Into the Labyrinth
e ora qualche passo
da parete a parete,
su per questi gradini
o giù per quelli,
e poi un po’ a sinistra,
se non a destra,
dal muro in fondo al muro
fino alla settima soglia,
Una mano appoggiata alla parete, come nel tentativo di sostenersi, Marjorie si guardò attorno leggermente ansimante. Aveva perso il conto dei corridoi che aveva percorso e delle porte che aveva provato ad aprire nel tentativo di trovare qualche indizio su dove era finita. Si era persa, ormai non poteva più negarlo. Si era persa completamente. I corridoi le sembravano uno uguale all'altro, le scalinate parevano decise a condurla ovunque tranne dove avrebbe voluto andare, e aveva sempre più l'impressione di star girando in tondo. Era così persa che non era nemmeno sicura di essere in grado di riconoscere dove si trovavano il nord e il sud, l'est e l'ovest. Sua madre l'aveva avvisata di stare attenta, che Hogwarts poteva rivelarsi peggio di un labirinto, ma la giovane strega non le aveva creduto pienamente fino a quando era stato troppo tardi.
da ovunque, verso ovunque
fino al crocevia,
dove convergono,
per poi disperdersi
le tue speranze, errori, dolori,
sforzi, propositi e nuove speranze.
Tutto era iniziato con una sessione di studio in biblioteca. Avendo un'ora libera tra la lezione appena terminata e quella successiva, Marjorie si era ritrovata a dover scegliere tra seguire i suoi compagni di classe in giardino o separarsi da loro per approfondire in solitario quanto spiegato dal docente. Se non fosse stata una persona particolarmente introversa e poco abituata ad interagire coi suoi coetanei, probabilmente la sua scelta sarebbe ricaduta sulla prima opzione: così facendo, non solo avrebbe avuto l'occasione per farsi dei nuovi amici ma non sarebbe nemmeno finita per perdersi tra i corridoi vuoti. Invece, Marjorie si era fatta trascinare del suo desiderio di conoscenza, dalla sua ambizione di immergersi nei meandri della magia, e aveva lasciato il gruppo per dirigersi in biblioteca. Una decisione che inizialmente aveva considerato più che corretta, in quanto in linea coi suoi desideri e le sue speranze per il futuro, ma che alla fine si era rivelata un errore. Un grosso errore.
Una via dopo l’altra,
ma senza ritorno.
Accessibile soltanto
ciò che sta davanti a te,
e laggiù, a mo’ di conforto,
curva dopo curva,
e stupore su stupore,
e veduta su veduta.
Presa dalla lettura, Marjorie non si era infatti resa conto del tempo che passava. Solo quando lo staff della biblioteca l'aveva interrotta, richiamandola alla realtà, la strega undicenne aveva scoperto di essere l'unico studente ancora tra gli scaffali. Gli altri avevano lasciato la biblioteca da diversi minuti, diretti a lezione. Con un veloce ringraziamento, aveva lasciato il locale per poi mettersi a correre nei corridoi, in barba a tutte le regole, nel tentativo di raggiungere l'aula in tempo o, quantomeno, con un ritardo non eccessivo. Inizialmente le era andata bene, in quanto non era stata beccata a correre né dal custode né dagli insegnanti, ma la sua fortuna si era improvvisamente esaurita una volta arrivata alla Scalinata Principale.
Aveva quasi finito di scendere la rampa di scale che l'avrebbe portata al secondo piano e all'aula di Difesa contro le Arti Oscure, quando la scala si era staccata magicamente dalla piattaforma di fronte a lei e aveva cominciato a muoversi verso l'alto. Sostenendosi alla balaustra nel tentativo di mantenere l'equilibrio, il cuore che batteva forte per la paura, Marjorie si era ritrovata a ripassare mentalmente tutte le imprecazioni di sua conoscenza. Era possibile che dovesse essere così sfortunata? Solo quando la scala si era finalmente fermata, fissatasi ad uno dei piani più alti, la bambina aveva ripreso a ragionare, cercando la soluzione più rapida al suo problema. Dopo alcuni brevi ma per lei infiniti istanti, Marjorie aveva finalmente preso la decisione di tornare indietro: per quanto la riguardava, era meglio rimanere bloccati al terzo piano che finir per vagare su un piano che non conosceva.
Come se le avesse letto nei pensieri, la scala aveva ricominciato a muoversi, questa volta staccandosi dal terzo piano per dirigersi verso l'alto. A quel punto, un'imprecazione le era sfuggita dalle labbra, seguita da una lamentela:
«Hogwarts, lo stai facendo apposta, vero!?» Non sapeva se la scuola fosse o meno senziente ma era di certo un luogo di potere: non sarebbe stata poi così sorpresa se avesse scoperto che stava giocando con lei, punendola per il suo ritardo o per aver corso nei corridoi. Quasi timorosa di muoversi, Marjorie aveva atteso per alcuni minuti fino a quando era divenuto evidente che la scalinata non aveva intenzione di spostarsi per una terza volta. Lanciata un'occhiata verso il basso - una visione sensazionale ma in qualche modo anche spaventosa - la bambina aveva cercato inutilmente di capire da che parte dirigersi prima di cominciare a scendere i gradini.
Puoi decidere
dove essere o non essere,
saltare, svoltare
pur di non farti sfuggire.
Quindi di qui o di qua
magari per di lì,
per istinto, intuizione,
per ragione, di sbieco,
alla cieca,
per scorciatoie intricate.
Così, si era ritrovata nella situazione attuale: totalmente persa. Aveva percorso diversi corridoi, svoltato innumerevoli angoli, ma non era ancora riuscita a trovare una scalinata che la portasse al piano inferiore. Se non avesse saputo che solo le scale erano mobili, a quel punto avrebbe creduto che Hogwarts stesse chiudendo passaggi e creando vicoli ciechi solo per non farla sfuggire alla sua presa.
«C'è nessuno?» La sua voce risuonò per il corridoio vuoto. Venir beccata fuori dall'aula in orario di lezione normalmente sarebbe stato un incubo ma quella in cui si trovava non era di certo una circostanza normale. Ormai Marjorie era molto vicina ad essere presa da un attacco di panico: avrebbe accettato più che volentieri la sottrazione di punti a Serpeverde e una bella punizione serale pur di trovare qualcuno disposto ad aiutarla. Purtroppo, non giunse alcuna risposta alla sua domanda. Con le lezioni in corso, studenti e docenti si trovavano nelle aule. Il custode, invece...
*Beh, probabilmente si trova in un'altra parte del castello. Questa non sembra un'ala molto utilizzata.* In un certo senso, era comico ritrovarsi a sperare di venir trovata dal custode quando, a detta di sua madre, la norma era tentare in tutti modi di non essere da lui beccati.
Attraverso infilate di file
di corridoi, di portoni,
in fretta, perché nel tempo
hai poco tempo,
da luogo a luogo,
fino a molti ancora aperti,
dove c’è buio ed incertezza
ma insieme chiarore, incanto
dove c’è gioia, benché il dolore
Tratto un profondo respiro, la bambina riprese a camminare, lasciando che fosse il suo istinto ad indirizzare i suoi passi. Una pessima idea, forse, ma ormai nemmeno tornare indietro era un'opzione: Marjorie dubitava di essere in grado di ritrovare la Scalinata Principale. Sapeva che, al posto di muoversi alla cieca, sarebbe stato preferibile rimanere ferma in attesa di aiuto ma il suo cervello aveva smesso da diversi minuti di ragionare correttamente. Era il panico a farla muovere: non aveva tempo, doveva raggiungere l'aula prima che il docente cominciasse a spiegare qualcosa di importante. Difesa contro le Arti Oscure era una materia che l'affascinava e Marjorie non voleva perdersi qualsiasi nozione che la riguardasse. Una parte di lei, quella più razionale, dubitava che sarebbe riuscita a ritrovare la strada in tempo, ma la piccola strega non poteva evitare di sperare.
sia pressoché lì accanto
e altrove, qua e là,
in un altro luogo e ovunque
felicità nell’infelicità
come parentesi dentro parentesi,
e così sia
e d’improvviso un dirupo,
un dirupo, ma un ponticello,
un ponticello, ma traballante,
traballante, ma solo quello,
perché un altro non c’è.
E, alla fine, l'aveva trovata. La Scalinata Principale era di nuovo davanti a lei. La guardò per qualche istante, ritrovandosi affascinata a paragonarla ad un dirupo attraversato da ponticelli tremolanti. Una similitudine non poi così errata visto che la scala era stretta e quasi malandata, ben diversa da quella che l'aveva cacciata in quella situazione. Sporgendosi un poco sul parapetto, attenta a non cadere, Marjorie riconobbe la scalinata colpevole a diversi metri sulla sua destra. Sembrava più massiccia e sicura di quella davanti a lei ma continuava imperterrita a condurre verso l'alto. Un po' a disagio ma sicuramente più rilassata, la bambina cominciò a scendere i gradini, immaginandosi come una di quelle eroine che, nei romanzi fantasy, si ritrovavano ad attraversare un ponticello in legno. La sua scala era decisamente più sicura dei ponti rappresentati in quelle storie e di certo non sarebbe improvvisamente crollata. L'unico rischio era che cominciasse a muoversi prima che lei raggiungesse l'altro lato ma dubitava di poter essere così sfortunata. Il primo passo della sua quest, della sua ricerca, era stato finalmente completato: aveva trovato il modo di raggiungere il piano inferiore. Gliene mancavano altri due o tre ma Marjorie aveva ritrovato parte del suo ottimismo: in qualche modo ce l'avrebbe fatta ad arrivare a lezione.
Deve pur esserci un’uscita,
è più che certo.
Ma non tu la cerchi,
è lei che ti cerca,
e lei fin dall’inizio
che ti insegue,
e il labirinto
altro non è
se non la tua, finché è possibile,
la tua, finché è tua
fuga, fuga
Wislawa Szymborska
Labirinto
CONTEST A TEMA | OTTOBRE 2021
Labirinto
WORDS OF MAGIC | MISCELLANEA 7
Usa una canzone o una poesia come base del tuo scritto, seguendone il significato, il ritmo o le emozioni che esse ti trasmettono.
WORDS OF MAGIC | MISCELLANEA 5
Unisci una delle prove al contest a tema del mese.