Breaking wave, Cure post Disclosure

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view post Posted on 11/9/2021, 13:40
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I mattoni che compongono l'edificio non colmano lo sguardo del guardiacaccia che, incapace di discernerne alcun dettaglio, non potrebbe nemmeno unificare il tutto cogliendo solo una distesa rosso sangue, come accadrebbe se avesse gli occhi aperti. Invece il mago è per lo più in stato di incoscienza, la pelle bianca come marmo, fredda come ghiaccio e gli abiti roridi. L'Acqua è rimasta avviluppata a lui tutto il tempo, a confortarlo in quel momento critico al quale lei stessa lo ha condotto. A portarlo presso la struttura magica ospedaliera è Maxim, l'amico di Archie, rivelatosi provvidenzialmente un mago anche lui.
All'interno del San Mungo si respira malattia, soffocante rassegnazione e la disperazione di chi non conosce il destino dei propri cari, o il proprio. Oppure lo conosce e non può rifuggirlo. Ma gli effluvi che si mescolano nell'ospedale magico sono a malapena percepibili da Lucien, che respira molto lentamente. Pochi respiri al minuto, leggeri, a malapena sufficienti a tenerlo cosciente e in vita.
Il petto si tende con difficoltà sotto il respiro debole e gli abiti roridi ne seguono servili i fiacchi movimenti.
Stranamente non desidera inalare altro che l'aria viziata che sa di cure di cui, una parte recondita della sua mente frastornata, sa di avere ampiamente bisogno.
Risate impastate, paesaggi bucolici, suoni antichi, un miscuglio di ronzii, sussurri e fruscii, rocce venate di blu sotto un ruscello di montagna e poi Lei, la sua Signora, l'Acqua che schiuma giocosa invitandolo a tornare tra le sue braccia.
Queste visioni si alternano frustando la visuale del mago fatta dell'oscurità totale dietro le palpebre serrate; sono i ricordi che s'impongono a forza sul presente, reale e tangibile, mischiandosi.
Per un attimo le palpebre si calano di tre quarti, lo spiraglio reso vigile gli permette di scrutare forme ancora da completare e distinguere che si muovono, con lui. Le pupille divengono spilli dalla luce nivea dell'ospedale e restano fisse, come in tranche.
Il battito cardiaco molto lento gli rimbomba nei timpani e, ad ogni battito, gli ricorda che è ancora vivo. Le sinapsi in travaglio turbinano epilettiche seguendo un ritmo senza senso. Un po' delirante, Lucien c'è e non c'è con la testa e nei radi momenti di lucidità, coglie la crescente smania di chiudere una serranda sul mondo. Gli chiede troppo e, se potesse, vorrebbe solo rifuggirlo in favore di un sonno che attutisca tutto il resto - dolori, sensazioni, ricordi e sforzi cui non vuole più piegarsi. La parte più razionale del mago reclama la forza d'animo che normalmente lo induce a combattere qualsiasi battaglia, eppure in un certo senso gli sembra di essere ancora nei turbinii acquosi, docile ed arrendevole come solo un'esperienza come quella provata può imporre. Farlo sarebbe comodo e tremendamente desiderabile, ma non è la scelta che compie. Il filo della morte si piega ad una resa ma, piccato, infligge l'ennesima scarica di brividi che sconquassano il corpo stanco e provato del guardiacaccia.
I denti candidi battono gli uni sugli altri producendo un ticchettio simile alle lancette di un orologio rotto.
Eppure, il suo animo di sente pieno e grato, e in un angolo recondito del suo Io sa che deve solo farsi aiutare. Da lei, spera. Jane Read, che conosce approfonditamente il corpo del paziente; d'altronde è normale desiderare l'opposto del dolore e per lui, lei, rappresenta questo. Anela riavvicinare i loro volti fino a divenire sfocati, conscio che la strega potrebbe aiutarlo ancora un volta.
Non riesce a capire chi gli sia vicino, si lascia solo investire dai ricordi: le parole di Maxim che gli rammentano una sottigliezza che, in circostanze normali, mai e poi mai si sarebbe permesso di compiere, lui che era così abituato a fondere i due mondi cui apparteneva. Lo stesso giovane che si riferisce ad un certo Archie...dunque era vivo? E quella voce femminile che urlava il suo nome in una cantilena disperata. Cos'altro aveva detto? Aveva forse importanza? Non riesce a mettere insieme i pezzi del puzzle, Lucien; in esso si incastra la connessione che gli è stata rivelata, quell'elemento che gli si è mostrato in tutta la sua magnificenza in una consapevolezza che non lo abbandonerà per il resto della vita. È una nuova ondata a sopraffarlo e per l'ennesima volta in poco tempo, tutto si tinge di nero.
PS: 90/184 | PC: 77/129 | PM: 86/129 | PE: 25

Segue la Quest Disclosure: Lucien arriva incosciente al San Mungo e presenta le caratteristiche di un'ipotermia moderata (respiro molto lento -pochi leggeri respiri al minuto-, battito cardiaco molto lento, brividi, riflessi nervosi deboli e leggero delirio) oltre alla spossatezza dovuta al tempo speso a resistere al moto del mare in tempesta.
 
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view post Posted on 22/9/2021, 16:10
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The North remembers. ♥

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Jane Read
primum non nocere, secundum cavere, tertium sanare
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« Signorina Read, ma perché mi fa questo? » il vecchietto seduto sul lettino si stava lamentando da dieci minuti abbondanti, ininterrottamente, trattenuto dalla possibilità di divincolarsi dalla stretta gentile ma sicura dell’infermiera Bones. Jane trattenne un sorriso davanti alla melodrammaticità del paziente che sapeva essere tutta una scesa, e continuò ad applicare con metodo le gocce di Pozione Restringente. « Signor Allen, non vorrà mica restare con un orecchio del genere? Mi sembra un po’ scomodo, non trova? » Un metro e mezzo di lunghezza, tali erano le dimensioni raggiunte dal padiglione auricolare del mago. « E io come posso ascoltare i piani malefici di mio nipote? Lo sa che vuole rinchiudermi in una casa per maghi anziani? Anziani! Le sembro così decrepito? »
Novant’anni compiuti un paio di mesi prima e una smoderata passione per gli esperimenti pozionistici, ormai Jane era abituata a visitare e curare l’eccentrico vecchietto almeno una volta ogni venti giorni, un mese al massimo. « Credo che anziano sia l’ultimo aggettivo adatto a descriverla, signor Allen. » fece cadere un’ultima goccia sulla cute del mago e poi rinchiuse l’ampolla, osservando con interesse l’effetto della pozione. « Ecco, tutto è tornato come prima. » Un ultimo confronto con l’altro orecchio prima di far cenno alla collega di lasciare libero l’uomo, che non attese nemmeno che la donna si allontanasse prima di scendere con un balzo scricchiolante dal lettino. « Mi raccomando, signor Allen, la prossima volta provi ad usare le orec- » Non riuscì nemmeno a finire la frase, il mago pronto ad interromperla con un cenno secco della mano. « Lo so, lo so! Le orecchie oblunghe dei gemelli Weasley sarebbero perfette, ma il gatto continua a rubarmele! Devo trovare un modo per perfezionare la mia pozione allungante e vedrà, non mi serviranno più! Charles! Charles dove sei? » Il malcapitato nipote – non quello dei piani malvagi – che aveva vinto lo sfortunato compito di accompagnare il nonno al San Mungo entrò di volata nell’ambulatorio, pronto ad offrire il braccio all’anziano per scortarlo all’uscita. . « Sfaticato di un ragazzino, dove eri finito? Muoviti, devo andare a ritirare il mio ordine speciale di occhi di salamandra che il buon vecchio Misurino mi ha messo da parte! Forza, andiamo! Alla prossima signorina Read! »
Mormorò il saluto alla schiena del mago che ormai procedeva spedito verso l’uscita, incerta se fosse in grado di udirla davvero, un sorriso divertito che finalmente poteva mostrarsi sul suo volto. « Alla prossima, signor Allen! »

Lucien Cravenmoore
Il profumo di caffè aleggiava nella saletta adibita a cucina, situata in fondo al corridoio del piano terra del San Mungo, mescolandosi ai sussurri tra colleghi e alle risate che spezzavano la tensione della giornata lavorativa. Jane stava approfittando di qualche minuto di pausa per bere l’ennesima tazza di liquido scuro, fondamentale per sopravvivere alle due ore che le mancavano per finire il turno, mentre l’infermiera Bones le stava raccontando della nuova raccolta di libri di ricette che scoperto al Ghirigoro.
« E’ appena arrivato un nuovo paziente, possibile che non ci sia nessun Medimago in accettazione? » Jacob Taylor, infermiere di fine ‘800 ritratto in due opere esposte in ospedale – una all’ingresso e una in cucina – comparve con aria irritata nella cornice accanto alla porta, fino a quel momento vuota. « Read! Ti sembra il momento di fare pausa? Il tuo collega Lancaster sembra sparito nel nulla, tu stai bevendoti con calma il caffè, io non so dove andremo a finire di questo passo! Forza, muoviti! »
Il mago stava ancora continuando con i suoi rimproveri quando Jane si chiuse la porta alle spalle dopo aver bevuto in due secondi il caffè rimasto ed essersi alzata di scatto: mentre si affrettava a raggiungere l’accettazione venne intercettata da un’infermiera che la stava raggiungendo. « L’abbiamo già portato in ambulatorio due, dottoressa. » la donna estrasse un foglio di pergamena dalla tasca, leggendo ad alta voce mentre continuavano a camminare, « Uomo, circa 25 anni, sospetta ipotermia. E’ arrivato in compagnia di un amico che non ha saputo fornirci molti dettagli utili se non che l’ha ritrovato in spiaggia e che non sa quanto tempo sia rimasto in acqua. »
« Bagno in mare a fine inverno? Chi mai è così matto da far- » la domanda morì sulle sue labbra mentre entrava nella stanza, il caffè pronto a risalirle lungo l’esofago tanto da costringerla a fermarsi per evitare che accada, « Lucien? »
Di un pallore che solo la morte sembra poter regalare, il mago giaceva sul lettino dell’ambulatorio scosso dai brividi, completamente bagnato dalla testa ai piedi. Il respiro lento e superficiale chiaro segnale di un’ipotermia ormai verso il grado moderato, e Jane sapeva che se avesse appoggiato lo stetoscopio al petto del ragazzo avrebbe sentito il cuore bradicardico nel tentativo di mantenere in vita il suo proprietario.
Fu questione di un attimo, un attimo terribile in cui Jane osservò il viso pallido di Lucien e sentì il peso di trovare davanti a sé qualcuno di conosciuto in condizioni di pericolo di vita, ma sapeva che in quel momento i suoi compiti erano altri, che non c’era spazio né tempo per la preoccupazione. Si costrinse a distogliere lo sguardo dal volto livido del mago e si avvicinò, allungando la mano per cercare il battito sul polso, sperando di trovare una flebile risposta al suo tocco. Lo percepiva, un debole ma chiaro segnale di speranza che lenì la preoccupazione che continuava a bruciare nel suo petto mentre la mente rapida cercava di seguire uno schema studiato con attenzione nei mesi precedenti.
Estrasse la bacchetta, puntandola sul petto del ragazzo. « Anapnèo! » il primo obiettivo, cercare di far respirare meglio il paziente. Il secondo, scaldarlo. « Jennifer, tu occupati del Calidus. Mi raccomando, cerca di coprire tutta la superficie corporea. Erik, tu il Fuocondro, ma solo tra almeno dieci minuti, nel frattempo asciugagli i vestiti. Ricordatevi, dobbiamo scaldare il paziente ma non troppo in fretta se vogliamo evitare lo shock. » Si assicurò che entrambi avessero capito i loro compiti, prima di allontanarsi da Lucien e dirigersi verso l’armadietto delle pozioni, la bacchetta già in movimento a far uscire da esso ampolle di vetro e una fila di fiale. Mescolò con attenzione la Pozione Vulcanica con quella del Sonno senza Sogni mentre i due maghi alle sue spalle eseguivano i suoi ordini, poi riscaldò il composto rendendolo tiepido. Tornò nelle vicinanze del paziente, seguita da due bottiglie di vetro che galleggiavano in aria insieme ad un tubicino di plastica. Notò solo in quell’istante che li aveva raggiunti anche l’infermiera Bones, occupata ad inserire un ago nel braccio del mago.
Si abbassò per avvicinarsi maggiormente al volto del guardiacaccia, ancora incosciente nonostante gli incantesimi castati fino a quel momento. « Lucien? Ti trovi al San Mungo. » gli strinse la spalla, ottenendo una smorfia come unica risposta. Nonostante tutto, era un buon segnale. « Ora ti somministreremo due pozioni, una per riscaldarti maggiormente e una per permetterti di riposare. Non sentirai nulla per un po’, ma è per il tuo bene, credimi. » Con un gesto della bacchetta entrambe le bottiglie di vetro si fermarono a mezz’aria, il tubo di plastica connesso da un lato a loro e dall’altro al braccio del mago. Iniziò a scorrere per prima la miscela di pozioni, più velocemente, poi il liquido chiaro contenuto nell’altra bottiglia, semplice soluzione fisiologica per reidratare il mago. Attese un cenno dall’infermiera Bones come conferma che l’allarme era momentaneamente rientrato, e che poteva lasciarlo nelle sue mani.
Uscì dall’ambulatorio, individuando senza problemi nella sala d’attesa il mago che doveva aver accompagnato Lucien al San Mungo: pallido quasi quanto l’amico, camminava agitato davanti all’accettazione.
« E’ lei che ha portato qui Lucien Cravenmoore, vero? » si avvicinò al mago, facendolo spostare in un angolo della sala lontano dagli altri parenti in attesa, « Sono la dottoressa Read, il medimago che sta seguendo il paziente. Il suo amico adesso è fuori pericolo, ma rimarrà ancora un paio d’ore in ambulatorio sotto osservazione. Poi verrà trasferito in una stanza in reparto dove potrà raggiungerlo. Se desidera ora posso accompagnarla in una sala più appartata, dove potrà bere qualcosa di caldo e riposarsi nell’attesa. Se dovessero esserci novità sarà mia premura informarla immediatamente, se invece dovesse avere bisogno di me le basterà chiedere qui in accettazione. Prego, da questa parte. »

medimago - 19 anni - Breaking Wave


Come far perdere quindici anni di vita a Jane in pochi secondi, un tutorial di Lucien che spero vivamente non lo faccia mai più {non ci credo nemmeno io mentre lo scrivo} :fru:

→ Lucien: in base allo stato del PG hai vinto 4 giorni di degenza al San Mungo per recuperare completamente le statistiche, quindi considera questo lasso di tempo per la ripresa.

Per dubbi o domande mi trovi via MP, speriamo di non vederci in questo posto per almeno qualche mese 🌸

 
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