Ariel A. Vinstav
Photojournalist, reporter • Banshee, 24 yo.
I Tre Manici di Scopa li aveva raggiunti in fretta e furia, avvolta da un mantello di lana che in quel momento non sembrava riuscire a fare il suo lavoro.
Le guance gonfie e le labbra, arricciate in una smorfia infantile, rendevano evidente la nota negativa dell'umore. Ogni qual volta incrociava il percorso con uno studente di Hogwarts diretto verso le carrozze per il Castello, li scartava degnandoli solo di uno sbuffo o un commento serrato sulle note del
"andate a studiare", mormorato tanto flebilmente da apparire sordo alle orecchie di chi le passava vicino, scoccandole occhiate confuse.
Le mani erano nascoste all'interno delle tasche della
salopette di velluto marrone, scosse occasionalmente contro lo stomaco per cercare di raddrizzare da sopra il maglione jacquard.
«Mi ci vuole cibo, tanto cibo e qualcosa da bere» Borbottò, mentre con un movimento veloce del piede destro avrebbe sospinto la porta di ingresso, evitando che questa si chiudesse davanti al suo naso poco dopo l'uscita dell'ultimo cliente.
Non appena fatto il suo ingresso, l'escursione termica portò le gote e la punta del naso ad arrossarsi improvvisamente. Si strinse nelle spalle, sfilandosi la frangia di merlino da sopra la testa.
Si sarebbe mossa lentamente all'interno della sala, guardandosi attorno per cercare il tavolo giusto da occupare. Dopo il tramonto la clientela del notissimo locale non era poca, eppure non erano troppi i commensali intenzionati a prender posto vicino alla cappa di fumo creata da Casey Bell.
Anche ora che il Dilaberis aveva reso la zona più respirabile, in pochi avevano deciso di accomodarsi nei tavoli vicini e questo avrebbe portato Ariel a muoversi proprio in direzione dei due Caposcuola, convinta di aver trovato una zona della sala dove poter stare tranquilla.
Il problema, però, era che Ariel che fosse di buon umore o meno, era e rimaneva un grossissimo animale sociale. Per questo motivo quando si accinse a scostare la sedia del tavolo accanto cui le due ragazze conversavano, si ritrovò col fermarsi di scatto.
Le stava palesemente osservando, mancando totalmente di discrezione.
Una, Megan Haven, era familiare, ma non riusciva a toccare i tasti giusti della sua memoria.
La seconda, invece, era una figura impressa nella sua mente - sì, impressa
a fuoco visto il loro incontro più importante.
«Casey Bell.»Lo disse a mezza voce come un commento distante, detto fra sé e sé, ma comunque udibile da chi le era vicino.
«Lei è proprio Casey Bell. Nocturn Alley, Giornata del Duellante, Bonfire Night e quel jazz lì, no?»Aveva interrotto una conversazione?
Assolutamente sì.
Sembrava essersene accorta o in qualche modo di essere dispiaciuta? Assolutamente no.
Aveva davvero descritto l'essere stata mandata a fuoco a duello dalla Grifondoro "Bonfire Night"?
Ahinoi.