilità celata, posture impettite e frasi di cui a malapena conoscevano il significato. Asserivano di essere grandi, ma intimamente sapevano di essere ancora piccoli e fragili e quelle guide spirituali, oltre che didattiche, avevano ricoperto un ruolo fondamentale nelle tappe che avevano sancito la crescita di ciascuno. Trovarsi ora dall'altro lato, ammesso che vi fosse riuscito, avrebbe equivalso ad una responsabilità di cui Lucien sentiva di volersi far carico. Lieto di udire quelle parole fuoriuscire dalla bocca di Lucille, se ne beò con la flemma che lo caratterizzava, soffiando sulla superficie liquida che emanava volute eburnee. Un altro sorso, un sorriso compiaciuto da celare allo sguardo.
«Buono il tè. Buono quasi quanto te.» le riservò un sorriso complice, oltre il quale sentiva che la strega avrebbe potuto scorgere la riconoscenza che nutriva verso la considerazione poc'anzi diffusa nei suoi riguardi. Sentirsi capiti, ecco la chiave che aveva indotto Lucien, da adolescente, ad accostarsi a taluni insegnanti avallandoli di quella fiducia che non donava tanto facilmente.
Alla successiva richiesta, il mago si passò la mancina sul mento con aria assorta; i polpastrelli si scontrarono con la peluria nascente che li pizzicò. Erano così tante le creature magiche, ciascuna con le proprie peculiarità che le rendeva uniche ed affascinanti. Ripose la tazza fumante sulla scrivania, in modo da avere ambedue le mani libere di gesticolare. Poi cominciò.
«Peccato che l'articolo non sia ancora stato pubblicato sul Profeta, ma giusto pochi giorni fa una brillante studentessa è venuta a porgermi qualche domanda riguardo Tear, l'Augurey che dimora vicino alla capanna. Sono certo che avresti gradito tutte le informazioni che le ho snocciolato.» e che, a conti fatti, avrebbero già fatto metà del lavoro che si accingeva a fare. Divaricò leggermente le lunghe gambe piegate, senza tuttavia perdere la posa plastica contro la scala che accoglieva il suo peso.
«Mi piacerebbe cominciare con i Therstal, creature con cui ho una certa familiarità e di cui già mi prendo cura Pensò di partire con loro anche perché, nell'ottica di un'ipotetica lezione, un branco già dimorava nei territori di Hogwarts. «Il Thestral è una razza di cavallo alato come l'Abraxas, l'Etone e il Granio. Dall'aspetto quasi rettiliano, dispongono di occhi senza pupille, bianchi e lucenti, musi e colli da drago e corpi scheletrici neri come carbone; non hanno carne, dunque la loro pelle aderisce direttamente alle ossa ben visibili e dispongono di enormi ali coriacee simili a quelle di pipistrelli. Spesso descritti come spettrali o sinistri, i più sostengono che emanino un aspetto inquietante. Tuttavia, a parte le ali senza piume, l'anatomia di queste creature è quasi la stessa di un cavallo comune. Non godono di una buona reputazione, difatti sono conosciuti come presagi di sfortuna da molti maghi per il fatto di essere visibili solo a coloro che hanno assistito alla morte e a causa del loro aspetto cupo, scarno e spettrale.»
Il francese si irrigidì appena, non trovandosi minimamente concorde con la nomea attribuita a quelle creature. Forse Lucille lo avrebbe colto. «Come asserivo, l'abilità principale dei Thestral è la capacità di risultare invisibili, ad eccezione di coloro che hanno visto qualcuno morire e hanno pienamente accettato, compreso ed interiorizzato il concetto.» Non fece commenti di natura personale, si limitò ad esporre le proprie conoscenze come avrebbe fatto chiunque ne fosse stato interrogato. Con la mente, però, tornò al giorno in cui conobbe Amber allo zoo di Londra, proprio di fronte alla gabbia di quelle creature che entrambi stavano rimirando.
Con un rapido sfarfallio delle palpebre, riprese parola. «Un'altra abilità estremamente importante che li distingue, è la capacità di volare a velocità incredibili, forse più veloci perfino di una Firebolt, probabilmente a causa della loro struttura leggera. Tuttavia, le ali dei Thestral creano uno spazio sufficiente per essere cavalcati da due passeggeri. Il Ministero della Magia li considera creature pericolose, classificate come XXXX a causa del comportamento carnivoro e all'olfatto intensificato riguardo al sangue. Molti credono che tenteranno di attaccare ed uccidere a vista, ma non è vero. Il Ministero consente che vengano allevati e addomesticati, previa autorizzazione adeguata per una pratica comunque ancora fortemente sconsigliata.» Fece una pausa, le braccia ancora levate verso punti indistinti, per concedersi un altro sorso di Tè ed umettare la gola arsa dalle tante parole.
«I Thestral sono estremamente intelligenti, si dice siano in grado di ricordare le parole quando gli viene chiesto di viaggiare in luoghi specifici. Sono anche creature estremamente leali, che attaccheranno qualsiasi cosa vedano come una minaccia e, nei rari casi in cui vengono addomesticati, i nemici dei loro proprietari diventano anche loro nemici. Sono anche creature sociali che vivono in branchi aventi una gerarchia molto indulgente, che di solito garantisce che i cuccioli e le madri mangino per primi - i maschi non mangeranno finché gli altri si saranno saziati. I maschi dominanti esamineranno il territorio alla ricerca di opportunità di preda ed eventuali intrusi. Questa gerarchia serve a prevenire il caos ed i maschi combattono per stabilire il dominio su un branco. Le battaglie sono generalmente veloci ed innocue, con le dovute eccezioni mortali. I maschi si solleveranno sulle zampe posteriori e attaccheranno con gli zoccoli anteriori; anche le dimensioni delle ali giocano un ruolo significativo nella rivalità di dominio. Un maschio sconfitto non viene bandito dalla mandria, ma relegato nei ranghi inferiori della gerarchia. Un Thestral sano pesa circa 110 libbre perciò una carica può essere abbastanza mortale. Le madri sono incredibilmente protettive con la prole e sono note per essere le più aggressive, specialmente quando il piccolo è molto giovane. Avvicinarsi ad una madre Thestral o al cucciolo non adeguatamente addomesticati è incredibilmente pericoloso. A parte la lotta per la gerarchia, normalmente i branchi lavorano in modo cooperativo e sinergico per raggiungere comuni obiettivi, come la cattura di una preda. Il lavoro di squadra di queste creature è ammirevole e ne sono stato più volte testimone. I Thestral che vivono nella Foresta Proibita sono adeguatamente nutriti e ben addestrati, non attaccherebbero altre creature o studenti a meno che non venissero seriamente disturbati.» su questo era piuttosto certo ed ovviamente aveva fatto le dovute verifiche.
Prendersene cura aveva offerto a Lucien uno spaccato d'eccezione sul loro mondo e sulle loro abitudini, rendendole ai suoi occhi ancora più straordinarie.
«Vivono in una vasta varietà di biomi, i più comuni sono le fitte aree forestali perciò la nostra foresta rappresenta un habitat ideale. Crescono in ambienti bui e silenziosi dove è improbabile che vengano disturbati; anche in grotte, giungle e paludi. Un branco può rivendicare fino a 10 miglia di terra, a seconda delle dimensioni degli occupanti. È noto che i maschi combattano fino alla morte per proteggere il loro spazio ma, a causa della loro insospettabile natura docile, i combattimenti sono rari e in generale rispettano i confini l'uno dell'altro. Per natura, vi sono maggiori probabilità che fuggano dall'intrusione umana piuttosto che la combattano. La natura ritirata del Thestral rende difficile studiare adeguatamente i loro comportamenti, tuttavia tra i miei studi e l'aver trascorso diverso tempo con loro, ho avuto modo di intravederne i manierismi quotidiani: quando sono nervosi emettono uno squittio acuto e mantengono le distanze, scuotendo gli zoccoli. Questi sono segnali di avvertimento ed è meglio, in loro presenza, allontanarsi. Un attacco diventa imminente quando un Thestral inizia a fare gesti minacciosi come allargare le ali in modo intimidatorio o emettere versi penetranti - quando è rilassato e tranquillo emetterà un ronzio basso, mangerà apertamente e si sdraierà. Mostrano affetto strofinando il naso e condividendo il cibo. Il comportamento più affettuoso si osserva tra una madre e il suo cucciolo, sebbene anche i fratelli ed i compagni mostrino affetto reciproco.»
Una mezzaluna comparve sul volto del mago, mentre tornava con la mente ad alcuni episodi di cui si era fatto silenzioso osservatore quando si era recato a portar loro il nutrimento e le cure necessarie.
«Abili cacciatori, i Thestral hanno uno straordinario olfatto e che gli permette di captare facilmente l'odore del sangue e della carne fresca, anche se la fonte dell'odore fosse lontana. Godono inoltre di un forte senso dell'orientamento e capiscono esattamente dove devono andare i maghi che li cavalcano. A questi basterà enunciare la destinazione perché la creatura li ci porti, esattamente come fanno i gufi con le lettere. Per quanto concerne la loro alimentazione, sono prettamente carnivori. È noto che inseguino e divorino anche grandi uccelli, conigli, ratti, lucertole, pesci e cervi. Sono incredibili predatori, in grado di abbattere prede molto più grandi di loro, caricando e stordendo la preda e finendo il lavoro con le loro bocche a forma di becco. Un Thestral inseguirà la sua preda per chilometri prima di stancarsi e la sua incredibile velocità gli consentirà di eliminarla rapidamente. Ma sono anche spazzini, mangerebbero anche carcasse in decomposizione e questo gioca a favore delle cucine del castello e degli avanzi dei pasti. Anche se potrebbero nutrirsi di carne avariata per mantenersi, preferiscono cacciare e mangiare carne fresca. Sebbene la struttura dei becchi consenta loro di frantumare le ossa con facilità, i loro stomaci non sono in grado di digerire la materia ossea, questo è il motivo per cui è comune trovare resti ossei sparsi nei loro territori. Anche le rocce frantumate fanno parte della loro dieta; essa infatti aiuta a ridurre le reazioni acide nel loro stomaco e facilita la digestione delle prede in decomposizione.» deglutì, scuotendo appena il capo al pensiero di quella pratica che per fortuna non aveva avuto occasione di vedere con i propri occhi.
«Bene, ora mi piacerebbe passare ad una creatura della quale ho appreso l'esistenza al mio ultimo anno a Hogwarts. Mi affascinò talmente tanto che, non appena terminò la lezione di Cura delle Creature Magiche, ricordo che mi fiondai in biblioteca per documentarmi quanto più possibile.» Sulla scia dell'apertura cui si era lievemente sbilanciato poco prima, Lucien decise di rivelarle ancora qualcosa di personale, pur rientrando in limiti da lui stesso stabiliti.
Ricordava nitidamente quel giorno, la foga che lo aveva catapultato in biblioteca alla ricerca di qualsiasi tomo potesse offrigli informazioni aggiuntive a quelle assimilate a lezione.
«Si tratta del Basilisco.» una pausa ad effetto non voluta, il sapore del tema che aveva su Lucien era gustabile unicamente a lui. «È un serpente gigante, noto anche come Re dei Serpenti. La pelle del Basilisco, di un verde vivido, è corazzata come quella di un drago e lo protegge dagli incantesimi che gli vengono inferti - la cambia ad intervalli come tutti i serpenti - possiede grandi occhi gialli e può raggiungere i sei metri di lunghezza. Non se ne conosce l'habitat ideale, ma pare sia solito rifugiarsi in grotte e luoghi bui e umidi, dove può strisciare indisturbato e quando ciò accade metà del suo corpo si snoda sul terreno, come tutti i rettili, mentre la parte frontale rimane eretta. Ne sono stati avvistati alcuni esemplari in Africa, in Libia e in Egitto. Herpo il Fallo, un mago oscuro di origine greca in grado di parlare il Serpentese, fu il primo ad allevarne uno da un uovo di gallina covato da un rospo - un processo che, secondo le leggende, poteva impiegare fino a nove anni - ed a controllarlo. L'allevamento del Basilisco fu vietato in epoca medievale. Il Ministero della Magia ha affermato che tutti i pollai nel mondo magico sono soggetti ad ispezione del Dipartimento per la Regolazione e il Controllo delle Creature Magiche per contrastare l'allevamento dei Basilischi. Tuttavia, il divieto è abbastanza facile da eludere, rimuovendo l'uovo da sotto il rospo. Un limite più naturale ed efficace all'allevamento è il semplice fatto che queste creature sono controllabili solo dai Rettilofoni. Per questo motivo rimangono fortunatamente rari.»
Eppure tante volte Lucien si era domandato quanti Maghi Oscuri fossero riusciti ad allevare quelle creature mortali. Le avevano addestrate? Le avrebbero mai usate come armi?
«Guardare un Basilisco direttamente negli occhi ucciderà la vittima, ma il contatto indiretto la renderà semplicemente pietrificata; può uccidere anche attraverso le zanne che contengono un potente veleno il cui unico antidoto conosciuto è la lacrima di una Fenice. Il veleno è così potente da poter uccidere una persona in pochi minuti, rendendola sonnolenta ed offuscandone la vista prima che muoia. Ha un effetto molto duraturo, rimane potente fino a cinque anni o più dopo la morte della creatura; può anche danneggiare oggetti inanimati così a fondo da renderne impossibile il ripristino. Un modo per sopravvivere al suo sguardo mortale è vederlo attraverso un altro oggetto, come appunto lo specchio, che lo indurrebbe ad uccidersi da solo, un po' come Medusa, figura mitologica babbana. È il nemico mortale dei ragni - verosimilmente perché essendo sprovvisti di palpebre non potrebbero serrare gli occhi per non incrociare il suo sguardo - possono percepirne la presenza e rifuggirlo, così come questa creatura fugge solo quando ode il canto del gallo, che gli è fatale. Costituiscono un pericolo per lei anche una donnola, che dopo averla uccisa pare morirebbe a sua volta, o come dicevamo la vista del proprio riflesso in uno specchio. Il Basilisco ha una classificazione ministeriale XXXXX, il che significa che è un noto ammazzamaghi che non può essere addestrato e addomesticato a causa dei suoi immensi poteri. Poiché il Basilisco è un serpente, un Rettilofono potrebbe porlo sotto il suo controllo, ma l'effettiva resa dipende dalla relazione tra i due, dunque non tutti i Rettilofoni ne sarebbe in grado.»
Una pausa lo incupì appena, mentre setacciava tra i ricordi che riguardavano Safia e la sua presunta Rettilofonia; i tentativi fraterni di tenerla lontana da Silas per la paura di veder conformate le proprie paure. Nulla che ovviamente riguardasse la segretaria scolastica e di cui dovesse essere informata.
«Un Basilisco può vivere almeno novecento anni, sebbene vi sia prova che uno sia vissuto per circa mille. Questo si verifica sfruttando il Serpentese per indurre la creatura in un sonno profondo che le impedisce di invecchiare. I Basilischi si nutrono di animali vertebrati, non si sa di preciso quanti ne potrebbero mangiare contemporaneamente. Il maschio può essere distinto dalla femmina da un pennacchio scarlatto posto sulla testa a forma di corona, da qui l'appellativo di Re. Ad oggi pare non esistano pozioni ed incantesimi in grado di uccidere questa creatura e l'unica testimonianza storica in nostro possesso è la spada di Godric Grifondoro, uno dei quattro fondatori della scuola. In ultimo, mi preme evidenziare l'esistenza di una creatura similare nella genesi e nelle abilità nota con il nome di Coccatrice: dal corpo di viverna, la testa da gallo, una lunga e squamosa coda ed una lingua biforcuta. Durante il Torneo Tremaghi del 1792, una delle prove prevedeva la cattura di questa creatura, ma sfortunatamente essa si liberò e ferì alcuni campioni. L'incidente portò alla cancellazione del Torneo per diversi anni.» dopo quelli che erano parsi minuti interminabili, durante i quali il mago aveva spremuto la propria memoria ritrovando brandelli di ricordi nei più piccoli anfratti del Mind Place o Palazzo della Memoria, finalmente Lucien Cravenmoore tacque. La mascella contratta, il lungo corpo ben dritto non si muoveva se non per respirare.
Durante l'enunciazione non aveva distolto una sola volta lo sguardo dalla sua interlocutrice sebbene, talvolta, al suo volto avesse sovrapposto quello della sorella minore. A quel punto pendeva letteralmente dalle labbra di Lucille e a parte dimostrarle che in quanto a nozioni avrebbe potuto scrivere un libro sulle creature magiche ed il loro accudimento, pronto a sciorinare altre su qualsiasi altra creatura di femmineo interesse, si domandò quale potesse essere il fulcro della questione da lei citato.
Anche se, una parte di lui, credeva già di conoscere la risposta.
 
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view post Posted on 17/4/2021, 09:53
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Lucille conosceva bene l’ironia di Lucien.
Era sottile, alle volte affilata, che arrivava come una rapida stilettata al ventre.
Gli piaceva quell’umorismo e non poteva metterlo in dubbio; anche se la sua passione era quella di sbattere la realtà in faccia le persone, la simpatia trasversale del personaggio gli piaceva, chirurgica al punto giusto.

Assaporando il Tè buono quasi quanto lei, lo sentì parlare per buoni cinque minuti senza proferire parola.
Sapeva bene che in quella situazione non avrebbe avuto problemi, insomma, se era intelligente come immaginava era certa che si era preparato qualcosa prima di quell’incontro.
Alla fine di quelle parole, poggiando la tazza sul tavolino disse:

-E’ stata una bella scelta quella di parlare di una creatura dentro al castello e una fuori dal castello e sono contento di sapere che ti stai dilettando nello snocciolare nozioni anche agli studenti, questo crea tra te e loro una sorta di empatia che posso soltanto apprezzare. -

Alzandosi dal suo trono, per poi avvicinarsi a lui e poggiargli una mano sulla spalla, disse:

-Ora arriviamo al dunque.
Come ben sai, ci sono diverse categorie di creature magiche; tre per l’esattezza e tra queste vi rientrano gli Spiriti.

Prego, può accomodarsi!-


Con fare lento, un fantasma dall’aspetto Novecentesco, si sedette al posto di Lucille.
Aveva le fattezze di un uomo molto anziano, di una settantina di anni. Naso allungato, rughe su tutto il volto, aveva la peculiarità di avere un ciuffo argentato di capelli che gli si parava davanti agli occhi privi di vita e che provava ad allontare muovendo il capo all’indietro.

-Lui è Greg, per te, Mr. Rapple.
E’ stato un pilastro della scuola negli anni Ottanta e mio mentore in questo ruolo scolastico.
Devi sapere che prima di me, c’era lui a dirigere la Segreteria Scolastica e quello che so è tutto merito suo.
Ora ti spiego la casistica. Mr. Rapple ancora non è riuscito ad accettare completamente la sua morte e sono diversi anni che proviamo a supportarlo e a farlo procedere oltre.
Tu come Docente di Cura delle Creature Magiche come ti comporteresti? Legheresti la tua attività a quella di altre didattiche presenti nella scuola? Chiederesti supporto a qualche altro professionista?
Prima che tu risponda a questa domanda però, ti chiedo di farmi un’inquadratura generica su cosa sono i fantasmi e quali sono le loro principali caratteristiche. -


Sorridendo prima a Mr. Rapple e poi a Lucien, Lucille, si mise al lato sinistro della sua scrivania come a far da osservatrice.
Cosa sarebbe successo in quella situazione? Che stava per accadere in quel luogo?
D’improvviso la segreteria didattica era diventata centro di assistenza spettri.



 
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view post Posted on 18/4/2021, 14:27
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Lieto che la scelta calcolata non fosse passata inosservata, Lucien fu felice anche di intendere che le sue relazioni sociali con gli studenti stessero avendo un risvolto non solo per i diretti interessati, e per lui che le aveva accolte sempre molto volentieri, ma anche in quel frangente. Il tarlo del dubbio di aver potuto tralasciare qualche dettaglio nella sequela di informazioni dispensate in merito alle creature fu rapidamente spazzato via da quello che, a tutti gli effetti, costituì un colpo di scena che si assicurò l'assoluto interesse del mezzosangue.
Lucien amava le sfide. Mettersi o mettere alla prova, era una meccanica che lo stuzzicava tanto quanto altri tipi di fascinazioni. Il suo stupore si palesò in una rapida quanto tenue midriasi legata allo stupore che lo ghermì quando apprese cos'aveva architettato Lucille, insigne per le insidie che collocava abilmente nei suoi colloqui, come un'acromantula che tesseva con perizia una ragnatela dalla trama spinosa.
Sotto il suo sguardo sorpreso, un fantasma dal peculiare ciuffo argentato davanti agli occhi ed un aspetto riconducibile ad un'epoca passata, si palesò tra loro prendendo il posto lasciato libero dalla strega. Fu in quel momento che il tocco della mano di Lucille sulla sua spalla gli parve farsi inspiegabilmente pesante. Per stemperare la tensione, si trovò a pensare *Ehi, apriti con me. Dimmi, ti ha forse ucciso lei buttandoti giù dalle scale?* ma il suo volto rimase marmonico e teso.
Il francese ascoltò attentamente ogni parola di Lucille, prima di vederla prendere posto al lato sinistro della sua scrivania, in veste di osservatrice. Nel frattempo la sua mente prese a lavorare celermente, come se fosse stata inseguita da un pericolo e dovesse attivarsi il prima possibile per abbandonarlo.
«Buongiorno, Mr. Rapple.» salutò cordialmente lo spirito, osservandolo con attenzione. A prescindere da una necessaria educazione, colui che si era fatto mentore di una strega che stimava avrebbe goduto di ogni suo favore e tatto, nei limiti del suo scomodo carattere.
Parve esitare, come se attendesse un segno da parte dello spirito prima di poter enunciare le caratteristiche di una delle tre classificazioni ministeriali relative alle creature magiche. Infine, spostò le iridi oceaniche tirate in un cipiglio teso verso Lucille. Questa volta parlò con lentezza, come a voler lasciar modo al fantasma di assimilare ogni parola e, eventualmente, correggerlo.
«l fantasmi sono le impronte tridimensionali ed incorporee di una strega o un mago defunti che, dopo il trapasso, continuano ad esistere nel mondo mortale. Tale scelta è preclusa ai Babbani che non possono avvalersene e di norma non è una scelta contemplata nemmeno da chi appartiene al mondo magico. Essa si basa su questioni in sospeso, sotto forma di paura, senso di colpa, rimpianti o attaccamento al mondo materiale, che li inducono a rifiutare di passare alla dimensione successiva.» Una breve pausa accolse l'impronta di un cauto sguardo verso l'occupante della scrivania.
«La scelta di un pallido simulacro della vita mortale limita i fantasmi, impossibilitati a trarre un qualunque piacere o dolore fisico ed obbligandoli a rimanere, in termini di conoscenze, emozioni e prospettive, al livello dell'esistenza mortale. In tal senso anche i vecchi risentimenti continuano ad ardere nelle pieghe del tempo.» Il ricordo del famoso Sir Nicholas (o Nick-Quasi-Senza-Testa) che vagava per il castello rancoroso per il collo non completamente reciso dal corpo e schernito dagli altri fantasmi per questo, si fece largo con forza nei suoi pensieri. «Per questo i fantasmi non sempre sono una buona compagnia. Non hanno inoltre la possibilità di fornire una risposta esaustiva ad una domanda che viene loro spesso posta, ossia cosa significhi morire, poiché hanno scelto una versione impoverita della vita.» L'ennesima occhiata rivolta a Mr. Rapple, nella speranza che le sue soppesate parole, caute quanto in mago che si inoltrava in uno scenario ignoto, non avessero urtarto la sua sensibilità.
«Possono passare attraverso gli oggetti solidi senza causargli danni o avvertire dolore, tuttavia il loro possaggio può causare disturbi ad elementi come l'acqua, l'aria o il fuoco. La temperatura accusa un rapido declivio quando vi è la presenza di un fantasma in un dato luogo, effetto incrementato da un maggior numero di fantasmi nello stesso spazio. Se un fantasma, o una parte di esso, passa attraverso una creatura vivente, quest'ultima proverà una sensazione di congelamento, come se fosse stata immersa nell'acqua ghiacciata.» una sensazione che molti residenti del castello avevano provato sulla loro pelle.
«I Babbani nutrono un certo fascino nei loro confronti, sebbene li temano e siano impossibilitati a vederli nitidamente e quelli che chiamano Fenomeni paranormali, susciterebbero una maggiore sensibilità su maghi e streghe piuttosto che su di loro. Fu Grogan Stump, ex Ministro della Magia, ad approvare un'importante legislazione, la Divisione Spiriti, a causa delle proteste dei Fantasmi che rifiutavano la classificazione di "esseri" essendo, più correttamente, "ex-esseri".» Taluni erano molto suscettibili, come dimostrato dal fantasma di Mirtilla Malcontenta, ex Corvonero, che aveva imbastito scenate epiche le volte che da studente Lucien si era imboscato nel suo bagno delle ragazze al secondo piano per qualche affare personale. Abituata a rinfacciare la sua morte a chiunque le capitasse sotto tiro, non aveva ben accolto il disinteresse nei suoi riguardi.
La concentrazione del mago virò sul fantasma, non potendo fare a meno di pensare a come, questa volta, fossero stati sia lui che Lucilla a spogliarsi di qualche piccola informazione di natura personale. Studiò il vestiario antico che ormai non avrebbe più potuto scaldare la silhouette incorporea, gli occhi vitrei che un tempo dovevano esser stati tinti di chissà quale cromia.
«Per rispondere alla tua prima domanda, Lucille, certamente. Avevo già qualche idea a riguardo, quando tempo fa ho conosciuto la docente di Erbologia, Mìreen Fiachran, che molto gentilmente mi ha invitato a visionare le serre ed una sua lezione. La materia che vorrei insegnare si presterebbe per lezioni collegate ad altre materie, combinando le conoscenze mie e dei docenti già all'attivo. Un altro esempio potrebbe essere una lezione di Ornitomanzia con il docente di Divinazione.» L'Ornitomanzia, l'antica pratica di leggere auspici nel comportamento degli uccelli, l'Osteomanzia con le ossa, l'Aruspicina con le viscere, insomma, Lucien era certo che il docente avrebbe trovato validissimi spunti per una collaborazione a beneficio degli studenti.
«Comunque parlando del caso specifico di Mr. Rapple, in qualità di docente ovviamente desidererei e dovrei prendermi cura di qualsiasi creatura lo necessitasse, e come abbiamo detto, per creature magiche intendiamo sia esseri, che bestie, che spiriti fece una piccola pausa, ricollocando la spina dorsale con un movimento quasi impercettibile sulla "scala". «Perciò mi attiverei in prima persona per aiutarlo. Per prima cosa vorrei avere un primo approccio con lui, ma temo dovrei chiederti di lasciarci soli per una semplice ragione.» che magari il fantasma non avrebbe nemmeno ammesso, per timore della reazione della sua pupilla. «Come dicevo, tra le questioni in sospeso che impediscono al fantasma di passare oltre, vi possono essere problematiche delle quali si sente direttamente responsabile e delle quali si vergogna. Se in tanti anni né te né chi ti ha affiancata siete riusciti a farlo passare nella dimensione successiva, potrebbe essere dipeso dal fatto che egli non desideri giungere al nocciolo della questione. Ma, si sa, spesso con gli sconosciuti è più facile aprirsi e confidare segreti di cui ci si vergogna, contrariamente a doverlo fare con chi si ha un rapporto di fiducia e stima che potrebbe temere di incrinare, aprendosi.»
Lucien calibrò ogni singola parola ed il tono con cui le proferì, cercando di mostrarsi umile e pacato poiché non del tutto certo che l'ipotesi paventata di far uscire l'esaminatrice dalla stanza non potesse mandarla in escandescenze. «Qualora non dovessi riuscire a smuovere la situazione in questo modo, troverei utile chiedere la gentile disponibilità e supporto di un, spero, collega, il Professor Drake con l'intento di trovare altri modi per far passare oltre Mr. Rapple, come la Cristallomanzia o qualsiasi pratica potrebbe essere utile alla causa. Se anche così non si riuscisse, contattarei la Divisione Bestie, Esseri e Spiriti dell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche del Ministero della Magia.» disse per lasciarle intendere che non si sarebbe sottratto a qualsiasi aiuto competente, tra cui quello di uno Spettrologo, pur di raggiungere lo scopo.
Nel mentre cercò di cogliere in Mr. Rapple qualche segnale che potesse rinnegare o avvalere la sua tesi sulle sue questioni in sospeso, prima di aggiungere «Tra l'altro, c'è un libro della Casa Editrice Agrippa che ho in mente di tempo di acquistare intitolato Spiriti e Spettri del Mondo Magico di Viktor Haunt che potrebbe aiutarmi ad incrementare le mie conoscenze di questa specifica branchia.» la informò, anche per lasciarle intendere che non solo non aveva l'arroganza di pensare di poter sicuramente riuscire laddove lei e chi l'aveva supportata non erano riusciti in anni di tentativi, ma che si considerava un contenitore sempre pronto ad inglobare nuovo prezioso Sapere.
 
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view post Posted on 26/7/2021, 21:16
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Il Fato

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Osservando l’uomo con aria soddisfatta, Lucille, presa da un impeto di gioia, si avvicinò a Greg per dirgli a bassa voce:

-Te lo avevo detto che ci sapeva fare. Forse questa è la volta buona che te ne vai via da questa segreteria e mi fai lavorare decentemente.-

Se avesse potuto, avrebbe rifilato una gomitata al fantasma ma, dato che quella sua intangibilità portava troppi problemi, si limitò ad annuire per poi osservare nuovamente il Guardiacaccia.

-Sei sicuramente ferrato nella materia, non trovo alcun motivo per cui non sia possibile farti provare. Magari se poi fallisci troviamo un modo divertente per prenderti in giro. -

Una risatina acuta, quanto mai ostile, fuoriuscì dalla sua bocca per poi penetrare le scale presenti nel luogo.
Era felice che quel suo essere sadica potesse fuoriuscire in qualche modo, indubbiamente la spronava a fare di più.
Spostandosi verso l’uscita, alzò la mano, facendo un semplice gesto.

- Hai cinque minuti di tempo, sfruttali bene. La soluzione dei cristalli non mi piace, meglio quella del dialogo pieno di pathos.-

Chiudendo la porta dietro di sé, Lucille si avviò altrove.
I tacchi risuonarono lungo il corridoio pronti a svoltare verso nuove mete o meglio, vittime.

- Cosa devo fare?-

Domandò con tono tra lo spiazzato e il tonto il fantasma.
Non sembrava essere stato questo gran mentore per Lucille, anzi, sembrava caratterialmente essere tutto l’opposto della donna.
Possibile? Questo bisognava scoprirlo.


 
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view post Posted on 28/7/2021, 13:20
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“A person often meets his destiny
on the road he took to avoid it.”

25 anni
guardiacaccia
francese

colloquio
Lucien non ebbe modo di udire ciò che Lucille bisbigliò allo spirito, ma ebbe la possibilità di studiarne il linguaggio del corpo e, intimamente, esultò. Magari la strega si stava facendo beffe di lui oppure stava architettando qualcosa di diabolico a sue spese, ma qualunque cosa fosse non era il cipiglio irato che aveva temuto proponendole di lasciarli soli senza poter controllare la situazione con i suoi occhi cobalto. E poi, come uno spicchio di cielo limpido tra nubi nere che avevano tinteggiato una tempesta, ecco sopraggiungere le parole tanto attese.
Eccitato dalla prospettiva, Lucien cercò accuratamente di celarglielo alla vista. Colse piuttosto l'opportunità per rimbalzare la stilettata - così, giusto per non perdere le buone abitudini.
«Mr. Rapple potrebbe schernirmi per l'eternità. Vedremo se riuscirò a evitare che lo faccia in tua compagnia.» disse arricciando le labbra. Era certo che se solo gliene avesse dato l'opportunità, Lucille sarebbe stata in grado di renderlo lo zimbello della scuola. Nella speranza di evitare la sciagura, il francese sì appuntò di provare a privarla di un primo buon alleato.
La risata che accompagnò l'uscita di scena della segretaria gli prese a picconate il cranio, minando la concentrazione. Cercò di rilassarsi con la visione divertente della segretaria scolastica che andava a cercare un vaso per i fiori che le aveva regalato; ma non fu sufficiente.
Cinque minuti.
Quante speranze aveva di ottenere qualche risultato in così poco tempo, laddove per "diversi anni" un nutrito numero di candidati avevano fallito?
Si stropicciò la parte inferiore del viso mentre con la mente percorreva infinite strade a senso unico. La voce dello spirito spezzò il flusso dei suoi pensieri e con uno sfarfallio delle ciglia brune riportò il guardiacaccia nell'ufficio.
*... mettersi seduto?* Che risposta sciocca, pensò. *Ci sei o ci fai?* Difficile inquadrarlo.
Gli risultava difficile collegare quei modi al mentore di una strega come Lucille Darmont. D'altro canto non vedeva che motivo avrebbe avuto di mentirgli né dello spirito di assecondarla, a meno che non fosse suscettibile alla richieste della donna per particolari ragioni. Che fosse cambiato, rispetto a com'era quando le faceva da guida? Cambiato poco prima della sua morte o dopo, in relazione ad essa?
Ne sapeva troppo poco per poter azzardare supposizioni meno ridicole di quelle che si stava già facendo.
Si concesse un ultimo sorso di Tè e sistemò la tazza in un punto libero della scrivania dopodiché cercò una postura comoda e tranquilla. Niente braccia conserte, niente cipiglio severo, avrebbe dovuto mostrarsi agli occhi senza vita di Greg come una figura amichevole ma determinata.
Fece un profondo respiro, la fronte corrucciata, il tentennamento dietro l'angolo.
«Mi piacerebbe chiederle se c'è qualcosa che non è riuscito a confidare alla nostra amica comune e a chi ha cercato di supportarla. Qualcosa che non può riferire o che magari si vergogna a rivelare. Le garantirei che non uscirebbe dalle mie labbra una volta che Lucille avrà fatto ritorno, ma lei potrebbe giustamente temere che la sua pupilla stia origliando avvalendosi di Orecchie Oblunghe o che le Scale, poi, le spiffererebbero quanto mi avrebbe rivelato.» Un sorriso amichevole cercò di stemperare la tensione; il tempo incalzava e Lucien non poteva permettersi di sprecare un secondo.
«Ci sono un milione di motivi per cui anch'io, al suo posto, eviterei di confidarmi e solo uno che potrebbe convincermi: sapere che dall'altra parte c'è qualcuno che, esterno, desidera solo aiutarmi.» Osservò ciò che restava di un mago trattenutosi troppo a lungo dove ormai non faceva più parte. Il fato lo aveva strappato al mondo dei vivi tanto tempo addietro e avrebbe dovuto affrontare il percorso che gli si apriva dinanzi. «Farsi aiutare non ci rende peggiori o migliori e le nostre azioni passate non potranno essere cancellate, né celate per sempre. Le chiedo, Mr. Rapple: posso fare qualcosa per aiutarla ad accettare la sua morte? O se non posso farlo io, qualcun altro come Lucille? Trovando assieme un modo affinché questa persona possa aiutarla senza necessariamente conoscere tutto, ma solo ciò di cui si riterrà opportuno metterla al corrente affinché riesca ad aiutarla?» Lo sguardo del mago si specchiò in quello senza vita ed incolore del mentore di Lucille. Se doveva improvvisarsi gerente del neo centro di assistenza spettri doveva pur iniziare da qualcosa e un caso come quello sottoposto era tanto intrigante quanto complesso.
 
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view post Posted on 7/9/2021, 07:49
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Il Fato

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il-castello-di-hatty-potter-dove-si-trova

Il fantasma osservò il guardiacaccia.
Nei suoi occhi non trapelava alcuna forma di emozione o sentimento, un'elettrocardiogramma piatto.
Certo c'era da dire che seppur i suoi occhi non rispondessero ad alcuna affermazione, le labbra davano chiaro il concetto che lui patisse qualcosa.
Lunghe rughe solcavano il volto dello spettro, per avviarsi lentamente verso quelle due evidenze che erano rimaste di un colore tendente al violaceo.


-Io non...io non... -

Emise alla fine del discorso del giovane, mentre un tremolio costante si faceva evidente sulla parte inferiore del volto.
Si vedeva chiaramente che qualche punto nella conversazione era stato toccato, colpito nel suo vivido, ma quale era? Dopotutto il discorso di Lucien era stato estremamente generico.
Mentre sembrava riprendersi da quello stato confusionale, Greg, abbassò la testa per poi dire con fare rassegnato:


...Posso. L'ho promesso.-

Se fosse stata tra di loro Lucille sarebbe rimasta sorpresa da quella affermazione. Di cosa si stava parlando? Cosa aveva promesso? Come poteva il francese insinuarsi nei meandri di quella conversazione dai contorni decisamente personali?
Lucien ora si trovava ad affrontare una problematica piuttosto delicata. Ogni affermazione avrebbe potuto avere i suoi riscontri, positivi o negativi, e stava lui toccare le note giuste.


 
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20 replies since 6/3/2021, 12:05   695 views
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