Quel che resta del prosciutto, Privata. Casey.

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view post Posted on 27/4/2021, 20:10
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
28 y.o. | Dark Wizards catcher | Irishman | old Gryffindor Adept

L
a sbronza della sera prima era stata all’insegna della devastazione più totale, il suo stesso sangue era diventato un mix esplosivo di Gin Lemon, Mai Tai e Capiroska, tant’è che poco prima di gettarsi tra le braccia della cameriera con la quale aveva flirtato tutto il tempo e una scatenata dozzina di Tequila boom boom, Weiss aveva giurato di aver sentito il proprio fegato urlare: “Fermatiiii!!! Baaaasta!!! Per piacereeee!!!!”. Eppure, nonostante si fosse rivelato sordo durante i momenti di bisboccia, oltre a non ricordare granché bene cosa fosse successo di preciso, non poteva di certo fare le orecchie da mercante o fingere che non fosse successo niente nel momento in cui riaprì gli occhi e si ritrovò riverso a terra con le gambe ancora sopra ad un letto straniero, mezzo svestito e con un male terribile alla testa e ad un occhio.
Inizialmente annaspò l’aria nel tentativo di capirci qualcosa, poi si tastò l’occhio e soffocò un gemito quando se lo sentì gonfio e pulsante; in effetti era anche per quello che non riusciva a vederci bene, oltre alle intense stilettate che avvertiva nel proprio cranio, il quale era senz’altro il più debilitato dopo quella Notte da Leoni. Fu addirittura arduo rimettersi quantomeno a sedere e provare, in un qualche modo, ad orientarsi in quel posto sconosciuto, oltre al cercare di ricordare qualcosa della sera prima. La vista individuò il profilo sfocato di una figura femminile intenta a dormire di traverso sul materasso, la massa di capelli scuri scompigliata e che le copriva parzialmente il viso: a quel punto Aiden non poté fare altro che trarre un profondo sospiro e lasciarsi andare nuovamente a terra, mentre iniziò a ridacchiare come uno scemo e senza un’apparente motivo. Forse era meglio non ricordare, ma dimenticare, senza domandarsi a chi o a cosa era dovuto l’occhio nero, se fosse stata l’opera di un altro uomo geloso - un ex o un presunto fidanzato - o addirittura della ragazza stessa.
Impiegò una mezz’ora buona per uscire di lì senza fare rumore e senza crollare al suolo come un sacco di patate, lasciando tuttavia un breve biglietto di scuse per essersene andato via senza salutarla, ma forse era meglio così, per entrambi.
Riuscì a tornare alla Tana della Volpe con l’aiuto di sua sorella, una volta resosi conto di trovarsi ancora a Londra e ripristinato un briciolo di orientamento affinché potesse raggiungere l’appartamento di Lena. Ovviamente non venne a mancare una pacata ramanzina, resa più dolce del previsto soltanto perché la Strega si era accorta dell’emicrania del fratello, per poi confinare Aiden a letto a riposare finché non si fosse ripreso a dovere. Tuttavia il riposo durò poche ore, che l’Auror si svegliò con lo stomaco che stava brontolando dalla fame e la voglia di cucinare era rasente lo zero.

Una ventina di minuti dopo…

Si era dato una bella sistemata a colpi di bacchetta, anche se il gonfiore dell’ematoma era ancora presente, ma non violaceo come prima. Questo la fece capire lunga su quanto poco si fosse ripreso e di come la propria mente fosse ancora piuttosto provata, ma tant’è che almeno era riuscito a sistemarsi un minimo.
Diede un’ultima lisciata alla barba che aveva lasciato crescere di diversi centimetri e indossò un paio di occhiali da sole, prima di dirigersi a passo svelto verso il villaggio di Hogsmeade.
«Mamma mia, non ci vedo più dalla fame! Ho proprio voglia di...» esclamò tra una falcata e l’altra, per poi zittirsi improvvisamente per cercare di tradurre i brontolii del proprio stomaco. «Prosciutto! Sì! Voglio un mastodontico panino al prosciutto!»
Più ci pensava e più aveva la sensazione di avere già il sapore salato di quel bel pezzo di maiale sulle papille gustative, al punto tale che prese a sbavare come un San Bernardo assatanato e ad accentuare un principio di corsa verso i Tre Manici di Scopa. Era certo che Madama Rosmerta non lo avrebbe deluso, né lo avrebbe lasciato a pancia vuota, anche perché era un cliente ormai abituale del suo pub.
Arrivò in prossimità della porta d’ingresso, quando...

Il grande ritorno del Prosciuttino.



Consapevole di aver appena usato un rosa porcellino che a sua volta è un pugno in occhio, chiederei gentilmente che mi venga colorato il titolo dello stesso colore #f59196, please. XP
Il titolo è stato gentilmente offerto da Jolella, la quale mi ha dato modo di scegliere tra una lista di libri a caso, tra i quali - appunto - Quel che resta del giorno.
 
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view post Posted on 18/5/2021, 11:11
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«Adesso voglio questo panino, Aiden. Però prima diamogli una passata sulla fiamma.»«...la volta scorsa c'erano Will, Nadia, Titty, Dory, Elias, Jonathan...»
Goccioline di sudore scendevano impietose lungo le tempie di Les. Faticava a respirare e di tanto in tanto si tirava il colletto della camicia. Casey lo guardava divertita. Non temeva di vederlo stramazzare al suolo in preda a un soffocamento o a un mancamento, anche se il ragazzo avrebbe consegnato la colpa del suo malessere al caldo afoso della giornata.
«...Ethan, Owen, Elizabeth, Sandra, Leo, Mandy...»
Di fronte a loro una tipa del quinto anno, Jennifer, si sforzava di contare sulle sue dieci dita l'intera lista di un festino, con scarsi risultati. Casey era l'unica a notare che la ragazza stava compiendo uno sforzo mentale enorme nel tentare di racchiudere tutta la sua vita sociale entro un numero. Les, piuttosto, era preoccupato di mantenere lo sguardo dritto, e di non lasciarlo cadere sull'esplosione in divenire sul petto di lei. Jennifer, infatti, oltre ad essere una stangona bionda dalle labbra carnose, era curva come un circuito di go-kart.
«...no, aspetta, erano Wally e Willy, poi Rebecca, Vince, Jamie...»
Ciò che ancora non era chiaro a Casey era se Jennifer fosse realmente consapevole o no della propria prosperità. Ogni cinque dita (e otto nomi, ogni tanto una sinapsi faceva cilecca) si muoveva di mezzo passo verso di loro, e loro puntualmente si allontanavano, uno per paura di venir meno al suo autocontrollo, l'altra perché, nonostante certe rogne, era impegnata.
«...Corinne, Wanda, Stuart, Madison, Claire...»
Les aveva una cotta plateale per Jennifer, o almeno lei era la sua fissa del momento. Casey se l'era trascinato ad Hogsmeade quel pomeriggio perché sapeva che i Grifondoro del quinto, fra cui la ragazza affetta da discalculia, si sarebbero riuniti ai Tre Manici.
«...Tom, Winnie, Wendy, Greg, Brian, Jen, Jon, Jona, Julie...»
Les non era riuscito a spiccicare una parola sin dal momento in cui l'avevano beccata nella piazzetta adiacente al locale. Perciò Casey si era presa il fardello di avviare e gestire un dialogo con la suddetta per dar tempo al suo amico di sciogliersi.
«...Bob, Andy, Nora e Curtney!»
«Diamine, li conosci proprio tutti!» Commentò Casey grattandosi il naso.
«Oh, magari! Ieri sera c'era uno strano tipo al festino. Mai visto prima. Un rosso con la barba. Sembrava molto più grande e non ho idea di come sia riuscito ad entrare. È stato davvero imbarazzante.»
«Ah sì, me ne hanno parlato a colazione. Fuori come un balcone. Spero che non sia ancora a piede libero.» Si accese una sigaretta e Jennifer contrasse le labbra in un sorriso malizioso.
«Non ne ho idea, a un certo punto è scomparso. E meno male, mi lanciava certe occhiate… volevo strapparmi la pelle di dosso.»
La bionda si strinse fra le braccia e i bolidi sembrarono pronti a schizzare via dalla camicia. Les, ancora muto, sobbalzò come una statua vittima di un Gargollo.
«Comunque, perché non venite con noi adesso? Pensavamo di fare un giretto alla Stamberga e di fargliela fare sotto a Chris.»
«Sembra figo» rispose Casey mascherando con un sorriso la scarsa voglia di continuare a stare lì a cianciare. «Be', Les sarebbe felicissimo di venire con voi. Io purtroppo devo vedere un'amica.»
«Che peccato.» Fece l'altra avvicinandosi. Un dito sfondò il perimetro dello spazio vitale del Prefetto e le diede un colpetto sul naso. «Mi piace molto il tuo septum, e sono sicura che piacerebbe tanto ai miei amici.»
Rimasta per qualche secondo con la sigaretta appesa alle labbra e lo sguardo sconvolto di Les addosso, alzò le sopracciglia e spalancò gli occhi per annuire e dire: «Grazie!» Allora si voltò verso l'amico. «Ehm... ci vediamo più tardi ai Tre Manici con la combriccola, quindi.» Sussurrando aggiunse: «fatti valere, coniglio.»
Salutati i due e voltatasi non riuscì più a controllare l'impulso di strofinarsi il naso con la manica della camicia. Pizzicava già terribilmente di suo dopo lo sferruzzamento di aghi di qualche giorno addietro, ma quel boop le fece venire i brividi oltre all'impressione che Les non avrebbe avuto tanta fortuna con Jennifer. Arrossì e si diresse verso il pub.
Fu sulla soglia quando la massa di peli rossi che era Weiss scintillò al sole sotto i suoi occhi.
«Heilà, Prosciutto! Hai una cera di merda.»
Non che fosse molto contenta di dover nuovamente spremere il cervello per continuare a chiacchierare con qualcuno, ma di Prosciuttino non sapeva qualcosa ormai da molto tempo. Lo vedeva spesso di sfuggita ai balli scolastici e si riprometteva sempre di andare a disturbarlo, ma puntualmente accadeva qualcosa, come un'improvvisa rissa oro-argento, e le promesse fatte andavano a quel paese.
«Stai entrando?»

 
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view post Posted on 3/8/2021, 20:28
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Aiden Weiss
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T
entò di metterla a fuoco, ma il suo campo visivo era ridotto ad uno schifo nonostante la presenza degli occhiali che lo riparavano dall’intensa luce solare; gli occhi blu dell’uomo erano ancora troppo sensibili, stanchi, e uno doleva talmente tanto che dovette serrarli, al punto tale da sembrare una sottospecie di asiatico mezzo strabico. Ad ogni modo fu la voce della giovane figura sfocate, e a pochi passi da lui, a rendere tutto più semplice: Casey Bell, la Sgonfia-Natiche per eccellenza, era l’unica che avrebbe potuto chiamarlo con quell’appellativo dopo quanto era successo alla festa di Zonko.
La battuta con la quale lo accolse, suscitò in Aiden un gesto meccanico quanto mai rapido, in cui si accinse a controllare che gli occhiali da sole fossero ancora al loro posto e che non fossero scivolati lungo il naso, tanto da rivelare la presenza del livido attorno all’occhio sinistro. «Ohhh, sciao Caisciiii...» biascicò, sentendosi improvvisamente la lingua troppo impastata; e, prima di ritentare quel saluto che gli era uscito da schifo, tentò più e più volte di inumidirla con la propria saliva, per poi concludere con uno schiarimento della voce. «Volevo dire: Ciao Casey! Scusami, è stata una nottataccia.» aggiunse, passandosi una mano tra i capelli ed emettendo un flebile sospiro. Che altro avrebbe potuto dirle, in fondo, se non una cosa così vaga? Dopotutto non si conoscevano così bene da potersi permettere certi livelli di conversazione, e nemmeno sarebbe stato carino parlare con una studentessa delle sue mirabolanti avventure serali. No - si disse - andava bene così, era ancora abbastanza sano di mente da riconoscere un limite a tutto.
«Comunque sì, sto entrando per pranzare. Vuoi unirti a me?»
E mentre attese una risposta da parte della Grifondoro, la mano del fulvo corse istintivamente alla ricerca della maniglia, accarezzando più e più volte il vuoto prima di poterci riuscire; la colpa era da imputare, purtroppo, alla vista che aveva preso a sfarfallare per qualche secondo. Se solo fosse stato meno orgoglioso avrebbe ammesso a se stesso che stava male, che non sarebbe stato il caso alzarsi dal letto e camminare fino ad Hogsmeade con ancora dei rimasugli della sbronza, ma purtroppo era un testone di prima categoria e ora pagava pegno facendo una pessima impressione con Casey.
Ciò non di meno, lui entrò come se nulla fosse…

Condusse la giovane Bell in un tavolo che fosse fuori dalla portata delle finestre e quindi dalla luce intensa, puntando invece ad uno più nella penombra e isolato dal vociare dei presenti nel locale. Sarebbe stato meglio tenersi alla larga dai rumori troppo forti, non voleva rischiare di far tornare l’emicrania da un momento all’altro o non sarebbe stato facile tornare a casa.
Cercò di non dare alcun segno di malessere - o per lo meno ci provò! - quando si sedette di botto sulla sedia di legno robusto, le labbra appena incurvate in un flebile sorriso, mentre prese a cercare la scatolina con le sigarette nelle tasche dei jeans. «Allora, Sgonfia-Natiche, cosa posso offrirti? Io ho una fame che potrei mangiarmi...» *Rosmerta!* «il pub intero!» concluse, portandosi la sigaretta alle labbra e facendo scattare il clipper con i panda affinché potesse accenderla.

Il grande ritorno del Prosciuttino.



Perdonami l'immenso ritardo. Offro io per farmi perdonare.
Se non ci sono obbiezioni, Aiden è pronto ad ordinare!

 
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view post Posted on 28/8/2021, 13:46
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«Adesso voglio questo panino, Aiden. Però prima diamogli una passata sulla fiamma.»Vi erano solo due possibilità di fronte a un continuo sfarfallio di palpebre, a frasi biascicate e a movimenti scomposti come quelli che ora Weiss faceva nel tentativo di aprire la porta dei Tre Manici: o aveva passato la notte in bianco o era in post-sbornia; o entrambi.
«Hai fatto serata o un mago oscuro ti ha fatto correre per Londra per tutta la notte?» Ridacchiò mentre varcava la soglia del pub. «Certo, mi fa piacere pranzare insieme. A parte che non ho voglia di farmela a piedi fino ad Hogwarts per mangiare.»
Poco le importava in realtà se un uomo della sua età faceva bisboccia o no. Libero da qualsiasi vincolo, ne possedeva il pieno diritto. Anche se l'alito puzzava un po' di alcol e faceva ridere quando parlava, Casey non lo avrebbe biasimato: più dei tre quarti della popolazione studentesca di Hogwarts delle classi superiore la sera prima s'era data alla pazza gioia a un festino poco lontano, e lei non ci era andata solo perché non ne aveva avuto voglia.
«Be', stai bene? Come va in generale?»
Si sedette al tavolo con lui e sorrise compiaciuta quando lui prese dalla tasca le sigarette per accendersene una. Fece altrettanto, prendendo quelle aromatizzate all'asfodelo comprate da Zonko. Ne sfilò una dal pacchetto e se la mise in bocca. Prima di chiedergli di passarle l'accendino con i panda la indicò.
«Se sento una sola parola sul fatto che sono troppo piccola per fumare vado a pranzare dall'altra parte del locale.» Asserì scherzosamente, anche se la richiesta di non svangare i boccini a proposito derivava da esperienze pregresse con altri "adulti".
«Comunque se vuoi offrire tu è ok. Lo sanno tutti che sono spilorcia.»
Nella penombra di quel tavolo e fra le spire di fumo risucchiate dalla magia, le fu un po' difficile leggere il menù. «Mi consigli di prendere la pita o rischio di puzzare di aglio fino a domani?» Contando che era anche un po' miope e che non amava mettere gli occhiali al di fuori della classe, le lettere sulla carta erano come macchioline dalle forme indefinite. Ci mise un po' a scegliere, ma alla fine riuscì a cavare il ragno dal buco. «Mi sa che ci tento.»

 
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view post Posted on 11/11/2021, 16:53
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1329 Prescott Street, San Francisco (California)

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PHOEBE HALLIWELL - PREFETTO CORVONERO - 17 ANNI - III ANNOphoebe-halliwellNuovo turno al Tre Manici di Scopa. All'interno del noto locale di proprietà di Madama Rosmerta, sembrava filare tutto liscio. La Halliwell aveva cominciato il suo turno da circa una quindicina di minuti, quando si ritrovò a servire il terzo tavolo. Si trattava di un gruppo di quattro persone alle quali, come da richiesta, aveva portato un paio di Birre Babbane e due boccali piccoli di Whisky Incendiario. Posizionò il vassoio sul tavolo e dispose ciascuna ordinazione di fronte alla persona che l'aveva richiesta. Dopodiché si allontanò portandosi via il vassoio per poi tornare poco dopo con la seconda parte dell'ordinazione: due piadine (prosciutto e formaggio), un fish&chips e un hamburger con a parte una porzione di patatine. Appoggiò il vassoio sul tavolo e dispose di fronte a ciascuna di quelle persone il piatto da loro richiesto. E in questo modo terminò di servire quel tavolo.Mentre si spostava per mettere da parte il vassoio, notò la presenza di una persona che conosceva. La chioma rossa non le era passata inosservata. Aiden. Era seduto ad un tavolo, in compagnia di qualcuno, ma Phoebe da dove si trovava non riusciva bene a capire di chi si trattasse. Poi, pronta ad accogliere le ordinazioni, fece per avvicinarsi. Non potè fare a meno di sentire alcune parti della conversazione mentre accorciava le distanze. Inarcò un sopracciglio. *Sgonfia-natiche?* Si scoprì a pensare divertita. Aiden, cia- Salutò l'uomo dai capelli rossi per poi accorgersi che la persona che era al tavolo con lui non era altri che... Casey Bell. Oh, ciao Casey. Sapete già cosa ordinare? Domandò rivolgendo lo sguardo ad entrambi. Da una parte si limitava ad aspettare che i due rendessero note le loro richieste, dall'altra sentiva il bisogno di saziare la sua curiosità. Sgonfia-natiche? Perché Aiden aveva usato quel nomignolo nei confronti di Casey? Si morse il labbro inferiore: sarebbe stato poco professionale domandare loro, lì, in quell'occasione, la ragione di questo.
Quel che resta del prosciutto



Grazie per aver scelto il Tre Manici di Scopa!
Perdonate l'attesa! Fate pure le vostre ordinazioni.
 
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