Spooky Alley, Words of Magic

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view post Posted on 28/10/2021, 12:46
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22 - human - shopping spree - character [sheet]
jolene white
it's spooky season!era partito tutto da una consegna via gufo. Se non fosse stato per il buono del Profeta, a Jolene non sarebbe venuto in mente di andare da nessuna parte travestita a Halloween, men che meno per i vicoli della discutibile Nocturn Alley.
C'era da dire che anche Ariel ci aveva messo del suo, lei che sapeva prendere l'iniziativa con un trasporto che spesso a Jolene mancava. Un discorso tira l'altro, e non c'era voluto molto perché accantonassero la questione dei curiosi regali che regolarmente accompagnavano le consegne di Jolene, in favore di una domanda più concreta: che cosa farsene del buono che entrambe avevano ricevuto?
Per molti versi, Jolene aveva rinunciato a festeggiare Halloween. Non aveva bisogno di una festività specifica per preoccuparsi di cadaveri ambulanti e fantasmi, e questo Ariel lo sapeva bene. Poteva dirsi che si fosse creata una loro personale tradizione, a sostituzione di quella di tutti gli altri: anche quell'anno trovarono il modo di festeggiare il 31 ottobre a modo loro.
Quando nel primo pomeriggio Jolene bussò alla porta di Ariel, teneva sottobraccio la zucca più tonda e lucida dell'intero orto che Lucien curava con tanta dedizione. L'amico aveva acconsentito a cedergliela, nonostante la stranezza di quella richiesta: a cosa poteva servirle la zucca più carina che hai nell'orto? Jolene non aveva voluto dire niente, limitandosi a rassicurarlo che gli avrebbe fatto vedere le foto, e che allora si sarebbe convinto anche lui che il sacrificio della bella zucca era stato per una buona causa.
Cucurbitacea alla mano, dunque, Jolene si presentò dalla giornalista con un sorriso fiero stampato in viso. La sollevò con entrambe le braccia. «Eh? Eeeh?» Sarebbe stata perfetta.

Qualche ora più tardi, i passanti di Nocturn Alley poterono accorgersi di uno strano duo intento a passeggiare allegramente tra le sudicie bancarelle illegali e le figure oscurate da pesanti cappucci. Una zucca gigante e quella che poteva rassomigliare ad una sorta di Maride ciarlavano tra di loro in un chiacchiericcio fitto, vicine quanto lo permetteva il costume ingombrante della prima. Pochi si sarebbero accorti che non si trattava affatto di un costume cucito per rassomigliare accuratamente alla pianta; tutt'altro, quella era un'autentica zucca gigante.
«Ti sta bene, e poi ha quel buon profumo delle zucche ancora crude. Mi ricorda le domeniche quando mia mamma faceva il pumpkin pie.»
Parlare aiutava Jolene a non badare al sudiciume delle strade che attraversavano. Di tanto in tanto faceva correre la mano alla capigliatura, che le sembrava scivolasse sempre troppo da una parte. Qualche tempo addietro aveva avuto la fortuna di trovare, ad una bancarella dell'usato, un pettinino preziosamente intagliato e ornato di perle d'acqua dolce. Non rassomigliava se non vagamente a quello che aveva visto e sfiorato nella caverna sotto il Lago Nero, gli mancava quella delicatezza quasi trasparente dei piccoli denti aguzzi; ma il monile era stato sufficiente a farle tornare in mente l'escursione subacquea risalente alla fine dell'estate, e lei si era convinta ad omaggiare il mondo di cui aveva avuto uno scorcio. Niente imitazioni esagerate, non si trascinava dietro nessuna coda ricoperta di scaglie, e la pelle non era né blu né verde, come aveva letto sulle descrizioni dei Maridi; ma aveva ripreso il tema marino nei gioielli, nelle vesti fluttuanti, e le dita palmate erano un ricordo degli effetti che aveva sperimentato dopo aver ingerito l'Algabranchia.
Una zucca e una Maride, dunque, a spasso per le vie magiche; dovevano aspettarsi che avrebbero attirato l'attenzione, ed in effetti non erano gli sguardi dei passanti a mettere a disagio Jolene. Si accostò di più ad Ariel, reclinandosi per poterle parlare all'orecchio: «Non girarti, ma penso che quel tizio dietro di noi ci stia seguendo.» Per quanto volesse suonare leggera, la tensione era malcelata nella sua voce. Qualche isolato prima aveva scorto con la coda dell'occhio la figura in questione – alta, dalle spalle larghe e squadrate, aveva una stazza compatibile con quella di un armadio. Il mantello nero lo ricopriva fino ai piedi, strisciando per terra dava l'impressione che l'uomo fluttuasse invece di camminare. Non era riuscita a discernere nessun dettaglio del viso, adombrato da un largo cappuccio calato sugli occhi. Era evidente la somiglianza con le raffigurazioni dei dissennatori, che l'avevano fatta rabbrividire quando le aveva viste sui libri. Non era difficile immaginarsi che, quando fossero uscite dalle pieghe pesanti del mantello, le mani si sarebbero rivelate bianche e scheletriche...
Istintivamente, aumentò il passo. Non era la prima volta che si sentiva inseguita su quelle strade, ma perlomeno ora c'era Ariel insieme a lei. Jolene cercò la sua mano, la strinse per cercare e ad un tempo offrire rassicurazione. In una situazione analoga, le ci era voluto poco per lasciarsi prendere dal panico; allora si era rifugiata nel primo negozio che aveva trovato sulla strada, ma ora, guardando ai lati, vedeva solo strette porte sgangherate e finestre sbarrate. Per di più, lei e Ariel avevano una meta ben precisa, che non era poi così lontana; Jolene non voleva mostrarsi spaventata anche quella volta, l'ennesima, come una bambina che cominciava a tremare appena scorgeva la sua ombra. Era possibile, se non addirittura probabile, che si stesse immaginando tutto, e che lo sconosciuto seguisse la loro stessa strada per puro caso. Uno era il modo più veloce per provarlo.
«Seguimi» sussurrò ad Ariel, prima di imboccare un vicolo sulla sinistra. Si trattava di una scorciatoia, ma anche di una deviazione dalla strada principale. Se prima avevano incrociato occasionali viandanti, in quel passaggio stretto e maleodorante non v'era anima viva. Le costruzioni si stringevano ai due lati, alte quattro piani, gettavano sul marciapiedi un'ombra pressoché perenne. Non c'era nemmeno una porta affacciata, e non v'era di certo lo spazio per dei balconi; solo finestre scure si aprivano sulle facciate altrimenti impenetrabili. Per qualche momento le due furono le uniche presenze nella via, ma poco dopo dei passi pesanti le avvisarono del fatto che erano state seguite. Non era una buona notizia. Era pessima, a dirla tutta.
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Body 5. Mentre sei a Nocturn Alley, una figura incappucciata comincia a seguire il tuo PG: che cosa fa?

 
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view post Posted on 28/10/2021, 20:28
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24 - banshee - shopping spree - carachter [sheet]
Ariel Vinstav
sooky creepy kooky Era partito tutto da una consegna via gufo. Se non fosse stato per il buono del Profeta, a Ariel non sarebbe venuto in mente di andare da nessuna parte travestita per Halloween, non con il ricordo ancora vivido della paura che la festa aveva trasmesso a Jolene.
Poteva dirsi che si fosse creata una loro personale tradizione, a sostituzione di quella di tutti gli altri: Ariel aveva già in mente di presentarsi anche quell'anno il 31 Ottobre sera, in ritardo, alla porta di casa di Jolene White con un quantitativo spropositato di junk food e una proposta di fortini di lenzuola, cuscini e libri sotto cui nascondersi dal mondo e i suoi spettri.
La possibilità però di poter dare libero spazio al suo estro era troppo ghiotta e quindi dopo qualche scambio lettera via Gufo, entrambe avevano deciso di anticipare i festeggiamenti per una "shopping spree" tematica.

«Sei la creatura più bella di questa terra: ode a Jolene, signora delle zucche.» Dire che il regalo in zucca dall'orto di Hogwarts le fosse piaciuto era un eufemismo.
Prima di uscire per le strade di Diagon Alley, Jolene avrebbe visto Ariel darsi da fare con la magia: la cucurbitacea era stata scavata a colpi di bacchetta, pulita alla ben e meglio e poi ingrandita e alleggerita con due fatture ben congeniate.
Il motivo? Entrare dentro la zucca e caricarsela addosso sulle spalle con delle cime di corda, alla stregua di una salopette mal riuscita.

Qualche ora più tardi, i passanti di Nocturn Alley poterono accorgersi del duo più strano di sempre, mano nella mano e con sorrisi grandi come un pugno di troll. «L'anno prossimo dobbiamo trovare un tema e creare qualcosa di assurdo, Libi. Potrei vestirmi da grossa T e tu da Lucien, così andiamo in giro a spaventare gli studenti e dire che siamo un Troll ad una lezione di Cura delle Creature Magiche.» La speranza era che Jolene si divertisse con lei, ma non decidesse di dirle di sì ad ogni trovata astrusa che la francese riusciva ad elaborare.
«Oppure io potrei vestirmi da Lucille Darmont e tu da scale e fare finta che- mh?» Per fortuna delle due l'infermiera era quella più con i piedi per terra o col cavolo che Ariel si sarebbe accorta dell'uomo che le stava seguendo.

Si irrigidì di scatto, serrando le dita attorno a quelle della compagna nel tentativo di controllare l'improvvisa vampata di adrenalina che la paura portava.
Affrettare il passo quando si indossava una zucca, per quanto alleggerita questa fosse dalla magia, non era opera facile e per un attimo (ma solo uno) la fotogiornalista si pentì amaramente delle sue scelte di costume.
La seguì alla cieca, senza osare ribattere diversamente. Una volta tanto aveva preferito farsi guidare, piuttosto che agire in protezione di Jolene. La osservò con una sorpresa che non riuscì a celare: si era abituata ormai da un anno a dover vestire i panni della guardia, una volta comprese le conseguenze dell'attentato ad High Street nella psiche della ragazza, quindi non poté che essere scossa nel vederla prendere in mano le redini della situazione in favore della protezione di entrambe, senza andare in balia di un attacco di panico o un principio di dissociazione da stress.
"Niente flashback? Niente suoni?"
O forse erano quelli a rendere Jolene convinta di avere qualcuno alle loro spalle?
Avrebbe dovuto girarsi per smentire o confermare le preoccupazioni dell'infermiera, ma farlo avrebbe corrisposto a mancare di fiducia Jolene e piuttosto che fare quello, avrebbe preferito mollarsi da sola un schiantesimo in pieno stomaco.

Si nascosero nel vicolo, schiene schiacciate contro la parete (o nel suo caso, con solo una spalla nascosta, vista la stazza e forma della zucca che indossava).
«Prendi la bacchetta»
Bisbigliò alla ragazza, mentre la mano destra cercava nella tasca della salopette che indossava sotto la zucca la sua bacchetta.
La brandì, tenendola stretta contro il petto.
Quando il rumore dei passi alle loro spalle si intensificò e la silhouette imponente dello sconosciuto entrò nel suo campo visivo, Ariel poté avere la conferma di come Jolene ci avesse visto giusto e che quello fosse tutto meno che uno scherzo della mente dell'animagus.
"Merdemerdemerde. Cosa si fa? La prendo e ci smaterializziamo? Come viene smaterializzarsi con una zucca addosso? Lo distraggo? Lo attacco? No col cavolo che lo attacco, questo mi manderebbe solo con una spalla fino in Scozia."
La mente correva come l'Espresso per Hogwarts, senza riuscire a farla schiodare dalla sua posizione.
«Venite qui. Zuccaaa zucca torna qua! Uh! Un altro, eheh! Arrivo, arrivo!»
Fu sentire la voce roca dell'uomo a mandarla completamente in crisi.
Si girò di scatto con occhi grandi come due Pluffe, cercando in Jolene una conferma: aveva sentito anche lei il discorso, vero?
"O madonna, un maniaco delle zucche?"
No, decisamente poco plausibile.
Si chinò a quel punto su un fianco, quanto le bastasse per far sporgere la testa e cercare di mettere a fuoco la posizione del figuro.

L'armadio d'uomo (era un uomo, poi? O un mezzo gigante, enorme com'era?) era in ginocchio sul lastricato fangoso e sporco e stava a quanto pare... raccogliendo semi di zucca.
Semi di zucca che riconducevano a loro, visto che a quanto pare li stava perdendo Ariel.
Se possibile la Banshee sbiancò di brutto.
Strattonò il braccio di Jolene alla cieca per farsi guardare.
«Libi. Lo stiamo seminando. Lo stiamo seminando in senso brutto!»
Panico. Panico e paura.
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Body 5. Mentre sei a Nocturn Alley, una figura incappucciata comincia a seguire il tuo PG: che cosa fa?

 
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view post Posted on 29/10/2021, 10:10
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22 - human - shopping spree - character [sheet]
jolene white
it's spooky season!quando cade dalla padella alla brace, la zucca si brucia. E la Maride pure.
Jolene si mordeva la lingua per non lasciarsi sfuggire nessun suono, e soprattutto per non maledirsi da sola. Aveva pensato bene di portarle in quel vicolo maledetto, e ora? Aveva creduto che fosse solo la paranoia a farle riconoscere nella figura incappucciata un inseguitore, e che sarebbe sparito come uno spettro alla prima verifica della realtà. Invece, l'omone era ancora sulle loro tracce, e lei ed Ariel più isolate che mai. Ben fatto, Corvonero. Non avrebbe sopportato che succedesse qualcosa ad Ariel.
«Prendi la bacchetta.»
Annuì. Sì, la bacchetta. Dove l'aveva messa? Si tastò i fianchi, tra gli strati di stoffa del vestito. Era nuovo e, a differenza degli abiti che indossava tutti i giorni, sprovvisto di un'apposita tasca per il Larice, che non si trovava come di consueto a contatto con il fianco sinistro, comodamente a portata di mano. Merda. Dov'è?
Avvertiva il panico salire in concomitanza alla frequenza del battito, che le rimbombava nelle orecchie. Stava ancora cercando, scostando malamente strati e strati di veli, quando Ariel era già armata e i passi così vicini che, se anche l'uomo non sentiva ancora il fruscio del vestito – e il suo cuore impazzito –, presto l'avrebbe fatto. Jolene lanciò uno sguardo disperato ad Ariel, ma finalmente avvolse le dita intorno alla propria bacchetta.
Quel dissennatore mancato cercava proprio loro, non c'era possibilità di sbagliarsi. Jolene ricambiò lo sguardo terrorizzato della compagna, la faccia drenata di tutto il sangue e pallida come un lenzuolo. Più che chiedersi perché il tizio si fosse fissato con la loro zucca, Jolene si sforzava di escogitare un modo per scappare. Era sempre la sua reazione prima, quando la paura non era tale da immobilizzarla. Qual era il modo più rapido per cacciarsi fuori di lì? Se si fossero messe a correre, si sarebbero ritrovate una fattura nella schiena prima ancora di fare dieci passi. Potevano smaterializzarsi, ma lui era così vicino che solo per miracolo non le aveva ancora viste. Se si fossero messe a girare su se stesse le avrebbe individuate subito.
Jolene odiava quella situazione. Odiava quel buco maleodorante di Nocturn Alley, e se stessa per averci trascinato Ariel.
«Lo stiamo seminando in senso brutto!»
Aggrottò la fronte. «Cosa vuoi di... Ah.» Già, ah. Non osava sporgersi per paura di essere vista, così non poteva sapere che cosa stava facendo l'uomo; ma quando sondò lo spazio intorno a loro per cercare un indizio su che cosa volesse dire Ariel, comprese tutto non appena si accorse di una manciata di semi di zucca per terra tra i piedi della stessa. Si erano lasciate dietro una scia inconfondibile, Hansel e Gretel che tracciavano un sentiero di briciole che rivelasse la loro posizione alla strega malvagia. Questo è brutto. È brutto brutto. Non che spiegasse nemmeno minimamente che cosa volesse il brutto ceffo da loro, al punto da seguire le loro tracce. Ma poi, la gente aveva bisogno di motivazioni per essere inquietante a Nocturn Alley? Probabilmente no.
Per Merlino, non sarebbero state tradite da dei semi di zucca. Dovevano agire fintanto che avevano il vantaggio del tempo, ogni secondo che sprecavano era prezioso.
«Tieniti pronta a portarci via» mimò con le labbra, più che sussurrare. Strinse più forte la sua mano, con il palmo ricoperto di sudore freddo. Aggiustò la presa anche sulla bacchetta, per poi sporgere la testa quel tanto che bastava per vedere l'uomo. Era chino per terra, su quelli che dovevano essere semi di zucca. Si accorse per la prima volta che in una mano stringeva una vecchia scopa, ma non sembrava del tipo che gli avrebbe permesso di volare. Se solo la tensione non avesse ucciso tutto il suo senso dell'umorismo, avrebbe trovato la scena divertente.
Una distrazione. Doveva creare un diversivo che lo facesse guardare da un'altra parte mentre loro scappavano. Non era facile pensare quando tutto quello che sentiva era la paura dilagante, il suono stesso del sangue che le batteva nelle orecchie una distrazione...
Le si illuminò lo sguardo. Aumentò leggermente la stretta sulla mano di Ariel, per avvisarla che doveva tenersi pronta. Sollevò la bacchetta e la puntò alle spalle dell'uomo, a nemmeno due metri da lui. Si concentrò sul suono che voleva ricreare: passi umani, gli stessi che l'avevano terrorizzata solo pochi attimi addietro. Tre, quattro colpi ravvicinati sul lastricato, concitati come di una persona in fuga. Poteva quasi udire il rimbombo sinistro che avrebbero prodotto tra le alte mura delle case, il tipo di suono che ti fa girare la testa di scatto con i sensi allertati.
Distrao scandì mentalmente, senza inflessioni particolari.
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Mind 4. Il tuo PG o qualcuno nelle sue vicinanze si trova in pericolo e deve trovare il modo di aiutarlo sfruttando le sue abilità magiche.

 
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view post Posted on 31/10/2021, 15:57
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24 - banshee - shopping spree - carachter [sheet]
Ariel Vinstav
sooky creepy kooky E Di istinto la mano libera avrebbe cercato quella vicina di Jolene per poi risalire in favore della spalla e lì chiudersi.
Lei era il suo contatto con la realtà, la conferma che qualunque cosa sarebbe successa non l’avrebbero dovuta vivere da sole.
Con tutto quello che aveva visto o sentito per conto della Gazzetta era facile pensare agli scenari peggiori, eppure alla bocca dello stomaco il suo sesto senso tentava di calmarla, come se una voce invisibile stesse cercando di sussurrarle che no, quell’uomo non avrebbe fatto loro male.
Lo sguardo ripercorreva la scia di semi e l’ombra massiccia del figuro che le aveva seguite: la logica le diceva che nulla di quello che stavano vivendo potesse andare bene, l’istinto ribatteva dicendo che aveva ragione, ma non sarebbe stato lo scenario peggiore che avrebbe vissuto.
La voce di Jolene la riportò concentrata, sveglia. Annuì e prese un profondo respiro, sollevando la bacchetta per poterla all’altezza del volto.
Nella sua mente avrebbe cercato di mettere a fuoco l’ombrosa via su cui si affacciava la bottega Magie Sinister e l’insegna di questa.
Come una fotografia che gradualmente veniva a galla nella camera oscura, mostrando sempre più dettagli nel diffondersi del reagente a macchia d’olio sulla pellicola, la mente di Ariel ricuciva dettaglio dopo dettaglio: una vetrina cupa, il lastricato sporco del viale, le immagini di mantelli lugubri in fila, una teca con accessori da brivido, il volto di Casey Bell dietro il bancone, quello di un giovane ragazzo dall’altra parte della sala.
Poi fece un passo indietro con la mente: era di fronte alla porta di ingresso, poteva chiaramente ricordare la sensazione della manopola sotto la mano e
« con me.»
sussurrò il comando a Jolene, correndo a cercarne il polso alla cieca.
Una volta stretta a sé, si sarebbe protesa contro di lei - nei limiti imposti dal costume- ponendo le labbra contro la sua schiena.
« Magie Sinister.»
Lo disse perché anche l’altra fosse consapevole della loro destinazione.
Le avrebbe portate via lontano da quel disagio e i suoi dannati semi di zucca.
Con un gesto secco del polso e l’avambraccio, accompagnò la bacchetta verso l’alto, face un passo indietro mantenendo la mano attorno a quella altrui e poi con un colpo di tacco si sporse dal nascondiglio per effettuare una giravolta e .. CRACK!

Quando l’uomo si girò della coppia travestita non rimase nemmeno l’ombra, ma potè giurare di aver visto il volto di Ariel lasciarlo con una vistosa linguaccia nei suoi confronti.
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MIND 4. IL TUO PG O QUALCUNO NELLE SUE VICINANZE SI TROVA IN PERICOLO E DEVE TROVARE IL MODO DI AIUTARLO SFRUTTANDO LE SUE ABILITÀ MAGICHE.



Edited by petrichor. - 31/10/2021, 17:54
 
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