Chim chim cher-ee!, Vestiti & Vestiti (Derek)

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view post Posted on 12/10/2021, 16:26
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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Ariel A. Vinstav - 24 yo. - Banshee - PhotojournalistWhen travelling by Floo powder it is important that you speak clearly. VESTITI & VESTITI - Diagon Alley
"I suppose ashes where not here before, isn't it?"

Ariel a volte si faceva prendere troppo dal momento.
Una volta che partiva, fermarla era un gran guaio.
La povera padrona di casa, "La Nonnina" (come spesso Ariel la chiamava), era fra i pochi che cercava ancora di ragionare con lei quando palesemente stava parlando solo per mettere meglio a fuoco i suoi pensieri.
"Ari' tesoro bello, se continui a parlare rischi di mangiarti tutta la metropolvere."
L'aveva avvertita eccome, ripetendo quella frase più volte in diverse salse, senza mai perdere la pazienza, se non fino a quando, indossata la Frangia di Merlino e agguantata la borsa, la fotogiornalista si era messa dentro il camino spento senza nemmeno pensarci due secondi, continuando a blaterare con la padrona di casa, sebbene questa avesse smesso di seguirla da cinque minuti buoni.
"Ed è per questo che devo andare per forza nel Devon: sarebbe immancabilmente rispettoso per il caso se mi limitassi a consultare i fascicoli. Bisogna andare sul posto, capisci, anche se in ufficio non tutti sono d'accordo."
Parlava, parlava e straparlava. Alla cieca la mano libera agguantò dalla ciotola sul cornicione di mattoni una manciata di metropolvere verde smeraldo, spolverandosene accidentalmente un po' sulla punta degli stivali viola.
"Quindi ora vado a Diagon Alley, mi sistemo un attimo i documenti e parto. Tu prendi tutto quello che ti serve dalla cucina anche se mancassi, ok?"
L'anziana sollevò la mano, pronta a dire qualcosa, probabilmente avvertirla di come metà della metropolvere le fosse immancabilmente finita addosso, sollevando una minacciosa nube verde foresta.
"Mi dovrò lavare i vestiti, oh beh! Diagon AlleYYAATCHU'"
Prima che la vampata di fiamme l'avvolgesse del tutto, la povera Nonnina giurò di aver visto nel labiale della ragazze un ben definito "Ma porca di quella-".

Uno sbuffo, un singulto e come se il fuoco stessa l'avesse starnutita via dai condotti di londra, Ariel Vinstav capitombolò con capriola e sbuffo di cenere lungo la pavimentazione.
La calma attorno a lei suggeriva come non fosse finita né nella High Street di Diagon Alley, né tanto meno nell'affollato e popolatissimo paiolo magico.
Si sollevò scombussolata con la cenere che si era depositata un po' ovunque fra i capelli bianchi spettinati lungo le spalle, la gonna plissettata e le maglie del maglioncino blu.
Tossì verde, facendosi scappare a fior di labbra un'innocua lingua di fuoco verde residua del viaggio in metropolvere.
"Che schifo, ho la gola che sa di pan grattato e piedi di troll."
✕ schema role by psicheBODY - 1. Il tuo PG ha deciso di spostarsi tramite Metropolvere, solo che qualcosa va storto e sbaglia a pronunciare il nome della sua destinazione. Cosa accade?

 
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view post Posted on 16/10/2021, 17:30
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“ Chim chim cher-ee!” Derek Hide ▲ Corvonero ▲ 6° Anno ▲
  Una mano sfiorò i capelli i castani di Derek, il ragazzo era concentrato sull’inventario del negozio, i suoi occhi saettavano alla letture di ogni capo d’abbigliamento verso lo scaffale corrispondente nello stretto magazzino nel retro del negozio. Di tanto in tanto segnava ciò che mancava o capi delle quali rimanenze sarebbero state insufficienti all’avvicinarsi di Halloween. La piuma d’oca grattava sul foglio con un rumore a lui troppo familiare, il che gli ricordava l’inizio del suo sesto anno ad Hogwarts, e l’inevitabile pensiero alla materie che avrebbe voluto seguire per concludere i suoi studi, la scelta non era per nulla semplice o scontata più volte aveva pensato di non lasciare nulla indietro per ciò avrebbe lasciato tutte le porte aperte, ma al contempo aveva la paura che se avesse passato altri due anni come i tre precedenti agli esami del quinto anno avrebbe messo così tanta carne al fuoco da non concludere al meglio le classi da M.A.G.O. . Sapeva che le lezioni sarebbero state molto più complicate di prima e che l’impegno sarebbe stato triplicato anche solo per entrare nell’argomento con sufficiente conoscenza per far suoi i concetti. Fu richiamato alla realtà dal proprietario del negozio. Derek! Urlo dal negozio. Si mosse un po’ goffamente verso l’ingresso del magazzino e mise la testa fuori. Si. Disse di rimando. Quando finisci vieni al bancone, l’orario di punta sta arrivando. Va bene. Disse pensando che avrebbe voluto che Jae, il suo collega, fosse lì. Tornò al suo lavoro. Non ci mise troppo tempo per finire, era effettivamente arrivato alla fine nella speranza che quello fosse l’ultimo incarico della giornata, ma così non sarebbe stato. Seppur a malincuore tornò nel negozio e si mise dietro il bancone. C’era già tanta gente, e lui fu invitato a servire tra di essi per una buona ora. Era ormai abituato ad ogni tipo di streghe e maghi, dai più stravaganti ai meno inclini a farsi aiutare, da chi provava tutto a chi andava a colpo sicuro, da chi dopo aver provato l’intero negozio non comprava nulla. Per fortuna, a differenza dei negozi babbani, serviva un solo colpo di bacchetta per rimettere tutto a posto. Anche in quell’ora aveva avuto a che fare con una strega troppo anziana per credere di entrare in un corpetto fin troppo striminzito, dopo vari tentativi nei camerini decise di lasciare perdere e andò via borbottando qualcosa sulle mutande di Merlino che Derek fin troppo bene, e rise di vero di cuore. Prima che la strega lo fulminasse con lo sguardo. Tornò finalmente al bancone in un momento di relativa calma e si mise a controllare la merce venduta aggiornando così la pergamena che stava compilando nel retro del negozio coi i nuovi capi venduti. La situazione era calma nel negozio, c’era due streghe di mezza età che non avevano chiesto aiuto e che bofonchiavano alla vista dei cartellini dei prezzi. Adesso Derek era intento a fare un primo giro di conti, così come gli era stato chiesto dopo la calca. Stava facendo calcoli a mente. Quando un rumore proveniente dal focolare spento alla sua destra destò la sua attenzione. Fu questione di pochi attimi, un colpo assordante, Derek riconobbe immediatamente la stretta allo stomaco tipica della paura, la sentì trasformarsi in quella forma d’azione con il sangue che di colpo fluì verso gambe e braccia. Un unico movimento portò la mano del Corvonero verso la testa posteriore dei jeans. La scena che seguì era tragicomica se vista rallentatore, nello stesso istante un corpo fuori usciva come un proiettile dal camino, Derek aveva preso la bacchetta e puntata contro l’avventore. Le due streghe di mezza età urlarono. Infine la ragazza si alzò e dopo un colpo di tosse alla fiamma verde della metropolvere, ebbe a comunicare lo stato della sua gola. Derek rise, di quella risata spasmodica tipica di chi vedendosi spacciato capisce di essersi preoccupato per nulla.
 


 
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view post Posted on 28/10/2021, 13:41
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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Ariel A. Vinstav - 24 yo. - Banshee - PhotojournalistWhen travelling by Floo powder it is important that you speak clearly. VESTITI & VESTITI - Diagon Alley
"I suppose ashes where not here before, isn't it?"

Urla stridule si sovrapposero allo sfiatare del camino una volta arrivata la sua inaspettata ospite.
La zazzera bianca, frutto di un abuso di tinte magiche, era cosparsa di una polvere verde iridescente - metropolvere, indubbiamente. La testa faceva su e giù penzoloni, mentre la maga tentava di riprendere fiato e scrollarsi di dosso le rimanenze di quel brusco viaggio.
Fu la risata di Derek a destarla dalla sua confusione.
Il volto tondo, incorniciato dai capelli lunghi e la frangetta, era sporco di cenere segnando il profilo del naso lungo e parte delle labbra.
"Oh! Ciao!"
Con un candore genuino sollevò le mani per fare "ciao ciao", come ci si aspetterebbe da un bambino. Non aveva ancora ben capito cosa fosse successo o perché avesse sentito urla e poi risate, ma la presenza di queste ultime era abbastanza per farle nascere spontaneo prima un sorriso e poi una grassa risata che si unì a quella del Corvonero.
"Che schifo, ahah. Ti giuro ero convinta di essere finita fino all'Ufficio Trasporti. Non ci stavo capendo un bel niente."
Il viaggio era stato burrascoso e indubbiamente deviato di qualche focolare più in là. Doveva andare sempre a Londra, ma nell'atrio intonso della Sede Centrale della Gazzetta del Profeta, non nella stretta canna fumaria di un'atelier.
Si guardò attorno, cercando tentoni con le mani la sua bacchetta, finita col caderle nel momento in cui era finita con l'inciampare fuori dal focolare sbagliato.
Il legno in vite era sporco qua e là di fuliggine, quasi quanto i suoi vestiti.
La gonna a campana era puntellata di polvere verde e la cenere grigia macchiava qua e là la camicia bianca e il cardigan prugna.
"Aspeeetta." Messa finalmente a fuoco la bottega, Derek avrbebe visto Ariel strabuzzare gli occhi e guardarsi attorno confusa, scoccando sguardi perplessi ad ogni cliente accorso o fermo vicino a lei.
"Ma questo non è l'Atrio della Sede Centrale e ... tu non sei Jeremy."
A scoppio ritardato si rese conto veramente delle fattezze del Corvonero. No, non era alla Gazzetta del Profeta.
E tutti quegli scaffali e manichini non erano decisamente adatti ad una sede di una testata giornalistica.
"Ops?"
"E mi sembra pure di conoscere il posto. Però giuro che non sono qui per rubarti un paio di mutande griffate: mi sa che mi sono mangiata troppa polvere prima di dire la destinazione."
A quel punto avrebbe proteso la mano libera verso il ragazzo.
"Una mano? Penso di aver sbatacchiato le chiappe un paio di camini fa."
✕ schema role by psiche

 
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