Il disco solare borda le ampie montagne spruzzate di neve, improvvisandosi placido osservatore della vita esterna alle mura del castello. Le dinamiche che la compongono restano un mistero perfino per Lucien, avvezzo a rendersene partecipe pur non facendo davvero parte di quei luoghi. Vi trascorre le giornate tra una mansione e l’altra, ma non è il lavoro ad averlo spinto sulle rive del Lago Nero quel giorno, bensì una sfida, una promessa fatta tempo addietro ad una venditrice ambulante incontrata a Hogsmeade: deve recuperare “una pietra molto bella di colore azzurro che pare sia custodita da una sirena dai capelli rossi come il sangue appena versato, che non se ne separa volentieri“. Il mago ha una vaga idea della vastità di quel fondale, così come le minacce che vi albergano, ma il pericolo non è un monito sufficiente affinché Lucien si abbandoni ai ripensamenti. L’ipotesi che la pietra sia solo frutto della fantasia della vecchia ha vorticato nella sua mente, salvo poi eclissarsi con un’arcata sopraccigliare virata verso il cielo: non ne vedrebbe l’utilità per colei che l’ha convinto ad accettare il baratto, salvo ridere dell’ingenuità del francese e sospingerlo verso qualcosa di potenzialmente pericoloso per un moto di sadismo innato. A conti fatti lei non avrebbe granché da guadagnarci e il guadagno, seppur in una formula anticonvenzionale, Lucien glielo ha letto negli occhi esserle caro. Ha scelto volutamente quel momento della giornata dove può essere abbastanza certo di non fare incontri indesiderati - non vorrebbe trovarsi a dover dare spiegazione dei propri affari - e, comunque, se proprio dovesse accadere proverebbe ad imbastire una scusa plausibile che si riallacci ai suoi doveri di docente e guardiacaccia. Dopo giorni spesi a cercare di alleviare il dolore causato dalle sue stesse azioni durante la notte di Capodanno, impugnando una pietra d'ametista sulle sfumature del rosa e dell'avorio (si dice che il
Cuore di pietra sia in grado di cullare le sofferenze d'amore), senza percepirne chissà quale effetto, ha deciso di incanalare le forti emozioni in qualcosa di utile o potenzialmente mortale a seconda dei punti di vista.
Le temperature restano ostili data la stagione in corso ed una brezza pungente scrolla i sottili steli smeraldini che lasciano il posto al terriccio disseminato di piccoli sassi. Il silenzio che grava sulla sua scelta si annulla nel cinguettio di qualche uccello di passaggio ed i gesti premeditati che iniziano a spogliare il docente finiscono per fare da contorno. Non v’è incertezza, piuttosto una sottile fretta a tratteggiare i gesti metodici. La pelle, ora esposta alla frescura, è soggetta alla transitoria comparsa di piccoli rilievi cutanei originati dalla contrazione involontaria dei muscoli, ma rapidamente Lucien vi spalma sopra un abbondante strato di un fango prodotto dai Maridi di Inverness, che permette di non avvertire il freddo per un’ora durante le immersioni. Una lieve sensazione di calore sembra confermare l’attivazione del prodotto o forse è solo una mera suggestione del mago.
A quel punto si rimette i sovrapantaloni, dov’è ben ancorata la bacchetta, e indossa un ciondolo acquistato da Sinister che dovrebbe permettergli di respirare sott’acqua per più di un’ora. Qualora il tempo non fosse sufficiente al recupero dell’oggetto, nelle tasche dei sovrapantaloni che gli regalò Ariel l’anno precedente, ha sistemato dell’Algabranchia. Sebbene potrebbe apparire la scelta più logica, il desiderio di sperimentare il fango acquistato durante un evento tenutosi al San Mungo lo ha indotto a renderla una scelta di riserva - oltre al sapore sgradevole. Piedi, busto e braccia sono liberi da impedimenti e dovrebbero agevolargli i movimenti sott’acqua.
Il richiamo del suo elemento è incalzante, la determinazione si fonde ad un naturale timore verso ciò che di pericoloso lo potrebbe aspettare ma, alla fine, lo sopraffà animando i primi passi del docente.
Le placide e gelide acque del Lago Nero accolgono l’incedere di Lucien, attirandolo nel suo abbraccio con tutte le promesse del caso, sia positive che negative.