Ronde tortuose, Privata

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view post Posted on 4/12/2021, 15:30
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Daniel era essenzialmente consapevole che il mondo ce l'avesse con lui. Non che fosse pessimista, sia chiaro, era semplicemente un fatto che sapeva e a cui non dava grosso peso, nè tantomeno su cui si interrogava: era qualcosa di assodato, come l'assenza di carta igienica nei bagni serpeverde o una porta che si apriva soltanto sbraitandogli addosso qualcosa come "frescopino" - che poi che parola che fa rima con mazzo è frescopino? Non era manco difficile trovare qualcosa di meglio - borbottò tra sè, attento che gli studenti che passavano per di lì non captassero nessuna parola da egli pronunciata - certo da uno che si chiamava Boris il Basito 'sa ti vuoi aspettare? Endecasillabi? - E mentalmente - come di prassi - spedì a espletare bisogni nei bagni serpeverde senza carta igienica pure il povero Boris, che essendo una statua non aveva, a dire il vero, grosse colpe. Continuò a camminare immerso nelle proprie elucubrazioni intorno alla sfiga che con tanto candido ardore lo perseguiva. Dopo che Casey era diventata caposcuola al posto di Brior (che il cielo ce ne scampi e merlino lo strafulmini!) Daniel aveva tirato un mezzo sospiro di sollievo: la nuova Comandante dei Giallipolli non aveva quel tremendo vizio di abusare serialmente di incantesimi dell'invisibilità e pareva essere di maggior buon cuore del predecessore, che a onor del vero era stato piuttosto clemente nell'ultima occasione in cui si erano incrociati. Inoltre era quasi certo che la nuova prefetta romanista sarebbe stata meno autorevole (e meno terrificante) di Casey.

Forse ci aveva azzeccato, l'unica cosa di cui era certo ormai era che il mondo lo odiasse e che quella schifo di scuola non facesse eccezione.

Daniel in realtà non l'era manco presa troppo quando aveva letto il nome della prefetta, nientepopodimenocheAliceWagner, ovvero la compagna di merende assetata di sangue (serpeverde e tendenzialmente di Daniel) di Vivienne, con la quale aveva avuto a disquisire al ballo. Mentre con la ormai prefetta anziana dei Grifondoro correva (più o meno) buon sangue, lo stesso non poteva dire dei suoi rapporti con Alice che da quel giorno erano moolto freddi. Ma fin qui tutto nella norma, niente di più del carico di sfiga che un normale giorno di Hogwarts gli riservasse quotidianamente. Il colpo brutto gli prese quando lesse i turni di ronda.

- Vabbè stiamo scherziamo - aveva sussurrato quella volta, mentre il volto gli diventava di colpo di colpo pallidissimo, facendo risaltare il verde acceso della cravatta. Aveva scosso la testa un paio di volte, sbattuto le palpebre per vederci meglio, ma il risultato rimaneva quello: giro di ronda al quarto piano proprio con la nuova prefetta.

Venne dunque il momento di dirigersi ai turni di ronda. Daniel prese commiato dai concasati. Aveva mangiato bene e il cibo si era portata via la punta di preoccupazione che provava per quel giro notturno. Passò una mano sui capelli come gesto automatico mentre imboccava le scale che chiaramente gli cambiarono in corsa 6 - 7 volte portandolo a trattenere a fatica una serie di esclamazioni poco lusinghiere nei confronti di chiunque avesse trovato buona cosa incantare quelle rampe. Riuscì infine a giungere al terzo piano e optò per appoggiare la schiena al muro (preoccupandosi di tenere saldamente a terra piedi, se avesse lasciato una minuscola impronta sul muro Gazza l'avrebbe sicuramente scoperto e appeso, ora che era così tanto di cattivo umore per la scomparsa di Miss Purr, scomparsa che lo turbava in quanto prefetto e colmava di gioia in quanto studente) accanto alle scale, e aspettare la nuova collega. Gli occhi marroni indagavano le scale fingendo noncuranza. Il piede sinistro ballava al ritmo di una musica antica e silenziosa, che solo lui poteva sentire e che gli parlava di qualcosa.

Forse era solo nervosismo.
 
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view post Posted on 5/12/2021, 18:34
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Alice Wagner
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Il nuovo ruolo di prefetto che Alice ricopriva era qualcosa che l'aveva totalmente spiazzata. Lei, Alice Wagner, aveva finito per indossare quella spilla che tanti prima di lei avevano appuntato sul petto, con la differenza che quelli lì sembravano meritarsela. Alice non era totalmente convinta di essere fatta per il ruolo, tanto che quando Casey glielo aveva proposto era rimasta a fissarla una buona decina di minuti come pietrificata. Erano proprio sicuri di aver scelto bene? Certo c'era un certo tipo di voglia da parte di Alice di affermarsi, di riuscire a dimostrare qualcosa, di poter saggiamente guidare la sua casata contro la distruzione dei serpeverde la vittoria della coppa, anche se al contempo la naturale tendenza all'illegalità finiva costantemente per tentarla. C'erano dei doveri, delle cose che i prefetti dovevano fare, compilare scartoffie, accompagnare i primini in giro e controllare che si rispettasse un certo tipo d'ordine, tutte che cose che non erano entusiasmanti come l'andar in giro di notte. Da quando aveva scoperto che non solo poteva farlo senza ripercussioni ma che addirittura poteva farlo di mestiere si era praticamente segnata per qualsiasi turno possibile, finendo per sovraccaricarsi così tanto da non aver chiuso occhio in settimane. In tutto ciò aveva preso a familiarizzare con gli altri prefetti, che ne avevano passate di serate in bianco e che avevano molto meno entusiasmo di lei al momento di perdere ore di sonno in nome del mestiere di guardiano(?) e se c'era una cosa che proprio non sopportava in maniere assoluta era la faccia impettita di quel Daniel O' Hara, che avrebbe schiaffeggiato molto, ma molto volentieri. Alice non era una persona violenta, almeno non troppo, ma era una di quelle che quando qualcuno le stava sulle palle non se lo dimenticava. E difficilmente cambiava idea. Dall'ultimo indimenticabile incontro del ballo delle fate aveva giurato morte e vendetta a tutti i serpesangue che avrebbe incontrato sul suo cammino e in particolar modo proprio al loro amatissimo prefetto. Certo sapeva che ora il suo ruolo la obbligava ad essere imparziale il più possibile e a non portare avanti stupidi stereotipi secondo i quali tutti i serpeverde dovessero starla antipatici, ma era anche vero che era difficile dimenticare le azioni di taluni e che i pregiudizi che si era creata nella propria testa fossero appunto solo coincidenze.
In fine quindi la sera era arrivata, quella in cui le sarebbe toccato lavorare con quel tipo. Era già irritata al solo fatto di doversi trovare nello stesso spazio per più di cinque minuti, figuriamoci doverci collaborare al fine di rendere la serata quantomeno produttiva. Alice studiò le facce dei nuovi e sperò con tutta se stessa di vedervi un'ombra di malandrinaggine. Sarebbe stato proprio un buon momento per farsi un giro nei corridoi oltre il coprifuoco, così almeno avrebbe potuto tenere l'attenzione su qualcos'altro
Quando fu il suo turno si diresse piuttosto di malavoglia, indossava ovviamente la divisa della scuola e la sua spilla di prefetto, i capelli corti con le punte lievemente arricciate le carezzavano il collo, mentre il piercing al naso risplendeva sotto le luci cupe che illuminavano il castello notturno. I passi erano comunque decisi, come a voler dire che quello a dover essere intimidito doveva essere chiaramente lui. Raggiunse il quarto piano piuttosto velocemente, le scale dovevano essere state particolarmente clementi o forse avevano cambiato così tanto che ora funzionar regolarmente sembrava una cosa anticonvenzionale. Gli occhi chiari inquadrarono la figura del ragazzo, appoggiato appena al muro in attesa probabilmente di iniziare la ronda. Alice vi si avvicinò, il fare era freddo e distante e nell'aria si poteva percepire una certa tensione << O' Hara.>> lo chiamò e per un secondo la sua voce sembrò risuonare nel vuoto << A quanto pare siamo di turno insieme.>> una constatazione che chiaramente non le faceva piacere. Ma non è che potesse farci molto. Sperava solo che la notte passasse in fretta.

 
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view post Posted on 5/12/2021, 23:37
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Cominciò a sentire dei passi pesanti e si trattenne forzatamente dal precipitarsi a vedere cosa stesse succedendo, lasciando ai prefetti del piano di sotto la magagna con un sorrisetto ironico che andò a dissipare per un attimo la tensione. Tensione che riprese quando il potente battito fu chiaramente udibile per le scale che portavano al quarto piano e dinanzi le quali era appoggiato. Il tempo di elaborare una reazione non lo ebbe, vide piuttosto spuntare una chiostra di capelli rossi corti tristemente familiari e con uno sbuffo si rassegnò all'iniziare di una lunga, lunghissima notte.

Le parole dell'altra lo raggiunsero ben presto, dopo che ella fu giunta. L'espressione dell'irlandese era rimasta neutra e indecifrabile ma anche un troll si sarebbe accorto che non vibrava di entusiasmo. La degnò appena di un'occhiata, senza neanche risponderle, poi scostò la schiena con un movimento quieto e misurato dal muro, ponendosi di fronte alla collega mentre prima le donava il fianco e il profilo. Non una parola proferì, invece alzò il piede che in precedenza stava picchiettando a terra, lo ruotò di modo da poter osservare la suola, compito al quale dedicò un paio di secondi di profonda - almeno in apparenza - attenzione, poi riportò a terra il piede nella posizione consona e si rivolse con tono ed espressione sempre neutri alla prefetta Grifondoro
- Wagner... - un nome e niente più, lasciato risuonare nel vuoto del quarto piano, come se ogni singolo centimetro di quelle stanze fosse in ascolto - sei giunta, finalmente - ma il contesto, con quegli spifferi gelidi chiaramente percettibili, pur se non col tatto, certo tradiva come non fosse esattamente felice dell'evenienza, nonostante Daniel non dimostrasse alcunché tramite gesti o inflessioni vocali - temevo di aver consumato totalmente la suola nell'attesa - ironizzò appena, ma, forse, non col fine di mettere l'altra a proprio agio. Ma che stava facendo? Non lo sapeva neanche lui. Il suo io egemone tirò uno sbuffo interiore a metà tra l'annoiato e il disperato, dandosi dell'idiota. Già la situazione non era così distesa, meglio non metterci anche dell'impegno. Si sforzò così di distendere i lineamenti in un sorriso accomodante che curiosamente avrebbe potuto sembrare più la smorfia di uno che ha beccato la caramella tuttigusti +1 al vomito più che un sorriso e disse - già, siamo di turno insieme - ancora lasciò cadere la frase ma poi riprese - e mi chiedo come mai visto che nessuno dei due ne pare felice. - Si fece un filo più serio e poi tentò di ottenere una tregua per la notte - e mi pare evidente che non ci sopportiamo dal ballo, anche se non abbiamo scambiato più di tre parole in croce ma visto che stasera siamo l'unica compagnia l'uno dell'altro cerchiamo di fare del nostro meglio - o almeno, ma questo lo soggiunse mentalmente, di evitare di pugnalarci a vicenda appena ci diamo le spalle.

Non ci sperava troppo, ma un tentativo andava fatto. Passò la mano a scompigliare i ricci marroni che ne popolavano ribelli il cranio, poi fece un mezzo inchino a metà tra il serio e il faceto e pregò la collega, se non avesse avuto altro da aggiungere, di fare strada.


//off pardon per la parte sui passi, avevo letto "pesanti" e non "decisi" e vai a capire perché

Edited by DeDaniel - 6/12/2021, 00:20
 
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view post Posted on 7/12/2021, 13:08
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I passi di Alice si susseguivano veloci, ormai sicuri della direzione da prendere. Ricordava ancora quando durante i primi anni, finisse per perdersi ogni giorno, scoprendo al contempo nuovi percorsi e talvolta scorciatoie inaspettate. Era cresciuta molto, sentiva di essere maturata da quel tempo e di avere ora tra le mani una sicurezza maggiore di se stessa e di ciò anche che era l'ambiente del castello. Era anche piuttosto cambiata, la figura si era slanciata verso l'alto, le forme erano cresciute dolcemente intorno a quelle infantili e insieme ai capelli sembrava aver tagliato via anche una buona parte di insicurezze. Mr O'Hara non le faceva paura allora, figuriamoci ora che se lo trovava davanti con quel mezzo sorriso da idiota stampato sul viso. Ovviamente come ogni volta che ci prude qualcosa, le mani in questo caso, è naturale andare a pizzicare il tessuto irritato quasi inconsciamente e finire per renderlo ancora più indisposto. Così aveva fatto Daniel, con quella mezza frecciatina tirata un po' a caso un po' per necessità. Lo sguardo, si potrebbe dire in questo caso quasi glaciale della rossa, andò a fulminarlo istantaneamente, seguito da un piegar di labbra ironico << Ti ho aspettato anche io sai. Proprio su questo piano, in quell'aula laggiù. >> indicò con il dito quella che era l'aula del club dei duellanti, il tono ora sarcastico e percorso da una nota acida << Credo tu abbia consumato qualcos'altro insieme alle scarpe. >> il coraggio naturalmente, che Alice era convinta lui non avesse. Si stava comportando male, da arrogante e presuntuosa e solitamente questo non era il modo di porsi di fronte ad un collega. Ma poco le importava di quale fosse il regolamento scritto da seguire quando il sangue le ribolliva nelle vene così prepotentemente. Il pregiudizio da parte sua era troppo forte e sembrava che anche Daniel non volesse comunque calpestare il proprio orgoglio venendole incontro. I tentativi successivi infatti del Serpeverde di calmare le acque suonavano solo come sciocche scuse, facendo quasi da anticamera ad un atteggiamento che tutto voleva tranne che render la serata piacevole per entrambi. Non avevano iniziato con il piede giusto, ma dopotutto quando lo avevano mai fatto? Alice proseguì precedendo il ragazzo, mentre l'altro blaterava propositi che non avrebbero mai visto la luce del giorno, iniziò a percorrere il corridoio mentre avvertiva le luci lentamente spegnersi dietro di lei. Era scattato il coprifuoco e l'intero castello ora, era illuminato solamente dai raggi lunari che filtravano tra le grosse finestre. Alice afferrò la propria bacchetta pronta a mugulare a bassa voce un "Lumos" così da riuscire a vedere dove mettere i piedi almeno << Hm ma sì, iniziamo con il farti chiudere il becco. Mi pare un'ottima maniera per fare del nostr->> si bloccó improvvisamente. Un suono strascicato come di qualcosa che sbatte contro il pavimento aveva catturato il suo orecchio, un mormorio sottile ma continuo. Sollevò il braccio andando a bloccare teoricamente l'andare di Daniel.
"Questi maledetti, questi maledetti criminali hanno preso la mia mrs. Purr, La mia povera gatta! Ah ma se ne trovo uno.... Uno qualsiasi.... Con le catene sì!"
La voce era totalmente riconoscibile, Gazza stava venendo nella loro direzione ed era ben noto a tutti i prefetti quanto mentalmente disturbato fosse dalla perdita momentanea di mrs. Purr. Dormire era per lui un optional mentre Incontrarlo era per loro una continua tortura.
<< Scheiße. Gazza. >> Sussurro più a se stessa che al serpeverde, ancora incerta sul da farsi. Se fosse stata da sola avrebbe provato a nascondersi evitando così una noiosissima serata passata a lucidare le mattonelle dell'ufficio del guardiano, ma l'orgoglio in quel momento la frenava. Lanciò un'occhiata all'altro e ora?

 
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view post Posted on 28/12/2021, 02:27
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Doveva annà così allora. La rossa rispose con forza alla frecciatina del prefetto Serpeverde che inarcò un ghigno sardonico alle sue provocazioni e alle di lei - manco troppo - velate allusioni riguardanti mancanza di coraggio dell'irlandese che, dopo aver difeso una concasata da una dozzina di mastini assetati di sangue, non aveva certo problemi di austima. - Mi spiace averti fatto attendere - le replicò sornione - non si sarebbe certo lasciato sopraffare dal sarcasmo della collega - ti ci vedo, spasimante Giulietta in attesa del tuo Romeo - ghignò ancora - non pensavo di mancarti così tanto da farti metter di turno con me, devo essere commosso? - Chinò il capo e portò la mano destra al medesimo occhio, come per asciugarsi una lacrimuccia, poi tirò su il viso sorridente, le cui iridi avrebbero parso fissare qualcosa d'indistinto alle spalle della Grifondoro - come se essa non fosse un elemento più caratterizzante del paesaggio rispetto a uno qualsiasi dei ritratti appiccicati al muro.
Bon, e i buoni propositi erano andati a farsi un giro anche quella sera. Non v'era da dubitare che se avessero aperto la stanza delle necessità in quel momento i due vi avrebbero trovato qualche santone che mettesse pace o - più probabilmente - due mitra.

Vabbè, l'irlandese si rassegnò a seguire la Grifondoro per il piano che a loro era stato assegnato mentre ella palesemente non lo stava ascoltando, cosa che non lo disturbò poi più di tanto. Dopotutto, l'astio di Daniel per Alice non andava oltre una tanto cordiale quanto scarsamente motivata antipatia e il prefetto evitava banalmente di salutarla o scambiarci qualsiasi parola, a meno che non vi fosse costretto. La serata certo non si prospettava come piacevole ma forse ci sarebbe stato pure verso di sfangarla. Così rispose con uno sbuffo solo lievemente risentito alle parole dell'altra, tenendo per sè la voglia di castarle un "silencio" ben assestato da dietro, di modo da costringerla ad assecondare il suo stesso consiglio. Tuttavia non gli sfuggì il movimento della mano di Alice e strinse anche lui la propria stecca con una presa forte ma al contempo rilassata, che non ne impacciasse i movimenti. Che fosse per vederci meglio, che fosse per lenire l'orgoglio, Daniel ci teneva particolarmente - pur conscio della sua inferiorità come mago rispetto alla ragazza, una delle più brillanti del suo anno - a farsi trovare pronto.

Eppure nonostante fosse una maga brillante era ancora una prefetta così giovane, così inesperta. Daniel udì le parole del bidello di Hogwarts distintamente e sorrise appena al pensiero del vecchio che girava cercando imperituramente quel demonio di felide che gli era sparito sotto il naso. Naturalmente il prefetto verde - argento in pubblico si dimostrava irato per quanto avvenuto e auspicava la restituzione del felino, mentre tra sé rideva molto nell'immaginarsi Purr magari trasfigurata in un bicchiere e il magonò che le passava dinanzi senza avvedersene. Sebbene Gazza fosse una rogna da non sottovalutare, Alice non aveva considerato che loro fossero in quel momento due prefetti nel pieno svolgimento delle proprie mansioni, così non appena la vide fermarsi la superò con passo tranquillo, non disdegnando di voltare lievemente il capo verso di lei e lanciarle una breve occhiata di commiserazione. Riportando il capo in avanti si fermò un attimo, come in attesa di qualcosa, e pronunciò con tono freddo
- sei un prefetto, Wagner - ovviamente non si voltò a guardarla, volendo porre maggiore distanza e dare maggiore carica alle proprie parole - non uno studente impenitente, te lo ricordi vero? - Poi scosse il capo con cenno teatrale - Casey non si sarebbe mai comportata così - non perse l'attimo per vibrare una stoccata verbale all'altra visto che non aveva accettato la sua offerta di pace. Prese fiato un secondo, poi concluse - ora, per Merlino, ricomponiti- la spronò, per poi riprendere il passo e andare incontro al terrore di tutti gli studenti.

Nonostante la sicumera mostrata esteriormente, la mente di Daniel lavorava veloce: Gazza non aveva il diritto di fargli niente ma (eufemisticamente) non sempre il rozzo sorvegliante si preoccupava di cosa potesse e cosa non potesse fare e quindi era quantomai necessario distogliere la sua attenzione dai due prefetti. Tre erano le leve che avrebbero mosso il custode: qualcosa di relativo alla gatta - che però avrebbe potuto essere un'arma a doppio taglio, in quanto una volta verificata la non veridicità della voce la collera del bidello non avrebbe conosciuto limiti, - o altrimenti una voce riguardante studenti nei corridoi o qualche casino combinato da Pix il Poltergeist, nemesi di Gazza verso il quale egli provava un odio sconfinato. Mentre camminava come imputato al patibolo, stando ben attento che la Wagner non cogliesse il suo timore, Daniel varava le soluzioni che gli si presentavano possibili e tentava di elaborare un piano d'azione che gli evitasse seccature più grosse di quelle già capitategli tra capo e collo in quella strana, storta serata
 
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view post Posted on 11/1/2022, 16:51
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Alice Wagner
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Alice giurava di aver meditato prima di quel maledetto turno. Si era ricongiunta con il suo io interiore, aveva giurato a se stessa che qualsiasi cosa fosse successa avrebbe mantenuto la calma, sarebbe stata superiore. Eppure quel tipo le dava incredibilmente sui nervi, non c'era per lei modo di tenerli sotto controllo, le sembrava di barcollare sul bordo di un dirupo. Prima o poi lo avrebbe spinto di sotto. Non solo la sua ironia le dava l'orticaria, la sua sola presenza con quel sorrisetto da idiota stampato sul volto, non faceva che farle venir voglia di schiaffeggiarlo. Sapeva però benissimo che se avesse fatto qualcosa di stupido, il pusillanime sarebbe andato a piagnucolare da un qualsiasi caposcuola, ribaltando la situazione con lamenti e scuse, come tutte le serpi che conosceva. Classico copione da manuale. Alice per quanto si sforzasse di ignorarlo non vi riusciva. La sola allusione pseudo romantica le faceva venire il voltastomaco << Ti piacerebbe. >> ma sì che vivesse la sua fantasia segreta. Forse era proprio lui ad adorare la presenza di Alice per quanto ne sapesse lei. Gli sorrise di rimando falsissima << Wow devi proprio avere una cotta per me per esserti inventato tutte queste cagate. Mi dispiace Romeo, credo tu stia parlando della Giulietta sbagliata. >> replicò con fare altrettanto ironico, proseguendo senza degnarlo più di uno sguardo. Non aveva di certo tempo da perdere con queste sciocchezze.
Mentre si compativa mentalmente per la serata di merda che le toccava quella sera, Gazza fece il suo indimenticabile ingresso. Alice parlò senza pensarci, dando voce a quelli che dovevano rimanere soli pensieri e quasi inconsciamente tirò fuori il braccio per bloccare l'andare di Daniel. Il prefetto non mancò di dimostrare la sua tracotanza, sbeffeggiandosi di lei in nome della propria superiorità in quanto prefetto. Era quasi commovente l'impegno che aveva messo nel cercare di ferirla. Alice però per quanto fosse stata innervosita dalle sue parole che cercavano di macchiarle l'orgoglio, si rifiutò di prenderle in considerazione. Inghiottì il rospo, ma un'idea malandrina le balenava già in testa Chi la fa l'aspetti pensò.

La questione di Gazza sarebbe stata di per sé insulsa se non fosse stato per il fatto che la gatta era sparita. Aver perso Mrs Purr aveva fatto andare il custode fuori da ogni grazia ed Alice lo sapeva bene dato che ci aveva scritto un articolo. Erano sere su sere che sclerava malissimo continuando ad incolpare chiunque della sua scomparsa e finendo per infastidire gli stessi professori. Per questo motivo, la Rossa aveva arretrato, motivo che non sembrava essere noto all'arrogante Serpeverde. Alice rimase in silenzio, aspettando il momento giusto per scoccare la sua freccia.Nel frattempo Gazza si era avvicinato ai due prefetti, aveva il viso ancora più scuro del solito. Grossi cerchi neri aleggiavano sotto i suoi occhi, la costante aria minacciosa aveva reso la figura del suo viso ancora più dura, le rughe sembrano enfatizzate, inoltre il corpo magro sembrava essersi irrigidito tanto da farlo quasi zoppicare in giro << Ah Prefetti! Dovete aiutarmi a trovare la mia Mrs Purr! Dovete aiutarmi subito! >> il vociare a metà tra il disperato e l'autoritario, come se stesse ordinando qualcosa, lo sguardo arcigno, l'uomo passò da Alice a Daniel. Alice sorrise verso il custode, lo accolse con fare gentile. Decisamente troppo gentile << Gazza! Ma certo siamo qui a tua completa disposizio-->> fu fermata dall'urlo successivo che partì dal petto del vecchio, manco fosse uno di quei movimenti involontari fatti una volta colpito il nervo sbagliato << Wagner?? STUDENTI FUORI DAI LETTI!!!>> Alice tirò gli occhi al cielo. Era inutile farglielo entrare nella capoccia, il suo passato da brigante era ormai andato, gli anni in cui vagava per i corridoi di notte illegalmente erano passati via << Gazza ne abbiamo parlato ricordi?? Sono un prefetto ora? >> gli suggerò indicando la spilla che brillava sul suo petto. Il custode sembrò quasi risvegliarsi dal sonno << A-Ahh... Giusto. Sciagurata, sciagurata decisione! >> Alice sorrise, anzi quasi si mise a sghignazzare sotto i baffi << Ah mi trovi completamente d'accordo Argus, che posso chiamarti Argus ora che ci conosciamo un po' meglio? >> continuò con fare mellifluo, quasi volessi mettersi nelle sue buone grazie << Eh insomma Mrs Purr eh. Sai che ti dico a te serve un prefetto esperto, un prefetto che sa cosa sta facendo...mica una novellina come me. Ti serve proprio qualcuno come O' Hara qui. >> indicò con un cenno della mano la figura del prefetto Serpeverde, beandosi già dell'idea di rovinargli la serata ancor di più, oh sì era proprio per quello che voleva darsela a gambe prima. Non di certo perché pensava di essere ancora una studentessa in pericolo << Stammi a sentire Gazza, lui è prefetto da un botto di tempo. Ti troverà la gatta in meno di una sera... io così ho tempo per svolgere le altre noiosissime questioni da prefetto, sai un giretto per il castello, studenti fuori dai letti, insomma Mrs Purr è più importante non trovi??>> era incredibile come le parole le uscissero fuori senza nemmeno pensarci. A volte la sua mente funzionava in maniera davvero diabolica.

La sua opera di convincimento sembrava aver buttato buon terreno, tanto che il custode aveva preso ad annuire, rapito da quel piano o forse solo rincitrullito dal parlottare veloce di Alice che cercava in tutti i modi di scaricare il custode sulle spalle di Daniel. Quindi prima che Gazza potesse aggiungere alcunché, la Rossa diede le spalle ad entrambi avvicinandosi brevemente al ragazzo, quindi dandogli una pacca sulla spalla << Hai ragione sai. Io non sono Casey Bell.>> sussurrò con fare deliziato, come se l'umore le fosse improvvisamente migliorato << Sono Alice Wagner, caro. >> gli scioccò un'occhiolino e fece per avviarsi in avanti, sperando malissimamente che nulla nel suo geniale piano andasse storto << Buona Fortuna O' Hara! >> Era meglio svignarsela al più presto possibile, prima di ritrovarsi coinvolta in quella matassa decisamente difficile da sciogliere.

 
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view post Posted on 11/1/2022, 19:59
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Le schermaglie verbali sin lì erano state piuttosto divertenti, unica consolazione di una serata che altrimenti sarebbe stata terrificante. Daniel dovette ammettere tra sé che in quanto a sarcasmo Alice si era dimostrata capacissima nel tenergli testa e ribattere colpo su colpo, attività nella quale per altro l'irlandese era parimenti impegnato. Il prefetto verde - argento replicò ancora con velata ironia condita da un ghigno alla risposta di lei - un amore profondo proprio, guarda, è tanto se non mi trovi sotto la torre a suonare una serenata. - mantenendo pure il tono serissimo, come se stesse davvero intendendo ciò che aveva appena espresso. Non si curò di appurare quanto la collega fosse convinta di ciò che stava dicendo, forse per effettivo timore della risposta, forse perché i pensieri della collega non è che lo tangessero poi più di tanto.

Quando l'altra si fermò, Daniel non poté che infierire ma ella inizialmente parse non essere troppo toccata: aveva in questo temprato, con una fretta che a un osservatore avrebbe potuto apparire sospetta, il suo carattere focoso ma l'irlandese non vi prestò attenzione. Non fece troppo caso neanche a come Alice lo seguisse mansueta, senza replicare, in direzione del bidello, in quanto probabilmente egli era preoccupato più per le turbe del magonò che per la propria compagna.

Fu un errore.

Daniel aveva innanzitutto sfoderato la sua faccia più rassomigliante a un deretano tra quelle a disposizione nel repertorio mentre ascoltava gli strepiti del bidello ai quali rispose sbuffando
- signor Gazza, la signorina Wagner qui presente è una prefetta adesso, come mostra la spilla che porta - senza neanche sapere di preciso perché stesse difendendo la collega, forse troppo seccato dai soliti discorsi dell'uomo che per fortuna si rese subito conto dell'errore commesso, il che salvò i due da una lunga e ancor più noiosa discussione . Ancora focalizzato sul come scamparla in quella orrenda serata, che Malavoglia e lupini levateve proprio che qua abbiamo il nuovo re della sfiga, rimase un attimo interdetto dall'avanzare di Wagner e dalle parole mielate di quest'ultima e tutta la confidenza che si era presa con Gazza. Gli anni passati in Serpeverde però lo avevano un minimo abituato ad aspettarsi che chiunque cercasse di metterglielo in tasca non appena voltava le spalle, e aspettarselo da una persona che evidentemente lo odiava non era niente di troppo complesso. Così Daniel ne ascoltò le parole in silenzio, complimentandosi mentalmente con la collega per la trovata - pur condendo i propri mentali complimenti con epiteti non esattamente carini con cui condì anche se stesso e l'idea che aveva avuto di difenderla poc'anzi. Impietrito esteriormente dinanzi alla di lei sfacciataggine, ma con la testa che ronzava ancora più rapida a una ricerca di via di fuga, non fece caso né commentò la pacca sulla spalla e la frase sussurrata che gli arrivarono, pronto a estrapolare qualcosa per tirarsi fuori da quella situazione che si era fatta ben più complessa e antipatica di quanto sembrasse inizialmente.

- Signor Gazza - iniziò con tono neutro - sono sorpreso dalla confidenza che lei dona a colei che fino a una settimana fa era solo l'ennesima indisciplinata monella - eh beh, non era sfuggito a Daniel e non doveva essere sfuggito neanche al custode come la prefetta rosso - oro lo avesse chiamato per nome, qualcosa che forse i professori potevano (e non sempre) permettersi di fare - inoltre mi sorprende come essa pensi che un giovane mago - parola quest'ultima su cui calcò particolarmente l'accento come a suggerire implicitamente una chiave di lettura all'altro: tutti sapevano che Gazza fosse un magonò ed era conoscenza comune tra gli studenti di Hogwarts quanto la cosa gli rendesse poi antipatici gli studenti, che brillavano ove lui era impossibilitato. Riprese - che un giovane mago possa trovare la sventurata Mrs Purr quando lei con la sua conoscenza che supera quella di chiunque, preside compreso, di questa scuola sta faticando così tanto - e su questo non mentiva. Gazza conosceva ogni aula, ogni corridoio, ogni passaggio meglio di chiunque altro lì ad Hogwarts ed era capace di sbucare pressoché dal nulla, come se avesse indosso un mantello della disillusione. - Quindi, per quanto vorrei davvero poterla aiutare temo che non saprei neanche dove iniziare, in quanto la mia esperienza non è neanche paragonabile alla Sua. Posso solo augurarle la miglior fortuna, e garantire che mentre lei è impegnato nella sua ricerca io farò di tutto per mantenere la disciplina e la sicurezza in questo castello - e ora che aveva tentato di blandirlo con un po' di sana arte oratoria era il momento di passare al contrattacco con tono calmo ma fermo, senza dimostrare alcun timore ma con gli occhi che esprimevano convinzione e determinazione (e avvalendosi una discreta capacità attoriale) - e proprio a questo conto stavamo controllando il quarto piano, con la volitiva signorina Wagner per poi passare ai piani superiori, residenza della stessa, che temo che come nelle sue abitudini stia approfittando della situazione per fare qualcosa che non dovrebbe, magari intrufolarsi nel reparto proibito della biblioteca qua vicino. Un luogo potente e che esprime una magia a cui non bisognerebbe avere con facilità accesso. Soprattutto una ragazzina così agitata, senza che nessun docente lo sappia... - Si interruppe per recuperare fiato e per far sì che le proprie parole facessero breccia in quella lenta zucca di magonò, zucca che però sapeva essere condita di un sano odio per gli studenti un po' più agitati, tra cui la propria astuta collega. - O magari si sta dirigendo a trovare complici della propria casata, approfittando del nostro, mio e suo, essere impegnati in altro che non sia sorvegliare affinché nessuno violi le regole della scuola, come tra l'altro la signorina ha già fatto in più occasioni - scosse la testa, come a condannare idealmente il comportamento tenuto in passato dalla collega - purtroppo il mio compito è anche vegliare su di lei poiché si renda conto di quello che è il compito che le è stato affidato e far sì che esso non diventi solo una strada che le permetta di fuggire alle regole, cosa per cui ha sempre mostrato una certa... - si interruppe, passando a una voce più bassa, pur curandosi che fosse chiaramente udibile al proprio interlocutore, di modo di dare più forza alla parola che stava per pronunciare, di modo che si distinguesse dalle altre dette sino ad allora: - predisposizione - chiosò.

Al che, convinto che Gazza lo avrebbe lasciato andare si mise in movimento con passo deciso e svelto, per non apparire agli occhi dell'astuto magonò come troppo felice di essersi scampato la sua compagnia. La direzione non poteva che essere quella presa da Alice, di cui comunque aveva apprezzato la mossa. Non che fosse disposto a mostrarglielo, anzi la sua antipatia per lei era solo aumentata, solo era condita con un goccetto di rispetto e qualche quintale di voglia di fargliela pagare, prima o poi.
 
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view post Posted on 22/1/2022, 23:52
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Gazza poverino, che in tutta quella situazione non c'entrava proprio un bel niente, pensava di aver trovato la salvezza nei due prefetti, non sapendo che in realtà si era cacciato in un casino ben più grosso. Eh sì perché ormai non si trattava più di una semplice scaramuccia tra case rivali, era diventata proprio una questione personale. Una vendetta che andava servita fredda, a suon di schiaffoni sarebbe d'aggiungere. Nè Alice nè Daniel sembravano voler mollare la presa e la Rossa fu assolutamente interdetta dalla sua reazione di quest'ultimo e dalla prontezza che egli aveva dimostrato nel sfoderare le sue doti da leccapiedi. Non immaginava assolutamente fosse capace di un rovescio del genere o almeno, non così velocemente. Le doti da lacchè era certa facessero parte del suo repertorio, ma l'idea di utilizzarle per sgusciar via da quella situazione, doveva ammettere, erano state piuttosto buone. Gazza dal suo canto non ci aveva capito una mazza, era rimasto a fissare Daniel e a dargli ragione annuendo continuamente, confermando le parole del Serpeverde nonostante poco prima si fosse fatto mettere in saccoccia da Alice, senza nemmeno protestare ma anzi concordando anche con un certo entusiasmo. Alla fine quello che stava perdendo solo tempo ed energie era il vecchio custode, allietato dalle dote oratorie dei due prefetti e forse troppo preoccupato per la sua gatta per capire che l'intenzione dei due era solamente di svignarsela. E quindi Daniel parlava e parlava, gazza lo seguiva, girava avanti e indietro e in men che non si dica i due prefetti erano spariti dalla sua vista, avevano voltato l'angolo e prima che Argus riuscisse a realizzarlo non erano stati del benché minimo aiuto. Furioso come non mai giurò che se mai avesse dovuti rincontrarli quei due, la Rossa attaccabrighe e il logorroico Riccioluto, gliel'avrebbe fatta pagare con torture che Santa Inquisizione spostate.

Il passo di Alice era aumentato da quando Daniel si era unito a lei, svignandosela abilmente dalle grinfie di Gazza e nonostante il fatto di aver provato piacere nel vedere il terrore dipingersi sui suoi occhi, un sorrisetto sotto i baffi non poteva abbandonare la sua espressione. Era stato quasi divertente darsela a gambe in quel mondo. Ovvio se non fosse stata con un arrogante pallone gonfiato sarebbe stato meglio, ma non era di certo una cosa che poteva controllare. Anche se ora che ci pensava, doveva pur esserci qualcuno che si occupasse dei turni. E se lo avesse corrotto a vita per evitargli un altro turno con O'Hara? Il castello era enorme e doveva essere passata da poco la mezza notte, c'erano ancora mille altre robe da ispezionare << La tua faccia da sedere ti ha molto aiutato in queste situazioni. Ne andrai fiero immagino. Peccato tu non abbia classe O'Hara. Il tuo fare miserabile è ciò che ti contraddistingue in tutto, che noia. >> lo punzecchiò acida come sempre. Cosa si aspettava delle congratulazioni? E comunque almeno il sarcasmo le faceva evitare di addormentarsi in piedi.

 
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view post Posted on 21/3/2022, 22:44
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Bon, e Gazza l'aveva ribaltato. Rigirare frittate era una specialità della casa nei sotterranei zona verde-argento e il prefetto non poteva fare eccezione. Sapeva che in quel momento l'anziano magonò stava tirando loro un enorme numero di maledizioni e ingiurie e questo contribuiva a stampargli sul volto un aperto ghigno strafottente mentre corricchiava al fianco della collega per sottrarsi alle grinfie di quel demonio d'uomo. Quando si fermarono l'irlandese non mutò espressione, ascoltando le "accorate" parole dell'altra. Tacitamente disse a se stesso che era stata la ronda notturna più divertente da un bel periodo. Sicuramente la sfida a parole la movimentava, e l'incontro col bidello aveva aggiunto quel pizzico di pepe mancante. Non interruppe il fiume di bile della Wagner. Lo accolse, lo fece suo, quasi beandosene. Il ghigno sprezzante rimase stampato, chiaro, in volto e gli occhi si socchiusero, quasi sognanti, come a sentire meglio. Quando ella concluse rispose in voluto falsetto, come a imitare la voce di lei - ah mi trovi perfettamente d'accordo Alice, che posso chiamarti Alice ora che ci conosciamo un po' meglio? - Il tono rimase volutamente smielato, la voce acuta, in una chiara imitazione delle gesta della collega di poc'anzi. Si interruppe, per essere sicuro che l'altra cogliesse la frecciatina per poi rimarcare - dopo questa bella scenata tu accusi me di fare miserabile, che faccia da sedere che hai - sbuffò ironicamente, pescando di nuovo nelle parole dell'altra per ritorcegliele contro - mi viene da pensare che se il cappello cominci a vederci poco, saresti un ottimo elemento nei verde argento - chiosò accennando un inchino sarcastico. Ma era una chiosa temporanea.

Lo sguardo si fece serio tutto a un tratto, il tono non poté del tutto abbandonare il sarcasmo, ma Daniel fece del suo meglio per apparire sincero
- è tutta la ronda che mi chiedo cosa ti sia saltato in testa a metterci insieme. Io non sopporto te e tu non sopporti me. Perché? - La domanda era retorica, la risposta che dava l'irlandese forse meglio non saperla. Proseguì sbuffando - mi tocca pure farti i complimenti: carina l'idea di Gazza, almeno ha movimentato un po' questa ronda - masticò quasi le ultime parole, gli pesava complimentarsi ma era sempre stato uno sportivo. O forse voleva semplicemente disorientare l'altra e piazzare un altro colpo a sorpresa, chissà?
Nel frattempo si era mezzo distratto in quelli che erano i suoi doveri. Si maledisse, tacito, e riportò lo sguardo per strada, scansionando con la mente ogni angolo. Si accorse che dopo la corsetta nessuno dei due aveva pensato a reilluminare la strada. Si dette dell'idiota.
- Lumos- borbottò, tornando allora a scrutare tutte le rientranze illumoinate dalla tipieda luce della stecca che teneva, sciolto, nella destra. E Alice? Tutto a un tratto era come se la collega avesse cessato di esistere.
Strategie?
 
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view post Posted on 10/4/2022, 18:37
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Alice Wagner
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Tiró gli occhi al cielo << No.>> secco alla sua domanda di passare a chiamarsi per nome. Certo come no, poi uscivano pure a bersi una burrobirra insieme. Mentre proseguivano Daniel continuava a parlottare, in qualche modo Alice si chiedeva se di divertisse a darle ai nervi a quel modo. La risposta era ovvia. Lo stava per lo più ignorando ma... ma com'è che l'aveva chiamata? Serpeverde. Ironicamente fu la cosa che la fece andare più in bestia di tutti. Come osava quel verme? Come osava darle della verde argento? Da qualche parte, dentro di sé sapeva che non aveva senso, sapeva che indossare i colori di una divisa o di un'altra non cambiava davvero le persone. Sapeva che essere Serpeverde non voleva dire essere meschino, ma se fosse stata così matura da lasciarsi avvolgere da quel pensiero, non sarebbe stata Alice. Aveva ancora molto da imparare e a sue spese avrebbe compreso come tra le sue stesse schiere si potessero nascondere elementi ancora peggiori di quello che si ritrovava davanti. Fu qualcosa di irrazionale cosa avvenne dopo. Tirò fuori la bacchetta, lo spinse verso il muro in malo modo, con forza. La bacchetta nella mano puntata sulla faccia << Dillo di nuovo e giuro che ti farò così male da farti piagnucolare per il resto della tua patetica vita qui ad Hogwarts. >> in realtà non lo aveva mai fatto prima. Era sempre stata tranquilla, nonostante le provocazione. Anche nei casi più irriverenti. Ma quel Daniel le stava proprio sulle balle, riusciva a tirar fuori il suo lato più aggressivo. Le emozioni esplodevano in Alice così forti e incontrollate, non voleva davvero fargli del male. Ma non era facile per lei fidarsi di qualcuno, soprattutto di un Serpeverde pallone gonfiato come Daniel. Non si era scusato abbastanza con Vivienne e per quanto non le avesse personalmente ucciso lo scoiattolo né nessun membro di famiglia, qualsiasi cosa dicesse le sembrava una minaccia, un insulto o una falsità. Era un pregiudizio troppo radicato per poter essere estirpato con una ronda notturna. Si ritrasse dopo pochi secondi, riportando la bacchetta di fronte a sé con il lumos incorporato. Okay forse aveva esagerato un tantino. Riprese a camminare in avanti rimanendo in silenzio per qualche minuto, notando poi come l'espressione dell'altro si fosse fatta seria ad un tratto << Io? Ti pare che se avessi potuto scegliere non lo avrei fatto? Tu piuttosto, pensavo fossi bravo ad arruffianarti la gente. >> gli rispose senza esitare. Non era stata di certo una sua scelta, anzi, aveva fatto di tutto per farsi cambiare di turno. Gli lanciò un'occhiata di sbieco non sapendo bene come reagire a quella specie di "complimento." La realtà era che metterlo nei guai con gazza era stato divertente. Il battibeccare in qualche modo teneva alta la tensione, ma permetteva anche di creare risposte sempre più a tono per vedere chi sovrastava l'altro. Per vedere chi vinceva. Per assurdo durante quella ronda non si era annoiata nemmeno un po' << Comunque non dovevo attaccarti- è che giuro che hai una faccia da schiaffi. Onestamente come fai ad andare in giro con una faccia del genere O'Hara?>> delle scuse letterali non sarebbero mai arrivate dalla controparte rosso-oro, ma sì effettivamente il tono era molto meno acido. Forse si sentiva un tantino in colpa.

 
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9 replies since 4/12/2021, 15:30   296 views
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