I baffi del Gigante (pt.1)

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view post Posted on 24/9/2021, 09:40
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Tassorosso
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SPOILER WITHOUT CONTEXT


Il chiacchiericcio della Sala Grande durante la colazione era poco fastidioso, anche perché la quantità di studenti a quell'ora era davvero misera rispetto al solito: molti preferivano restare a dormire fino all'ultimo momento prima di recarsi in aula; per questo la Tassorosso ne approfittava per godersi delle ottime brioche e leggere qualcosa di leggero prima delle lezioni. Spesso si affidava alla Gazzetta del Profeta, evitando le pagine con i cruciverba, principalmente perché a prima mattina la concentrazione era difficile da trovare, non era facile svegliare il cervello per cercare soluzioni ad enigmi, senza contare che quelli erano puramente incentrati sul mondo magico, per lei ancora ricco di misteri; insomma, meglio evitare. Quella mattina dunque l'articolo di suo interesse riguardava i Giganti, che a quanto leggeva erano in procinto di rivolta. Non gli era bastata l'invasione del campo di Quidditch, avevano bisogno di farsi notare di più. Per cosa poi? Non erano già abbastanza grandi per essere ignorati? A detta dell'articolo non sembravano felici proprio della scarsa considerazione che gli veniva riservata, ma la Tassorosso proprio non riusciva a capire, oppure non voleva farlo.
Si era informata parecchio su quelle creature, dire che le aveva prese a cuore però non era del tutto esatto. Il suo interesse era iniziato esclusivamente perché il nucleo della sua bacchetta proveniva proprio da un Gigante, ma doveva ammettere di non essere rimasta per nulla soddisfatta delle ricerche effettuate: quelle creature erano grosse, resistenti, forti, ma soprattutto stupide. Non avevano una mente tale da poter effettuare un ragionamento logico in grado di raggiungere una qualche sensata conclusione, no; sapevano solamente mettere insieme un pensiero effimero. Per questo nessuno si preoccupava mai di loro, non erano una minaccia, non dal punto di vista strategico. La Tassorosso sbuffò, non voleva nemmeno terminare di leggere l'articolo, indignata com'era per tutta la questione ormai messa sul piano personale. Aveva sentito di nuclei di bacchette meravigliosi, derivanti da creature davvero interessanti, per le quali valeva la pena battersi. A lei invece Olivander le aveva riservato tre banalissimi baffi di una creatura tanto grande quanto ebete. Sì è vero, è la bacchetta a scegliere il mago, Olivander non c'entrava nulla, ma aveva bisogno di dare la colpa a qualcuno in quel momento e non voleva darla a se stessa, che altrimenti le paranoie sulle sue capacità andavano ad ingigantirsi. Ecco, tra i colpevoli c'erano i Giganti! Che pure avevano il coraggio di lamentarsi? Ma quanto potevano essere ottusi?
«Ehi Gwen, stai leggendo l'articolo sui Giganti, vero?» Una concasata le si avvicinò con fare confidenziale, «Te la immagini una rivolta di quelle creature?! Non saremmo in grado di contrastarli, sono pericolosi! Mia madre ha molta paura..» Era Olivia, una Tassorosso del suo anno con la quale seguiva le lezioni, «Lei si preoccupa molto per la zia Pernille, che vive a Nord e potrebbe ritrovarsi tra i primi a venire colpiti da una loro insurrezione» Il Prefetto si voltò a guardarla con poca curiosità, replicando con tono secco: «È impossibile. Sono troppo stupidi per riuscire ad organizzare una rivolta. A mala pena riescono a comprendere la differenza» Gwen era a dir poco sicura di cosa stesse dicendo, «Tua madre può stare tranquilla» Aggiunse infine con fare quasi annoiato.
«Ti sbagli! Saranno anche poco intelligenti, ma non sono di certo stupidi.» Al contrario, la concasata sembrava prendere la questione davvero seriamente e nel notare il poco interesse che il suo Prefetto aveva a riguardo, decise di puntare su qualcosa che sapeva avrebbe fatto la giusta presa: «Hai mai sentito la storia del signor Napier? Da tutti conosciuto come Nepero, il suo vero nome è un mistero.» Olivia attese che la ragazza si voltasse nuovamente nella sua direzione, certa che questa volta avrebbe stuzzicato il suo interesse, poi continuò: «È morto da un po' di anni, ma si racconta ancora di quando è riuscito ad arrivare nella zona dell'attuale barriera che i Giganti hanno costruito..» Questa sì che era una storia interessante: avventura e mistero, l'esca aveva funzionato. «No, mai sentito. Racconta», invogliò subito la ragazza a continuare.
Tale Napier era un grande appassionato della cultura titanica, esperto dei Giganti non in quanto semplici e classificabili creature magiche, ma come veri e propri esseri viventi senzienti. «Si è battuto molto per i loro diritti, ma nessuno gli ha mai dato molto peso. D'altra parte i Giganti hanno sempre vissuto nelle loro terre, organizzando le loro tribù senza minimamente considerare il resto del mondo, a nessuno è mai davvero importato» Il fatto che i Giganti stessi preferissero vivere nelle loro terre con le loro leggi, unito alla questione che ai maghi non importasse un fico secco di come vivessero, ma solo di dove, aveva contributo a farli stare...come dire... in pace. «Comunque, la storia di Napier narra di come lui si sia approcciato con i Giganti e di come abbia tentato di vivere tra di loro. Ti lascio immaginare il tipo di vita che abbia fatto!» Subito il Prefetto sorrise all'idea di vedere un piccolo omino tra esseri giganteschi, utilizzato come giocattolo dai più piccoli. Sembrava quasi la storia di Gulliver.
«Ma sicura che si tratti di fatti realmente avvenuti?» Chiese la Tassorosso, presa dal nuovo racconto, che cercava comunque di osservare da un lato critico; in fin dei conti si trattava solo di storie tramandate.
«Non proprio, ci sono tante versioni dello stesso avvenimento... E poi guarda, io non sono un'esperta, so solo che non bisogna sottovalutare l'ipotesi che una rivolta dei Giganti possa costituire un vero pericolo. Se vuoi approfondire la storia di Napier, ti consiglio di trovare il suo quadro e chiederlo direttamente a lui!» Doveva essere da qualche parte al quarto piano.

La faccenda risultava certamente interessante, almeno per la Tassorosso. Parlarne con un quadro non avrebbe tolto nulla a nessuno e anzi, avrebbe sicuramente colmato la curiosità di conoscere qualcosa di nuovo e misterioso. Quello stesso mattino quindi, subito dopo le lezioni, la giovane strega si recò al quarto piano con un unico obiettivo. Non aveva idea di che aspetto avesse tale Napier, né come fosse stato raffigurato, quindi leggeva le targhette dei quadri che le possedevano alla ricerca di quel nome, mentre le stesse figure le chiedevano chi stava cercando. «Cerco il signor Napier, mi hanno detto che il suo quadro si trova da queste parti» Tutti gli ascoltatori guardarono la Tassorosso con fare interrogativo, altri si sporgevano come se potessero guardare oltre le proprie cornici, ma nessuno sembrava conoscere il leggendario amico dei Giganti. Inutile continuare a cercare, forse Olivia le aveva semplicemente dato il piano sbagliato; glielo avrebbe chiesto durante il pranzo, in fondo era quasi l'ora.

Di nuovo in Sala Grande, si accomodò vicino Olivia e Patricia, due concasate inseparabili seppure fossero due persone completamente opposte. Gwen non attese che il pranzo venisse servito e chiese subito spiegazioni alla compagna, raccontandole che di quel quadro non c'era nemmeno l'ombra.
«Impossibile! Sono certa che sia al quarto piano. È raffigurato su di un enorme tavolo, vicino ad una gigantesca teiera, non può non vedersi!»
«Ma davvero pensi di ottenere informazioni da un quadro?» Patricia si intromise nella questione, spiegando il suo punto di vista: «Quelli non sono veramente la persona raffigurata, è solo tela e colore. Altrimenti sarebbe come essere immortali» E non aveva nemmeno tutti i torti. Quanto c'era di magico in un quadro-gif del loro Mondo? Quanto invece di reale?
«Un quadro può comunque essere strappato, o rovinato in generale, non permettendo più a chi vi è raffigurato di fare qualsiasi cosa. Non è un'immortalità, però racchiude magicamente l'animo, o almeno il modo di pensare della persona raffigurata» Replicò Olivia, avviando una discussione su cosa significasse davvero essere reali e soprattutto immortali. Argomento sicuramente intrigante, ma fuori dalla storia che ci interessa in questo momento.
Si riprese a cercare il fatidico quadro nel tardo pomeriggio, dopo le ultime ore di lezione. Olivia si era offerta di accompagnare Gwen nel luogo preciso in cui si trovava la raffigurazione di Napier e con suo enorme stupore, la parete dove era certa che si trovasse aveva un evidente spazio vuoto. Analizzandolo più a fondo, le due Tassorosso notarono che si poteva intravedere il segno di una cornice, un rettangolo poco visibile che lasciava intendere la presenza di qualcosa che era stata in quel punto per moltissimi anni. Quelle linee erano così chiare che sembrava ovvio che il quadro che le aveva create fosse stato rimosso da molto tempo, ma la domanda principale era una sola: dov'era finito il quadro di Napier? Nessuno degli altri ritratti sembrava in grado di dare una risposta, nemmeno un indizio sulla possibilità che fosse stato richiesto un qualche magico restauro, niente di niente. Quella domanda sembrava non dover avere una risposta, ma da quella domanda dipendevano altre questioni che erano diventate troppo importanti per il Prefetto, non poteva proprio lasciar correre.
Se quindi per Olivia non fosse successo nulla di che, a detta sua probabilmente professori e preside erano a conoscenza della questione, per Gwen era tutto un altro paio di maniche. Più i giorni passavano e più le sembrava strano che il quadro non tornasse al suo posto.

«È passato un altro mese e Napier non è tornato» Il Prefetto ormai ne parlava come se fosse una vera e propria persona, partita per un lungo viaggio senza salutare. «Le linee sul muro non si vedono quasi più..» Al contrario di quelle al cioccolato sulla sua brioche. Le due concasate che avevano seguito con lei il dilemma non sembravano sorprese, Patricia in particolare dimostrava il suo poco interesse cercando in ogni modo di cambiare argomento.
Gwen comunque non si dava per vinta e continuava a tormentarsi con i suoi pensieri. Quando decise che era inutile rimuginarci sopra, iniziò finalmente a darsi da fare: aveva già cercato per il resto del Castello, sia mai Napier fosse semplicemente stato spostato; ora toccava provare a chiedere spiegazioni a qualcuno di più alto livello, che conoscesse i movimenti dei ritratti o in generale la storia dietro di essi. Si rivolse quindi al* bibliotecari* del quarto piano, chiedendo inizialmente se esistesse un quadro che raffigurasse il signor Napier, per poi farene notare la sua assenza. La risposta ottenuta fu davvero deludente: «Sparito?! Come può essere sparito un quadro qui ad Hogwarts!?» Cadeva praticamente dalle nuvole, poi corse via fuori dalla biblioteca, lasciando la studentessa in balia dell'amarezza.
La sparizione quindi iniziava a farsi più seria, tanto che il Prefetto decise di far ampliare la quantità di persone che ne erano al corrente. Munita di un blocco appunti ed una penna, cominciò a chiedere in giro per tutto il Castello notizie sul ritratto di Napier. Era intenzionata a fare spargere questa voce, oltre che raccogliere indizi. Solitamente faceva domande nella Sala Grande, durante la colazione o poco prima di cena, quando era certa di poter trattenere qualche studente per più tempo. Qualsiasi informazione era utile: visto di sfuggita da qualche parte, sentito nominare per qualche ragione e via discorrendo.
«Ho sentito dire che sia stato rivenduto ai Giganti..»
«Si è scoperto che in realtà il quadro fosse un falso! Non è mai esistito nessun Napier e bisognava stare attenti agli arcani di quel ritratto. Probabilmente nascondeva qualche magia oscura!»
«Dicono che lo abbiano rivendicato i Giganti perché credono faccia parte della loro storia, ma sono tutte chiacchiere, non sanno nemmeno dove sono nati.»
«Se non erro, un discendente di Napier aveva messo a disposizione il quadro per la scuola, ma solo per il tempo che ha studiato qui. Di conseguenza penso se lo sia riportato a casa propria.»
«Io sapevo che qui ad Hogwarts era stato ammesso un mezzogigante, viveva nella casupola del Giardino. Secondo me lo ha rubato lui!»
Il taccuino del Prefetto era ormai colmo di parole, indizi e supposizioni, gran parte opposte tra loro. Venirne a capo era praticamente impossibile, per quanto tentava di rileggere il tutto cercando un nesso tra ogni possibilità: un mezzogigante vissuto ad Hogwarts aveva prestato un quadro ritraente suo padre, che racchiudeva quindi parte della storia del rapporto tra i Giganti e gli Umani, ma aveva deciso di portarselo via perché era un falso che lo stava trasformando in un animale peloso a causa di un'arcana magia che...
«Mi sembri in difficoltà, Gwen» Olivia era preoccupata, stava dedicando davvero troppo tempo a quella ricerca. «Dov'è finito il nostro Prefetto?»
«Io al suo posto mi chiederei tra quanto tempo riuscirò a raggiungere i GUFO. Di questo passo il giorno del mai!» Aggiunse Patricia con fare scherzoso, ma che nascondeva sempre quel pizzico di verità aspra e pungente. Gwen d'altra parte alzò lo sguardo dai suoi appunti in quell'indagine impossibile, rivelando l'evidente disperazione sul suo volto.
«Oh, io invece ti ricorderei il vero motivo per il quale hai iniziato quella ricerca! Non è Napier il punto della questione» Disse Olivia, rivolta alla compagna con quanto più coraggio riusciva ad infonderle.
«Ah no, e per cosa allora?» La domanda fu posta da Patricia, che all'inizio di questa avventura non era presente.
«È per i Giganti! La sua era una ricerca per la storia di queste enormi creature, per dimostrare se fossero o meno meritevoli di considerazione..ehm cioè, aiuto»
«Non credo abbiano bisogno di aiuto, sanno bene come stare tranquilli. Aizzano un po' le acque e poi se ne stanno beati per i fatti loro.
Hanno capito tutto della vita!»
«La possibilità di una loro rivolta non mi sembrano pochi schizzi d'acqua!»
Dopo quelle parole, la disperazione della Tassorosso iniziò a mutare in una rinnovata emozione, che era un incrocio tra sollievo e curiosità; come se solo adesso poteva liberarsi dall'indagine di un quadro – probabilmente inutile – verso la vera ricerca di una storia. «Avete ragione entrambe!» Disse alzandosi in piedi e spostando pericolosamente il taccuino scarabocchiato verso un bicchiere quasi colmo. Le concasate, abituate a quelle azioni avventate, si erano subito prodigate nello spostare quadernetto e bicchiere onde evitare il peggio. «Grazie» Sorrise alle compagne e andò via, verso nuove consapevolezze, nuovi orizzonti da scoprire, nuovi gradini su cui inciampare.
Words of Magic - Body 7. Qualcuno ha rubato un quadro magico (vale qualsiasi luogo) e sta al tuo PG indagare sul furto. Costruisci la sua indagine e fagli trovare o no il colpevole.
 
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