Per Aspera Ad Astra

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view post Posted on 10/1/2022, 00:10
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Camille Donovan 14 anni
«Guarda qui Price!» quella mattina, per puro caso, mentre usciva dalla Sala Grande si era soffermata a dare un'occhiata alla bacheca posizionata a poca distanza dal portone. Raramente lo faceva. Male, molto male. Chissà quante opportunità interessanti si era persa fino ad allora. Tipo quella che le era appena capitata sotto tiro. La professoressa McLinder, nonché la sua Capocasa, richiedeva assistenza per un compito di Astronomia. «Non fa per me Donovan, non sono capace di tenera la bacchetta senza che mi tremino le mani, figurati collaborare con la McLinder per un chissà cosa di delicato e di precisione!» rispose annoiato il ragazzo, mentre finiva di addentare un muffin. «Suvvia, non essere melodrammatico!»
Astronomia. Sicuramente una delle materie facoltative che avrebbe seguito al terzo anno. Non sapeva ancora molte cose a riguardo, ma l'affascinava, la incuriosiva, quindi perché non fare un tentativo? Se cercava una persona disponibile e volenterosa, lei poteva essere una valida spalla su cui contare. Presentarsi nel suo ufficio non le sarebbe costato niente, inoltre la ricompensa più gradita sarebbe stata probabilmente apprendere qualcosa su stelle e pianeti in largo anticipo sulla tabella di marcia. Non poteva chiedere di meglio. L'incarico di cui avrebbe dovuto occuparsi ovviamente era ancora un mistero, ma la entusiasmava l'idea di scoprirlo lì per lì, rendeva tutto più magico. Non rimaneva che attendere l'orario di ricevimento per ottenere tutti i dettagli. «Io vado, secondo me ti perdi un’occasione unica!» aggiunse decisa «Fa come vuoi, se rompi un telescopio la responsabilità è tua! E comunque non sono melodrammatico, sono solo realista!» replicò l'altro. Roteò gli occhi al cielo, ma rimase irremovibile sulla sua posizione. Con questa consapevolezza aspettò. Più il tempo passava, più la curiosità aumentava. Giunto il momento poté finalmente incamminarsi verso il primo piano.
Il corridoio era vuoto a quell'ora, l'accompagnava solo il chiacchiericcio di alcuni quadri. L'eco dei suoi stessi passi risuonava tutto a torno. Sarebbe stata sola? Era richiesto l'intervento di più studenti? Anche questo lo avrebbe scoperto sul luogo. Arrivata alla porta dell'ufficio notò immediatamente una figura familiare. Sorrise istantaneamente, mentre salutandola le andò incontro. «Ciao Gwen, che sorpresa! Anche tu hai risposto all'appello?» chiese riferendosi alla pergamena al piano terra. «Ti sei già fatta un'idea su cosa dovremmo fare?» di ipotesi ne aveva tante che le frullavano in mente, ma nessuna sembrava soddisfarla a pieno. «Secondo te è plausibile l'utilizzo di un telescopio, o oggetti simili?» stava per tirare fuori altre strambe congetture quando si accorse di una terza figura: Emma «Ehi, pure tu appassionata di Astronomia?» un occhiolino accompagnò le parole dette in tono affettuoso «Se siamo tutti direi di bussare, no?» senza indugiare oltre, allungò il braccio e con le nocche diede tre colpetti decisi e ravvicinati.
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Atena McLinder, Suguni e Miss Effe, perdonate mi vida loca, e l'orario increscioso...ci sono! Partiamo? Verso l'infinito e oltre? :ph34r:


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Edited by Camille Donovan - 15/1/2022, 15:39
 
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view post Posted on 15/1/2022, 19:27
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Emma Cornelia Green 15 anni
Mentre Emma trafficava nelle tasche del suo mantello in cerca di un'ape frizzola, la sua mano trovò qualcosa di estraneo, di cartaceo. Lo tirò fuori ritrovandosi davanti agli occhi una specie di lettera: l'apertura era sigillata da un adesivo a cuore che per magia palpitava. Arricciò il naso, stranita da quella bustina di carta rosa - per tutte le bacchette… che roba è… - staccò l'adesivo per scoprire quale fosse il contenuto e in quel momento almeno una cinquantina di cuori di carta le scoppiarono in faccia - ma che diavoleria è questa!? - esclamò, era arrabbiata, pensava si trattasse di uno scherzo - scommetto che questa burla è opera di Murphy… - bofonchiò tra i denti. Dalla bustina emerse un bigliettino, la calligrafia era piacevole ed ordinata. Cominciò a leggere…

Cara Emma,
è da tanto che volevo dirti che sei bellissima e mi piacerebbe tanto fidanzarmi con te. Sono anche io bellissimo, per cui pensa come saranno altrettanto bellissimi i nostri figli un giorno.
Ti aspetto in Sala Grande, amore mio. Non farmi aspettare troppo.
Tuo per sempre,
Harry.



Il sopracciglio di Emma si era sollevato di più ad ogni rigo - ma che cos… - doveva essere per forza uno scherzo, nel caso contrario significava solo una cosa: Harry aveva perso il cervello, era impazzito. Sapevano tutti ad Hogwarts quanto fosse vanitoso (quadri e fantasmi compresi), ma con questa aveva passato ogni limite. Ma poi quando le aveva messo quel biglietto in tasca? Era veramente una storia assurda. Si diresse a passo di carica verso la Sala Grande e lo trovò lì, seduto ad aspettarla con i suoi due migliori amici dalla dubbia intelligenza. La strega gli si parò davanti e lui la guardò con le sue iridi verdissime. Beh… se quel mago non fosse stato una testa di troll, Emma lo avrebbe sicuramente trovato apprezzabile. Che cosa vuol dire questo!? - gli occhi puntati dritti nei suoi. Harry si alzò ed andò verso di lei con un'espressione seria - Credevo che saresti stata felicissima della mia dichiarazione - dal tono sembrava ferito, ma Emma non abboccò - ma che razza di narcisista megalomane sei!? - il mago fece spallucce e lei senza perdere altro tempo strappò il bigliettino in mille pezzi davanti al suo sguardo sconvolto. Era inconcepibile per lui avere avuto un rifiuto. Nonostante avesse un aspetto davvero adorabile, nessuna ragazza sana di mente si sarebbe infatuata di uno così narcisista. La Grifondoro uscì dalla Sala Grande con le stessa velocità con cui vi era arrivata, lasciandosi alle spalle Harry che veniva consolato dai suoi due amici stupidi. Era stata perfida? Probabile. Si sentiva in colpa? Assolutamente no. Quel ragazzo era troppo convinto del fatto che tutte le ragazze gli sbavavano dietro, qualcuno doveva dargli una lezione, e questo compito era toccato a lei. A dirla tutta si sentiva soddisfatta come quando riusciva a prendere una O in Storia della Magia. La rabbia si era leggermente dissipata e sparì del tutto quando lesse il bigliettino sulla bacheca scolastica che aveva lasciato la professoressa Athena. Solo tre? - blaterò fra sé e sé. Probabilmente era troppo tardi, ma valeva sicuramente la pena provarci. Si mise a correre per raggiungere l'ufficio dell'insegnante di Astronomia, come suggerito da lei sull'annuncio. La McLinder aveva anche accennato ad una ricompensa, la strega sperava davvero di arrivare in tempo. Quando si avvicinò vide due figure dietro la porta della professoressa: le riconobbe subito, si trattava di Gwen e Camille. Ciao ragazze… felice di vedervi qui… sono arrivata in tempo? - si piegò mettendo le mani sulle ginocchia, tentava di riprendere fiato dopo la corsa. Appassionata direi di no… non mi ci sono mai applicata… - disse in risposta alla domanda di Camille - ...ma mi piace provare ed imparare cose nuove… e poi la McLinder ha parlato di ricompense, per cui… - sorrise in segno di intesa - certo… bussa.. sono davvero curiosa!
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Edited by Miss Effe - 15/1/2022, 21:57
 
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view post Posted on 22/1/2022, 15:44
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S. G. Nieranth 15 anni
Il tempo è la variabile più problematica che l'uomo abbia mai inventato. Non esiste un modo corretto per leggerla, ma si integra ovunque senza fermarsi mai, costringendo a tenerla sempre in considerazione e finendo con il diventare elemento fondamentale di una possibile follia. Questo perché è psicologicamente discutibile che quando non hai bisogno di tempo, più esso scorre lentamente; mentre quando hai bisogno di più tempo, è già oltre la soglia; per questo finisci con l'attendere il momento giusto, il tempo giusto, nella maniera sbagliata.
Quando la Tassorosso aveva notato il biglietto della McLinder, l'aveva fissato per qualche istante, prima di rendersi conto che il tempo avrebbe potuto essere la sua trappola. Quando era stato affisso l'annuncio? A che ora era il ricevimento della docente? Quanti giorni mancavano alla Luna piena? Tempo di pensarlo che già si trovava nel corridoio del primo piano, ove la porta dell'ufficio di Atena McLinder sembrava gigantesca. Non aveva proprio il coraggio di dare qualche colpo, forse per paura che fosse troppo presto, o peggio, che fosse troppo tardi. Riportò alla sua memoria l'orario di ricevimento e sospirando restò in attesa, mentre il tempo scorreva in maniera inversamente proporzionale alla sua ansia che cresceva. Pensava a cosa avrebbero dovuto fare, senza riuscire ad averne un'idea precisa; forse poteva immaginare cosa avrebbero visto, ma le possibilità che univano le due cose erano potenzialmente infinite: mai aveva messo insieme magia ed astronomia e dire che non vedeva l'ora di farlo era superfluo.
Mentre ancora osservava l'imponente porta, Camille arrivò con decisione. Sorrise in risposta al saluto della concasata, con quanta più leggerezza riuscì a trovare. «Sì, bè..ero curiosa!» Disse evidentemente imbarazzata. In realtà attendeva con ansia di poter finalmente studiare Astronomia che un'occasione come quella non sarebbe proprio riuscita a farsela sfuggire. «E tu, perché sei qui?» Chiese in risposta per intavolare una conversazione, anche se sapeva che con Camille non si cascava mai in silenzi imbarazzanti. Non mancarono infatti altre domande, a cui rispose con sincerità: «Ho diverse idee su ciò che faremo, trattandosi di plenilunio, ma potrei essere completamente fuori strada» Alzò le spalle in segno di dubbio. «Probabilmente un telescopio lo useremo..spero.» Rispose alla domanda successiva, pronunciando l'ultima parola a tono più basso, «A meno che non esista una qualche magia che ci permetta di evitarlo, ottenendo lo stesso risultato» Aggiunse con ammirazione, mentre la mente immaginava la possibilità di osservare la volta celeste senza i comuni usi babbani. Aveva testato il Galileius allo stesso scopo, ma non era per nulla adatto alla vista dei corpi celesti, soprattutto quelli dotati di luce propria. Senza contare che bisogna poi attendere gli effetti collaterali che lo stesso incanto causa, prima di poter tornare a vedere normalmente. Un'alternativa sarebbe stata davvero interessante.
Passò poco quando anche Emma giunse correndo nel loro stesso corridoio, evidentemente in affanno e forse dopo essere passata sotto chissà quale festa: ancora qualche coriandolo le adornava i capelli. La salutò alzando la mano e lasciando che fosse Camille a reggere il discorso per tutte. Ascoltò comunque le risposte della Grifondoro, curiosa dei suoi motivi, fin quando non si decise a farle notare lo scompiglio sulla sua testa: «Hai dei coriandoli fra i capelli» Disse improvvisamente, indicando con un dito la capigliatura della compagna. Non era una frase pronunciata per derisione, tutt'altro. Con premura, si sarebbe persino prodigata ad aiutarla se ne avesse avuto la necessità.
Infine, fece un cenno con la testa quando si propose di bussare, lieta di non doverlo fare in prima persona.

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Eccomi qui, scusate già da ora per la tempistica :flower:
 
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view post Posted on 23/1/2022, 12:59
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Atena McLinder | Docente & Capocasa ☾
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E
ra incredibile come i libri che le servivano si trovassero sempre sugli scaffali più alti. Doveva esistere una qualche legge cosmica secondo la quale, per quanto si cambiasse ciclicamente disposizione, ciò di cui avevi bisogno finiva sempre sulle mensole più in alto. Certo, incantesimi come Accio o un Wingardio Leviosa ben assestati potevano risolvere gran parte del problema, ed Atena era ormai abilissima a castarli con sorprendente precisione, senza che nemmeno un angolo delle pagine si rovinasse nell’estrarre o nel riporre i tomi al loro posto. Ciò nonostante, questo funzionava solo nel momento in cui si conosceva in anticipo di quale libro si necessitava, ma non quando si faticava a ricordare in quale di essi trovare l’informazione ricercata. Ad ogni modo, con il tempo Atena si era arresa a tenere stabilmente una scala nel suo Ufficio, per scongiurare ogni evenienza: l’aveva scelta di legno, bianca, in modo tale che facesse pendant con l’intero arredamento. Erano dettagli che contavano, aveva pensato.
Si trovava proprio su questa scala, passando in rassegna i diversi titoli sulle costine, quando sentì bussare alla porta. Mandò rapida un'occhiata all'orologio, il tempo era volato e doveva già essere iniziato l'orario dei ricevimenti. «Avanti!» disse, a voce abbastanza alta da essere udita oltre la soglia. Scese la scala con accortezza, decidendo tra sé che avrebbe rimandato i suoi impegni ad un altro momento, per dedicare il giusto tempo ai doveri scolastici. Dalla porta fecero il loro ingresso tre ragazze. Due di loro le conosceva molto bene, si trattava dei suoi Prefetti, Camille Donovan e Gwen Nieranth. Ne era passato, di tempo - pensò tra sé - da quando era diventata Capocasa. All’epoca vi erano altri Prefetti e un altro Caposcuola, che avrebbe sempre ricordato con particolare affetto. Anche le attuali erano ragazze molto in gamba, non le avevano mai dato problemi e si impegnavano con entusiasmo e dedizione per la loro Casata. Ricordava bene quando entrambe furono smistate a Tassorosso, il primo giorno del loro percorso scolastico. Ora erano cresciute, sotto molti aspetti, diventando un punto di riferimento solido per gli altri studenti. Con loro vi era anche una giovane Grifondoro, Emma Green. Non aveva mai avuto occasione di parlare a tu per tu con lei, ma la riteneva una studentessa brillante e intelligente. Sapeva inoltre che, come lei e Camille, collaborava con la Gazzetta, dimostrando di avere uno spirito curioso e intraprendente.
«Buongiorno, prego, accomodatevi.» esordì, accogliendo le ragazze. Con un movimento della bacchetta rimpicciolì la scala fino a farle assumere le dimensioni di una spanna, riponendola poi ordinatamente su uno scaffale, a mo’ di orpello. «Immagino siate qui per l’annuncio che ho appeso stamattina in Sala Grande.» Non era difficile desumerlo, dal momento che si trattava di ragazze frequentanti i primi anni. «Sedetevi pure.» disse indicando loro le sedie davanti alla scrivania. Anche lei si sedette. «Gradite un po’ di tè? Un biscotto? Ah, e vi consiglio di prendere un ombrello.» aggiunse, accennando ad alcuni ombrelli in tessuto riposti accanto alla porta. Erano decorati con sobrie fantasie di lune, stelle e pianeti. «Il tempo oggi pare piuttosto instabile.» spiegò, indicando con l’indice il soffitto: qui un dipinto riproduceva un cielo notturno, due Lune campeggiavano nel blu profondo, mentre tante piccole stelle luccicavano tremolanti. Come le ragazze avrebbero presto notato, qualcosa nella Magia che aveva generato quel cielo non doveva essere andato a buon fine. Vi erano giorni, infatti, in cui le stelle, senza motivazione apparente, si staccavo dalla volta notturna e cadevano nella stanza, come piccoli sassolini tintinnanti, dissolvendosi poi non appena toccavano il pavimento. Quello, era uno di quei giorni. Atena ci si era abituata ed aveva abbandonato da tempo l’idea di richiamare il Mago architetto per sistemare il difetto. In fondo, la divertita. Aveva inoltre il sospetto che fosse la Stanza stessa, in qualche modo a lei sconosciuto, ad essersi adeguata alla sua personalità e a cimentarsi volontariamente in quello strano fenomeno.
La Docente attese che le ragazze si accomodassero - ombrellini e tutto il resto. Se lo avessero desiderato avrebbe versato loro del tè, o avrebbe allungato loro un piatto con dei biscotti. Terminati i convenevoli, era giunto il momento di venire al dunque. Incrociò le dita sul ripiano della scrivania e volse loro la sua piena attenzione. Nessuna delle tre seguiva le lezioni di Astronomia, erano ancora troppo giovani per farlo, ma erano ragazze sveglie e in gamba, sarebbero state perfette per il suo scopo.
«Molto bene. Ditemi: cosa sapete sulla Luna?» iniziava dunque l’interrogazione?
☽ Per Aspera ad Astra ☾



Non preoccupatevi, non abbiamo alcuna fretta disse postando in meno di 24 ore :fru: Benvenute!
 
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view post Posted on 24/1/2022, 16:35
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Camille Donovan 14 anni
«Ammetto che l’annuncio mi ha fatto scattare qualcosa dentro!» cosa, con esattezza, non lo aveva ancora capito. Sicuramente in parte c'era il desiderio di scoprire, di sperimentare «Penso anch’io sia l’opportunità giusta per imparare qualcosa di nuovo.» concordò con la Grifondoro su quel punto «Insomma, è così affascinante, perché attendere il terzo anno quando si possono avere anticipazioni?» gli occhi le brillavano, mentre la mano si spostava sulla maniglia alla voce della Docente che accordava l’oro l’accesso. Le congetture fatte fino a quel momento, tra potenziali strumenti da utilizzare o magia alternativa che si adattasse allo scopo, stavano per trovare risposta. Era curiosa. Vogliosa di conoscere, di avere un'anteprima esclusiva sulla materia. Nonostante fosse ben lontana dai tempi più maturi in cui avrebbe potuto frequentare il corso, le stava per essere concesso, assieme alle altre, forse, un assaggio di cosa significava l’Astronomia. Non si era mai approcciata in maniera approfondita all’argomento, doveva ammetterlo, ma è sempre stata attratta dalle stelle. Non era difficile vederla le sere d’estate, durante le vacanze, con i cugini distesa sul prato pregno di rugiada ad osservare il cielo, soprattutto a San Lorenzo. I desideri espressi silenziosamente, per paura di rivelare qualcosa di troppo prezioso a orecchie immeritevoli.
«Buongiorno a lei, Professoressa!» tono di voce entusiasta, ma opportunamente smussato, giusto un pizzico, dall’educazione che richiedeva la situazione. L’ufficio era piuttosto accogliente, luminoso. L’odore della pergamena, nuova o meno, proveniente dalle librerie fu la prima cosa che attrasse la sua attenzione dopo appena pochi passi. Il naso puntato all’insù per guardare interessata i volumi esposti. Stava rischiando di distrarsi troppo, riabbassò il volto richiamata dalle parole della McLinder, confermando il motivo della loro presenza con un cenno affermativo del capo. Si diresse anche lei verso una delle sedie indicate «Oh, un tè andrà benissimo, grazie mille!» disse con un sorriso grato. Stava per sedersi, ma fu presa alla sprovvista dalla raccomandazione della Docente. Tempo instabile? Rivolse nuovamente lo sguardo verso l’alto. In effetti minuscoli puntini luminosi, identificabili come stelle piuttosto realistiche, o meteore, in miniatura, tremolavano sulla volta celeste sopra di loro. Parevano voler precipitare giù come gocce pioggia da un momento all'altro. Affascinante, si ritrovò a pensare. Un’espressione divertita le comparve in viso, incurvandole gli angoli della bocca. Come consigliato recuperò uno degli ombrelli, per la precisione quello con i pianeti. Mentre lo apriva, avvertì un sonoro toc sul pavimento ligneo, proprio vicino al suo piede. Non rimase traccia del sassolino incantato. Svelta, si accomodò assieme alle altre, le dita affusolate della mancina avvolte attorno al manico della protezione improvvisata in delicato tessuto. La destra stringeva la tazza calda. Il tepore piacevole che solleticava la pelle, l’aroma della bevanda stimolava le narici. Non ci volle molto per capire dove sarebbero andati a parare, l’argomento focale dell’incontro: la Luna. Cosa sapevano sulla Luna? Storie, nozioni base date dalla madre, questo si palesò immediatamente nei suoi cassetti della memoria.
«Ecco, se non ricordo male viene definita satellite» cominciò un po' incerta. La immaginava come una gigantesca sfera di ferro, attratta dalla calamita che è il Pianeta Terra «La chiamano così perché gravita attorno al nostro Pianeta…» proseguì prendendo piano, piano confidenza nel sottoporsi all’interrogazione? Alla fine non era un esame, quindi non era necessario sentirsi giudicata. Le informazioni in suo possesso iniziarono a prendere forma come un puzzle «Gravita spostandosi lungo l’orbita tramite un moto di rotazione, mentre gira su stessa con un moto di rivoluzione. Per entrambi impiega lo stesso tempo, per questo mostra, curiosamente, sempre la stessa faccia…» come una persona timida, riservata che teme di lasciarsi andare, oppure semplicemente attende qualcuno che possa comprenderla e a cui possa svelare ogni sua singola sfaccettatura al momento debito. Oppure, paragonabile semplicemente a qualcuno di misterioso, pieno di segreti oscuri da custodire, da seppellire nel luogo più recondito dell’animo. Fascinazione a parte per questo fatto, ai suoi occhi enigmatico nonostante sia scientificamente dimostrato, per quanto ne sapeva era utile anche nell’ambito dell’Erbologia «Almeno, questo è ciò che mi ha spiegato mia madre! Lei ne sfrutta quelle che chiama “fasi” per prendersi cura delle sue piante…» non le era permesso toccare determinate erbe se non era la fase giusta, se la luna non era in quella determinata posizione o non aveva quella forma «Le semina o le raccoglie in periodi specifici, quando “l’astro lo permette» il resto non era nulla di attendibile, solo buffe storie trovate nei romanzi «Al più credo di aver letto prevalentemente miti, leggende, persino di strambe teorie babbane sulla composizione, ma niente di più…» disse un po’ imbarazzata. Arricciò le labbra per soffiare sul tè e freddarlo leggermente, prendendone poi una lunga sorsata in attesa che anche le compagnie si esprimessero a riguardo. Non vedeva l’ora di conoscere le loro esperienze, dirette o meno, con il famigerato Astro.
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view post Posted on 27/1/2022, 23:28
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Emma Cornelia Green 15 anni
Era stata una bella coincidenza trovare Gwen e Camille davanti all'ufficio della McLinder, lì con la sua stessa intenzione, o quasi: a quanto le era sembrato, le due Tassorosso avevano una certa curiosità verso gli astri e insieme stavano fantasticando su cosa la professoressa le avrebbe fatto fare una volta accolte nel suo ufficio. Emma invece era sicuramente curiosa, non le sarebbe di certo dispiaciuto imparare qualcosa di nuovo, ma il motivo principale per cui si trovava lì era che la Professoressa aveva accennato ad una certa ricompensa. La Grifondoro sperava in punti Casa per i suoi amati Grifondoro… o magari ad un oggetto magico: quelli che avevano visto l'ufficio della McLinder, lo descrivevano come una delle stanze più belle e magiche di Hogwarts, fremeva dalla voglia di ammirarlo con i suoi occhi, chissà quanti oggetti incantati possedeva l'insegnante di Astronomia. Avrebbe regalato qualcosa anche a loro tre?
Coriandoli? - la Grifondoro si portò una mano in testa, cercò tra i capelli qualcosa di estraneo - ah… si… - alzò gli occhi al cielo irritata dalla lettera esplosiva che aveva aperto poco prima - in realtà non sono coriandoli… è una storia lunga, magari te la racconto in un altro momento - si portò di nuovo le mani nei capelli - per caso ne ho altri? Mi aiuteresti per favore… non voglio presentarmi in questo stato davanti alla McLinder - prima o poi avrebbe fatto pagare ad Harry quella specie di sorpresa che le aveva fatto.
Quando Camille aveva bussato alla porta dell'ufficio, la voce delicata della professoressa Atena non tardò a giungere alle loro orecchie: avanti, aveva detto. Buongiorno! - Esclamò seguendo Camille e Gwen all'interno - wow… - mormorò con gli occhi spalancati rivolti al soffitto, gli stessi occhi che poi passarono a rassegna tutta la libreria. Gli studenti più grandi con cui aveva parlato non avevano esagerato minimamente, quel posto era a dir poco incantevole. No, grazie, professoressa... - non aveva fame, né sete in quel momento. Prese uno degli ombrelli come aveva suggerito di fare la McLinder e prese posto su una delle sedie disposte davanti alla scrivania. Alzò nuovamente lo sguardo sul soffitto della stanza dopo che l'insegnante aveva fatto dei commenti su di esso. Un cielo notturno albergava sulle loro teste, ospitava un paio di lune e tante stelle che brillavano magicamente, sembrava davvero di stare all'aperto. Quello era uno dei tanti momenti in cui Emma ringraziava il cielo per essere nata strega: la maggior parte dei babbani ignorava quel mondo bizzarro e straordinario, ed era davvero un gran peccato. Un specie di sassolino la colpì sulla spalla, così capì che la professoressa non esagerava quando aveva consigliato loro di prendere un ombrello. Lo aprì senza difficoltà e aspettò con ansia che la donna cominciasse a parlare del motivo per cui aveva affisso quel biglietto sulla bacheca. Poi arrivò la domanda. Emma fece per parlare, ma una delle due Tassorosso l'anticipò. La Grifondoro ascoltò Camille attentamente, con curiosità, sembrava essere preparata sull'argomento a differenza sua, che sapeva collegare la luna solo ai lupi mannari. Io non ne so molto… - ammise facendo spallucce, lo sguardo rivolto alla professoressa - ho letto un sacco di libri sui lupi mannari, alcuni anche scritti da babbani, romanzi che parlavano di come la luna piena influenzasse la trasformazione di questi ultimi da uomini a bestie… - trovava super affascinanti quelle storie, ma sentiva che forse non c'entravano nulla con quello che voleva sapere la McLinder. Distolse gli occhi dalla professoressa per portare l'attenzione su Gwen, magari lei, a differenza sua, aveva una risposta più sensata da dare all'insegnante di Astronomia.
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view post Posted on 1/2/2022, 20:12
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S.G. Nieranth 15 anni
Quelli fra i capelli della Grifondoro, effettivamente, erano troppo grossi e scuoricosi per essere dei semplici coriandoli. Doveva ammettere di essere davvero curiosa della loro provenienza, ma non osò porre altre domande sulla questione, a maggior ragione a causa dell'ansia dell'incontro imminente. «Certo, figurati» Avrebbe detto mentre aiutava la compagna a liberarsi di quelle carte imbarazzanti. Al suo posto avrebbe probabilmente rischiato un collasso: non riusciva ancora a spiegarsi il motivo per cui la presenza di Atena McLinder le provocasse tanta agitazione. Forse perché insegnava una delle materie a cui teneva maggiormente, magari a quella paura si aggiungeva il fatto di poter rischiare di essere una pessima astronoma e fare una pessima figura; forse era proprio questo sentire di dover dimostrare qualcosa a riempirla di angoscia. Senza dimenticare che la McLinder fosse anche la Capocasa Tassorosso. Insomma, deglutire sarebbe potuto diventare fatale.
Come prevedibile, oltrepassò per ultima l'ingresso del famoso ufficio, lasciando educatamente entrare le sue compagne, così da avere qualche secondo per inspirare profondamente quando entrambe fossero state di spalle. Una volta messo però piede nella stanza, non riuscì ad evitare di guardarsi intorno: era anche migliore di quanto le voci di corridoio potessero descrivere. Ogni centimetro di ogni parete mostrava qualcosa degna di essere guardata, così come l'intero soffitto. «Buongiorno» Aggiunse in coda a tutti i saluti, provando finalmente a posare gli occhi anche sull'insegnante. Ascoltò le sue parole come se fosse in un sogno e percepì a malapena il loro vero significato. Si ridestò tenendo d'occhio i biscotti e dimenticando completamente la faccenda degli ombrelli. In fondo erano già cadute un paio di stelle, si sarebbe accorta della sua sbadataggine solo dopo essersi accomodata, quando per lei era troppo tardi rialzarsi per recuperare. Sperò che non sarebbe stato troppo pericoloso e si accontentò di prendere un biscotto, mostrando un gesto educato prima di procedere, magari l'avrebbe aiutata a rilassare lo stomaco in agitazione. Cosa che ovviamente non fu: si pentì anche questa volta della sua scelta, iniziando a masticare con difficoltà quando l'insegnante fece la sua domanda. Fortuna che non era lì da sola e che Camille, con la sua loquacità, aveva tirato fuori uno degli argomenti più interessanti sulla Luna. La sua rotazione sincrona le permetteva di mostrare sempre la stessa faccia alla Terra, generando così anche tante dicerie sul cosiddetto lato "oscuro" della Luna, ma alla fine era normale che un satellite orbitasse in quel modo e la Tassorosso, felice del discorso a lei noto, acconsentiva alle parole della concasata con trattenuto entusiasmo. Anche il punto di vista di Emma era interessante, diverse creature erano attratte dalla Luna, alcune più pericolose di altre e molte a lei sconosciute, ma restava un argomento da tenere in considerazione quando si parlava di questo corpo celeste. Si ritrovò poi gli occhi puntati addosso e continuare a parlare di inquietanti mutaforma non era il massimo per lei. Allora tentò di riallacciarsi al discorso di Emma, tornando anche su quello di Camille: «So che i babbani si sono inventati molte storie sulla Luna, prima di studiarla sul serio.. Come il fatto che fosse fatta di formaggio» Ecco di nuovo il rammarico della decisione sbagliata, per quale assurda ragione aveva deciso di fare proprio quell'esempio? «Cioè.. Per via della forma dei suoi crateri, richiama molto l'aspetto di un famoso formaggio babbano» Ci provò, ma non le sembrava di stare migliorando la situazione. «Ma ecco, sanno tutti che non è così» I suoi occhi erano ovunque, tranne che sull'insegnante, mentre lo stomaco chiedeva meno ossigeno. Trattenne il respiro per qualche secondo, cercando un motivo valido per continuare a parlare. C'erano tanti argomenti interessanti che riguardavano la Luna, le sue fasi ad esempio; oppure l'influenza sulle maree. E lei aveva davvero scelto il formaggio?
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In realtà ho atteso il giorno del capodanno lunare per postare :look:
 
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N
o di certo, non si trattava di un'interrogazione, bensì di un modo come un altro per comprendere quanto le studentesse conoscessero sull'argomento, ponendo in evidenza i concetti più importanti. Le ragazze si erano accomodate, ombrellino, the o biscotti alla mano, a seconda dei casi. Lei, invece, sedeva disinvolta sulla sedia, le mani posate sulla scrivania, le dita incrociate. La prima a rispondere alla sua domanda fu Camille, dapprima tentennante, poi sempre più sicura.
«Esattamente, signorina Donovan. La Luna è il satellite della Terra e come tutti gli Astri gravita, ruota su se stessa e rotola, per così dire, nello Spazio.» in poche parole la Tassorosso aveva inquadrato correttamente l’astro dal punto di vista scientifico. «Le fasi lunari sono molto importanti in agricoltura, per questo lo studio dell’Astronomia è strettamente correlato all’Erbologia e alle Pozioni: ogni pianta, erba ed ogni particolare ingrediente di origine naturale riesce a conservare il massimo delle sue proprietà se colto, macerato o essiccato durante una particolare fase lunare. Da questo punto di vista tua madre è molto più lungimirante di alcuni pozionisti che si incontrano al giorno d’oggi.» sottolineò, inclinando appena un angolo delle labbra in un sorriso divertito. Anche nei migliori ambienti magici vi era ancora chi ignorava l’importanza della qualità degli ingredienti che utilizzava. Eppure era ormai assodato che la Luna avesse una notevole influenza sull’Acqua, intesa non solo come maree ma anche come fondamentale componente della vita vegetale e animale. Nei suoi studi Atena aveva notato una profonda connessione tra gli Elementi naturali e gli Astri, tanto che la loro posizione nel Cielo poteva influire sull’esito di incantesimi o rituali.
«Hai detto una cosa molto interessante» continuò «e su questa vorrei porre la vostra attenzione: la Luna mostra alla Terra sempre la stessa faccia e – aggiungo - nelle notti di Luna Piena è possibile osservarla nella sua interezza. Tre punti a Tassorosso per questa intuizione. E' alla base del compito che vi affiderò oggi.»
Fu poi il turno di parlare della Grifondoro. La Docente fu lieta di sentire che aveva letto dei libri scritti da babbani, non sempre i Maghi avevano un’alta considerazione di tali volumi, quando invece potevano rivelarsi utili tanto quanto i più famosi testi magici. Lei stessa aveva appreso numerose nozioni nelle più rinomate biblioteche babbane ed era convinta che una vera conoscenza potesse costruirsi soltanto mettendo insieme nozioni magiche e intuizioni babbane. «E’ corretto.» annuì, non appena la ragazza ebbe concluso. «Come forse altri Docenti vi avranno accennato, la Luna Piena causa la trasformazione dei Lupi Mannari. Non solo, ma l’influenza della Luna, massima durante queste notti, sembra avere particolari influenze sulla mente degli individui: aumenta le passioni, alimenta gli istinti primordiali. Esiste un Medimago in Galles che sta studiando i comportamenti dei suoi pazienti durante le notti di Luna Piena: sembra che vi sia una particolare correlazione tra la Luna e l’abilità profetica.» erano solo studi esplorativi, ma nessuna ipotesi si poteva escludere a priori. Anche nelle tradizioni babbane, del resto, la Luna era associata ad episodi - a loro detta - di pazzia e non era rara la credenza che nelle notti di Luna piena si potesse cedere alle passioni più efferate.
Non riuscì a trattenere un sorriso divertito quando la seconda Tassorosso accennò alla credenza babbana che la Luna fosse fatta di formaggio - nella sua carriera non le era mai capitato che qualcuno accennasse a questa peculiarità. Il discorso della prefetta si inseriva perfettamente nel filone aperto in precedenza dalle compagne e nelle parole della ragazza si celava un’informazione molto importante. «Hai detto una cosa molto interessante e per nulla banale: sulla Luna si possono osservare diversi crateri, rendendo - è vero - la sua superfice simile ad un formaggio. Questo perché il nostro satellite non possiede un’atmosfera che lo protegga dall’impatto con asteroidi o altro materiale spaziale.» Su queste parole estrasse una mappa da un contenitore cilindrico posto accanto alla scrivania e distese la pergamena di fronte a loro. L’immagine rappresentava nel dettaglio la superficie visibile della Luna. «La Luna possiede crateri» e indicò loro Tycho, il più grande e vistoso. «Si riconoscono dalla loro forma circolare e dal loro colore, più chiaro. Vi sono poi Mari, o meglio, Marie» e indicò le zone più scure. «Naturalmente non sono mari come li intendiamo noi, con acqua, pesci e tutto il resto» “Nei mari della luna tuffi non se ne fanno: non c’è una goccia d’acqua, pesci non ce ne stanno” recitava una vecchia filastrocca, le veniva sempre in mentre, quando parlava della Luna, per poi non riuscire a levarsela dalla testa per ore e ore. «bensì ampie pianure, originate da eruzioni dovute agli impatti con gli asteroidi.» “Che magnifico mare, per chi non sa nuotare!” Accidenti a quelle rime. «E questo ci permette di arrivare al motivo per cui siete qui, oggi.» Si accomodò meglio sulla sedia, accingendosi a iniziare il racconto. Poi, dopo essersi schiarita la voce, riprese. «Vedete, diversi giorni fa ho trovato in Biblioteca alcune carte lunari. Erano riposte insieme ad altri strumenti astronomici all’interno di un antico baule da chissà quanti decenni, probabilmente dimenticate da un mio predecessore, o accantonate in quel luogo per inutilizzo. Osservandole da vicino mi sono accorta che contenevano diversi errori: mari inesistenti, crateri spariti, nomi inventati posti a casaccio. Probabilmente qualche vecchio studente si è divertito a modificarle.» L'episodio le aveva suscitato una certa sorpresa e ilarità. Chissà chi era stato l'artefice di quello scherzo, si era chiesta, e per quale motivo aveva deciso di cimentarsi nella manomissione di carte celesti. Come le sarebbe piaciuto poter sbirciare nelle pieghe del tempo e risolvere quell'interrogativo. «Non mi ci è voluto molto a sistemarle, ma ho voluto lasciarne alcune da parte: ho pensato che potesse essere un buon esercizio per voi studenti. Non richiede nozioni particolari, se non la capacità di osservare la Luna con un telescopio e di confrontarla con una carta. Un esercizio che chiunque riesce a fare, anche senza conoscenze specialistiche.» Rivolse uno sguardo alle ragazze, una ad una, per sincerarsi che la stessero seguendo. Il compito che chiedeva loro era ormai abbastanza chiaro. «Ognuna di voi avrà una mappa. Ciò che dovrete fare sarà osservare la Luna e segnare sulla mappa le incongruenze che notate.» consegnò a ciascuna di loro una pergamena. Ogni mappa rappresentava l’immagine della Luna – nella sua faccia che rivolgeva alla Terra - ed alcune scritte indicavano i nomi dei crateri e dei mari principali. A prima vista le tre mappe erano identiche, ma ad una visione più attenta... «Come dicevo si tratta per lo più di mari o crateri spariti o aggiunti, così come di nomi messi a casaccio: mari inventati segnati dove palesemente non vi sono zone scure, o nomi di crateri fittizi posti in mezzo al mare. Ho trovato che, in genere, ogni mappa contiene tre errori. La prossima Luna Piena cadrà esattamente tra due notti. In quella notte preparerò per voi tre telescopi sulla Torre di Astronomia. Sono telescopi per principianti, adatti solo ad osservare corpi celesti molto vicini alla Terra e incantati affinché la lente sia costantemente a fuoco.» insomma, poco più che giocattoli. «Vi basterà puntarlo verso la Luna e zoomare all’occorrenza, con l’unica rotellina presente. Non potete sbagliare. Fate solo attenzione a non romperli, o ne dovrete rispondere a me e alla Scuola. Tornerete da me il giorno dopo, non appena avrete completato il compito.» Si rese conto di aver snocciolato le ultime informazioni senza quasi prendere fiato, nella premura di fornire loro tutte le indicazioni di cui avevano bisogno. Le capitava, a volte, che le parole prendessero a turbinare allo stesso ritmo dei pensieri - una brutta abitudine, sin dai tempi della scuola. Ci doveva ancora lavorare. Trasse un respiro, prendendosi un attimo di tempo per quietare le idee. Le tre ragazze sedute di fronte, due ombrellini e una tazza di the. Qualche flebile ticchettio a rompere il silenzio. "Che magnifico mare, per chi non sa nuotare!" iniziò a canticchiare una vocina, nel suo silenzio. «Avete domande?» chiese infine, lasciando il tempo a ciascuna di esprimere eventuali dubbi. In caso contrario, le avrebbe congedate.
☽ Per Aspera ad Astra ☾



Bene ragazze, mi sembra che la consegna sia abbastanza chiara. Queste sono le mappe che vi sono state consegnate:
Camillle: Mappa 1
Emma: Mappa 2
Gwen: Mappa 3
Ciò che invece vedrete dai telescopi sarà questa immagine (ovviamente senza scritte, quelle servono solo a voi per orientarvi in off): Mappa Luna.
Ciò che dovete fare è scovare gli errori contenuti in ciascuna mappa. Nei dialoghi Atena vi fornisce tutte le indicazioni per farlo, sia in merito al numero che alla tipologia. Descrivete per bene in on il vostro compito e segnate gli errori anche in off sulla mappa, con un semplice segno.
A questo punto potete procedere come preferite: potete scrivere uno oneshot in cui descrivete il vostro compito o potete avere interazioni tra di voi, se lo ritenete opportuno. Avete carta bianca, scegliete la modalità che più preferite. Ciò che mi interessa è che svolgiate il compito e poi torniate da Atena, presentandole le mappe. La ricompensa sarà proporzionata al vostro impegno e alla correttezza del lavoro svolto.
Se le vostre fanciulle hanno domande o semplici osservazioni, scrivetele pure nel prossimo post e sarò lieta di continuare la conversazione, in caso contrario siete libere di andare.

Per qualunque dubbio, sapete dove trovarmi!
Divertitevi! ☆


● Camille Donovan: 3 punti a Tassorosso. I punti saranno assegnati a role conclusa, insieme ad altri eventuali aggiornamenti.


Sugunina, non sai quanto apprezzo ♡
 
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view post Posted on 31/3/2022, 18:36
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Camille Donovan 14 anni
Dette un ultimo lungo sorso rigenerante al tè. Ascoltò con attenzione le parole della Docente e delle altre studentesse, non senza evitare di mostrare, per una frazione di secondo, un’espressione stupita quando vennero assegnati dei punti alla sua Casa. La Luna aveva molte cose interessanti da rivelare, dalla sua influenza sul comportamento umano, al suo stesso aspetto. In particolare, le peculiarità dei crateri e dei mari era ciò che riguardava il loro compito. Ne osservava curiosa e assorta i chiaro scuri che contraddistinguevano gli uni e gli altri, i loro contorni definiti sulla mappa lunare messa in mostra dalla Docente. A quanto pare, diverse vecchie mappe lunari come quella erano state manomesse per gioco da degli studenti decisamente malandrini. Mari e crateri aggiunti a casaccio, nomi inventati posizionati dove palesemente non dovrebbero stare, insomma, richiedeva un’accurata comparazione tra la mappa assegnata e l’Astro in roccia e polvere celeste tramite telescopio. Non sapeva cosa aspettarsi, non ne aveva mai utilizzato uno. Era nervosa all’idea e allo stesso tempo affascinata, si sarebbe impegnata al cento per cento per non combinare guai. Lo avrebbe maneggiato con la massima delicatezza, a discapito della sua solita, ma spesso celata, goffaggine. Timore verso il fragile strumento a parte, non aveva dubbi a riguardo, si sentiva abbastanza sicura. «Tutto chiaro, professoressa!» fremeva dalla voglia di procedere. Sperava che i giorni che la separavano dalla notte di Luna Piena passassero velocemente. Se anche le altre non avevano domande da fare, avrebbe posato la tazza da tè ormai vuota, prendendo poi la mappa a lei designata. Infine, una volta arrotolata con attenzione quest’ultima in modo da non rovinarla, si sarebbe rispettosamente congedata, avrebbe rimesso al suo posto l’ombrellino seguendo le compagne fuori dall’ufficio. Il sorriso sulle labbra, vogliosa di fare quella nuova esperienza. «Oh, è così…così…meraviglioso!» riuscì a dire solo questo alle altre, mentre percorrevano il corridoio. Una reazione spontanea, ma che comunque non esprimeva al meglio il mix di emozioni che provava. A breve si sarebbero divise, le giornate sarebbero tornate alla solita routine. Tutto questo, almeno, finché non fosse giunta la notte di Luna Piena. Che l’Astro avesse già cominciato a condizionarla? Così come condiziona il dilagare o il ritirarsi delle masse d’acqua?
Torre di Astronomia
Erano trascorsi un paio di giorni dalla lettura dell’annuncio e dall’incontro con la Docente. In Sala Grande, al mattino, aveva raccontato del colloquio a Price, giusto per far capire al ragazzo cosa s’era perso non accorrendo assieme a lei. «Ti rendi conto! Osserveremo la Luna al telescopio, non lo trovi meraviglioso?» in risposta ottenne solamente un mugolio sommesso, del tutto disinteressato, da parte dell’altro, che era intento a leggere un articolo di Quidditch sulla Gazzetta del Profeta «Deduco che preferisci lo sport all’Astronomia, ma, ripeto, non sai cosa ti perdi!» Passò la giornata in fibrillazione, a mano a mano che il momento fatidico si avvicinava era sempre più emozionata. Toccò a malapena la cena, non vedeva l’ora di correre alla Torre. Quella sera avrebbe lasciato la Sala Comune, come d’abitudine a quell'ora, ma stavolta era diverso. Non era di ronda, gli studenti fuori dal letto per una volta non le competevano, no. Doveva incontrarsi con Gwen in Biblioteca, dopodiché assieme a lei si sarebbe recata alla Torre di Astronomia, pronta a portare a termine il compito assegnatole dalla Professoressa McLinder, nonché loro Capocasa. Lasciatasi alle spalle la Sala Grande era passata a prendere il necessario in dormitorio: la mappa (fondamentale), una piuma, una boccetta d’inchiostro e delle pergamene su cui prendere appunti. Pronta, raggiunse in poco tempo il Quarto Piano, attendendo la concasata in corridoio, appena fuori dalla porta. «Andiamo? Non vedo l’ora, lo confesso!!» l’accolse raggiante, eccitata e piena di aspettative positive. La sua “attrezzatura” che traboccava dalle braccia. Da lì, s’incamminarono verso la piccola, galattica, avventura. Aveva percorso con calma apparente il tragitto fino alla Torre di fianco alla concasata, evitando di accelerare il passo lungo la scalinata che portava alla cima. Fremeva, era vero, ma allo stesso tempo voleva gustarsi ogni istante di quell’esperienza unica. Il cielo, visto attraverso le finestre a sesto acuto che adornavano la facciata, era limpido e trapuntato di stelle. Al centro esatto di quella cornice di pietra si trovava la Luna. La vera protagonista. L’oggetto delle attenzioni delle tre ragazze. Proseguirono fino ad arrivare al punto prestabilito con l’insegnante. Come preannunciato, gli strumenti erano in posizione. Se Emma fosse già arrivata, o le avesse raggiunte in un secondo momento, l’avrebbe salutata con calore prima di rivolgersi ad entrambe con elevato entusiasmo «Siete emozionate? Io, devo essere sincera, molto!» lo si percepiva anche dal suo tono di voce «Spero di non combinare danni, hanno l'aria di dover essere maneggiati con cura…» detto ciò, si avvicinò all'oggetto della sua preoccupazione, ovvero uno dei tre telescopi. Per prima cosa distese la mappa, poggiandola poi sul pavimento di fianco a lei, accompagnata dal suo lieve fruscio. Su due angoli opposti di essa, per tenerla ferma, sistemò il resto. Adesso veniva la parte più importante: l’osservazione. Con molta cautela, dritta come un fuso di fronte ad esso, leggermente in soggezione, cominciò a studiare il telescopio che aveva scelto. L'intento era capire dov’era situata la manopola per la messa a fuoco. Quando la trovò, vi avvolse attorno, con molta delicatezza, le dita affusolate, in modo da non dover distogliere lo sguardo per muoverla in un secondo momento. Dopo essersi assicurata di quale fosse la posizione della Luna rispetto alla sua, accostò, infine, l’occhio destro all’oculare socchiudendo di riflesso il sinistro. Il freddo metallo a contatto con la pelle le provocò un brivido. Lentamente spostò il tubo ottico fino ad allinearlo con precisione all’astro ed allora, solo allora, regolò il tutto fino ad avere una visuale ottimale del corpo celeste nella sua interezza. Era meraviglioso, doveva ammetterlo. Il fascino di sentire la Luna vicina, seppur lontana migliaia e migliaia di km, come a poterla toccare quasi, avvertirne le asperità delle rocce con un rapido tocco. Qualche babbano, parecchi anni addietro, lo aveva fatto davvero e, con sincerità, in quel momento provava un pelino di sana invidia. Chissà com’era esplorare il satellite? Purtroppo ci avrebbe riflettuto un’altra volta, magari prima di addormentarsi guardando attraverso l’oblò della sua stanza. Doveva accantonare, suo malgrado, lo stupore infantile e la sua voglia di avventura per tornare a concentrarsi sul motivo per cui si trovava lì. Fece rapidamente mente locale per orientarsi e facilitarsi il più possibile il lavoro. Lo schema che voleva seguire era molto semplice: eseguire un controllo non random, ma perlustrare la superfice dettaglio per dettaglio andando in senso orario. Si mise all’opera, dapprima un po’ tentennante, piano piano prese confidenza e maggior sicurezza. Passò diverso tempo, non sapeva dire quanto, concentrata sul quadrante Est dell’Astro senza riscontrare anomalie. Aveva scrutato attentamente, partendo dal Nord fino ad arrivare al polo opposto, ovvero il Sud, confrontando ciò che le saltava all’occhio con la mappa. Zoomò all’occorrenza per verificare la correttezza dei confini e della quantità di mari segnalati, ossia le parti che risaltavano in toni più scuri. Lo stesso per i crateri. Ingrandì l’inquadratura un paio di volte quando si trovò nella zona inferiore, lì dove, presumibilmente, non lontano dal Mare Australe, sulla mappa erano segnati i crateri Stevino e Furnerius, evidentemente tra i più grandi ed importanti presenti. La posizione corrispondeva all’area che aveva preso in esame. Le manomissioni non riguardava quindi quella specifica porzione, salvata da strambe aggiunte o sottrazioni. Quando zoomò ancora un po’, muovendo con la punta delle dita la manopola avanti ed indietro quanto bastava, senza eccedere, le due macchioline luminose mostrarono i primi timidi cenni dei bordi frastagliati. Essi delineavano la parvenza di strutture circolari, straordinariamente quasi perfette. Ritornò poi ad una visione globale, spostandosi successivamente sempre più verso l’Antartide lunare. Lì qualcosa la colpi improvvisamente, o meglio fu l’assenza di qualcosa. Sulla mappa era presente una macchia nerastra, senza nome. Presumibilmente un piccolo mare, ma nella realtà che le si stava palesando davanti attraverso la lente non era presente. Per un’ulteriore verifica zoomò di nuovo, ma continuò a vedere quella zona immacolata, candida, o meglio grigiastra come la neve depositata sui marciapiedi in inverno. Non c'era nessun mare. Prese piuma e pergamena e si affrettò ad appuntarselo. Con calligrafia frenetica, tutta ghirigori, scrisse:

1. Aggiunto un mare a Sud, la posizione sulla mappa è tra il cratere Tycho ed il punto cardinale.

Il numero di “errori” riscontrati dalla Docente era solitamente tre, quindi, teoricamente, non restava che scovare i restanti due. Presa nota proseguì la ricerca. Toccava al quadrante opposto. L’osservare in modo così dettagliato, avere un contatto così vivido con la Luna le fece venire in mente le nozioni fornitele dalla madre. Le fasi, come esse influenzassero la corretta crescita delle sue preziose erbe. Se la figurava nella sua amata serra, a recuperare le delicate foglie o i ramoscelli. Se ricordava bene, il giorno del Plenilunio era il momento perfetto della raccolta. Le piante alla loro massima efficienza, le loro proprietà erano al culmine dell’efficacia. Pensieri fugaci a parte, doveva andare avanti. Tornando verso Nord, non ci mise molto a constatare una seconda incongruenza. La mappa segnava correttamente crateri e mari fino ad un certo punto, per la precisione fino a quello che era etichettato come “Mare Humorum”. Infatti, il sovrastante “Oceano Procellarum” ad Ovest sembrava avere una piccola appendice a forma di goccia, che sulla mappa però mancava. Un’appendice che, tra l’atro, stando sempre alla mappa in suo momentaneo possesso, conteneva un cratere. Quest’ultimo, però, non pareva essere stato cancellato dai malandrini, ma solo privato della sua “custodia”. Zoomò, in maniera ormai automatica, per verificare. Una volta avuta la conferma, come in precedenza, si segnò anche quel dettaglio.

2. Sparita una piccola porzione dell’Oceano Procellarum, per la precisione quella che circonda il cratere Grimaldi.

Soddisfatta, si apprestò ad andare avanti con la sua indagine. I rimanenti mari e oceani erano al loro posto, nessun frammento rimosso o aggiunto. Li controllò uno ad uno, aumentando o diminuendo l'ingrandimento quando serviva. Poi passò anche ai crateri che vi erano incastonati. Riuscì a confermarne la presenza di tre su quattro, il che significava che uno era stato messo lì per confondere il lettore, come un accessorio che stona con ciò a cui è abbinato. Il cratere incriminato era “Anularis”. Infatti, tramite il telescopio, non era visibile la tipica aura biancastra, che spiccava e cozzava con quella dei mari sullo sfondo.

3. Aggiunto un cratere nel “Mare Imbrium”.

Preso anche quell’ultimo appunto si apprestò a fare un’ultima verifica. Ripassò nuovamente e metaforicamente attraverso il mare “Serenitas” ed il mare “Tranquillitas”, così gli avevano battezzati gli Astronomi. In fondo non sembravano nomi casuali, le sensazioni che trasmettevano, così come l’Astro intero d’altronde, erano proprio di pace e tranquillità. Chissà cosa si provava a passeggiare indisturbati lassù, in assenza di gravità. Oltre la naturale leggerezza, il non sentirsi schiacciare a terra, immaginava quanto potesse essere divertente e rilassante. Poteva avvertire il petto meno oppresso, libero persino dalle ansie quotidiane, ormai spazzate via lontano nello spazio infinito. Si perse nelle sue riflessioni finché non si ricongiunse una seconda volta con il Nord, lì dove era situato il mare “Frigoris”. L’esperienza era definitivamente conclusa. Sospirò mesta, conscia di dover rientrare. Non aveva avuto sviste e mancanze di sorta, lo aveva appurato con certezza. Silenziosamente, con gesti lenti e cadenzati, ripose le sue cose e attese che anche Gwen terminasse, in modo da tornare in Sala Comune assieme. Emma, invece, l’avrebbe rivista direttamente l’indomani nell’ufficio della Docente.
Corridoio I Piano
Finalmente il termine delle lezioni arrivò. Arrivò lentamente, come se il tempo non volesse scorrere. Nonostante la libertà e lo svago, forse, promessi dalle ore successive, in realtà per lei non era ancora il momento di riposare. Doveva ancora riportare le informazioni raccolte alla Professoressa McLinder. «Price, dovevi esserci, non smetterò di ripetertelo!» si lasciò sfuggire al compagno di corso. Stavano uscendo dall’aula di Pozioni, l’odore dell’ultimo intruglio preparato ancora avvolgeva entrambi. Un aroma strano e dolciastro, quasi stomachevole impregnava le divise «Lo sai ormai, sono troppo impacciato per queste cose, avrei finito sicuramente per rompere qualcosa!» la Tassorosso roteò gli occhi al cielo, quel ragazzo aveva bisogno di aumentare la sua autostima «Tanto per cominciare, oggi non hai fatto esplodere il calderone…è già un enorme passo avanti, credimi!» un semplice occhiolino, una lieve gomitatina amichevole ed incoraggiante nelle costole per poi incamminarsi, dopo averlo salutato, verso il noto ingresso della Tana. Le botti e quel tanto familiare ritmo da scandire l’attendevano. Con i polpastrelli lo batté in maniera piacevolmente automatica. Recuperò rapidamente in dormitorio le pergamene e la mappa lunare e, con calma, si diresse all’ufficio. Le scale, con suo estremo fastidio, cambiarono un paio di volte, costringendola a fare il giro più lungo. Come se non fosse già abbastanza agitata per conto suo. Aveva fatto un buon lavoro? Oppure era stato tutto inutile, così come riporre fiducia in lei? Il risultato era semplicemente un disastro?
Il silenzio dei corridoi a quell’ora era assordante, faceva stranamente eco a quelle domande caotiche nella sua mente. Regnava una calma surreale. E, doveva ammetterlo, lei apprezzava. Il ticchettio delle scarpe sulla pietra del pavimento le faceva compagnia e la rilassava, il respiro nervoso e scostante si regolarizzò. Perché si stava facendo tutte quelle paranoie? Aveva fatto del suo meglio, certamente non poteva negarlo. Quando raggiunse la porta dell’Ufficio aveva di nuovo l’immancabile sorriso sul volto. Attese l’orario di ricevimento e che le altre la raggiungessero. Se, al contrario, fossero state già lì, le avrebbe comunque accolte con entusiasmo «Allora, che dite? Vi è piaciuto utilizzare il Telescopio? Io non vedo l’ora di rifarlo, anche se forse è troppo presto per riprogrammare una cosa del genere…credo» si sentiva di nuovo bambina, la stessa gioia di scoprire qualcosa di nuovo tra ciò che la circonda «Come pensate sia andata? Siete riuscite a trovare ciò che non andava nelle mappe? O meglio, siete pronte a scoprirlo…» fece un cenno verso la porta, pronta ad annunciare la loro presenza con i canonici tre colpetti di nocche e a varcare la soglia appena le altre si fossero sentite pronte.
CODE BY SUGUNI



Eccociiiiiiiiiii :laa: :<31:
Allora, risultati in arrivo :zalve: :
- Mappa contraffatta (con gli errori cerchiati)
- Mappa originale
 
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view post Posted on 4/4/2022, 18:58
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Emma Green 15 anni
La professoressa Atena aveva annuito quando la Grifondoro aveva espresso la sua considerazione verso la maledizione della luna che affligge i Lupi Mannari. Aumenta le passioni e alimentare gli istinti primordiali? La giovane strega non aveva ben capito cosa la sua insegnante intendesse, ma trovò la sua spiegazione alquanto interessante. Per quanto ne aveva capito la luna non influenzava solo i Lupi Mannari, ma poteva avere dei particolari effetti anche sulla gente comune - la ringrazio professoressa McLinder. Sicuramente approfondirò - un sorriso le increspò le labbra, le storie intrise di luna piena che l'affascinavano avevano ben poco a che fare con la parte romantica della faccenda, ma adorava tutti i racconti mistici che ne venivano a seguito, e quello detto dalla sua insegnante l'aveva incuriosita non poco. Che anche le tendenze maniacali di Mitchell potessero avere a che fare con l'influenza lunare? La sua fissazione di tenere tutto perfettamente in ordine poteva dipendere davvero da quella sfera formaggiosa di cui aveva parlato Gwen? Se la risposta era si… esisteva mica una cura? Emma si grattò la testa distrattamente, pensierosa, forse si stava allontanando troppo con la fantasia immaginando che il disturbo compulsivo che affliggeva Mitchell, costringendolo a mettere in ordine alfabetico non solo i libri sullo scaffale, ma anche i cibi nel frigorifero… potesse essere una maledizione come quella dei Licantropi. Emma avrebbe potuto scriverci anche un libro, probabilmente lo avrebbe intitolato "Mitchell e la compulsività mannara" o qualcosa del genere. Le scappò una risatina prima di rendersi conto che avrebbe dovuto prestare più attenzione a quello che stavano dicendo le sue compagne e l'insegnante di Astronomia. Quando rivolse nuovamente gli occhi sulla professoressa Atena, la Grifondoro si accorse che quest'ultima stava aprendo una pergamena che mostrava i crateri della luna che poi definì con il nome di Marie. Quando terminò la spiegazione fu subito chiaro il motivo della loro presenza lì: le tre studentesse avrebbero dovuto sistemare quelle cartine… e che ci voleva? Sarebbe stato un gioco da ragazzi, o almeno è quello che la Grifondoro aveva pensato in quel momento; di lì a qualche giorno si sarebbe resa conto che non sarebbe stato semplice come fare una passeggiata in riva al Lago Nero, non aveva mai avuto a che fare con un… telecoso... telescoppio o in qualsiasi altro modo lo aveva chiamato poco prima la professoressa.
Quando le tre giovani streghe lasciarono l'ufficio della McLinder, l'entusiasmo sui visi delle due Tassorosso era evidente e l'eccitazione di Camille più che palpabile. Sorrise annuendo quando quest'ultima aveva espresso la sua gioia. La Grifondoro però non era entusiasta per via del compito, il suo scopo era più che altro quello di portare qualche punto alla sua Casa e rendere orgogliosi i suoi compagni. Sarebbe stata comunque una bella esperienza da condividere con Gwen e Camille, questo era poco ma sicuro.

Torre di Astronomia
La fatidica notte era arrivata. La strega aveva lasciato il dormitorio con la sua tracolla marrone che conteneva tutto il necessario, non prima di fare le raccomandazioni necessarie al suo gatto spocchioso. Non svegliare Alice, ok? - aveva detto sotto lo sguardo tagliente del felino - e non mettere a soqquadro il mio letto, intesi? - non era un segreto quanto lui fosse perfido con tutti, soprattutto con lei. Raccomandarsi con lui equivaleva ad affidare una pecorella ad un branco di lupi, il finale era scontato, Emma sapeva che al suo ritorno molto probabilmente avrebbe trovato il suo gatto intento a combinarne una delle sue.
Il Castello era così silenzioso per via del coprifuoco, era bello avere il permesso di potersi aggirare per i corridoi di Hogwarts in piena notte senza la paura di essere scoperta da qualche prefetto di turno. La Grifondoro si chiese se Gwen e Camille fossero già alla torre ad aspettarla, ma quando raggiunse il posto si rese conto di essere stata la prima ad arrivare sul posto: aveva avuto così paura di arrivare in ritardo che questa volta, per miracolo, era arrivata in anticipo. Adagiò la tracolla a terra e si sporse dalle mura per guardare la luna: era affascinante, bella anche se la si guardava ad occhio nudo senza l'aiuto del… dello… stetocoso... di cui aveva parlato la McLinder. La voce delle due Tassorosso giunse alle sue spalle, Emma si voltò sorridendo - buonasera, ragazze… o forse sarebbe più giusto dire buonanotte? - salutò entrambe - si, Camille, danno anche a me l'aria di essere attrezzi molto delicati - lanciò un'occhiata fugace a Gwen, istintivamente, forse perché sapeva che tra loro tre probabilmente lei era la più delicata. Io non ho idea di come si usi quest'aggeggio… - per una che aveva vissuto in mezzo ai babbani non avrebbe dovuto essere così difficile conoscere determinati argomenti, ma Mitchell non le aveva mai parlato di queste cose, più che altro, probabilmente, avrebbe dovuto fare compagnia al rosso quando le aveva proposto di guardare Colpa delle stelle, insieme. Che quel film avrebbe potuto esserle d'aiuto in quel momento? Chissà, probabilmente si. O anche no.
La strega distese a terra la pergamena che le aveva affidato la Professoressa facendo un po' fatica per via delle estremità che si ripiegavano su sé stesse. Dopodiché si avvicinò al telescopio, lo scrutò con attenzione per qualche istante, consapevole del fatto che non sapeva proprio da dove iniziare, l'unica cosa che aveva intuito era dove appoggiare la sua orbita oculare. Guardò Camille, si era messa già al lavoro, aveva l'aria di essere molto concentrata, per cui la Grifondoro non volle disturbarla. Posò successivamente gli occhi su Gwen che si stava preparando e la osservò per qualche istante mordicchiandosi il labbro: Emma lo faceva spesso, soprattutto quando era nervosa. Decise di importunare la Tassorosso, aveva bisogno di aiuto. Gwen… - disse mordicchiandosi di nuovo il labbro inferiore - potresti darmi una mano? Non so da dove iniziare… come si usa questo aggeggio infernale? - si chiese se non esistesse un metodo più facile per osservare gli astri.
Dopo la spiegazione dell'amica, Emma poté finalmente iniziare a svolgere il suo compito: dopotutto l'uso di quell' attrezzo non era così difficile come le era sembrato in un primo momento.
Dopo aver allentato le manopole di blocco aveva mosso il telescopio con lievi movimenti prima di riuscire a centrare il suo obiettivo, dopodiché mosse di nuovo le manopole per bloccare lo strumento non appena riuscì a mettere bene a fuoco il satellite: Gwen le aveva spiegato che così avrebbe evitato movimenti che le avrebbero reso il lavoro più difficile. L'iride scura del suo occhio destro era fisso sulla luna - sembra davvero un formaggio - sentenziò senza staccarsi dall'oculare, riferendosi a Gwen. Osservò con meticolosa attenzione tutta la parte Ovest del satellite prima di staccarsi dell'attrezzo per confrontarsi con la cartina: fortunatamente aveva una memoria fotografica, questa sua dote le era stata utile in molte occasioni, ma mai come in quel momento. L' Ovest non presenta nessun errore… - mormorò tra sé e sé. Si rimise in posizione e passò a rassegna l'Est e il Sud, trascorsero diversi minuti prima che la strega riportasse nuovamente gli occhi sulla cartina, inginocchiata a terra osservò la superficie della carta e un sorrisetto compiaciuto le increspò le labbra - ti ho beccato - cerchiò con la sua matita un piccolo mare che sulla faccia della luna non era presente. Un finto mare, in pratica. *Fare queste contraffazioni ha davvero divertito qualcuno?*, si chiese. Dopo essersi rimessa all'opera non passò molto tempo prima che trovasse un altro errore. Appoggiò di nuovo le ginocchia a terra e cerchiò la scritta "Mare Polaris" a Nord della cartina, non c'era nessun mare in quel punto in realtà. Con l'occhio di nuovo rivolto alla Luna, in cerca di un altro errore, le palpebre cominciavano a pesarle, era molto tardi, ma non si sarebbe arresa. Eccoti! - esclamò cerchiando con la sua matita un cratere di troppo: si trovava vicino a Tycho, e beh, sul satellite invece non c'era.
Sono stanchissima… - si portò la mano sinistra davanti alla bocca coprendo uno sbadiglio.
Prima di andare via avrebbe salutato le sue amiche, ringraziando nuovamente Gwen per il prezioso aiuto che le aveva dato con lo stetoscopio: se non le avesse spiegato come usarlo, la Grifondoro probabilmente avrebbe passato tutta la notte sulla torre di Astronomia. Buonanotte, ragazze - sorrise flebilmente prima di sbadigliare di nuovo - ci vediamo domani mattina.
Diretta alla sua stanza, Emma, non vedeva l'ora di gettarsi letteralmente sul letto e farsi cullare da Morfeo.

Corridoio I piano
Per tutta la lezione, Emma non aveva fatto altro che sbadigliare, reduce della nottata passata in compagnia di Gwen e Camille a svolgere il compito che aveva assegnato loro l'insegnante di Astronomia. Fortunatamente era riuscita a sopravvivere alle lezioni senza addormentarsi sul banco ed era arrivato il momento di consegnare la mappa con le correzioni da lei apportate alla McLinder. Prima di dirigersi dalla professoressa, la Grifondoro aveva fatto un salto in camera sua per assicurarsi che Snooty non avesse combinato guai e che stesse bene e cosa più importante: recuperò la mappa che aveva preziosamente conservato nel suo cassetto dei calzini. Percorse le scale e i corridoi che la separavano dall'ufficio della professoressa a passo di carica, non voleva farsi aspettare, aveva perso già fin troppo tempo e probabilmente Gwen e Camille erano già lì. Raggiunto l'ufficio il caloroso sorriso di Camille l'accolse alla porta - questa volta non sono io l'ultima - sentenziò notando l'assenza di Gwen.
Quando il trio si sarebbe riunito, Emma avrebbe risposto alle domande di Camille - si… diciamo che mi è piaciuto… ma non so se lo rifarei. Credo non faccia per me questa materia - fece spallucce - spero di aver eseguito almeno il compito correttamente. Dopo aver detto ciò, avrebbe ringraziato Gwen ancora una volta - ti devo un favore, chiedimi quello che vuoi - un lieve sorriso sulle labbra - sono in debito con te.
Ormai era rimasta soltanto una cosa da fare. Emma guardò Camille che stava per bussare e si legò i capelli in una coda, aveva stranamente caldo. Di lì a poco avrebbero incontrato nuovamente l'insegnante di Astronomia ed era contenta di avere un pretesto per poter rivedere quel magnifico ufficio ancora una volta.

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• Mappa originale della luna: 🌚
• Mappa contraffatta consegnata dalla proffy: 🌚
• Mappa con gli errori segnalati da Emma: 🌚
 
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view post Posted on 5/4/2022, 19:40
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S.G. Nieranth 15 anni
Gli interventi dell'insegnante su ognuna delle loro risposte furono più che illuminanti. Il fatto di aver paragonato la Luna ad un formaggio passò in secondo piano, unite al sollievo di non aver del tutto omesso altre caratteristiche importanti del satellite terrestre. Inoltre l'ottenimento di qualche punto per la sua Casa non poté che farla sorridere d'orgoglio e per questo fece un cenno di sincero complimento per Camille, anche per ringraziarla di quel contributo alla loro clessidra.
La sua attenzione fu poi totalmente catturata dal racconto che la McLinder si apprestò a fare. Scoprire che qualcuno potesse avere il coraggio di manomettere dei manufatti la fece rabbrividire. La biblioteca era per lei un posto tanto sicuro quanto sacro, ogni suo contenuto doveva essere rispettato per divenire la fonte di conoscenza a chiunque lo desiderasse. Ignorando il fatto che non tutti la pensavano come lei e trattavano il sapere allo stesso modo, non sarebbe mai riuscita a dubitare di quei contenuti. Ma il racconto dell'insegnante dimostrava il contrario, la Tassorosso si rese conto che non ci si poteva fidare nemmeno di quegli oggetti che tanto ammirava. A causa di quella nuova consapevolezza, della quale forse avrebbe già dovuto sospettare, deglutì con preoccupazione. A cosa poteva credere adesso? Doveva dubitare di qualsiasi cosa e ricercare sempre più di una fonte prima di essere sicura di aver trovato informazioni interessanti? Questo, in realtà, rendeva la faccenda più divertente: non si sarebbe più fermata a leggere un unico trafiletto, un unico articolo od un unico libro. Più autori, più pensieri, per ottenere una opinione completa su qualsiasi argomento. Una delusione che poteva rivelarsi una vera e propria rivelazione, sempre se lasciata alla purezza del dover incrementare una conoscenza. In ogni caso, l'emozione di svolgere un compito tutto in ambito astronomico si fece ancora più vivida grazie a questa nuova ipotesi. Il desiderio era esponenziale alla voglia di curiosare tra i libri come sulla stessa Luna, attraverso dei telescopi preparati apposta per l'occasione. Solo la paura di sbagliare, di deludere a sua volta, la frenava e la tratteneva sulla sedia in silenzio e in ascolto.
La questione era chiara, non c'erano altre domande da fare. Quindi con educazione ringraziò e salutò l'insegnante, alzandosi in piedi per osservare un'ultima volta quel soffitto magico.

Non appena uscita dall'ufficio, rimuginava sul da farsi con l'insostenibile voglia di cominciare subito ad osservare la mappa che le era stata affidata, mentre percorreva con le compagne il corridoio verso la loro prossima meta. Si sarebbero divise ad un certo punto e con un saluto educato sarebbe tornata sui suoi passi, pensierosa. Sapeva che guardare il satellite terrestre durante un plenilunio non era del tutto corretto: la luce solare riflessa dalla Luna può causare problemi alla vista. Ma l'insegnante aveva già elencato i pregi dei telescopi che avrebbero dovuto usare, grazie alla magia osservare la Luna sarebbe stato solamente un piacere e, come ormai chiaro, non aspettava altro.
Torre di Astronomia
Aveva con sé la mappa che l'insegnante le aveva affidato, qualche pergamena ed una piuma, con relativo calamaio. Una delle pergamene era già piena di diversi appunti che aveva preso nei giorni precedenti a quella notte di Luna piena. Non era proprio riuscita a stare con le mani in mano mentre attendeva la notte per poter osservare il volto del satellite nella sua interezza: aveva iniziato prima di tutto a cercare libri che ne parlassero e che descrivessero i già ben definiti crateri e mari, così da cominciare a fare qualche passo avanti. Aveva subito constatato che, sulla mappa che possedeva, era segnato un mare in più rispetto al normale e dedusse subito, secondo il racconto della McLinder, fosse tra quelli inesistenti. Di conseguenza aveva già preso un appunto a riguardo, sarebbe stata la prima cosa che avrebbe cercato non appena il suo occhio si fosse posato sulla lente del telescopio.
Non si era comunque fermata a quel punto, una volta identificato quel nome voleva approfondire la questione, come aveva imparato il giorno stesso che le era stato affidato quel compito. Quindi cercò informazioni su fonti diverse per paragonarle tra loro e giungere ad una qualche conclusione logica. Il Mare Magnum segnato sulla sua mappa non era presente su nessun altro libro di astronomia, ne trovò però informazioni su uno di storia, anche se solamente come definizione di un generico mare che, secondo le concezioni geografiche degli antichi, circondava zone abitate. Insomma poca roba e poco utile, non le bastava di certo. Trafficò allora con vecchie riviste magiche, in particolare quelle che trattavano degli ipotetici viaggi sulla Luna e, ricordandosi dell'articolo sui voli spaziali scritto dalla stessa Atena McLinder, cercò notizie della tanto ammirata Agnès Szalai. Grazie a quella strega i voli spaziali magici erano ad un passo dalla realizzazione e chissà se magari il Mare Magnum non circondasse invero una piccola comunità stabilitasi sul satellite terrestre? Se così fosse, avrebbe sicuramente trovato informazioni a riguardo, ma era ormai troppo tardi; le ricerche si erano prolungate eccessivamente in quei due giorni e in quel preciso momento, era giunta l'ora per poter finalmente posare l'occhio sulla Luna, nel pieno della sua forma. D'altronde, aveva preso appuntamento con Camille, non avrebbe voluto farla aspettare. La salutò con garbo e quel pizzico di euforia che la situazione le donava, inevitabilmente. Così, entrambe cariche di oggetti ed aspettative, si diressero verso la torre.

Non era la prima volta che utilizzava un telescopio, con quello che ogni studente doveva acquistare il primo anno come materiale scolastico, si era dilettata più e più volte. Certo però, non si trattava dello stesso strumento, quello era evidente: seppure fossero telescopi per principianti, erano dotati di lenti adatte alla visione di corpi celesti luminosi, con filtri ottici e tutto il resto; mentre il telescopio fornito agli studenti per il primo anno era poco più di un giocattolino, con una lunghezza focale decisamente minore.
«Moltissimo!» Disse in risposta alla domanda di Camille. L'emozione della Tassorosso era praticamente dove il suo occhio riusciva a guardare e se non fosse stato per lo svolgimento del compito, avrebbe perso molte ore ad osservare stelle a casaccio. Per fortuna della conoscenza, aveva un obiettivo e non lo fece attendere troppo: si spostò lentamente verso la Luna, aiutandosi eventualmente con il cercatore presente sull'apparecchio e la ammirò come solo quei filtri magici potevano consentire. Poi si decise ad aumentare la portata, ad avvicinare ancora di più il suo occhio sulla superficie del corpo celeste. Man mano che l'ingrandimento aumentava, cresceva quella sensazione di appagamento che provava ogni volta che osservava il cielo notturno.
Stava per iniziare la sua bramosa ricerca, quando venne pronunciato il suo nome con disperazione: Emma non sapeva usare il telescopio. In un primo momento la Tassorosso fu sorpresa, per lei era impensabile una cosa del genere; ma in realtà non si nasce sapendo già andare in bicicletta. Le sorrise con garbo prima di prodigarsi a spiegarle almeno le basi: dove posare l'occhio, come muovere l'apparecchio senza perderne completamente il controllo e come sfruttare il cercatore per puntare con più sicurezza, cercando di essere breve per non farle perdere le speranze ancora prima di iniziare. «Basta veramente poco per perdere completamente l'obiettivo, ma sii paziente e continua a provare. Serve solo un po' di attenzione, te ne renderai conto man mano che lo userai» E dopo quel tentativo di incoraggiamento, tornò alla sua postazione per cominciare.
Spostò il telescopio direttamente e con cura sulla zona più a sud della Luna, pronta a cercare quel fatidico Mare Magnum che le aveva occupato la mente nei giorni precedenti. Come previsto, nulla fu visibile, nemmeno una piccola forma che potesse dare anche solo l'illusione di residui di qualche asteroide impattato sulla superficie lunare. Quindi, a meno che la comunità magica non avesse costruito una base ovviamente nascosta ad occhi indiscreti, era totalmente da escludere l'esistenza di tale mare. Sospirò conseguentemente a quella che poteva considerarsi una delusione e scrisse la questione sulle proprie pergamene. Non avrebbe omesso la sua idea di una base magica segreta, che i babbani mai avrebbero potuto individuare, ma in generale quegli appunti si riferivano maggiormente al racconto dell'insegnante sulla falsificazione di quelle mappe. Dunque si era parlato di tre errori su ognuna, bisognava trovarne altri due e la notte non era purtroppo infinita.
Trovare il secondo fu più facile del previsto: si era basata sull'osservazione di ogni nome presente sulla sua mappa, seguendo la descrizione che la professoressa aveva fornito, quindi ogni mare era scuro ed ogni cratere chiaro e tutti i nomi segnati erano corretti. Saliva dalla parte sud seguendo la mappa e con cura individuò il cratere Tycho, che era correttamente chiaro, il Mare Nubium decisamente scuro, così come il Mare Humorum ed il Mare Cognitum, si susseguivano durante la sua osservazione mentre alternava lo sguardo dalle lenti ai fogli. Balzò subito agli occhi poi Kepler, disegnato come uno scurissimo mare, ma evidentemente chiaro come un cratere: ecco quindi il secondo errore. Lo evidenziò subito sulla mappa, tracciando con cura delle linee aiutandosi con un righello in base a ciò che riusciva a scorgere con il magico gioco di lenti. Aggiunse infine qualche appunto sulle caratteristiche che riusciva a scorgere, come gli evidenti e più piccoli crateri nei dintorni.
Il terzo errore fu invece molto più difficile da trovare: si era girata praticamente ogni angolo di tutta la parte ad Ovest della Luna, mentre ora si stava soffermando su quella a Nord. Aveva programmato l'osservazione per zone, immaginando di suddividere la superficie della Luna in quattro settori circolari per procedere ad osservarli in senso orario. Il primo a Sud, dove aveva già cercato indizi sul famigerato Mare Magnum; di conseguenza il secondo era quello ad Ovest, già analizzato con cura e dove aveva trovato l'errore di Kepler; il terzo settore era a Nord, su cui invece sembrava tutto in ordine. Non si fidava nemmeno dei suoi occhi in quel momento, guardava e riguardava ogni centimetro – che in realtà era una distanza ben più elevata – per cercare di scorgere qualcosa di strano o anomalo, fin quando non si arrese e decise di passare all'ultimo settore circolare, quello ad Est.
Cominciò innanzitutto osservando i crateri presenti, constatando che quelli segnati sulla mappa erano tutti corretti. Fu quando iniziò a concentrarsi sui mari che finalmente trovò il terzo errore: il Mare Tranquillitatis era molto più esteso di quanto la mappa indicasse. Con gioia finalmente si apprestò a riprendere il righello e segnare quell'ultima differenza tra carta e realtà.

La stanchezza si era fatta sentire e probabilmente il suo occhio destro aveva la forma dell'oculare sul quale era stato poggiato in quelle ore. Ma la soddisfazione di essere riuscita a trovare tutti e tre gli errori della mappa la ripagarono di ogni minuto in cui il suo corpo implorava di cambiare posizione. Una volta soddisfatta della ricerca effettuata, uno sbadiglio le confermò che fosse il momento di andare a letto. Raccolse ordinatamente le sue cose prima di salutare la Grifondoro, che era praticamente già arrivata, ed avviarsi con la concasata verso i sotterranei.
Corridoio I Piano
Il giorno di ritorno nell'ufficio della professoressa McLinder, la Tassorosso era in ansia in egual misura rispetto al primo giorno che si era presentata lì, come se praticamente non fosse cambiato nulla. Aveva cercato di concentrarsi sulle lezioni per evitare di farsi cogliere troppo dall'ansia, causata dalla possibilità di aver completamente sbagliato ogni cosa, di non aver sfruttato a pieno il magico strumento che le era stato fornito o di aver perso troppo tempo con il Mare Magnum. Magari altro tipo di ricerche avrebbero fornito una vera soluzione, anziché ulteriori quesiti. Il problema era che non riusciva proprio a dirsi che ormai era fatta, che era inutile piangere sul latte versato, Hakuna Matata… erano concetti del tutto fuori dalla sua portata, a maggior ragione in quel preciso istante, mentre percorreva la distanza che la separava dall'aula di lezione al corridoio del primo piano.
Immersa in quel labirinto di pensieri senza uscita, si ritrovò dinanzi all'ingresso dell'ufficio e con sollievo vide che Camille ed Emma erano già lì. Salutò con un cenno della mano e si sentì sprofondare subito dopo le parole della concasata: non era affatto pronta. «Speriamo bene..» Sentenziò con titubanza. Sperava di aver trovato almeno una differenza corretta, una sola le sarebbe bastato. La Grifondoro al contrario, seppure avesse avuto problemi con il telescopio, aveva risposto alla domanda senza tutte le preoccupazioni che la stavano tartassando dall'inizio della giornata. Sorrise alla sua frase successiva, percependo quella freschezza dell'essersi resa utile: «Cercherò di ricordarmene!» Rispose poi, sicura che non sarebbe riuscita a farlo.
Confermò infine il cenno alla porta che fece Camille, poco pronta a ricevere un giudizio per il suo lavoro. Ma non restava altro che procedere.
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Le interazioni sono state concordate!

Ecco anche lo svolgimento del mio pg: mappa
 
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view post Posted on 3/12/2022, 14:17
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Buongiorno ragazze,

sono davvero contenta dell'impegno con cui avete affrontato l'incarico e la role. Tutte siete riuscite a dare il meglio di voi e a mettervi in gioco in una situazione del tutto nuova. Una nota di merito va - oltre che al compito in sé stesso - alla capacità di integrare azioni di gruppo e azioni individuali, non certo banale. Da parte mia è stato divertente ruolare con voi e un onore conoscere le vostre fanciulle! ♡
Spero che anche per voi sia stata una bella esperienza.

Per l'impegno dimostrato nello svolgimento del compito assegnato, guadagnate ciascuna 25 Punti Casa; Camille ne guadagna ulteriori 3 per la risposta alla domanda in OnGdr. Ricapitolando:
- Camille Donovan: 28 Punti Casa per Tassorosso
- Miss Effe: 25 Punti Casa per Grifondoro
- Suguni: 25 Punti Casa per Tassorosso

Atena vi regala inoltre una Mappa Lunare, che potete inserire nel vostro Inventario:
- Mappa Lunare (click!): poster astronomico; al centro vi è un'immagine animata della Luna su cui sono indicati i nomi di tutti i mari, i monti e i crateri lunari; la carta mostra, in ogni momento, la fase lunare in cui ci si trova. In un angolo della mappa è inoltre raffigurato il primo gatto che ha messo piede zampa sulla Luna. Attenzione: non è ancora chiaro il motivo, ma alla mezzanotte del giorno di Luna Piena il felino emette un forte ululato.

Mi scuso per la lunga attesa.
A presto!
 
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11 replies since 10/1/2022, 00:10   639 views
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