I'm flowing with black water, Quest La venditrice ambulante

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view post Posted on 19/1/2022, 17:53
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Il disco solare borda le ampie montagne spruzzate di neve, improvvisandosi placido osservatore della vita esterna alle mura del castello. Le dinamiche che la compongono restano un mistero perfino per Lucien, avvezzo a rendersene partecipe pur non facendo davvero parte di quei luoghi. Vi trascorre le giornate tra una mansione e l’altra, ma non è il lavoro ad averlo spinto sulle rive del Lago Nero quel giorno, bensì una sfida, una promessa fatta tempo addietro ad una venditrice ambulante incontrata a Hogsmeade: deve recuperare “una pietra molto bella di colore azzurro che pare sia custodita da una sirena dai capelli rossi come il sangue appena versato, che non se ne separa volentieri“. Il mago ha una vaga idea della vastità di quel fondale, così come le minacce che vi albergano, ma il pericolo non è un monito sufficiente affinché Lucien si abbandoni ai ripensamenti. L’ipotesi che la pietra sia solo frutto della fantasia della vecchia ha vorticato nella sua mente, salvo poi eclissarsi con un’arcata sopraccigliare virata verso il cielo: non ne vedrebbe l’utilità per colei che l’ha convinto ad accettare il baratto, salvo ridere dell’ingenuità del francese e sospingerlo verso qualcosa di potenzialmente pericoloso per un moto di sadismo innato. A conti fatti lei non avrebbe granché da guadagnarci e il guadagno, seppur in una formula anticonvenzionale, Lucien glielo ha letto negli occhi esserle caro. Ha scelto volutamente quel momento della giornata dove può essere abbastanza certo di non fare incontri indesiderati - non vorrebbe trovarsi a dover dare spiegazione dei propri affari - e, comunque, se proprio dovesse accadere proverebbe ad imbastire una scusa plausibile che si riallacci ai suoi doveri di docente e guardiacaccia. Dopo giorni spesi a cercare di alleviare il dolore causato dalle sue stesse azioni durante la notte di Capodanno, impugnando una pietra d'ametista sulle sfumature del rosa e dell'avorio (si dice che il Cuore di pietra sia in grado di cullare le sofferenze d'amore), senza percepirne chissà quale effetto, ha deciso di incanalare le forti emozioni in qualcosa di utile o potenzialmente mortale a seconda dei punti di vista.
Le temperature restano ostili data la stagione in corso ed una brezza pungente scrolla i sottili steli smeraldini che lasciano il posto al terriccio disseminato di piccoli sassi. Il silenzio che grava sulla sua scelta si annulla nel cinguettio di qualche uccello di passaggio ed i gesti premeditati che iniziano a spogliare il docente finiscono per fare da contorno. Non v’è incertezza, piuttosto una sottile fretta a tratteggiare i gesti metodici. La pelle, ora esposta alla frescura, è soggetta alla transitoria comparsa di piccoli rilievi cutanei originati dalla contrazione involontaria dei muscoli, ma rapidamente Lucien vi spalma sopra un abbondante strato di un fango prodotto dai Maridi di Inverness, che permette di non avvertire il freddo per un’ora durante le immersioni. Una lieve sensazione di calore sembra confermare l’attivazione del prodotto o forse è solo una mera suggestione del mago.
A quel punto si rimette i sovrapantaloni, dov’è ben ancorata la bacchetta, e indossa un ciondolo acquistato da Sinister che dovrebbe permettergli di respirare sott’acqua per più di un’ora. Qualora il tempo non fosse sufficiente al recupero dell’oggetto, nelle tasche dei sovrapantaloni che gli regalò Ariel l’anno precedente, ha sistemato dell’Algabranchia. Sebbene potrebbe apparire la scelta più logica, il desiderio di sperimentare il fango acquistato durante un evento tenutosi al San Mungo lo ha indotto a renderla una scelta di riserva - oltre al sapore sgradevole. Piedi, busto e braccia sono liberi da impedimenti e dovrebbero agevolargli i movimenti sott’acqua.
Il richiamo del suo elemento è incalzante, la determinazione si fonde ad un naturale timore verso ciò che di pericoloso lo potrebbe aspettare ma, alla fine, lo sopraffà animando i primi passi del docente.
Le placide e gelide acque del Lago Nero accolgono l’incedere di Lucien, attirandolo nel suo abbraccio con tutte le promesse del caso, sia positive che negative.
PS: 231 | PC: 195 | PM: 211 | PE: 26.5

Bacchetta: legno di Tiglio Argentato, polvere di dente di Serpente Marino, 12 pollici e mezzo, sorprendentemente elastica.

Orecchino di drago: consente di avere successo in un’azione e di far fallire l’avversario. Usabile una volta per quest.

Anello luminoso: acceca l'avversario per 2 turni.

Anello della Gorgone: se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo.

Bracciale di Damocle: "doppio incanto", ovvero due incantesimi in un solo post/azione, non più di una volta ogni 6 post di quest.

Essenza del famiglio: porta un animale non magico o creatura di categoria X o XX nelle vicinanze a diventare il famiglio del portatore e a rispondere al suo volere - la boccetta di vetro infrangibile è appesa ad una corda come ciondolo di una collana. L’effetto dura tre turni.

Sovrapantaloni in pelle: realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe - 1a, 2a classe.

Caramella d'illusione: chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero - tasca.

Algabranchia: viscida pianta del Mediterraneo che permette a chi la inghiotte di fornirsi di branchie, con piedi e mani palmate che permettono di acquisire tutte le abilità di un pesce per 1 ora.

Fango caldogelo maridese: se spalmato sul corpo prima di un’immersione in acqua e/o in luoghi gelidi all’esterno, permette di non avvertire il freddo per un’ora. Utilizzabile max. per cinque quattro applicazioni.

Ciondolo Pinna di Sirena: la pinna ciondolo indossata al collo permette di respirare sott’acqua per più di un’ora, finita la quale il ciondolo si sgretola e scompare. Usabile una sola volta.
Conoscenze e abilità
Elementalista inesperto (Acqua)
In preda alla rabbia, accecato dall’odio, pieno di gioia o vittima di qualsivoglia passione, l’elementalista inesperto è in grado di causare inconsapevoli modificazioni dell’ambiente che lo circonda, in particolare dei quattro elementi principali: Acqua, Aria, Fuoco e Terra È particolarmente sensibile agli eventi meteorologici e all’ambiente che lo circonda.

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view post Posted on 3/2/2022, 18:51
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Il cielo invernale si specchia nelle acque gelide del Lago Nero, che, placide e insondabili, si distendono in una monotonia spezzata unicamente dall'avanzare di Lucien. Bastano appena pochi passi perché si renda necessario il nuoto, poi, prima che un ultimo sguardo alla terraferma possa far sorgere qualche ripensamento, l'acqua si richiude sopra alla testa del Guardiacaccia, coprendo qualsiasi traccia del suo passaggio.
L'abbraccio del suo elemento gli arriva tiepido attraverso la magia con cui ha scelto di proteggersi e il respiro, che normalmente ricorda agli uomini di appartenere alla terra, non gli procura alcun fastidio. Mutato, attraverso qualche accorgimento, in vera creatura lacustre, Lucien può muovere le sue bracciate con facilità, esplorando metro dopo metro l'immenso territorio degli abissi.
Non è la prima volta che Lucien si abbandona all'acqua ma, al di là della sensazione di riconoscimento che il suo corpo gli trasmette, sa che questa particolare escursione sarà diversa da qualunque altra. O, quantomeno, è quello che dovrebbe augurarsi, se non vuole tornare a mani vuote. Non ha molti indizi che possano guidarlo: cerca una pietra blu custodita da una Maride dai capelli rossi. Potenzialmente, potrebbe vagare tra i flutti per tutto il tempo concessogli dal ciondolo e dall'Algabranchia, senza arrivare a concludere niente. Il fatto di non conoscere i fondali se non per una rapida esplorazione compiuta mesi addietro non aiuta: ogni movimento è fatto in un territorio ignoto, apparentemente monotono, tra nude rocce e macchie di alghe scure, che riesce a distinguere nella luce che filtra attraverso la massa d'acqua che pesa sopra alla sua testa. Il silenzio ovattato del lago preme contro i suoi timpani, e gli sparuti banchi di pesci che incontra di tanto in tanto non riescono a dissipare un'intensa sensazione di solitudine.
È difficile tenere conto del tempo senza orologi, e lo è ancora di più quando ci si trova in un territorio sconosciuto, dove la mancanza di riferimenti spaziali sembra in qualche modo intaccare anche lo scorrere dei minuti. Non è quindi chiaro quanto Lucien abbia nuotato prima di imbattersi in una prima biforcazione abbastanza evidente, ma infine essa si palesa al suo sguardo.
Quello che distingue sotto di sé è il tetto sfondato di un rudere, una piccola struttura quadrata che un tempo doveva fungere da abitazione. I blocchi di roccia di cui si compone appaiono erosi dal tempo, qualcuno è già caduto, dando alla struttura l'aspetto irregolare e corrotto di un dente marcio. All'interno di ciò che rimane delle mura si vedono solo polvere e detriti, qualche pesciolino argentato che guizza tra la sporcizia; niente di interessante, insomma. Il fatto degno di nota è piuttosto la presenza stessa del rudere, nonché l'ombra, piuttosto lontana ma abbastanza riconoscibile più avanti sulla sinistra, di un'altra abitazione ugualmente semidistrutta. Qualche volta ci si può imbattere in una casa isolata, ma trovarne due è piuttosto raro; viene quindi da pensare che, seguendo quella direzione, ci si inoltri forse in un antico villaggio abbandonato.
Alla sua destra, invece, la natura continua ad estendersi incontaminata, sbocciando qualche metro più in là in una macchia di alghe sorprendentemente alte, quasi quanto un uomo. Un fremito le fa oscillare per qualche secondo, come se il movimento di qualche creatura nascosta ne avesse appena turbato l'immobile quiete.
Il silenzio, però, prosegue indisturbato.



 
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view post Posted on 5/2/2022, 14:39
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L’essere umano è composto per il settanta per cento d’acqua, perciò è una questione di attrazione molecolare che avvince in una morsa alla quale è impossibile sottrarsi. E Lucien non lo fa, anzi, accoglie il suo elemento con i sensi in armonia con esso. L’eccitazione che lo pervade per la nuova avventura si sedimenta lungo la scia di paura nei confronti di ciò che di pericoloso si annida in quelle acque. Non conoscere l’ambiente (al contrario della Foresta Proibita dove spende più tempo) gioca a suo sfavore e sa che l’ignoranza non porta mai a nulla di buono: oltre a poter spendere tutto il tempo che ha a disposizione senza recuperare l’oggetto desiderato, potrebbe farsi molto male e nessuno andrebbe a soccorrerlo. La polvere di dente di Serpente Marino, nucleo della sua bacchetta, sembra far palpitare il catalizzatore non appena l’immersione è completa, attratta quanto il mago dalle profondità ignote. Il silenzio che impera spaesa Lucien quanto la ripetitività dello scenario che accoglie il suo sguardo vigile. Macina minuti ad ogni affondo; braccia, tronco e gambe sono sollecitati da quel moto serrato cullato dai flutti.
Lucien cerca di decifrare l’inesorabile scorrere del tempo attraverso il mutamento di luce naturale che trapassa l’acqua, conscio di quando quei sottili mutamenti siano in gran parte sfuggevoli alla sua percezione e dunque cosciente della labilità dei propri calcoli. Ha ben poco su cui far davvero affidamento e non gli basterà per sentirsi positivo circa l’esito della sua avventura; il fallimento è una delle tante ombre che lo stanano implacabili.
Uno spiraglio di speranza affluisce quando coglie il tetto sfondato di un rudere: il primo segno di civiltà dopo una sequela di scenari ripetitivi, testimonianza visiva e percettiva della natura spontanea. Lucien crede di aver trovato i resti di un’abitazione, il giaciglio di qualcuno, notevolmente corroso dagli agenti atmosferici e dall'azione delle correnti. Nulla di rilievo sembra dimorare il rudere ed è con tali sconfortanti considerazioni che una seconda rivelazione si allaccia alla prima: i resti di una seconda dimora abbandonata. La testimonianza di una piccola comunità riaccende una fiammella di speranza nel mago, presto soverchiata dalla considerazione che, visibilmente abbandonata da tempo, potrebbe essere ancora molto lontano dalla concreta possibilità di scovare il Maride che sta cercando.
Lungi dallo scoraggiarsi, il docente nota qualche metro più in là, alla propria destra, una macchia d’alghe prominenti. Per un attimo esse ciondolano con più vigore di quanto la lieve corrente normalmente le impegni, grazie ad un fremito che suppone il movimento di qualche creatura nascosta dalle lunghe braccia vegetali. Lucien ricorda che presso le abitazioni di Maridi e Tritoni vivono gli Avvincini (demoni cornuti amanti delle alghe, che costituiscono i loro habitat ideali), sfruttati come animali domestici. Le abitazioni che il mago ha scoperto sono in manifesto stato di abbandono ma se ora non v’è più traccia dei loro occupanti, Lucien potrebbe asserire con certezza che anche degli ipotetici Avvicini si siano spostati verso altri lidi?
La risposta gli sobbolle in gola, impugna dunque il tiglio argentato e decide di andare ad ispezionare le alghe.
La prudenza fodera la pelle raggrinzita e gonfia d'acqua del francese, che si mostra deciso a spendere un granulo di tempo per salvaguardare la propria incolumità.
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Fango caldogelo maridese: se spalmato sul corpo prima di un’immersione in acqua e/o in luoghi gelidi all’esterno, permette di non avvertire il freddo per un’ora. Utilizzabile max. per cinque quattro applicazioni.

Ciondolo Pinna di Sirena: la pinna ciondolo indossata al collo permette di respirare sott’acqua per più di un’ora, finita la quale il ciondolo si sgretola e scompare. Usabile una sola volta.
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view post Posted on 11/2/2022, 20:31
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La prudenza di Lucien non gli permette di sottovalutare nemmeno il più piccolo accenno di pericolo. Si avvicina quindi alla vegetazione, i sensi all'erta nell'ambiente sconosciuto.
Le sue precise conoscenze in merito alla fauna magica portano le sue riflessioni in una direzione ben precisa, che effettivamente è verosimile. Ma gli avvincini non sono gli unici animali che popolano i fondali lacustri, e di certo, tra tutti, non sono nemmeno i più temibili. Chi può dire di conoscere appieno quello che si cela a quelle profondità? Piovre giganti, Maridi, avvincini; questi sono solo quelli che vengono nominati più spesso, e gran parte della vita acquatica rimane nascosta alla superficie.
Lucien impiega poco per raggiungere le alghe, che a questo punto ondeggiano con naturalezza, appena smosse dalle correnti. Eppure lui non si è ingannato, quel movimento c'è stato davvero...
Appena smuove le larghe foglie, lo vede: esattamente di fronte a lui, le scaglie giallognole mandano un fugace bagliore quando la creatura sobbalza per l'intrusione. Il plimpi smette di setacciare il fondale e alza su Lucien uno dei suoi occhi tondi. La paura sembra immobilizzarlo per un istante, prima che il pesce ruoti di centottanta gradi e se la svigni dondolando sulle zampe palmate, vagamente simile ad un pallone rimbalzante. Niente avvincini, dunque, e forse è meglio così.
Lucien non ha il tempo di tornare sui propri passi, che con la coda dell'occhio cattura un altro movimento alla sua sinistra. È il guizzo di un istante, il lampo argenteo di una coda ricoperta di scaglie, prima che la pinna biforcuta venga ingoiata dalla vegetazione. Questa volta non c'è possibilità di sbagliarsi: quello non è di certo un altro plimpi, né un avvincino, se è per questo. E, se appartiene ad un pesce, allora deve essere uno enorme – grande quanto un uomo, si direbbe, anche se non è facile fare una stima precisa con una visione così parziale e fugace.
Lucien non può avere dubbi – anche a voler pensare di essersi ingannato su ciò che ha visto, l'oscillazione accentuata delle alghe in quel punto testimonia chiaramente che qualcosa, lì, è passato a smuoverle.
L'uomo non è da solo.



 
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view post Posted on 12/2/2022, 14:28
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Gli piace pensare che se conoscesse esattamente tutti i pericoli che si annidano nel fondale lacustre avrebbe desistito dall’immergersi nel lago, che una buona dose di sconsideratezza sia stata la miccia capace di carburare e maturare quella scelta, forse folle, ma dalle fulgide promesse. Cerca di appigliarsi alle proprie conoscenze, come quelle riguardanti gli Avvincini, ma sa che sono incomplete e che ciò lo pone assai a rischio. Non può permettersi di farsi trovare impreparato ma mette in conto che possa risultare inevitabile e che per questo dovrà fare appello a ciò che di positivo compone il puzzle del suo carattere.
Un rotondo plimpi accoglie la sua esplorazione; Lucien ha sempre trovato piuttosto buffe quelle creature ed il ricordo dell’incontro con Megan all’acquario di Londra gli trapassa le sinapsi per un istante. Lascia che se la svigni con le sue buffe pinne palmate prima di essere preda di un abbaglio. O forse no? Può davvero essere tanto fortunato da aver visto, seppur per una frazione di secondo, la fonte di ciò che sta cercando? Inutile interrogarsi sulla buona o cattiva sorte, ogni attimo sprecato intacca l’effetto della collana e della buona riuscita della missione. Le ciocche di capelli bruni fluttuano in risposta alla corrente e sembrano invogliare il mago verso una direzione ben precisa.
Si domanda, non conoscendo il Maridese, come farà a far capire ai Maridi - una volta trovati- cosa cerca da uno di loro e la domanda continua a palpitare nella sua mente mentre con una vigorosa mosse dei piedi avanza nella vegetazione, verso il punto in cui gli è sembrato di scorgere la pinna biforcuta.
Ricorda le storie che, ai tempi della scuola, i compagni Serpeverde andavano raccontando sul capomaride della colonia che potevano vedere attraverso le vetrate dei sotterranei che mostravano uno scorcio del Lago Nero. Dicevano fosse una Selkie femmina chiamata Murcus. A suo tempo Lucien gli credete, ammaliato all’idea di fantasticare assieme a loro ed invidiando la possibilità che gli era offerta. Ora si trova a fantasticare su Marcus, che possa avere i capelli rossi come il sangue appena versato e una pietra dalla quale difficilmente si separa ma che lui dovrà trovare il modo di separarla.
Sapersi non più solo solletica l’adrenalina che ha in corpo ed accentua la sottile paura di star rischiando più di quanto pensi. Perché a più di una cosa può ricondurre quella breve e frammentata visione e la mente vaga rapida come gli affondi dei piedi nei flutti gelidi.
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view post Posted on 4/3/2022, 19:04
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Vecchie storie si affacciano alla mente dell'uomo, stralci di un fascino che oggi si confronta con la realtà. Molto si racconta dei Maridi, ma la verità è sfuggente tra la matassa di leggende e pure invenzioni. Che cosa si può dire di certo di un popolo che vive non visto, notoriamente schivo, se non addirittura ostile, nei confronti della comunità magica?
I pensieri vanno di pari passo all'adrenalina, i piedi si muovono veloci all'inseguimento del bagliore argentato. A sollevare il capo, Lucien si accorgerebbe di star nuotando proprio verso una lunga conformazione rocciosa che si solleva dal fondale lacustre, e che torreggia sull'ambiente altrimenti piatto. Ma sott'acqua gli è impossibile spingere lo sguardo in lontananza, e così il rilievo si perde presto nell'ombra azzurrognola, rendendo impossibile una stima precisa della sua estensione.
Il paesaggio passa in secondo piano, quando la prima necessità del mago è quella di raggiungere la creatura di cui ha avuto una fugace visione. Poi, infine, questa gli si presenta nella sua interezza.
Si è fermata, e ora gli dà le spalle, ma anche così le sue forme rimangono inconfondibili: le lunghe braccia bordate di pinne, la curvatura accennata del busto che va ad unirsi ai bagliori d'argento della coda. Lucien ha di fronte una Maride, i cui capelli rossi fluttuano come una macchia insanguinata sopra alle sue spalle. I suoi movimenti sono quelli guardinghi di chi intende nascondersi, e non manca di lanciare uno sguardo dietro di sé. È così che si accorge di Lucien.
Trascorre un istante di immobilità, in cui gli occhi gialli della Maride scrutano l'uomo con attenzione. Ora che il suo volto è visibile, Lucien vede che la sua fisionomia è curiosamente gonfia, guance tonde e occhi sporgenti, con un mento stretto e aguzzo che le conferisce un'accentuata forma a cuore. La pelle grigiastra si perde nelle scaglie argentee della coda sotto al busto femminile, longilineo e definito come le braccia, che guizzano di muscoli sotto ad una quantità impressionante di bracciali. Dal collo scendono lunghe collane di perle di acqua dolce, mentre in vita porta un cinturone di alghe intrecciate, e questi sono i suoi unici ornamenti – nessuna pietra azzurra in vista.
Non c'è il tempo di meravigliarsi di un simile incontro, perché immediatamente la Maride spalanca la bocca in un urlo acuto, lunghissimo, che modula con più o meno forza mentre, con un colpo deciso della coda, guizza sopra alla macchia di alghe. Dicono del Maridese che sia un linguaggio sorprendentemente melodioso, ed in effetti la voce della sirena ha in sé qualcosa del canto; ma è un canto di allarme, l'urgente richiesta di aiuto. I gesti frenetici che fa con le braccia rinforzano quell'idea – sembra fare grandi cenni affinché qualcuno venga a soccorrerla. Nell'incontro con il diverso, Lucien sembra suscitare terrore.



 
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view post Posted on 5/3/2022, 22:00
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L’ignoto spaventa. Il diverso spaventa. Sono i primi pensieri che affiorano nella mente di Lucien assistendo alla reazione della Maride dai capelli rubicondi. Che sia davvero colei che sta cercando per conto della venditrice ambulante? I decori e gli ornamenti che impreziosiscono la sua figura mettono in risalto le nozioni sul suo popolo che Lucien già conosce, ma in questi non scorge l’ombra della bellissima pietra azzurra che sta cercando. Un moto di sconforto lo attanaglia: è difficile ammettere un buco nell’acqua quando si ha l’illusione di essere a un passo dal raggiungimento dell’obiettivo. Ha smesso di cercare di badare al tempo che scorre inesorabile e ha convogliato tutta la sua attenzione sulla ricerca di qualcosa che nemmeno è certo esista davvero; arrivato a sentirsi stupido, cosa che non si è mai considerato fino a quel giorno, si trova obbligato a cercare in fretta una soluzione.
L’urlo acuto della creatura gli rimbomba nei timpani, destabilizzandolo. In un gesto naturale porta ambedue le mani alle orecchie mentre le gambe guizzano rapide. Qualsiasi gesto potrebbe compiere, sarebbe compromesso dall’ambiente in cui si trova immerso e dalla necessità di adeguarvisi per non colare a picco. Lesto raggiunge la macchia d’alghe sopra la quale si è bloccata la Maride, cercando di attirare la sua attenzione producendo buffi suoni con la bocca serrata per non ingerire acqua. Si china sul tappeto vegetale e strappa qualche alga; non troppe, con rispetto. Ogni movimento delle braccia deve fare affidamento sulle gambe che sorreggono il nuoto, in questo modo cerca goffamente di intrecciare i filamenti smeraldini creando una collana rudimentale, che provvede ad appenderseli al collo - o meglio, lasciare che oscilli sospinta dalla corrente ma ancorata al proprio collo.
Vuole essere un gesto che faccia capire alla creatura (nonostante l’impossibilità di comunicare verbalmente giacché nessuno dei due parla la lingua dell’altro) che non rappresenta un pericolo per lei, bensì uno straniero che, per quanto diverso, a modo suo apprezza quel luogo che ha un che di spirituale e la possibilità di plasmarlo con rispetto come ha fatto lei per realizzare i monili che rendono elegante la sua figura.
Se anche riuscisse a farle capire che non deve temerlo, ella ha già lanciato una richiesta d’aiuto e Lucien trema al pensiero di veder sopraggiungere altri ostili esemplari della sua razza.
Sa che amano la musica ed è per questo che a quel punto raccoglie dal fondale un paio di sassi delle dimensioni dei palmi delle mani e li fa cozzare gli uni sugli altri cercando di seguire un certo ritmo; conscio di non poter ottenere chissà quale musicalità, spera che il gesto venga comunque apprezzato dalla Maride. Al termine del concertino improvvisato (che gli vale uno stancamente delle gambe non indifferente) Lucien fa cadere un sasso, mentre il secondo lo incastra nelle alghe, a mò di ciondolo - il pensiero della bella pietra ricorrente nei suoi pensieri.
Potrebbe essere un gesto del tutto vano e vedersi arrivare altri Maridi allarmati dalla richiesta d’aiuto, ma a quel punto potrebbe sperare che il suo gesto la induca a sedare qualsiasi allarmismo. Se possibile, il mezzosangue vuole cercare di non avvalersi della magia in presenza della creatura sottomarina, in modo da rendersi il più possibile si suoi occhi un suo pari e non spaventarla ulteriormente.
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Sovrapantaloni in pelle: realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe - 1a, 2a classe.

Caramella d'illusione: chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero - tasca.

Algabranchia: viscida pianta del Mediterraneo che permette a chi la inghiotte di fornirsi di branchie, con piedi e mani palmate che permettono di acquisire tutte le abilità di un pesce per 1 ora.

Fango caldogelo maridese: se spalmato sul corpo prima di un’immersione in acqua e/o in luoghi gelidi all’esterno, permette di non avvertire il freddo per un’ora. Utilizzabile max. per cinque quattro applicazioni.

Ciondolo Pinna di Sirena: la pinna ciondolo indossata al collo permette di respirare sott’acqua per più di un’ora, finita la quale il ciondolo si sgretola e scompare. Usabile una sola volta.
Conoscenze e abilità
Elementalista inesperto (Acqua)
In preda alla rabbia, accecato dall’odio, pieno di gioia o vittima di qualsivoglia passione, l’elementalista inesperto è in grado di causare inconsapevoli modificazioni dell’ambiente che lo circonda, in particolare dei quattro elementi principali: Acqua, Aria, Fuoco e Terra È particolarmente sensibile agli eventi meteorologici e all’ambiente che lo circonda.

Incantesimi
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view post Posted on 15/3/2022, 11:37
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L'assenza di una lingua comune pesa fin da subito sull'incontro tra l'umano e la Maride. In mancanza di un modo più immediato di esprimere le proprie intenzioni, Lucien ricorre a gesti complessi, che fin da subito incuriosiscono la Maride: non scappa, infatti, ma nemmeno si avvicina, mantenendosi guardinga mentre studia il comportamento singolare del mago. La collana che prende forma tra le dita di quest'ultimo risulta rozza, non ha niente a che vedere con i lavori meticolosi che ornano la Maride, ma il suo significato simbolico è inconfondibile: il riconoscimento dell'altro e la volontà di accostarvisi, un vero e proprio gesto di amicizia che comunica al di là della lontananza linguistica. La Maride ora è incerta, si accorge Lucien: si stringe le braccia al petto e, ammutolita, alterna uno sguardo interrogativo ad occhiate fugaci lanciate dietro alle proprie spalle. Presto diventa chiaro il motivo di quest'ultimo gesto.
L'attività di Lucien viene interrotta dal sopraggiungere di altri due Maridi. Non c'è il tempo di raccogliere i sassi dal fondale e improvvisare con essi un ritmo musicale, come aveva escogitato: quella che poteva essere una buona idea viene troncata sul nascere, lasciando insinuarsi il dubbio che forse non sarà così facile stabilire un clima disteso di amicizia.
I nuovi arrivati, infatti, sono armati di lunghi tridenti appuntiti. A protezione del busto portano quelle che assomigliano a delle cotte di maglia, realizzate con spesse scaglie di pesce la cui fredda lucentezza ricorda quella del metallo – probabilmente sono altrettanto resistenti. Un maschio e una femmina, entrambi forti e massicci, entrambi che superano Lucien di tutta la testa: l'uomo si è imbattuto in dei guerrieri, oppure delle guardie, e le loro espressioni non fanno sperare per il meglio.
La femmina scambia brevemente qualche parola con la Maride dai capelli rossi, poi segue il suo compagno nel nuotare senza esitazioni verso Lucien. Dietro alle loro spalle massicce, il mago vede l'altra creatura sgusciare via silenziosamente; voltandosi più volte indietro ad assicurarsi che nessuno badi a lei, ha tutta l'aria di qualcuno che nasconde un segreto, o che si sta intrufolando da qualche parte dove non dovrebbe stare. Sparisce così dietro ad una parete rocciosa, la macchia insanguinata dei suoi capelli è l'ultimo dettaglio che scorge di lei.
Le guardie hanno entrambe selvagge chiome verde scuro, lo stesso colore delle alghe. Lucien potrebbe riflettere sui tratti somatici più diffusi tra quelle acque, e su quante probabilità si abbiano di incontrare chiome rubiconde, ma attualmente ha questioni più urgenti a cui badare. I due Maridi incombono minacciosi su di lui; il maschio, la cui pelle è di un grigio più chiaro, quasi polveroso, gli rivolge un interrogativo assolutamente incomprensibile. Il tono, autorevole e secco, suggerisce che lui non sia poi così impressionato dalle alghe che fluttuano al collo di Lucien. Si attendono una risposta da lui. Nel frattempo, continuano ad avvicinarsi impercettibilmente con piccoli colpi di coda.


Lucien è riuscito a concludere solo la prima azione, legando insieme le alghe in una sorta di collana: non c'è tempo per il resto. Come vedi, la situazione si complica.
Lucien è l'unico a vedere la Maride svignarsela, e ora ha da rendere conto a due guardie piuttosto diffidenti. A te la prossima mossa.

 
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view post Posted on 16/3/2022, 08:53
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La Maride pare apprezzare il maldestro tentativo di Lucien di instaurare un primo contatto e il suo linguaggio del corpo gli restituisce un muto feedback. Ma Lucien non ha tempo per rallegrarsi della piccola conquista, nè di attuare il suo secondo proposito perché le dinamiche cambiano in contrasto con quel fondale in apparenza immutabile. Egli vede il proprio obiettivo allontanarsi sinuoso da lui e la strada sbarrata da quelle che paiono due guardie. Le indicazioni della venditrice ambulante ronzano nella mente del mago con la limpidezza che non può attribuire a quelle acque ed uno specifico tratto somatico della creatura lo induce a crederla troppo importante perché possa lasciarsela scappare.
Il tempo incalza, le guardie avanzano con aria ostile o almeno questa è l’impressione del francese. Si domanda se siano semplici Maridi preposti al controllo di quei territori o se abbiano un legame più stretto con colei che si sta allontanando; rammenta la moltitudine di gioielli che ne impreziosiva la figura, in antinomia con l’essenzialità dei nuovi arrivati… che detenga un posto di rilievo nella loro scala gerarchica?
Il docente di Hogwarts non ha tempo per abbandonarsi a riflessioni più mirate poiché il maschio, dalla cute cinerina più chiara, gli pone un interrogativo che Lucien non può comprendere. Di nuovo l’incomunicabilità fa da barriera tra mondo umano e mondo Maride e diversità culturali appaiono palesi già nel modo di porsi, oltre che nell’aspetto. Il mago vorrebbe evitare le maniere forti, ma la prospettiva di non riuscire a farsi comprendere (nonché il sospetto che, anche riuscendovi, le guardie non lo farebbero comunque procedere) lo induce a credere di dover comunque trovare un modo per liberarsi dell’ostacolo senza possibilmente nuocere ai due.
Se la favella non può essergli d’aiuto, forse lo farà la magia.
Si tratta di un incantesimo semplice ed immediato, che non richiede un dispendio esagerato di tempo per raccogliere la concentrazione ottimale per realizzarlo. La sua durata varia a seconda dell’esperienza del mago e, tra età e marachelle varie ed eventuali in età adolescenziale, Lucien vanta un numero considerevole di utilizzi che lo rendono, di fatto, abbastanza pratico di quell’incantesimo utile anche nei giri di ricognizione nella Foresta Proibita. Una delle sue peculiarità risiede nel fatto di poter essere sfruttato contro più avversari anziché uno soltanto. Perciò Lucien punterebbe la bacchetta verso i propri avversari in avvicinamento, col braccio ben disteso perpendicolare al corpo, mentre nella mente immaginerebbe con vivida precisione l’effetto dato dalla ferrea volontà di immobilizzarli, vedendo gli arti immobilizzarsi con violenza ma senza arrecargli dolore, divenendo granitici nella loro improvvisa immobilità. Ad esse si aggiungerebbe la magia: sentirebbe la volontà diffondersi dentro ed attraverso di lui, pronto a lanciare l'incantesimo. Tali immagini mentali caricherebbero la formula dell’incantesimo non verbale “Immòbilus” chiara negli intenti e decisa nei sentimenti. La bocca serrata si muoverebbe ponendo attenzione alla “o” accentata. In attesa di vedere il risultato, con la determinazione congiunta alla concentrazione, auspicherebbe di fare in tempo a raggiungere la Maride dai capelli scarlatti dietro alla parete rocciosa.
PS: 231 | PC: 195 | PM: 211 | PE: 26.5

Bacchetta: legno di Tiglio Argentato, polvere di dente di Serpente Marino, 12 pollici e mezzo, sorprendentemente elastica.

Orecchino di drago: consente di avere successo in un’azione e di far fallire l’avversario. Usabile una volta per quest.

Anello luminoso: acceca l'avversario per 2 turni.

Anello della Gorgone: se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo.

Bracciale di Damocle: "doppio incanto", ovvero due incantesimi in un solo post/azione, non più di una volta ogni 6 post di quest.

Essenza del famiglio: porta un animale non magico o creatura di categoria X o XX nelle vicinanze a diventare il famiglio del portatore e a rispondere al suo volere - la boccetta di vetro infrangibile è appesa ad una corda come ciondolo di una collana. L’effetto dura tre turni.

Sovrapantaloni in pelle: realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe - 1a, 2a classe.

Caramella d'illusione: chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero - tasca.

Algabranchia: viscida pianta del Mediterraneo che permette a chi la inghiotte di fornirsi di branchie, con piedi e mani palmate che permettono di acquisire tutte le abilità di un pesce per 1 ora.

Fango caldogelo maridese: se spalmato sul corpo prima di un’immersione in acqua e/o in luoghi gelidi all’esterno, permette di non avvertire il freddo per un’ora. Utilizzabile max. per cinque quattro applicazioni.

Ciondolo Pinna di Sirena: la pinna ciondolo indossata al collo permette di respirare sott’acqua per più di un’ora, finita la quale il ciondolo si sgretola e scompare. Usabile una sola volta.
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In preda alla rabbia, accecato dall’odio, pieno di gioia o vittima di qualsivoglia passione, l’elementalista inesperto è in grado di causare inconsapevoli modificazioni dell’ambiente che lo circonda, in particolare dei quattro elementi principali: Acqua, Aria, Fuoco e Terra È particolarmente sensibile agli eventi meteorologici e all’ambiente che lo circonda.

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view post Posted on 10/4/2022, 16:30
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Le due guardie, che hanno riconosciuto la bacchetta del mago come uno strumento pericoloso, fanno per slanciarsi verso Lucien, ma vengono prontamente immobilizzate a metà strada. La sorpresa fa appena in tempo a sgranare loro gli occhi, che già ogni muscolo pesa come granito, ed è altrettanto difficile da smuovere. Momentaneamente trionfante, dunque, Lucien riesce ad aggirare loro e i loro minacciosi tridenti.
Oltrepassata una prima sporgenza rocciosa, ha modo di scorgere l'ormai familiare guizzo della coda argentata, che lo guida all'interno di una grotta. Lo sguardo non riesce a penetrare le profondità del nuovo ambiente, che si perdono presto nell'ombra; in compenso, però, non deve né sforzarsi né andare molto lontano per ritrovare la Maride.
È a terra, si dimena furiosa in potenti scatti della coda, delle lunghe braccia. In un primo momento la visione risulta pressoché incomprensibile, fino a quando, ad un esame più attento, gli occhi di Lucien non distinguono una trama di fili sottili e quasi trasparenti, che avvolgono l'intero corpo della creatura. Una rete, la cui presa pare stringersi ad ogni movimento, che infatti risulta di volta in volta più incerto e soffocato.
Dall'assenza di altre creature Lucien può dedurre che la trappola fosse una meccanica, posizionata in modo tale da bloccare chiunque fosse entrato nella grotta. Fortunatamente per lui, chiunque abbia voluto proteggere quel luogo non ha apparentemente preso in conto un secondo intruso – forse perché in condizioni normali a quel punto sarebbero già sopraggiunte le guardie? Adesso, però, ci sono solo lui e la Maride dai capelli rossi, che dapprima guarda spaventata l'entrata alle spalle di lui – un'apertura piuttosto stretta e alta quanto basta per permettere il passaggio di un Maride o di un Mago –, e poi fissa su di lui uno sguardo implorante. Con uno sforzo porta le dita della mancina a sfiorare le collane che le pendono dal collo: anche se Lucien non può tradurre con esattezza le poche parole che lei gli rivolge, la richiesta di aiuto non potrebbe essere più chiara, lei si appella allo steso simbolo di vicinanza con cui poco prima Lucien ha cercato di vincere la sua fiducia.
Si delineano, piuttosto chiaramente, due diverse fazioni: da una parte le guardie, la loro presenza imponente e minacciosa, evidentemente pensata per tenere alla larga gli indesiderati; dall'altra, la Maride dai capelli rossi, il cui ruolo sociale non è affatto chiaro, ma che sta cercando di oltrepassare un confine proibito. Cosa custodisce l'oscurità della grotta? Lucien ha di fronte una ladra, o qualcos'altro? L'unica certezza è che già si è inimicato due delle tre creature che ha incontrato, mentre la terza è ora alla sua mercé.


Le guardie rimarranno bloccate per due turni. Ricorda che Lucien non si è allontanato di molto da loro, anche se non sono direttamente in vista.

Turno 0/2 prima che le guardie riprendano a muoversi.

 
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view post Posted on 11/4/2022, 10:18
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Il retrogusto amaro del senso di colpa accompagna Lucien nella sua avanzata. Non prova mai piacere nel disturbare una creatura magica, ma quando essa diviene un ostacolo o potenzialmente pericolosa, non si è mai tirato indietro dal fronteggiarla. Sa che il suo gesto non ha nociuto alle guardie, così come sa che non tentennerà qualora si vedesse costretto a compiere un atto meno magnanimo. Sa che anche loro, al suo posto, farebbero altrettanto. Cerca di fare una stima approssimativa del vantaggio che le proprie azioni gli hanno concesso e segue la sua preda nell’oscurità. L’acqua gli accarezza la pelle ed è una sensazione che il mago ha imparato ad amare ancora da più dopo essersi ripreso dalla notte a Durness; il riverbero di ciò che gli ha smosso la vita come un maremoto gli offusca per un attimo la mente.
Superata l’apertura stretta tra le rocce, egli nota la Maride dai capelli scarlatti dimenarsi sotto una stretta obbligata: quella di una rete. Non riesce a decretarne la matrice umana o, piuttosto, di uno dei suoi simili, ma sembra una trappola pizzata per chiunque avanzi in quel luogo, quale difesa per ciò che rappresenta o custodisce.
La visione della Maride in difficoltà, nonché il gesto di lei che rimembra il suo precedente tentativo di non dimostrarsi ostile nei suoi confronti, stringe il cuore di Lucien. Vedere una creatura magica in difficoltà non lo lascia impassibile. Il tempo incalza e sebbene Lucien non sia ancora fuori pericolo, non vi è dubbio che sia solo una la scelta che reputa giusta. Cerca di avvicinarsi quanto può alla Maride, in modo da rischiare il meno possibile di ferirla con l'incantesimo che si appresta a tentare, e quando si troverebbe ad una giusta distanza, con la dovuta concentrazione e l’immagine mentale dei fili sottili vengono recisi attraverso la magia, il docente punterebbe attentamente la trama della rete con la bacchetta; la formula non verbale “Diffindo” ben delineata nella mente sgombra da distrazioni. Il francese gode ormai di un buon bagaglio di esperienza ed anni di pratica alle spalle con quell'incantesimo catalogato come facile: potrebbe dunque auspicare di riuscire a recidere la rete anche se fosse fatta di un materiale molto resistente come un metallo o una pietra tanto sottili da apparire quasi invisibili nei flutti freschi.
Il tempo macina secondi, non sa quanto ancora gli resti prima di doversi appellare ad un altro degli escamotage prescelti per garantirsi quanto più tempo possibile per la sua ricerca. Spera di non doverne necessitare, ma spera di non dover arrivare a dichiararsi fallito e già pregusta la faccia della vecchia ambulante quando lo rivedrà tornare trionfante. Quello è un pensiero che mitiga l'inquietudine che alberga in lui a fronte delle numerose incognite e minacce che ondeggiano nel fondale lacustre.
Quando le due guardie si saranno liberate dall'impedimento dell'incantesimo è verosimile pensare che vadano a cercarlo e Lucien spero di trovare un modo per far perdere le proprie tracce ed al contempo riprendere da dove si era interrotto con la Maride. Visto il colore dei capelli peculiare per una delle sua razza, quante possibilità ci sono che non sia colei che sta cercando ed abbia fatto un buco nell'acqua?
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Bacchetta: legno di Tiglio Argentato, polvere di dente di Serpente Marino, 12 pollici e mezzo, sorprendentemente elastica.

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Anello luminoso: acceca l'avversario per 2 turni.

Anello della Gorgone: se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo.

Bracciale di Damocle: "doppio incanto", ovvero due incantesimi in un solo post/azione, non più di una volta ogni 6 post di quest.

Essenza del famiglio: porta un animale non magico o creatura di categoria X o XX nelle vicinanze a diventare il famiglio del portatore e a rispondere al suo volere - la boccetta di vetro infrangibile è appesa ad una corda come ciondolo di una collana. L’effetto dura tre turni.

Sovrapantaloni in pelle: realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe - 1a, 2a classe.

Caramella d'illusione: chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero - tasca.

Algabranchia: viscida pianta del Mediterraneo che permette a chi la inghiotte di fornirsi di branchie, con piedi e mani palmate che permettono di acquisire tutte le abilità di un pesce per 1 ora.

Fango caldogelo maridese: se spalmato sul corpo prima di un’immersione in acqua e/o in luoghi gelidi all’esterno, permette di non avvertire il freddo per un’ora. Utilizzabile max. per cinque quattro applicazioni.

Ciondolo Pinna di Sirena: la pinna ciondolo indossata al collo permette di respirare sott’acqua per più di un’ora, finita la quale il ciondolo si sgretola e scompare. Usabile una sola volta.
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Lucien è veloce a prendere una decisione, e interviene prontamente in soccorso della Maride. Al suo avvicinarsi, lei si sforza di rimanere immobile, lasciandolo a lavorare contro la trama sottile della rete. Di qualsiasi materiale essa sia fatta, non oppone molta resistenza al taglio del Diffindo. La vera difficoltà è calibrare il tiro affinché non intacchi la pelle della creatura, ed in effetti un piccolo incidente è inevitabile: la Maride sibila, più di sorpresa che di dolore, quando un piccolo graffio le scalfisce il fianco. È un inconveniente di poco conto, che non impedisce a Lucien di arrivare ad aver tagliato, poco dopo, una porzione di rete sufficiente a liberare la Maride.
Con un guizzo della lunga coda, lei si sbarazza definitivamente dell'intralcio. Ora che sono così vicini, Lucien riesce a distinguere con maggiore chiarezza il suo viso, che ricorda allo stesso tempo una fisionomia umana e la testa di un pesce. Gli occhi non sono umani, troppo grandi e sporgenti, ma c'è poco di animale nella scintilla che li anima; a guardarli non si possono avere dubbi sull'intelligenza della Maride. In questo momento esprimono gratitudine, al pari delle parole melodiose ed incomprensibili che gli rivolge. Un solo suono acquista significato, quando la creatura si batte il palmo della mano sul petto, facendo tintinnare i bracciali. «Akhta.»
Akhta è visibilmente agitata. Si sporge dall'apertura della grotta, controlla velocemente l'esterno e poi torna da Lucien. Con una mano gli fa cenno di seguirla mentre si inoltra nella penombra. Quando sembra che le tenebre stiano per inghiottirla, Akhta si sfila una delle sue tante collane. Trascorre qualche secondo a passarsi tra le dita il grosso ciondolo irregolare, prima che questo si illumini di una fosforescenza verdastra, sufficiente a garantire una discreta ma circoscritta visibilità. Ancora una volta, invita Lucien a starle dietro.
Qualora la seguisse, Lucien si troverebbe a nuotare per qualche minuto tra le pareti della caverna. Nient'altro se non roccia nera e acqua, prima di giungere infine ad uno slargo, dove il ciondolo di Akhta illumina un curioso spettacolo.
Una grossa sacca di scure alghe intrecciate è stata poggiata sul pavimento roccioso, ed è scivolata fino a scoprire il proprio contenuto. Uova. Una decina di strane uova semi-trasparenti e larghe quanto piatti da portata, dentro a cui è possibile intravvedere, immerse nella sostanza gelatinosa, grottesche creature ripiegate su se stesse come gamberetti. Teste allungate, un unico paio di zampe scheletriche ad unirsi ad una coda di pesce: gli esseri chimerici ricevono immobili la luce fosforescente che si riversa su di loro dalla mano di Akhta, paiono quasi in attesa.
La Maride incomincia a spiegare qualcosa a Lucien con tono concitato. Indica ora le uova, ora la direzione da cui sono giunti, ha fretta. Ad un certo punto unisce le due mani e fa il gesto di cullare la pietra che tiene nella destra, e allora la luce ondeggia intorno a loro, sulle pareti della grotta, sul mucchio delle creature dagli occhi chiusi. Culla la pietra, e poi indica in avanti, distende tutto il braccio come a mostrargli qualcosa di lontano. Con gli occhi, lo prega di ascoltarla, di capirla.


Possiedi elementi sufficienti per farti un'idea abbastanza chiara di quello che sta succedendo: pensa a quello che è successo fino ad adesso, e sfrutta le conoscenze pregresse di Lucien per interpretare la situazione. Da lì, muoviti come più ritieni opportuno.

Turno 1/2 prima che le guardie riprendano a muoversi.

 
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view post Posted on 5/5/2022, 13:51
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Il Diffindo libera la creatura dalla rete che l’ha resa prigioniera, lasciandole però un piccolo graffio sul fianco sinuoso. Lucien se ne dispiace e prova a dimostrandoglielo attraverso un’espressione di rammarico che scava il volto contratto dalla concentrazione. Il contatto visivo che scaturisce dalla liberazione e conseguente avvicinamento al mago smuove in quest’ultimo forti emozioni; quasi desirerebbe che quell’istante si protraesse più a lungo, ma il tempo a sua disposizione è limitato.
«Akh-taaa» cerca di ripetere quel nome proferito con voce melodiosa sott’acqua e, imitando il suo gesto, poggia il palmo della mancina sul petto «Luuuc-ien». Ha appena tempo di lasciare che piccole bollicine si liberino dalle sue labbra quando Akhta riprende a muoversi e lui la segue stuzzicato dal potere lucente del ciondolo. Ma la sorpresa non è paragonabile a quella che lo coglie vedendo le uova, che rimira affascinato, salvo poi cercare di comprendere le intenzioni della Maride. Il fatto che indichi la direzione da cui sono giunti allarma un poco il mago, conscio della possibilità di ritrovarsi di nuovo faccia a faccia con le guardie libere dagli effetti dell’incantesimo. Nel caso le rincontrassero, ora che offrendole il proprio aiuto Lucien ha dimostrato ad Akhta di non essere una minaccia, lei lo riferirebbe alle guardie? E, se lo facesse, risulterebbe sufficientemente convincente da evitare che queste gli arrechino altri disturbi? La Maride dimostra di avere fretta sebbene il francese non possa comprenderne il motivo, tuttavia il gesto che compie per illuminare le uova gli ricorda la luce ed il calore del sole e gli sorge spontaneo domandarsi se ella non desideri spostare quelli che crede essere i suoi figli in un punto maggiormente esposto alla luce solare rispetto alla buia grotta.
Presumendo che non vi siano altre strade se non quella percorsa per uscire dalla spelonca sotterranea, Lucien desidera provare ad aiutarla mettendo in conto di rincontrare le guardie e decidere sul da farsi come eventualmente procedere.
Con la bacchetta punterebbe la grossa sacca di alghe intrecciate cercando di effettuare un movimento del polso continuo dal basso verso l’alto, con la mente concentrata e l’immagine mentale del contenitore di uova che abbandona il pavimento roccioso per poi seguire i suoi movimenti. La formula, non verbale data la situazione, “mobili” verrebbe seguita da “sacculum”, nome latino dell’oggetto che desidera sollevare e spostare. Carico della ferrea volontà di riuscire nell’atto per aiutare la Maride, il docente spererebbe di veder fuoriuscire dalla bacchetta tanti piccoli fili lattiginosi che legherebbero la sacca sollevandola dalla superficie rocciosa e spostarla a suo piacimento. Qualora riuscisse nell’intento, sarebbe pronto a seguire Akhta dove desidera spostare il suo tesoro. Sa che le sue azioni potrebbero star rallentando la sua missione di recupero dell’oggetto richiesto dalla venditrice ambulante, tuttavia non vuole negare il suo aiuto alla creatura.
Il suo elemento culla i suoi pensieri e nel leviga le incertezze, avvolgendolo nel suo fresco abbraccio.
PS: 231 | PC: 195 | PM: 211 | PE: 26.5

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Ciondolo Pinna di Sirena: la pinna ciondolo indossata al collo permette di respirare sott’acqua per più di un’ora, finita la quale il ciondolo si sgretola e scompare. Usabile una sola volta.
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Tanti piccoli fili bianchi fuoriescono dalla punta della bacchetta: sottili come fossero di seta, ma resistenti come fil di ferro, vanno ad agganciare la sacca contenente le uova e la sollevano da terra, permettendo così a Lucien di spostare l'ingombro a suo piacimento. Nello scossone che accompagna quel primo movimento, un uovo scivola fuori, ma l'acqua ne rallenta la caduta abbastanza da permettere ad Akhta di recuperarlo prima che colpisca la nuda roccia. Per un momento il cristallo illumina perfettamente la superficie gelatinosa e la strana creatura al suo interno: allora, Lucien riesce a distinguere un muso inequivocabilmente cavallino. Non cuccioli di Maride, dunque, ma di un'altra creatura; e tuttavia è innegabile la cura con cui Akhta avvolge le braccia forti intorno all'uovo, come se quella cosa fragile e non ancora nata le fosse cara e lei desiderasse proteggerla dai pericoli esterni.
Non c'è tempo da perdere: con l'uovo ancora tra le braccia, Akhta imbocca un nuovo cunicolo sulla loro destra, la cui apertura rimane celata dalle ombre fino a quando lei non vi si avvicina abbastanza da illuminarla con il suo cristallo. Lucien si rende presto conto che questo passaggio è più stretto del precedente, e deve proseguire con cautela se non vuole colpire le pareti con il nuovo ingombro della sacca piena di uova. Questo inconveniente, unito alla concentrazione costante che gli è necessaria per mantenere saldi i fili lattiginosi del mobili, lo rallenta inevitabilmente. L'acqua preme contro ai suoi timpani, alterandone la percezione dei suoni, rendendo difficile la loro localizzazione. Familiare ed estraneo ad un tempo, l'ambiente lacustre incoraggia una ingannevole sensazione di solitudine, come se lui e Akhta fossero gli unici esseri viventi nel giro di miglia.
Non avanzano a lungo. Presto, sono costretti a fermarsi davanti ad una realtà sconfortante: sono giunti ad un punto cieco. La strada è loro sbarrata da un ammasso di rocce, alcune più grandi di altre, crollate chissà quando. In prossimità dello sbarramento il pavimento è disseminato di detriti. Akhta, con le sue spalle larghe e la figura eretta, pare sgonfiarsi tutto d'un tratto, ripiegandosi su se stessa in un momento di scoraggiamento. Interroga Lucien con uno sguardo carico di preoccupazione: come faranno a proseguire? L'unica apertura si trova in alto sopra alle loro teste e, anche se è abbastanza larga da lasciarli passare uno alla volta, non basterà mai per l'ingombro della sacca. La Maride stringe più forte l'unico uovo in suo possesso, sollevandolo all'altezza del petto in un gesto inequivocabile: l'unico motivo per cui si trovano lì, per cui ha chiesto l'aiuto di Lucien, è portare fuori quelle creature. Non andrà da nessuna parte senza di loro.


Fintanto che la concentrazione di Lucien regge, il mobili proseguirà fino a quando non sarà lui a decidere di interromperlo oppure di fare un altro incantesimo.

Turno 2/2 prima che le guardie riprendano a muoversi.

 
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view post Posted on 7/6/2022, 13:33
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L’incantesimo riesce, ma uno scossone fa perdere la presa su un uovo e, quando la Maride lo recupera, Lucien riesce a riconoscere le sembianze di un piccolo Ippocampo. La memoria lo riporta all’acquario di Londra dove quell’estate ne ha visto un esemplare adulto assieme a Megan. Si chiede come abbia fatto a non riconoscere i Tadfoal e quanto sia stata approssimativa la sua valutazione, tuttavia non gode di molto tempo per rifletterci; si trova a seguire Akhta lungo lo stretto passaggio - inclemente con la sua statura. Una parte della sua mente è occupata in considerazioni che passano dal Mar Mediterraneo dove normalmente si trovano gli Ipoocami, a mantenere la concentrazione e cautela necessarie affinché riesca a procedere senza perdere la padronanza sull’incantesimo.
Ma presto si rende conto che dovrà farlo, se non vuole deludere la speranza riposta dalla Maride in lui. Inoltre si rende conto che la situazione ha rallentato i suoi movimenti, sa che le guardie potrebbero raggiungerli da un momento all’altro ed il destino si fa sempre più incerto. Cerca di rassicurare Akhta con l’unico mezzo di cui dispone: lo sguardo. Lo carica di calma e speranza, le stesse alle quali si aggrappa per portare a termine la missione che lo ha condotto nelle profondità lacustri.
La sensazione di solitudine che lo culla non gli è di peso bensì di inspiegabile conforto; pensa che magari lei non è chi gli serve per non tornare dalla vecchia a mani vuote, eppure la sua passione per le creature magiche ha preso il sopravvento e la tenera causa di lei con le uova è divenuta anche la sua. In più, l’unione con il suo elemento rende più conciliante la sua presenza nel fondale lacustre rispetto ai problemi che affiorerebbero con una sua inevitabile ma procrastinabile emersione. Desideroso di tentare il tutto per tutto, Lucien si vede costretto dalle circostanze ad interrompere il Mobili, cingendo con il braccio destro la sacca contenente le uova. Questo obbliga le proprie gambe a lavorare maggiormente per mantenere il controllo del corpo immerso, disponendo ora di un solo braccio per nuotare; la mancina, però, impugna ancora la bacchetta dunque il movimento non è di grande aiuto e lo sforzo richiesto maggiore, la stanchezza pervadente. Opta per un nuovo incantesimo rapido e dall’esecuzione tatticamente non complessa.
Stendendo il braccio armato punterebbe la bacchetta in direzione delle rocce vicine all’unica apertura posta sopra alle loro teste con l’intento, mentalmente visualizzato, di aumentare le dimensioni del varco già esistente affinché riescano a passare assieme all’ingombro della sacca. Al contempo, la formula non verbale “ Bombàrda” prenderebbe forma nella sua mente ponendo una riguardosa attenzione all'accento sulla prima “à”, le labbra serrate mosse per aiutarsi come quando fa calcoli mentali complessi. Confiderebbe nel potere esplosivo dell’incantesimo di fronte a una buona fetta delle rocce che impediscono loro un comodo passaggio.
La speranza e l’attesa sobbollirebbero nel suo corpo provato ma deciso a cercare di aiutare finché può la creatura lacustre.

PS: 231 | PC: 195 | PM: 211 | PE: 26.5

Bacchetta: legno di Tiglio Argentato, polvere di dente di Serpente Marino, 12 pollici e mezzo, sorprendentemente elastica. In aggiunta a ciò, il suo elemento lo abbraccia così bene da farlo sentire più nel proprio ambiente lì piuttosto che in superficie, dove i problemi affiorano e non può rifuggirli.
Lucien sceglierebbe di interrompere il Mobili cercando di cingere con un braccio la sacca contenente le uova. L’azione chiaramente renderebbe difficoltoso per lui nuotare, sforzando le gambe fintanto che terrebbe il braccio libero ancora occupato con la bacchetta.
L’incantesimo prescelto non richiede un’esecuzione complessa, cosa che gioca a favore del mago vista la situazione. Punterebbe la bacchetta verso le rocce
Orecchino di drago: consente di avere successo in un’azione e di far fallire l’avversario. Usabile una volta per quest.

Anello luminoso: acceca l'avversario per 2 turni.

Anello della Gorgone: se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo.

Bracciale di Damocle: "doppio incanto", ovvero due incantesimi in un solo post/azione, non più di una volta ogni 6 post di quest.

Essenza del famiglio: porta un animale non magico o creatura di categoria X o XX nelle vicinanze a diventare il famiglio del portatore e a rispondere al suo volere - la boccetta di vetro infrangibile è appesa ad una corda come ciondolo di una collana. L’effetto dura tre turni.

Sovrapantaloni in pelle: realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe - 1a, 2a classe.

Caramella d'illusione: chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero - tasca.

Algabranchia: viscida pianta del Mediterraneo che permette a chi la inghiotte di fornirsi di branchie, con piedi e mani palmate che permettono di acquisire tutte le abilità di un pesce per 1 ora.

Fango caldogelo maridese: se spalmato sul corpo prima di un’immersione in acqua e/o in luoghi gelidi all’esterno, permette di non avvertire il freddo per un’ora. Utilizzabile max. per cinque quattro applicazioni.

Ciondolo Pinna di Sirena: la pinna ciondolo indossata al collo permette di respirare sott’acqua per più di un’ora, finita la quale il ciondolo si sgretola e scompare. Usabile una sola volta.
Conoscenze e abilità
Elementalista inesperto (Acqua)
In preda alla rabbia, accecato dall’odio, pieno di gioia o vittima di qualsivoglia passione, l’elementalista inesperto è in grado di causare inconsapevoli modificazioni dell’ambiente che lo circonda, in particolare dei quattro elementi principali: Acqua, Aria, Fuoco e Terra È particolarmente sensibile agli eventi meteorologici e all’ambiente che lo circonda.

Incantesimi
Fino alla IV classe completa (esclusi i proibiti)
VI classe: Imposium
 
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