A thorough process, Colloquio di Jisung Kim

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view post Posted on 19/11/2021, 10:15
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Il Fato

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Ospedale di San Mungo
per le Malattie e le Ferite Magiche


Il gufo che aveva recapitato nuove sulla candidatura al ruolo di Medimago di Jisung Kim era un vecchio collaboratore del Guaritore Rufus Murphy, medico presso l'Ospedale San Mungo da quasi trent'anni.
La sua lettera era impersonale: ossequi, cordiali saluti e osservazioni sterili sull'interesse che l'istituzione aveva sviluppato al fronte di una prima scrematura dei candidati, davano come uniche informazioni utili una data, un'orario e un indirizzo a cui presentarsi.
"Purge e Dowse, Ltd., Londra, Gran Bretagna. 10.30 AM"
Superati gli ingressi malmessi del grande magazzino abbandonato e raggiunte le prime vetrine, una fila di manichini avrebbe permesso all'aspirante medico di richiedere accesso all'Ospedale.
Qualora non gli fosse nota la procedura d'ingresso, questa era fortunatamente riportata in un secondo foglio allegato alla lettera di invito a colloquio, richiedendo sempre accortezza nell'aggirarsi per Purge e Dowse essendo inserito in un quartiere della Capitale a forte densità babbana.

Sarebbe bastato chiedere l'accesso e dichiarare il motivo della visita perché uno dei manichini si animasse.
Uno scatto del collo, un flettersi delle giunture artigianali degli arti e Jisung si sarebbe ritrovato voltato lo sguardo catapultato nell'assordate androne d'ingresso dell'Ospedale Centrale della Gran Bretagna.

Di fronte a lui un'elaborata rampa di scale si apriva a fondo sala in una doppietta di legno massiccio che avrebbe condotto sia da destra che da sinistra ai piani superiori.
Del tozzo edificio diroccato in cui aveva messo piede non c'era più traccia, testimone il cartello di fianco l'imbocco delle scalinate che ripartiva la divisione dei reparti dell'Ospedale di piano in piano.
Riconoscibili all'occhio i Guaritori di passaggio: le divise si ripetevano, non tutte uguali, ma legate da un filo conduttore; il verde delle vesti era costante, spezzato occasionalmente da camici o grembiuli bianchi - la contaminazione delle vesti babbane era evidente, ma non per questo mancavano praticanti in tunica o attrezzati di una comoda cuffietta di lino bianco in testa.

Superate le file di divanetti e poltrone ai fianchi della sala, gremite di pazienti dalle problematiche più bizzarre (era un corno quello che usciva dal braccio di quell'uomo?), Jisung avrebbe potuto notare il pesante scrittoio di legno presentato da un cartello di legno chiaro come la Reception locale.
"Rivolgetevi al Mago del Benvenuto per informazioni e richieste di ammissione.
Non disturbate per richiedere continui aggiornamenti sui pazienti. Abbiate pazienza."

Una strega anziana in abito verde lime era seduta ad uno scranno, intenta a riportare alcuni dati su un volume dai fogli in pergamena.
Sarebbe stata lei ad indicare a Jisung. una volta interpellata, l'ala sinistra dell'ampia sala e il suo corridoio, lungo abbastanza a render difficile all'occhio comprenderne l'estensione.
«Buongiorno signor Kim. Il Dottor Murphy l'attende nella Farmacia in fondo al corridoio: è di fronte al quadro di Omar Abasi e accanto al vaso di petunie viola, caro. Bussi tre volte ed entri! In bocca al Licantropo!»
Cordiale, avrebbe donato un sorriso leggero al ragazzo, prima di tornare ai suoi affari.

Bene, era il momento di attraversare la calca di guaritori, le barelle galleggianti e i pazienti in attesa.
Il San Mungo non si fermava mai.




\\ Benvenuto al tuo colloquio Jisung!
Il primo post è più sostanzioso unicamente per aiutarti con una descrizione iniziale
su come è stato contattato il tuo PG in risposta ad una tua candidatura,
come raggiungere il San Mungo e come questo si presenta una volta all'ingresso.
Non sei costretto a soffermarti su ogni fase di narrazione da me riportata, quanto dare importanza all'arrivo in Ospedale e il raggiungimento della porta della Farmacia del Piano Terra, una volta ottenute le informazioni alla Reception.

Non ti è permesso modificare i tuoi post una volta inviati
(qualora fosse necessaria una modifica, scrivimi via MP spiegando la causa della modifica
e applicala solo dopo aver ricevuto il mio benestare).
Per dubbi o domande non farti problemi a scrivermi.
Buon divertimento!
 
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view post Posted on 19/11/2021, 17:57
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Kim Jisung - 김 지성
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colloquio
Ci aveva rimuginato per giorni, trascorso notti insonni condite con mille tisane nell'attesa della risposta dell'Ospedale alla sua domanda di colloquio. Temeva che si stava solo illudendo e che non sarebbe mai arrivata. Non aveva esperienza e non era sicuro che un tempio di guarigione magica come San Mungo potesse dargli una possibilità
Si sbagliava, come era già successo tantissime volte nel corso della sua vita.

Il gufo era apparso sul davanzale della finestra un pomeriggio di pioggia quando ormai aveva smesso di aspettarlo. Jisung era saltato dal letto, ansioso di andare a recuperare la busta che il volatile custodiva nel becco.
*Che cosa faccio se andrà male?*
Era un'eventualità che le sua insicurezza gli impediva di scartare. Un vero controsenso visto il lavoro che voleva andare a fare. Un medico doveva essere sicuro e risoluto in ogni situazione. Jisung pensava di non esserlo ma in realtà il suo vero handicap era che si soffermava troppo a rimuginare. Quando doveva prendere di petto una difficoltà alla fine riusciva a farle fronte, semplicemente perché smetteva di pensare. Il passare dalle idee ai fatti aveva sempre il potere di cambiare le carte in tavola. Lui ovviamente non riusciva ad averne coscienza e per questo restava lì a rosolarsi le terga come un porcellino allo spiedo. L'unico essere umano capace di mettersi i bastoni tra le ruote da solo.
Ora il giorno del Giudizio era arrivato e se voleva avere quell'impiego non poteva permettersi le sue solite figure di castagna. Più facile a dirsi che a farsi.

Aveva imparato a memoria l'indirizzo. Lo stesso valeva per le indicazioni di accesso. Trattandosi di un quartiere con altissima densità di babbani non voleva correre il rischio di spostarsi con in tasca delle pergamene ufficiali.

Fece la solita doccia ma rimase parecchi minuti a respirare il vapore con i capelli bagnati. Guardò la sua immagine nello specchio mezzo appannato.
La frangia che amava tanto forse non sarebbe stata opportuna quel giorno. Avrebbe dato un senso di trascuratezza o l'avrebbe fatto sembrare molto più giovane.
Decise quindi di fare la riga da una parte e pettinarli leggermente all'indietro. Sembrare un adulto serio era un'assoluta necessità.
Non spruzzò profumi o essenze che avrebbero potuto infastidire il suo esaminatore e, dopo essersi asciugato con cura, indossò il completo elegante che aveva comprato tempo addietro.
Era blu molto scuro con un gilet arrotondato. A cingergli il collo l'immancabile cravatta dello stesso colore.
L'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era subire il terzo grado di sua madre per cui evitò come la peste di uscire dalla porta principale. Con la fortuna che aveva, e ne aveva molta, lei si sarebbe ritrovata a passare proprio in quel momento per andare a prendere il tofu. Meglio evitare ogni minima fonte di agitazione e andare dritto alla porta sul retro.

'Purge e Dowse, Ltd., Londra, Gran Bretagna. 10.30 AM'

L'indirizzo che gli era stato indicato non era molto lontano dal ristorante dei suoi genitori. Decise quindi di muoversi a piedi sperando che una passeggiata di una quindicina di minuti lo avrebbe aiutato a distrarsi.
Arrivò sul posto in netto anticipo sulla tabella di marcia. Si guardò intorno con aria perplessa. Ma dove era finito? Era un magazzino polveroso e abbandonato, nulla a che vedere con un Ospedale.
Seguì comunque le indicazioni del gufo e iniziò a fissare uno dei manichini. Lo toccò con il lungo indice e iniziò a giocherellare con la mano del tipo inanimato.
"Ehm, buonasera! Chiedo l'autorizzazione per entrare. Sono Kim Jisung e sono qui per il colloquio."
Non fece in tempo a mettere il punto alla frase che quell'affare prese vita facendogli venire un infarto. Fece un salto all'indietro portandosi le mani al petto. Certi imprevisti non erano proprio adatti a uno come lui. In principio le forti pulsazioni nelle orecchie per lo spavento ovattarono il rumore che proveniva alle sue spalle e Jisung rimase ad ansimare come un coniglio appena sfuggito a un predatore. Quando il battito tornò normale fu il frastuono dietro di lui ad attirare la sua attenzione.
Era arrivato a San Mungo.
Jisung spalancò la bocca alla sua solita maniera mentre si guardava intorno affascinato. Aveva immaginato mille volte come sarebbe stato ma quello che aveva davanti agli occhi era completamente diverso. Lesse tutti i cartelli di indicazioni, le ubicazioni dei Reparti e si ritrovò a fantasticare su dove lo avrebbero collocato nel caso il suo colloquio fosse andato a buon fine. Preso com'era dai suoi sogni ad occhi aperti rischiò subito un frontale con una barella fluttuante ma per fortuna quegli aggeggi erano più svegli di lui.
Nell'androne ce n'era per tutti i gusti, anche se la cosa che lo soprese di più fu un tipo con una strana protuberanza su un braccio. Una giovane donna con il volto mezzo blu e mezzo verde mollò uno starnuto a mezzo metro da lui e Jisung si augurò che non fosse nulla di contagioso.
Nuotò in mezzo ad un fiume di camici verdi e malattie senza senza senso prima di arrivare incolume al bancone della reception, accolto da un'anziana strega in abito verde lime.
"Buongiorno signora. Mi attendono per un colloquio. Il mio nome è Kim Jisung."
«Buongiorno signor Kim. Il Dottor Murphy l'attende nella Farmacia in fondo al corridoio: è di fronte al quadro di Omar Abasi e accanto al vaso di petunie viola, caro. Bussi tre volte ed entri! In bocca al Licantropo!»
Ma speriamo di no! Con la sua sfortuna era meglio evitare.
"Grazie"
Rispose comunque con un leggero inchino accompagnato da un sorriso e si congedò.
Imboccò il corridoio che gli era stato indicato ma ad un terzo del tragitto si bloccò di colpo rimanendo letteralmente paralizzato.
Non poteva crederci! Lei era tornata a trovarlo e proprio nel momento più sbagliato. La dermatite che lo affliggeva gli stava esplodendo sulla schiena più rapida di un fulmine. Maledetta agitazione! Manichino infernale!
Trattenne il respiro sperando che fosse solo frutto della sua immaginazione ma purtroppo non era così. A giudicare dall'intensità del prurito la sua schiena si stava già ricoprendo di macchie scarlatte e lui sentiva un bisogno irrefrenabile di grattarsi. Non riusciva a resistere, stava per impazzire.
Provò a incrociare un braccio dietro la schiena ma la giacca stretta gli bloccava i movimenti. Provò a cambiare braccio ma era anche peggio. Si allungò, si piegò all'indietro ma rischiava di strappare le cuciture se faceva troppa forza. Quello sarebbe stato un disastro colossale.
Lo sapeva che non sarebbe mai andato tutto liscio ma doveva trovare in fretta una soluzione. Anche se era arrivato in anticipo l'ora dell'incontro si avvicinava pericolosamente.
Si guardò intorno nel corridoio, a destra e a sinistra, nella disperata ricerca di un aiuto inaspettato. Non c'era nulla apparentemente utile finché la mente stramba di Jisung non fece scattare il lampo di genio. Erano tutti tremendamente indaffarati e nessuno avrebbe prestato attenzione a lui. Appoggiò le spalle contro il muro e, facendo su e giù con le gambe, cercò di dare sollievo alla sua schiena in fiamme.
La sfiga, come suo solito, gli regalò subito la sua benedizione. Due infermiere sbucarono dalla porta più vicina e lo beccarono a grattarsi come un orso contro un albero.
Ansia, paura, terrore. Figura di castagna, 5 Galeoni al chilo.
Mentre le due donne lo fissavano sbigottite, Jisung divenne più rosso delle sue eruzioni cutanee.
"Credo di avere un insetto nella schiena."
Chiamala insetto quella colonia di chiazze infuocate.
Voleva prima sparire e poi morire.
"Meglio che vada in bagno."
Fece un inchino e schizzò verso la toilette degli uomini senza aggiungere altro.
Era davvero un idiota! Ma fare la stessa operazione senza testimoni dentro uno dei gabinetti? Troppo semplice come cosa per averci pensato prima.
Si rinchiuse nel primo cubicolo disponibile dove si liberò della giacca, del gilet e della camicia.
Afferrò la bacchetta e se la puntò dietro le spalle. Un po' di umidità gelida gli avrebbe dato sollievo in modo da poter fare il colloquio senza sembrare un animale da circo. Appoggiò la testa contro il muro e provò a concentrarsi calmando la respirazione. Cercò di immaginare dove sarebbe voluto essere in quel momento. Mille immagini gli invasero la mente: gelo, acqua che scorreva, neve, pioggia. Tra tutte la doccia fu l'immagine che lo aiutò di più. Provò a fare un piccolo cerchio con il polso per poi provare a lanciare l'incantesimo con un piccolo tocco leggero e deciso verso la schiena.
"Bryus."
Non era certo che fosse andato a buon fine a causa della posizione innaturale del braccio ma cercò di convincersi che il prurito sarebbe passato. Rimase così per qualche minuto finché quella sensazione orribile svanì. Indossò di nuovo gli abiti appesi al gancio della porta il più rapidamente possibile ma un pensiero orribile lo assalì.
E se il suo esaminatore fosse stato un Legilimens? Si sarebbe gustato tutta la sua allegra performance senza fare la minima fatica dato che era appena accaduto. Sospirò. Ormai non c'era più tempo.
Uscito dal bagno imboccò di nuovo il corridoio e camminò fino al vaso di petunie. La Farmacia era proprio lì, di fronte al quadro di Omar Abasi.
Il pungo si chiuse e le nocche colpirono tre volte la porta chiusa. Attese un paio di secondi per far registrare il suo arrivo ed entrò, esattamente come la strega gli aveva detto.
"Buonasera Dottor Murphy. Sono Kim Jisung, dovrei fare il colloquio per l'assunzione."
Il nome dell'esaminatore era già un chiaro segno del destino per uno come Jisung che aveva fatto della legge di Murphy un inno di vita.
Come si dice?
'Se qualcosa può andare storto, lo farà.'
*E che Helena Corvonero mi aiuti.*


colloquio1
‹ PS: 160 ‹ PC: 110 ‹ PM: 110 ‹ EXP: 23



Buonasera Master, spero di aver colto bene tutte le indicazioni che mi hai fornito nel tuo post.
Sebbene l'incantesimo nel bagno sia solo a scopo descrittivo ho cercato di eseguirlo in modo corretto e ipotetico.
Grazie per il tuo supporto :flower:
 
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view post Posted on 29/11/2021, 07:50
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Ospedale di San Mungo
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Il tenue alito di vento gelido prodotto dalla bacchetta di Jisung fu abbastanza da attenuare il rash cutaneo.
Una spiacevole controindicazione dell'ansia e lo stress che rimarrà nota solo al giovane aspirante medico e le pareti del cunicolo dentro cui si era rifugiato.

Una volta raggiunta la Farmacia al Piano Terra Jisung venne accolto dal pungente aroma dei reagenti e le erbe officinali.
Il luogo era, nonostante l'ora, nella quasi totale penombra spezzata qua e là dalle fiamme delle candele sparse per l'ambiente e alcuni cristalli bianchi incantati agli angoli della stanza.
Le pareti erano coperte da scaffalature e dispense gremite di boccette, ampolle, vasi e barattoli tutti accompagnati da una vistosa etichetta di pergamena; pozioni, filtri, distillati e materie prime vegetali ed animali.
Al centro della Farmacia troneggia un tavolo massiccio in ebano, puntellato qua e là di segni di taglio e bruciature.
Proprio su questo alambicchi, calderoni autorimestanti e in peltro, bilancine d'ottone, taglieri, coltellini, setacci e mortai in marmo.
Tutto il necessario per creare una buona sezione delle pozioni facili e medie che Jisung Kim avrà imparato nei suoi anni ad Hogwarts.
Il M.a.g.o. che aveva ottenuto in Pozioni gli avrebbe potuto far rendere conto come, effettuato un sopralluogo visivo del laboratorio/deposito, l'attrezzatura fosse di ottima qualità, ma non abbastanza vasta da poter permettere la creazione di pozioni particolarmente complesse e dai tempi di lavorazione prolungati.
Al centro del tavolo, in piedi e chino su uno dei calderoni accesi, un uomo stava borbottando a mezza voce.
Un cappello schiacciato sul capo rendeva difficile distinguerne il volto.
Non sembrava aver immediatamente notato Jisung, dandogli quindi tutto il tempo necessario per cominciare ad ambientarsi nella Farmacia.
Uno, due, tre, cinque secondi di silenzio finché la mano sinistra si solleva da dietro il calderone facendo cenno al ragazzo di avvicinarsi.



«Immagino tu sia il ragazzo del colloquio. Vieni qua.»
Sollevato il capo nella luce fioca rilasciata dalle fiamme delle candele vicine, Jisung poté distinguere il volto vissuto del Dottor Murphy.
I capelli castani apparivano unti, tirati all'indietro e schiacciati dal cappello consunto. La barba corta sembrava l'unica cosa tenuta con cura da parte del medico: la camicia bianca che indossava era sgualcita e sporca qua e là di macchie rosse e gialle, i pantaloni neri erano sporchi di quella che ad una prima occhiata sarebbe sembrata essere cenere. Un sigaro era stretto fra i denti, spento e inutilizzato.
«Sono il Dottor Rufus Bertrand Murphy, opero in questo ospedale da diciannove anni e gestirò il tuo colloquio.»
Non lo guardava negli occhi, berciando una presentazione formale e impersonale.
Dietro il suo marcato accento gallese era impossibile non notare la sua irritazione.
Ora che erano vicini, Jisung avrebbe potuto notare, seguendo lo sguardo di Rufus, come questo stesse osservando un fascicolo.
Il Simbolo del San Mungo riportato nell'angolo superiore e i dati clinici di tale "Mister Mortimer O'Loney".
«E sto cercando di capire come questo povero bastardo non debba morire. E tu mi darai una mano, ching-chong
Si grattò distrattamente la mascella, prima di sfilare il sigaro e lanciarlo alle sue spalle con noncuranza, facendolo schiantare contro la vetrinetta chiusa di una delle dispense.
«Ma prima: presentazioni. Nelle lettere che mi sono state consegnate è evidente tu abbia deciso di farti le ossa nel cuore della medicina britannica e non rimanere a tagliare zenzero e raccogliere Quadrifoglio sbilenco nel giardino di casa: il che significa che o sei un sognatore sprovveduto che non capisce il peso della nostra Istituzione e quanto pesante sia il ruolo di un Guaritore, o hai più palle di un Erumpent incazzato.»
Sboccato, ma diretto fino al punto. Batté ripetutamente le mani sporche di cenere contro la pergamena della cartella clinica.
«Presentati. Convincimi e dimostrami che vali il mio tempo e quel poco che rimane al signor O'Loney e leggerai il suo fascicolo, o puoi tornare a girare il riso con la tua bacchetta magica lontano da qui.»
Rufus forse non era il più gradevole degli esaminandi, ma almeno sembrava essere cosciente del suo ruolo e le sue responsabilità.


 
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view post Posted on 29/11/2021, 18:45
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Kim Jisung - 김 지성
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colloquio_2
Dopo aver varcato la soglia ed essersi inchinato circa tre volte, il naso di Jisung venne raggiunto dal profumo delle cose che più amava. L'ambiente però era lontano anni luce da quello che si era figurato. Era pronto a trovare un vecchio medimago seduto dietro una solida scrivania in un candido camice bianco, scortato da scaffali di preziosi medicinali. Una stanza luminosa e calda sebbene fosse ubicata al piano terra.
Niente di tutto ciò. La Farmacia ricordava più l'Aula di Pozioni di Hogwarts che un asettico ambiente ospedaliero.
I vasi nella credenza mettevano in mostra tutto quello che un pozionista e un amante delle piante magiche potesse desiderare. I grappoli purpurei della Digitalis catturarono per primi la sua attenzione. Il vaso alla destra era stracolmo di Fagioli Sopoforosi, mentre quello a sinistra conteneva per tre quarti dei perfetti fiori di Lavanda.
I suoi occhi scuri orbitarono per la stanza incontrando unguenti, calderoni, ampolle per distillazione e conservazione, arti di animali e funghi di ogni sorta. Era come un biglietto omaggio per il Paese delle Meraviglie.
Nel silenzio e nell'immobilità della stanza, disturbata solo dal mugugno soffocato dei calderoni accesi, Jisung notò immediatamente la mano dell'uomo chino sul tavolo malmesso di bruciature che lo invitava a farsi avanti.
«Immagino tu sia il ragazzo del colloquio. Vieni qua.»
Si mosse silenzioso finché non fu a cospetto del medimago. Il Dottor Murphy sollevò lo sguardo e l'ex Corvonero non proferì parola. Non poteva credere a quello che stavano vedendo i suoi occhi. Il suo esaminatore non solo era perfettamente a suo agio e in tema con la stanza ma sembrava che avesse usato i suoi vestiti, e i capelli, per tirare a lucido il bancone dopo l''ultimo utilizzo. I suoi abiti erano di un sudicio difficile da commentare per un coreano abituato a vivere in simbiosi con acqua e sapone. Possibile che permettessero ad un uomo così poco avvezzo all'igiene di mettere le mani sulle ferite di malmessi pazienti? Domanda inutile per quella che era solo la punta dell'iceberg.
«Sono il Dottor Rufus Bertrand Murphy, opero in questo ospedale da diciannove anni e gestirò il tuo colloquio.»
Jisung seguì gli occhi dell'uomo fino ad un fascicolo con il timbro dell'Ospedale, probabilmente la cartella clinica di un paziente di nome O'Loney.
Stava per ringraziarlo ma Rufus Murphy fu decisamente più veloce nel precederlo in fatto di carinerie.
«E sto cercando di capire come questo povero bastardo non debba morire. E tu mi darai una mano, ching-chong.»
Detto questo, lanciò il suo sigaro contro la vetrina della dispensa più vicina.
Jisung rimase pietrificato. Quello che aveva creduto essere un piccolo angolo di Paradiso nel cuore di San Mungo si era appena trasformato nel covo di Yeomra, supremo Re degli Inferi.
Di tutte le cose che lo lasciarono annichilito, il lancio del sigaro fu davvero un'inezia, una quisquilia buttata lì nel tentativo di creare un contrappunto con scarso risultato.
Non sapeva dire quale delle cose appena uscite dalla bocca di Murphy fosse la più deprecabile. Difficile scegliere tra "bastardo" riferito ad un ammalato o "ching-chong" riferito a lui. Quell'uomo era la quintessenza dell'indelicatezza e maleducazione. Non poteva credere che un tipo del genere fosse un medico da tutto quel tempo.
C'era poco da dire, il suo tatto viaggiava pari passo con la pulizia della mani. Inesistente.
«Presentati. Convincimi e dimostrami che vali il mio tempo e quel poco che rimane al signor O'Loney e leggerai il suo fascicolo, o puoi tornare a girare il riso con la tua bacchetta magica lontano da qui.»
Jisung sentì il nervosismo che iniziava a sprigionarsi dalle ciocche dei capelli. Non sapeva se quelle attenzioni fossero riservate a tutti ma le continue allusioni a sgradevoli luoghi comuni lasciavano pensare il contrario. Cercò di fermare per qualche istante la respirazione per farla poi ripartire con un ritmo più cadenzato. A cosa erano servite altrimenti tutte quelle ore di meditazione se non a mantenere la calma dello spirito in situazioni sgradevoli?
Era in quella stanza per diventare Medimago e solo per quello.
"Mi chiamo Kim Jisung, ma immagino che il mio nome non sia così facile da pronunciare. Può chiamarmi semplicemente Mr. Kim."
Mai fino ad allora aveva desiderato così tanto quel posto di lavoro. I pazienti non si meritavano di essere chiamati bastardi ma solo di essere confortati e rassicurati. Non erano per il medimago un problema da risolvere ma una sfida da vincere insieme.
"Il tempo che possiamo concedere ancora al Signor O'Loney è molto più importante di quello che posso dimostrare di meritare o meno. Non ho intenzione di uscire da questa stanza finché non avrò messo a servizio di quell'uomo ogni grammo del mio sapere magico. Per favore, il fascicolo."
Sarebbe rimasto in quella stanza ad oltranza, se necessario, diventando più sudicio del Dottor Murphy


colloquio1
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L'espressione tutt'altro che accogliente sul volto del Dottor Murphy mutò gradualmente specchiando inversamente le emozioni del povero Jisung.
Se inizialmente il ragazzo si era pietrificato davanti alla lingua tagliente del suo esaminatore, quest'ultimo si era ritrovato con l'incalzare di volta in volta sul povero aspirante con brutalità crescente, sottolineando la sua posizione di superiorità; ora, invece, dove l'indignazione sorgeva da una parte, l'atteggiamento brusco tramontava dall'altra.
Rufus sollevò il sopracciglio destro, stupito e schiuse le labbra, pronto a dire qualcosa che venne sovrastato dall'incalzare di Jisung.
«Ah.»
Stupito, compiaciuto persino, si ritrovò a squadrare per la prima volta l'aspirante Medimago, degnandolo finalmente del suo interesse.
«Vada per l'Erumpent Incazzato, allora.»
E dal tono di voce, quella sembrava essere l'opzione vincente agli occhi di Rufus.
Passò la mano sinistra contro la barba, grattandola con le dita corte mentre con lo sguardo tornava a rimuginare sulla cartella clinica.
Titubò ancora per qualche secondo, prima di annuire e aprire il fascicolo.
Sfilò solo parte delle carte di pergamena, allungandole a Jisung.



«Mortimer O'Loney, quarantesei anni, Antimago.»
Recitò i dati della cartella a memoria, avanzando nell'ordine in cui i primi dati anagrafici erano stati riportati a macchina sul fascicolo.
«E' ricoverato al Terzo Piano per Avvelenamento.»
La mano sinistra si sarebbe protesa verso il calderone fumante, dandogli una sonora pacca contro il bordo di peltro.
Un gesto della mano destra avrebbe portato all'estrazione della bacchetta prima e poi della scomparsa del contenuto all'interno della pentola con un incantesimo non verbale.
«Come vedrai dai valori riportati qui»
Si sporse in avanti, portando la bacchetta a punzecchiare una delle pagine, dove alcune tabelle riportavano numeri precisi.
«E dai sintomi riportati»
Debolezza muscolare, complicanze respiratorie, disturbi gastro-intestinali, temporanea contrazione spastica dei muscoli, seguita da formicolio diffuso alle estremità, emiplegia.
«Sta gradualmente peggiorando e ... sta perdendo la capacità di muoversi.»
A quel punto si sarebbe allontanato di un passo, sollevando la bacchetta a indicare a Jisung la Farmacia stessa con tutto ciò che a 360° era alla loro mercé.
«Mi dica Signor Kim: cosa può causare paralisi una volta ingerito? Ha a disposizione le nostre scorte: cerchi la possibile causa di questo guaio e me la porti al tavolo assieme ad una spiegazione: mi introduca l'ingrediente, mi dia la prova di aver ottenuto quel MAGO in Erbologia senza aver avuto bisogno di una copia di Phyllida Spore nell'aula d'esame, mh?»


Siamo alla prima prova pratica di questo colloquio: cosa può causare la paralisi se ingerito?
Ti ricordo che all’interno del sito sono presenti delle risorse utili a tua disposizione che ti riporto di seguito.
Jisung deve elaborare un’ipotesi ed esprimerla sia tramite spiegazione orale, sia nel pratico prendendo dalla farmacia la causa in questione di questa paralisi magica e presentandola al Dottor Murphy.
Topic: x, y.
 
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colloquio_2
Le sue dita afferrarono il fascicolo del Signor O'Loney e Jisung venne proiettato in un mondo tutto nuovo e affascinante. Dimenticò ogni tipo di insicurezza e tutte le brutte figure che aveva fatto prima di varcare quella porta. Ogni parte dell'ex Corvonero era concentrata a trovare una spiegazione ai problemi del paziente.
«E' ricoverato al Terzo Piano per Avvelenamento.»
La sua mente iniziò subito a lavorare in modo frenetico alla ricerca di una risposta precisa, ma non c'era. Le cause di avvelenamento nel mondo magico erano così molteplici che era come cercare un ago in un pagliaio.
Quando la bacchetta del Dottor Murphy picchiettò la cartella clinica, Jisung andò a cercare l'anamnesi, assetato di sapere e di uscire da quel labirinto. Lesse tutto con cura e rimase interdetto. Ma che accidenti aveva quell'uomo per presentare dei sintomi così apparentemente slegati tra loro?
«Sta gradualmente peggiorando e ... sta perdendo la capacità di muoversi.»
Sta perdendo capacità di movimento aveva appena detto? Fissò negli occhi il suo esaminatore mentre questi gli indicava con la sua bacchetta tutti gli ingredienti presenti in quella Farmacia fornitissima.
«Mi dica Signor Kim: cosa può causare paralisi una volta ingerito?»
Paralisi. Era lì il nocciolo della questione e il Dottor Murphy glielo stava sottolineando in vari modi. Doveva ragionare su quello, era il punto da cui partire. Per il resto era troppo codardo per presentarsi agli esami con un libro nascosto e poi era o non era un figlio di Priscilla?
Per questo non perse tempo in chiacchiere ma si avvicinò alla dispensa alla ricerca dell'unica cosa possibile. Fece scorrere le lunghe dita da ragno sulla vetrina finché i suoi occhi non trovarono ciò che stava cercando. Aprì lo sportello, recuperò il barattolo e tornò dal suo esaminatore.
"Daphne Mezereum."
Spinse leggermente il vaso contenente i fiori in direzione del medimago.
"Si tratta di un arbusto semi-sempreverde a cespuglio. E' formato da rami sottili di color marrone scuro, disposti in ciuffi compatti che ricadono verso terra. Le foglie sono piuttosto piccole e di color verde acceso. Nel periodo che va dalla fine dell'inverno e inizio primavera produce dei fiori di vari colori. Questi."
Indicò il contenitore che aveva appena recuperato. Si schiarì leggermente la voce e proseguì la sua esposizione.
"Durante l'estate invece i fiori vengono sostituiti da bacche scure e piccole. Ogni parte della Daphne Mezereum è velenosa e il suo veleno porta alla paralisi. C'è un altro fatto, in passato con un dosaggio opportuno e accorto la Daphne Mezereum veniva usata come purga, cosa che spiegherebbe i dolori gastro-intestinali del Signor O'Loney."
Prese di nuovo a consultare la cartella clinica, fermandosi a riflettere su alcuni sintomi in particolare.
"La Daphne Mezereum non spiegherebbe gli altri sintomi del paziente come la debolezza muscolare, le complicanze respiratorie, il formicolio se non fosse che questa pianta magica è uno degli ingredienti della Pozione Mors Aparentis. In quella pozione sono presenti altri ingredienti..."
Tornò di nuovo verso la vetrinetta e recuperò altri vasi.
"La Digitalis Purpurea e il Tasso Europero provocano, nell'ordine, caduta del polso e bradicardia con conseguente debolezza e problemi respiratori. La Mors Aparentis non deve mai essere ingerita perchè può essere mortale quindi deve essere vaporizzata. Nel caso di minimo ingerimento, ma davvero minimo, porta subito malessere fisico."
Scrutò il Dottor Murphy con i suoi occhi scuri e allungati, pronunciando a voce alta la domanda che gli stava frullando in testa da quando aveva fatto tutti i vari collegamenti mentali.
"Possibile che il Signor O'Loney ne abbia assaggiata una goccia o due prima di aggiungere il sangue di Pipistrello e le lacrime di Ghiro?"
Era una conclusione assurda, ma poteva davvero permettersi di escluderla a priori?


colloquio1
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view post Posted on 10/12/2021, 20:11
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Ospedale di San Mungo
per le Malattie e le Ferite Magiche


Un medico deve essere abituato a molte cose e tra queste non vanno dimenticate la capacità di gestione dello stress, la costanza, l’attenzione ai dettagli e la capacità di analisi ed elaborazione in tempi limiti.
È un mestiere temprante, difficile e spesso sottovalutato. Il Dottor Murphy lo sapeva benissimo e non poteva fare a meno di cercare di trasmettere i suoi decenni di esperienza nel settore al prossimo, non tanto per genuino interesse per la vocazione da mentore, ma per necessità professionale: Jisung Kim era un nessuno nella medicina, un autodidatta che aveva deciso di formarsi direttamente in un istituto di eccellenza invece di fare apprendistato altrove, quindi Rufus doveva degnarlo del doppio della sua attenzione.
«Il San Mungo promette eccellenza da quattrocento anni in Inghilterra .»
La voce greve si era fatta appena più calma. Sembrava meno intenzionato a intimorire con insulti l’esaminato, ma più a sottolineare l’importanza del discorso che stava per fare.
«Significa che se deve uscire da qui con un lavoro è perché deve aver fatto una gran bella figura.»
La bacchetta venne sollevata di nuovo volendo indicare proprio il campione in vaso di Daphne Mezereum, individuata da Jisung come la possibile causa di paralisi. Possibile fosse la scelta giusta?
«Ha dimostrato che potrebbe essere ad un primo giudizio … decente come botanico e forse come pozionista. Ma lei è qui per fare il medico e come ha voluto ricordarmi la priorità dovrebbe essere il paziente.»
Il braccio viene piegato e la bacchetta puntata nuovamente sul fascicolo.
«Il signor O'Loney, ha quarantesei anni ed è un antimago. Mi dica Signor Kim: se fosse da almeno vent’anni un antimago, andrebbe ad assaggiare pozioni della morte apparente per vedere se sono venute bene?»
La nota di scherno nella voce bassa di Rufus si colorò di un’evidente nota di confusione.
La bocca si piegò in una smorfia prima di allungare la mano libera verso il fascicolo.
Gli fece cenno di continuare a leggere.

I dati del paziente riportavano nella sua storia clinica numerosi ricoveri per danni da incantesimo causati dalle necessità del mestiere; il lavoro sul campo aveva portato a non poche necessità di un intervento medico e quindi il corpo di Mortimer ne aveva risentito nel tempo. Era in forma, nonostante tutto, ma aveva sicuramente ricevuto batoste non da poco.
Questo spiegava come nei suoi referti venisse segnalato un uso frequente, ma non eccessivo, di alcool (molto comune fra i suoi colleghi), anestetici e calmanti.
Nessuna comunque giustificava parte delle sintomatiche.
Jisung in quel caso non era stato smentito, ma nemmeno elogiato dal suo esaminatore.
«Una tesi va smentita o confermata per andare avanti: se lei fosse un antimago che pericoli dovrebbe incontrare spesso oltre ad uno schiantesimo? Deve pensare a chi ha davanti: ha un’idea? Deve capire se messa nel contesto continua ad essere ancora plausibile. Come avrebbe potuto ingerire una pozione del genere?»
Mortimer era ricoverato da tre giorni.
Era stato portato lì da un suo collega tramite smaterializzazione nel punto più vicino all’ingresso dell’istituto, interrompendo un turno di sorveglianza iniziato già da un’ora.
La cartella clinica lo identificava come ancora capace di muoversi al momento del ricovero. La difficoltà respiratoria e i problemi gastrointestinali erano gli unici sintomi identificati prima dell’arrivo in accettazione.
«Un antimago in servizio comincia a sentirsi male: erano nascosti a osservare alcuni sospetti quando comincia ad avere difficoltà a tenerla nei pantaloni e non riesce a respirare. Viene portato di peso qui: entro un’ora non riesce a gestire i propri muscoli e ha perso l’uso della gamba sinistra. Mezz’ora dopo il braccio sinistro è immobile. Mortimer non presentava ferite al ricovero e gli unici valori nettamente fuori dalla norma, come può notare, erano quelli legati alla sua pressione cardiaca che lei sta cercando di ricollegare agli effetti di una pozione di mors aparentis. Cosa farebbe per confermare la sua tesi? Esami? Incantesimi? Somministrazioni specifiche? Mi chiederebbe qualcosa di specifico su questo mio paziente?»
Rufus avrebbe a quel punto sollevato le braccia come a voler fisicamente invitare Jisung ad avanzare.
«Un medimago è come un detective per certi versi.»
Parte due del colloquio: indagine.


come sempre se hai dubbi scrivimi pure via mp
 
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view post Posted on 11/12/2021, 17:07
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Kim Jisung - 김 지성
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colloquio_2
All'inizio aveva sperato in un colloquio completamente diverso, ora invece si stava appassionando. Gli piaceva come il dottor Murphy lo stesse mettendo di fronte ai fatti, adorava il modo con cui lo stava facendo ragionare partendo dai suoi errori dovuti a troppa superficialità e al poco mestiere. Le parole del suo esaminatore gli fecero comprendere una cosa molto importante: non era più a Hogwarts. Quella sala non era un'aula dove recitare una lezione ben studiata ma una realtà diversa da quella scolastica. La teoria che aveva studiato per tanti anni non doveva essere dimenticata ma ora andava messa a servizio della pratica.
«Ha dimostrato che potrebbe essere ad un primo giudizio … decente come botanico e forse come pozionista. Ma lei è qui per fare il medico e come ha voluto ricordarmi la priorità dovrebbe essere il paziente.»
Sapeva che quelle parole non erano state pronunciate per mortificarlo ma per spronarlo a ragionare e a usare il cervello. Se avesse voluto dirgli che non capiva un fico secco lo avrebbe fatto e senza troppi giri di parole. Glielo aveva dimostrato all'inizio del colloquio che non aveva peli sulla lingua.
Da quel momento in poi Jisung rimase in silenzio, lasciando che il dottor Murphy commentasse ogni minimo passo della sua esposizione.
Era stato uno sciocco a fermarsi ai primi dati dell'anamnesi tralasciando di leggere tutto il resto della cartella clinica. Si era fossilizzato sulla domanda del medimago: cosa può causare paralisi una volta ingerito? Si era fermato lì e aveva dimenticato tutto il contorno.
Era stato davvero uno sciocco! Non voleva fare più lo stesso sbaglio.
Riprese la leggere tutto il fascicolo del paziente senza smettere di prestare attenzione alle parole del Dottor Murphy. Gli stava facendo capire che doveva scavare tra le righe. Voleva che indagasse sulla vita intera dell'uomo senza tralasciare nemmeno un dettaglio.
"A volte nella vita, come penso anche in ambito medico, possono accadere delle cose che vanno contro ogni logica. Nel nostro caso è l'eventualità che il signor O'Loney possa aver ingerito quella pozione. Dunque vediamo, è un antimago in servizio da moltissimo tempo e proprio per questo avrà avuto a che fare con parecchi individui poco raccomandabili e potrebbe essersi fatto molti nemici. Dato che un uomo della sua esperienza non avrebbe mai ingerito in modo volontario una pozione pericolosa, mi chiedo se la cosa possa essere avvenuta in modo del tutto inconsapevole. Un incantesimo Confundo è piuttosto facile da eseguire per un mago adulto, sono in grado di farlo gli studenti alla fine del primo anno. E' forse stato colpito da un incantesimo di questo tipo?"
Sfogliò il fascicolo avanti e indietro varie volte.
"Sì, le vorrei fare varie domande in realtà. La prima è sullo stato mentale del paziente al momento del suo arrivo in ospedale. La sua lucidità era inalterata oppure presentava qualche vuoto? Non mi pare che sia indicato nella cartella. Ci sono vari pregressi clinici ma nulla riguardo allo stato psicologico. Il collega ha parlato solo di malessere fisico al momento dell'appostamento ma per capire a fondo cosa possa averlo causato bisognerebbe ripercorrere i passi del signor O'Loney nel corso delle ultime 48 ore. La mia seconda domanda è: siamo a conoscenza di dove è andato, che cosa ha fatto e chi ha incontrato? Ogni piccola informazione di questo tipo sarebbe un passo importante per trovare la soluzione del problema. Dottor Murphy, lei prima mi ha fatto una domanda precisa riguardo a cosa causa paralisi se ingerita e la Daphne Mezereum è l'unica cosa che conosco che abbia questo tipo di effetto sull'organismo.
Sto leggendo il fascicolo del paziente e c'è scritto chiaramente che non aveva alcun tipo di ferita al momento del ricovero in ospedale. E a tale proposito avrei una terza domanda. Non vedo nulla che faccia riferimento a segni di altra natura. Il signor O'Loney aveva segni di ustioni o di un qualsiasi tipo di arrossamento cutaneo?"

Appoggiò la mano sotto al mento a formare una V perchè lo aveva sempre aiutato a pensare e si avvicinò al Dottor Murphy.
Al momento l'idea della pozione ingerita per sbaglio restava la cosa più plausibile e per quella ragione avrebbe dovuto conoscere gli spostamenti del paziente nelle ultime ore.
"Dimentichiamo un attimo l'incantesimo Confundo e mettiamo invece il caso che il nostr...il suo paziente abbia incontrato qualche individuo sospetto nelle ore precedenti al malore che gli abbia fatto ingerire o toccare qualcosa in modo del tutto inconsapevole. A questo punto bisognerebbe, come ha detto, confermare questo tipo di ipotesi."
Fissò si nuovo gli occhi sul fascicolo del paziente. Doveva esserci sicuramente qualcosa che non aveva notato o che non era stato annotato dal suo esaminatore perché voleva che lui ci arrivasse da solo.
"Non farei l'incantesimo contro i veleni. In questo caso non è stato punto o morso ma il veleno è stato somministrato per via orale. Proverei con un Innerva sulle parti colpite dalla paralisi. L'incantesimo agisce sul sistema nervoso e potrebbe stimolare la ripresa dei movimenti."
Gli stava sfuggendo qualcosa, ma cosa?
"Una somministrazione...non esiste un antidoto specifico per quella pozione. Gli somministrerei un antidoto per veleni comuni per vedere che tipo di miglioramenti avrebbe il paziente, se uno dei sintomi andrebbe a diminuire o meno. Da lì potrei decidere poi in base a quelli ancora presenti che tipo di cura fare. Riguardo agli esami invece non saprei trovare una risposta degna di nota. L'unica cosa che mi viene in mente sarebbe cercare di risalire a cosa ha effettivamente ingerito ma non credo sia più possibile."
Ora pendeva dalle labbra del Dottor Murphy. Pensava di aver fatto un ragionamento giusto in teoria, ma quest'ultima lasciava sempre il tempo che trova. Ogni cosa che aveva detto poteva presentare qualche fallo di cui Jisung non si rendeva conto. Aveva solo provato a mettere al servizio di quel paziente tutte le sue conoscenze scolastiche unite al suo intuito. Sperava che il dottor Murphy non lo cacciasse a pedate ma che lo stimolasse ancora di più a trovare una soluzione.


colloquio1
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Buonasera Master, per il momento nessun dubbio. Le tue indicazioni sono precise e mi stanno aiutando tantissimo. Spero di non aver preso un granchio :fru:
 
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view post Posted on 29/12/2021, 19:08
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«Il paziente non era in stato confusionale, ma unicamente sofferente e preoccupato per la sua condizione fisica.»
Il Confundus era quindi da scartare, lasciando ai problemi del Signor O'Loney unicamente quelli proposti nella parte di referto consegnata fino a quel momento.
«E' però vero che gli antimago possano nutrire l'attenzione dei criminali: non a caso, è stata fatta un'analisi del suo background e come ha potuto leggere lui e il suo collega erano nel bel mezzo di un'operazione di osservazione e inseguimento sul campo di alcuni pregiudicati.»
L'approccio del Dottor Murphy stava gradualmente mutando: se inizialmente era quasi descrivibile come aggressivo nei confronti del povero Jisung, via via che le analisi dell'esaminato si rivelavano essere sostenute da fatti, nozioni e logica il Medimago sembrava meno scettico, quanto incuriosito; voleva un dibattito medico, un test che potesse anche fungere da scambio di pareri, seppur sottolineando sempre con i suoi quesiti la netta differenza d'esperienza e conoscenza nel settore.
Rufus non voleva un ragazzino che giocasse a fare il medico, ma una mente matura pronta a spremere ogni parte del proprio cervello a servizio del paziente.
«Non aveva arrossamento cutaneo.»
Proprio per quello a quel punto aveva deciso non più di incalzare Jisung, ma semplicemente rispondere ai dubbi che sorgevano nel ragazzo.
Era sulla strada giusta, non aveva più bisogno di condurlo sul percorso di pensieri di cui necessitava il paziente.
«Quindi riassumendo: parliamo di un possibile caso di avvelenamento da somministrazione orale di Daphne Mezereum»
Lo sguardo si assottigliò un attimo: non gli era sfuggito il piccolo strafalcione del ragazzo che nella foga del momento aveva già preso a cuore l'antimago ricoverato e il suo ruolo nel suo caso, definendolo un "loro" paziente.
Non commentò apertamente il lapsus freudiano, ma bensì riprese a parlare come nulla fosse.
«Nel caso in cui fosse un medimago di una certa esperienza avrebbe sicuramente a sua disposizione l'incantesimo "Resétka" di cui ora dubito qualcuno del suo ... ruolo accademico» Strinse le labbra fra di loro un attimo trattenendo una smorfia, quasi come se non essere diretto e offensivo nei confronti del signor Kim gli desse fisicamente fastidio; si stava ridimensionando. «Possa essere capace» Concluse.
«L'incanto agisce direttamente sui tessuti e il sistema circolatorio del paziente che assorbendo la magia illuminante permettono di mettere in evidenzia le sostanze che stanno venendo ancora assunte dal corpo e non sono state smaltite – i veleni in questo caso – segnalandoci posizione e quantitativo della massa in circolo a seconda dell'intensità del colore.» Sollevò la bacchetta ancora, puntandola verso uno dei cartigli impilati lungo il tavolo da lavoro.
Un secondo fascicolo raggiunse la mano libera: era decisamente più sottile di quello in mano a Jisung e riportava nell'etichetta centrale sulla copertina di carta rigida la scritta "Referti Analisi".
Lo aprì ad una delle prime pagine, poggiandolo fra sé e Jisung: delle fotografie statiche di sezioni del corpo del paziente erano state accompagnate da piccoli disegni a mano, abbastanza precisi, che riportavano riproduzioni di vasi sanguigni e tessuti.
Al lato la voce in inchiostro verde "Veleno" segnalava come l'uso di quell'inchiostro sui disegni corrispondesse a dove il Resétka avesse trovato le tracce della tossina.
Le zone colpite nel referto principale erano quasi totalmente colorate di verde, così come tutte le arterie principali che dalle gambe si portavano lungo la colonna vertebrale fino al cervelletto.
«Nel suo caso, ovviamente, queste sono analisi a cui inizialmente assisterebbe, per imparare solo nel tempo a poterle gestire di sua mano. Come noterà, Signor Kim, il veleno è presente anche nella zona dello stomaco e in piccole tracce della gola: segno di come effettivamente sia stato ingerito per via orale.»
Avrebbe a quel punto sfogliato le pagine davanti al ragazzo.
Erano nuove foto, nuovi disegni anatomici.
«Dopo aver cercato di stimolare i nervi con l'uso di piccoli Innerva concentrati, abbiamo notato come l'effetto del veleno veniva meno solo per poco tempo e che via via che questo veniva assorbito, il paziente tornava incapacitato e sprofondava in un graduale stato di sonnolenza sfociato in un sonno profondo dopo un'ora dall'ammissione al San Mungo. A questo punto sorge spontaneo chiedere: cosa farebbe?»
Avrebbe accompagnato il suo racconto sfogliando le pagine del nuovo fascicolo.
Il Referto Analisi riportava al momento del sonno il monitoraggio di una graduale perdita di battito e paralisi totale; sembrava più in uno stato comatoso con quei parametri che sprofondato nel sonno.
Qualunque cosa avesse ingerito doveva aver cominciato a dare gli effetti sperati.


 
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