| Le sembra che le interiora si avviluppino su loro stesse, mentre la verità piano piano risale in superficie; ha peccato di superbia, ora se ne rende conto, nel pensare che Mike potesse non aver colto il nocciolo dell’intera questione. Dando la colpa alla Profezia, al suo coinvolgimento con l’Esercito o più semplicemente appassionandosi alla missione del Comitato cercava giustificazioni per un comportamento che ha radici ben più profonde e gravi. Non ha mai creduto che Mike possa stare al suo passo, condividere i suoi ideali fino in fondo e rischiare con lei quella vita preziosa che - almeno nella teoria - deve essere vissuta perseguendo uno scopo. Lo scruta in silenzio, ripercorrendo con lo sguardo i tratti di quel volto che ha imparato a conoscere così bene e che ha visto cambiare nel corso del tempo trascorso insieme. Si rende conto con orrore che dietro a quegli occhi può nascondersi una verità che potrebbe non riuscire ad accettare pienamente: se Mike non condivide i suoi ideali, può essere colpa di disinteresse puro e semplice o del suo contrario? Per assurdo, non hanno mai parlato di nulla del genere e, adesso, sente che avrebbero dovuto. Facendolo, forse, si sarebbe convinta di quanto sua nonna aveva cercato di dirle nella cucina dell’appartamento di Londra: dopotutto, Mike sarebbe anche potuto restare al suo fianco, nonostante tutte le avversità e i dubbi. A stringerle lo stomaco in una morsa ancor più feroce è la consapevolezza che il desiderio di saperlo accanto a sé in quel futuro dalle tinte fosche svanisce di fronte alla realtà dei fatti, nel presente assurdo che stanno vivendo: Mike non è un giocatore d’azzardo, non rischia a meno che non sia costretto a farlo. E, di nuovo, prova quella sensazione di sollievo che scioglie la tensione: non sarebbe rimasto con lei, non avrebbe potuto, e lei ha preso la decisione giusta. Eppure, il dubbio sorge spontaneo, ha scelto davvero? La menzione al Ballo delle Ceneri coincide con quei pensieri e la voragine si spalanca di nuovo, lasciandola sul baratro di decisioni avventate, atti subiti e mai davvero razionalizzati. Quella notte lo ha lasciato solo, lo ha tradito nella fiducia che lui ha sempre riposto in lei; gli ha taciuto troppe cose e dirle adesso peggiorerebbe soltanto la situazione, acuendo il rancore e generando un odio di cui sa che non potrebbe liberarsi. Ai fini della loro separazione, forse, avrebbe più senso parlare; in fondo, però, lo ha già ferito abbastanza. Gli permette di sfogarsi, di sputare quella rabbia travestita da mere e pacate considerazioni, pur sapendo di non potersi arrogare alcun diritto sulla sua libertà di parola. Del resto, è l’unica cosa che gli è rimasta. «Hai perfettamente ragione.» Presume di spiazzarlo con quella frase, ma mentalmente si prepara già a quanto sta per accadere. Non vuole dirgli la verità su quanto sia caotica la sua vita, di come voglia risparmiargli quanto invece potrebbero condividere. Vorrebbe dirgli che non c’è mai stato un momento migliore di quello, per lui, di rinascere e trovare la sua strada… senza di lei. E nonostante sia davvero parte dei suoi pensieri, quelle parole non riescono a trovare voce. La separazione da lui ha causato una rottura che non ha previsto, che ha pensato per mesi di poter sopportare, ma in realtà non ha né la forza né il coraggio di reggere. La sensazione di vuoto che lui le ha lasciato dentro non può essere colmata nemmeno dalla consapevolezza di aver compiuto la scelta più saggia. E cosa le resta da fare, adesso, visto e considerato che non dovrebbero riappacificarsi, ma qualcosa la spinge a desiderare un riavvicinamento? Come si decide tra la cosa giusta - che ti scava dentro per quanto sia sbagliata nelle sue fondamenta - e quella più semplice e pericolosa al tempo stesso? «Se fossi venuto, quel giorno, forse le cose sarebbero state diverse. Avremmo parlato, mi avresti odiata e io avrei fatto altrettanto.» risponde piano, quasi con la paura nel cuore di dire davvero quanto per mesi ha taciuto perfino a se stessa. «Quando ti ho parlato della Legilimanzia ti ho anche detto che ci sono cose non potevo dirti e che avresti dovuto accettare tutto questo senza fare domande… fidandoti di me. La situazione non è cambiata.» inspira a fondo, si riempie i polmoni di ossigeno per non lasciare che un ulteriore vuoto la possa sopraffare all’improvviso. Immagina che, adesso, Mike non possa e non voglia ascoltare altro, ma forse deve. Perché se le avesse dato prova di poter sopportare tutto il carico che grava sulle sue spalle, lei - forse - l’avrebbe condiviso. «Quella sera ho visto la paura nei tuoi occhi Mike, l’ho vista nel modo in cui ti sei allontanato da me. Ti spaventava l’idea che potessi abusare di qualcosa che non comprendi, che non vuoi conoscere e vuoi evitare.» Non può nascondere la sofferenza che rivangare quel ricordo le causa e sa benissimo di avergli inflitto lo stesso trattamento, anche se lui - ancora - non lo sa per certo. «Puoi fingere con te stesso che non sia stato importante, ma non ti sei fidato di me da quel giorno. E se ora ti dicessi che io, invece, non ho mai perso la fiducia nei tuoi confronti… non mi crederesti. So che è così.» Al contrario, desidera sbagliarsi come di rado ha fatto in vita sua, ma sa che di fronte a quel ricordo Mike non può mentire. Dal canto suo, preferisce non rispondere alle velate insinuazioni sul Ballo delle Ceneri: per uno stupido gioco di parole e di coincidenze affatto casuali, tutto ciò che li univa si era dissolto nell’aria come polvere e non sarebbe mai tornato.
Thalia J. Moran | 18 Y.O. | Hufflepuff Headgirl
|