Fragolino, Privata

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view post Posted on 12/11/2021, 17:32
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Kim Jisung - 김 지성
‹ Mago Adulto ‹ 25 anni ‹

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Era una magnifica giornata, una stupenda e radiosa giornata di quelle che capitano raramente a Londra soprattutto in autunno. Jisung le adorava soprattutto da quando era tornato dalla Corea perché gli ricordavano il cielo limpido e luminoso di Daegu. Gonfiò il petto inondando d'aria i polmoni. Sorrise al vetro della finestra della sua stanza che gli stava regalando quella mattinata di sole e decise che sarebbe stato illegale e scortese rimanere chiuso in casa. Aprì l'armadio e recuperò il soprabito di mezza stagione quindi si diresse verso l'uscita. Era solo perché i suoi genitori erano già al ristorante e avevano trascinato con loro i suoi fratelli.
Una volta in strada sentì il suo buon umore crescere a livello esponenziale. Le giornate piovose e buie non influivano negativamente sul suo umore, ma quelle soleggiate davano una sferzata di gioia al suo carattere estroverso e esuberante.
Saltellava per strada come un bambino di quattro anni senza un'idea precisa su dove andare. Camminò per un paio di isolati spensierato come una fatina ed il suo entusiasmo salì alle stelle quando si trovò a passare davanti ad un negozio di frutta. Delle fragole enormi e rosse troneggiavano su uno dei banconi esterni. Jisung tirò immediatamente il freno e rimase lì in adorazione. Aveva una passione smodata per le fragole e quando se le trovava davanti perdeva completamente il lume della ragione. Ma non era periodo, com'era possibile che fossero in vendita? Più le guardava e più gli veniva l'acquolina in bocca. Le voleva mangiare, non poteva resistere.
"Ha visto che belle le mie fragole?" cinguettò un'anziana donna che doveva essere sicuramente la padrona del negozio "Ne vuole comprare un cestino?"
Jisung cercò di chiarire le sue perplessità "Non sapevo che crescessero anche nei mesi più freddi?"
"Sono di serra, ragazzo mio, ma assolutamente non hanno nulla da invidiare a quelle di stagione"
Non c'era bisogno di altro per convincerlo, le avrebbe mangiate anche se fossero state di cartapesta.
"Ne voglio tre cestini" sentenziò mentre esibiva il suo boxy smile "Me le può confezione in modo che non si rovinino, per favore?"
La negoziante lo assecondò in tutto e dopo qualche minuto il nostro uomo era di nuovo in cammino insieme al suo prezioso fagottello.
Quando si rese conto di essere a un paio di isolati dal Paiolo Magico, decise di entrare e fare una passeggiata a Diagon Alley. Era un po' che non ci andava e tanto valeva approfittare.
La confusione era sempre la stessa. Le strade erano attraversate da un fiume di gente che parlava senza smettere un attimo e troppo a voce alta per i suoi gusti. Iniziò a guardarsi intorno e venne attratto subito dalla vetrina del Serraglio Stregato. Fece un sorriso enorme e si avvicinò.
Adorava quel negozio ma da studente non ci era andato molto spesso. Non aveva avuto nemmeno un gufo e si era dovuto accontentare di comunicare con la famiglia tramite le civette della Guferia. Per lo smistamento i suoi genitori gli avevano regalato un rospo anche se lui preferiva un gatto tigrato. Se vogliamo essere pignoli non era nemmeno un vero rospo ma una rospa e Jisung l'aveva chiamata Bong-Cha, un nome che i suoi compagni non riuscivano a ricordare e avevano cambiato in ChaCha. Alla fine del primo anno Bong-Cha sparì misteriosamente per non fare più ritorno. Jisung aveva il sospetto che gli fosse saltata fuori dalla tasca durante un giro in giardino e tanti saluti.
Afferrò la prima fragola e se la ficcò in bocca intera. Non era niente per uno come lui, capace di infilarsi in bocca una fetta intera di torta a strati usando solo le bacchette.
Una, due, tre, quattro. Aveva perso il controllo e finì il primo cestino in breve tempo. Le aveva mangiate così voracemente da non rendersi nemmeno conto che si era sporcato la bocca. Sembrava che avesse messo il rossetto in modo maldestro e ricordava quel personaggio dei fumetti che i babbani chiamano Jocker.


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‹ PS: 160 ‹ PC: 110 ‹ PM: 110 ‹ EXP: 23

 
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view post Posted on 29/12/2021, 15:07
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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D
iagon Alley come sempre brulicava di gente: questa era la parte meno apprezzabile di quel posto. Emma fece l'ennesima smorfia di dolore quando un'altro ragazzino le pestò il piede. Era una persona abbastanza socievole, ma quel tipo di caos lo detestava: aveva bisogno dei suoi spazi, non le andava proprio a genio che la gente le si buttasse addosso perché lo spazio per passare era talmente poco da doverla spintonare. Il contatto fisico forzato la faceva davvero innervosire, soprattutto se tornava a casa con i piedi doloranti per tutte le volte che glieli avevano pestati. Si sollevò sulle punte cercando di vedere oltre quel fiume di gente che inondata Diagon Alley quel giorno: c'era anche da capirlo però, quella era davvero una bella giornata per fare compere. Da sopra le teste spettinate e brizzolate di tre donne scorse un piccolo tratto di strada libero, doveva cercare di raggiungerlo per bere un po' d'acqua in santa pace senza bagnarsi per colpa di qualcuno che la spintonava. Si fece strada tra quei corpi cominciando a metterci più forza e a non badare più ai piedi di nessuno. Quando un uomo si girò per dirle "bada a dove metti i piedi, ragazzina" Emma dovette fare ricorso a tutta la sua pazienza e alla sua educazione per non mostrargli il dito medio. Finalmente raggiunse quel tratto di strada meno frenetico e finalmente bevve dalla sua borraccia. Continuò a camminare verso il Serraglio pensando di approfittarne per comprare del cibo per Snooty già che c'era e fu proprio lì vicino che notò un ragazzo dai capelli folti e scuri che stava mangiando qualcosa… e sembravano fragole: il suo frutto preferito. Solo a pensarci sentì lo stomaco brontolare, magari sarebbe andata da Florian in cerca di un dolcetto fragoloso più tardi. Quel mago doveva avere più fame di lei, Emma lo dedusse dal modo in cui stava mangiando. Ciao... - lo salutò incerta - Per caso ti serve un fazzoletto? - chiese guardandolo negli occhi a mandorla. La bocca del mago era tutta sporca di succo rosso, anche le guance, la Grifondoro non riuscì a trattenere una risata - Scusami… è che sei così buffo! - Prese dal suo zainetto lo specchietto che le aveva regalato Camille e lo mise di fronte alla faccia del mago per farlo specchiare - ...guarda qua! - cominciò di nuovo a ridere.

Emma Cornelia Green

Grifondoro ◆ 15 anni ◆ Inglese ◆ Legilimens
 
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